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ANNO 1991

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Papa Giovanni Paolo II
(1978-2005)

segretario di Stato: cardinale Angelo Sodano;

direttore dell'Entità e di Sodalitium Pianum: mons. Luigi Poggi;

ONU
Organizzazione delle nazioni unite

1991, New York,
segretario generale:
- 1981-91, Javier Perez de Cuellar;
- 1991-96, Boutros Boutros Ghali.

NATO
North Atlantic Treaty Organization
Organizzazione del patto
del Nord Atlantico

«segue da 1966»
1991, la fine della guerra fredda, con la dissoluzione dell'Unione Sovietica e lo scioglimento del Patto di Varsavia obbliga la NATO a ripensare il proprio ruolo internazionale.

accordo di Schengen

«segue da 1990»
1991, all'accordo del 1985 tra:
- Belgio,
- Francia,
- Germania,
- Lussemburgo,
- Paesi Bassi,
- Italia (1990)
aderiscono ora:
- Spagna,
- Portogallo (1991)
«segue 1992»

Trattato di Maastricht

1991, 11 dicembre, nella città olandese viene stipulato un accordo (perfezionato nel 1992 e ratificato il 1° novembre 1993) che riforma profondamente i trattati comunitari dopo l'Atto unico del 1985, istituendo (1° novembre 1993) l'Unione Europea (UE) e la cittadinanza europea, e apportando considerevoli novità sul piano delle istituzioni, delle norme e delle prospettive di effettiva unificazione politica ed economica;
nella prima fase, che terminerà il 31 dicembre 1993, gli Stati si impegnano a coordinare le politiche economiche interne e a rimuovere gli ostacoli ancora presenti per la libera circolazione delle persone, delle merci, dei servizi e dei capitali;
nella seconda fase,
1° gennaio 1994-31 dicembre 1998, si prevede la creazione di un Istituto monetario europeo e gli Stati membri si impegnano: 
- ad assicurare l'indipendenza dal governo delle proprie banche centrali, 
- a ridurre le discriminazioni fiscali tra residenti e non residenti e 
- a rispettare alcuni parametri economici prefissati; 
potranno entrare nell'Unione monetaria solo quei Paesi che alla fine del 1997 presenteranno:
a) un rapporto tra deficit e PIL minore o uguale al 3%;
b) un rapporto tra debito pubblico e PIL minore o uguale al 60%; 
sempre alla fine della seconda fase i Paesi che vogliono entrare nella moneta unica dovranno rispettare i seguenti criteri di convergenza:
a) un tasso d'inflazione non più alto di 1,5 punti percentuali rispetto alla media dei tre Paesi più virtuosi (cioè con l'inflazione minore);
b) un tasso di interesse a lungo termine non superiore di due punti rispetto al tasso medio dei tre Paesi con l'inflazione minore;
c) una finanza pubblica sotto controllo nel rispetto dei parametri sopra ricordati;
d) la permanenza da almeno due anni (quindi dal 31 dicembre 1996) nel Sistema monetario europeo (SME) senza modifiche nella parità di cambio;
nella terza fase, il cui inizio è indicato nel 1° gennaio 1999, sono previsti:
- l'introduzione irrevocabile della moneta unica;
- l'istituzione di un sistema di sanzioni per quei Paesi che non rispettino i criteri di convergenza in tema di finanza pubblica;
- un riesame biennale delle situazioni di quei Paesi che beneficino di deroghe sui criteri stessi;
- la creazione di una Banca centrale europea (BCE) con sede a Francoforte; di un sistema europeo delle banche centrali e di un comitato economico e finanziario.
«segue 1992»

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1991
UNIONE EUROPEA
III LEGISLATURA - (1989-1994)
Stati Membri
Seggi
[dal 1952]
       
01
Belgio      
24
02
Francia      
81
03
Germania      
81
04
Italia      
81
05
Lussemburgo      
6
06
Paesi Bassi      
25
[dal 1973]
       
07
Danimarca      
16
08
Regno Unito      
81
09
Irlanda      
15
[dal 1981]
       
10
Grecia      
24
[dal 1987]
       
11
Portogallo      
24
12
Spagna      
60
Totale Deputati
518

 

1991
III LEGISLATURA - (1989-1994)
- Deputati Italiani (81) -
[Elezioni: ]
PPE - Gruppo del Partito Popolare Europeo (Democratici Cristiani)

26
Rosaria Bindi
Andrea Bonetti
Franco Borgo
Carlo Casini
Maria Luisa Cassanmagnago Cerretti
Mauro Chiabrando
Emilio Colombo
(1989 - 1° ago 1992)
Felice Contu
Lorenzo De Vitto
(1989 - 27 apr 1994)
Antonio Fantini
Arnaldo Forlani
Roberto Formigoni
(1989 - 6 mag 1993)
Mario Forte
Gerardo Gaibisso
Giulio Cesare Gallenzi

Giovanni Goria
(1989 - 13 apr 1991)
subentra
Agostino Mantovani
(1991 23 apr - 1994)
Francesco Guidolin
Antonio Iodice
Salvatore Lima
(1989 - 12 mar 1992)
Calogero Lo Giudice
Alberto Michelini
Giuseppe Mottola
Eolo Parodi
(1990 27 set - 1994)
[subentrato a Mario Giovanni Guerriero Ruffini]
Ferruccio Pisoni
tesoriere
Nino Pisoni
Gabriele Sboarina
1
Joachim Dalsass
Totale Membri
27
Gruppo per la Sinistra Unitaria Europea
22
Roberto Barzanti
Rinaldo Bontempi
Luciana Castellina
(1989 - 11 gen 1993)
Anna Catasta
Adriana Ceci
Luigi Alberto Colajanni
presidente
Biagio De Giovanni
Cesare De Piccoli
Maurice Duverger
Giulio Fantuzzi
Renzo Imbeni
Pasqualina Napoletano
Giorgio Napolitano
(1989 - 10 giu 1992)
Achille Occhetto
Giacomo Porrazzini
Andrea Raggio
Tullio Regge
Giorgio Rossetti
Roberto Speciale
Renzo Trivelli
Dacia Valent
(1989 - 11 gen 1993)
Luciano Vecchi
     
Gruppo Socialista
12
Gianni Baget Bozzo
Vincenzo Bettiza
Pierre Carniti
Bettino Craxi
(1989 - 30 apr 1992)
Giuliano Ferrara
(1989 - 11 mag 1994)
Franco Iacono
Lelio Lagorio
vicepresidente
Antonio La Pergola
Nereo Laroni
Vincenzo Mattina
tesoriere
Maria Magnani Noya
Luigi Vertemati
2
Antonio Cariglia
Enrico Ferri
Totale Membri
14
 
Gruppo Verde
3
Gianfranco Amendola
Alexander Langer
Enrico Falqui
2
Maria Adelaide Aglietta
presidente
(1990 1° nov - 1994)
Virginio Bettini
(1989 26 ott - 1994)
[subentrato a Francesco Corleone]
1
Eugenio Melandri
Antiproibizionisti sulla Droga
1
Marco Taradash
Totale Membri
7
Gruppo Liberaldemocratico e Riformista
3
Jas Gawronski
vicepresidente
Giorgio La Malfa
(1989 - 13 mar 1992)
Bruno Visentini
Gruppo Arcobaleno del Parlamento Europeo
2
Luigi Moretti
(1989 - 20 apr 1994)
Francesco Enrico Speroni
(1989 - 20 apr 1994)
1
Mario Melis
Totale Membri
3
Non Iscritti
4
Gianfranco Fini
(1989 - 11 mag 1992)
Antonio Mazzone
Cristiana Muscardini
Giuseppe Rauti
1
Marco Pannella
Totale Membri
5
Totale Deputati Italiani
81

Gruppo del Partito Popolare Europeo (Gruppo Democratico Cristiano)
Rosaria Bindi, Democrazia Cristiana, membro
Andrea Bonetti, DC, membro
Franco Borgo, DC, membro
Carlo Casini, DC, membro
Maria Luisa Cassanmagnago Cerretti, DC, membro
Mauro Chiabrando, DC, membro
Emilio Colombo, DC, membro (in carica fino al 01.08.1992)
Francesco Lamanna, DC, membro (subentrato il 07.09.1992)
Felice Contu, DC, membro
Joachim Dalsass, Südtiroler Volkspartei, membro
Lorenzo De Vitto, DC, membro (in carica fino al 27.04.1994)
Vito Napoli, DC, membro (subentrato il 29.04.1994)
Antonio Fantini, DC, membro
Arnaldo Forlani, DC, membro
Roberto Formigoni, DC, membro (in carica fino al 06.05.1993)
Maria Teresa Coppo Gavazzi, DC, membro (subentrata il 18.05.1993)
Mario Forte, DC, membro
Gerardo Gaibisso, DC, membro
Giulio Cesare Gallenzi, DC, membro
Giovanni Goria, DC, membro (in carica fino al 13.04.1991)
Agostino Mantovani, DC, membro (subentrato il 23.04.1991)
Francesco Guidolin, DC, membro
Antonio Iodice, DC, membro
Salvatore Lima, DC, membro (in carica fino al 12.03.1992)
Aldo De Matteo, DC, membro (subentrato il 17.03.1992)
Calogero Lo Giudice, DC, membro
Alberto Michelini, DC, membro
Giuseppe Mottola, DC, membro
Ferruccio Pisoni, DC, tesoriere
Nino Pisoni, DC, membro
Mario Giovanni Guerriero Ruffini, DC, membro (in carica fino al 15.09.1990)
Eolo Parodi, DC, membro (subentrato il 27.09.1990)
Gabriele Sboarina, DC, membro

Gruppo per la Sinistra Unitaria Europea
Roberto Barzanti, Partito Comunista Italiano, membro
Rinaldo Bontempi, PCI, membro
Luciana Castellina, PCI, membro
il deputato rimane all'interno del gruppo fino all'11.01.1993 per aderire al Gruppo dei Non iscritti.
Anna Catasta, PCI, membro
Adriana Ceci, PCI, membro
Luigi Alberto Colajanni, PCI, presidente del gruppo
Biagio De Giovanni, PCI, membro
Cesare De Piccoli, PCI, membro
Maurice Duverger, PCI, membro
Giulio Fantuzzi, PCI, membro
Renzo Imbeni, PCI, membro
Pasqualina Napoletano, PCI, membro
Giorgio Napolitano, PCI, membro (in carica fino al 10.06.1992)
Gaetano Cingari, PCI, membro (subentrato il 15.06.1992, in carica fino al 09.05.1994)
Andrea Carmine De Simone, PCI, membro (subentrato il 19.05.1994)
Achille Occhetto, PCI, membro
Giacomo Porrazzini, PCI, membro
Andrea Raggio, PCI, membro
Tullio Regge, PCI, membro
Giorgio Rossetti, PCI, membro
Roberto Speciale, PCI, membro
Renzo Trivelli, PCI, membro
Dacia Valent, PCI, membro
il deputato rimane all'interno del gruppo fino all'11.01.1993 per aderire al Gruppo dei Non iscritti.
Luciano Vecchi, PCI, membro

Gruppo del Partito del Socialismo Europeo
Gianni Baget Bozzo, Partito Socialista Italiano, membro
Vincenzo Bettiza, PSI, membro
Antonio Cariglia, Partito Socialista Democratico Italiano, membro
Pierre Carniti, PSI, membro
Bettino Craxi, PSI, membro (in carica fino al 30.04.1992)
Mario Didò, PSI, membro (subentrato il 13.05.1992)
Giuliano Ferrara, PSI, membro (in carica fino all'11.05.1994)
il deputato rimane all'interno del gruppo fino al 17.04.1994 per aderire al Gruppo dei Non iscritti.
Gabriele Panizzi, PSI, membro (subentrato il 19.05.1994)
Enrico Ferri, PSDI, membro
Franco Iacono, PSI, membro
Lelio Lagorio, PSI, vicepresidente del gruppo
Antonio La Pergola, PSI, membro
Nereo Laroni, PSI, membro
Vincenzo Mattina, PSI, tesoriere
Maria Magnani Noya, PSI, membro
Luigi Vertemati, PSI, membro
In data 12.01.1993 i deputati del Partito Democratico della Sinistra, dopo essere stata celebrata l'ammissione del soggetto politico nel Partito del Socialismo Europeo, vengono ammessi a far parte del Gruppo del Partito del Socialismo Europeo. Precedentemente avevano costituito il Gruppo per la Sinistra Unitaria Europea.

Gruppo Verde al Parlamento Europeo
Maria Adelaide Aglietta, Verdi Arcobaleno, presidente del gruppo dal 01.11.1990
Gianfranco Amendola, Liste Verdi, membro
Alexander Langer, Liste Verdi, vicepresidente del gruppo dal 25.07.1989 al 14.03.1990, presidente dal 15.03 al 31.10.1990
Enrico Falqui, Liste Verdi, membro
Eugenio Melandri, Democrazia Proletaria, membro
Edoardo Ronchi, Verdi Arcobaleno, membro (in carica fino al 26.07.1989)
Francesco Corleone, Verdi Arcobaleno, membro (subentrato il 27.07.1989, in carica fino al 26.10.1989)
Virginio Bettini, Verdi Arcobaleno, membro (subentrato il 26.10.1989)
Marco Taradash, Lega Antiproibizionista sulla droga, membro

Gruppo Liberale e Democratico
Jas Gawronski, Partito Repubblicano Italiano, vicepresidente del gruppo
Giorgio La Malfa, PRI, membro (in carica fino al 13.03.1992)
Elda Pucci, PRI, membro (subentrata il 24.03.1992)
Bruno Visentini, PRI, membro

Gruppo Arcobaleno del Parlamento Europeo
Mario Melis, Partito Sardo d'Azione, membro
Luigi Moretti, Lega Lombarda, membro
il deputato rimane all'interno del gruppo fino al 20.04.1994 per poi aderire al Gruppo dei Non iscritti.
Francesco Enrico Speroni, Lega Lombarda, membro
il deputato rimane all'interno del gruppo fino al 20.04.1994 per poi aderire al Gruppo dei Non iscritti.

Non iscritti
Gipo Farassino, Lega Lombarda, membro (subentrato il 19.05.1994 in sostituzione di Francesco Enrico Speroni dimessosi l'11.05.1994)
Gianfranco Fini, Movimento Sociale Italiano, membro (in carica fino all'11.05.1992)
Pietro Mitolo, MSI, membro (subentrato il 25.05.1992)
Antonio Mazzone, MSI, membro
Cristiana Muscardini, MSI, membro
Marco Pannella, Federalisti, membro
Giuseppe Rauti, MSI, membro
In data 12.01.1993 aderiscono al gruppo le deputate Luciana Castellina e Dacia Valent provenienti dal Gruppo per la Sinistra Unitaria Europea
In data 18.04.1994 aderisce al gruppo il deputato Giuliano Ferrara proveniente dal Gruppo del Partito del Socialismo Europeo
In data 21.04.1994 aderiscono al gruppo i deputato Luigi Moretti e Francesco Enrico Speroni provenienti dal Gruppo Arcobaleno del Parlamento Europeo



 


UNIONE EUROPEA
Commissione Delors II
(1989 gen - gen 1993)
Composizione politica
Sinistra / Socialisti: 6 membri
Destra / Conservatori: 6 membri
Liberali: 4 membri
Indipendenti: 1 membro
Jacques Delors*
Presidente
+ Affari Monetari
PSE
FRANCIA
PS Socialisti
Relazioni Esterne
Commercio
Affari Economici e Finanziari
Cooperazione e Sviluppo
Pesca
Frans Andriessen
Vice presidente

Henning Christophersen

Vice presidente
Manuel Marin
Vice presidente
PPE
Liberali, democratici e riformatori
Socialisti
PAESI BASSI
DANIMARCA
SPAGNA
CDA
Venstre
PSOE
Scienza, Ricerca e Sviluppo
Telecomunicazioni, Tecnologia dell'Informazione e Innovazione
Mercato Interno
Affari Industriali
Relazioni con il Parlamento
Concorrenza
Istituzioni Finanziarie
Conservative
5

Filippo Maria Pandolfi

Vice presidente

Martin Bangemann

Vice presidente

Leon Brittan

Vice presidente
PPE
Liberali, democratici e riformatori
PPE
ITALIA
GERMANIA
(FDR)
REGNO UNITO
Democrazia cristiana
FDP
Democratici
Ambiente, Sicurezza Nucleare e Protezione Civile
Personale, Amministrazione e Traduzione
Energia
Piccole Aziende e Turismo
Politica Mediterranea
Relazioni con l'America Latina
Rapporti Nord-Sud del mondo

Carlo Ripa di Meana

Antonio Cardoso y Cunha

Abel Matutes

Socialisti
Liberali, democratici e riformatori
PPE
ITALIA
PORTOGALLO
SPAGNA
PSI
PSD
PP
Bilancio e Controllo Finanziario
Fiscalità e Unione Doganale
Politiche Regionali
Peter Schmidhuber
Christiane Scrivener

Bruce Millan

PPE
Liberali, democratici e riformatori
Socialisti
GERMANIA
(FDR)
FRANCIA
REGNO UNITO
CSU
UDF
Labour
Settore Audiovisivo, Informazione e Comunicazione
Affari Culturali
Agricoltura e Sviluppo Rurale
Trasporti
Credito ed Investimenti
Tutela dei Consumatori

Jean Dondelinger

Ray MacSharry

Karel van Miert

Indipendente
Alleanza Democratica Europea
Socialisti
LUSSEMBURGO
IRLANDA
BELGIO
Indipendente
Fianna Fáil
PS
Occupazione, Relazioni Industriali e Affari Sociali
Risorse Umane, Istruzione e Formazione
   
   

Vasso Papandreou

   
Socialisti
   
GRECIA
       
PASOK
   

Legenda:
- PPE (Partito Popolare Europeo),
- PSE (Partito del Socialismo Europeo)
- ALDE (Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l'Europa)

Note
* Jacques Delors, già in carica dal 1985, viene riconfermato per un secondo mandato.

 


La Commissione Delors II è stata la Commissione Europea in carica dal gennaio 1989 al gennaio 1993[1].
Fu la commissione che gestì in particolare l'elaborazione del Trattato di Maastricht e l'istituzione dell'Unione Europea. In vista dell'entrata in vigore del Trattato venne sostituita da una nuova commissione, la Commissione Delors III.

Indice [nascondi]
1 Presidente
1.1 Composizione politica
2 Componenti della Commissione
3 Note
Presidente
Jacques Delors (Francia Francia) — Partito del Socialismo Europeo
Delors era già in carica dal 1985, venne riconfermato per un secondomandato.

Composizione politica
Sinistra / Socialisti: 6 membri
Destra / Conservatori: 6 membri
Liberali: 4 membri
Indipendenti: 1 membro

Componenti della Commissione
Legenda: [ ] Sinistra/Socialisti - [ ] Destra/Conservatori - [ ] Liberali - [ ] Verdi
Commissario Nazionalità Incarico Competenze Partito nazionale Gruppo/Partito europeo
- Jacques Delors Francia Francia Presidente Affari Monetari PS Socialisti
- Frans Andriessen Paesi Bassi Paesi Bassi Vicepresidente
Relazioni Esterne
Commercio
CDA Partito Popolare Europeo
- Henning Christophersen Danimarca Danimarca Vicepresidente Affari Economici e Finanziari Venstre Liberali, democratici e riformatori
- Manuel Marin Spagna Spagna Vicepresidente
Cooperazione e Sviluppo
Pesca
PSOE Socialisti
- Filippo Maria Pandolfi Italia Italia Vicepresidente
Scienza, Ricerca e Sviluppo
Telecomunicazioni, Tecnologia dell'Informazione e Innovazione
DC Partito Popolare Europeo
- Martin Bangemann bandiera Germania Ovest Vicepresidente
Mercato Interno
Affari Industriali
Relazioni con il Parlamento
FDP Liberali, democratici e riformatori
- Leon Brittan Regno Unito Regno Unito Vicepresidente
Concorrenza
Istituzioni Finanziarie
Conservative Democratici/Partito Popolare Europeo[2]
- Carlo Ripa di Meana Italia Italia Commissario Ambiente, Sicurezza Nucleare e Protezione Civile PSI Socialisti
- Antonio Cardoso e Cunha Portogallo Portogallo Commissario
Personale, Amministrazione e Traduzione
Energia
Piccole Aziende e Turismo
PSD Liberali, democratici e riformatori
- Abel Matutes Spagna Spagna Commissario
Politica Mediterranea
Relazioni con l'America Latina
Rapporti Nord-Sud del mondo
PP Partito Popolare Europeo
- Peter Schmidhuber bandiera Germania Ovest Commissario Bilancio e Controllo Finanziario CSU Partito Popolare Europeo
- Christiane Scrivener Francia Francia Commissario Fiscalità e Unione Doganale UDF Liberali, democratici e riformatori
- Bruce Millan Regno Unito Regno Unito Commissario Politiche Regionali Labour Socialisti
- Jean Dondelinger Lussemburgo Lussemburgo Commissario
Settore Audiovisivo, Informazione e Comunicazione
Affari Culturali
indipendente indipendente
- Ray MacSharry Irlanda Irlanda Commissario Agricoltura e Sviluppo Rurale Fianna Fáil Alleanza Democratica Europea
- Karel van Miert Belgio Belgio Commissario
Trasporti
Credito ed Investimenti
Tutela dei Consumatori
PS Socialisti
- Vasso Papandreou Grecia Grecia Commissario
Occupazione, Relazioni Industriali e Affari Sociali
Risorse Umane, Istruzione e Formazione
PASOK Socialisti

Note
^ (EN) Commissione Delors II. URL consultato il 01-05-2011.
^ Dal 1992.

 




1991
Schweizerische Eidgenossenschaf
Confédération suisse
Confederazione svizzera
[Repubblica federale]
- Presidente
-
- Primo ministro
-
[governo di coalizione: Partito radicale democratico, Partito cristiano-democratico, Partito socialista e Unione democratica di centro]

1991
Ottobre
20, si svolgono le elezioni legislative; gli elettori sono chiamati a rinnovare i due rami del parlamento federale, il consiglio nazionale (200 membri) e il consiglio degli stati (46 membri);
 
Elezioni federali
(consiglio nazionale)
 
%
seggi
+/- (*)
- Partito radicale democratico
-
44
-12
- Partito socialista -
43
- Partito cristiano-democratico   -
36
- Unione democratica di centro -
24
- Verdi -
14
+5
- Partito degli automobilisti -
8
+6
- Partito democratico
(estrema destra)
-
5
+2
- altri -
26
-
   
200
 
* rispetto al 1987.
 


la coalizione quadripartitica uscente, benché indebolita, conserva circa tre quarti dei propri seggi nel consiglio nazionale;




1991
Fürstentum Liechtenstein
[Monarchia costituzionale]
Hans Adam
Albero genealogico
(? - ?)
figlio di Francesco Giuseppe II;
1989-?, principe di Liechtenstein;
[succeduto al padre]



 
- Primo ministro
Hans Brunhart
(1978 - ?)
[VU (Unione patriottica)]
[in parlamento (25 seggi) la VU (Unione patriottica) ha 13 seggi mentre il FBP (Partito borghese per il progresso) ne ha 12]
1991
-



1991
Republik Osterreich
[neutrale da mag 1955]
questione Alto Adige:
– 1° accordo 1969; 2° accordo 1971
- Presidente
Kurt Waldheim
(1986 - 1992)
[ÖVP (Partito popolare)]
- Cancelliere
Franz Vranitzky
(1986 - 1997)
[SPÖ]
- Ministro degli esteri
?
(? - ?)
[]
[governo di coalizione tra SPÖ (Partito socialista) e FPÖ (Partito liberale)]
1989
Luglio
31
, la Commissione europea esprime «parere favorevole» alla richiesta austriaca di adesione alla CEE;

Novembre
10
, Vienna, le elezioni provinciali: vedono un calo dei due partiti di governo e il successo del FPÖ [Jörg Haider] , che con il 22,6% dei voti diventa la seconda forza politica locale;

 

1991
Bundesrepublik Deutschland
[Repubblica Federale di Germania (FDR)]
(maggio 1949)
Presidente
Richard von Weizsäcker (1984 - 1994)
[CDU]
XII Legislatura 1990 20 dic - 10 nov 1994
Cancelliere
H. Kohl
III
(1987 12 mar - 18 gen 1991)
[CDU]
H. Kohl
IV
(1991 18 gen - 17 nov 1994)
[CDU]
[Coalizione "giallo-nera" composta da:
- CDU (Christlich Demokratische Union Deutschlands - Unione cristiano-democratica),
- CSU (Christlich-Soziale Union - Unione cristiano-sociale),
- FDP (Freie Demokratische Partei - Partito liberaldemocratico).]
Vice-cancelliere
+ Affari esteri
Hans-Dietrich Genscher (FDP)
(1982 4 ott - 17 mag 1992)
Capo della Cancelleria federale
(Senza portafoglio)
Rudolf Seiters (CDU)
(1989 22 apr - 18 gen 1991)
Friedrich Bohl (CDU)
(1991 18 gen - 25 ott 1998)
Interni
Wolfgang Schäuble (CDU)
(1989 22 apr - 21 nov 1991)
Rudolf Seiters (CDU)
(1991 21 nov - 7 lug 1993)
Giustizia
Hans A. Engelhard (FDP)
(1982 4 ott - 18 gen 1991)
Klaus Kinkel (FDP)
(1991 18 gen - 18 mag 1992)
Finanze
Theodor Waigel (CSU)
(1989 22 apr - 25 ott 1998)
Economia
Helmut Haussmann (FDP)
(1988 10 dic - 18 gen 1991)
Jürgen W. Möllemann (FDP)
(1991 18 gen - 21 gen 1993)
Agricoltura e Foreste
Ignaz Kiechle (CSU)
(1983 30 mar - 21 gen 1993)
Rapporti con la Germania Est
Dorothee Wilms (CDU)
(1987 12 mar - 18 gen 1991)
Lavoro e Solidarietà sociale
Norbert Blüm (CDU)
(1982 4 ott - 25 ott 1998)
Difesa
Gerhard Stoltenberg (CDU)
(1989 22 apr - 31 mar 1992)
Gioventù, Famiglia, Pari opportunità e Sanità
Ursula Lehr (CDU)
(1988 10 dic - - 18 gen 1991)
Famiglia e Anziani

Hannelore Rönsch (CDU)
(1991 18 gen - 17 nov 1994)
Pari opportunità e Gioventù

A. Merkel (CDU)
(1991 18 gen - 17 nov 1994)
Sanità

Gerda Hasselfeldt (CSU)
(1991 18 gen - 6 mag 1992)
Trasporti
Friedrich Zimmermann (CSU)
(1989 22 apr - 18 gen 1991)
Günther Krause (CDU)
(1991 18 gen - 13 mag 1993)
Ambiente
Klaus Töpfer (CDU)
(1987 8 mag - 17 nov 1994)
Poste e Telecomunicazioni
Christian Schwarz-Schilling (CDU)
(1982 4 ott - 17 dic 1992)
Urbanizzazione e Territorio
Gerda Hasselfeldt (CSU)
(1989 22 apr - 18 gen 1991)
Territorio, Genio civile e Urbanizzazione

Irmgard Schwaetzer (FDP)
(1991 18 gen - 17 nov 1994)
Ricerca e Tecnologia
Heinz Riesenhuber (CDU)
(1982 4 ott - 21 gen 1993)
Formazione e Scienze
Jürgen W. Möllemann (FDP)
(1987 12 mar - 18 gen 1991)
Rainer Ortleb (FDP)
(1991 18 gen - 4 feb 1994)
Cooperazione economica e Sviluppo
Jürgen Warnke (CSU)
(1989 22 apr - 18 gen 1991)
Cooperazione economica

Carl-Dieter Spranger (CSU)
(1991 18 gen - 25 ott 1998)
Ministri senza portafoglio
Portavoce del governo federale
Hans Klein (CSU)
(1989 22 apr - 18 gen 1991)
Sabine Bergmann-Pohl (CDU)
(1990 3 ott - 18 gen 1991)
Günther Krause (CDU)
(1990 3 ott - 18 gen 1991)
Rainer Ortleb (FDP)
(1990 3 ott - 18 gen 1991)
Hansjoachim Walther (DSU)
(1990 3 ott - 18 gen 1991)
-

1991
Gennaio
18
, a seguito delle elezioni federali dell'anno precedente, entra in carica il (IV "governo Kohl);

Marzo
14
, viene reso noto che E. Honecker, già capo dello stato della DDR, si è trasferito in URSS con la moglie;

Aprile
, Düsseldorf, viene assassinato Detlev Rohwedder, presidente della Treuhand, l'organismoo incaricato di gestire e privatizzare il patrimonio industriale e finanziario dell'ex DDR; l'attentato è rivendicato dalla RAF (Rote Armee Fraktion);

Giugno
17
, Bonn, il cancelliere H. Kohl  e il primo ministro polacco Jan Krzysztof Bielecki firmano un trattato di "buon vicinato e cooperazione"; diversi articoli del trattato garantiscono i diritti culturali e linguistici della minoranza polacca di origine tedesca;
20, i deputati approvano il trasferimento a Berlino del governo e del Bundestag, che entro 4 anni occuperà l'edificio del vecchio Reichstag; resta invece a Bonn il Bundesrat;

Intanto la Bundesbank, tenendo artificiosamente alti i tassi d'interesse, comincia a influenzare – lo farà per un decennio – la politica finanziaria dei Paesi a essa legati.
[La grande riunificazione, quindi, la pagherà anche l'Italia!]



1991
Royaume de Belgique
Konikrijk België

Baldovino I

Albero genealogico

(1930 - 1993)
figlio di Leopoldo III e di Astrid di Svezia;
1951-93, re dei Belgi;


 
- Primo ministro
Wilfried Martens II
(1988 mag - nov 1991, dimiss.)
[cristiano-sociali fiamminghi]
-
- Ministro dell'interno
?
(? - ?)
[governo di coalizione: cristiano-sociali, socialisti e la Volksunie]
1991
Gennaio
12
, il governo libera ed espelle il terrorista palestinese Nasir Sa'id, condannato all'ergastolo per un attentato contro un gruppo di bambini ebrei che ad Anversa nel 1980 aveva provocato un morto e 16 feriti;
13, i quattro cittadini belgi catturati da Abu Nidal nel 1987 e tenuti in ostaggio vengono liberati in Libia;

Novembre
24
, elezioni politiche:

 
Elezioni politiche
 
%
seggi
+/- (*)
Collegio elettorale fiammingo
[Fiandre]
     
- Cristiano-sociali
[Wilfried Martens ]
-
39
- 4
- Liberali -
?
 
- Socialisti
-
28
- 4
-Volksunie
[nazionalisti fiamminghi]
-
10
- 6
  -Vlaams Blok
[fiammingo, estrema destra nazionalista e xenofoba]
-
12
+ 10
- altri -
?
-
Collegio elettorale francofono
[Vallonia]
     
- Socialisti
-
35
- 5
- Cristiano-sociali
[? ]
-
18
- 1
- Liberali
-
?
-
- Ecologisti
-
10
+ 7
- altri -
?
-
   
212
 
- *1987
 


Novembre
25, il primo ministro Wilfried Martens rassegna le dimissioni;




1991
Koninkrijk der Nederlanden
[Regno dei Paesi Bassi]

Beatrice I

Albero genealogico

(n. 1938)
figlia di Giuliana regina dei Paesi Bassi e del principe consorte Bernardo di Lippe-Biesterfeld;
principessa dei Paesi Bassi, di Orange-Nassau, di Lippe-Biesterfeld;
1961, si laurea in sociologia all'università di Leida;
1966, sposa Claus von Amsberg, diplomatico tedesco;
dal 1980, regina dei Paesi Bassi;
[dopo l'abdicazione della madre]


 
Primo ministro
Ruud Lubbers
(1982 - mag 1994)
[CDA]
[governo di centrosinistra, comprendente CDA e PVDA.]
1991
-




1991
Grousherzogden Lezebuurg
Grand-Duché de Luxemburg
- dal 1919 il paese ha una costituzione democratica e la vita parlamentare è dominata dal Partito cristiano-sociale;
- dal 1948 ha rinunciato alla neutralità,
- dal 1951 fa parte della CECA,
- dal 1954 fa parte della UEO,
- dal 1957 fa parte della CEE che ha sede proprio in Lussemburgo.

Giovanni di Borbone-Parma

Albero genealogico

(1921 - ?)
figlio secondogenito del principe Felice di Borbone-Parma e di Charlotte di Nassau-Weilburg, granduchessa di Lussemburgo e duchessa di Nassau;
1964-?, granduca di Lussemburgo;
[dopo l'abdicazione della madre]


 
- Primo ministro
Jacques Santer
(1984 - 1994)
[]
[governo di coalizione: democristiani e socialisti]
1991
-


1991
Kongeriget Danmark
[Regno di Danimarca]
Margherita II
Albero genealogico

(? - ?)
figlia di Federico IX e di Ingrid di Svezia;
dal 1972, regina di Danimarca;

 
Primo ministro
Poul Schlüter
(1982 - gen 1993)
[Partito conservatore]
[governo di coalizione: conservatori, Partito del progresso, radicali e cristiano-popolari.]
1991
-


1991
Repubblica d'Islanda
[dal 17 giugno 1944]
Presidente
Vigdís Finnbogadóttir
(1980 giu - giu 1996) III
- Primo ministro
Steingrímur Hermannsson
(1988 set - apr 1991)
[Partito progressista (riformisti)]
David Oddsson
(1991 apr - apr 1995)
[Partito dell'indipendenza (di destra)]
[governo di coalizione di centrosinistra: progressisti, popolari e Alleanza del popolo (comunisti)]
1991
Aprile
si svolgono le elezioni; pur avendole vinte, Steingrímur Hermannsson deve lasciare la carica per la defezione dei popolari; prende il suo posto David Oddsson, sindaco di Reykjavík e leader del Partito dell'indipendenza, il quale adotta una rigida politica di deflazione e di equilibrio commerciale;

Ottobre
il paese, assieme agli altri dell'EFTA, aderisce allo Spazio economico europeo ciò che creerà un acceso dibattito all'Althing;


1991
Kongeriket Norge
[Regno di Norvegia]
[dal 1905]
Olav V
Albero genealogico

(1903 - ?)
figlio di Haakon VII e di Maud di Gran Bretagna;
1957-
, re di Norvegia;

 
- Primo ministro
signora Gro Harlem Brundtland
(1990 nov - ott 1996)
[Partito laburista]
[governo laburista di minoranza]
1991
-


1991
Konungariket Sverige
[Regno di Svezia]
Carlo XVI Gustavo
Albero genealogico

(1946 - ?)
figlio di ? e di ?;
dal 1973, re di Svezia;


 
Primo ministro
Ingvar Carlsson
(1986 feb - ott 1991)
[Partito socialdemocratico]
Carl Bildt
(1991 ott - ott 1994)
[Partito conservatore]
[governo di minoranza con l'appoggio dei comunisti]
1991
Settembre
15
, si svolgono le elezioni legislative:

 
Elezioni politiche
 
%
seggi
+/- (*)
- Partito socialdemocratico
[Ingvar Carlsson]
38,2
-
-
- Partito conservatore
[Carl Bildt]
22,1
-
-
- Partito liberale
9,2
-
-
- Partito di centro
?
-
-
- Partito cristiano-democratico
7,2
-
-
- Nuova democrazia**
[populista]
6,8
-
-
- Partito della sinistra
[ex comunisti]
4,5
-
-
   
349
 
* rispetto al 1988;
** costituito a febbraio;
*** i Verdi (ex Partito dell'ambiente) non riescono a superare la soglia del 4% e perdono la rappresentanza in parlamento (Riksdag).
 


l'incarico di primo ministro viene assegnato a Carl Bildt;
Ottobre
4
, Carl Bildt forma un governo minoritario che riunisce i quattro partiti della coalizione "borghese" (centrodestra);



1991
Suomen Tasavalta
Republiken Finland
[Repubblica di Finlandia]
[dal 1961 aderisce all'EFTA; dal 1973 accordo di cooperazione con il Comecon; nel 1986 diventa membro dell'EFTA.]
Presidente
Mauno Koivisto
(1982 - gen 1994)
[Partito socialdemocratico]
Primo ministro
Kalevi Sorsa
(1982 - mar 1991)
[Partito socialdemocratico]
Esko Aho
(1991 mar - feb 1995)
[Partito di centro]
Ministro dell'interno
-
Ministro degli esteri
-
[governo quadripartito di centrosinistra]
1991
Marzo
17
, si svolgono le elezioni (affluenza 28%) per il rinnovo del parlamento:

 
Elezioni legislative
 
%
seggi
+/- (*)
- Partito di centro
[Esko Aho ]
24,8
55
+15
- Partito socialdemocratico
[Kalevi Sorsa ]
22,1
48
-8
- Partito conservatore
19,3
40
-13
- Alleanza di sinistra
[comunisti]
-
19
-1
- Partito svedese
5,5
11
-2
- Verdi
-
10
+6
- Unione cristiana
-
8
+3
- Partito rurale
-
7
-2
- altri
-
2
-
   
200
 
* rispetto al 1987.
 


Aprile
5
, il leader del Partito di centro Esko Aho forma un nuovo governo;
[il primo da 25 anni senza alcun partito di sinistra]






1991
Repubblica Popolare Federativa
di Jugoslavia

[Federativna Narodna Republika Jugoslavija]
(dal 29 Novembre 1945)
- Direttore della presidenza collegiale
(a rotazione annuale)
Borisav Jovic
(1990 mag - 15 mar 1991 [dimiss.])
[Serbia]
Stipe Mesic (1991 mag - apr 1992)
[Croazia]
- Primo ministro
Ante Markovic
(1989 mar - ?)
- LCJ - Lega dei comunisti jugoslavi [partito unico];

dal 1977 è in vigore il trattato di Osimo (firmato nel 1975);
[i rapporti con l'Italia si sono fatti più cordiali]
nel 1980 è morto Tito (Josip Broz);
nel 1988 (giugno) varie manifestazioni nelle varie città del paese contro l'aumento dei prezzi; (novembre) l'assemblea federale approva una serie di emendamenti costituzionali che, accanto a misure economiche (maggiore apertura agli investimenti stranieri), introducono il diritto di sciopero e il voto diretto e segreto; (dicembre) travolto dalla crisi economica e dalle lacerazioni etniche, si dimette il governo di Branko Mikulic;
nel 1989 (gennaio) Ante Markovic viene incaricato di formare il nuovo governo; (marzo) si insedia il nuovo governo di Ante Markovic, formato in gran parte da tecnici;
nel 1990 (gennaio), a Belgrado, si apre il congresso della LCJ;
i delegati sloveni abbandonano il congresso della LCJ, dopo che è stata respinta la loro proposta di introdurre il pluralismo; (maggio) alla carica di Direttore della presidenza collegiale subentra Borisav Jovic, della Serbia; la LCJ chiude, pronunciandosi per il pluralismo, il congresso interrotto in gennaio per l'abbandono dei delegati sloveni, croati e macedoni;

1991
Marzo
9
, una manifestazione organizzata dai partiti di opposizione per denunicare il controllo dei media da parte dei comunisti raccoglie 60.000 persone;
12, S. Miloševic, leader del Partito socialista, rimuove i responsabili della televisione e libera Vuk Draskovic, leader dell'opposizione serba;
15, il serbo Borisav Jovic si dimette dalla direzione della presidenza collegiale della federazione;

Maggio
4
, la presidenza collegiale jugoslava decide di inviare in Croazia l'esercito federale;
viene nominato Direttore della presidenza collegiale Stipe Mesic della Croazia;
[la Serbia accetterà la nomina solo in giugno, grazie alla mediazione della CEE]

Giugno
6
, Sarajevo, i presidenti delle sei repubbliche si riuniscono per cercare di trovare un compromesso tra i sostenitori del mantenimento dell'attuale struttura federale, Serbia in testa, e i partigiani di una confederazione di repubbliche sovrane, sostenuta da Croazia e Slovenia;

Luglio
7
, Brioni, i delegati serbi, sloveni e croati trattano con le autorità federali in presenza di tre mediatori scelti dal Consiglio d'Europa; al termine dell'incontro viene emesso un comunicato congiunto nel quale le parti in causa si impegnano a cessare il fuoco e a sospendere le dichiarazioni di indipendenza;
18, dopo i negoziati di Brioni, la presidenza federale annuncia il ritiro dei propri soldati dalla Slovenia entro tre mesi;

Agosto
3
, la presidenza federale lancia un nuovo appello per il cessate il fuoco;
18, il presidente jugoslavo Stipe Mesic accusa l'esercito federale di sostenere gli autonomisti serbi in Slavonia;

Settembre
12
, il generale Veljko Kadijevic, ministro federale della difesa, respinge l'ultimatum con cui Stipe Mesic impone all'esercito federale di lasciare la Croazia; prosegue l'avanzata delle forze serbe, appoggiate dall'esercito federale;

Novembre
19
, dopo tre mesi di assedio, le truppe federali si impadroniscono di Vukovar, in Slavonia;


6 REPUBBLICHE POPOLARI
SLOVENIA - cap. Lubiana

nel 1989 (settembre) il parlamento della Slovenia introduce nella costituzione il diritto alla secessione;
nel 1990 (febbraio) la Lega dei comunisti della Slovenia rompe con la LCJ e si trasforma in PRD (Partito del rinnovamento democratico); (aprile) si svolgono le elezioni, vinte dalla Demos, coalizione di opposizione non comunista; viene eletto presidente il comunista riformista Milan Kucan; (dicembre) l'88,2% degli elettori si pronuncia con un referendum a favore dell'autonomia e dell'indipendenza; il 26 dicembre 1991, la Repubblica di Slovenia proclama la propria indipendenza; la secessione scatterà entro sei mesi in caso di fallimento delle trattative con le altre repubbliche.

1991
Giugno
6
, riunione a Sarajevo dei presidenti delle sei repubbliche;
25, la Slovenia proclama ufficialmente la propria sovranità e indipendenza;
28, si verificano violenti scontri lungo la frontiera austriaca fra truppe federali e slovene;
29, i ministri degli esteri italiano, lussemburghese e olandese, delegati dal Consiglio d'Europa, impongono il cessate il fuoco;

Luglio
2
, riprendono i combattimenti; su richiesta del presidente della federazione jugoslava Stipe Mesic, il governo sloveno decreta una tregua unilaterale;
7, riunione a Brioni dei delegati serbi, sloveni e croati che trattano con le autorità federali in presenza di tre mediatori scelti dal Consiglio d'Europa;
18, la presidenza federale annuncia di voler ritirare le proprie truppe dalla Slovenia nell'arco di tre mesi; la decisione equivale di fatto a un riconoscimento dell'indipenenza slovena;

Ottobre
8
, la Slovenia ufficializza il suo nuovo status di repubblica indipendente;
- Presidente: Milan Kucan ex membro del partito comunista e principale artefice dell'indipendenza slovena;
- Primo ministro: Janez Drnovšek;



CROAZIA - cap. Zagabria

dal 1981 arresti di attivisti nazionalisti;
nel 1990 (maggio) il secondo turno delle elezioni in Croazia vede il successo dell' HDZ (Unione democratia croata), il partito di opposizione guidato da Franjo Tudjman; (dicembre) la Croazia adotta una nuova costituzione che prevede la possibilità della secessione;

1991
Marzo
2
, Pakrac, violenti scontri oppongono la polizia croata e riservisti serbi della stessa polizia; la minoranza serba in Croazia è turbata dalle divergenze tra la Serbia, fedele all'idea di una federazione jugoslava centralizzata, e la Croazia, che punta invece a un'alleanza di stati sovrani;

Aprile
Lo stesso sindaco di Vukovar, il serbo Slavko Dokmanovic, è costretto ad andarsene.

Maggio
1
, nel villaggio serbo di Borovo Selo sul Danubio, dodici poliziotti croati, attirati in un'imboscata, vengono uccisi e orrendamente mutilati; l'azione rende irreversibile la secessione di Zagabria;
2, nuovi sanguinosi scontri oppongono serbi e croati in Croazia;
19, al referendum il 94,17% degli elettori si pronuncia a favore dell'indipendenza della Croazia; la minoranza serba boicotta lo scrutinio;

Giugno
6
, riunione a Sarajevo dei presidenti delle sei repubbliche;
25, la Croazia proclama ufficialmente la propria sovranità e indipendenza;
- Presidente: Franjo Tudjman;

Luglio
7
, riunione a Brioni dei delegati serbi, sloveni e croati che trattano con le autorità federali in presenza di tre mediatori scelti dal Consiglio d'Europa;

Agosto
3, la presidenza federale lancia un nuovo appello per il cessate il fuoco;
4, la quarta missione europea si scontra con l'intransigenza della Serbia, che rifiuta di estendere alla Croazia la tregua già applicata in Slovenia;
16, si svolgono violenti combattimenti tra serbi e croati nella Croazia orientale;
18, il presidente jugoslavo accusa l'esercito federale di sostenere gli autonomisti serbi; migliaia di profughi abbandonano le zone pericolose;

Settembre
12
, il generale Veljko Kadijevic, ministro federale della difesa, respinge l'ultimatum con cui Stipe Mesic impone all'esercito federale di lasciare la Croazia; prosegue l'avanzata delle forze serbe, appoggiate dall'esercito federale;

Ottobre
8
, la Croazia conferma la propria dichiarazione di indipendenza;

Novembre
19
, dopo tre mesi di assedio, le truppe federali si impadroniscono di Vukovar, in Slavonia;
[Vukovar=Fortezza del lupo; la Vuka è un tributario della riva destra, che in quel punto confluisce nel Danubio; un affluente piccolo, l'unico corso d'acqua tuttavia capace di sfidare il grande fiume entrandovi controcorrente.
All'inizio del conflitto balcanico la municipalità è per il 44% croata e per il 37% serba. Il resto è una galassia di sedici nazionalità "minori", dai tedeschi ai rom, dai russini agli italiani.]
21, quando la città appare alla vista dei primi giornalisti, mostra migliaia di morti insepolti e un deserto di macerie...
molti i dubbi:
- perché i soldati federali vomitano negli angoli?
- perché il 26% dei reduci serbi da questo fronte viene dichiarato "psichicamente inadatto" a riprendere le armi?
- perché il quarto esercito d'Europa conosce a Vukovar il più alto numero di diserzioni della sua storia?
- perché le truppe, partite in agosto trionfalmente da Belgrado imbandierata e inneggiante, ora invece nel grande momento della vittoria vengono riportate a casa, di notte, su camion chiusi, quasi di nascosto?
- perché l'agenzia «Reuter», una delle più serie del mondo, ha trasmesso la notizia (rivelatasi falsa a un solo giorno di distanza) di 41 bambini serbi trovati sgozzati in uno scantinato?
Ma, soprattutto, perché le truppe federali, una volta presa Vukovar, avendo il campo completamente libero, non hanno colto l'occasione al volo per sfondare fino a Zagabria e riportare l'intera Croazia sotto il loro controllo?
E ancora:
- perché sono occorsi tanti mesi di combattinenti per prendere la città se la superiorità militare degli attaccanti era schiacciante?
- perché i civili uccisi sono così numerosi rispetto alle vittime militari?
- ...e perché, per qual fine gli alti comandi hanno deciso di portare i giornalisti sul posto prima che l'evidenza del massacro di cui sono corresposabili sia cancellata o per lo meno dissimulata?
Gli stessi bollettini di guerra di parte croata, invece di enfatizzare le dimensioni del massacro compiuto dai serbi assieme alle truppe federali, sembrano stranamente minimizzare il numero dei morti e persino la portata della distruzione.
Non si capisce poi perché il comandante sconfitto della piazza, Mile Dedakovic, che ha tenuto la posizione per mesi, anziché essere insignito al valore viene arrestato su ordine del presidente Franjo Tudjman?
Ma a Vukovar i misteri partono da molto lontano… [vedi aprile 1945].
Fatto sta che dietro la pulizia etnica emerge la realtà inattesa di una "pulizia sociale". I serbi autoctoni infatti - in gran parte borghesia - sono quasi del tutto scomparsi e non torneranno più. Al loro posto ci sono i serbi immigrati, agricoltori e proletari giunti da altrove.
Chi ha cacciato gli "indigenI"? I "nemici" croati o i "fratelli" serbi?
La guerra dei Balcani è stata davvero una guerra etnica?
Viste le fosse comuni, i pogrom, le campagne di demonizzazione nazionale, le espulsioni, le fughe in massa di rifugiati, una diaspora di due milioni e mezzo di persone in ogni parte del mondo, fa propendere per una risposta affermativa.
Pur tuttavia, a Vukovar lo scontro è stato frontale, tra due etnie, non complesso come quello bosniaco dove si confronteranno tre religioni.
Dopo Vukovar non ci sarà più un'ecatombe così a portata di telecamera.
Quando la città cade non spariscono solo i croati, sparisce la borghesia in generale e ciò non va visto come una conseguenza della pulizia etnica bensì come fatto indipendente.
A Vukovar infatti non esiste una periferia serba contro un centro croato. Qui c'è un centro etnicamente misto e una cintura urbana anch'essa mista. Le ragioni dello scontro vanno quindi trovate altrove, in un antagonismo diverso e di difficile comprensione. Trattasi della contrapposizione fra:
- starosedioci (famiglie di antica origine locale e di collaudata attitudine cosmopolita) e
- dosljaci (inurbati, giunti in gran parte dai territori più poveri della Bosnia e della Serbia e maggiormente attaccati alla loro etnia di origine).
La vera tensione a Vukovar e in tutta la Slavonia non è quindi fra i serbi e i croati ma fra starosedioci e dosljaci. Un attrito che nasce col comunismo, nel 1945, quando i borghesi di origine ungherese e tedesca vengono cacciati dalla città e le loro case sono date in uso ai poveracci provenienti dal profondo sud, da territori che fino a pochi decenni prima avevano fatto parte dell'impero ottomano.
Per la ricca città danubiana che a lungo ha guardato a Vienna come alla propria capitale, e a se stessa come all'ultimo avamposto dell'Europa centrale civilizzata, quegli immigrati appaiono fin dall'inizio come dei barbari incolti. La brutalità pianificata dell'industrialzzazione socialista fa il resto.
A Vukovar, come in tantissimi centri della ex Jugoslavia, il proletario di periferia non si integra, gli "indigeni" lo respingono. La tensione sociale e dunque più forte che altrove.
Mentre il centro si amalgama in una melting pot, in periferia i gruppi familiari si riuniscono, quasi per un istinto di autoprotezione, secondo aree di provenienza, riproducendo la compartecipazione etnica e i codici di comportamento dei villaggi di origine. Alla frazione e al condominio in prevalenza serbo si affiancano frazioni e condomini in prevalenza croati. Ed ecco che la contrapposizione non è fra due etnie, ma tra la multietnicità del centoro e la struttura tribale di una periferia costruita a insulae ciascuna etnicamente pura al suo interno.
Si iniziano quindi a decifrare i racconti dei fuggiaschi – spesso fraintesi e non capiti – che ripetono che sono i serbi ad espellere i serbi e i croati a cacciare i croati.
I combattenti di Vukovar sono quindi soltano i dosljaci, spietati con i borghesi della loro stessa nazionalità.
dalle varie fasi si puo dimostrare che la guerra diventa scontro etnico solo nelle fasi finali:
- Fase 1: si semina zizzania nei villaggi, li si porta allo scontro;
- Fase 2: [agosto 1991] bombardamento sporadico a distanza, cecchinaggio, attentati; viene presa di mira soprattutto l'area delle case dei più benestanti in centro storico; solo allora i "cittadini" cominciano a fuggire alla spicciolata; spesso sono oprerazioni di self-cleansing, di pulizia autogestita che ciascuna etnia compie al proprio interno; chiunque ha soldi e una minima possibilità di ripare all'estero o in zone più tranquille, toglie il disturbo; le abitazioni vuote passano di mano, poi sono saccheggiate. Per molti combattenti, da una parte e dall'altra, si creano i presupposti di facili ricchezze; la targa "Vu", cioé Vukovar, sulle Bmw e e sulle Mercedes diverrà sinonimo di mafia negli anni a a venire sia in Croazia che in Serbia; le due lettere non vorrano più dure Vukovar ma "probabilmente rubata" (verovatno ukradena) parole che in serbo e croato iniziano appunto con "V" e con "U";
- Fase tre: [agosto-settembre] guerriglia urbana, quando nelle case ormai svuotate del centro si affrontano le bande etniche organizzate militarmente;
- Fase 4: [ottobre] solo ora si può parlare di scontro nazionale in senso completo. Accade quando gli irregolari delle due parti accentuano tra loro una differenziazione tattica, comportamentale e persino estetica. I croati e i serbi, prima indistinguibili sia per vestiti sia per accento, cercano di costruirsi fogge o per meglio dire "divise" diverse. I primi si uniformano a modelli occidentali: capelli rapati, talvolta permanente, fascia nera alla tempia, tatuaggi alla "Rambo", scarpe da ginnastica e jeas. I secondi sottolinenano invece l'aspetto arcaico e antioccidentale: croce ortodossa, barbe folte e capelli lunghi, berretti da prima guerra mondiale, scarponi anfibi e mimetica, tendenza all'alcol più che alle anfetamine.
La schiacciante superiorità di armamento pesante nelle mani dei serbi drammatizza e accelera la diversificazione. I croati, più motivati patriotticamente e mal riforniti d'armi, puntano sulla guerriglia urbana, si dividono in piccoli commando capaci di muoversi come topi negli scantinati, lungo i canali di irrigazione e di scolo; diventano specialisti nel cecchinaggio e nell'uso dei lanciarazzi da spalla senza rinculo. Mentre questi si trincerano nel centro e accentuano l'identificazione con la "loro" città e con i suoi spazi chiusi, i serbi non riescono a penetrarne le logiche, denunciano tutta la loro estraneità anche culturale alla polis, restano confinati alla cintura periferica. L'Armata federale, in special modo, si rivela incapace di dominare lo spazio urbano. Dispiega un numero enorme di uomini, ma demotivati e inesperti. Si muove con carri armati e cannoni ma usa tecniche da campo aperto che alla lunga si rivelano inefficaci. Scopre di non saper prendere una città senza distruggerla, constatazione che durante l'assedio di Sarajevo diverrà un potente fattore inibitorio.
[Paolo Rumiz, Maschere per un massacro, Editori Riuniti 1996.]

Uno dei primi atti del presidente croato Franjo Tudjman, una volta al potere, è di coprire con uno svincolo autostradale le rovine della romana Solum, alle porte di Spalato. La città protesta ma i lavori si fanno egualmente in nome della modernità. I vecchi dalmati capiscono però che il presidente in realtà ha paura della memoria, e le memorie altrui – anche antiche di millenni – interferiscono con il suo arcaico concetto di sovranità.


Krajina [da kraj=confine; regione croata, a maggioranza serba]
nel 1990 (dicembre) la regione proclama la propria autonomia;
1991
Aprile
, la regione annuncia di voler essere annessa alla Serbia;
Agosto
truppe serbe occupano la regione;
Slavonia [regione croata dove i serbi sono ampiamente minoritari]
1991
Aprile
la febbre del separatismo comincia a divampare nei villaggi della Slavonia a maggioranza serba;
quando il capo della polizia croata locale, Josip Reihl Kir, viaggiando instancabilmente di villaggio in villaggio, cerca di convincere i serbi che per loro non vi è pericolo, qualcuno comincia a boicottargli il lavoro.
sono gli immigrati dell'Erzegovina, gente spesso non raccomandabile.
Uno è Branimir Glavas, reo della liquuidazione di parecchi serbi (autoctoni) e futuro proconsole di Osijek. L'altro è Gojko Susak, stratega della tensione in Slavonia e futuro ministro della difesa croato. Entrambi hanno fatto soldi all'estero, entrambi sono ultras del partito di maggioranza e hanno finanziato la campagna elettorale di Franjo Tudjman.
Quando Josip Reihl Kir conclude un accordo di non belligeranza con le teste calde di Borovo Selo, villaggio di immigrati operai a maggioranza serba a due passi da Vukovar, Gojko Susak in persona si fa portare sul posto e con un gruppo di attivisti spara tre razzi sull'abitato. Josip Reihl Kir resta di sasso.
30, due settimane dopo, quattro agenti di Osijek, muovendosi in modo del tutto indipendente dagli ordini di Josip Reihl Kir, irrompono di notte nel villaggio per ammainarvi la bandiera jugoslava con la stella rossa ed innalzarvi la Sahovnica, la scacchiera bianco-rossa della Croazia in cui i serbi vedono un simbolo nazifascista.
Colti di sorpresa da un fuoco di sbarramento, due poliziotti vengono feriti e fatti prigionieri, gli altri due riescono a fuggire. Il capo della polizia comprende di non avere più il controllo dei suoi uomini.

Maggio
1
, una quarantina di agenti decide di irrompere nel villaggio e di recupeare i feriti. Per attaccare non chiedono il parere né a Josip Reihl Kir né al ministro dell'interno Degoricija. Finisce in tragedia: dodici morti e più di venti feriti tra gli agenti croati. I corpi saranno orrendamente mutilati.
«Il pregiudizio e la violenza cominciano a crescere con una curva esponenziale» [così scrive Misha Glenny, inviato della «Bbc»] dando la spinta determinante alla guerra.
(Quando ha le valigie pronte per il trasferimento richiesto, Josip Reihl Kir viene ucciso da una pattuglia di attivisti dell'Hdz, e se l'uomo del dialogo viene assassinato, l'uomo dello scontro, l'ex pizzaiolo Gojko Susak sarà nominato a Zagabria ministro della difesa).


Agosto
i serbi della regione proclamano la propria autonomia;

Settembre
nella tarda estate, tutta l'area attorno alla città di Pakrac è saldamente nelle mani dell'esercito federale e dei secessionisti serbi. Non vi è alcun pericolo reale, Zagabria non ha ancora un esercito: ma un giorno il capitano Zeljko Raznjatovic [Arkan] - leader dei mercenari che massacrano e depredano a Vukovar e dintorni - si reca in zona, sul monte Papuk, e spiega ai contadini del posto che i croati verranno ad ammazzarli. Mentre Zeljko Raznjatovic [Arkan] viene dal Montenegro, i serbi di Pakrac vivono invece da cinque secoli su queste colline, ricche di prugne e ciliegi, e non hanno mai avuto problemi di convivenza.
Ma il panico si scatena
.
Quasi tutti fuggono, con trattori e masserizie, attraversano in massa la Sava e si rifugiano a Banja Luca, in Bosnia. Ma qui scoprono di essere stati raggirati. Nessuno si cura di loro, la solidarietà etnica si è dissolta, solo qualcuno riesce a trovare casa in Serbia o in Baranja, oltre il Danubio. Dei croati all'assalto, neanche l'ombra. Sono invece gli uomini di Zeljko Raznjatovic [Arkan] che, in assoluta tranquillità, ripuliscono le loro case.
Novembre
le truppe federali si impadroniscono di Vukovar;

A Vukovar l'Armata federale si scopre talmente inadatta alla guerra urbana che alla fine, sborsando un bel po' di soldi, si riduce a chiamare i "Rambo" del comandante Zeljko Raznjatovic [Arkan] per svolgere – e siamo all'epilogo – lo sporco lavoro finale.
Ecco allora che si capisce perché l'Armata jugoslava fa entrare i giornalisti a Vukovar nonostante l'evidente paternità della strage, perché nemmeno essa sa cosa sia esattamente successo nella città. A Vukovar non è stato l'esercito a compiere i massacri nel corpo a corpo finale, ma una bassa forza primitiva di volontari, portatori di odi tribali, etnici e di classe, gente di cui persino le reclute e i sottufficiali regolari hanno paura, criminali paranoidi dall'aggressività esasperata. Solo alcuni ufficiali dei ranghi intermedi – già preventivamente votati alla causa serba – mostrano dimestichezza con questa barbarica manovalanza. Tra questi il col. Milan Gvero, futuro braccio destro del gen. Mladic in Bosnia. Ma a parte queste eccezioni, negli scantinati maleodoranti della città, l'esercito jugoslavo semplicemente scopre, assieme ai giornalisti, la verità della guerra: un uomo inchiodato ad un tavolo, una bambina sgozzata, i cui occhi sono stati messi in un bicchiere… Forse anche la falsa notizia dell'agenzia «Reuter» sui bambini sgozzati nasce probabilmente da questo. Il reporter che la lancia è serbo, forse è stato manipolato o forse anche lui è stato tradito dall'emozione, dal senso di appartenenza nazionale o dalla semplice incredulità per un massacro che negli ultimi giorni è stato a senso unico.
Comunque sia quei bambini, chenessuno mai troverà e la cui esistenza sarà poi smentita anche da Belgrado, sono il tentativo di bilanciare l'evidenza di una strage che si è consumata quasi tutta sulla pelle dei croati o comunque sia dei civili inermi.

Ma perché i serbi commettono questo delitto con tanta, perversa meticolosità anatomica? Sarebbe stato più logico per loro inscenare un'aggressione da parte del nemico, tale da far passare Zagabria dalla parte del torto. Ma a Belgrado non serve il pretesto per un'invasione: la Serbia deve restare formalmente estranea al conflitto. Ciò che serve è "costruire" la guerra civile in un territorio, la Slavonia, dove serbi e croati vivono assieme da secoli. Ed è a Vukovar che l'esercito federale perde anche formalmente il suo connotato neutrale ed è costretto a schierarsi dalla parte dei serbi. Quando il comandante in capo dell'Armata federale, gen. Zivota Panic scopre che, dopo la caduta di Vukovar, la vicina città di Osijek è completamente sguarnta e che l'esercito croato si è dissolto nel nulla, chiede a Belgrado l'autorizzazione di marciare su Zagabria lungo la Sava e la Drava, affermando di poter concludere la missione in due giorni. S. Miloševic risponde al telefono che il loro compito è solo quello di proteggere i serbi.
Ultimo enigma: come mai Zagabria parla di 1.700 morti per la propria parte, quando tutto dice che le perdite croate sono forse il quadruplo? Perché la polizia sbatte in galera il comandante della piazza di Vukovar, Mile Dedakovic, l'uomo che con pochissimi miliziani, male armati e riforniti, è riuscito a tenere testa per mesi a un nemico dieci volte superiore?
Molte testimonianze sembrano provare che, mentre Vukovar chiede disperatamente aiuto, le armi necessarie alla sua difesa vengono dirottate a Mostar, con quattro mesi di anticipo sull'inizio della guerra in Bosnia.
I camionisti che compiono il trasferimento vengono poi liquidati per cancellare le prove del tradimento. Mile Dedakovic, imprigionato con l'accusa di traffici loschi, ha solo la colpa di denunciare lo sporco affare. Ma se Mostar in questo momento è più importante per Franjo Tudjman è perché anche a Zagabria, nonostante il ribaltone politico anticomunista, l'arrembaggio dei primitivi al potere ha subito una brusca accelerazione con la calata nella capitale degli immigrati erzegovesi. Organizzati in una lobby onnipotente, i montanari che hanno finanziato Franjo Tudjman ora incassano la cambiale obbligando il presidente a mollare la Slavonia e a concentrarsi sulle loro terre d'origine, cioè Mostar e dintorni. Per loro gli aspri dirupi carsici attorno al fiume Neretva hanno più valore di Vukovar. Nell'abbandono di Vukovar c'è già in nuce la ragione demenziale che per un anno porterà i croati a fare il gioco di Radovan Karadzic aggredendo gli alleati bosniaci, e a distruggere la parte antica di Mostar con il suo ponte secolare. Montagna contro fondovalle: un antagonismo centrale che si mostrerà esemplarmente nell'assedio di Sarajevo.
SERBIA - cap. Belgrado
nel 1987 (ottobre), contro il separatismo albanese, si schiera con durezza S. Miloševic, leader della Lega dei comunisti serbi;
nel 1988 (luglio), a Belgrado, i manifestanti riescono a penetrare nel palazzo dell'assemblea federale;
intanto S. Miloševic, leader della Lega dei comunisti serbi, organizza una campagna mediante la quale è deciso a restituire alla Serbia entrambe le regioni autonome: Vojvodina e Kosovo;
(ottobre) a Belgrado una grande manifestazione raccoglie un milione di persone;
nel 1990 (luglio) il parlamento serbo decide di sciogliere il parlamento del Kosovo e di destituire il governo della regione; (dicembre) alle elezioni vince il Partito socialista (ex comunista) di S. Miloševic;
1991
Giugno
6
, riunione a Sarajevo dei presidenti delle sei repubbliche;
Luglio
7
, riunione a Brioni dei delegati serbi, sloveni e croati che trattano con le autorità federali in presenza di tre mediatori scelti dal Consiglio d'Europa;
Agosto
4
, la quarta missione europea si scontra con l'intransigenza della Serbia, che rifiuta di estendere alla Croazia la tregua già applicata in Slovenia;

Vojvodina (Provincia autonoma) - capol. Novi Sad
[amministrativamente legata alla Serbia dove i serbi rappresentano la metà della popolazione e dove vive una consistente minoranza ungherese] 
nel 1988 (ottobre) si dimettono i dirigenti della regione autonoma dopo che oltre 100.000 persone hanno manifestato nel capoluogo Novi Sad chiedendo l'integrazione della regione nella Serbia;
KOSOVO - cap. Pristina
[dal 2 luglio 1990 una costituzione della regione ne ha sancito l'uguaglianza rispetto alle altre sei repubbliche e sostituito lo status di minoranza etnica finora assegnato agli albanesi con quello di popolo-nazione] 
-
BOSNIA-ERZEGOVINA - cap. Sarajevo

dal 1981 arresti di attivisti nazionalisti;
nel 1990 (dicembre) si svolge il secondo turno delle elezioni, con una netta vittoria dei partiti nazionalisti sui comunisti;
1991
Ottobre
l'Armata federale piazza cannoni attorno a tutte le città bosniache;


MONTENEGRO - cap. Podgorica-Titograd
nel 1988 (ottobre), a Podgorica-Titograd, un tentativo di organizzare una manifestazione simile a quella in Vojvodina sfocia in violenti scontri con la polizia;
nel 1990 (dicembre) le elezioni confermano al potere il Partito comunista;

MACEDONIA - cap. Skoplje

dal 1981 arresti di attivisti nazionalisti;
1991
Giugno
6
, riunione a Sarajevo dei presidenti delle sei repubbliche;
18
, annuncia il proprio ritiro dalla federazione jugoslava;
Settembre
8
, nel corso di un referendum, gli elettori macedoni votano per il 90% a favore dell'indipendenza;
15, viene proclamata la Repubblica di Macedonia;
Dicembre
quando la CEE mette in atto un dispositivo di riconoscimento condizionale per le repubbliche jugoslave che lo desiderino, anche la Macedonia (come la Croazia, la Slovenia e la Bosnia-Erzegovina) presenta la sua candidatura;
il riconoscimento della Macedonia, che è guidata dall'ex comunista Kiro Gligorov, è più difficile di quello delle altre tre repubbliche a causa dell'opposizione della Grecia che non vede di buon occhio il fatto che un paese vicino porti il nome di una delle sue province e rifiuta di considerare l'assenza di ogni ambizione territoriale una sufficiente garanzia di buon vicinato;

a

1991
- Capo dello stato
Ramiz Alia
(1982 - apr 1992)
- Capo del governo
Ramiz Alia
(1985 - mar 1991)
Fatos Nano
(mar - giu) [Pda)]
Ylli Bufi
(giu - dic) [Pda]
Vilson Ahmeti
(dic - ?) [Pda]
[Pda (Partito democratico albanese)]
1991
Febbraio
20
, decine di migliaia di manifestanti abbattono la statua di Enver Hoxha in piazza Skanderberg a Tirana;

Marzo
31, le prime elezioni libere dal 1945 confermano il Pda (Partito democratico albanese) come il partito di maggioranza;

Giugno
4 , il governo comunista capeggiato da Fatos Nano si dimette di fronte alla minaccia di uno sciopero generale che rischia di paralizzare il paese;
5, il comunista moderato Ylli Bufi forma un governo di coalizione;
12, il Pda (Partito democratico albanese) si proclama socialista;

Dicembre
4
, i 7 ministri del Pda si dimettono;
14, Vilson Ahmeti forma un nuovo governo, con il compito prioritario di porre rimedio alla penuria alimentare;



1991
- Presidente
K. Karamanlis
(1990 - 1995)
[ND (Nuova democrazia)]
- Primo ministro
Constantin Mitsotakis
(1990 apr - 1993)
[ND (Nuova democrazia)]
[nel luglio 1974 è caduto il regime dei colonnelli]
1991
-




1991

CIPRO
(indipendenza: agosto 1960)

[dal 1975 l'isola è di fatto divisa in due formazioni nazionali distinte]
vengono interrotte le trattative in corso tra i due presidenti, con la mediazione del segretario dell'ONU Javier Pérez de Cuéllar, intese a risolvere il problema della coesistenza della comunità greco-cipriota e di quella turco-cipriota.
- giugno 1989, i due presidenti, dopo aver ripreso le trattative interrotte nel 1985, si riuniscono a New York con il segretario dell'ONU Javier Pérez de Cuéllar per tentare di risolvere il problema della coesistenza della comunità greco-cipriota e di quella turco-cipriota;
- febbraio 1990, i due presidenti si riuniscono nuovamente a New York con il segretario dell'ONU Javier Pérez de Cuéllar per tentare di risolvere il problema della coesistenza della comunità greco-cipriota e di quella turco-cipriota… ma nulla viene risolto.]

Repubblica turca di Cipro del Nord
(Nord, 30% del territorio)
[dal 1983: riconosciuta da Ankara ma da nessun altro paese; nel maggio 1985 un referendum ha approvato la nuova costituzione.]
- Presidente
Rauf Denktas
(1976 - ?)
[economicamente sopravvive grazie all'aiuto turco]
1991
-

Repubblica di Cipro
(Sud, 70% del territorio)
- Presidente
George Vassiliou
(1988 feb - 1993)
[indipendente sostenuto dai comunisti]
1991
-


1991
Repubblica di Turchia
(dopo il colpo di stato)
[già nella NATO dal 1952, dal 1955 il paese è nel "patto di Baghdad"; dal 1982 esiste una nuova costituzione che ha conferito consistenti poteri al presidente (oltre alla conferma di un altro mandato settennale).]
- Presidente
Turgut Özal
(1989 - )
[ANAP (Partito della madrepatria)]
- Primo ministro
Yldirim Akbulut
(1989 - 1991)
[ANAP]
Suleyman Demirel
(1991 nov - )
[DYP (Partito della giusta via)]
1991
Aprile
11
, su iniziativa del presidente Turgut Özal, il parlamento:
- adotta una legge che abolisce il divieto all'utilizzo in privato della lingua curda imposto nel 1983,
- abroga gli articoli del codice penale sulla repressone dei reati di opinione,
- revoca le condanne a morte e riduce le pene detentive, consentendo la scarcerazione di circa 43.000 detenuti;

Agosto
5
, l'esercito turco porta a termine un'operazione di "pulizia" nell'Iraq settentrionale, colpendo le basi del PKK (Partito dei lavoratori del Kurdistan);
l'azione militare è condannata dall'Unione Sovietica e da molti paesi occidentali; nel frattempo, le forze alleate, reduci dalla vittoria sull'Iraq nella guerra del Golfo, vengono dislocate nella regione per proteggere le popolazioni curde;

Ottobre
20
, si svolgono le elezioni legislative:

 
Elezioni legislative
(nuovo meccanismo elettorale, con sbarramento 10% e premio di maggioranza)
%
seggi
- DYP (Partito della giusta via) (conservatore, sostenitori di Suleyman Demirel)
-
178
- ANAP (Partito della madrepatria)
(destra liberale)
-
115
- SHP (Partito populista socialdemocratico) (Erdal Inönu)
-
88
- RP (Partito della prosperità)
(islamico, di Necmettin Erbakan)
-
62
-?
-
-
Totale
 
450
Nelle province del Sudest il Partito laburista del popolo (di orientamento filo-curdo), i cui candidati si sono presentati a nome del SHP, conquista quasi il 70% dei voti.
 


Novembre
20
, Suleyman Demirel, nominato primo ministro, forma un governo di coalizione con il SHP. Il suo programma mira a ricondurre la Turchia nel novero dei paesi democratici, condizione indispensabile per l'avvicinamento alla Comunità europea;








1991
U.R.S.S.
(Unione delle repubbliche sovietiche: Russia, Ucraina, Bielorussia e Transcaucasia)
 
1° segretario
del Comitato centrale del PCUS
M.S. Gorbaciov
(1985 mar - dic 1991)
 
[Il PCUS (Partito comunista dell'Unione Sovietica), partito unico, ha un ruolo dirigente.]  
presidente
del Consiglio
dei Soviet
M.S. Gorbaciov
(1988 set - dic 1991)
 
vicepresidente
-  
capo del governo
Valentin Pavlov
(1991 gen - dic 1991)
 
MVD, [ex NKVD]
[Ministero per gli affari interni]
 
Ministro
-
 
KGB
(Komitet Gosudarstvennoi Bezopasnosti – Comitato per la sicurezza dello stato)
 
Ministro
-
 
 
1991
Federazione di Russia
(capitale: Mosca)
- Presidente del Parlamento
B.N. Eltsin
(1990 giu - ?)
- Segretario generale del Partico comunista
M.S. Gorbaciov
(1990 lug - dic 1991, dim.)
- Presidente della federazione
-
- Primo ministro
-
Patriarca di Mosca
-
1991
Gennaio
l'esercito russo tenta una prova di forza contro i nazionalisti della Lettonia e della Lituania. I militari danno l'assalto ad alcuni edifici pubblici a Riga e a Vilnius, provocando diverse vittime; M.S. Gorbaciov rifiuta di ammettere la propria responsabilità per l'accaduto;
14, su proposta di M.S. Gorbaciov il soviet supremo elegge Valentin Pavlov alla carica di primo ministro, in sostituzione di Nikolaj Ryzkov;

Marzo
17
, il referendum sul "mantenimento di un'Unione rinnovata" organizzato in nove delle quindici repubbliche ottiene il 76% di pareri favorevoli;
31, la Georgia organizza un referendum sull'indipendenza nel quale il 98,93% degli elettori si pronuncia a favore del distacco dall'Unione Sovietica;

Aprile
9
, la Georgia proclama l'indipendenza;
23
, nove repubbliche firmano al cospetto di M.S. Gorbaciov una "dichiarazione comune" che le impegna
- al rispetto dell'ordine costituzionale, 
- alla firma del trattato dell'Unione,
- all'applicazione di un piano anticrisi articolato sulla destatalizzazione, l'abolizione dei monopoli e la privatizzazione;

Maggio
l'Armata Rossa effettua diverse operazioni in Armenia;
20, il parlamento sovietico approva una legge che legalizza l'emigrazione a partire dal 1 gennaio 1993;

Giugno
12
, i cittadini russi partecipano alle prime elezioni presidenziali a suffragio universale: B.N. Eltsin vince al primo turno con il 57,3% dei voti (l'ultranazionalista Vladimir Zirinovskij ottiene il 7,8%);
17, M.S. Gorbaciov e i presidenti di nove repubbliche firmano un accordo di massima sul trattato dell'Unione;

Agosto
19
, Mosca, colpo di Stato: alla vigilia della firma del trattato che modifica le strutture federali rendendole meno rigide, l' «agenzia Tass» annuncia che M.S. Gorbaciov "incapace di assolvere alle sue funzioni per motivi di salute" è stato sostituito dal vicepresidente Gennadij Janaev. Il presidente sovietico viene trattenuto nella sua residenza in Crimea. Un "comitato di stato" formato da otto membri, tra cui: 
- primo ministro Valentin Pavlov
- ministro dell'interno Boris Pugo
- presidente del KGB Vladimir Krjukov 
- maresciallo Dmitrij Jazov, ministro della difesa, 
dichiara lo stato di emergenza
mezzi blindati prendono posizione intorno al parlamento della repubblica russa (la Casa bianca) in cui si è trincerato B.N. Eltsin , simbolo della resistenza alle forze conservatrici. L'azione di forza è criticata da quasi tutti i paesi, a eccezione dell'Iraq e della Libia. Gli Stati Uniti e la Comunità europea sospendono gli aiuti economici;
20, l'Estonia proclama la propria indipendenza;
21, l' «agenzia Tass» annuncia lo scioglimento del comitato di stato: il colpo di stato è dunque fallito
Boris Pugo si suicida, e gli altri sette congiurati vengono incarcerati;
21-22, nella notte M.S. Gorbaciov torna a Mosca; pur auspicando una nuova "alleanza" con le forze democratiche guidate dal presidente russo, egli continua a sostenere la necessità di una riforma del Partito comunista contro il quale invece ci sono manifestazioni in tutto il paese;
la Lettonia proclama la propria indipendenza;
23, B.N. Eltsin sospende l'attività del Partito comunista sul territorio russo;
24, l'Ucraina proclama la propria indipendenza;
25, il comitato centrale del PCUS annuncia la propria dissoluzione, conformemente alle raccomandazioni espresse il giorno precedente da M.S. Gorbaciov
25, la Bielorussia proclama la propria indipendenza;
27, la Moldavia proclama la propria indipendenza;
29, il soviet supremo vota il proprio scioglimento; i giovani anarchici, anche loro sulle barricate il 19, occupano ora il museo del "Komsomol" (La vecchia organizzazione dei Giovani Comunisti);
30, l'Azerbaigian proclama la propria indipendenza;
31, il Kirgizistan proclama la propria indipendenza;
l'Uzbekistan proclama la propria indipendenza;

Muoiono suicidi (volo dalla finestra) gli ultimi due cassieri del Pcus:
. Nikolaj Krucina, il regista del "riciclaggio" dei soldi del partito;
. Sergej Pavlov.
Dalle indagini emergono per la prima volta i dati relativi al flusso di capitali che dal Pcus, tramite la filiale di Gosbank incaricata delle operazioni con l'estero, Vneshtorbank, e il KGB, si sono riversati a pioggia sui cosiddetti "partiti fratelli" dei Paesi capitalisti dal 1950 al 1990.
[Valerio Riva e Francesco Bigazzi, Oro da Mosca, Mondadori.]

Settembre
5
, il congresso legittima le nuove istituzioni a carattere transitorio;
6
, il primo atto ufficiale del consiglio di stato sovietico è il riconoscimento dell'indipendenza delle tre repubbliche baltiche; nello stesso giorno il presidente del parlamento russo restituisce alla città di Leningrado il vecchio nome di San Pietroburgo;
9
, il Tadzikistan proclama la propria indipendenza;
17, Aleksandr Solzenicyn viene scagionato dall'accusa di "tradimento" che nel 1974 lo aveva costretto all'esilio;

Ottobre
11
, il consiglio di stato scioglie il KGB;
18, i rappresentanti di 8 repubbliche firmano a Mosca la bozza di un trattato di unione economica;

Novembre
1
, il parlamento russo accorda a B.N. Eltsin i poteri speciali che egli ha richiesto il 28 ottobre, al momento della presentazione del suo programma economico;
6, Ucraina e Moldavia firmano il trattato di unione economica;
25, il rinvio della firma del trattato di unione politica destinato a trasformare l'ex Unione Sovietica in una "unione di stati sovrani" rappresenta una nuova sconfitta per M.S. Gorbaciov;

Dicembre
8
, Minsk, Bielorussia, i presidenti:
- B.N. Eltsin (Russia),
- Stanislav Šuškevic (Bielorussia)
- Leonid Kravcuk Ucraina), sottoscrivono l'accordo che dà vita alla CSI (Comunità degli stati indipendenti):

l'URSS cessa di esistere;

13, le 5 repubbliche dell'Asia centrale aderiscono al progetto;
21, Alma-Ata, Kazahstan, 11 repubbliche ex sovietiche firmano un accordo che sancisce la dissoluzione dell'URSS: a eccezione delle tre repubbliche baltiche e della Georgia, tutte le repubbliche che facevano parte dell'Unione Sovietica aderiscono alla CSI;
la Russia rileva il seggio dell'URSS in seno al consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite;
25, M.S. Gorbaciov rassegna le dimissioni;
30, Minsk, i presidenti della CSI decidono di creare un comando unico per le forze strategiche e convenzionali.






Repubblica della Ceceno-Inguscezia

[ricostituita nel 1957 come repubblica autonoma all'interno della Repubblica Russa]
presidente della repubblica
-
Džokhar Dudaev
(1991 ott - 21 apr 1996)

1991
Agosto
Doku Zavgayev, il leader comunista della RASS di Cecenia-Inguscezia, esprime pubblicamente il proprio supporto per il fallito colpo di stato contro il presidente sovietico Michail Gorbacëv;
dopo il fallimento del putsch, l'Unione Sovietica comincia rapidamente a disgregarsi mentre le repubbliche costituenti si sbrigano ad abbandonarla;
avvantaggiandosi dell'implosione dell'Unione Sovietica, Džokhar Dudaev e i suoi sostenitori si muovono contro l'amministrazione di Doku Zavgayev;

Settembre
6
, militanti del NCChP invadono una seduta del Soviet Supremo locale, disperdendo così il governo della RASS di Cecenia-Inguscezia; vengono inoltre occupate la stazione televisiva di Grozny e altri edifici governativi chiave;

 

Ottobre
Džokhar Dudaev viene eletto presidente dell'Ichkeria (Cecenia);

Novembre
, il presidente Džokhar Dudaev dichiara unilateralmente la sovranità della Repubblica di Ichkeria e la sua secessione dall'Unione Sovietica e dalla Russia;
8, giudicando illegale questa autoproclamazione, Mosca impone lo stato di emergenza;

il nuovo Stato non viene riconosciuto da nessun'altra nazione se non dalla Georgia guidata dal leader indipendentista georgiano Zviad Gamsakhurdia, rimanendo sotto la continua minaccia di invasione da parte delle forze della neonata Federazione Russa;

Dicembre
con un referendum, l'Inguscezia si separa dalla Cecenia;

Nei primi anni novanta la politica interna di Džokhar Dudaev è fortemente caratterizzata da una condotta criminosa fatta di rapimenti ed altre attività illegali con lo scopo di sovvenzionare la propria fazione nella lotta interna con altri gruppi armati per il controllo del territorio ceceno. Forte è anche la spinta verso la discriminazione etnica, soprattutto nei confronti delle etnie non cecene, in particolare verso le popolazioni slave, costrette a fuggire in massa in Russia e nel territorio della Ossezia settentrionale.

 

TRANSCAUCASIA
(Repubblica Socialista Federativa Sovietica)
Azerbaigian
(Repubblica federativa - capitale: Baku)
presidente della repubblica
-
Ayaz Mutalibov
(1991 ago - mar 1992)
[ex comunista di orientamento conservatore]
1991
Agosto
30
, l'Azerbajgian proclama l'indipendenza;

Settembre
8
, Baku è teatro di una serie di manifestazioni contro l'elezione alla presidenza di Ayaz Mutalibov, un ex comunista di orientamento conservatore;

Settembre
14
, il Partito comunista si scioglie;

- Nagorno-Karabah (provincia autonoma)
1991
Dicembre
11
, a seguito del referendum il Nagorno-Karabah proclama l'indipendenza;
grandi giacimenti di petrolio (fra i più consistenti dell'URSS e del mondo) sulle rive del Caspio, nella penisola di Apšeron e nella zona di Neftecala, e sul fondo del mare;
- Nahicevan (repubblica autonoma, che una porzione di territorio della repubblica armena separa dal resto dell'Azerbaigian)
Repubblica Socialista Georgiana
(Repubblica federativa - capitale: Tbilisi)
presidente della repubblica
?
(? - ?)
Zviad Gamsachurdja
(1991 mag - 2 gen 1992)
1991
Marzo
31, la Georgia organizza un referendum sull'indipendenza nel quale il 98,93% degli elettori si pronuncia a favore del distacco dall'Unione Sovietica;

Aprile
9
, la Georgia proclama l'indipendenza;

Maggio
26
, Zviad Gamsachurdja viene eletto presidente della repubblica con l'87% dei suffragi;

Ottobre
5
, truppe governative aprono il fuoco contro gli oppositori del presidente che protestano contro i suo metodi autoritari; l'opposizione sollecita una riunione del parlamento;
12, il parlamento vota a favore di una limitazione dei poteri del presidente;

Dicembre
8
, assieme alle tre repubbliche baltiche, il paese non aderisce alla CSI (Comunità degli stati indipendenti) costituita a Minsk (Bielorussia) a seguito della dissoluzione dell'URSS;
22, Tbilisi è teatro di violenti scontri tra partigiani e oppositori del presidente;
nello stesso mese viene proclamata unilateralmente la "repubblica indipendente dell'Ossetsja Meridionale" con una popolazione di circa 100.000 abitanti; gli osseti, una minoranza di lingua russa, chiedono l'annessione alla repubblica autonoma dell'Ossetsja Settentrionale (600.000 abitanti), situata in territorio russo;
sin da ora le offensive delle milizie georgiane che assediano Tschinvali, capitale dell'Ossetsja Meridionale, provocano 800 morti;

- Adzaristan (repubblica autonoma)
- Abhasia (repubblica autonoma)
- Ossezia Meridionale (provincia autonoma)
1991
Dicembre
viene proclamata unilateralmente la "repubblica indipendente dell'Ossetsja Meridionale" con una popolazione di circa 100.000 abitanti; gli osseti, una minoranza di lingua russa, chiedono l'annessione alla repubblica autonoma dell'Ossetsja Settentrionale (600.000 abitanti), situata in territorio russo;
sin da ora le offensive delle milizie georgiane che assediano Tschinvali, capitale dell'Ossetsja Meridionale, provocano 800 morti;
Repubblica di Armenia
(- capitale: Jerevan -)
[dal 23 agosto 1990 ha proclamato la sua sovranità]
presidente della repubblica
-
Levon Ter-Petrosjan
(1991 ott - ?)

1991
Maggio
l'Armata Rossa effettua diverse operazioni in Armenia;

Settembre
21
, in occasione di un referendum, il 99,31% degli elettori armeni si dichiara favorevole all'indipendenza del paese;

Ottobre
16
, Levon Ter-Petrosjan, esponente della linea politica moderata, viene eletto presidente della repubblica con l'83% dei suffragi;



a

Repubblica di Bielorussia
(capitale: Minsk)
[indipendente dal 27 luglio 1990]

- Presidente della repubblica
-
1991
-


a

Repubblica di Ucraina
(capitale: Kijev)
[indipendente dal 16 luglio 1990]
- Presidente della repubblica
-
Leonid Kravcuk
(1991 dic - lug 1994)
- Primo ministro
-
Vitold Fokin
(1991 dic - set 1992)
1991
Agosto
24
, il parlamento proclama l'indipendenza;

Dicembre
, un referendum conferma la proclamazione d'indipendenza; lo stesso giorno Leonid Kravcuk viene nominato presidente della repubblica a suffragio universale;


Crimea [provincia autonoma, con la popolazione in maggioranza russa, era stata legata all'Ucraina nel 1954.]
1991
-
a

Repubblica di Armenia
(capitale: Jerevan)
[indipendente dal 23 agosto 1990]
presidente della repubblica
-
Levon Ter-Petrosjan
(1991 ott - ?)
1991
Settembre
21
, in occasione di un referendum, il 99,31% degli elettori armeni si dichiara favorevole all'indipendenza del paese;

Ottobre
16
, Levon Ter-Petrosjan, esponente della linea politica moderata, viene eletto presidente della repubblica con l'83% dei suffragi;


a



   
1991
Repubblica Socialista Sovietica
di Estonia
Presidente
Arnold Ruutel
(? - ?)
[capo del Soviet supremo]
Primo Ministro
?
(? - ?)
[Nell'ottobre 1988 si è costituito il Fronte popolare estone; la spinta indipendentistica si fa sempre più marcata e da maggio 1991 fa parte del ricostituito Consiglio baltico, al quale aveva preso parte tra il 1934 e il 1940.]
1991
Marzo
3
, in un referendum il 77% degli elettori si pronuncia a favore dell'indipendenza;

Agosto
20, all'indomani del colpo di stato conservatore a Mosca, il parlamento proclama l'indipendenza della repubblica estone;
Arnold Ruutel, ex capo del Soviet supremo, garantisce la democrazia nel processo di transizione;

Settembre
2
, gli Stati Uniti ratificano l'indipendenza delle tre repubbliche baltiche, già riconosciute da una quarantina di paesi a partire dal mese di agosto;
6, il consigio di stato dell'Unione Sovietica fa altrettanto, annullando l'annessione compiuta da Stalin in applicazione del patto tra Germania e Unione Sovietica;
10, le tre repubbliche sono ammesse a far parte della CSCE (Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa);
17, vengono accolte in seno alle Nazioni Unite;

Ottobre
10
, si istaurano relazioni diplomatiche tra Mosca e Tallinn;
 
1991
Repubblica Socialista Sovietica
di Lettonia
(capitale: Riga)
Presidente
?
(? - ?)
Primo Ministro
Ivars Godmanis
(? - 1993)
[Nell'ottobre 1988 si è costituito il Fronte popolare lettone; la spinta indipendentistica si fa sempre più marcata e da maggio 1991 fa parte del ricostituito Consiglio baltico, al quale aveva preso parte tra il 1934 e il 1940.]
1991
Gennaio
l'esercito russo tenta una prova di forza contro i nazionalisti della Lettonia. I militari danno l'assalto ad alcuni edifici pubblici a Riga, provocando diverse vittime; M.S. Gorbaciov rifiuta di ammettere la propria responsabilità per l'accaduto;

Marzo
3
, il 77% degli elettori esprime parere favorevole in un referendum sull'indipendenza;

Agosto
21
, all'indomani del colpo di stato conservatore a Mosca, il parlamento lettone proclama l'indipendenza;

Settembre
2
, gli Stati Uniti ratificano l'indipendenza delle tre repubbliche baltiche, già riconosciute da una quarantina di paesi a partire dal mese di agosto;
6, il consigio di stato dell'Unione Sovietica fa altrettanto, annullando l'annessione compiuta da Stalin in applicazione del patto tra Germania e Unione Sovietica;
10, le tre repubbliche sono ammesse a far parte della CSCE (Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa);
17, vengono accolte in seno alle Nazioni Unite;
 
1991
Lietuvos Respublika
(Repubblica di Lituania)
(capitale: Vilnius)
- Presidente del parlamento
Vytautas Landsbergis
(1990 mar - ?)
[movimento indipendentista Sajùdis]
- Presidente della repubblica
Kazimera Prunksene
(1990 - gen 1991)
-
- Primo Ministro
Kazimera Prunksene
(1990 - gen 1991)
Albertas Simenas
(1991 - ?)
[Nell'ottobre 1988 si è costituito il Fronte popolare lituano; la spinta indipendentistica si fa sempre più marcata e da maggio 1991 fa parte del ricostituito Consiglio baltico, al quale aveva preso parte tra il 1934 e il 1940.]
1991
Gennaio
8
, il primo ministro Kazimera Prunksene dà le dimissioni;
10
, Michail Gorbacëv intima al parlamento lituano di rimettere in vigore la vecchia costituzione;
Albertas Simenas forma un nuovo governo;
11, Vilnius, mezzi blindati sovietici prendono posizione lungo le strade della città;
13, l'esercito tenta di prendere d'assalto altri edifici pubblici ma si scontra con la resistenza dei volontari lituani e della folla che circonda la torre della televisione: quindici persone vengono uccise;
Michail Gorbacëv respinge ogni responsabilità per l'azione di forza;

Febbraio
9
, i cittadini della Lituania si pronunciano a favore dell'indipendenza con il 90,4% dei voti;

Settembre
2
, gli Stati Uniti ratificano l'indipendenza delle tre repubbliche baltiche, già riconosciute da una quarantina di paesi a partire dal mese di agosto;
6, il consigio di stato dell'Unione Sovietica fa altrettanto, annullando l'annessione compiuta da Stalin in applicazione del patto tra Germania e Unione Sovietica;
10, le tre repubbliche sono ammesse a far parte della CSCE (Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa);
17, vengono accolte in seno alle Nazioni Unite;


1991
- Presidente
L. Walesa
(1990 dic - 22 dic 1995)
[leader di Solidarnosc]
- Primo ministro
Tadeusz Mazowiecki
(1989 24 ago - 4 gen 1991)
Jan Krzysztof Bielecki
(4 gen - 6 dic)
Jan Olszewski
(1991 6 dic - 5 giu 1992)
- Presidente della Sdrp
Aleksander Kwasniewski
(1990 gen - 1995)
Sdrp (Socialdemocrazia della Repubblica di Polonia)
[SdRP (Socjaldemokracja Rzeczypospolitej Polskiej)
(1990 30 gen - 1999)
1991
Ottobre
27
, si svolgono le prime elezioni totalmente libere con il sistema proporzionale; allo scrutinio partecipa solo il 43,2% degli elettori, a causa della precaria situazione economica che getta discredito sulla classe dirigente; si presentano ben 110 "organizzazioni":

 
Elezioni legislative
- Unione democratica
(Tadeusz Mazowiecki)
12,3%
- SLD 
(Sojusz Lewicy Demokratycznej - Alleanza della sinistra democratica, ex comunisti)
11,9%
- PSL
(Partito dei contadini)
8,6%
- Azione cattolica
(destra nazionalista)
8,7%
- Altri 1,7%
 
 


In totale 29 formazioni politiche ottengono una rappresentanza nel Sejm:

- Solidarnosc 27
- Amici della birra 16
- Minoranza di lingua tedesca 7
ecc.  


Dicembre
5
, Lech Walesa nomina primo ministro Jan Olszewski (1991-92), un cattolico moderato esponente dell'Alleanza di centro.



1991
- Presidente dell'assemblea federale
Alexander Dubcek
(1990 - 1992)
- Presidente della repubblica
Václav Havel (ceco)
(1990 lug - 1992)
- Primo ministro
Marian Calfa (slocvacco)
(1990 lug - 1992)
[Pcc]
- Primo segretario del Pcc
Karel Urbanek
(1989 nov - ?)
Pcc (Partito comunista cecoslovacco)
[non ha più un ruolo dirigente]
 
1991
-



1991
Repubblica d'Ungheria
(IV Repubblica 1989)
- Presidente della repubblica
Árpad Góncz
(1990 ago - ?)
[Sds (Alleanza dei liberi democratici)]
- Primo ministro
József Antall
(1990 mag - 1993)
[Forum democratico]
1991
-





1991
- Presidente della repubblica
Ion Iliescu
(1990 mag - 1996)
[Fsn (Fronte di salvezza nazionale)]
- Primo ministro
Petre Roman
(1990 giu - set 1991, dim.)
[senza precedenti politici]
Theodor Stolojan
(1991 ott - 1992)
-
-
 
Fsn (Fronte di salvezza nazionale) comprendente dissidenti, militari e diversi membri del partito emarginati da N. Ceausescu, tra cui l'ex segretario del comitato centrale (fino al 1971) Ion Iliescu;
1991
Settembre
25
, i minatori invadono nuovamente Bucarest per manifestare contro la politica di austerità; mezzi blindati proteggono il palazzo del governo stretto d'assedio dai dimostranti;
26, il governo di Petre Roman presenta le dimissioni;
27, Ion Iliescu firma un accordo con il capo dei minatori Miron Cosma;
28, i manifestanti ritornano nei luoghi d'origine;

Ottobre
, il presidente Ion Iliescu nomina alla carica di primo ministro Theodor Stolojan, già ministro delle privatizzazioni nel governo di Petre Roman;
15, il Partito nazional-liberale è il solo gruppo di opposizione che accetti di partecipare al nuovo governo;

Novembre
21
, il parlamento adotta una nuova costituzione che garantisce i diritti dell'uomo e istituzionalizza il passaggio all'economia di mercato;


1991
Repubblica di Bulgaria
(novembre 1990)

- Presidente
Želio Želev
(1990 ago - ?)
[Ufd (Unione forze democratiche)]
- Capo del governo
Dimitar Popov
(1990 dic - ott 1991)
[governo di coalizione]
Filip Dimitrov
(1991 nov - 1992)
[Ufd (Unione forze democratiche)]
- Dirigente del Psb
Aleksander Lilov
(1990 - ?)
Psb (Partito socialista bulgaro)
[ha sostituito il Pcb che non rivestiva più un ruolo guida]
1991
Luglio
13
, viene adottata la nuova costituzione;

Ottobre
13
, nuove elezioni:

 
Elezioni
(dopo la nuova costituzione)
 
seggi
- Ufd (Unione forze democratiche)
(Filip Dimitrov)
110
- Psb (Partito socialista bulgaro) 106
- Dps (Movimento per i diritti e le libertà) (minoranza turca) 24
Totale
240
 
 


Novembre
8
, Filip Dimitrov forma un governo di minoranza che, per la prima volta dal 1944, non comprende alcun comunista;




 




République Française
1991
Costituzione del 1958
 
V REPUBBLICA
Presidente della Repubblica
F.-M. Mitterand
(1981 21 mag - 17 mag 1995)
Presidente del Senato
Alain Poher (UCDP - UC)
(1968 3 ott - 2 ott 1992)
Presidente dell'Assemblea Nazionale
 
Presidente del Congresso
(Senato+Camera)

 
Primo ministro
Michel Rocard [PS]*
II
(1988 23 giu - 15 mag 1991)
Édith Cresson * [PS]
(15 mag - 31 mar 1992)
Interni
Pierre Joxe (PS)
(1988 12 mag - 29 gen 1991)
Philippe Marchand (PS)
(29 gen - 2 apr 1992)
Esteri
Roland Dumas
(1988 12 mag - 29 mar 1993)
Colonie
Regioni liberate
 
Difesa
Guerra
Marina
Aviazione
Economia e Finanze
Pierre Bérégovoy
(1988 23 giu - 15 mag 1991)
anche Ministro di Stato
Pierre Bérégovoy
(15 mag - 31 mar 1992)
Agricoltura
Commercio
e Industria
Lavori Pubblici
Lavoro
Giustizia
Henri Nallet
(1990 2 ott - 2 apr 1992)
Educazione Nazionale
Riforme

** [10 mag 1988 - 16 mag 1995] Periodo qualificato di "Seconda coabitazione", terminandosi con l'elezione di J. Chirac alla presidenza della repubblica.

1991
Gennaio
16
, dopo che un piano di pace francese per una soluzione della crisi del Golfo è stato respinto, deputati e senatori riuniti in sessione straordinaria approvano la partecipazione della Francia a un'eventuale azione di guerra; tra gli oppositori della decisione è il ministro della difesa Jean-Pierre Chevènement;
17
, iniziano i combattimenti;
28
, si concludono i combattimenti nella guerra del Golfo dopo un cessate il fuoco provvisorio;
29
, il ministro della difesa Jean-Pierre Chevènement si dimette;

Aprile
9-11
, Parigi, è in visita il presidente polacco Lech Walesa: viene firmato un trattato di "amicizia e solidarietà", il primo tra Francia e Polonia;

Maggio
15
, Michel Rocard, su richiesta del presidente della repubblica, presenta le dimissioni del suo governo; F.-M. Mitterand chiama a sostituirlo Edith Cresson, che così è la prima donna a ricoprire la carica di primo ministro nella storia della Francia;

Ottobre
, Parigi, è in visita il presidente cecoslovacco Václav Havel: viene firmato un trattato di amicizia e cooperazione tra Parigi e Praga;
21
, alcuni ex responsabili della sanità vengono incriminati dopo la denuncia di alcuni emofiliaci che hanno contratto l'AIDS in seguito a trasfusioni di sangue prima del 1985, quando vennero introdotti i controlli sui donatori, una misura che secondo alcuni sarebbe stata ritardata per permettere lo smaltimento delle giacenze; Laurent Fabius, primo ministro nel 1985, respinge tutte le accuse;

Novembre
la Francia accusa la Libia dell'attentato che ha distrutto nel settembre 1989 un aereo civile francese in volo sul Niger e che ha provocato 170 morti;
28, il governo adotta misure a favore di agricoltori e allevatori che nei mesi di settembre e ottobre hanno dato vita a violente manifestazioni (con blocchi stradali e assalti a edifici pubblici) per protestare contro l'importazione nella CEE di carne proveniente dai paesi dell'Est;
Corsica [dal 1982 l'isola ha ottenuto una certa autonomia ma le principali organizzazioni separatiste sono messe fuori legge.]
1991
-
Polinesia Francese [territorio d'oltremare]
1991
-
Nuova Caledonia [territorio d'oltremare]
1991
-






1991
Elisabetta II
Albero genealogico
(n. 1926)
figlia di Giorgio VI e di Elisabeth Bowes-Lyon [Queen Mum];
1947-52, duchessa di Edimburgo;
1953 (2 giugno) regina di Gran Bretagna e d'Irlanda del Nord, capo del Commonwealth;
Primo ministro,
Primo lord del Tesoro
[Prime Minister, First Lord of the Treasury]
J. Major
conservatore
(1990 28 nov - 2 mag 1997)
Cancelliere dello Scacchiere
[Chancellor
of the Exchequer
]
Norman Lamont
(1990 28 nov - 27 mag 1993)
Segretari di Stato
Affari Esteri e Commonwealth
Difesa
Affari Interni
 
Giustizia  
Colonie
 
Affari economici
Carburanti
ed Energia
 
Commercio estero
 
Sanità
 
Edilizia
 
[dal novembre del 1974 l'IRA è fuori legge nell'Irlanda del Nord, nella Repubblica d'Irlanda e in Gran Bretagna]
1991
Febbraio

Londra è bersaglio di nuovi attentati dell'IRA;
7, tre colpi di mortaio mancano di poco la residenza del primo ministro John Major (in carica dal 1990);
Baghdad tronca i rapporti diplomatici con Londra a causa della partecipazione britannica alla coalizione antirachena formatasi dopo l'invasione del Kuwait da parte dell'Iraq il 2 agosto 1990;
18, Londra, due bombe esplodono alle stazioni Victoria e Paddington uccidendo una persona e ferendone 43;

Marzo
14
, Londra, vengono liberati, dopo 16 anni, i 6 irlandesi (simpatizzanti, ma non membri dell'IRA), ingiustamente condannati all'ergastolo per l'attentato di Birmingham;
94 le vittime del 1991;

Settembre
2-3
, John Major è il primo capo di governo occidentale a recarsi in visita a Pechino dopo il massacro di piazza Tien An Men nel giugno 1989; i colloqui vertono soprattutto su Hong Kong, in vista della restituzione alla Cina della colonia della Corona, prevista per il 1997;
15, la Gran Bretagna organizza a Hong Kong le prime elezioni libere in 150 anni di amministrazione coloniale;

Ottobre
29
, Hanoi e Londra firmano un accordo per il rimpatrio forzato di 64.000 boat people vietnamiti internati nei campi di detenzione di Hong Kong ai quali è stato rifiutato lo status di rifugiati;

Novembre
9
, il rimpatrio di nove di loro suscita vive proteste, e l'operazione viene sospesa;
1991
i colloqui tenuti a Belfast nei mesi di giugno e luglio tra i principali partiti dell'Irlanda del Nord, non approdano a risultati concreti;

1991
-



a





1991
- Presidente
M. Soares
(1986 - 1995)
[PS (Partito socialista)]
- Presidente del consiglio
Aníbal Cavaco Silva
(1985 - 1995)
[PSD (Partito socialdemocratico)]
 
1991
Gennaio
13
, M. Soares viene rieletto alla presidenza della repubblica con il 70,4% dei suffragi; la percentuale di astenuti è pari al 38%, contro il 13,6% del 1986;

Luglio
18
-19
, il presidente M. Soares partecipa al primo vertice iberoamericano di Guadalajara (Messico);

Ottobre
6
, elezioni legislative (tasso di astensione: 31,8%):

 
Elezioni legislative
 
%
+/-
seggi
- PSD (Partito socialdemocratico)
50,4
+0,2
135
-PS (Partito socialista)
29,3
+7,1
72
- PCP (Partito comunista portoghese
8,8
-3,6
17
- altri
-
-
6
     
230
 
 

poiché il PSD ha ottenuto la maggioranza assoluta, il primo ministro conserva (come promesso) l'incarico;



1991
don Juan Carlos
Albero genealogico

(Roma 1938)
figlio di don Juan di Borbone e di Maria Mercedes di Borbone-Napoli;
1969, viene designato dal dittatore F. Franco Bahamonde [el Caudillo] a succedergli "a titolo di re";
- re di Spagna;
[da Novembre 1975]

 
 
IV Legislatura
Primo ministro
Felipe González Márquez
III
(1989 29 ott - 6 giu 1993)
[PSOE (Partito socialista operaio spagnolo)]
Difesa
Narcis Serra
(1983 - 1993)
Interno
   
Affari Esteri
   
Economia
Carlos Solchaga
(1983 - 1993)
[PSOE]
Finanze
   
Lavori pubblici
   
Industria
   
Commercio
   
Istruzione e Scienze
-
Lavoro
   
Informazioni
   
Affari sociali
-
 

1991
Maggio
26
, le elezioni amministrative confermano le tendenze di fondo espresse dall'elettorato fin dal 1982: supremazia del PSOE, che malgrado la perdita di Madrid e di Siviglia si conferma come partito di maggioranza negli organi municipali (38,6% dei voti); buona tenuta dell'opposizione di centro-destra (25,2%) e dei partiti nazionalisti regionali;
[l'esito degli scrutini dimostra la grande importanza attribuita dagli spagnoli al problema dell'integrazione nazionale]
29, un'autoobomba esplode di fronte alla sede della Guardia civil a Vic, nei pressi di Barcellona: 9 persone vengono uccise e 40 ferite; la paternità dell'attentato viene attribuita al commando "Barcellona" dell'Eta, che viene smantellato due giorni dopo con l'arresto di otto suoi membri e l'uccisione di altri due;
Luglio
18-19
, Guadalajara (Messico), si svolge il primo vertice iberoamericano.[vedi Messico]



segue



1991
Repubblica Italiana
Presidente
della Repubblica
Francesco Cossiga (Dc)
(1985 3 lug - 28 apr 1992)

X Legislatura 1987 2 lug - 22 apr 1992

Presidente
della Camera
L. Jotti (Pci)
(1979 20 giu - 22 apr 1992)
Presidente
del Senato
G. Spadolini (Pri)
(1987 2 lug - 14 apr 1994)
Presidente
del Consiglio
G. Andreotti (Dc)
VI
(1989 22 lug - 12 apr 1991)
VII
(1991 12 apr - 24 apr 1992)
vicepresidenti del Consiglio C. Martelli (Psi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Sottosegretari alla Presidenza del Consiglio Adolfo Nino Cristofori (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Filippo Fiorino (Psi)
(1989 22 lug - mar 91)
[del. Interventi nel Mezzogiorno]
 
Giuseppe Galasso (Pri)
(1988 13 apr - 12 apr 1991)
[Interventi nel Mezzogiorno]
 
Interno
V. Scotti (Dc)
(1990 16 ott - 24 apr 1992)
Sottosegretari Saverio D'Aquino (Pli)
(1987 28 lug - 24 apr 1992)
Franco Fausti (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Giancarlo Ruffino (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
V. Spini (Psi)
(1987 lug - 24 apr 1992)
Esteri
G. De Michelis (Psi)
(lug 89 - 24 apr 1992)
Sottosegretari Susanna Agnelli (Pri)
(1989 22 lug - 12 apr 1991)
Andrea Borruso (Dc)
(1991 12 apr - 24 apr 1992)
Ivo Butini (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Claudio Lenoci (Psi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Claudio Vitalone (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Difesa
V. Rognoni (Dc)
(1990 27 lug - 24 apr 1992)
Sottosegretari Stelio De Carolis (Pri)
(1989 22 lug - 12 apr 1991)
Antonio Bruno (Psdi)
(1991 12 apr - 24 apr 1992)
Giuseppe Fassino (Pli)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
C. Mastella (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Delio Meoli (Psi)
(1987 28 lug - 24 apr 1992)
Marina mercantile
C.M. Vizzini (Psdi)
(1989 22 lug - 12 apr 1991)
F. Facchiano (Psdi)
(1991 12 apr - 24 apr 1992)
Sottosegretari Giuseppe Demitry (Psi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Giovanni Mongiello (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Tesoro
G. Carli (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Sottosegretari Mauro Bubbico (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Luigi Foti (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Angelo Pavan (Dc)
(1988 13 apr - 24 apr 1992)
Emilio Rubbi (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
M. Sacconi (Psi)
(1987 lug - mag 1994)
Finanze
R. Formica (Psi) 
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Sottosegretari Stefano De Luca (Pli)
(1988 13 apr - 24 apr 1992)
Dino Madaudo (Psdi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Carlo Merolli (Dc)
(1986 1° ago - 24 apr 1992)
C. Senaldi (Dc)
(1988 13 apr - 24 apr 1992)
Domenico Susi (Psi)
(1987 28 lug - 24 apr 1992)
Bilancio e Programmazione economica
P.C. Pomicino (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Sottosegretari Marte Ferrari (Psi)
(1989 22 lug - 12 apr 1991)
Paolo Fogu (Psi)
(1991 12 apr - 24 apr 1992)
Angelo Picano (Dc)
(1989 5 gen - 24 apr 1992)
Partecipazioni statali
G. Andreotti (Dc)
(26 dic - 12 apr 1991)
[ad interim]
A. Battaglia (Pri)
(dimissioni prima del giuramento)

G. Andreotti (Dc)
(1991 12 apr - 24 apr 1992)
[ad interim]
Sottosegretari Sebastiano Montali (Psi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
  Paolo Del Mese (Dc)
(1991 12 apr - 24 apr 1992)
Affari regionali
A. Maccanico
(apr 88 - 24 apr 1992)
Commercio estero
R. Ruggiero (Psi)
(1987 lug - 12 apr 1991)
Vito Lattanzio (Dc)
(1991 12 apr - 24 apr 1992)
Sottosegretari Paolo Del Mese (Dc)
(1987 lug - 12 apr 1991)
Franco Bonferroni (Dc)
(1991 12 apr - 24 apr 1992)
Alberto Rossi (Dc)
(1987 lug - 24 apr 1992)
Agricoltura e foreste
V. Saccomandi (Dc)
(1990 27 lug - 12 apr 1991)
G. Goria (Dc)
(1991 12 apr - 24 apr 1992)
Sottosegretari Francesco Cimino (Psi)
(1987 28 lug - 12 apr 1991)
Maurizio Noci (Psi)
(1991 12 apr - 24 apr 1992)
Alessandro Ghinami (Psdi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Romeo Ricciuti (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Industria, Commercio e Artigianato
A. Battaglia (Pri)
(1987 lug - 12 apr 1991)
G. Bodrato (Dc)
(1991 12 apr - 24 apr 1992)
Sottosegretari Paolo Babbini (Psi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Franco Bonferroni (Dc)
(1989 22 lug - 12 apr 1991)
 
Guglielmo Castagnetti (Pri)
(1989 22 lug - 12 apr 1991)
Attilio Bastianini (Pli)
(1991 12 apr - 24 apr 1992)
Giuseppe Fornasari (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Lavori Pubblici
G. Prandini (Dc)
(1989 22 lug 89 - 24 apr 1992)
Sottosegretari Francesco Curci (Psi)
(1989 22 lug 89 - 24 apr 1992)
Francesco Nucara (Pri)
(1989 22 lug - 12 apr 1991)
Saverio D'Amelio (Dc)
(1991 12 apr - 24 apr 1992)
  Giulio Ferrarini (Psi)
(1991 12 apr - 24 apr 1992)
Ettore Paganelli (Dc)
(1989 22 lug 89 - 24 apr 1992)
Trasporti
C. Bernini (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Sottosegretari Gualtiero Nepi (Dc)
(1989 lug - 24 apr 1992)
Giuseppe Lelio Petronio (Psi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Giuseppe Santonastaso (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Lavoro e
Previdenza sociale
C. Donat Cattin (Dc)
(1989 22 lug - † 17 mar 91)
Rosa Russo Iervolino (Dc)
(18 - 29 mar)
[ad interim]
Franco Marini (Dc)
(1991 18 mar - 24 apr 1992)
Sottosegretari Gianpaolo Bissi (Psdi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Graziano Ciocia (Psi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Ugo Grippo (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Grazia e Giustizia
G. Vassalli (Psi)
(1987 lug - 2 feb 1991)
C. Martelli (Psi)
(2 feb - feb 93)
[ad interim]
C. Martelli (Psi)
(1991 12 apr - feb 93)
Sottosegretari Franco Castiglione (Psi)
(1987 28 lug - 24 apr 1992)
Giovanni Coco (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Vincenzo Sorice (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Pubblica Istruzione
G. Bianco (Dc)
(1990 27 lug - 12 apr 1991)
R. Misasi (Dc)
(1991 12 apr - 24 apr 1992)
Sottosegretari L. Fincato (Psi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Beniamino Brocca (Dc)
(1987 28 lug - 24 apr 1992)
Saverio D'Amelio (Dc)
(1989 22 lug - mar 91)
 
L. Fincato (Psi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Savino Melillo (Pli)
(1987 28 lug - apr 1993)
Poste e Telecomunicazioni
O. Mammi (Pri)
(1987 mar - 12 apr 1991)
C.M. Vizzini (Psdi)
(1991 12 apr - 24 apr 1992)
Sottosegretari Giuseppe Astone (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Raffaele Russo (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Franco Tempestini (Psi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Sanità
F. De Lorenzo (Pli)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Sottosegretari Maria Pia Garavaglia (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Elena Marinucci (Psi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Paolo Bruno (Psdi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Turismo e spettacolo
C. Tognoli (Psi)
(1990 6 feb - 24 apr 1992)
Sottosegretari Antonio Muratore (Psi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Luciano Rebulla (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Beni culturali
F. Facchiano (Psdi)
(1989 22 lug - 12 apr 1991)
Giuseppe Galasso (Pri)
[non presta giuramento]

G. Andreotti (Dc)
(1991 12 apr - 24 apr 1992)
[ad interim]
Sottosegretari Gianfranco Astori (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Luigi Covatta (Psi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Ambiente
G. Ruffolo (Psi)
(1987 lug - 24 apr 1992)
Sottosegretari Piero Mario Angelini (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Università
e Ricerca Scientifica
A. Ruberti (Ds)
(1988 apr - 24 apr 1992)
Sottosegretari Learco Saporito (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Giuliano Zoso (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Ministri senza portafoglio
Affari regionali
e Problemi istituzionali
A. Maccanico (Pri)
(1988 13 apr - 12 apr 1991)

Affari regionali

Poiché A. Maccanico non presta giuramento, l'incarico gli viene revocato dopo 5 giorni; la delega viene affidata al sottosegretario Francesco D'Onofrio (Dc)

Sottosegretari   F. D'Onofrio (Dc)
(1991 12 apr - 24 apr 1992)
Affari sociali
R. Russo Jervolino
(1987 28 lug - 24 apr 1992)
Coordinamento Politiche comunitarie
P.L. Romita (Psdi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Coordinamento della Protezione Civile
V. Lattanzio (Dc)
(1988 13 apr - 12 apr 1991)
Nicola Capria (Psi)
(1991 12 apr - 24 apr 1992)
Funzione pubblica
R. Gaspari (Dc)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Interventi straordinari per il Mezzogiorno
Antonio Marongiu
(1990 lug - 12 apr 1991)
C.A. Mannino (Dc)
(1991 12 apr - 24 apr 1992)
Sottosegretari G. Galasso (Pri)
(apr 88 - mar 91)
Francesco Cimino (Psi)
(1991 12 apr - 24 apr 1992)
  Carmelo Pujia (Dc)
(1991 12 apr - 24 apr 1992)
Problemi delle Aree Urbane
Carmelo Conte (Psi)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Rapporti con il Parlamento
E. Sterpa (Pli)
(1989 22 lug - 24 apr 1992)
Italiani all'estero e Immigrazione
  M. Boniver (Psi)
(1991 12 apr - 24 apr 1992)
Riforme istituzionali
  M. Martinazzoli (Dc)
(1991 12 apr - 24 apr 1992)
Sottosegretari   F. D'Onofrio (Dc)
(1991 12 apr - 24 apr 1992)
 

Repubblica Italiana

1991
Gennaio
 
Febbraio
La trasformazione, annunciata nell'autunno del 1989 da Achille Occhetto, del Pci in Pds (Partito democratico della sinistra) è portata a compimento; la nuova formazione politica:
- abbandona definitivamente la tradizione comunista,
- assume un orientamento tendenzialmente socialdemocratico,
- si colloca sul terreno dei sistemi liberali democratici dell'Occidente;
scelta comunque tardiva in quanto, nonostante i passi già intrapresi all'epoca dell' "eurocomunismo" (1975) e poi dello "strappo" berlingueriano (1981) giunge a maturazione dopo che sono crollati i regimi comunisti dell'Europa orientale e solo pochi mesi prima della definitiva dissoluzione della stessa URSS;
22, sciopero generale contro la guerra nel Golfo promosso dall'U.S.I. e da alcuni sindacati di base.

Marzo

nasce il movimento La Rete;

Aprile
18
, il gen. Gerardo Serravalle depone dinanzi al magistrato;

Maggio

Giugno
9, al Referendum vince l'introduzione della preferenza unica nel sistema elettorale;
27
-30, Bari, XLVI Congresso nazionale (straordinario) del Psi;

Luglio

Agosto

Settembre

Ottobre
10
, Venezia, G.I. dr. Felice Casson (RG. 1/89) sentenza d'incompetenza contro Fulvio Martini e Paolo inzerilli.
["Gladio".]

Novembre

Dicembre
accanto alla trasformazione del Pci in Pds scaturisce, in seguito a una scissione della sinistra, il Prc (Partito della Rifondazione comunista) costituito per iniziativa di A. Cossutta;
Lega Nord: l'alleanza elettorale del 1989 viene trasformata in confederazione politica, cui aderiscono:
- Lega Lombarda
- Liga Veneta
- Piemonte autonomista
- Unione Ligure
- Alleanza Toscana
- Lega Emiliana-Romagnola;

Bolzano, il diario di un ex funzionario del Msi, Gian Carlo Masiero, contiene accuse, minacce e tanti segreti. L'autore parla dei "Nuclei di pronto intervento" costituiti nel 1961 dai responsabili del IV Corpo d'armata e dal Msi. Tutto è annotato fino al colpo di stato progettato per il 1970 e annullato con un improvviso contrordine.
È annotato anche il patto di non aggressione con i "patrioti locali" formalizzato nel corso di un incontro a Norimberga e che alcuni attentati erano stati discussi in Val di Non davanti a Giancarlo Fini, allora responsabile dell'organizzazione giovanile missina.
E cita i nomi dei neofascisti veronesi:
. Sergio Tazio Poltronieri,
. Marcello Soffiati,
. Roberto Besutti,
. Carlo Maria Maggi, di "Ordie Nuovo",
. Francesco Saverio Stoppani,
. Giampaolo Porta Casucci, il "golpista" ligure.
Tutto finirà in una bolla di sapone:
- la perquisizione ordinata dalla Procura di Roma non porta al ritrovamento di niente di ciò che è stato indicato;
- lo stesso Gian Carlo Masiero, interrogato, si difende dicendo che si tratta di pura fantasia;
- Giancarlo Fini, presentatosi spontaneamente davanti ai magistrati, nega ogni fatto.
Da tutti gli interrogatori delle persone sentite non emergono fatti penalmente rilevanti.
Nessuno pagherà, tranne i direttori del «Dolomiten» e dell'«Alto Adige» condannati per diffamazione per aver diffuso la notizia.

Intanto, nelle Procure di Venezia e Bolzano è in atto uno scontro. Non è affatto piaciuta al procuratore capo Mario Martin e al suo sostituto Cuno Tarfusser la condotta tenuta dal dr. Carlo Mastelloni nell'ambito della ciclopica inchiesta su Argo 16: estendendo liberamente indagini e provvedimenti anche su altri avvenimenti, spesso sostituendosi alla magistratura altoatesina, avrebbe di fatto travalicato le proprie competenze.
E il magistrato veneziano viene così denunciato per abuso d'ufficio.
Ma il sospetto che i servizi avessero le mani libere nei fatti accaduti in Alto Adige arriva, forte e chiaro, anche dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sulle Stragi presieduta dal senatore Libero Gualtieri.
«In Alto Adige, negli anni Sessanta e Settanta – è la conclusione della relazione – esisteva un controterrorismo di Stato.
Ci sono alcuni elementi che consentono di parlare di una partecipazione di strutture dello Stato non per contrastare ma per alimentare l'attività terroristica degli indipendentisti.
Ci sono stati veri e propri atti di controterrorismo, nel nostro territorio e anche in quello austriaco
».

Referendum sulla preferenza unica per la Camera.
Elezioni Regionali in Sicilia
.
1991
PARTITI
Riferimento: Elezioni politiche 1987
Seggi
Camera Senato
Dc (Democrazia cristiana)

- Segretario:
. A. Forlani (22.02.1989 - 12.10.1992)
- Capo del gruppo parlamentare: ? (?-?)


Pli (Partito liberale italiano)    
-
Pri (Partito repubblicano italiano)
-
Pr (Partito radicale)
-
-
Svp (Südtiroler Volkspartei - Part. popolare sudtirolese)
-
Totale
Pci (Partito comunista italiano)

- Presidente: L. Longo (1973-?)
- Segretario: E. Berlinguer (1973-?)





Psi (Partito socialista italiano)


Psdi (Partito socialista democratico italiano)
-
Totale
Msi (Movimento sociale italiano)

-

Democrazia nazionale    

-

Totale
Totale Seggi
Note:





CAMPANIA (Camorra)

1991

Marzo
6
, Mario Iovine viene ucciso a Cascais; il nuovo capo del clan è Francesco Schiavone [Sandokan];

Aprile
25
, Francesco Schiavone [Sandokan] viene arrestato per associazione di stampo mafioso; successivamente scarcerato con obblighi, si rende irreperibile;

Fonti:
Giampaolo Pansa, Il Malloppo, Rizzoli 1989.



PUGLIA

1991

Brindisi.
A Fasano i gruppi criminali locali risultano collegati al mafioso siciliano Pietro Vemengo che, in tal modo, è riuscito ad inserire nella zona il traffico internazionale di stupefacenti.
Nella provincia operano 49 società finanziarie.
Grave crisi occupazionale con 47.000 disoccupati nella provincia.
Omicidi registrati nella provincia: 17.

Fonti:
- Nicola Tranfaglia, Mafia, Politica e Affari 1943-2000, Editori Laterza, 2001.



1991

- Enrico Renatino De Pedis (fondatore e capo della fazione dei testaccini, assieme a Danilo Abbruciati) viene ucciso per rappresaglia da ex compagni. La sua morte coincide con la fine della banda. Sembra tuttavia che il tesoro dell'organizzazione venga ereditato da Enrico Nicoletti che nonostante quattro sequestri di beni immobili per importi miliardari e diverse condanne, riesce sempre a mettersi in piedi.
[2003, ultima confisca:
- 25 società,
- uno stabililimento cinematografico (ex Studi de Polis a Roma),
- quattro complessi immobiliari,
- due palazzine,
- dieci ville in prestigiose zone della capitale,
- tre alberghi in rinomate località turistiche,
- 20 appartamenti,
- cinque capannoni industriali,
- 21 terreni,
- un complesso sportivo,
- 43 autovetture (tra le quali 2 Ferrari, 5 Rolls Royce, 10 Mercedes, 1 Jaguar e delle Bmw)
- 2 yacht.
Totale 300 miliardi di lire.
In attesa si concludano i vari processi per usura, riciclaggio ed estorsione che lo riguardano, è agli arresti domiciliari per l'età avanzata.


[Fonte «Il Mondo» 41/2005]



Omicidio Pecorelli

Il 20 marzo 1979, Roma, via Tacito, con quattro colpi di pistola venne ucciso Carmine Mino Pecorelli, direttore di «OP». Venne subito aperta un'inchiesta a carico di ignoti e nell'indagine furono coinvolti:
- Massimo Carminati,
- Licio Gelli,
- Antonio Viezzer,
- Cristiano e Valerio Fioravanti.]


1991

15 novembre , il giudice istruttore Francesco Monastero proscioglie tutti gli indagati per non aver commesso il fatto.

Fonti:
-
«Il Sole-24Ore» Donatella Stasio.



segue



 
OVEST
-
-
-
-

1991

-

 


 

DOMINION OF CANADA
[Aggiunta alle altre province britanniche nel 1763, include la regione sulle due rive del fiume San Lorenzo grossolanamente delimitate da Anticosti a est e il Lago Nipissing a ovest.
Dal 7 nov 1763 la provincia (ex Canada francese) è stata divisa formalmente in tre distretti: Québec, Trois-Rivières, Montréal.
Nel 1791 la provincia è stata separata in due parti:
Basso Canada (francofoni) e Alto Canada (lealisti).
Nel 1841, con l'Act of Union sono stati nominati due primi ministri ma Canada Est e Canada Ovest continuano ad andare ognuna per la sua strada. Il sistema dura ben 25 anni (1842-67).
Nel 1867, 1° luglio, nasce ufficialmente la confederazione: Dominion of Canada.]
Dal 1931, nonostante lo «statuto di Westminster», in pratica il Foreing Office britannico continua a rappresentare il Dominion in quasi tutte le nazioni del mondo e formalmente i canadesi continuano ad essere cittadini britannici, fino all'approvazione della legge sulla cittadinanza nel 1946.
Dal 1° gennaio 1947, in base al Canadian Citizenship Act, i canadesi diventano a pieno titolo cittadini del loro paese.
Governatore generale
Ramon J. Hnatyshyn
(1989 - 1994)
Primo ministro
Martin Brian Mulroney
II
(1989 - giu 1993)
[conservatore]
Ministro degli Esteri
-

1991
Gennaio
16
, seconda Guerra del Golfo (1990-91): la forza multinazionale composta prevalentemente da mezzi e da militari americani, lancia una serie di massicci attacchi aerei contro l'Iraq;

Febbraio
alla fine del mese, un''offensiva terrestre porta alla quasi completa distruzione dell'apparato militare iracheno e alla liberazione del Kuwait.
Il contingente canadese ha dato il suo piccolo contributo con capacità ed efficienza e il fatto che la guerra non abbia provocato che scarse perdite tra le forze alleate mette gradualmente a tacere le opposizioni.
Il "nuovo ordine mondiale" americano sembra aver trionfato, sia pure al prezzo di gravissime perdite irachene tra la popolazione civile.

Poche settimane dopo la fine della seconda Guerra del Golfo viene chiesto al Canada di invare un'unità di artificieri incaricata di bonificare i campi minati alla frontiera tra Iraq e Kuwait nell'ambito di una missione di pace dell'ONU nella regione.
[I canadesi, che se ne considerano gli inventori, hanno partecipato a tutte le operazioni ONU di "peacekeeping" a partire dal 1956.]

Alla fine dell'anno il primo ministro Martin Brian Mulroney incarica il suo ministro degli Esteri Charles [Joe] Clark di compiere in tutto il paese un giro di consultazioni nelle quali indiani e Inuit svolgono un ruolo importante.

Lo stesso anno su circa 1.150.000 residenti di origine italiana presenti in Canada, il 61% vive nell'Ontario e il 20% nel Quèbec e nella grandissima maggioranza la loro presenza è concentrata a Toronto e a Montréal.
[A partire dal 1981, nelle risposte al censimento si può indicare più di un'origine etnica. La cifra di 1.150.000 rappresenta il totale dei residenti di origine italiana che si definiscono di "origine multipla", mentre invece essa scende a 750.000 se si considerno soltanto quelli di "origine singola".]

 

QUÉBEC
Primo ministro della provincia
Robert Bourassa
(1985 - 1994)
[PLQ (Parti libéral du Québec)]
Sindaco di Montréal
-
Arcivescovo di Montréal
Paul-Émile Léger
(? - ?)
Arcivescovo di Québec
-

1991
-

 

 


 

 

ONTARIO
-
-

1991
-

All'autore di Toronto Nino Ricci viene conferito il prestigioso Governor General's Award/Prix du Gouverneur Génèral per il romanzo Lives of the Saints (1990), il primo di una trilogia dedicata alla storia di una famiglia italiana immigrata in Canada.

 


NEW BRUNSWICK
-
-

1991

-

NOVA SCOTIA
-
-

1991

-

MANITOBA [dal 1870]
-
-

1991

-


BRITISH COLUMBIA [dal 1858]
[nel 1866 ha incorporato l'Isola di Vancouver e dal 1871 fa parte della confederazione.]
Primo ministro della provincia
-

1991

-

 

ISOLA DEL PRINCIPE EDOARDO
[Dal 1873 fa parte della confederazione.]
Primo ministro della provincia
-

1991

-

 

TERRITORIO DELLO YUKON [creato nel 1898]
   
1991
-
ALBERTA [creata nel 1905]
Primo ministro della provincia  
1991
-
SASKATCHEWAN [creata nel 1905]
Primo ministro della provincia  
1991
-
TERRANOVA
- 1867-1934, rimane Dominion autonomo.
- 1934-mar 1949, torna allo status di colonia dipendendo interamente dalla Gran Bretagna sul piano politico ed economico;
- 1949, 1 ° aprile, diventa la X provincia del Dominion del Canada.
Primo ministro della provincia
-
1991
-
[Luca Codignola-Luigi Bruti Liberati, Storia del Canada, Bompiani 1999.]

 


1991
U.S.A.
(Stati Uniti d'America)
- Presidente
G.H.W. Bush
(1989 - 1992)
- 41° -

- Vicepresidente

?
(
1989 - ?)

- Segretario di Stato

?
(1989 - ?)
[Partito repubblicano]
1991
-


FBI (Federal Bureau of Investigation)
[direttore: C.M. Kelley (1973-?)]
1991
-
CIA (Central Intelligence Agency)
1991
-

 


 
1991
GRANDI ANTILLE
- Presidente del consiglio di stato
Fidel Castro Ruz
(1959 - 2007)
[capo dello stato e primo ministro]
Partito unico: Partito comunista cubano.
[confermato dalla nuova costituzione in vigore dal 1976, e poi nel 1981;
nel febbraio 1986 viene effettuato un grande rinnovamento del comitato centrale del partito ma il presidente viene confermato nella sua carica.]
1991
Ottobre
10
, Santiago, si apre il IV congresso del Partito comunista cubano, dove il presidente ribadisce la fedeltà a una stretta ortodossia marxista e quindi continua ad opporsi alla linea riformista patrocinata da M.S. Gorbaciov;

Dicembre
Eduardo Díaz Betancourt tenta di infiltrarsi nell'isola con un gruppo armato di tre esuli cubani;
- Capo del consiglio di governo
signora Ertha Pascal Trouillot
(1989 mar - feb 1991)
[ad interim]
Jean Bertrand Aristide
(feb - set)
Joseph Nérette
(1991 ott - ?)
[ad interim]
- Primo ministro
-
Jean-Jacques Honorat
(1991 ott - mag 1992)
[una nuova costituzione (approvata il 29 marzo 1987, abrogata e poi ripristinata nel 1988) ha istituito una repubblica di tipo presidenziale]
1991
Gennaio
6
, il dottor Roger Lafontant, ex capo dei toton macoutes, tenta di prendere il potere dopo aver costretto alle dimissioni il presidente ad interim;
7, le truppe fedeli al governo lo costringono alla resa;
nelle grandi città si scatena la caccia ai sostenitori del vecchio regime, con centinaia di vittime;

Febbraio
7
, si insedia il nuovo presidente, eletto a dicembre, Jean Bertrand Aristide;

Settembre
30
, il presidente Jean Bertrand Aristide, rovesciato da un sanguinoso colpo di stato e quindi sostituito dal gen. Raoul Cédras, riesce a lasciare il paese;

Ottobre
7
, il parlamento, riunito sotto le minacce delle forze armate, destituisce Jean Bertrand Aristide e nomina presidente ad interim Joseph Nérette;
a Port-au-Prince l'esercito impone il terrore;

- Presidente della repubblica
Joaquín Balaguer, VI,
(1990 mag - 1994)
[PRSC]
PRSC (Partido reformista social cristiano)
[di destra]
1991
Novembre
dopo uno sciopero generale il governo giunge ad un accordo con il FMI (Fondo monetario internazionale) per la rinegoziazione del debito con i paesi creditori del Club di Parigi, ma una nuova ondata di scioperi di protesta è provocata dalle misure che dovranno essere adottate:
- tentativo di liberalizzazione del tasso di scambio,
- equilibrio di bilancio per le imprese di stato,
- abolizione del controllo dei prezzi,
- pagamento degli arretrati del debito;
- Primo ministro
Michael Manley
(1989 feb - mar 1992)
[PNP]
[PNP (Partito nazionale del popolo), socialdemocratico;]
1991
l'abbandono del controllo dei cambi e la liberalizzazione dell'economia permettono di ottenere una rinegoziazione del debito, ma le conseguenze sociali delle misure adottate provocano grandi manifestazioni;


1991
Estados Unidos Mexicanos
(Stati Uniti del Messico)
[repubblica federale]
- Presidente della repubblica federale
Carlos Salinas de Gortari
(1988 dic - 1994)
[PRI (Partido Revolucionario Institucional)]
- Ministro dell'interno
?
(? - ?)
[dal 1953 è stato concesso il voto alle donne;
la scena politica è dominata da due partiti:
- PRI (Partido Revolucionario Institucional);
- PAN (Partido de Acción Nacional);
una nuova legge elettorale, in vigore dal 1979, permette anche ai partiti di sinistra di partecipare alle elezioni legislative.]

1991
Luglio
18-19
, Guadalajara, si svolge il primo vertice iberoamericano. Scopo della riunione è il rafforzamento dei rapporti tra gli antichi possedimenti nel Nuovo Mondo e le due ex potenze coloniali. Al vertice partecipano una ventina di capi di stato dell'America latina, il re di Spagna Juan Carlos e il presidente portoghese. Gli Stati Uniti non sono invitati. L'incontro si conclude con la creazione di un organismo di contatto permanente.

Agosto
18
, dopo una campagna elettorale caratterizzata da un clima di intimidazione e da uno schiacciante controllo dei mezzi di propaganda da parte del PRI, si svolgono le elezioni politiche; lo stesso episcopato mette in guardia contro astensionismo e brogli:

 
Elezioni politiche
Camera
%
seggi
+/-
- PRI (Partido Revolucionario Institucional)*
61,40
290
-
  - PAN (Partido de Acción Nacional)
17,70
-
-
- PRD (Partido revolucionario democrático)
8,26
-
-
- altri
-
1
-
   
300
 
Senato
%
seggi
+/-
- PRI (Partido Revolucionario Institucional)
-
31
-
 
-
-
-
 
-
32
-
* Il PRI vince anche i sei governatorati in palio;
 


i conservatori e l'opposizione di sinistra denunciano brogli;







1991
Repubblica dell'America centrale
(1921)
- Presidente
-
1991

-




1991
- Presidente
Alfredo Cristiani
(1989 giu - apr 1994)
[ARENA]
[ARENA (Alianza republicana nacionalista), estrema destra.]
1991
Marzo
1991
República de Guatemala
[formalmente indipendente dal 1847]
- Presidente
Jorge Serrano Elías
(1991 - giu 1993)
[MAS]
[MAS (Movimiento para acción y solidaridad), di centrodestra.]
nuova costituzione dal 1985
1991
Gennaio
6
, elezioni presidenziali, secondo turno: con il 68% dei voti vince Jorge Serrano Elías del MAS (Movimiento para acción y solidaridad), di centrodestra; si tratta di uno degli uomini del gen. escluso, Efraín Ríos Montt, che, come quest'ultimo, è protestante in un paese a maggioranza cattolica;
il paese allaccia rapporti diplomatici con il Belize, a conclusione di un lungo contenzioso provocao dalle rivendicazioni territoriali guatemalteche nei confronti del paese vicino;


10
, in un clima relativamente tranquillo si svolgono le elezioni legislative e municipali;

 
Elezioni legislative e municipali
 
%
seggi
+/-
-ARENA
(Alianza republicana nacionalista)
[estrema destra]
 
39
 
- PDC
(Partido Democráta Cristiano)
 
26
 
- PCN
(Partido de conciliación nacional)
[conservatore, alleato dell'ARENA]
 
9
 
- Convergencia democratica
[coalizione dei tre partiti della sinistra non comunista]
 
8
 
- altri  
2
 
   
84
 
 


Aprile
4
, Città del Messico, rappresentanti del governo e del FMNL (Frente Farabundo Martí de Liberación Nacional) avviano una nuova serie di negoziati sotto l'egida dell'ONU;
per la prima volta i guerriglieri accettano di trattare un cessate il fuoco;
27, il governo acconsente alla creazione di una "commissione per l'accertamento della verità" formata da osservatori dell'ONU, con l'incarico di indagare sui crimini commessi durante undici anni di guerra civile;
il governo si impegna inoltre a promuovere, come richiesto dal FMLN, una riforma costituzonale volta a rafforzare il controllo civile sul potere dei militari;
il FMLN chiede inoltre un significativo ridimensionamento delle forze armate e l'attuazione di una riforma agraria;

Settembre
25
, New York, il governo di El Salvador e le forze della guerriglia firmano davanti al segretario generale dell'ONU Javier Pérez de Cuéllar un accordo di principio per il ristabilimento della pace; l'accordo prevede la proclamazione diun cessate il fuoco a partire del 1° febbraio 1992;


1991
Honduras
- Presidente
-
-
[dal 1951 il paese è inserito (carta di San Salvador) nella "Organizzazione degli stati dell'America Centrale".]
1991
-
Belize [Honduras Britannico]
[dal 1964 la colonia britannica gode dell'autonomia interna.]
1991
l'indipendenza, rivendicata dal People's United Party, partito di governo, è ritardata dalle rivendicazioni annessionistiche che sul paese avanzano il Guatemala e il Messico;


1991
- Presidente
Anastasio Somoza [Tachito]
(1967 - ?)
[dal 1937 le forze guerrigliere si oppongono alla dittatura della famiglia Somoza la quale poggia sulla "guardia nacional", una sorta di milizia pretoriana, armata e organizzata dagli Stati Uniti fin dall'insurrezione di A.C. Sandino.]
1991
l'opposizione è rappresentata da una coalizione di partiti clandestini e dal Fronte di liberazione nazionale sandinista, che conduce la lotta armata;

1991
- Presidente della repubblica
D. Oduber Quirós
(1974 - ?)
[riformista]
1991
la vita politica finora non ha conosciuto né violente pressioni dei militari né gravi traumi sociali grazie a uno sviluppo del reddito nazionale a livelli proporzionalmente più elevati che in altri paesi dell'America centrale;

1991
República de Panamá
(indipendente dal 1903)
- Presidente della repubblica
Guillermo Endara
(1989 dic - ?)
1991
Maggio-Giugno
manifestazioni contro il governo;

Luglio
gli Stati Uniti, che hanno rivendicato un più facile accesso all'informazione bancaria nell'ambito della lotta contro il narcotraffico, ottengono ora una legge che glielo concede;
il governo continua a perdere popolarità: nelle politiche parziali, vittoria dei partiti legati a Manuel Antonio Noriega Morena;





1991
- Presidente
César Gaviria Trujillo
(1990 - 1994)
[Partido liberal]
[dopo l'accordo di pace, nel 1984 il FARC (Fuerzas armadas revolucionarias de Colombia) ha fondato un suo partito, UP (Unión patriótica), la guerriglia invece continua ancora ad opera di altri gruppi, in particolare quello noto come M-19 (estremisti populisti).
Due rimangono i gravi problemi del paese:
- la violenza politica: continuano gli attacchi della guerriglia, in particolare del gruppo M-19 (estremisti populisti), e le violenze degli squadroni della morte;
- il narcotraffico: la lotta contro il narcotraffico si svolge tra molte contraddizioni: viene creato un corpo di guardie speciali.]
1989
Giugno
3
, iniziano a Caracas (Venezuela) i colloqui ufficiali tra il governo e la guerriglia;
8, su invito dell'assemblea costituente (eletta nel 1990) il presidente scioglie il congresso;
19, si arrende alle autorità Pablo Escobar, capo del cartello di Medellín, l'organizzazione che controlla l'80% del traffico di droga verso gli Stati Uniti: gli viene riservato un carcere speciale, mentre l'assemblea costituente ha proibito l'estradizione negli Stati Uniti di cittadini colombiani;

Ottobre
27
, si svolgono le elezioni per il rinnovo dell'assemblea costituente, del senato e di 27 governatorati di provincia, in un clima di violenza alimentato dalla guerriglia.
Con oltre il 50% dei voti il Partido liberal resta la prima forza politica del paese, mentre crollano i conservatori (5%); cala anche, con il 10%, Alianza democrática, il partito formato dagli guerriglieri di M-19.

1991
[dal 1973 il paese è entrato nel "patto andino" e dal 1978 nel patto amazzonico.]

- Presidente della repubblica

Carlos Andrés Pérez
(1989 feb - ago 1993)
[AD (Acción democrática)]
1991
Le difficoltà legate all'applicazione di un programma economico di stampo liberale suscitano un profondo malessere sociale che si diffonde anche negli ambienti militari.


1991
República del Ecuador

- Presidente della repubblica

Rodrigo Borja Cevallos
(1988 - 1992)
[ID (Izquierda democrática)]
[il protocollo di Rio de Janeiro non ha delimitato con precisione la linea di confine, nella zona della cordigliera del Cóndor;
dalla conferenza di Rio de Janeiro il paese dipende sempre più dagli Stati Uniti che hanno ottenuto anche la cessione di basi militari.]
1991
Febbraio
nonostante l'accordo firmato nel 1989 con il FMI (Fondo monetario internazionale), alla scadenza solo un terzo dei crediti è stato versato per il mancato rispetto delle condizioni imposte al paese;


1991
(Repubblica indipendente dal 1827)

- Presidente della repubblica

gen. F. Morales Bermúdez
(1975 ago - ?)
1991
-


1991

- Presidente della repubblica

Jaime Paz Zamora
(1989 - 1993)
[MIR]
MIR (Movimento della sinistra rivoluzionaria)
1991
-

1991

- Capo dello Stato

P. Aylwin Azócar
(1990 mar - 1994)
[democristiano]

- Comandante delle forze armate

gen. A. Pinochet Ugarte
(fino al 1997)

1991
Marzo
4
, il presidente rende pubblico il rapporto della commissione ufficiale incaricata di indagare sulla repressione attuata nel periodo della dittatura che elenca 2280 casi accertati di morte violenta e 640 che richiedono una supplemento d'indagine;
i colpevoli non sono identificati ma il rapporto dichiara che la DINA, la polizia politica della giunta militare, riceveva ordini direttamente dal gen. A. Pinochet Ugarte;
27, il gen. A. Pinochet Ugarte nega ogni accusa, sostenuto dall'Esercito e dalla Marina;


1991
[I conflitti etnico sociali oppongono:
- PPP (People's Progressive Party), maggioranza indiana, marxista;
- PNC (People's National Congress), consistente minoranza nera, socialista, al potere dal 1964
- UF (United Force), minoranza bianca.]

- Presidente della repubblica

Desmond Hoyte
(1985 - 1992)
[PNC]

- Primo ministro

Hamilton Green
(1985 - 1992)
[PNC]
[PNC (People's National Congress), al potere dal 1964.]
1991
A causa della difficoltà di aggiornare le liste elettorali (sotto il controllo di osservatori stranieri), le previste elezioni vengono rinviate;

Novembre
28
, Desmond Hoyte proclama lo stato di emergenza.


 



1991
Republiek van Suriname
(indipendente dal 1975)
[Contrasti razziali tra:
- NPK (Alleanza nazionale dei partiti), formazione di maggioranza appoggiata dalla popolazione nera e meticcia;
- PRP (Partito riformista progressista), appoggiato dalla popolazione di origine asiatica;
crescente opposizione, anche armata, dei bush-negroes, i discendenti degli schiavi fuggitivi che accusano le nuove autorità di non rispettare i diritti riconosciutigli dall'amministrazione olandese.]

- Presidente

Ramsewak Shankar
(1988 - 1991)
Ronald Venetiaan
(1991 - ?)
[Nuovo fronte per la democrazia e lo sviluppo
]

- Primo ministro

Henck Harron
(1988 - 1991)
-
[il col. Dési Bouterse ha assunto la guida di un consiglio militare incaricato di garantire il passaggio alla democrazia.
La pace di Kourou (Guyane Française) è stata rifiutata dall'esercito. ]
[dal 1990 Stati Uniti e Paesi Bassi hanno sospeso ogni aiuto fino al ritorno della democrazia.]
1991
Marzo
il col. Dési Bouterse e Ronnie Brunswijk, leader dei bush-negroes, concludono un armistizio;

Maggio
alle elezioni la coalizione dei partiti tradizionali riuniti attorno al Nuovo fronte per la democrazia e lo sviluppo ottiene soltanto una risicata maggioranza;

Settembre
il Nuovo fronte per la democrazia e lo sviluppo riesce a portare alla presidenza Ronald Venetiaan.



1991
[dal 1946 integrata alla metropoli come dipartimento d'oltremare;
dal 1966 ha assunto una rilevante importanza strategica in seguito alla creazione di un centro spaziale lungo la fascia litoranea tra Kourou e Sinnamary. ]

- Governatore

?
(? - ?)
1991
-


1991

- Presidente

Fernando Collor de Mello
(1990 mar - dic 1992)
[populista di destra]
1991
-


1991

- Capo dello stato

gen. Andrés Rodríguez
(1989 mag - lug 1993)
[Partido colorado]
[esponente dell' "ala tradizionalista" del Partido colorado che conserva la maggioranza dei seggi sia alla camera sia al senato.]
1991
-


1991

- Presidente

Carlos Saúl Menem
(1989 lug - 1999)
[Partito giustizialista]
[Partito giustizialista (peronisti)]
1991
Luglio
avviene la rottura tra il presidente è tre dei principali dirigenti sindacali che considerano rotto il patto stipulato nel 1945 tra il loro movimento e il gen. J.D. Perón;

Settembre
8
, il Partito giustizialista vince le elezioni per il rinnovo di 12 governatorati di provincia conquistandone 10; il presidente è riuscito a coalizzare intorno al suo programma parte dei ceti medi, dopo la rottura di luglio;

Su istanza del ministro dell'Economia Domingo Cavallo viene varata la «legge della convertibilità» con la quale la Banca centrale garantisce l'equivalenza tra il dollaro e il peso argentino.

Nel giro di pochi anni saranno vendute:
- Aerolíneas Argentinas,
- Yacimientos Petrolíferos Fiscales;
- Aguas Argentinas,
- Empresa Nacional de Telecomunicaciones,
- Gas del Estado,
le società e gli impianti elettrici e verrà ceduta una quantità inimmaginabile di servizi finora garantiti dallo stato.
Le concessioni saranno assegnate agli amici, oppure tramite la corruzione o semplicemente in base ad accordi preesistenti.
Il governo si popola di personaggi ambigui e sinistri:
. famiglia Alsogaray,
. Roberto Dromi,
. Carlos Corach,
. Domingo Cavallo,
. ecc.,
e in prima fila lo stesso presidente Carlos Saúl Menem ogni giorno più popolare grazie alle sue partecipazioni a vari eventi sportivi e alla sua passione per le automobili e per le donne più formose e opportuniste dell'Argentina, se non del mondo intero.
Il governo si converte in una festa senza fine e il presidente diventa il playboy più invidiato del paese.
[Victoria Donda, Il mio nome è Victoria, Corbaccio, Milano 2010]

Patagonia
1991
-

1991
- Presidente
Luis Alberto Lacalle
(1990 - ?)
[Partito blanco]
[il Partido blanco ha dovuto allearsi con il Partido colorado, a cui ha lasciato 4 ministeri, per garantirsi il sostegno del parlamento.]
1991
il governo è costretto a scendere a patti con il Partito blanco per ottenere l'avallo della sua politica economica;

 



 
1991
Mongolia
(Unione democratica mongola)
- Presidente
Punsalmaguiin Ochirbat
(1990 - ?)
[PRPM]
- Primo ministro
Dachyn Byambasuren
(1990 - 1996)
[PRPM]
[PRPM (Partito rivoluzionario del popolo)]
1991
-

1991
CINA
Repubblica Popolare Cinese

- Capo dello stato

Li Xiannan
(1982 - 1993)

- Primo ministro

Li Peng
(1987 nov - ?)
[ad interim]
- presidente del PCC
Yang Shangkun
(1988 -?)
- segretario generale del PCC
Jiang Zemin
(1989 giu - ?)
- presidente della commissione militare centrale del governo
Jiang Zemin
(1989 nov - ?)
[Nuova costituzione dal 1982.]

1991
Gennaio
5
, inizia il processo ai dissidenti della "primavera di Pechino";

Febbraio
13
, si conclude il processo ai dissidenti della "primavera di Pechino" con una serie di condanne, in particolare quelle a 13 anni per Chen Ziming e Wang Juntao, già responsabili de «Il settimanale economico»;

Maggio
14
, Pechino, Chiang Ching, vedova di Mao Tse-tung, si suicida nella casa dove si trovava agli arresti domiciliari.



TIBET [dal 1962 annesso dalla Cina]
1991
-
Repubblica di Cina
(Repubblica nazionalista)

- Presidente della repubblica

Lee Teng hui
(1988 gen - ?)

- Vicepresidente

-

- Primo ministro

Lee Teng hui
(1988 gen - ?)

- Capo del KMT

Lee Teng hui
(1988 gen - ?)

[Cina nazionalista nell'isola di Taiwan (Formosa): capitale Taipei; dal 1971 esclusa dalle Nazioni Unite e disconosciuta dalla maggioranza dei suoi partner politici e commerciali occidentali.
Dal 1987 è stata abrogata la legge marziale, sostituita da una legge per la sicurezza nazionale che autorizza l'esistenza di partiti politici diversi dal KMT, riconosce il diritto di sciopero e sottrae i civili alla giurisdizione dei tribunali militari.
L'opposizione si è da poco coalizzata in un nuovo partito, il Partito democratico del progresso.
Nel 1988 è stata proclamata un'amnistia dalla quale sono esclusi però i comunisti; nel 1989 si sono svolte le prime elezioni politiche veramente libere. ]
KMT (Kuomintang), partito nazionalista al potere.
1991
Marzo
14
, il governo adotta le "linee direttrici per la riunificazione nazionale", che prevedono un processo graduale di unificazione della Cina; in attesa di un gesto di reciprocità, il governo di Taipei rifiuta di stabilire collegamenti diretti fra le due rive dello stretto di Formosa;

Aprile
30
, il governo chiude "il periodo della mobilitazione e della soppressione della ribellione comunista" proclamato nel 1948, il che costituisce un riconoscimento di fatto della Repubblica popolare cinese;

Dicembre
19
, viene eletta una nuova assemblea nazionale, incaricata di modificare la costituzione. Il KMT ottiene il 71% dei voti e più di tre quarti dei seggi (254), mentre il DPP (Partito democratico progressista) che ha impostato la campagna elettorale sull'indipendenza dell'isola, ottiene solo il 23% e 66 seggi.

a


1991


Choson
(Repubblica Democratica Popolare di Corea – a Nord)
[con capitale Pyongyang, nell'orbita sovietica.]
- Presidente della repubblica
Kim Il Sung
(1972 - lug 1994)
[dal 1948 segretario del Partito dei lavoratori (partito unico).]
Il suo potere è praticamente assoluto;
"successore" designato, ufficialmente dal 1984, suo figlio Kim Jong Il;
1991
Dicembre
Kim Il Sung cede al figlio Kim Jong Il la carica di comandante supremo dell'esercito;
DAE HAN
(Repubblica di Corea – a Sud)
[con capitale Seoul (sotto l'egida statunitense)]
- Presidente
gen. Roh Tae Wo
(1987 - 1993)
[PDG (Partito della democrazia e della giustizia)]
- Primo ministro
Ro Jae Bong
(? - mag 1991)
Chung Won Shik
(1991 mag - ?)
1991
Aprile
26
, uno studente viene ucciso dalla polizia;

Maggio
, decine di migliaia di studenti sfilano nelle strade di Seoul e di Kwangju chiedendo le dimissioni del presidente per protesta contro la morte dello studente ucciso;
uno studente si uccide dandosi fuoco;
14, più di 18.000 poliziotti sono schierati contro i manifestanti;
19, finora altri otto studenti si sono uccisi dandosi fuoco;
22, il primo ministro Ro Jae Bong si dimette: lo sostituisce Chung Won Shik;

a


1991
Pakistan
(repubblica islamica a prevalenza musulmana)
[dal 1971 solo ex Pakistan occidentale]
- Capo dello stato
Ghulam Ishaq Khan
(1988 dic - 1993)
- Primo ministro
Mian Mohammad Nawaz Sharif
(1990 nov - 1993)
[JDA]
[JDA (Alleanza democratica islamica).]
1991
-


Kashmir nord occidentale (capitale Muzaffarabad) [dal 1972]
1991
-

a



1991
Unione Indiana
(repubblica federale a prevalenza indù)
[dal 1950, staccatosi dalla metropoli, il paese si è dato una costituzione repubblicana e federale a regime parlamentare;
lingua ufficiale: hindi; dal 1987 comprende 25 stati.]
- Primo ministro
Chandra Shekhar
(1990 nov - mar 1991, dim.)
[Janata Dal]
Narasimha Rao
(1991 giu - 1996)
[Partito del Congresso]
[alla testa di metà dei deputati staccatasi dal Janata Dal]
Nel 1988 sette partiti dell'opposizione riuniti a New Delhi hanno formato un fronte nazionale da contrapporre al Partito del Congresso alle imminenti elezioni, e quattro di essi (Lok Dal, Janata, Jan Morcha e Congresso "S") si sono fusi in un nuovo partito, il Janata Dal.
1991
Marzo
6
, il governo si dimette, dopo che il Partito del Congresso ha ritirato il suo appoggio;
13, il presidente Ramaswamy Venkataraman scioglie la camera dei deputati e annuncia elezioni anticipate;

Maggio
20
, elezioni politiche (poi rinviate);
21, il paese è scosso dalla morte di Rajiv Gandhi, ucciso da una bomba nei pressi di Madras; nessuno rivendica l'attentato, ma la donna che lo ha compiuto è sospettata di appartenere al movimento delle Tigri per la liberazione del Tamil Eelam (LTTE);
29, Narasimha Rao viene eletto presidente del Partito del Congresso;

Giugno
12-15
, elezioni politiche: si concludono in un clima di violenza culminato con l'uccisione di 76 passeggeri di un treno da parte degl estremisti sikh;

 
Elezioni politiche
 
seggi
+/-
- Partito del Congresso
(Narasimha Rao)
223 +30
- Janata Dal  
(diviso a metà rispetto alle precedenti elezioni)
52 -89
- BJP (Bharatiya Janata)
[partito di destra che propugna il rinnovamento dell'induismo]
119 +33
- due partiti comunisti 48 +4
- altri 69
+26
Totale
511
 
 
 


Giugno
21
, Narasimha Rao viene nominato primo ministro;

Kashmir sudorientale o Jammu e Kashmir (con capitali Srinagar e Jammu) [dal 1972]
1991
-
Sikkim [dal 1975]
1991
-

a


1991
Bangladesh
(Repubblica del Bengala Libero)
[dal 1988 l'Islam è religione di stato]
- Presidente
-
Abdur Rahman Biswas
(1991 mar - 1996)
- Vicepresidente
Shahabuddin Ahmed;
(1989 dic - 1991)
[ad interim]
-
- Primo ministro
-
Khaleda Zia
(1991 - 1996)
[PNB]
1991
Febbraio
27
, prime elezioni libere:

 
Elezioni politiche
 
seggi
+/-
- PNB (Partito nazionale)
(Khaleda Zia, vedova di Ziaur Rahman)
140  
- Lega Awami
(Hasina Wazed, figlia dell'ex presidente Mujibur Rahman)
83  
- Jatiyo (coalizione comprendente cinque partiti filogovernativi fra cui lo Jana Dal)
(?)
35  
- Jamaat-i-Islami (Partito islamico)
(?)
18  
- altri 24  
Totale
300
 
 
 


Marzo
19
, Khaleda Zia, ottenuto l'appoggio del Jamaat-i-Islami, è nominata primo ministro; dispone della maggioranza assoluta grazie ai 30 seggi riservati alle donne, 28 dei quali vanno al PNB e 2 al Jamaat-i-Islami;


a



1991
Unione di Myanmar
[ex Birmania, regime militare]
- Presidente
gen. Saw Maung
(1988 - 1992)
[SLORC]
SLORC (Consiglio per il ripristino della legge e dell'ordine)
[dopo un colpo di stato militare]
[dal 1989 Aung San Suu Kyi, dirigente dell'opposizione e figlia dell'eroe dell'indipendenza birmana Aung San, viene tenuta segregata in casa dalla giunta militare.]
1991
Giugno
19
, gli Stati Uniti decretano una serie di sanzioni economiche, mentre la CEE lancia un appello per un blocco della vendita di armi;

Agosto
20-25
, la visita a Pechino di Saw Maung rafforza i legami con la Cina;

Ottobre
14
, il premio Nobel per la pace viene assegnato ad Aung San Suu Kyi;

a


1991
Thailandia
Bhumibol Adulyadej Rama IX  
(? - ?)
figlio di ?
1946-?, re di Thailandia;

- Primo ministro
Chatihai Choonhavan
(1988 ago - 1991
[Chart Thai]
Anand Panyarachun
(1991 feb - 1992)
[è a capo di un governo che alla coalizione uscente ha associato il Partito democratico unito e il Muan Chon.]
1991
Febbraio
23
, i militari si impadroniscono del potere e destituiscono il primo ministro, accusato di corruzione; viene decretata la legge marziale, e la costituzione è sospesa;
il re Bhumibol Adulyadej Rama IX decide di avallare il colpo di stato;

Marzo
2
, Anand Panyarachun viene nominato capo del governo;


1991
Laos
(Repubblica democratica popolare)
- Presidente
Phoumi Vongvichit
(1986 - 1991)
Kaysone Phomvihane
(1991 - 1992)
- Primo ministro
Kaysone Phomvihane
(1975 - 1991)
Khamtay Siphandon
(1991 - ?)
- Segretario del PPR
Kaysone Phomvihane
(1955 - 1991)
[PPR (Partito popolare rivoluzionario) comunista, partito unico al potere dal 1975.].
Dal 1988 il paese sta attuando una prudente politica di privatizzazione e di liberalizzazione economica allo scopo di ottenere aiuti internazionali;
il regime comunista collabora ancora strettamente col Vietnam e nel 1988 ha stipulato un accordo di cooperazione con la Cina;
migliorano anche i rapporti con la Thailandia: i due paesi si sforzano di ridurre gli incidenti di frontiera, di impedire alla resisternza laotiana di rifugiarsi in Thailandia e di agevolare il rimpatrio entro il 1994 delle decine di migliaia di laotiani ancora rifugiati in Thailandia.]
1991
Agosto
14
, l'assemblea suprema del popolo (destinata a diventare assemblea nazionale) adotta una costituzione che ribadisce la centralità del PPR nel sistema di "democrazia popolare" ma il "socialismo" (che non è esplicitamente citato nel testo) viene presentato come un obiettivo lontano;
25, i deputati eleggono capo dello stato Kaysone Phomvihane;

a


1991
[dal 1989 l'ex Repubblica Democratica di Kampuchea si è trasformata in questo nuovo stato "neutrale, pacifico e non allineato";
il buddhismo è tornato ad essere religione di stato.]
- Capo dello stato
-
N. Sihanouk
(1991 nov - 1993)
[Pur tuttavia, dopo il ritiro delle truppe vietnamite, i Khmer rossi, armati da Pechino, e le altre fazioni della resistenza antigovernativa (partigiani di N. Sihanouk e nazionalisti di Son Sann) sono passati all'offensiva.]
1991
Luglio
17
, il principe N. Sihanouk viene eletto presidente del CNS (Consiglio nazionale supremo) grazie a un compromesso reso possibile dalla normalizzazione dei rapporti tra Cina e Vietnam, sancita nel settembre 1990 da un incontro a Pechino tra il gen. Vo Nguyen Giap e il primo ministro cinese Li Peng;

Ottobre
23
, la firma di un accordo di pace, nell'ambito della conferenza internazionale sulla Cambogia riunita a Parigi, mette fine a 21 anni di guerra;

Novembre
14
, il principe N. Sihanouk torna a Phnom Penh, dopo 13 anni di esilio, come presidente del CNS (Consiglio nazionale supremo;
20, N. Sihanouk viene ufficialmente dichiarato capo dello stato fino alle elezioni presidenziali previste per 1993;
27, una manifestazione ostile ai khmer rossi, accusati di aver provocato la morte di più di un milione di persone tra il 1975 e il 1978, accompagna l'arrivo nella capitale del loro leader Khieu Samphan che deve rifugiarsi a Bangkok per evitare il linciaggio;

a


1991
- Primo ministro
Do Muoi
(1988 giu - 1991)
Vo Van Kiet
(1991 ago - ?)
- segretario generale del Partito comunista
Nguyen Van Linh
(1986 dic - 1991)
Do Muoi
(1991 giu - ?)
1991
Giugno
23
, il VII congresso del Partito comunista porta a un rinnovamento della struttura direttiva; il primo ministro Do Muoi sostituisce Nguyen Van Linh nella carica di segretario generale del Partito;

Agosto
9
, Vo Van Kiet, fautore di un ordinamento economico di tipo capitalistico, viene nominato capo del governo in sostituzione di Do Muoi;

Ottobre
29
, Hanoi e Londra firmano un accordo per il rimpatrio forzato dei 64.000 boat-people vietnamiti internati nei campi di prigionia a Hong Kong, cui viene negato lo status di profughi;
dopo lunghi negoziati, Hanoi acconsente al ritorno dei boat-people in cambio di un risarcimento pari a 1000 dollari a persona;

Novembre
5-9, la visita a Pechino di Do Muoi e Vo Van Kiet sancisce la normalizzazione dei rapporti tra Cina e Vietnam, sospesi al tempo dell'invasione vietnamita della Cambogia;
9, le operazioni di rimpatrio dei boat-people vengono interrotte dopo che il rientro di 59 persone ha provocato vive proteste;




 
1991
Giappone

Akihito

(Tokyo ? - ?)
figlio di Hirohito;
dal 1989, imperatore del Giappone;
si apre l'era Heisei ("della pace universale");



[Nuova costituzione dal 1° gennaio 1946;
a ricostruzione ormai conclusa, continua (dal 1948) a governare il Partito conservatore al quale si oppongono:
- socialisti (uniti dal 1955 al 1959) che costituiscono lo schieramento egemone dell'opposizione;
- comunisti, con modestissime fortune elettorali;
- buddhisti del komei-to.]
- Primo ministro
Toshiki Kaifu
(1989 giu - 1991)
[PLD]
Kiichi Miyazawa
(1991 ott - 1993)
[PLD]
[PLD (Partito liberaldemocratico)]
1991
Ottobre
27
, Kiichi Miyazawa diventa primo ministro dopo essere stato eletto presidente del PLD;

a


1991

Filippine

-
-
l' "Esercito popolare di liberazione" (Huk), duramente represso dalle truppe governative e ridotto a poche sacche di resistenza durante gli anni Cinquanta, riorganizzatosi agli inizi degli anni Sessanta, riprende una forte attività di guerriglia che crea non poche difficoltà al regime di Marcos.
1991
-

a


1991

Indonesia

-
-
1991
-

a


 





1991
MAROCCO
[[indipendente dal 1956, con l'eccezione delle plazas di Ceuta e Melilla, di Ifni e del cosiddetto Sahara spagnolo, ma compresa anche la città di Tangeri.
Nel 1975, dopo lunghe diatribe internazionali, il paese incorpora 180.000 kmq delle regioni settentrionali del Sahara Occidentale (ex Sahara Spagnolo) entrando in contrasto col movimento guerrigliero indipendentista del Fronte Polisario (Fronte Popolare di Liberazione di Sagua el Hamra e Rio de Oro) mentre, nel fronte interno, riesce a tenere sotto controllo i movimenti islamici.]
Hasan o Hassan II
-

(Rabat 1929 - 1999)
figlio di Maometto V [Sidi Muhammad Ibn Yusuf];
1960, nominato dal padre, diventa capo delle forze armate e vice presidente del consiglio;
1961-99, re del Marocco;
in successione al padre;
nel 1962 applica la costituzione parlamentare e una riforma agraria;
nel 1963 è coinvolto nella crisi interna del partito Istiqlal (scissione della destra filomonarchica a lui legata);
nel 1965, implicato nell' "affare Ben Barka" tenta di consolidare l'autorità monarchica appoggiandosi dapprima agli ambienti militari; scioglie il parlamento;

[il parlamento, sciolto nel 1965, è stato ripristinato nel 1975]

1991
è costretto ad accettare il referendum voluto dall'ONU sul Sahara Occidentale e il cessate il fuoco col Fronte Polisario;



1991
[legge coranica e potere direttamente al popolo tramite un congresso generale del popolo.]
- Dittatore militare
col. Muammar el-Gheddafi
(1969 - 2011)
(1971 - ?)
[il regime militare, dopo aver nazionalizzato (1971) le riserve petrolifere, ha fatto della Libia uno dei poli di riferimento delle tendenze più radicali del panarabismo ma anche una potenza emergente nello scacchiere africano.
Dalla prima metà degli anni '80 opera il gruppo di opposizione Fronte nazionale per la salvezza della Libia;
dal 1988 il colonnello ha promesso una serie di riforme:
- della giustizia: introduzione dell'habeas corpus e forse abolizione della pena di morte;
- dell'esercito e della polizia: abolizione e, al loro posto, una milizia popolare,
… senza tuttavia precisare le tappe della riforma; ]

1991
-





1991
[dal 1962 indipendente nell'ambito del Commonwealth e repubblica dal 1964;
dal 1967, assieme all'Uganda e alla Tanzania il paese ha dato vita all'EAC (East African Community) organizzazione economica regionale.]
- Presidente
Daniel Arap Moi [di etnia kalenjin] III
(1978 - ?)
[KANU]
- vicepresidente
-
- Ministro degli Interni
-
KANU (Kenya African National Union), partito unico.
1991
Dicembre
10
, Nairobi, il parlamento abroga l'emendamento costituzionale del 1982 che faceva della KANU il partito unico;



1991
Repubblica del Ruanda
[capitale Kigali]
[indipendente dal 1° Luglio 1962; nel 1976 il presidente ha inserito il paese nella progettata organizzazione di cooperazione regionale "Comunità economica dei Grandi Laghi" ora istituita fra i tre paesi.
Dal 1978 vige una nuova costituzione che apre la strada al ritorno dei civili al governo.]
- Presidente e primo ministro
gen. Juvénal Habyarimana
(1973 lug - ?)
[dal 1975 opera un partito unico, il Movimento rivoluzionario nazionale per lo sviluppo.]
1991
Gennaio
23
, i ribelli del FPR (Fronte patriottico del Ruanda) conquistano una delle principali città del paese, Ruhengeri, ma il giorno dopo ne vengono cacciati dall'esercito e respinti in Uganda;

Marzo
29
, sotto l'egida dell'OUA, i ribelli e il governo sottoscrivono un cessate il fuoco;

1991
[indipendente dal 1° luglio 1962 e repubblica dal 1966, è sotto la direzione del partito unico (vatussi) UPRONA (Unità e progresso nazionale).]
- Dittatore
magg. Pierre Buyoya
(1987 set - ?)
[di etnia tutsi (vatussi)]
[salito al potere nel 1987 con un colpo di stato incruento.]
1991
Febbraio
un referendum approva una Carta d'unità nazionale;

Novembre
nuovi massacri minacciano il progresso della democrazia;





1991
LEGA ARABA
Il 22 marzo 1945 è nata al Cairo questa lega fondata da Egitto, Libano, Siria, Giordania, Iraq, Arabia Saudita e Yemen;
1953, Libia
1956, Sudan
1958, Tunisia e Marocco
1961, Kuwait
1962, Algeria.
Fa parte anche l'OLP (Organizzazione per la liberazione della Palestina), presieduta da Yasir Arafat.
1991
-






1991
Repubblica Libanese
(Seconda repubblica)

[retta collegialmente con un riequilibrio dei poteri favorevole ai musulmani;
durante le libere elezioni libanesi, "Hezbollah" (partito di Dio) e Amal conquistano un successo importante emergendo come il blocco politico con il maggior numero di deputati; il movimento viene quindi considerato come parte integrante del tessuto politico libanese e lo stesso governo di Beirut lo definisce "la resistenza nazionale al sud", esso ha infatti le sue roccaforti nel sud del paese, soprattutto nella valle della Beqaa e nei sobborghi e bassifondi meridionali della capitale.]

- Presidente
Elias Hrawi
(1989 nov - 1998)
[cristiano maronita]
- Capo del governo di unità nazionale
Omar Karamé
(1990 - 1992)
[musulmano sunnita]
- Presidente del parlamento
[da nominare]
[musulmano sciita]
1991
Aprile
30
, termine ultimo per il disarmo, le milizie iniziano a consegnare le armi;

Luglio
, l'esercito libanese incomincia a prendere posizione nel Sud del paese, evitando la zona controllata dalla milizia filoisraeliana dell'Esercito del Libano Sud (SLA) e affrontando invece i palestinesi;
5, in seguito ad un accordo tra il governo e l'OLP (molto isolata nel mondo arabo), l'esercito circonda la zona di Saida, mentre i feddayn attendono di essere disarmati;

Agosto
26
, il parlamento proclama un'amnistia generale che copre tutto il periodo della guerra civile a partire dal 1975;
28, il gen. Michel Aoun, a cui sono stati imposti cinque anni di esilio, viene autorizzato a lasciare il paese;
30, Michel Aoun si rifugia in Francia;
viene siglato un trattato che stabilisce un "protettorato" siriano sul Libano;


1991

[dall'aprile 1946 il paese ha conseguito la piena indipendenza; da febbraio 1958 federazione della Siria e dell'Egitto nella Repubblica Araba Unita (RAU).
La guerra arabo-israeliana le è costata la perdita delle alture del Golan. Con la guerra del Kippur, impegnata a fianco dell'Egitto, recupera El-Quneitra.]

- Presidente
gen. Hafez el-Assad
(1980 - ?)
[ala progressista moderata del partito Baath]
- Primo ministro
Mahmud al-Zub
(1987 - ?)
1991
Dicembre
2
, un referendum conferisce il quarto mandato presidenziale al candidato unico Hafez el Assad;
viene siglato un trattato che stabilisce un "protettorato" siriano sul Libano;

1991
[come membro fondatore, dal 22 marzo 1945 fa parte della "Lega araba"; dal 1949, dopo l'annessione della Palestina orientale (Cisgiordania) [40.000 kmq di superficie con poco meno di 1 Mne di abitanti], il Regno hashemita del Giordano viene comunemente chiamato Giordania.]
Hussein
(? - ?)
figlio di Talal;
1952-?, re del Regno hashemita del Giordano;

1991
-


1991
Gerusalemme, "internazionalizzata" dall'ONU, è divisa in due settori: la città vecchia (assegnata alla Giordania) e la città nuova (assegnata a Israele);

guerra dei sei giorni (1967): ha consegnato di fatto l'intera Palestina storica a Israele;
guerra del Kippur (1973): alla conferenza di Ginevra del 1974:
- un accordo fra Egitto e Israele ha deciso il ritiro delle truppe israeliane dalle posizioni raggiunte a occidente del canale di Suez e la creazione di un'ampia fascia smilitarizzata a oriente, garantita dalle forze di pace dell'ONU;
- un secondo accordo con la Siria ha impegnato gli israeliani a ritirarsi da el-Quneitra, stabilendo un'analoga fascia smilitarizzata sulle alture del Golan; 
Y. 'Arafat, ex leader di al-Fatah, è dal 1969 a capo dell'OLP (Organizzazione per la liberazione della Palestina) che:
- dal 1964, con il suo "Esercito per la liberazione della Palestina" e finanziata dalla Lega araba, lotta contro Israele,
- dal 1974 è stata riconosciuta dal vertice arabo di Algeri quale unico rappresentante del popolo palestinese, e ammessa all'ONU quale entità politica nazionale, in qualità di "osservatore";
dopo il riavvicinamento israelo-egiziano [accordi di Camp David] l'OLP registra difficoltà diplomatiche nei confronti di taluni stati arabi sostenitori; 
dal 1982 il quartier generale dell'OLP è stato trasferito in Tunisia;

[Gerusalemme viene formalmente indicata come capitale dello stato.]
- Presidente
Chaim Herzog
(1983 - 1993)
- Primo ministro
Yitzhak Shamir
(1986 - 1992)
[Likud (coalizione di centro destra)]
- Ministro della difesa
Yitzhak Rabin
(1986 - ?)
[laburista]
- Ministro delle finanze
Shimon Peres
(1986 - ?)
[laburista]
[governo di coalizione con la maggior parte dei partiti religiosi ortodossi e delle piccole formazioni dell'estrema destra nazionalista]

1991
Febbraio
12
, Ariel Sharon, leader dell'ala dura del Likud esce dal governo;

Marzo
13
, entra in crisi la coalizione governativa di unità nazionale al potere dal 1984, quando il primo ministro Yitzhak Shamir liquida i leader laburista Shimon Peres per divergenze sull'avvio di un dialogo israeliano-palestinese preliminare all'organizzazione di elezioni nei territori occupati;
15, il governo Shamir viene messo in minoranza alla Knesset;
20, il presidente Chaim Herzog affida l'incarico di formare il nuovo governo a Shimon Peres;

Aprile
26
, Shimon Peres deve riconoscere il proprio fallimento;

Giugno
8
, Yitzhak Shamir firma un accordo di coalizione con la maggior parte dei partiti religiosi ortodossi e delle piccole formazioni dell'estrema destra nazionalista;
11, il suo nuovo governo ottiene l'investitura della Knesset;

Ottobre
8
, 22 palestinesi muoiono sulla spianata delle moschee a Gerusalemme nel corso di scontri fra musulmani ed ebrei di estrema desta;

Novembre
3
, il governo respinge il rapporto del segretario generale dell'ONU Javier Pérez de Cuéllar che raccomanda l'adozione di misure destinate a "garantire ai palestinesi una migliore protezione";
5, il rabbino Meir Kahana, leader del movimento sionista di estrema destra Kach, viene assassinato negli Stati Uniti, dove ha fondato la Lega per la difesa ebraica;


- Egitto (fascia di Gaza)

1991
Dicembre
8
, IV anniversario dell'intifadah

l'OLP sceglie di appoggiare Saddam Hussein nella disastrosa guerra del Golfo compromettendo così le aspirazioni palestinesi volte alla creazione di un proprio stato autonomo nei territori occupati da Israele;


Hamas «zelo, fervore»
["Harakat Al-Muqawanat Al-Islamiya"]


dichiarato illegale, questo "Movimento di resistenza islamica" che opera nei territori palestinesi occupati da Israele ed è la maggiore fonte propulsiva dell' "intifadah palestinese", si oppone con durezza al processo di pace israelo-palestinese e lotta per scalzare l'OLP quale unico portavoce della causa palestinese;
particolarmente attivo nella Striscia di Gaza cuore della "guerra delle pietre" iniziata nel 1987 svolge sia un'intensa attività sociale, sia una campagna terroristica contro obiettivi civili e militari israeliani per mezzo della sua componente armata, i battaglioni Izz-al Din Qassam;
formalmente autonomi, questi ultimi operano sotto il coordinamento di una direzione generale;


- Giordania (Cisgiordania)
1991
Dicembre
8
, IV anniversario dell'intifadah


1991
Regno Arabo Saudita
[dal 27 set 1932]
[come membro fondatore, dal 22 marzo 1945 fa parte della "Lega araba".]
Fahd ibn 'Abd al-Aziz
Albero genealogico
(ar-Riyadh 1922 - ?)
figlio di 'Abd al-Aziz III discendente della dinastia wahhabita dei Banu Sa'ud;
1975-80, designato principe ereditario, promuove il secondo piano quinquennale di sviluppo saudita, impegnandosi in prima persona per l'industrializzazione del paese;
1981, suggerisce un piano di pace per la Palestina che prevede, accanto al riconoscimento di Israele, il ritiro di quest'ultimo da Gerusalemme e dai territori occupati;
1982-?, re dell'Arabia Saudita;
appena nominato re, riafferma con forza il suo ruolo diprotettore e custode dei luoghi santi dell'Islam, applicando in maniera alquanto rigida la legge coranica, pur favorendo la "modernizzazione" del processo educativo del popolo;
acerrimo avversario del khomeinismo sciita, impone il numero chiuso ai pellegrini alla Mecca; negli anni '80 sostiene con armi e denaro Saddam Hussein e offre più volte la sua mediazione per risolvere i conflitti arabo-israeliani e libanese;
1991
-

1991
[sceiccato indipendente dal 16 giugno 1961;
la nuova costituzione (1963) prevede la formazione di un'assemblea nazionale con elezioni su base individuale (i partiti sono messi al bando).
Nel 1963 si sono svolte le prime elezioni, su base individuale (i partiti sono messi al bando), per la formazione dell'assemblea nazionale.]
Jaber al-Ahmed al-Sabah

(? - ?)
cugino di Sabah al-Salim al-Sabah;
1977-?, sceicco del Kuwait;



[la popolazione è composta per più della metà da stranieri; dal 1986 è sciolta l'assemblea nazionale e sospesa la costituzione del 1962.]
- Primo ministro
sceicco Saad al-Abdallah al-Sabah
(principe ereditario)
(? - ?)
1991
Marzo
4
, lo sceicco Saad al-Abdallah al-Sabah, principe ereditario e primo ministro, rientra in Kuwait dall'Arabia Saudita dove si era rifugiato dopo l'invasione dell'emirato da parte dell'Iraq;
saccheggiato, devastato e disorganizzato il paese è privo d'acqua, di elettricità di telecomunicazioni; i pozzi di petrolio incendiati dagli iracheni continuano a bruciare emettendo una spessa nube inquinante; mentre i presunti "collaborazionisti" dell'invasore, specialmente i palestinesi, sono oggetto di rappresaglie, alcuni incominciano ad accusare il governo di inerzia e di incompetenza, a chiedere l'instaurazione della democrazia e a denunciare pretesi complotti per eliminare ogni opposizione al potere assoluto della famiglia regnante dei Sabah;
7, lo sceicco Saad al-Abdallah al-Sabah promette elezioni generali e la restaurazione della costituzione del 1962 sospesa nel 1986; i primi prigionieri kuwaitiani sono liberati dall'Iraq;
14, rientra con discrezione nel paese l'emiro, sceicco Jaber al-Ahmed al-Sabah;

Aprile
20
, il principe ereditario Saad al-Abdallah al-Sabah presenta il suo nuovo governo; l'opposizione che chiedeva un governo di unità nazionale, denuncia la persistente preponderanza della famiglia reale, che ha la parte del leone anche nella nuova formazione;

1991
Bahrein
[Monarchia assoluta indipendente dal 1972.]
?  
(?-?)
?-?, emiro del Bahrein;
1991
-

1991
Qatar
[Monarchia assoluta indipendente dal 1972.]
?  
(?-?)
?-?, emiro del Qatar;
1991
-

1991
EMIRATI ARABI UNITI
[capitale: Abu Dhabi]
[confederazione di sette sceiccati, monarchie assolute: Abu Dhabi, Dubai, Sharja, Ajman, Umm al-Qaiwain, Ras al-Khaimah e Fujayrah, noti anche come Stati della Tregua (Trucial States);
dal 1985 sono stati allacciati rapporti diplomatici con l'Unione Sovietica;
dal 1986 hanno riallacciato i rapporti con Il Cairo interrotti nel 1979 (quando l'Egitto è stato espulso dalla lega in seguto agli accordi con Israele).
Dopo l'invasione del Kuwait da parte dell'Iraq, una parte consistente delle forze alleate è stata stanziata negli Emirati. ]
- Presidente
sceicco Šayh Zayd
(? - ?)
[emiro di Abu Dhabi]
- Vicepresidente
sceicco Maktum
(? - ?)
[emiro di Dubai]
1991
dopo l'invasione del Kuwait da parte dell'Iraq, una parte consistente delle forze alleate è stata stanziata negli Emirati;
 
- Abu Dhabi
?  
(?-?)
?-?, emiro di Abu Dhabi;
1991
-
- Dubai
?  
(?-?)
?-?, emiro di Dubai;
1991
-
- Sharja
?  
(?-?)
?-?, emiro di Sharja;
1991
-
- Ajman
?  
(?-?)
?-?, emiro di Ajman;
1991
-
- Umm al-Qaiwain
?  
(?-?)
?-?, emiro di Umm al-Qaiwain;
1991
-
- Ras al-Khaimah [dal 1972]
?  
(?-?)
?-?, emiro di Ras al-Khaimah;
1991
-
- Fujayrah
?  
(?-?)
?-?, emiro di Fujayrah;
1991
-


1991
[dopo la fusione, avvenuta nel 1990 dei due stati (Yemen del Nord, conservatore, e Yemen del Sud, socialista).]
- Presidente
Ali Abdullah Saleh
(1990 - ?)
[CPG (Congresso generale del popolo)]
- P rimo ministro
Haider Abu Bakr al Attas
(1990 -?)
[PSY (Partito socialista)]

1991
Maggio
viene ora approvata da un referendum una nuova costituzione;





1991
[dal 1972 il trattato di assistenza irano-omanita, con cui la casa regnante ha sostituito alla protezione britannica quella iraniana, è stato sancito dalla cessione di Hormuz all'Iran;
apertura dei rapporti diplomatici con la Repubblica Democratica Popolare dello Yemen (1977 e 1983), con la Repubblica Popolare Cinese (1978), con l'Unione Sovietica (1985) e con la Siria (1987);
patto di difesa stipulato con gli Stati Uniti (1980);
dal 1990 ha aperto le sue basi aeree alle forze occidentali evitando però ogni forma di impegno esplicito;.]
Qabus ibn Said
-
(? - ?)
figlio del sultanoTaymoor;
1970-?, sultano di Oman;



1991
-







1991
[dall'agosto 1988 a Ginevra si incontrano le due delegazioni guidate da:
- Tarek Aziz (Iraq),
- Velayati (Iran)
con il segretario delle Nazioni Unite Perez De Cuellar come moderatore, ma i negoziati non progrediscono.]
- Presidente del Consiglio del Comando della rivoluzione
- Primo ministro
Saadoun Hammadi
(? - 1991)
[partito baath iracheno]
Mohamed Hamza el Zubaidi (1991 set - 1993)
[partito baath iracheno]
Ispettore capo dell'ONU in Iraq
Rolf Ekéus
(1991 - 1999)
1991
Marzo
2
, gli sciiti di Bassora si ribellano e ben presto la rivolta si estende a tutto il paese; l'assemblea suprema della rivoluzione islamica in Iraq, un movimento di opposizione in esilio guidato dall'hojateslam Mohamed Bakr al Hakim, annuncia che diverse città sono nelle mani degli insorti;
6, assume la carica di ministro dell'interno Ali Hassan al Majid, detto "il macellaio del Kurdistan";
16, Saddam Hussein annuncia che la ribellione sciita nel Sud è stata schiacciata, e minaccia la stessa sorte ai ribelli curdi nel Nord; il presidente promette riforme democratiche;
23, Saadoun Hammadi, dell'ala moderata del partito baath iracheno, viene nominato primo ministro, una carica finora occupata dallo stesso Saddam Hussein;

Aprile
3
, Baghdad annuncia la riconquista di Sulaymaniyah, l'ultima città ancora in mano ai ribelli curdi;

Settembre
12
, al X congresso del partito baath iracheno, Saddam Hussein esclude una liberalizzazione del regime;
13, Mohamed Hamza el Zubaidi sostituisce Saadoun Hammadi;



Kurdistan (iracheno)
[le multinazionali del petrolio e in particolare l'Iraq Petroleum Corporation (anglo-franco-olandese-americana) operano nei giacimenti della zona di Kirkuk.]
1991
circa 3 milioni di curdi conducono una dura lotta per l'indipendenza guidata dall'UPK (Unione patriottica del Kurdistan) di Jalal Talibani e dal PDK (Partito democratico del Kurdistan) di Massud Barzani;
Marzo
2
, il PDK comunica che i curdi si sono ribellati fin da febbraio e controllano diverse città della regione;




1991
[la nuova costituzione assegna la direzione del paese a una guida spirituale (il faqih), cioè allo stesso Ruhollah Khomeini mentre il potere esecutivo spetta a un presidente.
Successore designato (1985) nel ruolo di "guida della rivoluzione" è l'ayatollah Hossein Ali Montazeri, che però ha perso potere dopo l'esecuzione del suo collaboratore;
il presidente del parlamento (Majlis), Hashemi Ali Akbar Rafsanjani, ha assunto la direzione del consiglio dei guardiani della rivoluzione.
Dopo il cessate il fuoco, dall'agosto 1988 a Ginevra si incontrano le due delegazioni guidate da:
- Tarek Aziz (Iraq),
- Velayati (Iran)
con il segretario delle Nazioni Unite Perez De Cuellar come moderatore; ]
- Capo e guardiano supremo della nazione
ayatollah Ali Khamenei
(1989 - ?)
[PRI]
- Presidente della repubblica (potere esecutivo)
Hashemi Ali Akbar Rafsanjani
(1989 lug - ?)
[PRI]
- Presidente del parlamento (Majlis)
Mehdi Karoubi
(1989 - ?)
[PRI]
- Primo ministro
?
(? - ?)
[PRI]
PRI (Partito della repubblica islamica, khomeinista)
[davanti al Majlis Hashemi Ali Akbar Rafsanjani ha presentato un governo di tecnici]
1991
-


 
seconda Guerra del Golfo

«segue da 1990»

1991 
Gennaio
la più grande armata allestita dai tempi della seconda guerra mondiale viene concentrata nel deserto saudita:
795.000 soldati di 29 Paesi diversi, con 210 navi da guerra, 2300 aerei e 3500 carri armati;
gli statunitensi inviano 580.000 uomini, il 34% della loro forza combattiva, una percentuale superiore a quella inviata nel Vietnam;
sono presenti anche 25.000 inglesi e 12.000 francesi, nonché contingenti siriani, egiziani, sauditi e di altri Paesi arabi;
il contributo italiano è limitato ad alcune navi da guerra e a una squadriglia di 10 Tornado;
l'Iraq è isolato: è appoggiato solo dall'OLP, dalla Giordania e da pochi altri Paesi arabi estremisti;
16-17, 24 ore dopo la scadenza dell'ultimatum viene lanciata l'operazione Desert Storm (Tempesta nel deserto), l'offensiva aerea delle truppe alleate;
il conflitto armato si prolunga per 5 settimane, sino alla disfatta irachena;

Febbraio
24
, inizia l'operazione Desert Sabre (Sciabola del deserto) l'offensiva delle forze terrestri alleate;
28, l'Iraq si arrende ed il presidente americano George Bush annuncia il "cessate il fuoco";

Aprile
3
, con la risoluzione 687 l'ONU saluta la liberazione del Kuwait, dichiara il ristabilimento delle frontiere precedenti all'invasione, toglie l'embargo all'Iraq sui generi di prima necessità e lo impegna a distruggere le sue armi nucleari, biologiche e chimiche.

Perdite
Alleati
meno di 400 caduti (dei quali solo 240 in azione, gli altri 138 in seguito ad incidenti e a "fuoco amico"), 3754 feriti (776 in azione), 44 aerei (incluso 1 Tornado italiano);
Iraq (solo stime)
50.000-100.000 morti inclusi 10.000 civili, oltre alla distruzione di migliaia di carri armati, veicoli e cannoni.
Essendo stata una guerra "limitata" (liberazione del Kuwait e ristabilimento dello status quo) non abbatte il regime iracheno e Saddam Hussein resta al potere nonostante la durissima sconfitta subita.
Militarmente è la prima guerra elettronica.
Fine







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