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ANNO 1956

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Radio-TV

Papa Pio XII
(1939-58)

responsabile dell'Entità: card. P. Fumasoni Biondi.

ONU
[Organizzazione delle nazioni unite]

1956
segr.gen.: Dag Hammarskjöld (1953 apr - set 1961);

Conferenza di Brioni

1956, 19 luglio, Brioni, si riuniscono:
. Tito, presidente jugoslavo,
. G.A. Nasser, presidente egiziano,
. J. Nehru, primo ministro indiano;
tra l'altro, il comunicato finale dice che «…la divisione del mondo attuale in potenti blocchi di paesi tende a perpetuare i pericoli e i contrasti esistenti in varie zone del globo. La pace non si può conseguire con la divisione ma tendendo alla sicurezza collettiva su base mondiale, ampliando l'area della libertà e ponendo termine al dominio di un paese sull'altro».

Cipro

1956, 3 marzo, le autorità britanniche arrestano l'arcivescovo Makarios e lo deportano nelle isole Seyschelles (sarà rilasciato il 30 aprile 1957).

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1956
Schweizerische Eidgenossenschaf
Confédération suisse
Confederazione svizzera
[Repubblica federale]
- Presidente
-
- Primo ministro
-
-

1956
Novembre
Friburgo, viene fondata l'Unione Universitaria per la Libertà Umana;

Lo stesso anno, lettera dell'episcopato cattolico intitolata: «Sull'orlo dell'abisso».


1956
Fürstentum Liechtenstein
[Monarchia costituzionale]
Francesco Giuseppe II
Albero genealogico
(1906 - 1989)
figlio di
1938-89
, principe di Liechtenstein;
[il FBP (Partito borghese del progresso), centrodestra, è al potere dal 1928]


1956
-


1956
Republik Osterreich
[neutrale da mag 1955]
- Presidente
Theodor Körner
(1951 27 mag - 4 gen 1957)
[SPÖ, Partito socialdemocratico]
- Cancelliere
Julius Raab
(1953 apr - 1961)
(ÖVP, Partito popolare austriaco)
 

1956
Maggio
10
, Vienna, nomina di mons. Franziskus König a successore del card. Teodoro Innitzer nella sede arcivescovile;
13, Elezioni politiche. [dette "del petrolio"]

Elezioni politiche
[1956]
 
%
seggi
ÖVP (Österreichische Volkspartei)
[Partito popolare austriaco]
45,96
82
SPÖ (Sozialistiche Partei Österreichs)
[Partito Socialista]
43,04
74
Partito liberale
6,52
6
Partito comunista
4,42
3
altri
0,6
-
Totale
100,00
165
Queste elezioni sono dette "del petrolio" perché modelli di pozzi petroliferi costruiti in legno e coperti di manifesti di propaganda elettorale sono state erette nelle strade al centro di Vienna.
La liberazione del paese dall'occupazione (primavera del 1955) ha infatti ridato all'Austria i suoi pozzi petroliferi e fatto sorgere il problema della loro nazionalizzazione.
La nazionalizzazione è già stata spinta al massimo, nel paese, dai socialisti: i petroli appaiono quindi come l'ultimo baluardo della battaglia tra sopraffazione statale e libera iniziativa. L'abilità di Julius Raab è stata quella di decidere per la seconda opzione, ottenendo così il voto ceti medi e degli elementi conservatori più retrivi.
Ma lo stratagemma col quale egli soprattutto ha vinto le elezioni è stata l'abile invenzione delle «azioni del popolo» emesse con valore nominale modico, per permettere a tutti i cittadini di partecipare direttamente e con il proprio capitale alle varie imprese industriali, partecipando così – è stata la fascinosa promessa – alla ricchezza del paese.
A questo scopo il Partito Popolare ha promesso nuove norme legislative che abbassino il limite del valore nominale delle azioni da mille a duecento scellini.
[Carlo Falconi, La Chiesa e le organizzazioni cattoliche in Europa, Milano 1960, Edizioni di Comunità.]

Giugno
17
, Vienna, solenne intronizzazione di mons. Franziskus König nell'arcivescovato;

Agosto
8
, Vienna, Joseph Streidt è nominato ausiliare di mons. Franziskus König;

 

 

1956
Bundesrepublik Deutschland
[Repubblica Federale di Germania (FDR)]
(maggio 1949)
- Presidente
Theodor Heuss
(1949 - 1959)
[FDP]
II Legislatura 1953 6 ott - 6 ott 1957
- Cancelliere
K. Adenauer
II
(1953 20 ott - 29 ott 1957)
[CDU]
[Coalizione di centrodestra formata da:
- CDU (Christlich Demokratische Union Deutschlands - Unione cristiano-democratica) e
- CSU (Christlich-Soziale Union - Unione cristiano-sociale),
- FDP (Freie Demokratische Partei - Partito liberaldemocratico),
- DP (Partito Tedesco) e
- FVP (Partito Popolare Liberale).]
Affari Esteri
Heinrich von Brentano (CDU)
(1955 8 giu - 29 ott 1957)
Interni
Gerhard Schröder (CDU)
(1953 20 ott - 14 nov 1961)
Giustizia
Fritz Neumayer (FDP), FVP[1]
(1953 20 ott - 16 ott 1956)
Hans-Joachim von Merkatz (DP)
(1956 17 ott - 29 ott 1957)
Finanze
Fritz Schäffer (CSU)
(1949 20 set - 29 ott 1957)
Economia
L. Erhard (Indip.)
(1949 20 set - 29 ott 1957)
Alimentazione, Agricoltura e Foreste
Heinrich Lübke (CDU)
(1953 20 ott - 15 set 1959)
Lavoro
Anton Storch (CDU)
(1949 20 set - 29 ott 1957)
Difesa
(Ministero creato il 08/06/1955)
Theodor Blank (CDU)
(1955 8 giu - 16 ott 1956)
Franz Josef Strauß (CSU)
(1956 17 ott - 14 nov 1961)
Trasporti
Hans-Christoph Seebohm (DP)
(1949 20 set - 30 nov 1966)
Poste e Telecomunicazioni
Siegfried Balke (CSU)
(1953 10 dic - 14 nov 1956)
Ernst Lemmer (CDU)
(1956 15 nov - 29 ott 1957)
Alloggi
Victor-Emanuel Preusker (FDP), FVP[1]
(1953 20 ott - 29 ott 1957)
Affari dei rifugiati
Theodor Oberländer BHE, (CDU)[2]
(1953 20 ott - 29 ott 1957)
Rapporti con la Germania Est
Jakob Kaiser (CDU)
(1953 20 ott - 29 ott 1957)
Affari regionali
Hans-Joachim von Merkatz (DP)
(1955 27 mag - 13 dic 1962)
Questioni nucleari
(Ministero creato il 20/10/1955)
Franz Josef Strauß (CSU) (1953 20 ott - 16 ott 1956)
Siegfried Balke (CSU)
(1956 17 ott - 29 ott 1957)
Questioni familiari
Franz-Josef Wuermeling (CDU)
(1953 20 ott - 29 ott 1957)
Cooperazione economica
+ Vice-cancelliere
Franz Blücher (FDP), FVP[1]
(1953 20 ott - 29 ott 1957)
Ministri senza portafoglio
-
Waldemar Kraft BHE, (CDU)[2]
(1953 20 ott - 16 ott 1956)
 
-
Hermann Schäfer (FDP), FVP[1]
(1953 20 ott - 16 ott 1956)
 
[1] Membro del Partito liberaldemocratico (FDP) fino al 1956, e del Partito Popolare liberale (FVP) dopo.
[2] Membro del Blocco dei rifugiati (BHE) fino al 1955, e dell’Unione Cristiano Democratica (CDU) dal 1956.
-

1956
Mentre il libro Das Dritte Reich und die Juden (Il Terzo Reich e gli ebrei) di Léon Poliakov e Josef Wulf continua a suscitare grande clamore, su Der Weg» esce l'articolo Die Rolle der "Gestapo" (Il ruolo della "Gestapo") firmato da un certo Paul Benecke (vari i tentativi per identificarlo ma non c'è certezza);
il succo di questo articolo autoassolutorio è che la colpa di quanto è successo non è affatto delle SS ma solo della Gestapo ecc.
[Bettina Stangneth, La verità del male (2017, Luiss).]

Giugno
5
, accordo con la Francia per il ritorno della Saar alla BDR dal 1 gennaio 1957;
23, Pio XII riceve per un quarto d'ora il dott. Dibelius, vescovo evangelico di Berlino, presidente del Sinodo della Chiesa Evangelica e copresidente del Consiglio Ecumenico delle Chiese, di passaggio per Roma diretto in Australia;

Luglio
K. Adenauer in visita a Pio XII;

Agosto
17
, la Corte costituzionale di Karlsruhe vieta nella BDR il KPD (Kommunistische Partei Deutschlands - Partito comunista di Germania);
sciolto dalla sentenza, il partito è costretto alla clandestinità;
29-2 settembre, Colonia, si tiene il 77° Katholikentag; è presente anche il card. G. Piazza;

Settembre
-
Lo stesso anno esce un secondo libro Das Dritte Reich und seine Diener (Il Terzo Reich e i suoi servitori), di Léon Poliakov e Josef Wulf, che prende di mira il Ministero degli Esteri, l'apparato giudiziario nazista e l'esercito.
A breve distanza di tempo escono altri due libri influenti:
- Die Endlösung. Hitlers Versuch der Ausrottung der Juden Europas 1939-1945 (La soluzione finale. Il tentativo di Hitler di sterminare gli ebrei europei 1939-1945), di Gerard Reitlinger.
[Trattasi del primo ambizioso tentativo di delineare un quadro a tutto tondo dell'olocausto che ha trovato finalmente un editore tedesco.]
- Die Geschichte des Joel Brand (La storia di Joel Brand) di Alex Weissberg.
[Un compendio delle discussioni che accompagnarono il cosiddetto "processo Kasztner" tenutosi a Gerusalemme.]

Novembre
30
, Berlino, in una convention del "Deutsche Reichspartei" un membro del partito se ne esce con l'affermazione che il referente della Gestapo per la questione ebraica, quindi A. Eichmann, è "ebreo a tutti gli effetti". Con l'aiuto di H. Himmler e di ebrei stranieri si sarebbe infiltrato nelle SS e vi avrebbe instillato l'antisemitismo. Secondo questa versione A. Eichmann vive da tempo a Tel Aviv. [Si trova invece in Argentina dal 1950]
[Bettina Stangneth, La verità del male (2017, Luiss).]

Dicembre
muore p. Henrich Jansen Crond, gesuita, fondatore della Katolischen Publizisten Deutschlands (Società dei Pubblicisti Cattolici della Germania) fondata nel settembre del 1948 a Magonza durante il I Katholikentag.
[Avrà per successore, come assistente ecclesiastico, il nuovo direttore della rivista «Leuchtturm» il gesuita p. Pereira.
In seguito la società allargherà la schiera dei suoi membri accogliendo anche collaboratori della Radio-Televisione e del cinema. All'inizio del 1959 essa conterà 274 iscritti. Nel 1959 sarà celebrato il primo decennio e pubblicato un fascicolo intitolato Henrich Jansen Crond und Die Katholischen Publizisten Deutschlands.]




1956
Royaume de Belgique
Konikrijk België

Baldovino I

Albero genealogico

(1930 - 1993)
figlio di Leopoldo III e di Astrid di Svezia;
1951-93, re dei Belgi;

 
Primo ministro
-
 

1956
Primo Direttorio di pastorale liturgica;

 


1956
Koninkrijk der Nederlanden
[Regno dei Paesi Bassi]

Giuliana

Albero genealogico

(l'Aia 1909 - 2004)
figlia di Guglielmina regina dei Paesi Bassi e del principe consorte Enrico di Meclemburgo-Schwerin;
1937, sposa il principe Bernardo di Lippe-Biesterfeld;
1948-80, regina dei Paesi Bassi;
[dopo l'abdicazione della madre]


Primo ministro
Willem Drees, SDAP
[Partito socialista]
(1948 - 1958)
 

1956
Febbraio
l'Indonesia denuncia l'Unione olandese indonesiana;

Elezioni politiche.

Elezioni politiche
[1956]

 

seggi
- Partito laburista
50
- Partito popolare cattolico
49
- Partito antirivoluzionario
15
- Partito liberale
13
- Unione cristiano-storica
[protestante]
13
- Partito politico riformato
3
- Partito comunista
7
Totale seggi
150
 
[Carlo Falconi, La Chiesa e le organizzazioni cattoliche in Europa, Milano 1960, Edizioni di Comunità.]

Novembre
il principe Kartel van der Kastele, duca di Borbone, figlio dell'ambasciatore d'Olanda a Dublino, entra nel Collegio Capranica a Roma per prepararsi al sacerdozio;

Dicembre
22
, Pierre-Matthias Van der Meer de Walcheren, convertitosi al cattolicesimo nel 1911 e fattosi benedettino nel 1954 dopo la morte della moglie, è ordinato sacerdote;

 


1956
Grousherzogden Lezebuurg
Grand-Duché de Luxemburg
Charlotte di Nassau-Weilburg
Albero genealogico

(1896 - ?)
figlia di Guglielmo IV e di Maria Anna di Portogallo;
1919-64, duchessa di Nassau;
1919-64, granduchessa di Lussemburgo;


- dal 1919 il paese ha una costituzione democratica,
- dal 1948 ha rinunciato alla neutralità,
- dal 1951 fa parte della CECA,
- dal 1954 fa parte della UEO.
 

1956
-


1956
Kongeriget Danmark
[Regno di Danimarca]
Federico IX
Albero genealogico

(? - ?)
figlio di Cristiano X e di Alessandrina di Mecklenburg;
1947-72, re di Danimarca;

 

1956
Maggio
29
, muore lo scrittore Giovanni Joergensen;
[Convertitosi al cattolicesimo nel 1896, aveva fatto ritorno in Danimarca nel 1954 dopo aver vissuto all'estero, per lo più ad Assisi.]

Dicembre
il primate luterano danese, dr. Fuglsang-Damgaard, visita la Chiesa ortodossa russa a capo di una delegazione di membri della sua chiesa;



1956
Repubblica d'Islanda
[dal 17 giugno 1944]
Presidente
-
Primo ministro
-
 

1956
-


1956
Kongeriket Norge
[Regno di Norvegia]
[dal 1905]
Haakon VII
Albero genealogico

principe Carlo (? - ?)
figlio di Federico VIII re di Danimarca e di Luisa di Svezia;
1905-57
, re di Norvegia;

 
Primo ministro
-

1956
Giugno
la Chiesa luterana norvegese si rifiuta di avere contatti col metropolita ortodosso del Patriarcato di Mosca, Nicola;

Novembre
con 111 favorevoli e 31 contrari il Parlamento norvegese modifica l'articolo della Costituzione contrario all'apertura di case religiose nel paese da parte dei gesuiti;

Dicembre

verso la fine del mese il vescovo luterano di Oslo, primate della Norvegia, dott. Berggrav, critica il collega danese Fuglsand-Damgwaard per il suo viaggio a Mosca;
il Parlamento fa cadere l'unico ostacolo legale (una legge del 1938) che impediva alle donne di esercitare il pastorato;

 

 


1956
Konungariket Sverige
[Regno di Svezia]
Gustavo VI Adolfo
Albero genealogico

(? - ?)
figlio di Gustavo V e di ?;
1950-73, re di Svezia;

 
Primo ministro
Tage Fritiof Erlander
(1946 - 1969)
[Partito socialdemocratico]

1956
Maggio
il socialdemocratico Rolf Edberg presenta al Parlamento la proposta di istituire una commissione di inchiesta per studiare l'opportunità della separazione della Chiesa (luterana) dallo Stato;



1956
Suomen Tasavalta
Republiken Finland
[Repubblica di Finlandia]
Presidente
-
Urho Kaleva Kekkonen
[Partito agrario]
(1956 feb - 1981)
Primo ministro
Urho Kaleva Kekkonen
[Partito agrario]
(1954 ott - feb 1956)
Karl August Fagerholm
[Partito socialdemocratico]
(1956 feb - 1960)
Ministro dell'interno
-
Ministro degli esteri
-
[prevalenza dei partiti di centrodestra ma anche una forte presenza comunista]

1956
Febbraio
Urho Kaleva Kekkonen diventa presidente della repubblica;
Karl August Fagerholm del Partito socialdemocratico costituisce un governo di coalizione con il Partito del popolo e con il Partito agrario;

Dicembre
20
, Voionmaa Tapio, inviato straordinario e ministro plenipotenziario della Finlandia, presenta le credenziali a Pio XII;


a



1956
Repubblica Popolare Federativa
di Jugoslavia

[Federativna Narodna Republika Jugoslavija]
(dal 29 Novembre 1945)
- Presidente dell'assemblea federale:
-
- Vicepresidente del governo federale:
-
- Vicepresidente del consiglio:
Edvard Kardeij
(1946-63)
- Ministro degli esteri:
-
- Ministro degli interni e della sicurezza
Alexander Rankovic
(? - ?)

1956
nella "Dichiarazione di Mosca" si arriva alla normalizzazione dei rapporti con i paesi dell'Europa dell'Est;

Maggio
7
, Tito compie una visita ufficiale in Francia;

Giugno
, Tito compie una visita ufficiale in Unione Sovietica;

Luglio
17
, Brioni, inizia un incontro tra Tito, G.A. Nasser e S.J. Nehru;

 

6 REPUBBLICHE POPOLARI
SLOVENIA - cap. Lubiana

1956

CROAZIA - cap. Zagabria

1956
chiusura del Seminario teologico di Spalato;

 

SERBIA - cap. Belgrado

1956
-

Vojvodina - capol. Novi Sad
[Provincia autonoma, dal settembre 1945, con la sua forte minoranza ungherese.]
1956
-
Kosovo-Metohija - capol. Pristina
[o "Kosmet", Territorio autonomo (autonoma oblast), dal settembre 1945]
1956
-
BOSNIA-ERZEGOVINA - cap. Sarajevo

1956
-

MONTENEGRO - cap. Podgorica-Titograd

1956
-

MACEDONIA - cap. Skoplje

1956
-

a

1956
Presidente
Enver Hoxha
(1946 - 1982)
segretario del Partito del lavoro
Enver Hoxha
(1954 - 1985)

1956
-


1956
REGNO di GRECIA
(1935 - 1947)

Paolo I

Albero genealogico

(Atene 1901 - 1964)
terzo figlio di Costantino I re di Grecia e di Sofia di Hohenzollern;
1938, sposa Federica di Brunswick;
1940-45, ufficiale di marina durante la seconda guerra mondiale, ripara all'estero dopo l'occupazione del paese a opera delle truppe italo-tedesche;
1947-64, re di Grecia;
[1° aprile, salito al trono alla morte del fratello.]

Primo ministro
Kostandinos Karamanlis
(1955 - 1963)
[governo semidittatoriale, su una linea conservatrice e anticomunista]

1956
-
Voci di probabile instaurazione di rapporti diplomatici tra Grecia e S. Sede e immediata reazione ufficiale della Chiesa ortodossa.

 


1956
REPUBBLICA di TURCHIA
(novembre 1923)
[dal 1925 la shari'a (vecchia legge religiosa islamica) è stata sostituita dai moderni codici, modellati su quelli europei.]
Presidente
della Repubblica
Celal Bayar
[Partito democratico]
(1950 - apr 1960)
Primo ministro
Adnan Menderes
[Partito democratico]
(1950 - apr 1960)
- dal 1952 la Turchia fa parte della NATO,
- dal 1955 è nel "patto di Baghdad".
 

1956
a causa della restrizione delle libertà individuali, si diffonde il movimento di protesta tra studenti, intellettuali e operai organizzati;

Ottobre
7
, allusioni alle buone relazioni col governo turco nel discorso di Pio XII su Innocenzo XI;

 





1956
U.R.S.S.
(Unione delle repubbliche sovietiche: Russia, Ucraina, Bielorussia e Transcaucasia)
1° segretario
del Comitato centrale del PCUS
N.S. Chrušcëv
(1953 nov - ott 1964)
[Il PCUS (Partito comunista dell'Unione Sovietica), partito unico, ha un ruolo dirigente.]
presidente
del Consiglio
dei Soviet
N.A. Bulganin
(1955 feb - giu 1957) 
vicepresidente
-
MVD, [ex NKVD]
[Ministero per gli affari interni]
Ministro
-
KGB
(Komitet Gosudarstvennoi Bezopasnosti – Comitato per la sicurezza dello stato)
Ministro
-
 
RUSSIA
(Repubblica Socialista Federativa Sovietica)
(capitale: Mosca)
Patriarca di Mosca
Alexej
(1944 set - † 1970)

1956

"destalinizzazione"

Gennaio
, nel suo messaggio per il nuovo anno il patriarca Alexej elogia l'appello di Pio XII in favore della pace.

Febbraio
14
-25, Mosca, XX congresso del PCUS(partito comunista dell'Urss): N.S. Chrušcëv attacca lo stalinismo e il "culto della personalità" di fronte a 55 partiti comunisti di altrettanti paesi;
25, allo stesso congresso N.S. Chrušcëv espone il rapporto segreto sui delitti di Stalin, confessando che:
- il 70% dei membri del Comitato Centrale del PCUS, eletti al XVII congresso (1934) sono poi spariti, cioè arrestati e fucilati (dopo sentenze farsa di venti minuti);
- sotto Stalin si praticava la tortura;
- la catena di repressioni di massa ha portato alla deportazione di popoli interi «…tranne gli ucraini, perché erano troppi!»;
[Dove stavano N.S. Chrušcëv e gli altri del Politburo quando questo succedeva? E dove stava P. Togliatti? ecc.]

Marzo
4, «Il Giornale d'Italia» "rivela" che nei giorni precedenti, nel Pontificio Collegio Russicum a Roma, si sono svolte misteriose trattative tra esponenti del cattolicesimo russo e della Chiesa Patriarcale di Mosca sulla possibilità di coesistenza e di collaborazione tra il cattolicesimo e l'ortodossia.
[La notizia sarà smentita dal Pontificio Collegio Russicum.]
9-22, una delegazione del "Consiglio Nazionale delle Chiese degli Stati Uniti" visita l'Unione Sovietica.

Aprile
17, scioglimento del Kominform;
18, viaggio ufficiale di N.S. Chrušcëv e N.A. Bulganin a Londra;

Giugno
, Mosca, il mar.llo Tito giunge in visita ufficiale;
Molotov lascia il ministro degli Esteri; viene chiamato a succedergli Dimitri Scepilov, membro segretario del comitato centrale e direttore del quotidiano moscovita «Pravda»;
Dimitri Scepilov inizia subito una serie di visite all'estero;
4, il testo del "rapporto" tenuto da N.S. Chrušcëv il 25 febbraio precedente, ancora ignorato dalla «Pravda», viene pubblicato dal dal Dipartimento di Stato degli USA sul «New York Times»;
[In Italia è «Il Punto» a dare la "primizia", mentre «l'Unità» lo pubblicherà, a stralci, soltanto fra trent'anni, nel 1986]
N.S. Chrušcëv , oltre a denunciare i crimini del periodo staliniano, si decide di rimuovere la salma del dittatore dal mausoleo di Lenin;
la destalinizzazione, non attuatasi fino in fondo, ha notevoli ripercussioni sull'insieme del movimento comunista internazionale favorendo la ricerca, all'interno dei partiti, di una via "nazionale" originale al socialismo;
con la denuncia degli errori passati mette in crisi tuttavia anche la visione monolitica del campo comunista arrivando a compromettere i rapporti fra alcuni stati socialisti come il caso clamoroso della rottura tra Russia e Cina.
Nella seconda metà del mese Dimitri Scepilov visita il Medio Oriente dove intanto si sta giocando una grossa partita.


13, per la prima volta, turisti russi, presenti in Piazza S. Pietro al momento in cui Pio XII dà la consueta benedizione domenicale di mezzogiorno, acclamano il papa.

Lo stesso mese dignitari ortodossi compiono una visita negli Stati Uniti.
Viene pubblicata un'edizione della Bibbia in russo.

Agosto
Sukumi, un altro gruppetto di scienziati tedeschi viene fatto ritornare nella Germania est con la formale proibizione di oltrepassare la cortina di ferro.
21, l'incaricato d'affari sovietico a Roma, Dimitri Pogidaiev, consegna al nunzio apostolico in Italia un appello al disarmo dei deputati sovietici e lo intrattiene sulla possibilità di migliorare le relazioni tra URSS e Vaticano.

Ottobre
19
, l'Unione Sovietica dichiara concluso lo stato di guerra con il Giappone;
19-20, una delegazione del Comitato centrale del PCUS si precipita a Varsavia per discutere con il governo polacco il problema dell'allontanamento del mar.llo K.K. Rokossovskij;
della delegazione fanno parte:
. N.S. Chrušcëv,
. Kaganovic,
. Mikoyan,
. Molotov.

campi di concentramento

1956, dei campi in Russia, dopo il «rapporto segreto» di N.S. Chrušcëv , è ancora difficile fare un bilancio;

Kominform

1956
Aprile
17
, viene sciolto, dopo che il XX congresso del PCUS ha avviato il processo di destalinizzazione.
[Appare evidente che qualcosa di molto importante sta avvenendo nell'Unione Sovietica e negli stati a essa legati.]

 

Repubblica della Ceceno-Inguscezia
(repubblica autonoma all'interno della Repubblica Russa)

1956
repubblica autonoma creata nel 1936 all'interno della Repubblica Russa, viene ora disciolta;
[sarà ricostituita nel 1957.]

BIELORUSSIA
(Repubblica Socialista Federativa Sovietica)
(Beloruskaja SSR - capitale: Minsk)

presidente della repubblica
-
1956
-
UCRAINA
(Repubblica Socialista Federativa Sovietica)
(capitale: Kijev)
presidente della repubblica
-

1956
Gennaio
20
, GALIZIA: Pio XII ricorda, con l'epistola apostolica "Novimus vos", indirizzata ai vescovi di rito bizantino, il millenario della conversione di s. Olga e si compiace per le celebrazioni indette in tale ricorrenza;

 

TRANSCAUCASIA
(Repubblica Socialista Federativa Sovietica)
Azerbaigian
(Repubblica federativa - capitale: Baku)
presidente della repubblica
-
1956
-
- Nagorno-Karabah (provincia autonoma)
- Nahicevan (repubblica autonoma)
Repubblica Socialista Georgiana
(Repubblica federativa - capitale: Tbilisi)
presidente della repubblica
Noé Jordania
(1918 - ?)
1956
-
- Adzaristan (repubblica autonoma)
- Abhasia (repubblica autonoma)
- Ossezia Meridionale (provincia autonoma)
Repubblica autonoma di Armenia
(Repubblica socialista - capitale: Jerevan)
presidente della repubblica
-

1956
-

 
a



1956
Repubblica Socialista Sovietica
di Estonia
Presidente
?
(? - ?)
Primo Ministro
?
(? - ?)
1956
-
 
1956
Repubblica Socialista Sovietica
di Lettonia
Presidente
?
(? - ?)
Primo Ministro
?
(? - ?)
1956
-
 
1956
Repubblica Socialista Sovietica
di Lituania
Presidente
?
(? - ?)
Primo Ministro
?
(? - ?)
1956
-

1956
Repubblica Democratica Tedesca
(DDR)
Dal 7 Ottobre 1949, entro l'ex zona di occupazione sovietica, si trovano 5 Stati:
Sassonia, Sassonia-Anhalt, Turingia, Brandeburgo, Meclemburgo.
Dal 1952 questi Stati non vengono formalmente disciolti ma viene tolta loro qualunque funzione amministrativa, cosa che di fatto equivale ad una dissoluzione; al loro posto vengono creati 14 distretti e Berlino Est che diviene capitale della DDR.
- Presidente del consiglio di stato
W. Pieck
(1949 11 ott - 24 set 1964)
- Primo Ministro
O. Grotewohl
(1949 11 ott - 24 set 1964)
- Segretario della SED
W. Ulbricht
(1950 - 1971)
[SED (Sozialistische Einheitspartei Deutschlands - Partito socialista unificato)]

1956
Gennaio
inizia il processo di riforma agraria con l'espropriazione del latifondo e la distribuzione delle terre ai contadini inseriti ora nelle cooperative di produzione;
il nuovo esercito popolare entra a far parte del Patto di Varsavia; l'Alta commissione di controllo sovietica a Berlino Est viene sciolta;
gli unici diritti che Mosca mantiene sono quelli relativi a Berlino, che rimangono regolati dagli accordi delle quattro potenze vincitrici;
offensiva in forza del "Comitato centrale della gioventù comunista" contro la santificazione della domenica e delle feste religiose;

Marzo
il primo segretaro della SED W. Ulbricht esprime severe critiche sull'atteggimento di Stalin nei mesi che precedettero l'aggressione nazista all'Unione Sovietica nel 1941;

Aprile
il trauma del XX congresso del Pcus colpisce inevitabilmente anche Berlino Est; il riflesso automatico di guardare a Mosca per sapere che vento tira induce anche W. Ulbricht a qualche revisione; alcune vittime degli anni bui, come Anton Ackermann, vengono riabilitate, ma nessuno è reinserito in posti di rilievo;
per circoscrivere subito la portata del dibattito interno scatenato dai colpi di piccone di N.S. Chrušcëv, la dirigenza del Partito si affretta del resto a precisare che al XX congresso «… il culto della personalità non è stato affatto la questione principale in discussione».
Ma la miccia accesa da N.S. Chrušcëv non si lascia spegnere tanto facilmente. Le opposizioni interne alla SED prendono coraggio e escono allo scoperto, affiancate dalle forze intellettuali che da anni aspettano l'occasione per avviare la democratizzazione del Partito e della società.
Il dissenso di questi anni si lega soprattutto al cosiddetto "gruppo Harich", dal nome del suo leader:
. Wolfgang Harich, professore di filosofia e ideologo comunista, che, assieme a:
. Steinberger, economista, già imprigionato dal 1949 al 1955 sotto l'accusa di titoismo,
. Walter Janka, intellettuale comunista e combattente di Spagna,
e altri ancora,
elabora una piattaforma riformatrice rivolta a tutto il Partito.
Viene così alla luce il filone antistalinsita del movimento operaio tedesco, fondato non sulla negazione del socialismno ma della sua perversa attuazione, che conserverà una sua vita sotterranea fino agli anni Ottanta, calamitando attorno all'ipotesi di una "terza via" le opposizoni di sinistra al regime.
Uomini come Ernst Bloch, Robert Havemann, Hans Mayer ne rappresentano alcune delle figure più note.

Dicembre
dopo l'intervento sovietico in Ungheria, W. Ulbricht ammonisce su «Neues Deutschland»: «Non esiste la terza via: questa è la lezione più importante dei fatti di Ungheria».

Alla fine del mese viene lanciato il "Namensgebung" ("battesimo" ateo);
25, a Natale prima cerimonia per televisione.


 

1956
Governo polacco
in esilio a Londra
Presidente
August Zaleski
(1947 9 giu - 7 apr 1972)
Primo ministro
Antoni Pajak
(1955 10 set - 14 giu 1965)
 
 
1956
Presidente del Consiglio di Stato
Aleksander Zawadzki
(1952 - 1964)
Primo ministro
Józef Cyrankiewicz
(1954 18 mar - 23 dic 1970)
Ministro della Difesa
nonché comandante in capo dell'esercito
K.K. Rokossovskij
(1949 nov - ott 1956)
-
Segretario generale del Poup
B. Bierut
(1948 22 dic - 12 mar 1956)
Primo Segretario
Edward Ochab
(20 mar - 21 ott)
Primo Segretario
W. Gomulka
(1956 21 ott - 20 dic 1970)
Poup (Partito operaio unificato polacco)
[PZPR (Polska Zjednoczona Partia Robotnicza)]
(1948 15 dic - 29 gen 1990)
1956

con il sostegno della Chiesa cattolica i polacchi chiedono riforme interne e la riabilitazione di W. Gomulka, ex dirigente comunista epurato dalle purghe staliniane del 1948 con l'accusa di titoismo;

Aprile
20
, la Società di Edizioni Pax inizia la pubblicazione della «R.P.C.P.» (Revue de la Presse Catholique en Pologne) per la propaganda all'estero;
[Sin da questo numero nulla vi sarà contenuto che possa offendere il dogma o la morale del cattolicesimo.]

Giugno
28
, Poznan, iniziano le agitazioni operaie, che poi si allargano alle università;
[Gli incidenti, con mano ferma, porteranno a contare 50 morti e 300 feriti.]

Agosto
5
, viene riabilitato W. Gomulka;


Ottobre
la rivolta si estende a tutto il paese;
19-20, Varsavia, arriva da Mosca una delegazione sovietica del Comitato centrale del PCUS per discutere con il governo polacco il problema dell'allontanamento del mar.llo K.K. Rokossovskij;
della delegazione fanno parte:
. N.S. Chrušcëv,
. Kaganovic,
. Mikoyan,
. Molotov.
I colloqui si concludono con una vittoria totale del governo polacco che, oltre a ottenere la destituzione del mar.llo K.K. Rokossovskij, riesce anche a fare eleggere W. Gomulka;
W. Gomulka vince il compromesso e, nominato segretario del partito, tratta con la delegazione sovietica una via polacca al socialismo che, fatta salva la fedeltà all'URSS, prevede tra l'altro il ritorno parziale alla proprietà privata della terra e alla libertà religiosa.
Il ministro della difesa K.K. Rokossovskij si dimette e rientra in URSS.
20, W. Gomulka espone il programma che si propone di realizzare in Polonia sottolineando questa frase: «C'è più di una strada che conduce al socialismo. C'è la strada sovietica, c'è la strada jugoslava e ce ne sono altre. Il popolo polacco si difenderà con tutti i mezzi e non si lascerà distogliere dalla via della democratizzazione».
La reazione dei sovietici, come fanno sapere i giornali, è piuttosto rabbiosa. N.S. Chrušcëv avrebbe detto: «Non consentiremo mai che questa nazione venga venduta agli imperialisti americani».
Dal canto suo il presidente americano D.D. Eisenhower commenta in pubblico i fatti di Polonia:
«Leggiamo sui giornali quello che succede in Polonia, dove il popolo prigioniero ha ancora l'ardente desiderio di vivere in libertà, una libertà che noi abbiamo accettato quasi come un dato di fatto, e che per loro è la cosa più difficile da mantenere. Noi siamo loro vicini con tutto il cuore, nella speranza che possano alla fine vivere sotto un governo scelto da loro».

21, W. Gomulka torna quindi al potere;
28, il card. Wyszynski viene liberato;
[La sua liberazione e il suo trionfo sono la liberazione e il trionfo della Chiesa.]

Nel corso dell'VIII Plenum, B. Piasecki, capo del "Movimento Pax", prende una posizione nettamente staliniana, avanzando addirittura la richiesta dello stato d'assedio e della legge marziale; il suo comportamento provoca un'intensa campagna di denigrazione sia da parte cattolica (e gli amici di ieri non sono meno attivi dei nemici di sempre) che da parte comunista-moderata.
Nell'assemblea plenaria della direzione, tenuta negli ultimi di ottobre, B. Piasecki viene eletto presidente con 116 voti su 144 (16 contrari e 12 astenuti).
Dei membri eletti al consiglio di presidenza:
. K. Lubiensky,
. J. Frankowski,
. W. Ketrynski,
. A. Micewski,
. J. Hagmayer,
. Z. Przetakievicz,
i primi quattro condizionano l'accettazione della carica all'ammissione di D. Horodynski: condizione che viene accettata con la l'aggiunta di Lichniak. Allora gli stessi quattro più D. Horodynski pretendono che il voto di fiducia concesso a B. Piasecki abbia semplicemente valore di soddisfazione morale, e non di vera e propria rielezione.


30, Pio XII invia un telegramma di congratulazioni al primate liberato;
31, dichiarazioni di W. Gomulka su una nuova regolamentazione dei rapporti tra Stato e Chiesa;

Novembre
11
, la direzione del "Movimento Pax" torna così a riunirsi in seduta plenaria, cancella le precedenti votazioni ed elegge da capo i sei membri della presidenza:
. J. Hagmayer,
. Lichniak,
. Czajkowski,
. Barzgczewski,
. Rostworowski,
. Przetakiewicz.
I cinque ribelli destituiti incominciano allora a spiegare pubblicamente un'attività ostile al "Movimento Pax" e vengono espulsi.
Alla lotta interna si aggiunge presto quella esterna condotta dalle correnti gomulkiane. Ma B. Piasecki tiene fronte anche a quest'altra (non senza, a quanto sembra, il deciso appoggio dell'Ambasciata russa nel momento più critico).

Dicembre
sin dai primi giorni, con tempestività che sconcerta i suoi avversari, B. Piasecki realizza un arditissimo rilancio del "Movimento Pax", con convocazione degli attivisti di tutti i centri e con la fondazione dei "Comitati dei Militanti Cattolici" subito ingaggiati, tra l'altro, ad appoggiare nella lotta elettorale i candidati del Fronte Nazionale (gomulkiano).
[I comitati citati, più tardi saranno chiamati "Comitati dell'Attività Economica e Culturale Progressista dei Cattolici".]
7, un decreto del ministero dell'Educazione ristabilisce l'insegnamento religioso nelle scuole;
8, nuovo accordo fra il governo presieduto da W. Gomulka e l'episcopato capeggiato dal card. Wyszynski;
20, viene fondato il Centro degli archivi, delle biblioteche e dei musei della Chiesa, con sede nell'Università cattolica di Lublino;
31, il governo emana un decreto più liberale relativo alle nomine ecclesiastiche;
B. Piasecki rilancia la Società di Edizioni Pax con orientamento economico-sociale;

Organi di Stampa
Quotidiano
«Slowo Powszechne»
[Parole Universali]
con tiratura di oltre 300.000 copie
Periodici
«Zycie i Misli»
[Vita e Pensiero] bimestrale
«Slowo na Warmii i mazurach» di Olsztyn
«Katolik» di Opole
«Tygodnik Katolicki»
[La Settimana Cattolica] di Lublino

«Gosc Niedzielny»
[L'Ospite della domencia] di Katowice

«Wroklawki Tygodnik Katolicki»
[La Settimana Cattolica di Wroclaw] di Wroclaw

«Glos Katolicki»
[La Voce Cattolica] di Poznan

«Zorza Zwiateczna»
ecc.
Attività Libraria
[Iniziata verso la fine del 1949]
Tra il 1949 e il 1956 ha pubblicato 361 opere per complessive 4.571.500 copie.
Letteratura
Scienze sacre
Manuali
Libri di pietà
Diverse
Opere
206
87
22
24
21
Copie
2.071.500
520.700
504.500
861.800
388.000
Più di 225.000 copie del Nuovo Testamento in polacco.
Anno
Letteratura
Scienze sacre
Opere (totale)
1949
*1
-
1
1950
4
1
10
1951
8
6
20
1952
16
8
28
1953
21
13
39
1954
34
26
76
1955
45
16
79
1956
77
17
107
* Sotto il sole di Satana di G. Bernanos.
Scrittori polacchi editi dalla Casa Editrice

- Romanzieri
. Jan Dobraczynski,
. Hanna Malewska,
. Antoni Golubiev,
. Zofia Kossak;
- Drammaturgi
. Jerzy Zawieyski;
- Cultori di discipline teologiche (naturalmentne tutti ecclesiastici):
. Jan Czuj, patrologo,
. Jozef Keller, moralista,
. Marian Michalski, studioso di letteratura cristiana antica,
. Micezyslaw Zygwczynski, biblista,
. ecc.

Traduzioni
[prima del 1956]

- Teologi, biblisti, storici:
. Yves de Montcheuil,
. p. Daniélou,
. abate Ricciotti,
. Daniel-Rops,
. p. Deman,
. ecc.
- Narratori, tutti o quasi con più d'un opera:
. Sigrid Undser,
. G. Bernanos,
. Graham Greene,
. Lagerkvist,
. Gertrude von Le Fort,
. G. Chesterton,
. Bruce Marshall,
. Powers,
. Reinhold Schneider,
. Cronin,
. Paton,
. Pezeril,
. Greef,
. Van der Meersch,
. Cesbron,
. ecc.


[L'Enciclopedia Cattolica Polacca, in venti volumi, dovrebbe vedere la luce entro il 1966.]

* Settore imponente, soprattutto per il lettore italiano (tacendo, naturalmente, della ricca collana dei "Padri della Chiesa").
[Carlo Falconi, La Chiesa e le organizzazioni cattoliche in Europa, Milano 1960, Edizioni di Comunità.]



1956
REPUBBLICA di CECOSLOVACCHIA
Presidente della repubblica
Antonin Zapotocky
(1953 mar - 1957)
Primo ministro
-
- Primo segretario del Pcc (Partito comunista cecoslovacco)
A. Novotny
(1953 mar - 1968)
Ministro degli Esteri
-
Ministro aggiunto degli Esteri
-
- l'ordinamento regionale è stato soppresso -
 

1956
il modello staliniano in atto nel paese non viene intaccato neppure dal processo di destalinizzazione in atto in URSS e in altri paesi socialisti; la "vecchia guardia" del Pcc (Partito comunista cecoslovacco), sotto la direzione di Antonin Novotny, bada piuttosto a rafforzare il suo potere e a evitare qualsiasi iniziativa di liberalizzazione.

Ottobre
18
, un articolo de «L'Osservatore Romano» intitolato "Vescovi della Cecoslovacchia", dopo aver riferito la notizia, proveniente da fonte ufficiale cecoslovacca, relativa alla grazia e alla restituzione alla libertà di mons. Jan Vojtassak, vescovo di Spis, e di mons. Michael Buzalka, ausiliare dell'amministrazione apostolica di Trnava, fa il punto della situazione dell'episcopato ceco. In pratica, degli alti dignitari, rimarrebbe in carcere soltanto:
. mons. Trochta, vescovo di Litomerice (condannato a 25 anni di carcere nel 1954).

Dei 12 vescovi della diocesi della Cecoslovacchia:
- 5 "sarebbero" ancora al loro posto:
. mons. Matoche, arcivescovo di Olomouc;
. mons. Picha, vescovo di Hradec Kralové;
. mons. Necsey, amministratore apostolico di Nitra;
. mons. Carsky, amministratore apostolico di Kosice;
. mons. Lazik, amministratore apostolico di Trnava.
- 3 sono stati «allontanati dalle loro sedi con provvedimento amministrativo»:
. mons. Beran, arcivescovo di Praga;
. mons. Scoupy, vescovo di Brno;
. mons. Pobozny, vicario capitolare di Roznava;
[Essi risiederebbero in "ville" della Charitas; potrebbero muoversi "liberamente" ma non portarsi nelle diocesi rispettive…]
- 1 confinato:
. mons. Hloch, vescovo di Butejovice, confinato a Brno, ospite del fratello.





1956
Presidente della Presidenza
Istvan Dobi
(1952 14 ago - 13 apr 1967)
[Partito dei Lavoratori Ungheresi/Partito Socialista Operaio Ungherese]
Primo Ministro
András Hegedüs
(1955 18 apr - 24 ott 1956)
[MDP, comunista]
Imre Nagy
(24 ott - 4 nov)
[MDP/MSZMP, comunista]
János Kádár
(1956 4 nov - 28 gen 1958)
[MSZMP, comunista]
 
- Vicepresidenti del governo:
. Antal Apró (1953-56);
. Jozsef Bognár (1953-56);
. Ferenc Erdei (1953-56);
Altri ministri:
- Interni: Ferenc Münnich (1953-56);
- Esteri: Imre Horváth (1953-56);
- Difesa: Károly Janza (1953-56);
- Finanze: István Kossa (1953-56);
- Giustizia: Eric Molnár (1953-56);
- Industria metalmeccanica: János Csergö (1953-56);
- Industria mineraria ed energetica: Sándor Czottner (1953-56);
- Industria chimica: Gergely Szabó (1953-56);
- Iindustria leggera: Józsefné Nagy (1953-56);
- Economia cittadina e comunale: Ferenc Nezvál (1953-56);
- Fattorie di stato: Miklós Ribiánszky (1953-56);
- Commercio estero: József Bognár (1953-56);
- Commercio interno: János Tausz (1953-56);
- Industria alimentare: Rezsö Nyers (1953-56);
- Ammasso: Antal Gyenes (1953-56);
- Edilizia: Antal Apró (1953-56);
- Salute pubblica: Antal Babits (1953-56);
- Cultura popolare: György Lukács (1953-56);

 
segretario
del (MDP)
[Partito comunista ungherese]
Mátyás Rákosi
(1946 feb - lug 1956)
Ernö Gerö
(lug - ott)
János Kádár
(1956 4 nov - 28 gen 1958)
[MSZMP, comunista]
 
 

1956


Febbraio
14-25
, il XX congresso del PCUS (Partito comunista sovietico) approfondisce la divisione in seno agli ambienti dirigenti ungheresi e incoraggia gli elementi liberali, riformisti, revisionisti, e in particolare i seguaci di Imre Nagy, che si sentono come giustificati dalla nuova politica sovietica;
21, riabilitazione di Béla Kun, capo della prima comune del 1919, che era stato giustiziato al tempo dei processi nell'Unione Sovietica;

Marzo
12
, M. Rákosi riferisce al comitato centrale sul XX congresso del PCUS. La risoluzione del comitato centrale ungherese suscita uno scontento generale, perché non tiene conto delle risoluzioni del citato congresso;
17 (o 29), in una seduta della sezione del partito comunista della tredicesma circoscrizione di Budapest (Angyalföld, un importante quartiere operaio) M. Rákosi riconosce pubblicamente l'innocenza di László Rajk (l'ex ministro degli interni giustiziato nel 1949 assieme ad altri tre compagni, con l'accusa, allora ricorrente , di titoismo).
György Litván, un giovane insegnante, lo invita pubblicamente a ritirarsi dalla scena politica;

Aprile
discussioni animate iniziano nel circolo Petöfi, fondato l'anno precedente. Il primo importante dibattito tratta di questioni economiche.
25, muore l'arcivescovo di Eger, mons. Gyula Czapik;

Maggio
, insuccesso della dimostrazione: soltanto una metà della massa abituale vi prende parte;
la stampa del partito comunista ungherese comincia a mettere sotto accusa M. Rákosi;
liberazione di Zoltán Tildy, di Béla Kovács e dei dirigenti socialdemocratici;
11, amnistia per l'arcivescovo di Kalocsa, mons. József Grösz, che diventa capo della Chiesa cattolica ungherese;
12, mons. József Grösz, ricevuto dal Presidente del Consiglio, legge una lunga dichiarazione di consensi e di promesse di collaborazione;
18, M. Rákosi fa pubblicamente l'autocritica senza però soddisfare la pubblica opinione;
20, aumento dei salari più bassi;

Giugno
16
, dibattito filosofico nel circolo Petöfi. György Lukács condanna il dogmatismo stalinista;
27, dibattito al circolo Petöfi sulla stampa. I rappresentanti del comitato centrale, che prendono parte all'assemblea, cercano di rispondere ma ne escono sconfitti.
28-29, eventi di Poznan;
30, risoluzione del comitato centrale contro il circolo Petöfi;

Luglio
17-23
, riunione del comitato centrale alla presenza di Mikojan;
18, M. Rákosi, la cui posizione è ormai compromessa,  deve dimettersi da segretario del partito e viene sostituito da Ernö Gerö (1956), un uomo più gradito al nuovo corso sovietico. Modificazione parziale del Politburo e del comitato centrale, in cui vengono riammessi alcuni uomini politici riabilitati. Diminuzione degli effettivi dell'esercito. Espulsione di Mihály Farkas dal partito, primo segno di una possibile riammissione di I. Nagy ;

Ottobre
6, László Rajk (l'ex ministro degli interni giustiziato nel 1949) e i tre compagni giustiziati con lui vengono riabilitato e onorati con un funerale di Stato, cui partecipano duecentomila persone, che manifestano chiaramente la loro scontentezza e il loro malumore verso il regime;
13, dibattito sull'agricoltura al circolo Petöfi; viene respinta la collettivizzazine coatta dell'agricoltura; necessità delle cooperative sulla base dell'adesione volontaria; si richiede il ritorno di I. Nagy espulso dal partito comunista ad aprile dell'anno precedente;
14, I. Nagy viene riammesso fra le sue file;
mentre il "circolo Petöfi" chiede un più deciso intervento delle autorità per la completa destalinizzazione, gli studenti ungheresi, influenzati dall'ottobre polacco, formulano rivendicazioni ancora più precise:
- evacuazione delle truppe sovietiche,
- organizzazione di elezioni generali con più partiti,
- la revisione di tutto il sistema economico;
15-23, visita in Jugoslavia di una delegazione guidata da Ernö Gerö. Fra i suoi componenti ci sono János Kádár, István Kovács, Antal Apró;
16, gli studenti di Szeged si organizzano di nuovo nell'associazione studentesca autonoma MEFESZ, che era stata assorbita nell'organizzazione giovanile comunista DISZ;
19-21, eventi della Polonia;
23, martedì,
l'organo centrale del partito comunista «Szabad Nép» appoggia vivacemente le aspirazioni polacche.
«Szabad Ifjuság», il giornale della gioventù comunista, compare sotto forma di foglio volante e appoggia a sua volta le aspirazioni della Polonia.
Anche l'associazione della gioventù universitaria MEFESZ pubblica un foglio, che contiene la maggior parte dei sedici punti approvati la sera precedente (omette però la richiesta del ritiro delle truppe sovietiche).
In un primo momento il ministero degli interni proibisce la dimostrazione, poi dà il suo benestare.
I dimostranti marciano verso i monumenti dei due rivoluzionari del 1848, Petöfi e Bem, il rivoluzionario di origine polacca. Una folla enorme si riversa per le strade principali e davanti al parlamento. Il primo segretario del partito Ernö Gerö, rientrato durante una giornata da un incontro in Jugoslavia con Tito alla testa di una delegazione, rivolge un appello per radio alla popolazione invitandola alla calma annunciando, in caso contrario, interventi perentori da parte della polizia e dell'esercito allo scopo di evitare che possa venire messo in dubbio il potere della classe operaia e la solidarietà tra gli operai e i contadini. Egli dice:
«Condanniamo tutti coloro che cercano di seminare il veleno dello sciovinismo tra la nostra gioventù e che si servono delle libertà democratiche che il nostro stato ha dato ai lavoratori per organizzare delle manifestazioni nazionalistiche».
Il discorso di Ernö Gerö provoca una profonda delusione nell'opinione pubblica, cosicchè le manifestazioni, anziché calmarsi, si intensificano.
I. Nagy compare per breve tempo al balcone del parlamento.
ore 22:00 l'AVO spara i primi colpi sui dimostranti davanti all'edificio della radio.
Nel medesimo tempo hanno luogo le dimostrazioni nelle maggiori città di provincia cioè Szeged, Debrecen, Miskolc, Györ, eccetera. Il comitato centrale tiene una seduta notturna e decide cambiamenti nel governo e nella direzione del partito. I. Nagy , che è stato riammesso nel comitato centrale, non prende parte a questa seduta.
24, mercoledì,
all'interno dello stesso Partico comunista ungherese si vanno verificando prese di posizione fortemente contrastanti tra gli stalinisti (eredi di M. Rákosi e rappresentati da Ernö Gerö) e i moderati che vedono I. Nagy l'uomo chiave della situazione.
Il Comitato centrale del partito dopo lunghe discussioni decide di dichiarare decaduto il primo ministro András Hegedüs, sostituendolo con I. Nagy ; nella stessa riunione vi è però la riconferma di Ernö Gerö a primo segretario del partito.
È così dimostrato che la linea effettiva del governo non è destinata a cambiare sulla base delle richieste della popolazione.
Il Partito comunista ungherese cerca cioè di salvare se stesso concedendo alcuni posti di responsabilità ai moderati ma senza alterare in modo sostanziale l'atteggiamento prevalentemente filostalinista dell'apparato.
La radio parla degli eventi della notte e dei cambiamenti di persone intervenuti nella direzione politica. Tratta i rivoltosi come fascisti e tace sugli scontri verificatisi per le strade.
I lavoratori entrano in sciopero.
Il governo proclama lo stato di emergenza. I. Nagy tiene un discorso alla radio e chiede la cessazione degli scontri.
Diverse personalità, tra cui János Kádár e l'arcivescovo mons. József Grösz, lanciano un appello alla popolazione per il ristabilimento dell'ordine.
25, giovedì,
gli scontri sono terminati. Il governo chiede che venga ripreso il lavoro, ma la gente, invece di recarsi al posto di lavoro, si riversa per le strade. Nel corso della mattina ha luogo una dimostrazione annunciata la sera precedente da volantini. Durante il suo svolgimento si protesta per il fatto che Ernö Gerö, cui viene fatta risalire la responsabilità dello spargimento di sangue verificatosi, continua a rimanere al suo posto. Le unità dell'esercito ungherese non intervengono, una parte di esse però appoggia i rivoltosi. Parte delle truppe sovietiche fraternizza, altre però si mantengono passivamente in disparte. Dietro pressione di Mikojan, Ernö Gerö dà le dimissioni. Al suo posto subentra János Kádár.
Gli appelli radio di János Kádár e di I. Nagy non riescono a contenere la rivolta, che assume proporzioni sempre più vaste. La lotta si estende anche nelle grandi città di provincia. L'emittente di Miskolc cade nelle mani dei rivoltosi e comincia le sue trasmissioni.
26, venerdì,
delegazioni di Budapest e di tutte le parti del paese irrompono in parlamento e costringono I. Nagy a prendere nuove misure per la liberazione del paese. La lotta continua a Budapest e nella provincia. In tutto il paese vengono costituiti comitati rivoluzionari che cercano di ridurre sotto il loro controllo il più rapidamente possibile la situazione. Dalla campagna si mettono in moto verso la capitale convogli di vettovaglie. I contadini cercano di far pervenire ai rivoltosi i viveri necessari. Nelle fabbriche vengono costituiti consigli di operai, che organizzano la lotta e sorvegliano sul mantenimento dello sciopero generale. Il lavoro non deve essere ripreso fino al ritiro dei russi.
27, sabato,
la radio rende nota la composizione del nuovo governo, da cui sono stati esclusi i più famigerati stalinisti e in cui sono presenti anche non comunisti. Vi sono entrati anche due noti rappresentanti del Partito dei piccoli proprietari: Zoltan Tildy e Bela Kovacs.
L'opinione pubblica però non è ancora soddisfatta.
Il consiglio operaio nel distretto di Borsod afferma di avere in proprio potere tutto il distretto, che l'AVO è stata eliminata e che le truppe sovietiche non sono intervenute. La stessa cosa annuncia il consiglio di Györ.
28, domenica,
i comitati rivoluzionari prendono sempre più il sopravvento; si stabiliscono collegamenti fra i singoli centri di resistenza. Una serie di compromessi su piano locale fa diminuire i combattimenti. In una dichiarazione alla radio I. Nagy rende noto l'ordine del governo di cessare il fuoco. Egli riconosce il carattere democratico e nazionale della rivolta, fa balenare la prospettiva dello scioglimento dell'AVO e promette il ritiro delle truppe sovietiche.
Lo stesso giorno Pio XII interviene con l'enciclica «Luctuosissimi eventus».
29, lunedì,
dopo la cessazione del fuoco i comitati rivoluzionari si organizzano in governi e in istituzioni pubbliche. Le truppe sovietiche cominciano a ritirarsi da Budapest.
30, martedì,
nuovo rimpasto governativo. In un gabinetto misto, accanto ai comunisti sono rappresentati membri del Partito dei piccoli contadini e del Partito dei contadini nuovamente richiamati in vita. Il governo vuole reintrodurre il principio della coalizione. I socialdemocratici non si sono ancora espressi riguardo a una possibile partecipazione. I. Nagy lascia capire d'avere avviato colloqui a proposito di un ritiro completo delle truppe sovietiche. In seno al comando dell'esercito ungherese (Honvéd) viene costituito un comitato rivoluzionario.
Il card. J. Mindszenty viene liberato.
[l governo di coalizione costituito da I. Nagy ha accettato di liberare il cardinale su proposta di Zoltán Tildy perché contribuisca alla «nobile lotta». Invece, il 2 dicembre successivo, l' «Osservatore Romano» negherà sia stato liberato per iniziativa del governo.
Di fatto, la decisione del governo è stata realizzata da Palinkas Pallavicini, maggiore dell'esercito ungherese, figlio di un conte che aveva avuto un ruolo di primo piano nello spaventoso "terrore bianco" del 1919 e poi sotto il regime fascista di Horty.
Mentre viene trasportato a Restag, il cardinale non esita a dichiarare: «Riprenderò l'opera dove la interruppi otto anni or sono».
Secondo l'agenzia «Reuter» il primate, in un'intervista concessa al principe Hubertus Lowenstein, avrebbe anche dichiarato che le speranze dell'Ungheria e di tutta l'Europa si rivolgono a una Germania riunita e armata «pronta a respingere il pericolo sovietico con tutti i mezzi». Affermazioni imprudenti che, sembra, saranno ancora superate nel radio-discorso pronunciato personalmente dal primate alla radio nazionale alle ore 20:00 del 3 novembre, anche se l' «Osservatore Romano» negherà seccamente che in quel discorso vi siano tracce di intenzioni reazionarie…
Nella notte sul 31, il card. J. Mindszenty arriva diretamente a Budapest.]
I rappresentanti dei consigli rivoluzionari transdanubiani si riuniscono a Györ e fondano un consiglio nazionale autonomo, che entra subito in funzione e avvia trattative con il governo di Budapest per far accettare le richieste rivoluzionarie.
Dichiarazione del governo sovietico che annuncia una revisione dei rapporti tra l'URSS e le democrazie popolari.
31, mercoledì,
compare una serie di nuovi giornali quale prova della piena libertà di stampa. Viene riammessa la costituzione del partito socialdemocratico. Il governo manifesta la propria intenzione di uscire dal patto di Varsavia e intraprende trattative in questo senso con il governo sovietico.
Il capo militare della rivolta, Pál Maléter, viene nominato sottosegretario alla difesa.
Vengono liberati dalle prigioni alcuni prigionieri politici.
Il comitato rivoluzionario della gioventù universitaria diffonde volantini a favore di I. Nagy . Secondo informazioni trasmesse a voce dai ferrovieri diffuse dalle stazioni radio dell'Ungheria occidentale, numerosi convogli sovietici stanno dirigendosi verso la capitale. Nel frattempo le ultime truppe sovietiche lasciano Budapest.
Lo stesso giorno Pio XII invia un telegramma al card. J. Mindszenty per rallegrarsi della sua liberazione.

[Durante l'insurrezione, «Radio Europa Libera» – fondata a Berlino sotto gli auspici dell' "American Committee…" è diretta dal 1954 da Lawrence de Neufville [Jonathan Gearing] – incoraggia ripetutamente i rivoltosi. Secondo alcune fonti, promette perfino un aiuto armato, per quanto ciò sarà vigorosamente smentito dalla CIA.
[Tuttavia, la CIA non è in grado di farlo dato che, incredibilmente, non ha idea di quello che la sua sezione ungherese stia trasmettendo. Tutta la faccenda è una farsa e un inganno.
«
Radio Europa Libera» – come spiegherà Lawrence de Neufville [Jonathan Gearing] – invia regolarmente a Washington e a Monaco rapporti informativi sulle sue trasmissioni, assolutamente inutili perché vengono semplicemente ignorati.
Il governo americano, inoltre, ha un accordo con gli inglesi per controllare e tradurre le emissioni radiofoniche dall'Europa orientale, ma sorprendentemente nessuno traduce le trasmissioni di «Radio Europa Libera», così Washington semplicemente non sa che cosa stia trasmettendo la sua radio.
La CIA non può quindi smentire notizie diffuse dalle trasmissioni in ungherse, perché non le conosce.
Le trascrizioni complete delle trasmissioni in ungherese di «Radio Europa Libera» non saranno mai trovate.
]
Intanto, non appena è chiaro che l'insurrezione non avrà successo, migliaia di ungheresi si riversano verso l'Austria per sfuggire alle rappresaglie sovietiche. Attraversata la frontiera, la maggior parte delle persone si dirige verso Vienna.
Di nuovo, gli americani si trovano completamente impreparati.

Novembre
, giovedì,
entra in funzione una nuova stazione radio, che si denomina «Radio Rajk», si definisce comunista e critica sia la politica del governo sia quella dei russi.
I. Nagy assume la carica di ministro degli esteri. Di fronte al fatto che l'Unione Sovietica ha violato il patto di Varsavia inviando truppe in Ungheria, il governo denuncia il patto, proclama la neutralità del paese e fa appello alle grandi potenze e all'Onu, perché garantiscano tale neutralità. János Kádár annuncia lo scioglimento del Partito comunista ungherese (MDP) e la fondazione di un nuovo partito operaio socialita ungherese. Nella sua diciarazione egli approva senza riserve la rivoluzione e saluta entusiasticamente la vittoria.
Lo stesso giorno Pio XII interviene con l'enciclica «Laetamur admodum» esaltante il trionfo della controrivoluzione.
2, venerdì,
il consiglio dei lavoratori di Borsod propone la fondazione di un comitato rivoluzionario nazionale, che deve sostituire il parlamento. Il consiglio nazionale dei lavoratori, decreta la fine dello sciopero. Il governo protesta di nuovo contro l'ammassamento di truppe sovietiche e dà incarico a una delegazione militare di trattare con i russi a proposito del ritiro delle loro truppe.
Zoltán Tildy, rappresentante del primo ministro, tiene il primate card. J. Mindszenty al corrente dei colloqui con Mosca; ora gli fa visita, accompagnato da Pál Maléter (leggendario condottiero della battaglia per la libertà) e da due ufficiali dello stato maggiore;

3, sabato,
dal 31 ottobre al 3 novembre sono stati rimessi in libertà 812 prigionieri politici [fra cui il tenente colonnello dei gendarmi János Árbócz (condannato per crimini di guerra) e Lajos Dövényi Nagy (giornalista fascista croce-frecciato),e 113 condannati per reati comuni.]
In numerose parti del paese e nella capitale il lavoro riprende. Le truppe sovietiche continuano nei loro movimenti senza tener conto delle trattative in atto tra il "governo Nagy" e i rappresentanti sovietici. La delegazione ungherese guidata da Pál Maléter viene arrestata dalle autorità sovietiche.
Alla sera il primate card. J. Mindszenty lancia il suo appello al popolo ungherese e al mondo dando un "grande aiuto" al governo nazionale;
dopo il radio messaggio, ricambia la visita, accompagnato da Egon Turchány, a Zoltán Tildy, per poi ritornare subito a casa in via Uri;
intanto, verso mezzanotte:
. Pál Maléter, sottosegretario alla difesa,
. Ferenc Erdei, ministro,
. István Kovács, capo di stato maggiore generale,
. Miklós Szücs, colonnello,
che si erano recati a Tököl, nel quartiere generale dei russi, per trattare sui particolari tecnici di una ritirata dell'esercito russo di occupazione, vengono arrestati a tradimento.
Da Mosca è arrivato nientemeno che il generale Serov per attuare questa operazione.

4, domenica,
ore 01:00, verso l'una, Zoltán Tildy invita con una telefonata il primate József Mindszenty a recarsi immediatamente in parlamento; accompagnato solo dal suo autista, il cardinale vi si reca e apprende quanto successo;
qui incontra il ministro Zoltán Tildy, B. Szabó, István Bibó. Compare anche Zoltán Vas e dichiara che egli rimane al fianco del popolo ungherese. Zoltán Tildy intende recarsi da I. Nagy ma non riesce a trovarlo.
Attacco generale delle truppe sovietiche.
Appoggiata da paracadutisti, l'Armata Rossa rientra a Budapest e reprime nel sangue la resistenza dei fautori di Imre Nagy occupando contemporaneamente tutti i punti strategici del paese.
Imre Nagy
protesta presso le Nazioni Unite.
Attraverso una nuova emittente, Ferenc Münnich, János Kádár e altri annunciano di aver formato un nuovo governo e di aver chiesto l'intervento dell'esercito sovietico per soffocare la controrivoluzione.
ore 07:30, «Radio Kossuth» voce del "governo Nagy", cessa le sue trasmissioni;

 

a.f.: ore 08:07, «Radio Budapest» diffonde questo appello:

«Attenzione! Attenzione! Cari ascoltatori, vi verrà letta ora una dichiarazione della Federazione degli scrittori ungheresi. A ogni scrittore, a ogni scienziato, a tutte le federazioni degli scrittori, a tutte le associazioni scientifiche, a tutta l'élite intellettuale del mondo, chiediamo aiuto e sostegno. Ci resta solo poco tempo. Siete già a conoscenza dei fatti. Non c'è bisogno di aggiungere alcun ulteriore ragguaglio. Aiutate l'Ungheria. Aiutate il popolo ungherese. Aiutate gli scrittori, gli scienziati, i lavoratori, i contadini ungheresi e la nostra intellighenzia. Aiuto! Aiuto! Aiuto!

Pochi minuti dopo aver trasmesso questo appello «Radio Budapest» smette di trasmettere.
[Frances Stonor Saunders, La guerra fredda culturale. La Cia e il mondo delle lettere e delle arti (1999 in Gran Bretagna e negli Stati Uniti; 2004, pressoché ignorato, in Italia)]

 


Tutti chiedono direttive, i militari attendono ordini ma non c'è più alcun ministro della guerra e alcun capo di stato maggiore. Allora Zoltán Tildy si decide a prendere lui qualche misura. Nella confusione generale manda via i militari senza ordini e fa innalzare la bandiera bianca sull'edificio del parlamento; il primate J. Mindszenty, non sopportando più questa dissennatezza, si avvia verso l'uscita dove incontra Egon Turchányi (nei giorni precedenti si era offerto come aiutante) che lo informa che l'automobile è sparita. I due si rifugiano presso l'ambasciata americana; il primate viene accolto cordialmente dal ministro Edward Thompson Wailes quale "simbolo della libertà"; dopo mezz'ora il presidente Eisenhower dà telegraficamente l'autorizzazione ad accoglierlo nell'ambasciata; dopo quattro ore l'asilo viene concesso anche al suo aiutante;
[in realtà, già dal giorno prima, I. Nagy aveva chiesto asilo per lui agli americani.]
temendo un attacco aereo i residenti in ambasciata scendono giù in cantina dove il primate incontra Béla Kovács, l'ex segretario generale del partito dei piccoli contadini;
[Tornato dalla prigionia in Siberia malato e sfinito e lì rifugiatosi assieme ad altri quattro uomini politici, deve purtroppo far ritorno nel suo villaggio a Baranya, non essendogli stato concesso asilo politico. J. Kádár non lo fa tuttavia arrestare e più tardi, quando si troverà malato nell'ospedale di Pécs, si abuserà de suo nome per una campagna propagandistica a favore dei kolchoz.]
La National Catholic Welfare Conference si offre di versare mille dollari all'anno per il mantenimento del primate pressol'ambasciata.
ore 22:00, la radio comincia a trasmettere i comunicati del "governo Kádár".
J. Kádárannuncia la formazione di un "governo rivoluzionario operaio e contadino" che richiede immediatamente l'intervento militare sovietico per schiacciare le bieche forze reazionarie e ristabilire l'ordine e la calma nel paese";

5, lunedì,
Dopo il 4 novembre l'Ungheria ridiventa una prigione (quello che era stata tra il 1944 e il 23 ottobre 1956).

Video

Dei partecipanti al tentativo di colpo di stato fuggono in occidente:
. Béla Király,
. Anna Kéthly,
. Jozsef Kövágó,
ed altri.
. István B. Szabó tenta di rifugiarsi nell'ambasciata inglese di Budapest;
. il gruppo di I. Nagy cerca rifugio nell'ambasciata jugoslava di Budapest;
. Egon Turchányi, rifugiatosi presso l'ambasciata americana col cardinale J. Mindszenty, sarà in seguito arrestato dai poliziotti dell'AVO, a un incrocio nei pressi di Tatabánya, portato in un edificio e torturato; in seguito, con il solito processo farsa, condannato all'ergastolo;
. il maggiore Pallavicini-Pálinkás viene impiccato;
i membri della commissione rivoluzionaria di Ujpest vengono arrestati dal governo e accusati di aver assunto "atteggiamenti antidemocratici" e di avere condannato a morte János Horváth, presidente del dicastero per gli affari ecclesiastici;
[2500 morti e 20.000 feriti da parte ungherese]
[5000 morti e 20.000 feriti, in soli otto giorni, secondo il primate d'Ungheria J. Mindszenty].
Treni carichi di deportati prendono la via della Siberia.
Pio XII indirizza una lettera apostolica («Datis nuperrimae») ai vescovi di tutto il mondo per deplorare «lo strazio per la iniquità consumata a rovina del diletto popolo magiaro».
L'assembea generale delle Nazioni Unite condanna l'Unione Sovietica.
11, scrive un amaro Manès Sperber: «I rivoluzionari ungheresi sono morti, sconfortati e delusi dal mondo libero disposto a condividere il loro trionfo, ma non la loro lotta».

Dicembre
8
, il governo di János Kádár proclama la legge marziale;
12
, l'Assemblea generale dell'ONU condanna l'intervento sovietico;

Anche dopo il fallimento della battaglia per la conquista della libertà, il vescovo ausiliario Imre Szabó, vicario generale arcivescovile del primate J. Mindszenty, mette in atto le disposizioni ecclesiastiche allontando i preti pacifisti dai loro posti;
[Tutti obbediscono ad eccezione di un religioso che sarà poi scomunicato dalla Congregazione del Concilio su ordine di Pio XII. In un decreto successvio la Santa Sede dichiara tutti preti pacifisti "inabili" a ricoprire posti direttivi nella chiesa. Quando il decreto di Roma viene messo in atto in tutte le diocesi, la direzione della Chiesa è di nuovo libera e il movimento dei pretipacifisti estinto di fatto.]
29
, il nuovo governo abolisce formalmente il dicastero statale per gli affari ecclesiastici;


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Le tante falsità sulla rivoluzione ungherese del ’56
[da http://www.marxismo.net ]
Scritto da Carlo Ferri
Martedì 17 Ottobre 2006 10:36


Sono passati 50 anni dalla rivolta operaia ungherese, da quell’ottobre 1956 nel quale milioni di operai e giovani ungheresi tentarono di rovesciare lo stalinismo per stabilire un regime di autentica democrazia operaia.

La borghesia ha sempre mistificato i fatti ungheresi tentando di farci credere che si sia trattato di una rivolta anticomunista quando in realtà l’obiettivo dei consigli operai che si formarono in quel frangente era proprio quello di applicare i principi autenticamente comunisti combattendo la burocrazia del partito e dello Stato ungherse. Questo è stato loro facilitato dal comportamento complice di tanti dirigenti dei partiti comunisti anche qui in Italia.

Non ci occuperemo dei discorsi più rozzi, di quegli esponenti della reazione borghese, che presentano la rivoluzione ungherese come il primo atto degli avvenimenti del 1989-1990, quando caddero i regimi stalinisti dell’Europa dell’Est. In alcuni casi si coprono di ridicolo, come quando - poche settimane fa - ha tenuto un discorso contro “la tirannide comunista” confondendo la rivolta del 1956 con la rivoluzione ungherese del 1848

Ci interessano invece di più le posizioni espresse dal Presidente G. Napolitano e più recentemente da F. Bertinotti, presidente della Camera dei Deputati.

G. Napolitano nel ‘56 era già ai vertici del Pci e sostenne convintamente (come lo stesso P. Ingrao) la linea di P. Togliatti di appoggiare la repressione dell’Armata Rossa.

Tutti loro furono complici nel nascondere ai lavoratori italiani il vero carattere della rivoluzione del 1956. Non solo oggi è un po’ tardi per ammettere gli errori ma ciò che più conta è che G. Napolitano, 50 anni dopo, anche se da un versante diverso caratterizza allo stesso modo la rivolta dandogli un carattere democratico borghese, dove l’obiettivo dei manifestanti era semplicemente conquistare la libertà.

Allo stesso modo F. Bertinotti, che pure non ha responsabilità politiche dirette, in quanto era troppo giovane ai tempi [16enne], parla di rivoluzione nazionale democratica. Secondo F. Bertinottii si è trattato “di un processo complesso, partecipato sì da una prevalenza operaia e segnato dai Consigli dei lavoratori, ma appunto sintetizzabile in una rivolta nazionale e democratica” (Liberazione, 11 ottobre 2006).

La realtà è tutt’altra: la stragrande maggioranza dei combattenti ungheresi nel 1956 non avevano generiche aspirazioni “democratiche”, e men che meno guardavano al capitalismo. Difendevano le basi socialiste del paese e per farlo si battevano contro la degenerazione burocratica dello Stato. Non lottavano per la “democrazia” senza aggettivi tanto cara alla borghesia, ma per la democrazia operaia basata sui consigli.

Ieri burocrati, oggi capitalisti

Il presidente della Repubblica ungherese Laszlo Solyom, che ha invitato G. Napolitano ad andare a Budapest per commemorare il cinquantenario, è un degno discendente di quella burocrazia che represse nel sangue l’ottobre ungherese. In buona compagnia della maggioranza dei burocrati dei paesi dell’Est e dell’Urss scoprì nel 1989 che i propri privilegi poteva difenderli meglio sotto un regime capitalista. La controrivoluzione capitalista in Ungheria come negli altri paesi dell’Est vide la maggior parte della burocrazia stalinista trasformarsi nella nuova classe capitalista. Come si è dimostrato i veri “controrivoluzionari” erano loro e non i consigli operai che volevano difendere le basi socialiste del paese.

È logico che la borghesia voglia nascondere il carattere anticapitalista e antiburocratico della rivoluzione. Molto meno logico che a questa operazione si presti chi in Italia vuole “rifondare” il comunismo e invece di apprendere da quella lotta operaia contro la stalinismo le dà un carattere “democratico nazionale”, dunque borghese, come la rivoluzione del 1848, se le parole e i termini hanno un senso.

La redazione di questo giornale vuole invece che siano i fatti a parlare. A questo proposito abbiamo ripubblicato sul nostro sito un lungo articolo da noi scritto nel 1986, intendiamo in questo modo fare onore alla memoria di quei compagni ungheresi che non hanno piegato la testa, che hanno lottato per un socialismo dei consigli, libero da burocrati e carrieristi.

Imre Nagy non rappresenta l’Ottobre ungherese

Nell’ottobre del 1956 in Ungheria ebbe luogo un tentativo di tanti operai e studenti, appoggiato dalla stragrande maggioranza dell’esercito e una buona parte della base del partito, di cacciare i burocrati, l’odiata polizia politica e gli stalinisti russi che li appoggiavano. Siccome non mettevano in discussione le basi socialiste del paese, ciò viene definito dai marxisti una rivoluzione politica, un tentativo delle masse di sottrarre ai burocrati il potere effettivo e sviluppare un regime di democrazia operaia basato sui Consigli.

Non è un caso che il nuovo regime ungherese, come pure lo stesso G. Napolitano, si concentri nelle commemorazioni sulla figura di Imre Nagy, il Presidente della Repubblica nell’ottobre del ‘56. Il «Corriere della Sera» pochi giorni fa ha pubblicato una lettera inedita di Imre Nagy, dalla prigionia in Romania, diretta al Comitato centrale del Pci, che chiedeva di intervenire per contrastare la repressione e le menzogne contro l’Ottobre ungherese. Tutto ciò serve, mentre si nascondono le sue vicende politiche e storiche, ad arruolarlo assieme ai 25mila morti dell’Ottobre, tra le fila disciplinate dei “combattenti per la libertà”.

Ma i fatti sono altri. Imre Nagy ben rappresentava quella fascia di dirigenti stalinisti che di fronte ai peggiori aspetti del regime burocratico decisero di tentare una riforma dall’alto del sistema. Nel 1953, poco dopo la morte di Stalin, fu chiamato da Kruscev a sostituire l’odiato governo di Ràkosi e il suo progetto si mostrò irrealizzabile.

Scrivevamo vent’anni fa [1986] nell’articolo che abbiamo ripubblicato sul sito

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“…Imre Nagy abbandonò la politica di industrializzazione forzata e di collettivizzazione delle fattorie, eseguita da Ràkosi. Nel settembre del ‘53 e nel marzo del ‘54 abbassò i prezzi degli alimentari; fu raddoppiata l’attività edilizia; i salari aumentarono. Imre Nagy si mosse anche contro lo stato di polizia e il 31 ottobre 1953 venne proclamata un’amnistia generale.

Nel 1954, con la liberazione di migliaia di prigionieri si vennero a sapere le mostruosità della repressione sotto Ràkosi. L’atmosfera si riscaldava come conseguenza della scoperta delle montature e dei processi farsa che come quelli staliniani del ‘36 e del ‘38 avevano condannato tanti innocenti.

I primi ad essere toccati da queste esperienze furono gli scrittori comunisti che fino ad allora si erano limitati a glorificare il regime e due anni dopo con gli studenti della Gioventù Comunista giocheranno un ruolo decisivo come catalizzatori della rivolta.

Verso la fine del 1953 Làslò Kònya, il segretario di organizzazione del partito nel sindacato degli scrittori decise di mandare i suoi colleghi nei villaggi per convincere i contadini a rimanere nelle fattorie collettive. Quando gli scrittori andarono nelle campagne furono sconvolti. Di ritorno a Budapest si fece una riunione che durò tre giorni. Ogni scrittore portò un rapporto. Andrài Sandor dichiarò: “L’Ungheria non è una dittatura del proletariato, ma una dittatura di leccapiedi”. Mancavano tre anni alla rivolta, la tensione sotto la superficie continuava a salire e come sovente succede l’agitarsi degli intellettuali e degli studenti era il primo sintomo di quello che sarebbe successo.

Imre Nagy aveva le mani legate; le sue riforme non potevano distruggere l’apparato burocratico che continuava a controllare il Partito e la polizia segreta (AUH). Dal Governo emanava decreti che non aveva la forza di far attuare. Le forze produttive erano bloccate dalla burocrazia. Solo nei primi tre mesi del ‘54 il ministero delle finanze emise ben 387 regolamenti diversi! In un discorso all’Accademia delle scienze tenutosi il 14 giugno del ‘54, Imre Nagy denunciò quello che secondo lui era il fallimento della pianificazione.

In realtà, l’unico modo di uscire da questa situazione era fare un appello ai lavoratori e ai giovani, alle forze sane della società per lottare contro la burocrazia. Ma Imre Nagy non era disposto a farlo; credeva nella possibilità di riformare il regime. Riducendo la repressione, ma mantenendo la pianificazione burocratica Imre Nagy ottenne i peggiori risultati. I lavoratori, che continuavano a non essere coinvolti nella gestione della società, videro che la repressione era minore; il risultato fu il calo dell’impegno sul lavoro, l’assenteismo e l’indisciplina che aumentarono per tutto il ‘54.

Imre Nagy venne convocato a Mosca il 7 gennaio 1955 e fu accusato di aver rovinato l’economia del paese. Ubbidiente, il 22 marzo il Comitato Centrale si riunì a Budapest senza di lui. La risoluzione approvata accusava Imre Nagy di pericolose idee di destra e ad aprile fu destituito dalla carica di Primo Ministro.”

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Come vediamo Imre Nagy non fu capace di trarre tutte le conclusioni della sua critica alla burocrazia. Credeva nella possibilità di riformare il sistema, quando invece era necessario rovesciarlo. Non capiva il carattere controrivoluzionario dello stalinismo, e soprattutto aveva paura dell’azione rivoluzionaria delle masse. Quando dopo l’inizio della rivoluzione venne chiamato ancora al governo rimarrà sempre alla coda del processo. La sua tragedia politica e personale è da rispettare, ma ciò e ben differente dal considerarlo l’autentico rappresentante dell’Ottobre ungherese.

Il simbolo di quella rivoluzione non è Imre Nagy, ma i consigli operai che la animarono ed è impressionante come le ipotesi di Lev Trotskij contenute nella Rivoluzione Tradita, scritta 20 anni prima, trovino conferma negli avvenimenti ungheresi.

Dunque se c’è uno che aveva ragione non è certo P. Nenni, come ha sostenuto G. Napolitano, ma Lev Trotskij, che a differenza di P. Nenni non ha mai ricevuto a Mosca il "premio Stalin", come avvenne invece al dirigente socialista italiano nel 1949.

Fu trucidato dagli stalinisti come lo furono gli operai ungheresi che meriterebbero che si facesse giustizia rispetto alle ragioni per le quali persero la vita. Almeno da chi oggi si considera di sinistra.



Quando G. Napolitano disse: "in Ungheria l'Urss porta la pace"
[http://www.storialibera.it]



Nel 1956, all'indomani dell'invasione dei carri armati sovietici a Budapest, mentre A. Giolitti e altri dirigenti comunisti di primo piano lasciarono il Partito Comunista Italiano, mentre «l'Unità» definiva «teppisti» gli operai e gli studenti insorti, G. Napolitano si profondeva in elogi ai sovietici. L'Unione Sovietica, infatti, secondo lui, sparando con i carri armati sulle folle inermi e facendo fucilare i rivoltosi di Budapest, avrebbe addirittura contribuito a rafforzare la «pace nel mondo»...

G. Napolitano nel nov. 1956: "Come si può, ad esempio, non polemizzare aspramente col compagno Giolitti quando egli afferma che oltre che in Polonia anche in Ungheria hanno difeso il partito non quelli che hanno taciuto ma quelli che hanno criticato? E' assurdo oggi continuare a negare che all'interno del partito ungherese - in contrapposto agli errori gravi del gruppo dirigente, errori che noi abbiamo denunciato come causa prima dei drammatici avvenimenti verificatisi in quel paese - non ci si è limitati a sviluppare la critica, ma si è scatenata una lotta disgregatrice, di fazioni, giungendo a fare appello alle masse contro il partito. E' assurdo oggi continuare a negare che questa azione disgregatrice sia stata, in uno con gli errori del gruppo dirigente, la causa della tragedia ungherese.

Il compagno Giolitti ha detto di essersi convinto che il processo di distensione non è irreversibile, pur continuando a ritenere, come riteniamo tutti noi, che la distensione e la coesistenza debbano rimanere il nostro obiettivo, l'obiettivo della nostra lotta. Ma poi ci ha detto che l'intervento sovietico poteva giustificarsi solo in funzione della politica dei blocchi contrapposti, quasi lasciandoci intendere - e qui sarebbe stato meglio che, senza cadere lui nella doppiezza che ha di continuo rimproverato agli altri, si fosse più chiaramente pronunciato - che l'intervento sovietico si giustifica solo dal punto di vista delle esigenze militari e strategiche dell'Unione Sovietica; senza vedere come nel quadro della aggravata situazione internazionale, del pericolo del ritorno alla guerra fredda non solo ma dello scatenamento di una guerra calda, l'intervento sovietico in Ungheria, evitando che nel cuore d'Europa si creasse un focolaio di provocazioni e permettendo all'Urss di intervenire con decisione e con forza per fermare la aggressione imperialista nel Medio Oriente abbia contribuito, oltre che ad impedire che l'Ungheria cadesse nel caos e nella controrivoluzione, abbia contribuito in misura decisiva, non già a difendere solo gli interessi militari e strategici dell'Urss ma a salvare la pace nel mondo.


«Napolitano non venga a Budapest. Con il Pci appoggiò i russi invasori», tratto da «Il Giornale», 26.5.2006.

Un portavoce dei superstiti: "Tardivo il suo ripensamento, chi pagò con la vita non vorrebbe essere commemorato da lui".

Hanno perdonato Boris Eltsin, erede dei loro carnefici. Potrebbero, sforzandosi, mandar giù anche un boccone indigesto come Vladimir Putin «l'opportunista» ma G. Napolitano no, proprio no. Il nostro presidente della Repubblica non merita sconti e in Ungheria non deve andare. Soprattutto in quei giorni, nel prossimo autunno, in cui a Budapest si ricorderanno i 50 anni dell'invasione sovietica. A lanciare il diktat è un gruppetto sparuto ma autorevole di magiari, quelli raccolti intorno a «56 Alapitvany» (Fondazione '56). Sono in diciannove, tutti accomunati dallo stesso destino: essersi ribellati agli occupanti venuti da Mosca e aver pagato per questo con duri anni di galera.

Per questo, l'altroieri, sono insorti quando hanno saputo che il presidente ungherese Laszlo Solyom aveva invitato per il prossimo autunno a Budapest anche G. Napolitano. In nove hanno firmato una lettera-appello per chiedere che G. Napolitano non venga. O se proprio ci tiene a visitare l'Ungheria, lo faccia prima o dopo le commemorazioni. Facendo riferimento alla posizione presa dal Pci nel 1956, la lettera afferma che il documento di allora offrì sostegno internazionale ai sovietici che «repressero nel sangue il desiderio di libertà dell'Ungheria». E Laszlo Balazs Piri, tra i nove firmatari dell'appello, membro del board della Fondazione, già condannato a 3 anni e 6 mesi di reclusione per la sua partecipazione alla rivolta, rilancia: «Purtroppo i governi dei grandi Paesi occidentali non poterono aiutarci. L'opinione pubblica dei Paesi liberi era accanto a noi. Nello stesso tempo, però, in Paesi come Italia e Francia i Partiti comunisti erano allineati a Mosca. Furono d'accordo con questa resa dei conti sanguinosa contro la lotta di liberazione ungherese. Napolitano a quel tempo non era un bambino e aveva un'opinione».

A poco vale per i «reduci» della repressione sovietica il ripensamento del presidente italiano. Un dietrofront tardivo, sostengono. E Laszlo Balazs Piriè categorico: «La comunità dei veterani del 1956 sente che quest'uomo non deve partecipare alle commemorazioni del '56 ungherese. Chissà cosa direbbero quelli che sono stati impiccati in seguito alla repressione».

Il 26 settembre 2006, a Budapest, G. Napolitano ha reso omaggio alle vittime della rivoluzione del 1956, soffocata nel sangue dai carri armati sovietici. In quell'occasione ha detto: "Ho reso questo omaggio sulla tomba di Imre Nagy a nome dell'Italia, di tutta l'Italia, e nel ricordo di quanti governavano l'Italia nel 1956 e assunsero una posizione risoluta, a sostegno dell'insurrezione ungherese e contro l'intervento militare sovietico". Non una dichiariazione sulle responsabilità sue e dei suoi «compagni» di partito, non una richiesta di perdono alle vittime (forse 25.000), non un'affermazione che definisse il comunismo «male assoluto».



Video1



Video2



Video3



Video4



Video5



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L'esodo ungherese avviene in tre fasi:
- 1945, fuggono coloro che hanno buone ragioni per temere l'avvicinamento delle truppe sovietiche e l'avvento dei comunisti;
- 1948, subito prima del "processo Rajk", la cortina di ferro è ancora abbastanza permeabile: certo, i comunisti si sono insediati ormai in tutti gli uffici, ma c'è ancora un «governo di coalizione», i rappresentanti dei partiti democratici sono in gran parte ai loro posti e negli uffici si può ancora sperare di riuscire a vedere accolta un'istanza che più tardi sarà inesorabilmente bloccata, perché i comunsiti rovesciano le regole del gioco democratico e con una brutalità senza veli si impossessano del potere;
- 1956, centinaia di migliaia di persone fuggono in circostanze drammatiche.
Dopodiché, per molti anni, potrà uscire solo chi viene mandato all'estero dai comunisti o chi scapperà.


1956
REPUBBLICA POPOLARE ROMENA
(30 dicembre 1947)
Presidente del consiglio di stato
-
Primo ministro
-
Ministro degli esteri
-
Segretario generale del Partito operaio romeno
     

1956
-


1956
REPUBBLICA POPOLARE di BULGARIA
(30 dicembre 1947)
Presidente del consiglio di stato
V. Červenkov
(1949 - ?)
segretario generale del Partito comunista bulgaro
Todor Christov Zivkov
(1954 - 1989)

1956
è in corso un processo di relativa liberalizzazione;
il paese entra a far parte del "patto di Varsavia";





1956
Costituzione del 1946
 
IV REPUBBLICA
Presidente della Repubblica
René Coty
(1954 16 gen - 8 gen 1959)
Presidente del Consiglio della Repubblica
Gaston Monnerville
(1947 mar - ott 1958)
Presidente dell'Assemblea Nazionale
-
Presidente del Parlamento
(Senato+Camera)
-
 
Presidente del Consiglio
E. Faure o E. Sanday
II
(23 mar - 24 gen 1956)
Guy Mollet
(31 gen - 21 mag 1957)
- Vicepresidente del Consiglio
-
-
Interni
E. Faure o E. Sanday
(1955 1° dic - 1° feb 1956)
Jean Gilbert-Jules
(1° feb - 6 nov 1957)
Affari Esteri
Antoine Pinay
(1955 23 feb - 1° feb 1956)
Christian Pineau
(1° feb - 14 mag 1958)
Colonie
-
Regioni liberate
-
Difesa
-
-
Guerra
-
Marina
-
Aviazione
-
Finanze e Affari Economici
Pierre Pflimlin
(23 feb - 1° feb 1956)
[…e Piano]
Robert Lacoste
(1°-14 feb)
Paul Ramadier
(14 feb - 13 giu 1957)
Commercio
e Industria
-
Lavori Pubblici
-
Lavoro
-
Giustizia
R. Schuman
(23 feb - 1° feb 1956)
F.-M. Mitterand
(1° feb - 13 giu 1957)
Pubblica Istruzione
e dei Culti
-
 

1956
Gennaio
2
, Elezioni dell'Assemblea Nazionale.

Elezioni dell'Assemblea Nazionale*
[1956]
 
seggi
+/-
- comunisti e progressisti
145
+52
- S.F.I.O.
88
-6
- altre sinistre
4
-2
- vari gruppi radicali
71
-11
- M.R.P.
71
-14
- indipendenti, ecc.
94
-31
- Rep. soc.
16
-41
- Rassemblement National
3
+3
- U.D.C.A. (pujadisti)
52
+52
Totale
544
* Eletti nel territorio metropolitano.
[Carlo Falconi, La Chiesa e le organizzazioni cattoliche in Europa, Milano 1960, Edizioni di Comunità.]

 

Febbraio
6
, con la visita di Guy Mollet ad Algeri si apre la "III fase della guerra d'Algeria".

Parigi, da New York arriva J. Hunt, pronto per un colloquio con M. Josselson;
nel giro di breve tempo J. Hunt è nominato ufficialmente membro del segretariato del CCF (Congress for Cultural Freedom);

Aprile
In quanto membro del Tri-Magazine Editorial Committee, M. Lasky stila un rapporto in cui riassume i traguardi raggiunti e ne stabilisce l'agenda per il futuro.
Lo stesso mese un gruppo di sacerdoti viene espulso da Suk-Ahros. Protesta del card. Liénart.

Maggio
7
, Parigi, arriva Tito in visita di ufficiale;
15, il primo ministro Guy Mollet e il ministro degli Esteri Christian Pineau compiono un viaggio nell'Unione Sovietica.
29, in «La Croix» p. Ducatillon scrive un articolo sulla crisi del patriottismo;

Giugno
5
, accordo con la BDR (Repubblica Federale Tedesca) per il ritorno della Saar alla Germania dal 1 gennaio 1957;
23
, con la Loi Cadre il paese cerca di compiere una prima coraggiosa riforma che porterà:
- alla istituzione del suffragio universale (con relativa istituzione del sistema del collegio unico);
- al trasferimento della funzione esecutiva dalle mani del Governatore a quelle di un Consiglio di Governo eletto dall'Assemblea locale;
- ad una estensione dei poteri deliberanti dell'Assemblea stessa.
Ma le istanze del mondo coloniale fanno apparire la Loi Cadre già superata prima ancora che esca dalla fase sperimentale: le istituzioni francesi sono in crisi, l'Unione paralizzata nelle sue funzioni.
Lo stesso mese il nome di Bertrand Russell – dopo le sue dimissioni in marzo – viene rimosso da tutte le carte intestate ufficiali del CCF (Congress for Cultural Freedom).

L'Assemblea Nazionale Francese approva una legge proposta dal ministro per le Colonie, Gaston Defferre, per preparare costituzionalmente la via, sotto il patrocinio della Francia, all' "evoluzione" delle colonie. La Francia incoraggia l' "africanizzazione" dei servizi coloniali.

Luglio
11
, l'assemblea nazionale approva la creazione dell'Euratom (Comunità Europea dell'Energia Atomica);
[Sarà fondata ufficialmente a Roma l'anno successivo.]
26, l'Egitto nazionalizza il Canale di Suez.

Agosto
, incontro a Londra tra i tre ministri degli Esteri:
. S. Lloyd, Regno Unito,
. Christian Pineau, Francia,
. J.F. Dulles, Stati Uniti,
per esaminare i problemi derivanti dal decreto di G.A. Nasser concernente la nazionalizzazione del "Canale di Suez";
alla fine della riunione si propone la convocazione rapidissima di una conferenza dei paesi partecipanti alla convenzione [Costantinopoli 1888] e di altre nazioni interessate all'uso del canale.
In attesa della conferenza, Regno Unito e Francia iniziano a prendere delle misure militari.
16-23, prima conferenza di 24 nazioni a Londra per un progetto di controllo internazionale del "Canale di Suez".
Lo stesso mese:
- Marsiglia, XLIII Settimana Sociale: «Les exigences humaines de l'expansion économique».
- 1ª risposta di mons. de Provenchère, presidente della Commissione Episcopale per l'Insegnamento Religioso, alle critiche sul «catechismo progressivo».

Settembre
15
, dimissioni di André Vial dalla presidenza dell'A.C.J.F. e crisi di quest'ultima;

Ottobre
scoppia la Rivoluzione ungherese;
esplode il "caso Duval", il gesuita chansonnier;
11, l'ambasciatore Roland de Margerie, succeduto a Wladimir d'Ormesson, presenta le credenziali a Pio XII;
25, in una conferenza-stampa, Albert Payet presenta il «programma minimo» del Comitato Nazionale d'Azione Laica;


Parigi, Boulevard Haussman, da pochi mesi J. Hunt è arrivato negli uffici del CCF (Congress for Cultural Freedom).
Chiamando in campo la sua vasta rete di contatti e associazioni consociate, l'ufficio di Parigi coordina le pubbliche proteste da Santiago alla Danimarca, dal Libano a New York, da Amsterdam a Bombay. In Svezia il comitato locale convince otto premi Nobel a firmare un telegramma di protesta al mar.llo N.A. Bulganin.
L' "American Committee…" organizza un raduno di massa cui sono presenti A. Koestler e I. Silone (che vorrebbero al loro fianco anche E. Hemingway che però è in Europa in un luogo imprecisato).
30, si tiene a Londra un vertice tra i due alleati sulla questione di Suez:
- Gran Bretagna, sir A.R. Eden e S. Lloyd,
- Francia, Guy Mollet e Christian Pineau,
per concordare i loro piani di guerra.
In questa occasione i due alleati inviano un ultimatum ai due belligeranti Israele ed Egitto, con cui chiedono agli eserciti di entrambi i paesi di sospendere le operazioni militari e di ritirarsi a una distanza di 16 km dal canale; chiedono inoltre che sia consentito alle loro forze armate di occupare le posizioni chiave di Suez, Ismailia e Porto Said;
se entro 12 ore queste condizioni non saranno soddisfatte, il Regno Unito e la Francia minacciano il loro intervento militare.
[L'ultimatum finisce per scoprire i piani degli anglo-francesi e degli israeliani, piani evidentemente concertati in precedenza: l'Egitto, in caso di accettazione dell'ultimatum, sarebbe costretto a rinunciare a una larga parte del suo territorio e a perdere definitivamente il controllo del "Canale di Suez".]
La risposta di G.A. Nasser non può che essere negativa.
Lo stesso giorno le decisioni del governo francese sono portate all'approvazione dell'Assemblea nazionale che approva con 368 voti contro 182 contrari.
31, ore 04:30, scade l'ultimatum franco-britannico.

Novembre
4
, sbarco anglo-francese-israeliano a Porto Said (con la morte di molti abitanti) e Ismaelia;
5
, muore il card. Giulio Saliège, arcvescovo di Tolosa;
6
, dopo pressioni dell'ONU, degli Stati Uniti e dell'Urss, Francia e Inghilterra accettano di cessare il fuoco e ritirano le truppe dalla zona del canale;
a Londra sir A.R. Eden annuncia alla Camera dei Comuni che il cessate il fuoco da parte delle forze britanniche sarà operativo a partire dalla mezzanotte dello stesso giorno;
7-13, IXme Semaine des intellectuels catholiques: «Monde moderne et sens du péché».
9, J.-P. Sartre denuncia la politica sovietica dopo la seconda guerra mondiale come «dodici anni di terrore e stupidità» e condanna «con tutto il cuore» l'intervento in Ungheria.
Riservando un'invettiva speciale ai comunisti del suo paese, dichiara: «Non è e non sarà mai possibile riprendere i rapporti con gli uomini che sono attualmente alla guida del Partito Comunista Francese. Ogni loro frase, ogni loro posizione è il prodotto di trent'anni di bugie e sclerosi. Le loro reazioni sono quelle di persone del tutto irresponsabili».
Il CCF (Congress for Cultural Freedom) diffonde migliaia di copie di questa dichiarazione, assieme a quella di A. Camus che minaccia di capeggiare un boicottaggio delle Nazioni Unite se queste non voteranno per «il ritiro immediato delle truppe sovietiche» dall'Ungheria, e di denuciarne pubblicamente la bancarotta e il fallimento «se la sua richiesta non verrà ascoltata».
Sottolinea allegramente M. Josselson:
«Sembra si stia verificando […] una scissione tra gli intellettuali francesi, i comunisti, i "compagni di strada", i simpatizzanti, i progressisti, gli anti-anticomunisti e ora i comunisti anticomunisti, in quest'ordine».
Il "Comité National des Ecrivains" di L. Aragon, sostenuto dai comunisti, viene «praticamente affondato […]. Non ci si sbaglia a dire che la "mistica" comunista è stata mandata in frantumi».
Osserva inoltre: «Il Partito Socialista Francese potrebbe approfittare della situazione se non fosse per lo sfortunato intervento in Egitto».

Immediatamente dopo la chiusura della mostra "Giovani artisti" del 1955-56, Nicolas Nabokov inizia a pianifcarne una continuazione (vedi 1959).

Dicembre
14
, Gabriel Marcel attacca André Mandouze, ex redattore di «Témoignage Chrétien», arrestato per simpatie verso il F.L.N..
[F. Mauriac lo difenderà nell' «Express» del 21 dicembre.]
Lunga polemica con altri interventi.
Lo stesso mese «Vie intellectuelle» cessa inaspettatamente le pubblicazioni.
25, muore il canonico Viollet, fondatore di numerose opere sociali.
Lo stesso mese G. Sauge fonda il suo CESPS (Centre d'études inférieures de psychologie social).





1956
Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda
Elisabetta II
Albero genealogico
(n. 1926)
figlia di Giorgio VI e di Elisabeth Bowes-Lyon [Queen Mum];
1947-52, duchessa di Edimburgo;
1953 (2 giugno) regina di Gran Bretagna e d'Irlanda del Nord, capo del Commonwealth;
Primo ministro,
Primo lord del Tesoro
[Prime Minister, First Lord of the Treasury]
sir A.R. Eden
conservatore
(1955 6 apr - 10 gen 1957)
Cancelliere dello Scacchiere
[Chancellor
of the Exchequer
]
H. Macmillan
(1955 20 dic - 13 gen 1957)
Segretari di Stato
-
Affari Esteri e Commonwealth
S. Lloyd
(1955 20 dic - 27 lug 1960)
Guerra
-
Affari Interni
-
Giustizia
-
Colonie
-
Affari economici
-
Carburanti
ed Energia
-
Commercio estero
-
Sanità
-
Edilizia
 
 

1956
Marzo
26
, Londra, il «Manchester Guardian» pubblica una lettera di Bertrand Russell che si riferisce alle «atrocità commesse dall'FBI» durante il processo ai Rosenberg e paragona l'America agli «altri Stati di polizia come la Germania nazista e la Russia di Stalin».
M. Josselson, a Parigi, reagisce immediatamente, suggerendo a I. Kristol di trovare «un corrispondente americano a Londra, intelligente» che intervisti Bertrand Russell in modo da «dimostrare che Russell non [è] in possesso di alcuna nuova prova relativa al caso Rosenberg e che le sue affermazioni [sono] basate sulla propaganda comunista che, nel suo stato senile, non [riesce] a distinguere dalla verità».
Mentre M. Josselson si prepara a smontare le affermazioni di Bertrand Russell, l' "American Committee…", a New York, decide di intervenire direttamente inviando a Bertrand Russell una lettera di protesta in cui lo si accusa di «madornale scorrettezza nei confronti dell'obiettività della giustizia» e di fare un «grande servizio ai nemici che ritenevamo tu fossi impegnato a combattere».
Bertrand Russell risponde semplicemente dimettendosi da presidente onorario del CCF (Congress for Cultural Freedom).
[Le sue dimissioni dal Congresso, per la quarta volta, sono veramente le ultime.]
M. Josselson [Jonathan F. Saba] è furibondo.

primavera, la Commissione della Chiesa anglicana espone in un rapporto destinato alla Commissine governativa il punto di vista della propria confessione sui problemi dell'omosessualità e della prostituzione, precedendo di alcuni mesi nello stesso passo la Chiesa cattolica.

Aprile
18
, Londra, arrivano in visita ufficiale N.S. Chrušcëv e N.A. Bulganin;

Luglio
a fine mese, dopo la nazionalizzazione del "Canale di Suez", sir A.R. Eden illustra la situazione generale:
«La situazione non è più tollerabile. […]
Dal punto di vista strategico, dobbiamo in qualche modo ripensare l'influenza che esercitiamo in alcune aree del globo. […]
Dobbiamo rivedere in alcune il nostro ruolo nel pianeta e le nostre potenzialità domestiche. Questa crisi non ha cambiato il destino della Gran Bretagna, ha semmai svelato una realtà. Tali valutazioni potrebbero spingerci a cercare un avvicinamento all'Europa, assieme ai paesi del Commonwealth. Ma non dobbiamo illuderci. L'Europa non ci accoglierà solo perché, al momento, la cosa conviene alla Gran Bretagna
».

Agosto
, Londra, incontro tra i tre ministri degli Esteri:
. S. Lloyd, Regno Unito,
. Christian Pineau, Francia,
. J.F. Dulles, Stati Uniti,
per esaminare i problemi derivanti dal decreto di G.A. Nasser concernente la nazionalizzazione del "Canale di Suez";
alla fine della riunione si propone la convocazione rapidissima di una conferenza dei paesi partecipanti alla convenzione [Costantinopoli 1888] e di altre nazioni interessate all'uso del canale.

I 24 Paesi invitati
alla Conferenza di Londra

– 16 agosto 1956 –
Altri
01 - Egitto [non partecipa]
02 - Francia,
03 - Italia,
04 - Paesi Bassi,
05 - Spagna,
06 - Turchia,
07 - Regno Unito,
08 - Unione Sovietica,

01 - Australia,
02 - Ceylon,
03 - Danimarca,
04 - Etiopia,
05 - Rep. Fed. Tedesca,
06 - Grecia [non partecipa],
07 - India,
08 - Indonesia,
09 - Iran,
10 - Giappone,
11 - Nuova Zelanda,
12 - Norvegia,
13 - Pakistan,
14 - Portogallo,
15 - Svezia,
16 - Stati Uniti.

In attesa della conferenza, Regno Unito e Francia iniziano a prendere delle misure militari. Il governo britannico, in particolare, avvia una mobilitazione di oltre mezzo milione di uomini e decide l'invio di unità aeree e navali nel Medio Oriente.
Alla vigilia della conferenza si hanno alcuni annunci importanti:
- Egitto, rinuncia di partecipare,
- Stati Uniti, dichiarano chiaramente di essere per una soluzione pacifica della vertenza;
- stati della Lega Araba, riconfermano il loro appoggio all'Egitto.
16-23, Londra, prima conferenza sul problema del "Canale di Suez";
[L'assemblea dei 22 stati presenti (rispetto ai 24 invitati, mancano Egitto e Grecia) è presieduta da S. Lloyd, ministro degli Esteri britannico.]
il ministro degi Esteri sovietico Scepilov solleva subito una serie di eccezioni sul modo di convocare la conferenza e sulla scelta dei partecipanti e depreca i provvedimenti militari già decisi dal Regno Unito e dalla Francia che potrebbero minacciare seriamente la pace in tutta la zona del Mediterraneo orientale.
Il segretatio di Stato americano J.F. Dulles propone, a sua volta, che il funzionamento del canale venga affidato a una commissione internazionale sulla base dei principi della convenzione del 1888.
Replica Scepilov controproponendo un ente internazionale di supervisione, mantenendo tuttavia il piene controllo del canale nelle mani dei funzionari egiziani ed evitando in tal modo di ledere il principio della sovranità del Cairo sul canale.
20, J.F. Dulles fa una nuova proposta di compromesso che tuttavia non riceve l'approvazione dell'Unione Sovietica.
Un'altra proposta viene avanzata dal rappresentante dell'India Menon, ma appare via via evidente che l'Unione Sovietica rimarrà ferma nei suoi propositi.
23, si conclude la conferenza di Londra:
- 18 paesi approvano il progetto americano per la gestione internizionale del del "Canale di Suez";
- 4 paesi sottoscrivono la proposta sovietica: URSS, India, Indonesia e Ceylon.
Viene anche deciso che le proposte della maggioranza degli stati partecipanti alla conferenza saranno comunicate a G.A. Nasser da un comitato guidato dall'australiano Menzies e composto anche dai rappresentanti di: Stati Uniti, Iran, Turchia e Svezia.
28, l'Egitto dà la sua approvazione all'incontro con il comitato dei cinque; contatti si svolgono nei giorni seguenti;

Settembre
9
, G.A. Nasser respinge il progetto della gestione del "Canale di Suez" da parte di un consiglio internazionale;
12, il governo britannico annuncia che la maggioranza degli stati partecipanti alla conferenza di Londra costituirà una "Associazione degli Utenti del Canale" alla quale verrà assegnato il compito di organizzare il funzionamento della via marittima indipendentemente dai servizi egiziani.
G.A. Nasser definisce la proposta occidentale una vera e propria violazione della sovranità egiziana e l'Unione Sovietica si affretta a dare tutta la sua solidarietà all'Egitto;
19-21, Londra, seconda conferenza sul problema del "Canale di Suez", con la partecipazione dei 18 paesi che hanno approvato a maggioranza la decisione della precedente conferenza; grande assente l'Unione Soveitica;
21, al termine della conferenza è stata presa la decisione di creare la SUC (Associazione degli Utenti del Canale di Suez) che avrebbe «lo scopo di facilitare ogni misura capace di condurre a una soluzione definitiva o provvisoria del problema del Canale di Suez, sviluppando la cooperazione tra i governi che concederanno la loro adesione e cercando anche la collaborazione delle autorità egiziane, in attesa di una soluzione dei problemi più generali».
Nei giorni successivi le due parti decidono di rivolgersi all'ONU.
23, anche Francia e Regno Unito decidono di rivolgersi all'ONU;
24, anche l'Egitto si rivolge all'ONU.
Si moltiplicano quindi i segni di un conflitto latente:
- Israele annuncia di aver acquistato dal Canada ventiquattro aerei a reazione del tipo Sabre;
- G.A. Nasser ottiene, nel corso di una conferenza, l'appoggio politico della Siria e dell'Arabia Saudita;
- piccoli scontri militari cominciano a svilupparsi lungo la linea di confine tra Israele e Giordania.

Ottobre
-5
, Londra, terza conferenza sul problema del "Canale di Suez"; viene ufficialmente creata la la SUC (Associazione degli Utenti del Canale di Suez) e il gruppo esecutivo risulta formato da:
- Gran Bretagna,
- Francia,
- Stati Uniti,
- Italia,
- Iran,
- Norvegia.
5-13, il Consiglio di sicurezza dell'ONU affronta il problema ma tutto si conclude praticamente con un nulla di fatto. Viene infatti approvata una proposta generica di invito alla concordia, ma quando si cerca di varare delle soluzioni concrete l'Unione Sovietica respinge ogni proposta.
25, viene annunciata la costituzione del Patto di Amman tra:
Egitto, Siria e Giordania, in base al quale i tre stati arabi stabiliscono di rinforzare la loro alleanza militare e, in caso di guerra con Israele, di mettere tutte le forze armate al comando di un solo responsabile, il gen. Adel Hakim Amer, egiziano;
la firma del patto viene considerata da Israele un «diretto e immediato pericolo» alla propria sopravvivenza.
30, Londra, si tiene un vertice tra i due alleati sulla questione di Suez:
- Gran Bretagna, sir A.R. Eden e S. Lloyd,
- Francia, Guy Mollet e Christian Pineau,
per concordare i loro piani di guerra.
In questa occasione i due alleati inviano un ultimatum ai due belligeranti Israele ed Egitto, con cui chiedono agli eserciti di entrambi i paesi di sospendere le operazioni militari e di ritirarsi a una distanza di 16 km dal canale; chiedono inoltre che sia consentito alle loro forze armate di occupare le posizioni chiave di Suez, Ismailia e Porto Said;
se entro 12 ore queste condizioni non saranno soddisfatte, il Regno Unito e la Francia minacciano il loro intervento militare.
[L'ultimatum finisce per scoprire i piani degli anglo-francesi e degli israeliani, piani evidentemente concertati in precedenza: l'Egitto, in caso di accettazione dell'ultimatum, sarebbe costretto a rinunciare a una larga parte del suo territorio e a perdere definitivamente il controllo del "Canale di Suez".]
La risposta di G.A. Nasser non può che essere negativa.
Lo stesso giorno le decisioni del governo britannico sono portate all'approvazione del Parlamento. La reazione dei laburisti per bocca del loro leader Hugh Gaitskell è durissima ma, nonostante la perentoria richiesta di dimissioni del governo, questo riesce a ottenere la fiducia per 270 voti a favore contro 218.
31, ore 04:30, scade l'ultimatum franco-britannico.

Novembre
4
, sbarco anglo-francese-israeliano a Porto Said (con la morte di molti abitanti) e Ismaelia;
tutti i partiti inglesi sono contrari alla guerra;
6
, dopo pressioni dell'ONU, degli Stati Uniti e dell'Urss, Francia e Inghilterra accettano di cessare il fuoco e ritirano le truppe dalla zona del canale;
sir A.R. Eden annuncia alla Camera dei Comuni che il cessate il fuoco da parte delle forze britanniche sarà operativo a partire dalla mezzanotte dello stesso giorno;

Dicembre
3
, mons. William Godfrey è promosso dalla sede di Liverpool a quella di Westminster.

Lo stesso anno l'attore Alec Guinnes si converte al cattolicesimo.

Dopo dieci anni dalla fine della II guerra mondiale e dal trattato di Parigi, la politica e la diplomazia inglesi hanno abbandonato i toni boriosi e arroganti della potenza vincitrice ansiosa di imporre soltanto il proprio dominio. Hanno dovuto accettare, obtorto collo, la leadership americana sul "mondo libero".
Ora gli inglesi tentano un opportunistico avvicinamento anche all'Europa, che hanno sempre guardato dall'alto verso il basso. Devono mantenere a tuttii costi una presenza nel Mediterraneo e nel Vicino Oriente. E cercano sponde per fronteggiare il "nemico-alleato" con il quale sono costetti a fari i conti: l'Italia.
Un'Italia, però, ben diversa da quella con cui erano abituati a trattare
.

 

 

ULSTER
(Irlanda del Nord)
1956
-
- Presidente    
- Capo del Governo
E. De Valera
(1951 - giu 1959)
[Fianna Fail]
- Nunzio di Dublino
mons. Alberto Levame
(1954 giu - ?)

1956
Agosto
i vescovi irlandesi tengono il loro V Sinodo nazionale;

Ottobre
30
, Leo Thomas McCauley presenta a Pio XII le credenziali di ambasciatore straordinario e plenipotenziario d'Irlanda;

 




1956
REPUBLICA PORTÚGUESA
[Estado Novo]
Presidente
del consiglio
Antonio de Oliveira Salazar
(1932-68)
[unico detentore del potere reale]
unico partito legalmente funzionante: Unione nazionale
 

1956
legato al regime di F. Franco Bahamonde [el Caudillo] con il cosiddetto "patto iberico";

Maggio
l'organo ufficiale della Gioventù Operaia Cattolica portoghese pubblica un'inchiesta sociologico-religiosa;

Luglio
Paço de Sousa, presso Porto, muore p. Americo Moneiro de Aguiar, fondatore (1943) dell'Obra da Rua (Opera della Strada) per la gioventù abbandonata;

Agosto
, XXX anniversario del regime: da questa data è proibito il lavoro notturno delle donne e dei ragazzi nelle filande di Braga;

Dicembre
29
, il card. Cerejera, patriarca di Lisbona, afferma in un discorso l'assoluta autonomia della Chiesa tanto di fronte ai nemici del regime che dinanzi alle correnti di sinistra cattolica.


1956
SPAGNA
 
IV governo*
 
1951 - gennaio 1957
Capo dello Stato
F. Franco Bahamonde [el Caudillo]
-
Presidente
de la Gubernaciòn
-
Interno
-
Affari Esteri
Alberto Martìn Artajo
(1945-gen 1957)
[-]
Casa
-
Finanze
-
Commercio
-
Lavoro
José Antonio Giròn de Velasco
(1941 gen-gen 1957)
[-]
Educazione
Joaquìn Ruiz-Giménez
(1951 gen-feb 1956)
[ex ambasciatore in Vaticano]
-
* esclusi rimpasti o brusche sostituzioni;
[il governo si regge sulla triade classica: cattolici-militari-Falange.]

1956
Gennaio
in coincidenza con l'inizio della crisi dei rapporti fra Stato e studenti e dell'inflazione, che comincia a muovere la protesta operaia, F. Franco Bahamonde [el Caudillo] si trova a scegliere fra:
- una pressione di tipo statalista da parte della Falange e
- una pressione in direzione liberista da parte di una nuova forza, definibile grosso modo come l'interprete del neocapitalismo spagnolo: l'Opus Dei.
Opta per questo istituto il cui uomo più rappresentativo, Laureano Lopéz Rodò, è capace di offrirgli, e poi di mettere in pratica almeno in parte, un programma di sviluppo dell'economia;

Lo stesso mese l'intera nazione spagnola partecipa, per la prima volta nella storia, a un corso simultaneo di esercizi spirituali.

23, si sparge la notizia della chiusura, in base a un ordine datato dal 28 novembre precedente, dell'unica scuola protestante esistente in Spagna, frequentata da 50 allievi, e l'annesso seminario (8 studenti) – aperti a Madrid sin dal 1947 in un unico grande edificio –, da un organismo sussidiato dal Consiglio Ecumenico delle Chiese.
28, «Ecclesia» annuncia la creazione di un Segretariato permanente dell'episcopato spagnolo deciso nella riunione dei vescovi del novembre precedente. Alla carica di segretario viene chiamato mons. Vicente Enrique y Tarancón, vescovo di Solsona.

In una lettera pastorale, il vescovo di Malaga, mons. Herrera, invita i ricchi e i potenti a dar prova di minore egoismo e di maggiore carità cristiana.


Febbraio
Madrid, un gruppo di studenti di Diritto, Filosofia ed Economia dell'università di Madrid – diventeranno noti nel 1963 come "intellettuali antifranchisti" – chiede apertamente alle autorità universitarie il permesso di indire un congresso nazionale di studenti che elegga democraticamente membri ed organi rappresentativi. L'iniziativa finisce tragicamente. Mentre si raccolgono firme di adesione, gli universitari sono attaccati dai colleghi fascisti nelle aule e nei corridoi della vecchia sede dell'ateneo. Vengono distrutti banchi, porte, tavoli. La battaglia sfocia nelle vie principali. Prestano man forte ex combattenti della Falange.
In quasi duemila si battono nella Gran Via con armi occasionali e con armi vere. La polizia interviene tardi e solamente per fermare studenti democratici.
Due giorni di sommosse, arresti, processioni, espulsioni dall'Ateneo. Tra gli altri, Jesús Pacheco, condannato a tre mesi di reclusione per propaganda illegale e riunioni clandestine.
Per la loro politica filoecclesiastica a danno del regime, devono lasciare la carica per decisione di F. Franco Bahamonde [el Caudillo]:
. Joaquìn Ruiz-Giménez, ministro dell'Educazione Nazionale;
. Pedro Lain Entralgo, rettore dell'Università di Madrid,
. R. Fernandez Cuesta, ministro della Falange.
Il colpo viene accusato. La repressione crea panico, dal panico nasce l'abulia politica, il qualunquismo.
Rimangono a far discorsi in sordina pochi studenti dichiaratamente di sinistra. I giovani sembrano diventare più scettici dei padri.
[Ci vorranno sei anni per rimettere in piedi il tentativo fallito con la creazione della FUDE.]
20, una nota dell'agenzia friburghese, «Kipa», rispondendo alle pesanti accuse rivolte alla Spagna dalla stampa svizzera, francese, inglese e tedesca, assicura che la chiusura è stata decisa dal ministro degli Interni spagnolo «senza che nessuna autorità ecclesiastica cattolica in Spagna, non più della nunziatura apostolica, sia stata prevenuta o avvisata ufficialmente in seguito», e che lo stesso ministero ha giustificato la sua decisione col fatto che, tanto il seminario quanto la scuola, sarebbero stati dei centri di attività antinazionale, data l'appartenenza dei loro dirigenti, parte alla massoneria, parte al comunismo.

Marzo
2
, il Marocco ottiene l'indipendenza: rimangono alla Spagna le città di Ceuta e Melilla e il cosiddetto Sahara Spagnolo.

Il governo spagnolo autorizza la riapertura del seminario protestante di Madrid, chiuso d'autorità a gennaio.

14, un gruppo di personalità spagnole, accompagnate da p. Lombardi, è ricevuto in udienza da Pio XII al quale offre un ex albergo come sede del primo centro nazionale spagnolo del "Movimento per un mondo migliore".

Aprile
tutti gli arcivescovi e vescovi di Spagna rivolgono un appello agli intellettuali spagnoli per invitarli a sottomettersi alla dottrina della Chiesa e alla Verità rivelata di cui essa si afferma custode.
[Come si sa – vedi Aldo Garosci, Gli intellettuali e la guerra di Spagna – la guerra civie ha esiliato e disperso nel mondo quasi tutta l'intellighenzia spagnola che non è rimasta annientata durante i tre anni del conflitto. In vent'anni di regime, tuttavia, quasi tutti i pochi intellettuali rimpatriati e la stessa grande maggioranza delle nuove leve, è rimasta sostanzialmente fedele alla tradizione liberale dei decenni precedenti.
Gli stessi letterati hanno accentuato coraggiosamente le caratteristiche meno gradite al regime, come l'impostazione sociale e il "tremendismo" (tendenze accette, invece, sono la propaganda etico-religiosa e il "constumbrismo").
Esempio tipico del "tremendismo", il romanzo La famiglia de Pascal Duarde di Cela; e del sociologismo, quando non proprio del classismo, i romanzi di J.Nr. Gironella, Los cupresos creen en Dios, ispirato a motivi profondamente religiosi, Los otros di Luis Romero, Para Qué? di Angel Ruiz Ayugar, La Quiebra e El supremo Bien, anch'essi permeati di vive esigenze spirituali.
Fra i romanzi a tesi esplicitamente religiosa, oltre La Mujer Nueva di Carmen Laforêt, va citato La Frontera de Dios di José I. Martin Descalzo, opera prima di un giovane di 26 anni, "premio Nadal" 1957, il più importante premio letterario spagnolo.
Ispirazione religiosa anche nella poesia: Blas de Otero, Claudio Rodriguez, José Augustin Goytisolo, ecc.
Pellicole spagnole: Marcellino pan y vino (1956) e Un angel vola sobre Brooklyn (1957), di Ladislao Vajda, regista iberico-ungherese.
Di bassa lega invece è El beso de Judas del regista Rafael Gil, autore anche di Nostra Signora di Fatima, de Il canto del Gallo, de La guerra di Dio (Gran Premio OCIC).
Sfuggito stranamente all'attentissima censura cinematografica è E il cielo rispose… (1957) del regista Saenz de Heredia.
(Il film è composto di tre episodi riuniti da un motivo comune: i quiz pubblicitari della radio di Madrid. Soprattutto il secondo e il terzo episodio traspirano un'ironia anticlericale accentuata.)
Il maggiore censore religioso dei film, oltre che della stampa spagnola, è forse p. Avelino Esteban, professore all'Università di Madrid, per il suo ufficio di "asesor religioso" al ministero dell'Informazione.
Ben altro è l'anticlericalismo dei registi spagnoli viventi in esilio, come Luis Brunel (Nazzareno, ecc).]

Maggio
il servizio evangelico della stampa tedesca ripropone la questione della responsabilità della Gerarchica cattolica spagnola sostenendo che l'argomento da questa avanzato presso il governo di F. Franco Bahamonde [el Caudillo] si appoggia agli artt. 26 e 27 del Concordato, secondo i quali tutte le scuole del paese devono dare un insegnamento in accordo coi principi del dogma e della morale cattolici e lo Stato è obbligato a vigilare perché tutte le scuole pubbliche e private abbiano l'insegnamento obbligatorio della fede cattolica nei loro programmi.
Quasi contemporaneamente, lo stesso presidente del Consiglio della Chiesa evangelica in Germania, dr. Otto Dibelius, vescovo di Berlino e del Bandeburgo, si rivolge con una lettera aperta al card. Frings, arcivescovo di Colonia e presidente della Conferenza dei vescovi cattolici tedeschi, pregandolo di intervenire a favore dei protestanti in Spagna.
[Il card. Frings risponde con un'abile ma sostanzialmente evasiva lettera al dr. Otto Dibelius - si trova in «Fides», marzo 1958.]
Solo ora l'agenzia cattolica della stampa spagnola pubblica un comunicato in cui controbatte alle accuse dell'agenzia consorella protestantica, negando tutto l'intervento dell'episcopato presso il governo quanto la motivazione giuridica che i vescovi avrebbero sollevato presso le autorità civili, aggiungendo che la Chiesa cattolica spagnola non contesta affatto ai protestanti i diritto di aprire un seminario per la formazione dei loro pastori.
Per quanto perentorie queste affermazioni si rivelano naturalmente poco credibili, per lo meno quanto i presunti motivi politici citati dalla «Kipa» e che sarebbero stati addotti dal governo per compiere un passo così antidiplomatico.
Ad aumentare la diffidenza di affermazioni del genere si aggiunge il tono estremamente polemico e aggressivo dimostrato dalla rivista «Ecclesia» in una serie di articoli dettati da mons. De Vizcarra, consigliere generale dell'Azione Cattolica. Questi, dopo aver ribadito l' «importanza dell'unità cattolica per la vita nazionale in Spagna, paese dove le differenze di lingue, di temperamenti, di razze e di interessi sono quasi infinite», descrive l'azione protestante nella penisola come una vera e propria offensiva guidata sistematicamente dall'estero per frantumare la compattezza religiosa del popolo.
Una prova apodittica di questo flagrante attentato all'unità della fede degli spagnoli è data, secondo lui, dall'introduzione clandestina di 35.000 esemplari della Bibbia protestante della British and Foreign Bible Society scoperti a Madrid e non certo destinati all'esiguo numero dei riformati spagnoli.

Durante la penultima visita a Barcellona, invitato all'Hotel Ritz, il generalissimo sfugge per poco a un attentato.
[Un altro tentativo viene compiuto in Andalusia (una bomba piazzata durante il tragitto) dove si reca a inaugurare una diga.
Altri gravi incidenti dimostrano che ha la fortuna dalla sua.]

Giugno
, la "Gioventù Cattolica operaia" difende in un editoriale del suo periodico ufficiale il diritto allo sciopero degli operai per cause giuste e legittime;

Luglio
il nuovo arcivescovo di Saragozza, mons. Morcillo, lancia in una lettera pastorale un piano per la costruzione di un nucleo di opere parrocchiali-assistenziali in ogni quartiere dei sobborghi della città;
23-29, San Sebastiano, XI Conversazioni cattoliche internazionali: «Ciò che muta e ciò che è immutabile nella vita della Chiesa».

Agosto
Lettera pastorale del vescovo di Huelva, mons. Pedro Cantero Cuadrado, intitolata: «La deformazione della coscienza sociale, grave peccato collettivo della vita spagnola».
11, Pio XII approva la costituzione del nuovo metropolitanato di Pamplona;
15, dopo la riunione episcopale di Vitoria, gli arcivescovi e vescovi spagnoli pubblicano una dichiarazione a favore di una maggiore giustizia sociale nel paese, appellandosi allo Stato e al padronato ma negando il ricorso allo sciopero «a causa dei gravi danni a cui esso può condurre».

Settembre
12
-15, Valladolid, IV Congresso Nazionale di "Pax Christi", sul tema: «Realtà o utopia di un civismo internazionale».
13, Granja de San Ildefonso, a 70 km. da Madrid, si inaugura il "Centro Pio XII per un mondo migliore";
[Un ex-albergo di 100 camere che costituisce la prima casa nel mondo di proprietà del "Movimento per un mondo migliore".]
24-3 ott, I Congresso del clero spagnolo (riunitosi in "Comitato Nazionale di perfezione e di apostolato", con oltre 5.000 preti e religiosi come membri), presieduto dal card. Valerio Valeri, Prefetto dei religiosi e presenti mons. Samorè e p. Arcadio Larraona.

Ottobre
28
, viene inaugurata la televisione;
[Al 31 dicembre 1958, l'unica trasmittente in funzione, quella di Madrid, avrà ancora un raggio utile di ricezione non superiore ai 60 km. Poco, quindi, c'è da dire al riguardo.]

Novembre
la polemica internazionale suscitata dalla chiusura della scuola e del seminario protestanti di Madrid (quest'ultimo riaperto due mesi dopo) permettono a F. Franco Bahamonde [el Caudillo] di promulgare inaspettatamente una nuova legge sul matrimonio dei non professanti il cattolicesimo, che costituisce un contributo veramente coraggioso alla soluzione del problema più acuto posto dalla questione protestante in Spagna.
In base alla nuova legge, infatti, tutte le persone che non fanno professione di fede cattolica possono sposarsi civilmente senza essere obbligate a ricevere prima il sacramento del matrimonio cattolico.
Della nuova legge, però, non beneficiano soltanto i protestanti, ma anche tutti coloro che abbiano apostatato dal cattolicesimo, ed è quindi un indiretto riconoscimento del diritto all'apostasia.

Dimostrazioni studentesche in seguito ai fatti d'Ungheria.

22, Barcellona, conferenza di p. Alegria sugli insegnamenti della tragedia dell'Ungheria;
24, nuova richiesta di «Ecclesia» per la soppressione della censura sulla stampa;

Dicembre
Il Marocco ha ottenuto l'indipendenza: rimangono alla Spagna le città di Ceuta e Melilla e il cosiddetto Sahara Spagnolo.

31, a vent'anni esatti dalla morte di M. de Unamuno, il Sant'Uffizio condanna due sue opere capitali: Del sentimiento trágico de la Vida e Agonia del cristianismo.

____________________

 

STAMPA CATTOLICA*
[1956]
 
in totale
cattolici**
 
n.
tiratura
n.
%
tiratura
%
- quotidiani
109
1.800.000
34
31,19
337.814
18,74
- riviste
1.768
8.141.333
847
47,90
5.653.000
69,43
La Chiesa in Spagna dispone praticamente di un giornale su tre e di una rivista su due.

* In Spagna, si può dire, tutta la stampa è cattolica, giacché tutta la stampa del paese non solo è rispettosa della Chiesa, ma sovrabbonda in notizie a suo riguardo.
Per stampa cattolica, in senso stretto, quindi, s'intende quella sottomessa alla censura ecclesiastica.
** Gran parte dei periodici sono scadenti, sia da un punto di vista tecnico (prodotti da macchinari superstiti alle distruzioni belliche del 1936, e affidati ad una carta, la quale, oltre che scarsa e costosa, è senz'altro la peggiore d'Europa), ma poi i direttori e i capi redazionali solo rarissimamente sono giornalisti professionisti o a conoscenza della tecnica giornalistica. Infine, il contenuto è generalmente molto mediocre, Se si aggiungono gli ostacoli della censura il panorama è completo.
Cosa bene diversa sono alcune riviste d'interesse generale e d'informazione come:
- «El Ciervo», di Barcellona;
- «Hecos y dichos» dei gesuiti di Saragozza;
- «Nuestro Tiempo» dell'Opus Dei, a Madrid;
- «Orbis Catholicus» della Herder, a Barcellona;
- «Razon y Fe» dei gesuiti di Madrid.
Altrettanto va detto delle maggiori riviste di teologia e filosofia come:
- «Estudios Biblicos» dei gesuiti di Madrid;
- «Estudios Eclesiasticos» dei gesuiti di Madrid;
- «Pensamiento» dei gesuiti di Madrid;
- «Ciencia Tomista» dei domenicani di Salamanca;
- «Revista Española de Teologia» di Madrid,
- «Religión y Cultura» degli agostiniani di Madrid.

[Fonte: Prens de la Iglesia en España (Madrid, Oficina General de Información y Estadistica de la Iglesia en Esapaña, 1957)
[Carlo Falconi, La Chiesa e le organizzazioni cattoliche in Europa, Milano 1960, Edizioni di Comunità.]




 
don Juan  
Albero genealogico
(1913 - ?)
terzogenito di Alfonso XIII di Borbone e di Vittoria Eugenia di Battenberg;
conte di Barcellona
dal 1931 pretendente al trono di Spagna;

1956
-




1956
Repubblica Italiana
Presidente
della Repubblica
Giovanni Gronchi (Dc)
(1955 11 mag - 11 mag 1962)
II Legislatura 1953 25 giu - 11 giu 1958
Presidente
della Camera
G. Leone (Dc)
(1955 10 mag - 21 giu 1963)
Presidente
del Senato
C. Merzagora (Indip.)
(1953 25 giu - 7 nov 1967)
Presidente
del Consiglio
A. Segni (Dc)
(1955 16 lug - 19 mag 1957) I 
Vice-presidente
G. Saragat (Psdi)
(1954 10 feb - 19 mag 1957)
Sottosegretari alla Presidenza del Consiglio C. Russo (Dc)
(1955 16 lug - 19 mag 1957)
[segretario]
Giuseppe Brusasca
(1955 16 lug - 19 mag 1957)
Lorenzo Natali
(1955 16 lug - 19 mag 1957)
Ennio Zelioli Lanzini
(1955 16 lug - 19 mag 1957)
Affari Esteri 
G. Martino (Pli)
(1954 16 set - 19 mag 1957)
Sottosegretari Rinaldo del Bo (Dc)
(1955 16 lug - 19 mag 1957)
A. Folchi (Dc)
(1955 16 lug - 25 mar 1960)
V. Badini Confalonieri (Pli)
(1954 10 feb - 19 mag 1957)
Interno
F. Tambroni (Dc)
(1955 16 lug - 15 feb 1959)
Sottosegretari Guido Bisori
(1953 16 lug - 30 giu 1958)
Vittorio Pugliese
(1955 16 lug - 19 mag 1957)
Grazia e Giustizia
A. Moro (Dc)
(1955 16 lug - 19 mag 1957)
Sottosegretari Oscar Luigi Scalfaro
(1955 16 lug - 30 giu 1958)
Difesa
P.E. Taviani (Dc)
(1953 17 ago - 30 giu 1958)
Sottosegretari G. Bosco (Dc)
(1953 16 lug - 12 giu 1958)
Virginio Bertinelli
(1954 10 feb - 19 mag 1957)
Giovanni Bovetti
(1955 16 lug - 15 feb 1959)
Marina mercantile
G. Cassiani (Dc)
(1955 16 lug - giu 58)
Sottosegretari Corrado Terranova
(1954 18 gen - 30 giu 1958)
Finanze
G. Andreotti (Dc)
(1955 16 lug - 30 giu 1958)
Sottosegretari A. Bozzi (Pli)
(1955 16 lug - 19 mag 1957)
Giacomo Piola
(1955 16 lug - 30 giu 1958)
Tesoro
S. Gava (Dc)
(1953 17 ago - 31 gen 1956, dim.)
E. Vanoni (Dc)
(31 gen - † 9 feb)
[ad interim]
G. Medici (Dc)
(1956 16 feb 56 - giu 58)
Sottosegretari Giuseppe Arcaini
(1954 18 gen - 20 mar 1957)
Angelo Motta
(1954 18 gen - 19 mag 1957)
Giustino Valmarana
(1954 18 gen - 19 mag 1957)
A. Maxia (Dc)
(1954 10 feb - 30 giu 1958)
Luigi Preti
(1954 18 feb - 19 mag 1957)
Bilancio
E. Vanoni (Dc)
(gen 54 - † 9 feb 1956)
A. Zoli (Dc)
(16 feb - 19 mag 1957)
Sottosegretari Mario Ferrari Aggradi
(1953 16 lug - 30 giu 1958)
Industria e commercio
G. Cortese (Pli)
(1955 16 lug - 19 mag 1957)
Sottosegretari Angelo Buizza
(1955 16 lug - 19 mag 1957)
Filippo Micheli
(1955 16 lug - 22 nov 1961)
Fiorentino Sullo
(1955 16 lug - 30 giu 1958)
Lavoro e
Previdenza sociale
E. Vigorelli (Psdi)
(1954 10 feb - 19 mag 1957)
Sottosegretari U. Delle Fave (Dc)
(1954 10 feb - 19 mag 1957)
Armando Sabatini
(1954 10 feb - 19 mag 1957)
G. Sedati (Dc)
(1955 16 lug - 19 mag 1957)
[sottosegretario
Previdenza sociale]
Commercio estero
Bernardo Mattarella
(1955 16 lug - 19 mag 1957)
Sottosegretari Paolo Treves
(1954 10 feb - 19 mag 1957)
Agricoltura e foreste
E. Colombo (Dc)
(1955 16 lug - lug 58)
Sottosegretari Antonio Capua
(1954 10 feb - 19 mag 1957)
Mario Vetrone
(1954 18 gen - 30 giu 1958)
Lavori Pubblici
G. Romita (Psdi)
(1954 10 feb - 19 mag 1957)
Sottosegretari Giuseppe Caron
(1955 16 lug - 19 mag 1957)
Trasporti
A. Angelini (Dc)
(1955 16 lug - 25 mar 1960)
Sottosegretari E. Ariosto (Psdi)
(1954 10 feb - 19 mag 1957)
Salvatore Mannironi
(1954 10 feb - 30 giu 1958)
Pubblica Istruzione
P. Rossi (Psdi)
(1955 16 lug - 19 mag 1957)
Sottosegretari G.B. Scaglia (Dc)
(1954 18 gen - 15 dic 1959)
Maria Jervolino
(1954 10 feb - 30 giu 1958)
Poste e Telecomunicazioni
Giovanni Braschi
(1955 16 lug - 19 mag 1957)
Sottosegretari Gaetano Vigo
(1953 17 ago - 19 mag 1957)
Partecipazioni statali
(Istituito con legge 22/12/1956 n. 1589)
 
G. Togni (Dc)
(1956 dic - 19 mag 1957)
Sottosegretari  
Edoardo Battaglia
(1956 dic - 19 mag 1957)
 
Guido Ceccherini
(1956 dic - 19 mag 1957)
Ministri senza portafoglio
Presidente del comitato dei ministri per la Cassa per il Mezzogiorno e per l'esecuzione di opere straordinarie per l'Italia settentrionale e centrale
P. Campilli (Dc)
(1953 17 ago - 26 feb 1958)
Rapporti Governo Parlamento
R. De Caro (Pli)
(1954 10 feb - 19 mag 1957)
Riforma della pubblica amministrazione e attuazione della Costituzione
Guido Gonella
(1955 16 lug - 19 mag 1957)
 
Repubblica Italiana

1956
Gennaio 
Si aprono le VII Olimpiadi invernali a Cortina nelle quali l'Italia conquista la medaglia d'oro nel bob a due.
19, il sen. Attilio Bartole (Dc), nativo di Pola, invia una missiva al sottosegretario Carlo Russo per chiedergli di far cessare i finanziamenti al Centro Studi Adriatici – che evidentemente sono ancora in corso nonostante la risposta dell'allora sottosegretario G. Andreotti nel settembre 1953 –, in quanto esso sarebbe un autentico portavoce del Msi nonché degli ambienti conservatori nostalgici.
[Non si dispone della risposta del sottosegretario Carlo Russo. Inoltre, più in generale, non si dispone di documenti che dimostrino che l'Uzc (Ufficio Zone di Confine) continua a finanziare organizzazioni segrete a carattere armato.]

 



Febbraio
9
, il ministro del Bilancio E. Vanoni muore durante le discussioni seguite alle dimissioni di S. Gava (Dc) da ministro del Tesoro.
Negli scontri tra la polizia e i braccianti del Sud, che si susseguono numerosi, muore un bracciante e viene arrestato lo scrittore Danilo Dolci accusato di oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale.

Marzo
9
, il col. Luigi Olivieri (uno dei creatori di "Fratelli d'Italia") invia una lettera al senatore Raffaele Cadorna riguardo alle procedure di scioglimento dell' "Organizzazione O".

È approvata alla Camera la legge elettorale politica che prevede la proporzionale corretta, la ripartizione dei seggi in sede circoscrizionale e i resti ripartiti in sede nazionale.

Aprile
sempre su iniziativa del CCF (Congress for Cultural Freedom), appare in Italia il primo numero di «Tempo Presente», diretto da I. Silone e N. Chiaromonte.
23, Roma, solenne inaugurazione della Corte Costituzionale.
30
, la «Gazzetta Ufficiale» pubblica il D.P. n. 303 del 19.3.1956 contenente le norme generali per l'igiene del lavoro;

Maggio
19
, Oppido Mamertina (Reggio Calabria), il comm. Rocco Versace e un suo colono, Giuseppe Luppino, vengono uccisi a colpi di pistola in un agguato. Soccorsi da dei passanti muoiono durante il trasporto all'ospedale. Risveglio della "mala calabrese".


Giugno
la Corte costituzionale emette la sua prima sentenza: solo la Corte è competente nel giudicare la costituzionalità delle norme emanate prima dell'entrata in vigore della Costituzione.
29, Mario D'Agata conquista il titolo di campione del mondo dei pesi gallo. È il secondo titolo mondiale dopo quello di Primo Carnera.

Luglio
In seguito al dibattito sul ddl per la Disciplina della ricerca e coltivazione degli idrocarburi, presentato dal governo, si ha ora la discussione in aula dove il ruolo più importante per l'opposizione viene assunto da A. Giolitti e da Vittorio Foa (ammalatosi poco dopo, costringerà il primo a sobbarcarsi il lavoro).
11, il ddl su citato viene approvato con 386 voti a favore e 37 contrari;
17, in un articolo su «l'Unità», scritto su richiesta del direttore P. Ingrao e intitolato Una maggioranza contro i monopoli, A. Giolitti scrive e sottolinea che «è stato proprio in forza della nostra profonda convinzione circa la essenziale funzione democratica del Parlamento della Repubblica Italiana che noi abbiamo potuto assumere un ruolo attivo e in molti casi determinante nel corso della lunga discussione del disegno di legge sugli idrocarburi».
[Antonio Giolitti, Lettere a Marta, Ricordi e riflessioni, (1992, Il Mulino.]

26, nel suo viaggio verso New York, al largo del battello-faro di Nanticket (Usa) il transatlantico Andrea Doria (varato nel 1951 dalla Società Italia) entra in collisione con la motonave svedese Stockolm e affonda: 50 persone perdono la vita.

In seguito al dibattito sul disegno di legge per la Disciplina della ricerca e coltivazione degli idrocarburi, presentato dal governo, si ha ora la discussione in aula dove il ruolo più importante per l'opposizione viene assunto da A. Giolitti e da Vittorio Foa (ammalatosi poco dopo, costringerà il primo a sobbarcarsi il lavoro).
[Antonio Giolitti, Lettere a Marta, Ricordi e riflessioni, (1992, Il Mulino.]



Agosto
10
, a Marcinelle, Belgio, muoiono 263 minatori, tra cui 138/9 italiani, imprigionati in una miniera di carbone.
P. Nenni e G. Saragat si incontrano a Pralognan per studiare la riunificazione socialista; l'unificazione non va in porto ma il Psi accentua il distacco dai comunisti.

 

Funfres di Vandoies (Bolzano), viene assassinato il finanzierre Raimondo Falqui: è il primo omicidio di Stato a opera di alcuni giovani nazionalisti sudtirolesi.

Settembre
gli irredentisti altoatesini, capeggiati da Hans Stieler, trentenne tipografo del «Dolomiten», compiono un attentato contro un palo dell'elettricità lungo la ferrovia a Siebeneich (Settequerce) dando il via a una stagione di bombe e terrore.
[Terminerà alla fine degli anni Ottanta.]

Ottobre
14-18
, Trento, VI° Congresso nazionale della Dc;

23, inizia la rivolta in Ungheria che porterà al Governo I. Nagy per pochi giorni;
i fatti d'Ungheria e il XX congresso del PCUS rimettono in crisi i rapporti tra socialisti e comunisti;
29, un centinaio di intellettuali firma una lettera [la lettera dei Centouno]indirizzata al Comitato centrale del Pci; si presenta come una presa di posizione etico-politica;
[la maggior parte di loro lascerà il partito l'anno successivo ;altri anni dopo, altri vi restano, qualcuno vi ritornerà; chi entra nel Psi (Luciano Cafagna, Piero Moroni), chi raggiunge sponde teoriche liberal-democratiche (Lucio Colletti, Renzo De Felice, Piero Melograni, Antonio Maccanico, Vezio Crisafulli, chi conduce un'azione e una ricerca da sinistra, nel partito, o fuori, o dentro-fuori (Elio Petri, Mario Tronti, Alberto Asor Rosa, Carlo Muscetta, Alberto Caracciolo, Dario Puccini);

Novembre
4
, i sovietici invadono l'Ungheria ristabilendo l'ordine e sostituendo I. Nagy con János Kádár.
5, «l'Unità» annuncia: «Le truppe sovietiche intervengono in Ungheria per porre fine all'anarchia e al terrore bianco». Nell'editoriale P. Togliatti si spinge addirittura oltre.
C. Boothe Luce si dimette da ambasciatore degli Stati Uniti e dichiara che l'Italia è un alleato fedele e prezioso.


Nelle XVI Olimpiadi inaugurate a Melbourne l'Italia si aggiudica otto medaglie d'oro, otto d'argento e otto di bronzo.

Dicembre
-

Elezioni regionali in Trentino-Alto Adige.
1956
PARTITI
Riferimento: Elezioni politiche 1953
Seggi
Camera Senato
Dc (Democrazia cristiana)
263
113

- Segretario: A. Fanfani (16.07.1954 - 31.01.1959 dim.)

Al momento delle elezioni presidenziali il partito tenta di fare omaggio agli alleati del quadripartito appena salito al governo rinunciando a presentare la candidatura di un presidente democristaino;
nell'assemblea dei gruppi democristiani a Palazzo Barberini:
. G. Gonella,
. G. Andreotti,
e altri sostengono invano la rielezione di L. Einaudi, potendo dichiarare l'adesione anche di G. Gronchi (per i quali si sono espressi anche i partiti di sinistra); il tiro concentrato del segretario politico A. Fanfani, del primo ministro M. Scelba, e dei due capigruppo A. Moro e Ceschi, riesce a far prevalere di misura il nome di C. Merzagora (un indipendente anche se per due volte ha rappresenato la Dc nel collegio "garantitissimo" di Vimercate), rendendogli un pessimo servizio.
C. Merzagora infatti, presentato dai democristiani come laico e considerato dai laici democristiano (almeno in posizione ausiliaria), con l'aggravante di essere lui la involontaria causa dello sgarbo a L. Einaudi, fa vincere a G. Gronchi la presidenza della repubblica.
Con l'avvento di A. Segni alla presidenza del consiglio inizia il frazionamento del correntone della "Chiesa Nuova" che vedrà via via A. Moro dividersi e prevalere su A. Fanfani.


Psdi (Partito socialdemocratico italiano)
19
4
Prendendo atto del graduale distacco del Psi dal.........?
Pli (Partito liberale italiano)
13
3
Pr (Partito radicale)
np
np
Un gruppo di esponenti e intellettuali della corrente di sinistra del Pli, raccolti intorno al settimanale «Il Mondo», abbandonano il partito di cui non approvano la linea rigidamente conservatrice e la collaborazione di governo con la Dc, fondando il Pr (Partito radicale);
denominato inizialmente "Partito liberale democratico", il gruppo assume poi l'attuale nome per richiamarsi alla tradizione del radicalismo postrisorgimentale;
nei primi anni opera più come movimento d'opinione che come partito modernamente organizzato, battendosi per la difesa dei valori laici;
Pri (Partito repubblicano italiano)
5
-
Svp (Südtiroler Volkspartei - Part. popolare sudtirolese)
3
2
Miste (Dc-Pri)
-
3
Totale
303
125
Pci (Partito comunista italiano)
143
54
Nonostante la rottura del ventennale patto d'unità d'azione con il Psi, intraprende un processo di rinnovamento interno (che contribuisce a dargli una fisionomia originale sia nell'ambito del movimento internazionale sia nel panorama politico italiano) elaborando una strategia che vede nelle riforme politiche e sociali essenziali la base per "una via nazionale al socialismo"; è questo il tema centrale dell'VIII congresso e di quelli successivi, fino al XII, non senza contrasti e lacerazioni.
Dopo le rivelazioni sullo stalinismo del XX congresso del PCUS, G. Saragat riprende i contatti con P. Nenni per un possibile riavvicinamento fra socialisti e socialdemocratici;
«segue 1990»
Psi (Partito socialista italiano)
75
28
Rottura del ventennale patto d'unità d'azione con il Pci.
Miste Pci-Psi
-
4
Totale
218
86
Pnm (Partito nazionale monarchico)
40
16
Pmp (Partito monarchico popolare
np
np

 

Msi (Movimento sociale italiano)
29
9

 

Alleanza democratica nazionale
-
1
Totale
69
26
Totale Seggi
590
237
Note:

 

 

SIFAR (Servizio Informazioni Forze Armate)

1956
Gennaio
il gen. G. De Lorenzo è nominato capo del Sifar.

Luglio
26
, il sottocapo di S.M. Esercito, col. Luigi Fornara, informa il capo del Sifar, gen. G. De Lorenzo, che il centro di addestramento (l'area di Capo Marrargiu, vicino Alghero, in Sardegna) è pronto per essere utilizzato.
[Tra poco assumerà il nome convenzionale di Cag (Centro addestramento guastatori).]

Agosto
All'inizio del mese, su disposizione del capo del Sifar, gen. G. De Lorenzo, l'Ufficio R (dall'estate 1955 guidato dal col. Giulio Fettarappa Sandri) trasferisce nel Cag (Centro addestramento guastatori) di Capo Marrargiu:
- 7 ufficiali:
. col. Felice Santini,
. ten.col. Tessitore (Sifar),
. ten. Garofalo (Sifar),
. magg. Autino (Sifar),
. ? (S.M. Esercito),
. ? (S.M. Esercito),
. ? (S.M. Esercito);
- 8 sottufficiali,
- 11 militari di truppa.
[È il primo nucleo della futura "Gladio".]

Settembre
lo S.M. dell'Esercito chiede al col. Luigi Olivieri di produrre una relazione in cui dovrà ricostruire la sua esperienza al comando della "nuova" brigata "Osoppo", la principale organizzazione segreta anticomunista sorta dopo il 1945.
[Alla fine del mese il col. Luigi Olivieri la consegna al gen. Giorgio Liuzzi, capo di S.M. dell'Esercito, allegandovi anche un "vecchio" promemoria che aveva redatto nella primavera del 1947 contenente un orignale resoconto delle attività della brigata "Osoppo", risorta a fine gennaio 1946.]
28, il gen. G. De Lorenzo emana un ordine di servizio con il quale istituisce, all'interno dell'Ufficio R, una speciale sezione denominata Sad (Studi speciali e addestramento del personale) specificamente incaricata di gestire la nascene struttura segreta e al cui vertice viene posto il col. Roberto Candilio, già vicecapo dello stesso Ufficio R.
Udine, nasce intanto il primo centro periferico di "Gladio" con il nome in codice di "Orione" (dal 1964 "Ariete"), alla cui guida è posto il col. osovano Aldo Specogna.

Ottobre
4
, poiché si ritiene che l'Esercito abbia raggiunto un'efficienza operativa tale da garantire la sicurezza delle zone di frontiera, l' "Organizzazione O" – che attualmente dispone di oltre 4000 unità – viene sciolta.
[Trattasi comunque di uno scioglimento fittizio perché tra poco, proprio da questa organizzazione avrà origine la più importante "Gladio".]
18, nella riunione tra:
. col. Giulio Fettarappa Sandri,
. magg. Mario Accasto,
. Bob Porter (agente CIA),
. John Edwards (agente CIA)
avviene il passo definitivo per il varo della Stay Behind italiana.
[I due americani, infatti, presentato agli italiani la bozza (Documento Gladio/1) di quello che diverrà il documento ufficiale che sancisce la creazione della struttura e in cui per la prima volta è citato il nome convenzionale che essa assumerà, cioè "Gladio".]

Novembre
29
, il col. Giulio Fettarappa Sandri e il magg. Mario Accasto incontrano nuovamente gli agenti CIA (al posto di John Edwards c'è Anthony Nicoli) e li informano che il gen. G. De Lorenzo ha accettato tutte le condizioni poste dagli americani nella bozza del 18 ottobre. Viene quindi stabilito di fissare quale data per l'entrata in vigore dell'accordo quella del giorno precedente, 28 novembre 1956.
È nata definitivamente "Gladio".
[Dato che l'Italia non è ancora entrata nel Cpc (Clandestine Planning Committee), si decide di istituire uno speciale organismo bilaterale denominato Gladio Committee (inizialmente composto da 8 membri del Sifar e tre della CIA) che avrà il compito di assicurare il coordinamento della struttura.
L'avvenuta stipulazione dell'accordo Sifar/CIA viene nascosta non solo all'intero Parlamento, ma a tutto il governo, eccezion fatta per il ministro della Difesa P.E. Taviani.
Nei giorni successivi sono informati:
. G. Gronchi (Dc), presidente della Repubblica,
. A. Segni (Dc), presidente del Consiglio,
. G. Saragat (Psdi), vicepresidente del Consiglio,
. Gaetano Martino, ministro degli Esteri.
Soltanto a partire dal 1975, quando responsabile del Sad sarà il gen. Paolo Inzerilli (dal 1974 al 1985 e in seguito capo di S.M. del Sismi), cominceranno ad essere predisposti dei regolari briefing che descriveranno le attività di "Gladio" e verranno consegnati ai ministri della Difesa al momento della loro entrata in carica.
Prima del 1975 risulteranno sicuramente informati (oltre ai citati qui sopra) anche G. Andreotti, F. Cossiga e Luigi Gui.
Nel 1990, tuttavia, Luigi Gui, audito in Commissione Stragi, pur ammettendo di aver saputo dell'esistenza di una base segreta a Capo Marrargiu, dirà di non aver mai sentito parlare di una struttura chiamato "Gladio".
Sempre in Commissione Stragi, P.E. Taviani (5 nov 1990) sosterrà che pure Aldo Moro conosceva l'esistenza della struttura circostanza più volte ribadita anche da F. Cossiga (21 dic 1993).
In realtà la base giuridica su cui è stata creata "Gladio" resterà un mistero.
Secondo il magistrato Felice Casson, infatti, la sola esistenza del documento Sifar/CIA che sancisce questo accordo, basta a dimostrare l'illegalità della struttura, visto che i servizi segreti militari non sono organismi legittimati a stipulare trattati internazionali, né tantomeno possono sotttoscrivere accordi segreti in nome dello Stato italiano. La struttura è perciò nata in palese violazione dell'art. 80 della Costituzione.
A questa tesi replica l'Avvocatura di Stato (7 gen 1991, avvocato dello Stato dr. Giorgio Azzariti, p. 8) sostenendo che l'accordo tra servizi del novembre 1956 non è un trattato internazionale, ma un'applicazione delle norme contenute nell'art. 3 del Trattato Nato, laddove si sostiene che «al fine di conseguire con maggiore efficacia gli obiettivi del presente Trattato, le Parti individualmente e congiuntamente, nello spirito di una continua ed effettiva autodifesa e assistenza reciproca, manterranno e svilupperanno la propria capacità individuale e collettiva di resistenza ad un attacco armato».
Considerato che il Trattato Nato è stato regolarmente approvato dal Parlamento nell'aprile 1949, l'accordo Sifar/CIA in quanto mera estensione del suddetto art. 3, è da ritenersi del tutto legittimo.
In effetti, che l'accordo Sifar/CIA non sia un trattato internazionale appare evidente e tuttavia né il Sifar né la CIA sono organismi della Nato e non si comprende perciò come essi possano dare attuazione all'art. 3 del Trattato che non li riguarda.
La questione, in sostanza, rimane irrisolta.]

Il Sifar (Servizio informazioni forze armate) e la CIA statunitense mettono a punto il piano "Stay Behind", noto più tardi (nel 1990) come piano "Gladio", per arginare l'avanzata comunista.
Compito della CIA è di fornire finanziamenti e armi, mentre il Sifar, tra le altre cose, è incaricato del reclutamento di soggetti ritenuti idonei a far parte della struttura. A livello politico gli unici ad essere informati dell'esistenza del piano sono i presidenti del consiglio e i ministri della Difesa che vengono istruiti direttamente dal servizio segreto allorché entrano nell'esercizio delle loro funzioni.
Le prime unità operative di "Gladio" provengono dalla più importante struttura di tipo Stay behind sorta in Italia nel dopoguerra, la Osoppo - 3 Cvl (Terzo Corpo Volontari della Libertà), poi ridenominata Vdci VIII e infine ridenominata "Organizzazione O".
Con ogni probabibilità – i documenti non sono precisi – con la nascita di "Gladio" viene sciolta l'organizzazione militare del Maci, l'organismo segreto riconducibile direttamente alla Dc e alle massime gerarchie ecclesiastiche.
Padre politico della nuova organizzazione può essere considerato il ministro della Difesa P.E. Taviani che, parlando negli anni Cinquanta con il gen. Carlo Biglino, comandante della V Armata di stanza a Padova (poi a Vittorio Veneto) è informato che «tutti gli ex partigiani della Osoppo, in caso di guerra sono disponbili a mettersi al fianco delle truppe italiane». Oltre a partigiani bianchi, ci sono tra di loro anche «repubblicani, socialdemocratici, liberali, socialisti […]» e persino «parecchi garibaldini di lingua italiana, che si dichiarano pronti a combattere insieme nella Osoppo, nel caso entrino le truppe jugoslave».
Al momento del varo di "Gladio" ne fanno parte:
. gen. G. De Lorenzo,
[da circa un anno capo del Sifar, come successore del gen. Ettore Musco, è il vero "padre", colui che dà il via libera alla creazione della struttura.]
. col. Mario Accasto,
[ex appartenente alla Sezione Calderini, alcuni anni dopo fu uno dei due ufficiali selezionati dal Sifar (l'altro era il col. Giulio Fettarappa Sandri, che aveva fatto parte della Sezione Bonsignore) per incontrarsi con due agenti dei servizi statunitensi (Bob Porter e John Edwards) al fine di mettere a punto gli ultimi dettagli organizzativi in vista della nascita di "Gladio".
Agli inizi degli anni Sessanta, diventerà uno dei responsabili del centro addestramento degli uomini di "Gladio" situato in quel di Capo Marrargiu (Alghero).]
. col. Antonio Lanfaloni
[Capo Ufficio R (Ricerca) – branca del Sifar – (1952 15 ago - 30 gen 1956) che nel 1978 diventerà la VII Divisione del Sismi.
Comandante dei carabinieri è il gen. Luigi Morosini. Nell'ottobre 1958 sarà avvicendato dal gen. Luigi Lombardi, a sua volta sostituito nel marzo 1961 dal gen. Renato De Francesco. Il successore di questi sarà, nell'ottobre 1962, lo stesso gen. G. De Lorenzo.]

Dicembre
all'inizio del mese si svolge la prima riunione del Gladio Committee nella quale, tra le altre cose, vengono stilate le norme per il recutamento del personale che dovrà avvenire in quattro fasi successive:
- individuazione,
- selezione, affidata disolito al Reparto D del Sid (controspionaggio),
- avvicinamento da parte di uomini del Sad che gli sottopongono la cosiddetta "sottoscrizione d'impegno",
- controllo (in caso di assenso),
- reclutamento vero e proprio.
Tutto questo è però mera teoria e nelle successive riunioni del Gladio Committee il Sifar farà presente alla CIA che la soluzione migliore per rendere fin da subito operativa la struttura è di cominciare a integrare in essa i membri di alcune delle organizzazioni clandestine esistenti fino alla metà degli anni Cinquanta. È così che una parte della "vecchia" "Organizzazione O" del col. Luigi Olivieri diverrà, già a marzo 1958, la prima Upi (Unità di pronto impiego) di "Gladio".


Fonti:
- varie;




OVEST
-
-
-
-

1956

-

 


 

DOMINION OF CANADA
[Aggiunta alle altre province britanniche nel 1763, include la regione sulle due rive del fiume San Lorenzo grossolanamente delimitate da Anticosti a est e il Lago Nipissing a ovest.
Dal 7 nov 1763 la provincia (ex Canada francese) è stata divisa formalmente in tre distretti: Québec, Trois-Rivières, Montréal.
Nel 1791 la provincia è stata separata in due parti:
Basso Canada (francofoni) e Alto Canada (lealisti).
Nel 1841, con l'Act of Union sono stati nominati due primi ministri ma Canada Est e Canada Ovest continuano ad andare ognuna per la sua strada. Il sistema dura ben 25 anni (1842-67).
Nel 1867, 1° luglio, nasce ufficialmente la confederazione: Dominion of Canada.]
Dal 1931, nonostante lo «statuto di Westminster», in pratica il Foreing Office britannico continua a rappresentare il Dominion in quasi tutte le nazioni del mondo e formalmente i canadesi continuano ad essere cittadini britannici, fino all'approvazione della legge sulla cittadinanza nel 1946.
Dal 1° gennaio 1947, in base al Canadian Citizenship Act, i canadesi diventano a pieno titolo cittadini del loro paese.
Governatore generale
Charles V. Massey
(1952 - 1959)
Primo ministro
Louis Saint-Laurent
(1948 - 1957)
[liberale]
Ministro degli Esteri
Lester B. Pearson
(1948 - ?)

1956
Luglio
l' "affare di Suez" viene a intrecciarsi con il conflitto arabo-israeliano originato dalla creazione dello stato di Israele nel 1948;
le aperte intenzioni aggressive britanniche fanno sì che il Canada si trovi più direttamente coinvolto in Medio Oriente e mostri il nuovo volto della sua diplomazia;
l'Alto Commissario canadese a Londra, Robertson, chiarisce subito che ora non siamo né nel 1914, né nel 1939, quando ogni decisione presa dal governo di Londra veniva accolta immediatamente da Ottawa; egli dichiara infatti che il Canada è contrario a ogni avventura militare e consiglia vivamente di riprendere le trattative diplomatiche.
I piani per una soluzione armata però sono andati troppo avanti.

Ottobre
alla fine del mese, mentre l'attenzione mondiale è concentrata sui fatti di Budapest e negli Stati Uniti è al culmine la campagna per le elezioni presidenziali, gli israeliani attaccano improvvisamente l'esercito egiziano mettendolo in rotta e occupando la penisola del Sinai;
a questo punto i governi di Londra e Parigi, come previsto dall'accordo segreto con Israele, presentano un ultimatum alle due parti richiedendo il ritiro di tutte le truppe dalla zona del Canale nel giro di ventiquattrore.
Di fronte al rifiuto di G.A. Nasser, Gran Bretagna e Francia iniziano le operazioni militari contro l'Egitto con bombardamenti aerei e sbarchi di truppe.
Le reazioni mondiali alla notizia dell'intervento sono di grande sconcerto e gli Stati Uniti prendono subito l'iniziativa presentando al Consiglio di Sicurezza dell'ONU una risoluzione che chiede il ritiro degli invasori franco-britannici e israeliani.
La risoluzione viene bloccata dal veto di Francia e Gran Bretagna.

Novembre
2
, riproposta all'Assemblea Generale, la mozione degli Stati Uniti che chiede un immediato cessate il fuoco tra franco-britannici/israeliani ed egiziani viene ora approvata con 64 voti contro 5.
All'interno del Commonwealth solo Australia e Nuova Zelanda hanno appoggiato senza riserve la politica britannica. Il Canada si è astenuto.
3, all'Assemblea Generale dell'ONU Lester B. Pearson presenta una mozione che prevede l'invio di una forza internazionale delle Nazioni Unite che assicuri la cessazione delle ostilità;
4, tale mozione viene approvata con 57 voti favorevoli e 19 astensioni.
Si tratta ora di passare all'attuazione pratica del piano.
Ancora un a volta Lester B. Pearson svolge un ruolo cruciale, predisponendo nel giro di ventiquattrore la struttura logistica che assicura lo svolgimento della missione di pace.
5, mentre Francia e Gran Bretagna hanno intensificato le operazioni militari in Egitto scontrandosi duramente con le forze di G.A. Nasser e la situazione sembra sull'orlo del disastro, il segretario delle Nazioni Unite Dag Hammarskjöld (1905-1961) ha ora in mano un piano concreto per ristabilire la pace;
7, le pressioni del segretario dell'ONU unite a quelle di Washington fanno sì che si arrivi a una tregua effettiva.
Si tratta ora per l'ONU di stabilire le modalità per il proprio intervento e di adottare dei principi che guideranno anche per il futuro le azioni per il mantenimento della pace.
Anzitutto viene deciso di escludere dalla forza ONU i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza. In tal modo le superpotenze devono fare un passo indietro e non possono usare la bandiera dell'ONU nel teatro della Guerra Fredda.
Al contempo si impedisce a inglesi e francesi di convertirsi da invasori a pacifici mediatori.
Inoltre Dag Hammarskjöld chiarisce che il mandato della forza internazionale è quello non di controlalre il territorio su cui deve stanziarsi, ma piuttosto di assicurare una soluzione negoziata accettabile a tutte le nazioni interessate. Il governo egiziano deve dunque dare il suo assenso prima che la missione possa avere luogo.
Auando si tratta di costituire il contingente militare il Canada aderisce immediatamente all'invito di dare il proprio contributo e decide di inviare un battaglione di fanteria dei "Queen's Own Rifles" assieme ad alcune unità logistiche.
Lo stesso giorno il governo annuncia trionfalmente che le truppe presto salperanno alla volta del Mediterraneo sulla portaerei Magnificent.
Pochi giorni dopo però dall'Egitto arriva una doccia fredda.
G.A. Nasser, per riaffermare il suo prestigio malamente scosso dai rovesci militari, intende ora porre una serie di condizioni per accettare l'intervento dell'ONU e la partecipazine canadese gli offre l'occasione per fare sentire la propria voce.
Molte sono le obiezioni sollevate dagli egiziani alal presenza di truppe canadesi sul suo territorio:
- esse indossano divise di tipo britannico,
- la loro bandiera contiene l'Union Jack e,
- lo stesso nome dei Queen's Own Rifles sa troppo di imperialismo britannico;
- il Canada, oltretutto, è un alleato dil Gran Bretagna e Francia.
Ne segue un aspro dibattito dato che il Canada, che è stato l'ideatore della forza di pace, non intende esserne escluso e respinge energicamente le obiezioni egiziane.
Alla fine Dag Hammarskjöld raggiunge un compromesso tra le due parti secondo il quale l'Egitto accetta la presenza canadese purché essa sia costituita da unità logistiche non combattenti.
Alla fine del mese parte il contingente canadese ma, poco tempo dopo, il gen. canadese Eedson L.M. Burns (1897-1986), che comanda l'intera forza ONU, chiede e ottiene da Ottawa l'invio di unità aeree e terrestri che in totale portano la presenza canadese a 1.000 uomini.
In questo modo il Canada dà il più importante contributo numerico (un sesto degli effettivi) alla forza di pace.

Lo stesso mese di Novembre, in Ungheria migliaia di profughi fuggono attraverso la frontiera austriaca in cerca di un rifugio;
il Canada ammette in totale 37.000 rifugiati;
il governo invia a Vienna il ministro W. Pickersgill per amministrare il programma di assistenza;


 


QUÉBEC
Primo ministro
Maurice Duplessis
(1944 ago - 1959)
[Union nationale]
Sindaco di Montréal
-
Vescovo di Montréal
-

1956

-

Lo stesso anno esce Gli Italiani in Canada di padre Guglielmo Vangelisti, per lungo tempo parroco della prima e più importante chiesa italiana di Montréal, "Nostra Signora della Difesa".
[Il libro dà grande spazio al Congresso Eucaristico del 1910 e trascura invece quasi completamente i problemi legati al padrone-system e alla presenza immigratoria italiana a Montréal negli stessi anni.
Del resto il sacerdote, che negli anni '30 è stato un sostenitore del regime fascista, non è la persona più adatta per trattare il tema del fascismo in Canada e di conseguenza le vicende politiche di quegli anni e i loro risvolti religiosi sono appena accennati.
Robert F. Harney, Dalla frontiera alle Little Italies, Gli italiani in Canada 1800-1945, Bonacci Editore Roma, 1984.]


 

 

ONTARIO
-
-

1956

-

 

 


NEW BRUNSWICK
-
-

1956

-

NOVA SCOTIA
-
-

1956

-

MANITOBA [dal 1870]
-
-

1956

-


BRITISH COLUMBIA [dal 1858]
[nel 1866 ha incorporato l'Isola di Vancouver e dal 1871 fa parte della confederazione.]
Primo ministro della provincia
-

1956

In seguito ai fatti di Ungheria, l'intero corpo docente della Facoltà di Scienze Forestali dell'Università di Sopron nonché la maggior parte degli studenti, che si sono rifugiati in Austria vengono ammessi, previo accordo con il governo provinciale della British Columbia, alla University of British Columbia di Vancouver.

 

ISOLA DEL PRINCIPE EDOARDO
[Dal 1873 fa parte della confederazione.]
Primo ministro della provincia
-

1956

-

 

TERRITORIO DELLO YUKON [creato nel 1898]
   
1956
-
ALBERTA [creata nel 1905]
Primo ministro della provincia  
1956
-
SASKATCHEWAN [creata nel 1905]
Primo ministro della provincia  
1956
-
TERRANOVA
- 1867-1934, rimane Dominion autonomo.
- 1934-mar 1949, torna allo status di colonia dipendendo interamente dalla Gran Bretagna sul piano politico ed economico;
- 1949, 1 ° aprile, diventa la X provincia del Dominion del Canada.
Primo ministro della provincia
Joseph Smallwood
(1949 apr - 1971)
[liberale]
1956
-
[Luca Codignola-Luigi Bruti Liberati, Storia del Canada, Bompiani 1999.]

 

UNIONE degli STATI UNITI d'AMERICA
Presidente degli Stati Uniti
D.D. Eisenhower [34°]
(1953 20 gen - 20 gen 1961)
[Pr]
Vicepresidente
R.M. Nixon
(1953 20 gen - 20 gen 1961)
Segretario di Stato
[Ministro degli Esteri]
J.F. Dulles
(1953 gen - apr 1959)
Ministro del Tesoro
George Humphrey
(1953 gen - ?)
Ministro della Difesa
Charles E. Wilson
(1953 gen - ?)
Presidente della Corte Suprema
Earl Warren
(1953 5 ott - 23 giu 1969)

1956
Gennaio

Dopo che quest'anno il Congresso ha stabilito che le parole «In God We Trust» (Abbiano fede in Dio) divengano il motto ufficiale della nazione, Dio inizia ad apparire perfino sulle banconote di corso legale.

Lo stesso anno il presidente riesce a far approvare al Congresso un programma della durata prevista di dieci anni per la costruzione di un'autostrada interstatale che alla fine costerà 25 Mdi di dollari.

Lo stesso anno, dopo che l'introduzione di un sistema più flessibile di sostegno dei prezzi agricoli non è riuscito a risolvere il problema della sovrapproduzione riducendo così drasticamente il reddito agricolo, l' "amministrazione Eisenhower" opta per un progetto di "banca agricola" fedelmente modellato sul programma agricolo originario del New Deal.

Febbraio
29, D.D. Eisenhower annuncia che intende ripresentarsi candidato alle prossime elezioni presidenziali;

Marzo
16, il «New York Times» pubblica il rapporto segreto di N.S. Chrušcëv al XX Congresso del PCUS (Partito comunista sovietico);

Agosto
13, Chicago, la convention del Partito democratico sceglie A.E. Stevenson come candidato alle elezioni presidenziali di novembre;

Ottobre
21, così D.D. Eisenhower commenta in pubblico i fatti di Polonia:
«Leggiamo sui giornali quello che succede in Polonia, dove il popolo prigioniero ha ancora l'ardente desiderio di vivere in libertà, una libertà che noi abbiamo accettato quasi come un dato di fatto, e che per loro è la cosa più difficile da mantenere. Noi siamo loro vicini con tutto il cuore, nella speranza che possano alla fine vivere sotto un governo scelto da loro».

23, scoppia la Rivoluzione ungherese;

In vista delle elezioni presidenziali, dopo essere completamente guarito da due attacchi (1955 e 1956) di una grave malattia, D.D. Eisenhower ottiene la nomination per acclamazione nella convenzione del partito repubblicano.
Il partito democratico sceglie ancora A.E. Stevenson.

Novembre
alle elezioni presidenziali D.D. Eisenhower ottiene una vittoria ancora più travolgente di quella del 1952;

Elezioni presidenziali
 
voto popolare
voto elettorale
. D.D. Eisenhower (Repubblicano)
35.575.420
457
. A.E. Stevenson (Democratico)
26.033.006
73
. altri
-
1

Si tratta comunque di una vittoria strettamente personale e per la prima volta dal 1848 un presidente rieletto non ha dalla sua parte neanche una delle due camere del Congresso.

 


4, con l'invasione del "Canale di Suez" da parte di inglesi, francesi e israeliani, D.D. Eisenhower si trova in un pantano morale, con le mani legate dall'evidente e crudele parallelismo delle due aggressioni imperialistiche;
6, dopo pressioni dell'ONU, degli Stati Uniti e dell'Urss, Francia e Inghilterra accettano di cessare il fuoco e ritirano le truppe dalla zona del canale;

Lo stesso mese la Corte Suprema sentenzia che la segregazione razziale dei passeggeri sugli autobus è incostituzionale.
Ora il successo della politica della non violenza ne raccomanda l'adozione anche in altri casi.

Dicembre
7, nuovo comandante in capo delle forze della NATO è nominato il gen. Norstad;

Sebbene il numero dei negri del Sud registrati nelle liste elettorali sia aumentato a 1.200.000 – il doppio della cifra registrata nel 1947 – questi elettori costituiscono solo un quarto di quelli che ne hanno diritto.

 

«Partisan Review»

«segue da 1953»
1956
È diventata – come ha osservato Leslie Fiedler nel 1956 – la più nota rivista d'America e, certamente, tra tutti i periodici americani con ambizioni intellettuali, il più letto in Europa.
Dal 1937 al 1943 la rivista è stata largamente sovvenzionata dal pittore astratto George Morris;
dopo il 1948 la fonte principale di sostegno finanziario è stato Allan B. Dowling, che fino al 1951 l'ha sostenuta in modo esclusivo ed è stato da allora presidente e principale finanziatore della fondazione che attualmente pubblica la rivista.
Leslie Fiedler
non ha menzionato Henry Luce la cui generosa donazione del 1952 è stata mantenuta segreta.
Certamente non si fa riferimento alla CIA.
È noto che fin dall'inizio del 1953 la rivista ha ricevuto denaro dalla Fondazione Farfield (attraverso l' "American Committee…") su pressione di Cord Meyer.
Aprile
ad un incontro dell'OCB (Operations Coordinating Board), vengono discussi i problemi della rivista.
Mediante un rapporto al Policy and Planning Staff dell'USIA (United States Information Agency), l'OCB chiede una risposta circa la proposta (probabilmente di Sidney Hook, membro del "Comitato pubblicazioni e consultivo" della rivista e, – sempre secondo Leslie Fiedler – «portavoce ufficiale» della rivista) volta a incrementare le entrate della rivista.
Maggio
la proposta è stata accolta se ora la rivista è in grado di assegnare a Elizabeth Bishop la generosa somma di 2.700 dollari.
[Il denaro proviene dalla Fondazione Rockfeller, la bellezza di 4.000 dollari all'anno per tre anni, sotto forma di borse di studio per ricerche letterarie.
Forse si tratta di una coincidenza, ma è certamente curioso che , nonostante ripetute richieste di sostegno finanziario da parte dei direttori della rivista, la Fondazione Rockfeller le abbia finora tutte respinte, almeno per quanto riguarda i dieci anni precedenti.]
«segue 1957»

«New Leader»

«segue da »
1956

- Direttore: Sol Levitas (? - ?)

Febbraio
C.D. Jackson propone ad A.W. Dulles di aumentare il finanziamento alla rivista;
come sempre, in questi piani organizzativi, viene coinvolto il CCF (Congress for Cultural Freedom);

Giugno
la campagna "Salvate il «New Leader»", fa arrivare alla rivista i 50.000 dollari necessari e previsti da C.D. Jackson:
- 10.000, USIA (United States Information Agency),
- 10.000, Fondazione Ford,
- 10.000, H.J. Heinz,
- 10.000, gruppo Time,
- 5.000, "donazione" da parte dell'editore del «Washington Post», Philip Graham,
- 5.000, «manna imprevedibile» (così la registrazione).


[Frances Stonor Saunders, Gli Intellettuali e la CIA, Fazi Editore, 2004.]

 

 

[Maldwyn A. Jones, Storia degli Stati Uniti, Bompiani 1984.]

 




FBI
(Federal Bureau of Investigation)
- Direttore: John Edgar Hoover (1924-72)

1956
I membri del Partito Comunista – erano 31.000 nel 1956 – sono ora ridotti a poche migliaia, la maggioranza dei quali si dice composta di agenti dell'FBI sotto copertura.
Ho sempre creduto alla voce secondo cui fosse l'FBI a tenere in vita il Partito Comunista attraverso i contributi d'iscrizione pagati dai suoi agenti» dirà William Colby.
Secondo lo scrittore Howard Fast, «di fatto, a quell'epoca, il Partito Comunista degli Stati Uniti era praticamente una divisione del dipartimento di Giustizia».]

 

 

 

 

CIA
(Central Intelligence Agency)
- Agenzia centrale d'informazione -
- Direttore: A.W. Dulles (1953-61)

1956
sulla scia della rivolta ungherese, J.M. Kaplan, presidente della Welch Grape Juice Company, nonché presidente e tesoriere della Fondazione Kaplan (patrimonio: 14 Mni di dollari), scrive ad A.W. Dulles offrendogli i suoi servizi nella guerra al comunismo.
Ben presto, la fondazione viene elencata tra le risorse a disposizone della CIA, agendo in particolare da canale attraverso cui far passare i fondi segreti destinati ai progetti in corso, tra i quali il CCF (Congress for Cultural Freedom) e un istituto guidato da un vecchio socialista e presidente dell' "American Committee…", Norman Thomas.
[L'uso delle fondazioni filantropiche si rivela il modo più conveniente per passare consistenti somme di denaro ai progetti dell'Agenzia, senza mettere in allarme i destinatari sulla loro origine.
A partire dalla metà degli anni Cinquanta, l'intrusione della CIA nel campo delle fondazioni è massiccia. Benché non siano disponibili cifre relative a questo periodo, il consiglio generale di un Comitato del Congresso americano nominato nel 1952 per un'indagine conoscitiva sulle fondazioni statunitensi, conclude
«un enorme potere, senza paragoni, è concentrato nelle mani di un gruppo di persone perfettamente coordinato e con la tendenza a perpetuare se stesso.
Diversamente dal potere nelle aziende, non è controllato dagli azionisti; diversamente dal potere del governo, non è sottoposto al controllo popolare; diversamente dal potere nelle chese non è controllato da alcun canone consolidato di valori
».]

Giugno
-

Luglio
i vertici dello Stato Maggiore hanno un certo numero di incontri (già dal mese precedente) in California con personaggi destinati alla lotta al comunismo:
. John Ford,
. Merian Cooper,
. John Wayne,
. Ward Bond.
Le riunioni che si tengono nell'ufficio di John Ford alla MGM, durano fino a sei ore.
6, Encino, in un dopo cena nella casa di John Wayne – al 4570 di Louise Avenue – vengono visionati e illustrati dall'attore e dal regista per mostrare il modo in cui nei due film
- They Were Expendable (1945, I sacrificati di Bataan, da un libro di William L. White),
- The Quiet Man (1952, Un uomo tranquillo, 1° film girato in Irlanda, premio Oscar alla regia, da un racconto di Maurice Walsh),
siano stati introdotti una prospettiva favorevole alla Marina e schemi culturali del mondo libero.
In un altro incontro Merian Cooper sottolinea come alcuni film che sta realizzando C. Vanderbilt Whitney «siano privi di un tema […] e che vorrebbe poter aver questo [cioè "Libertà militante"] e inoltre dice che lo introdurrà in altre produzioni».
[C. Vanderbilt Whitney è anche membro di un gruppo impegnato a definire un'iniziativa di guerra psicologica chiamata NSIA (National Security Information Agency).]
John Ford è completamente a favore dell'idea che le agenzie d'intelligence governative suggeriscano temi per le pellicole di Hollywood e chiede che «gli siano lasciate sei copie dell'opuscolo sulla "Libertà militante" e inoltre gliene mandino un'altra decina in modo che le possa distribuire ai suoi sceneggiatori perché familiarizzino con l'idea».
Chiede anche che un rappresentante dei vertici dello Stato Maggiore vada a Pensacola, in Florida, dove si sta girando - The Wings of Eagles (1957, Le ali delle aquile), «per sovrintendere all'introduzione di elementi di "Libertà militante" nel film».
A Pensacola, per aiutare a inserire il messaggio nella pellicola c'è Merian Cooper e anche Ward Bond, presidente della Motion Picture Alliance for the Preservation of American Ideals (Alleanza cinematografica per la salvaguardia degli ideali americani) un'organizzazione che ha lo scopo di cacciare i comunisti dall'industria e di prestare aiuto al "Comitato per le attività antiamericane".
Come si può vedere, questa specie di consorzio di Hollywood è fatto da uomini che si conoscono da decenni e che si cercano a vicenda per ottenere autorizzazioni o appoggi.
È in questo contesto che John Wayne [il Duca] – che aveva fatto tutto il possibile per evitare il servizio militare nella seconda guerra mondiale – arriva ad essere considerato il modello del soldato americano, la personificazione dell' "essere americano".
[Una pellicola di serie B, (Big Jim McLain, 1952) dove l'attore ha interpretato l'eroe omonimo, è stata una delle più rozze espressioni di questo odio contro i comunisti (la pellicola è stata realizzata ome tributo al "Comitato per le attività antiamericane").
Nel 1979 il Congresso farà coniare una medaglia in suo onore. L'iscrizione reciterà semplicemente «John Wayne, America».]

Agosto
27
, James T. Farrell, anticomunista dichiarato, annuncia al «New York Times» le sue dimissioni dalla presidenza nazionale dell' "American Committee…", attaccandosi con puntiglio:
- all'insuccesso dell' "American Committee…" nel trasformarsi in una coerente organizzazione di massa,
- alla sua mancanza di iniziative per contrastare la censura negli Stati Uniti,
- alla sua negligenza nei confronti delle libertà civili americane,
- alle sue ambiguità nei confronti del maccartismo.
Diana Trilling è scelta dal comitato direttivo per accettarne le dimissioni, cosa che fa con una lettera di gelido disprezzo.
A Parigi M. Josselson riceve la notizia con incredulità e scrive rabbiosamente:
«Stento a capire perché il Comitato non abbia usato le ventiquattr'ore di tempo, come minimo, tra la chiamata alla signora Trilling e il momento in cui la storia è stata data in pasto alla stampa, per far ritirare a James Farrell la sua dichiarazione e farla sostituire con un'altra che risultasse più conveniente a entrambe le parti».

Irving Brown
, quando riceve la lettera che reclama il pagamento della sua quota d'iscrizione all' "American Committee…", relativa ai tre anni precedenti, semplicemente la ignora.

Ottobre
Julius [Junkie] Fleischmann si ritira dal consiglio dell' "American Committee…" motivandolo con i suoi impegni a Parigi.

Scoppia la Rivoluzione ungherese.
[L'operazione "Focus", con la quale la CIA credeva di mantenere sotto stretto controllo gli affari ungheresi, fin dall'inizio degli anni Cinquanta, si dimostra irrimediabilmente confusa.
In una lettera a Shepard Stone della Fondazione Ford, M. Josselson avverte: «La situazione relativa ai rifugiati sembra giunta a uno stato di caos intollerabile. Il nostro ufficio di Vienna, come anche coloro che sono tornati da là negli ultimi giorni, parlano di catastrofe imminente se non verranno immediatamente prese alcune rilevanti misure».
A Vienna è anche F.G. Wisner, giunto appena in tempo per vedere i resti della rivoluzione fallita. (Forse è da questo momento che comincia a bere pesantemente).
Anche M. Lasky arriva sul luogo dei fatti rapidamente, facendo avanti e indietro da Vienna alla frontera ungherese in stato di grande agitazione. Unisce le proprie forze a quelle di Friedrich Torberg, il cui ufficio al «Forum» diviene il quartiere generale della campagna ungherese del CCF (Congress for Cultural Freedom) e si mette a registrare gli intellettuali e gli studenti rifugiati dandosi da fare per trovare loro una sistemazione (al ritmo di quindici al giorno) in università europee. Inizia anche a mettere assieme un dossier di documenti (con l'aiuto di suoi amici di «Radio Europa Libera» e della «Voice of America») intitolato La Révolution Hongroise, un libro bianco edito in Gran Bretagna da Secker & Warburg e negli Stati Uniti da Praeger.

Poco dopo la rivoluzione ungherese, Lawrence de Neufville lascia la CIA.
[Fa una quantità di lavori, prima di diventare un agente di borsa. Continua ad essere un amico leale di M. Josselson, che aveva reclutato, moltissimi anni prima, a Berlino.
Morirà prima del 1999.]

New York, su proposta di Lionel e Diana Trilling – che sperano probabilmente di ottenere denaro per l' "American Committee…" – John [Jack] Thompson, che insegna inglese alla Columbia University, diviene direttore esecutivo della Fondazione Farfield.

 


 

 

[01] DELAWARE [dal 7 dicembre 1787] - cap. Dover
[Primo stato a ratificare la Costituzione degli Stati Uniti d'America.
Non esistono collegamenti fra chiesa e stato e una grande libertà religiosa si è affermata sin dall'inizio.]
Governatore
-

1956
-

 

[02] PENNSYLVANIA [dal 12 dicembre 1787] - cap. Harrisburg
[Non esistono collegamenti fra chiesa e stato e una grande libertà religiosa si è affermata sin dall'inizio.]
Governatore
-

1956
-

 

[03] NEW JERSEY [dal 18 dicembre 1787] - cap. Trenton
[Non esistono collegamenti fra chiesa e stato e una grande libertà religiosa si è affermata sin dall'inizio.]
Governatore
-

1956
-

 

[04] - [04] GEORGIA [dal 2 gennaio 1788] - cap. Atlanta
[Già ammesso nell'Unione nel 1780 ma ratificato solo il 2 gennaio 1788.
Riammesso al Congresso il 30 marzo 1870.]
Governatore
-
-

1956
-

[05] CONNECTICUT [dal 4 gennaio 1788] - cap. Hartford
Governatore
-

1956
-

[06] MASSACHUSETTS [dal 6 febbraio 1788] - cap. Boston
Governatore
-

1956
-

[07] MARYLAND [dal 28 aprile 1788] - cap. Annapolis
Governatore
-

1956
-

[08] - [01] SOUTH CAROLINA [dal 23 maggio 1788] - cap. Columbia
Governatore
-
-

1956
-

[09] NEW HAMPSHIRE [dal21 giugno 1788] - cap. Concord
Governatore
-

1956
-

[10] - [08] VIRGINIA [dal 26 giugno 1788]- cap. Richmond
[Riammesso al Congresso il 30 marzo 1870]
Governatore
-
-

1956
-

[11] NEW YORK [dal 26 luglio 1788] - cap. Albany
[L'anglicanesimo è la religione di stato in quattro contee.]
Governatore
-

1956
-

[12] - [09] NORTH CAROLINA [dal 21 novembre 1789] - cap. Raleigh
[Tratto di terre immediatamente a sud della Virginia, attorno allo stretto di Albemarle.]
Governatore
-
-

1956
-

[13] RHODE ISLAND [dal 29 maggio 1790] - cap. Providence
Governatore
-

1956
-

[14] VERMONT [dal 4 marzo 1791] - cap. Montpelier
Governatore
-

1956
-

[15] KENTUCKY [dal 1° giugno 1792] - cap. Frankfort
Governatore
-
-

1956
-

[16] - [10] TENNESSEE [dal 1° giugno 1796] - cap. Nashville
[Riammesso all'Unione dall'aprile 1866.]
Governatore
-
-

1956
-


[17] OHIO [dal 1° marzo 1803] - cap. Columbus
Governatore
-
-

1956
-

[18] - [05] LOUISIANA [dal 30 aprile 1812] - cap. Baton Rouge
- 1819, Trattato Adams-Onís: stabilisce il confine con il MESSICO spagnolo: va dal fiume Sabine, nel TEXAS orientale, fino al 42° parallelo (futuro confine settentrionale della CALIFORNIA) e da quel punto, verso ovest, fino al Pacifico.
Governatore
-
-

1956
-

[19] INDIANA [dal 11 dicembre 1816] - cap. Indianapolis
Governatore
-
-

1956
-

[20] - [06] MISSISSIPPI [dal 10 dicembre 1817] cap. Jackson
[Riammesso al Congresso il 30 marzo 1870]
Governatore
-
-

1956
-

[21] ILLINOIS [dal 3 dicembre 1818] - cap. Springfield
-
Governatore
-
-

1956
-

[22] ALABAMA [dal 14 dicembre 1819] - cap. Montgomery
[Dal 18 ottobre 1867 sotto la sovranità degli Stati Uniti.]
Governatore
-

1956
-

[23] MAINE [dal 15 marzo 1820] - cap. Augusta
-
Governatore
-
-

1956
-

[24] MISSOURI [dal 10 agosto 1821] - cap. Jefferson City
Governatore
-
-

1956
-

[25] - [11] ARKANSAS [dal 15 giugno 1836] - cap. Little Rock
Governatore
-
-

1956
-

[26] MICHIGAN [dal 26 gennaio 1837] - cap. Lansing
Governatore
-
-

1956
-

[27] - [03] FLORIDA [dal 3 marzo 1845] - cap. Tallahassee
Tra il 1810 al 1813 gli Stati Uniti hanno inglobato la maggior parte della Florida occidentale, la scia costiera che corre da New Orleans a Mobile, ma una buona parte della colonia, unitamente a tutta la Florida orientale, cioè la penisola, resta ancora sotto il dominio spagnolo.
Nel 1819, con il Trattato Adams-Onís è stata completamente ceduta agli Stati Uniti dalla Spagna.
Nel 1868 è rientrata a far parte dell'Unione.]
Governatore
-
-

1956
-

[28] - [07] TEXAS [dal 29 dicembre 1845] - cap. Austin
Governatore
-
-

1956
-

[29] IOWA [dal 28 dicembre 1846] - cap. Des Moines
Governatore
-
-

1956
-

[30] WISCONSIN [dal 29 maggio 1848] - cap. Madison
Governatore
-
-

1956
-

[31] CALIFORNIA [dal 9 settembre 1850] - cap. Sacramento
Governatore
-

1956
-

[32] MINNESOTA [dall'11 maggio 1858] cap. Saint Paul
Governatore
-
-

1956
-

[33] OREGON [dal 14 febbraio 1859] - cap. Salem
- 1845, alla fine dell'anno i 5000 coloni americani dell'Oregon organizzano un governo provvisorio e chiedono la fine del regime di occupazione comune e l'esclusiva giurisdizione americana.
- 1848, diventa territorio autonomo.
Governatore
-
-

1956
-

[34] KANSAS [dal 28 gennaio 1861] - cap. Topeka
Governatore
-
-

1956
-

[35] WEST VIRGINIA [dal 19 giugno 1863] - cap. Charleston
Governatore
-
-

1956
-

[36] NEVADA [dal 31 ottobre 1864] - cap. Carson City
[Il 2 marzo 1861 il suo territorio era stato separato da quello dell'UTAH.]
Governatore
-

1956
-

[37] NEBRASKA [dal 1° marzo 1867] - cap. Lincoln
Governatore
-
-

1956
-

[38] COLORADO [dal 1° agosto 1876] - cap. Denver
[Territorio autonomo dal 28 febbraio 1861.]
Governatore
-

1956
-

[39] NORTH DAKOTA [dal 2 novembre 1889] - cap. Bismarck
Governatore
-
-

1956
-

[40] SOUTH DAKOTA [dal 2 novembre 1889] - cap. Pierre
Governatore
-
-

1956
-

[41] MONTANA [dall'8 novembre 1889] - cap. Helena
[cap.li: fino al 1865 Bannack, fino al 1875 Virginia City.]
Governatore
-
-

1956
-

[42] WASHINGTON [dall'11 novembre 1889] - cap. Olympia
Governatore
-
-

1956
-

[43] IDAHO [dal 3 luglio 1890] - cap. Boise
[Territorio autonomo dal 24 marzo 1863 con cap. Boise.
Inizialmente, fino al 7 dicembre 1864, la capitale era Lexinton.]
Governatore
-
-

1956
-

[44] WYOMING [dal 10 luglio 1890] - cap. Cheyenne
Governatore
-
-

1956
-

[45] UTAH [dal 4 gennaio 1896] - cap. Salt Lake City
[Territoro annesso nel 1850.
Dal 2 marzo 1861 si è staccato il Territorio del NEVADA.]
Governatore
-
-

1956
-

[-] Territorio delle HAWAII [dal 7 luglio 1898] - cap. Honolulu
 
Governatore
-
-

1956
-

[46] OKLAHOMA [dal 16 novembre 1907] - cap. Oklahoma City
[Territorio autonomo dal 2 maggio 1890.
Con l'annessione di questo nuovo stato gli indiani sono stati espropriati del loro territorio di riserva "permanente". ]
Governatore
-
-

1956
-

[47] NEW MEXICO [dal 6 gennaio 1912] - cap. Santa Fe
[Territorio autonomo dal 1846.]
Governatore
-
-

1956
-

[-] Territorio dell'ALASKA [dal 1912] - cap. Juneau
[1867, 9 aprile, il senato ratifica l'atto d'acquisto del territorio dalla Russia per 7,2 Mni di dollari;
18 ottobre [Alaska day], avviene il passaggio di sovranità;
1884, diviene un distretto dell'Oregon;
1898, viene scoperto l'oro: questo fatto provoca una vera e propria invasione di cercatori d'oro; altro oro viene poi scoperto nel vicino Klondike, territorio canadese, e l'Alaska è utilizzata come base di partenza per i cercatori.]
Governatore
-
-

1956
-

[48] ARIZONA [dal 14 febbraio 1912] - cap. Phoenix
[Territorio autonomo dal 1863, ma fino al 1886 non ci fu pace con gli Indiani.]
Governatore
-
-

1956
-


a

 

 


 
1956
GRANDI ANTILLE
- Presidente della repubblica
F.E. Batista y Zaldivar
(1952 - dic 1958)
[mentre dal 1903 gli Stati Uniti hanno una loro base militare a Guantánamo, dal 1934 hanno rinunciato al diritto formale d'intervento stabilito dall'emendamento Platt]
1956
Novembre
24
, F. Castro Ruz si imbarca dal Messico con 81 uomini dell'M-26-7 (tra cui il fratello Raul e il "Che") per raggiungere Cuba;

Dicembre
2
, F. Castro Ruz sbarca clandestinamente dal panfilo Granma a Cuba, alla testa di un commando di ottanta compagni (barbudos) del movimento di guerriglia "26 de julio" [M-26-7] per sostenere una rivolta nella città di Santiago: l'impresa fallisce e solo tredici di loro riescono a salvarsi;
F. Castro Ruz inizia così un lungo periodo di guerriglia alla quale l'esercito regolare del dittatore F.E. Batista y Zaldivar non riesce a porre termine;
muovendosi dal loro quartiere generale sistemato tra le montagne, i guerriglieri portano ripetuti colpi vittoriosi contro le caserme dell'esercito;
Haiti
- Dittatore
Magloire
(1950 - 1956)
- Ministro del lavoro
-
1956
-
- Presidente della repubblica
Hector Bienvenido Trujillo y Molina
(1952 -1960)
1956
-
- Governatore
?
(?-?)
[colonia britannica dal 1866]
1956
-


1956
Estados Unidos Mexicanos
(Stati Uniti del Messico)
[repubblica federale]
- Presidente della repubblica federale
?
(? - ?)
[dal 1953 è stato concesso il voto alle donne.]

1956
perdura il monopolio politico del PRI (Partido Revolucionario Institucional);




1956
Repubblica dell'America centrale
(1921)
- Presidente
-
1956

-



1956
Guatemala
[formalmente indipendente dal 1847]
- Presidente
Carlos Castillo Armas
(1954 - 1957)
[Regime militare]
1956
il presidente reprime sanguinosamente il movimento popolare;


1956
- Presidente
I. Osorio
(1950 - 1957)
1956
dura repressione contro la sinistra, all'interno, e un completo asservimento alla politica americana all'estero;


1956
Honduras
- Dittatore
J. Manuel Gálvaez
(1949 - 1954)
[dal 1951 il paese è inserito (carta di San Salvador) nella "Organizzazione degli stati dell'America Centrale".]
1956
-


1956
- Presidente
gen. Anastasio Somoza Debayle
(1937 - 1956)
[dal 1937 le forze guerrigliere si oppongono alla dittatura della famiglia Somoza]
1956
sale ora al potere il figlio del caudillo, Luis Somoza Debayle;

1956
- Presidente della repubblica
?
(? - ?)
1956
-

1956
República de Panamá
(indipendente dal 1903)
- Presidente della repubblica
?
(1903 - ?)
1956

-




1956
- Presidente
gen. G. Rojas Pinilla
(1953 - mag 1957)
 
1956
praticando una politica nazionalista e populista, riesce ad attrarre anche le classi medie e a far crescere il reddito nazionale moderatamente portando il paese a collocarsi, all'interno dell'America latina, tra quelli con un livello di sviluppo intermedio;

1956

- Presidente della repubblica

col. Pérez Jiménez
(1952 - 1958)
[insediato dai conservatori]
1956
eccezionale fase di crescita economica;


1956
República del Ecuador

- Presidente della repubblica

J.M. Velasco Ibarra
(1952 - 1956) III
[velasquismo]
[sarà deposto anche questa volta prima della scadenza del mandato]
1956
il protocollo di Rio de Janeiro non ha delimitato con precisione la linea di confine, nella zona della cordigliera del Cóndor;
dalla conferenza di Rio de Janeiro il paese dipende sempre più dagli Stati Uniti che hanno ottenuto anche la cessione di basi militari;




1956

- Presidente della repubblica

gen. M.A. Odría
(1950 - ?)
M. Prado y Ugarteche
(1956 - 1962)
(Repubblica indipendente dal 1827)
1956
si apre una parentesi democratica con la presidenza di M. Prado y Ugarteche che abbozza una parziale riforma agraria e inserisce il paese nel mercato comune latinoamericano;


1956

- Presidente della repubblica

V. Paz Estenssoro
(1952 - 1956)
[del MNR]
MNR (Movimento nazionalista rivoluzionario)
1956
si procede alla nazionalizzazione delle miniere di stagno e alla riforma agraria che colpisce a fondo un regime plurisecolare di tipo feudale e di vera e propria servitù personale da parte dei contadini;

1956

- Presidente della repubblica

gen. C. Ibáñez del Campo
(1952 - 1958)
- Ministro della sanità
-
[su pressione degli Stati Uniti dal 1948 il PCCh (Partito comunista cileno) è fuori legge.]
1956
-

1956
[dal 1928 ha un proprio governo rappresentativo]

- Governatore

?
(? - ?)
1956
-


1956
Suriname
(olandese)
[dal 1954 gli è stata concessa piena autonomia, con lo stato di paese indipendente e a regime di autogoverno nell'ambito dei Paesi Bassi.]

- Governatore

?
(? - ?)
1956
contrasti razziali tra:
- NPK (Alleanza nazionale dei partiti), formazione di maggioranza appoggiata dalla popolazione nera e meticcia, favorevole alla piena indipendenza;
- PRP (Partito riformista progressista), appoggiato dalla popolazione di origine asiatica, che, temendo una politica discriminatoria da parte dei neri, sostiene la continuazione del regime di semidipendenza.



1956
[dal 1946 integrata alla metropoli come dipartimento d'oltremare.]

- Governatore

?
(? - ?)
1956
-

1956

- Presidente ad interim

?
(1954 ago - 1956)
J. Kubitschek de Oliveira
(1956 - 1961)
[socialdemocratico]
1956
dopo due anni di interinato succede alla presidenza il candidato socialdemocratico J. Kubitschek de Oliveira;


1956

- Capo dello stato

gen. Alfredo Stroessner Mattiauda
(1954 - 1989)
[del Partito colorado]
[dopo il golpe, permane lo stato d'assedio]
1956
il ricorso alla tortura è sistematico, gli oppositori sono incarcerati o costretti all'esilio, le epurazioni sono la norma nello stesso partito che sostiene il presidente;


1956

- Presidente della repubblica

-
1956
-



Patagonia
1956
-

1956
-
?
(1943 - ?)
1956
Montevideo, viene fondata la "Communidad del Sur", una delle più organizzate e longeve comuni libertarie del dopoguerra, attiva in numerosi settori del lavoro autogestito. 
[Sciolta con la forza nel 1973 dal golpe militare, si ricostituisce a Stoccolma. 
Con il ritorno della democrazia in Uruguay rinasce anche a Montevideo ed è composta da 30 persone di tutte le età.]



1956
Mongolia
(Repubblica popolare)
-
?
(? - ?)
[dal 1921 la vita politica è dominata dal partito unico comunista, il PRPM (Partito rivoluzionario del popolo)]
1956
-

1956
CINA
Repubblica Popolare Cinese

- Presidente della repubblica

Mao Tse-tung
(1949 - 1959)

- Primo ministro

Chou En-lai
(1949 - 1976)

- segretario generale del PCC
Deng Xiaoping
(1954 - 1966)
[Prima costituzione]
1956
[Piero Calamandrei presiede la delegazione italiana invitata dal governo di Pechino: ci sono anche Antonicelli, Bernari, Carlo Cassola , Fortini, Musatti, Parri, Ernesto Treccani, Antonello Trombadori… i quali scriveranno su un numero momografico della rivista «Il Ponte» pagine appassionate, talvolta sin troppo fiduciose sulle virtù taumaturgiche del Partito comunista cinese;
anche Curzio Malaparte giunge a Pechino per incontrare in privato il "Grande Timoniere" Mao; …penserà poi di donare la villa di Capri al governo cinese.]

Repubblica di Cina
(Repubblica nazionalista)

- Presidente della repubblica

Chiang Kai-shek
(1949 - 1975)

- Primo ministro

-

[Cina nazionalista nell'isola di Taiwan (Formosa): capitale Taipei; riconosciuta dagli Stati Uniti e dai loro alleati, occuperà il seggio dell'Onu fino al 1971.
Durante la guerra di Corea la sicurezza del regime nazionalista viene garantita dalla VII flotta statunitense.]
1956
Un patto di reciproca sicurezza tra Stati Uniti e nazionalisti assicura a questi ultimi la copertura anche nucleare di Washington, mentre l'esercito del Kuomintang (KMT) viene rifornito di armi e addestrato da consiglieri statunitensi.
Frizioni con la Cina popolare.

a


1956


Choson
(Repubblica Democratica Popolare di Corea – a Nord)
[con capitale Pyongyang, nell'orbita sovietica.]
- Presidente
Kim Il Sung
(1948 set - 1972)
[segretario del Partito dei lavoratori (partito unico)]
1956
-
DAE HAN
(Repubblica di Corea – a Sud)
[con capitale Seoul (sotto l'egida statunitense)]
- Presidente
Syngman Rhee
(1948 ago - 1960)
1956
sin dallo scoppio della guerra di Corea ha instaurato un regime di terrore poliziesco, creando nel paese forti disparità sociali e laceranti contrasti politici;

a


1956
Pakistan
(repubblica islamica)
- Capo del governo e capo dello stato
gen. Iskander Mizza
(1955 - 1958)
1956
viene sancita formalmente la natura confessionale dello stato con la proclamazione della "repubblica islamica";
- Pakistan occidentale: cresce il Partito repubblicano;
- Pakistan orientale: cresce il Fronte unito e la Lega Awami (espressione dell'autonomia bengali);

a


1956
Unione Indiana
(repubblica federale a prevalenza indù)
- Primo ministro
Sri Jawaharlal NEHRU [Pandit]
(1948 - 1964)
[Partito del Congresso]
dal 1950, staccatosi dalla metropoli, il paese si è dato una costituzione repubblicana e federale a regime parlamentare;
piano quinquennale 1951-56;
1956
con una serie di leggi di riforma vengono soppresse le caste, abolita l'intoccabilità, combattuta la poligamia, affermata in linea di diritto la parità dei sessi e l'uguaglianza dei cittadini;
per favorire l'integrazione nazionale gli stati dell'Unione vengono ora ristrutturati su basi etniche e linguistiche e, non senza forzature, viene imposto l'hindi come lingua ufficiale;
viene varato il piano quinquennlae 1956-61;
il paese riesce a realizzare il primo reattore atomico;
frizioni con il Pakistan;

a


1956
Guerra del Vietnam
-
1956
-

1956
Repubblica Democratica del Vietnam
(dal 2 settembre 1945)

1956
-


a







1956
Giappone

Hirohito

(Tokyo 1901 - 1989)
figlio di Yoshihito;
1921-26, reggente;
1926-45, imperatore del Giappone;
[dal 1.1.1946 ha rinunciato alle proprie prerogative divine pur di salvare l'istituto monarchico.]



[Nuova costituzione dal 1° gennaio 1946;
dal 1948 governa il Partito conservatore e dal 1950 il Partito comunista è stato messo fuorilegge.]
- Primo ministro
Hatoyama
(1954 - 1957)

1956
dopo la pace di San Francisco con i maggiori paesi occidentali, i giapponesi s'impegnano soprattutto alla ricostruzione del paese;

Ottobre
19
, l'Unione Sovietica dichiara concluso lo stato di guerra con il Giappone;

Dicembre
18
, il Giappone entra all'ONU;

a

 



1956
[colonia spagnola dal 1900, con capitale Villa Cisneros già protettorato dal 1884, le è stata annessa militarmente nel 1934 la regione di Saguia el Hamra]
-
-
1956
-


1956
MAROCCO
[dal 1912 il paese è un protettorato della Francia che ha riconosciuto alla Spagna una zona di sua spettanza (Rif, Ifni, Tarfaya);
con la convenzione di Parigi la città di Tangeri è stata internazionalizzata con un proprio statuto autonomo.]
mentre il paese continua ad opporre una strenua resistenza alla "pacificazione", Maometto V si avvicina decisamente a quei movimenti che reclamano una maggiore autonomia del Marocco, non nascondendo le sue simpatie per l'Istiqlal o Partito dell'indipendenza attorno a cui si riunisce gran parte delle forze autonomistiche; dal canto suo la Francia ha creato una residenza militare che lascia insoddisfatta ogni istanza autonomista;
Maometto V
-

(Fez 1909 - Rabat 1961)
figlio di Mulay Yusuf;
1927-57, sultano del Marocco;
[alla morte del padre]
1953-55, in esilio in Madagascar e sostituito con un parente più compiacente;
1956
intenzionato a trasformare il suo stato in regime costituzionale, muta il proprio titolo in quello di re;

1957-61, re del Marocco;

1956
Marzo
2
, Francia e Spagna sottoscrivono due trattati che riconoscono la piena indipendenza e unità del Marocco, con l'eccezione delle plazas di Ceuta e Melilla, di Ifni (reintegrata nel Marocco solo nel 1969) e del cosiddetto Sahara spagnolo;

Novembre
12
, il paese viene ammesso all'ONU;


1956
Algeria
[dal novembre 1954 ha avuto inizio l'insurrezione armata: il FLN (Front de Libération Nationale) intende perseguire l'indipendenza del paese con la lotta armata svolta in pratica dall'ALN (Armée de libération nationale), suo braccio militare.]
- Governatore
-
Lacoste
(1956 feb - ?)
1956
Gennaio
31
, il governo francese del socialista Guy Mollet riconosce la "personalità algerina" e propone libere elezioni;

Febbraio
9
, Guy Mollet cede alle pressioni degli ultras installando il governatore Lacoste;

Marzo
il parlamento francese vota favorevolmente i poteri speciali attribuiti al governatore Lacoste;

Agosto
20
, il congresso clandestino del FLN nella valle della Soumman precisa gli obiettivi della guerra e i contenuti sociali del movimento di liberazione algerino.
Viene fondato l'UGTA, il sindacato autonomo algerino.

Novembre
15
, la "Questione algerina" è iscritta nuovamente all'ordine del gorno;

1956
TUNISIA
[protettorato francese dal 1883, anche se il bey conserva formalmente le sue prerogative]
il Neo-Destur (presidente: H. Bourghiba, in carcere 1934-36 e 1938-42) dal 1934 ha come obiettivo la fine del protettorato;
dal 1952 la "Questione tunisina" è iscritta all'ONU.]
- Bey
?
(?-?)
- Primo ministro
?
(?-?)
H. Bourghiba
(1956 mar - ?)

1956
Marzo
20
, proclama la sua indipendenza;
24, si svolgono le elezioni (dove il Neo-Destur ottiene la quasi totalità dei seggi) e H. Bourghiba diviene primo ministro;

Novembre
12
, il paese viene ammesso all'ONU;

 


1956
Regno Unito di Libia
(24 dicembre 1951)
Muhammad Idris al-Mahdi al-Sanusi
-

(Giarabub 1890 - Il Cairo 1983)
1917-22, capo della confraternita dei Senussi;
1923-48, è costretto all'esilio;
1948, emiro di Cirenaica;
1950-69, re di Libia (Idris I);
[monarchia costituzionale];

1956
dal 1955 sono iniziate le ricerche petrolifere;



1956
EGITTO
[repubblica dal 18 giugno 1953]
- Capo dello Stato
Rais
Giamal Abdel Nasser
(1954 nov - ?)
-
-

1956
Nonostante tutto, le potenze europee non hanno ancora abbandonato la speranza di mantenere l'Egitto nella loro orbita.
Il nuovo regime egiziano desidera ardentemente costruire la "diga di Assuan", un'imponente diga sul Nilo nei pressi di Assuan.
Aumentando l'area coltivabile del 30%, immagazzinando anno per anno la quanità d'acqua necessaria a evitare inondazioni e siccitià, e aumentando enormemente la produzione di energia idroelettrica, questa diga srebbe la prima tappa del programma egiziano di sviluppo.
Nei primi mesi dell'anno gli americani continuano a temporeggiare circa la somma promessa per la costruzione della "diga di Assuan" sostenendo che prima di concedere il prestito occorre portare a termine alcuni adempimenti formali (tra questi l'indispensabile accordo di tutti gli Stati proprietari delle acque del Nilo) mentre G.A. Nasser, a sua volta, in un'intervista a un giornalista americano, fa sapere che anche l'Unione Sovietica ha avanzato l'offerta di finanziare la diga.

Febbraio
viene raggiunto un accordo provvisorio in base al quale la Banca Mondiale concederebbe un prestito di 200 milioni di sterline, ammesso che Stati Uniti e Gran Bretagna concedano a loro volta un prestito di 70 milioni per pagare le spese sostenute.
Stati Uniti e Gran Bretagna impongono condizioni che a G.A. Nasser sembrano dure da accettare, poiché implicano un controllo occidentale sull'economia egiziana.
Quando decide di accettare, tuttavia, gli Stati Uniti annunciano ex abrupto che l'offerta viene ritirata perché l'economia egiziana è troppo instabile per sopportare un progetto così impegnativo.
[In realtà, la situazione incerta, i crescenti contatti con l'Unione Sovietica (la visita del ministro degli Esteri sovietico Scepilov) e l'evidente intenzione di G.A. Nasser (segnalatosi ormai insieme a Tito e S.J. Nehru come uno dei leader del nascente Terzo Mondo) di cercare di trarre vantaggio sia dal blocco occidentale sia da quello sovietico, finisce per indurre gli americani a ritirare la loro offerta di finanziamento.]

Marzo
31
, [a.f.: vedi 13 giugno] in base agli accordi anglo-egiziani di luglio-ottobre 1954 le ultime truppe inglesi lasciano l'Egitto;

Aprile
2
, il corrispondente del «The Times» scrive: «La loro partenza è stata silenziosa e priva di cerimoniali probabilmente quanto lo era stato lo sbarco notturno delle forze del gen. Wolseley che occuparono Port Said 74 anni fa

Maggio
G.A. Nasser stabilisce rapporti diplomatici con Pechino (la Cina non è membro delle Nazioni Unite);

Giugno
13
, secondo i patti, le ultime forze militari britanniche lasciano la zona del canale, cosicché tutti gli impianti e le zone militari a protezione della via marittima passano in mano egiziana;
23, la nuova costituzione egiziana, approvata ora con referendum popolare (99% di voti favorevoli):
- dichiara l'Islam religione di stato,
- riconosce l'Egitto come appartenente alla nazione araba,
- stabilisce un governo costituito da un presidente, un consiglio dei ministri e un'unica camera legislativa.
G.A. Nasser viene confermato presidente con un mandato di sei anni.
I partiti politici vengono sostituiti da un'organizzazione politica simile, l'Unione nazionale.
Instaura in pratica un regime presidenziale e un'economia nazionale programmata su basi socialiste.
Purtroppo (si vedrà in seguito l'errore) viene anche concesso un ampio controllo indipendente delle forze armate a 'Abd al-Hakim Amir, ministro della Difesa (affascinante e dotato di presenza ma manca di autodisciplina ed è incompetente come comandante militare).

Luglio
19
, viene resa ufficiale la notizia del ritiro dell'offerta di finanziamento per la costruzione della "diga di Assuan" da parte degli americani;
[J.F. Dulles dichiara che i 56 Mni di dollari non sono più disponibili per l'Egitto.]
20, anche il Regno Unito ritira la sua offerta;
lo stesso giorno G.A. Nasser rientra in Egitto da Brioni dove, ospite del governo jugoslavo, ha raggiunto un'importante base di intesa con Tito e con il primo ministro S.J. Nehru;
26, Alessandria, in un suo discorso, come reazione al rifiuto americano di finanziare la costruzione della "diga di Assuan", G.A. Nasser annuncia la sua decisione di nazionalizzare il "Canale di Suez" finora gestito da una Compagnia Universale del Canale di Suez, anglo-francese. Solo così potrà finanziare la "diga di Assuan" dato che la richiesta fatta dall'Egitto a la sua decisione di nazionalizzare ll'Unione Sovietica non ha avuto risultati positivi.
Dopo questo preambolo legge il decreto di nazionalizzazione:
«La Compagnia universale del Canale di Suez è nazionalizzata. Saranno trasferiti allo stato tutti i suoi beni, diritti e obbligazioni. Saranno disciolti tutti gli organi e comitati di direzione incaricati attualmente dell'amministrazione della compagnia. Il risarcimento degli azionisti e dei titolari delle quote dei fondatori sarà valutato in base al prezzo di chiusura alla Borsa valori di Parigi alla data precedente quella dell'entrata in vigore della presente legge. Il detto risarcimento sarà regolato dopo la consegna allo stato egiziano di tutti i beni e gli averi della Compagnia nazionalizzata».
27, il governo britannico si affretta a inviare a quello egiziano una nota di protesta nella quale si dice tra il resto:
«Il governo di sua maestà protesta contro questa azione arbitraria che costituisce una grave ninaccia alla libertà di navigazione su una via marittima di vitale importanza nazionale. Esso si riserva tutti i suoi diritti e quelli dei cittadini del Regno Unito come sancito dalle convenzioni in vigore. La responsabilità delle conseguenze deve completamente ricadere sul governo egiziano».
Il presidente del governo francese, Guy Mollet , annuncia a sua volta:
«Il governo francese è deciso a dare una risposta energica e severa che dovrà prendere la forma di un'azione comune degli alleati occidentali garanti del diritto e della giustizia».
[Più tardi, nelle sue memorie, il presidente americano D.D. Eisenhower scriverà:
«Noi dubitavamo della validità della posizione legale cui l'Inghilterra e la Francia si appellavano per giustificare la loro tesi del ricorso alla forza. Secondo la maggioranza dell'opinione pubblica mondiale Nasser, nazionalizzando la Compagnia del canale era nel suo pieno diritto. Ritienevamo inoltre che un ricorso alla fora per risolvere questioni del genere, al punto in cui ci trovavamo, sarebbe stato ingiustificao e avrebbe automaticamente indebolito, forse perfino distrutto, le Nazioni Unite. Non eravamo così ingenui da credere che, dando una lavata di capo a Nasser, le Nazioni Unite potessero restaurare lo status-quo nella zona del canale. Finché le Nazioni Unite non avessere tentato in ogni modo di trovare una soluzione soddisfacente per tutti, eravamo convinti che il ricorso alle armi da parte dell'Occidente era una mossa del tutto avventata».]
Come prima mossa la reazione britannica è invece quella di bloccare come misura di rappresaglia i conti egiziani in lire sterline nel Regno Unito.
L'Unione Sovietica, a sua volta, si affretta a esprimere tutta la sua soddisfazione.
31, N.S. Chrušcëv dichiara che la nazionalizzazione è un fatto lecito e giusto e che in ogni caso le grandi potenze occidentali dovrebbero moderare le loro reazioni per non provocare un aggravamento della situazione.

Agosto
, incontro a Londra tra i ministri degli Esteri:
. S. Lloyd, Regno Unito,
. Christian Pineau, Francia,
. J.F. Dulles, Stati Uniti,
per esaminare i problemi derivanti dal decreto di G.A. Nasser.
9, l'Unione Sovietica fa pubblicare una dichiarazione nella quale definisce assolutamente infondata l'asserzione delle tre potenze occidentali che la Compagnia Universale del Canale di Suez sia un ente internazionale, il cui stato non può essere alterato dal governo egiziano. I sovietici affermano anche che la nazionalizzazione della Compagnia Universale del Canale di Suez non ha in alcun modo pregiudicato il passaggio ininterrotto di navi di tutte le nazioni attraverso il canale che continua a funzionare precisamente ed esattamente come prima della nazionalizzazione.
La dichiarazione sovietica si conclude anche con alcune frasi ammonitrici.
Intanto, in attesa della prossima conferenza di Londra, Regno Unito e Francia iniziano a prendere delle misure militari.
Dopo la decisione britannica di inviare unità aeree e navali nel Medio Oriente, l'Egitto ordina la mobilitazione parziale della Guardia Nazionale, ottenendo l'adesione alla sua politica oltre che dell'Unione Sovietica anche dell'Iraq, della Siria e del Libano.
Alla vigilia della conferenza si hanno alcuni annunci importanti: l'Egitto rinuncia di partecipare, gli Stati Uniti dichiarano chiaramente di essere per una soluzione pacifica della vertenza; gli stati della Lega Araba riconfermano il loro appoggio all'Egitto.
16-23, prima conferenza di 24 nazioni a Londra per un progetto di controllo internazionale del "Canale di Suez";
23, alla fine della conferenza di Londra viene anche deciso che le proposte della maggioranza degli stati partecipanti alla conferenza saranno comunicate a G.A. Nasser da un comitato guidato dall'australiano Menzies e composto anche dai rappresentanti di: Stati Uniti, Iran, Turchia e Svezia.
28, l'Egitto dà la sua approvazione all'incontro con il comitato dei cinque; contatti si svolgono nei giorni seguenti;

Settembre
9
, G.A. Nasser respinge il progetto della gestione del "Canale di Suez" da parte di un consiglio internazionale;
12, il governo britannico annuncia che la maggioranza degli stati partecipanti alla conferenza di Londra costituirà una "Associazione degli Utenti del Canale" alla quale verrà assegnato il compito di organizzare il funzionamento della via marittima indipendentemente dai servizi egiziani.
G.A. Nasser definisce la proposta occidentale una vera e propria violazione della sovranità egiziana e l'Unione Sovietica si affretta a dare tutta la sua solidarietà all'Egitto;
19-21, si riunisce a Londra la seconda conferenza sul problema del "Canale di Suez", con la partecipazione dei 18 paesi che hanno approvato a maggioranza la decisione della precedente conferenza; grande assente l'Unione Soveitica;
21, al termine della conferenza è stata presa la decisione di creare la SUC (Associazione degli Utenti del Canale di Suez) che avrebbe «lo scopo di facilitare ogni misura capace di condurre a una soluzione definitiva o provvisoria del problema del Canale di Suez, sviluppando la cooperazione tra i governi che concederanno la loro adesione e cercando anche la collaborazione delle autorità egiziane, in attesa di una soluzione dei problemi più generali».
Nei giorni successivi le due parti decidono di rivolgersi all'ONU.
23, anche Francia e Regno Unito decidono di rivolgersi all'ONU;
24, anche l'Egitto si rivolge all'ONU.
Si moltiplicano quindi i segni di un conflitto latente:
- Israele annuncia di aver acquistato dal Canada ventiquattro aerei a reazione del tipo Sabre;
- G.A. Nasser ottiene, nel corso di una conferenza, l'appoggio politico della Siria e dell'Arabia Saudita;
- piccoli scontri militari cominciano a svilupparsi lungo la linea di confine tra Israele e Giordania.

Ottobre
-5
, Londra, terza conferenza sul problema del "Canale di Suez"; viene ufficialmente creata la la SUC (Associazione degli Utenti del Canale di Suez) e il gruppo esecutivo risulta formato da:
- Gran Bretagna,
- Francia,
- Stati Uniti,
- Italia,
- Iran,
- Norvegia.
5-13, il Consiglio di sicurezza dell'ONU affronta il problema ma tutto si conclude praticamente con un nulla di fatto. Viene infatti approvata una proposta generica di invito alla concordia, ma quando si cerca di varare delle soluzioni concrete l'Unione Sovietica respinge ogni proposta.

28, scoppiano i primi combattimenti;
29, Israele invade il Sinai;
l'attacco israeliano si concretizza nel lancio di paracadutisti a 60 km da Suez e all'interno della penisola del Sinai, in prossimità del passo di Mitla; l'invasione ha luogo anche nel punto più meridionale della frontiera, a sud del Neghev, e contemporaneamente i carri armati israeliani puntano su El Kantara.
Tutte le operazioni israeliane vengono coordinate dal gen. Dayan.
30, l'Egitto riceve un ultimatum anglo-francese.
G.A. Nasser
si rifiuta di sgomberare il Canale e lo fa bloccare affondandovi alcune navi;
lo stesso giorno il premier israeliano D. Ben Gurion invia un messaggio al presidente americano D.D. Eisenhower nel quale giustifica l'inizio delle operazioni militari sostenendo che l'Egitto, insieme alla Siria e alla Giordnaia, ha formato un cerchio di acciaio intorno a Israele.
31, ore 04:30, scade l'ultimatum franco-britannico.
l'aviazione anglo-francese inizia un bombardamento a tappeto egli aeroporti egiziani nell'intero Egitto settentrionale;
G.A. Nasser rompe le relazioni diplomatiche con Francia e Inghilterra;
Presso le Nazioni Unite il delegato jugoslavo, visto inutile il tentativo di bloccare l'aggressione di Francia, Regno Unito e Israele all'Egitto, chiede l'immediata convocazione dell'Assemblea generale.

Novembre
4
, sbarco anglo-francese-israeliano a Porto Said (con la morte di molti abitanti) e Ismaelia;
tutti i partiti inglesi sono contrari alla guerra;
5, ore 07:25, la zona del canale viene sorvolata da numerose formazioni di Hastings e di Valetta britannici e da Nord Atlas francesi; gli aviotrasporti sono protetti dai Venom e dagli Hunter rispettivamente lanciati dalle portaerei che si sono avvicinate alle coste egiziane e sono partiti dagli aeroporti dell'isola di Cipro;
nonostante un intenso fuoco della contraerea egiziana, paracadutisti francesi e inglesi prendono terra; i primi sulle rive del Mediterraneo nella zona di Porto Said, i secondi nella zona di Ismailia e di Suez, rispettivamente all'inizio del canale e al termine dello stesso;
le forze franco-britanniche sono condotte dal comandante in capo sir Charles Keightley e dal viceammiraglio Pierre Barjot, il primo comandente in capo delle forze anglo-francesi e il secondo comandante delle forze navali alleate;
immediatamente dopo il lancio hanno inizio intensi combattimenti nelle tre zone prese di mira dai paracadutisti franco-britannici;
nel pomeriggio nuovi lanci sono effettuati dai franco-britannici;
ore 17:00, il comandante egiziano Salah Salem chiede la resa di Porto Said;
la notizia della resa viene data dagli alleati con questo messaggio:
«Le condizioni di resa della guarnigione egiziana di Porto Said sono state accettate. Le truppe egiziane hanno deposto le armi. È stato decretato il coprifuoco e la polizia egiziana funziona sotto il controllo alleato».
Nella stessa giornata il primo ministro israeliano D. Ben Gurion dichiara che le operazioni militari contro l'Egitto hanno ottenuto i risultati prefissi e annuncia di essere pronto a iniziare trattative con l'Egitto.
È a questo punto che l'Unione Sovietica entra di prepotenza in gioco.
Tre messaggi sono inviati da N.A. Bulganin a Londra e a Tel Aviv; l'Unione Sovietica si dimostra decisa a usare la forza per schiacciare gli aggressori e ristabilire la pace dicendosi preoccupata del fatto che quanto sta accadendo possa sfociare in una nuova guerra mondiale.
Contemporaneamente N.A. Bulganin invia un messaggio al presidente in cui esprime l'idea che Unione Sovietica e Stati Uniti debbano unirsi per impedire l'aggressione in atto contro l'Egitto e ristabilire la pace. Ma la risposta americana è sostanzialmente negativa.
In questo modo il governo americano, che sta ormai vivendo le ore delle elezioni, si ritira lasciando tutta la responsabilità delle azioni da compiere al governo britannico e a quello francese.
Mentre a Parigi si ostenta sicurezza e fiducia, a Londra invece sir A.R. Eden è messo con le spalle al muro.

6, dopo pressioni dell'ONU, degli Stati Uniti e dell'Urss, Francia e Inghilterra accettano di cessare il fuoco e ritirano le truppe dalla zona del canale;
sir A.R. Eden annuncia alla Camera dei Comuni che il cessate il fuoco da parte delle forze britanniche sarà operativo a partire dalla mezzanotte dello stesso giorno;
la Cina Popolare è seconda solo all'Unione Sovietica nel sostenere la causa egiziana e nell'offrire aiuti finanziari e combattenti volontari.
Grazie alla posizione filonasseriana ispirata da E. Mattei il prestigio italiano cresce in tutta l'area, mentre quello inglese sembra in caduta libera.
Londra è costretta a rivedere le proprie strategie e a ridimensionare le proprie ambizioni.


1956
Sudan
[mentre dalla convenzione del 18 gennaio 1899, il paese era costituito in "condominio" anglo-egiziano [di fatto in possedimento britannico], dal 1951 re Faruk ha abrogato unilateralmente questo regime di condominio, associando Egitto e Sudan in unione personale.]
   
Gennaio
, il paese viene dichiarato indipendente e aderisce alla Lega araba;
privo di una effettiva omogeneità nazionale per le profonde divisioni etniche e culturali (tra nubiani, niloti e niloto-camiti, tra musulmani, cristiani e pagani), con forti squilibri territoriali, sociali ed economici e collocata inoltre in uno degli scacchieri più delicati del Vicino Oriente, la giovane repubblica si avvia fin d'ora in un difficile processo di assestamento che vedrà l'alternarsi di effimeri governi civili e di dittature militari;

Novembre
12
, il paese viene ammesso all'ONU;

1956
Guinea-Bissau
[colonia autonoma portoghese dal 1879, i suoi confini (rettilinei e artificiosi di evidente origine coloniale) con l'Africa Occidentale Francese sono stati regolati nel 1896;
provincia d'oltremare portoghese dal 1951, strettamente integrata alla metropoli. ]
-
?
(?-?)
1956
Settembre
19
, Amilcar Cabral e altri 6 anti-imperialisti fondano il PAIGC (Partido Africano para a Independencia de Guiné e Cabo Verde - Partito africano per l'indipendenza della Guinea-Bissau e delle Isole di Capo Verde).



1956
Africa Occidentale Francese
(AOF – 1895-1958)

[dal 1946 è diventata un possedimento d'oltremare dell'Union Française, con la conseguente trasformazione dei suoi abitanti in cittadini francesi; il governatore generale è ora affiancato da un Grand Conseil formato da 5 delegati di ogni singolo territorio.]

Senegal [sotto controllo francese dal 1817, sottomesso e pacificato dal 1865.] cap. Dakar.
1956
nel 1948 Léopold Sédar Senghor è uscito dal Partito socialista francese e ha fondato il SDB (Senegalese Democratic Bloc - Blocco democratico senegalese).

Nel Senegal e negli altri "territori" francesi in Africa è introdotto per la prima volta il "suffragio universale".
Nelle assemblee regionali il governatore rimane l'autorità suprema, ma poteri sempre maggiori vengono dati ai vicepresidenti, come Mamadou Dia, nel Senegal.

L'Assemblea Nazionale Francese abolisce nelle colonie il "secondo collegio" basato sulla discriminazione razziale. Nell'Assemblea sono presenti 40 africani e 32 senatori.
All'università di Dakar sono iscritti circa 400 studenti e 550 africani sono membri delle Assemblee Territoriali.
Le cariche più alte dell'amministrazione dell'Africa Francese, tuttavia, rimangono in mano ai "bianchi".

Mauritania [protettorato francese dal 1904, il territorio vi è stato annesso dal 1920 ma le autorità coloniali non verranno mai completamente a capo dello spirito d'indipendenza mauro]
1956
-
Sudan francese [ex Senegal-Niger dal 1904, nel 1921 è tornato al suo nome originario.]
1956
dal 1946 l'UDS (Union démocratique soudanaise), sezione locale del RDA (Rassemblement démocratique africain), ha assunto con il suo leader Modibo Keita la testa del movimento nazionale;

Alto Volta [costituita in colonia dai francesi nel 1919 con territori staccati dalle colonie dell'Alto Senegal e del Niger, poi soppressa nel 1932 e smembrata tra Costa d'Avorio, Sudan Francese e Niger, nel 1951 viene ricostituita.]
1956
-
Niger [completamente colonizzato dal 1920] cap. Zinder.
1956
-
Guinea Francese [protettorato francese dal 1889, è sorta la città di Conakry nel 1890; colonia francese dal 1891;
con l'acquisizione dell'isola di Los nel 1904 ha assunto il suo assetto territoriale definitivo.]
1956
dal 1946 sono iniziati i primi movimenti nazionalisti guidati dal PDG (Parti dèmocratique de Guinée), emanazione del moderato RDA (Rassemblement démocratique africain) dal quale il primo si distanzia anche per influenza del blocco sovietico, assumendo posizioni più radicali sotto direzione di Sékou Touré uno dei più prestigiosi leader del nascente "risveglio africano";
Costa d'Avorio [colonia francese dal 1893.]
1956
-
Dahomey [annesso dal 1899 ma, completamente, dal 1916]
1956
-

1956
Sierra Leone
[colonia inglese dal 1808.]
- Governatore
?
(?-?)
1956
-

1956
[ex Monrovia, è una repubblica indipendente dal 1847, con una costituzione modellata su quella statunitense ma con il predominio dell'elemento nero-americano su quello autoctono;
nel 1857 al paese si è unita l'ex colonia formatasi a capo delle Palme nel 1833;
dalla fine della prima guerra mondiale è diventata una dipendenza economica degli Stati Uniti che si sono assicurati importanti concessioni per lo sfruttamento delle piantagioni di caucciù attraverso la società Firestone;
dal 1946 mira ora a diventare uno dei maggiori "paradisi fiscali" del mondo fornendo la propria "bandiera ombra" alle flotte mercantili private di ogni nazionalità; partito di governo è il TWP (True Whig Party) che domina la scena politica liberiana da oltre un secolo.]
-
-
1956
-

1956
Costa d'Oro
[colonia della corona britannica dal 1874, si è ingrandita nel 1922 con l'annessione della parte occidentale (Togoland) dell'ex Togo tedesco che viene ora integrata definitivamente.
dal 1946 è in vigore la "Costituzione Burns";
dal 1949 si sta sviluppando la lotta per l'indipendenza per iniziativa del Convention People's Party di Kwame Nkrumah.]
-
-
1956
-


1956
Togo
[sotto mandato francese dalla fine della prima guerra mondiale, dal 1922 il territorio comprende solo la parte orientale dell'ex Togo tedesco e mantiene una distinta fisionomia giuridica.]
?
(?-?)
1956
diventa ora uno stato associato dell'Union Française;



1956
[comprende i due ex protettorati britannici;
all'unità amministrativa della federazione non corrisponde tuttavia una reale integrazione etnico-culturale del paese;
dal 1951 il paese si è dotato di un assetto federale che solo dal 1954 si è tuttavia reso effettivo.]
- Governatore generale
sir John Macpherson
(?-?)
1956
continua a crescere il movimento nazionalista che, sotto la direzione di Nmandi Azikiwe (detto Zik) e favorito dalla creazione dell'università di Ibadan nel 1949, pone le premesse per l'autogoverno;

Nigeria settentrionale [territori haussa, riuniti dal 1900]
-
-
1956
-
Nigeria Meridionale [territori degli Oil Rivers (dal 1849), di Lagos (dal 1861) e Benin (dal 1897), riuniti dal 1906]
-
-
1956
-





1956
Camerun
[dal 1920 l'ex protettorato franco-britannico è diviso in due mandati coloniali previsti dal trattato di Versailles]
Njoya
-
(? - ?) c
1883-1933, re dei bantu;

Mandato (1) [alla Gran Bretagna, la porzione nordorientale, circa un quinto del paese]
1956
-
Mandato (2) [alla Francia, il resto (ha recuperato anche i territori ceduti nel 1911); dal 1946 è entrato a far parte dell'Union Française.]
1956
l'UPC (Union des populations du Cameroun) è alla testa della lotta per l'indipendenza (1948-58);

1956
Africa Equatoriale Francese
(1910-1958)
1910, la Francia crea questa nuova unità amministrativa che, pur mantenendo a Brazzaville la sede del governatore generale, è divisa in quattro ripartizioni:
Medio Congo [ex Congo Francese]
-
1956
André Matsua, fondatore nel 1925 della Société amicale des originaires de l'Afrique Equatoriale Française e finora sopravvissuta nella clandestinità, si trova ora arruolato nell'esercito francese;
nuovamente arrestato sotto l'imputazione di "intelligenza col nemico" è ricondotto a Brazaville. Qui tutti gli esponenti del movimeno amicale, divenuti fautori sempre più decisi delle rivendicazioni autonomiste delle popolazioni Bakongo, sono condannati a morte e fucilati.

Gabon [già assorbito dal Congo Francese nel 1888 e ora separato]
-
1956
-
Ubangi Sciari (Oubangui-Chari) [ex Impero Centrafricano, diventato colonia francese dal 1905; Territorio d'oltremare dal 1946.]
-
1956
-

Ciad [Territorio d'oltremare dal 1946.]
-
1956
-



1956
Congo Belga
[colonia dello stato belga dal 1908]
(capitale: Léopoldville)
[il territorio dello Zaire, già sede (ancor prima dell'arrivo dei portoghesi) di importanti regni autoctoni quali quello del Congo, di Kuba, Luba, Lunda:
- nel 1880 è stato posto sotto il controllo dell'Associazione internazionale per il Congo, promossa da Leopoldo II re del Belgio;
- 1885-1908, sotto la sovranità (esercitata a titolo personale) di Leopoldo II re del Belgio.]
Governatore
-
1956
Da questo momento, l'impostazione vagamente formulata dal Belgio di una Comunità belgo-congolese, contiene in teoria principii del tutto inappropriati sul terreno pratico.
Restano infatti punti fermi del governo di Bruxelles:
- la divisione razziale,
- la negazione dei diritti civili e politici, della libertà di stampa e di una valida organizzazione sindacale,
- l'esclusione dei nativi da ogni partecipazione alle responsabilità pubbiche.
I congolesi cattolici sono il 31%, ossia 4 milioni, e continuano a crescere, mentre i congolesi protestanti sono 745.058, meno dell'anno precedente.
[La differenza principale fra i missionari cattolici e una parte di quelli protestanti (gli americani) è che i primi si dedicano a elevare e curare l'indigeno senza occuparsi di politica, mentre i secondi, per procurarsi adepti, iniettano negli indigeni larghe dosi di siero antibelga.]

Produzione di diamanti
[Anno 1956]
Zone
Q.tà
(carati)
Prezzo
(Lire)
Totale
- Tshikapa
(diamanti-gioiello)
626.969
4.100
2.570.573.-
- Bakwanga
(diamanti-industria)
13.383.509
1.187
15.886.225.-
Ovviamente sono cifre che hanno un valore relativo, sia perché provengono dalle società minerarie, le quali possono anche non desiderare la divulgazione di certi dati reali, sia perché il prezzo mondiale dei diamanti viene tenuto artificialmente alto limitando la produzione.
Il valore della produzione sudafricana non riesce a raggiungere quella del Congo, quantunque il Sud Africa disponga soprattutto di diamanti-gioiello.
I 4/5 della produzione mondiale di diamanti, calcolata in carati, provengono dal Congo.

Produzione di Oro
[Anno 1956]
Zone
Q.tà
(kg)
Prezzo
Totale
(migliaia di Lire)
- Intero Congo Belga
11.628
700,812
8.149.000.-
La sola provincia Orientale (in particolare la zona aurifera di Kilo Moto) ne produce i 2/3.
La produzione totale di oro del Congo Belga corrisponde solo all'1,25% della produzione mondiale.


Produzione di cassiterite
[Anno 1956]
Zone
Q.tà
(tonn.)
Prezzo
Totale
(migliaia di Lire)
- Kivu
(giacimenti di Kalima)
13.389
979
13.059.000.-
- Katanga
4.494
979
4.400.000-
Rispetto a quella boliviana, che ha un tenore metallico molto basso, questa congolese ha un tenore altissimo, contiene in media il 73% di stagno.



[Lino Pellegrini, Io Congo, Aldo Martello Editore, Milano 1963, p. 157.]

A. Van Bilsen, professore liberale di Anversa, pubblica un Piano trentennale per l'emancipazione politica dei territori africani sotto sovranità belga.
Intanto il Belgio prosegue nella sua politica di segregazione e discriminazione razziale nel Congo e nel Runda-Urundi.
Nello Zaire il movimento di indipendenza si presenta con la dichiarazione programmartica della propria linea politica, elaborata da Joseph Ileo, di Leopoldville, in Conscience Africaine. Questa linea si contrappone al Piano trentennale per l'emancipazione…, di ispirazione colonialista, elaborato da A. Van Bilsen.
Kasavubu, leader della ABAKO, un'organizzazione "congolese", esprime critiche al Piano trentennale per l'emancipazione…, di ispirazione colonialista, elaborato da A. Van Bilsen.

Dicembre
i belgi torturano i membri della setta di Kimbangu-N'Tualani. I figli di genitori appartenenti alla setta vengono espulsi dalle scuole cattoliche e protestanti.
[Nel 1957 la Chiesa di Cristo della setta ottiene il permesso di officiare le proprie funzioni, dopo la protesta contro il Belgio presentata alle Nazioni Unite.]
Katanga [regione sudorientale, annessa militarmente dai belgi nel 1891 sotto l'egida della Compagnie du Katanga istituita da re Leopoldo II.]
1956
nella zona dell'attuale Jadotville, la Union Minière:
- nel 1917, a Likasi, ha aperto un'altra grande miniera di rame (dopo quella iniziale a Elisabethville);
- nel 1921, a Panda, ha installato un concentratore di minerale;
- nel 1928, a Shituru, ha inaugurato un nuovo complesso industriale, di gran lunga il maggiore del Congo e fra i più imponenti dell'intera Africa.
ll complesso industriale [intitolato a Jean Jadot] forma una delle capitali mondiali del rame.
Ruanda-Urundi [dal 1919 sotto amministrazione belga, nel 1925 è stato annesso alla colonia.]
1956
Intanto il Belgio prosegue nella sua politica di segregazione e discriminazione razziale nel Congo e nel Runda-Urundi.





1956
-
ETIOPIA
[Abissinia: con il termine si intende indicare la regione etiopica (comprendente il Tigré, lo Scioà, l'Amara e il Goggiam) che si estende a Nord del fiume Auasc e dello spartiacque tra l'Omo e l'Abbai]
-

(Harar 1891 - † 1975)
Tafari Makonnen, figlio secondogenito del principe Menelik II;
1930-75, imperatore di Etiopia;
negus neghesti
(re dei re);
da maggio 1941 è rientrato insieme alle truppe inglesi ad Addis Abeba;
nel 1952 ottiene dalle potenze la federazione all'Etiopia dell'Eritrea;
dal 1955 ha emanato
emana una nuova costituzione introducendo il suffragio universale;

ERITREA

1956
anche se "unità autonoma federata con l'Etiopia" dalla fine del 1950, sotto la sovranità della corona etiopica, non si trova un equilibrio tra le richieste eritree di una maggiore e più completa autonomia e i tentativi più o meno dichiarati del governo etiopico di denazionalizzare il territorio federato;



1956
SOMALIA
L'integrazione amministrativa da parte degli inglesi dei due territori ex Somalia Britannica ed ex Somalia Italiana, favorisce l'aggregazione delle forze nazionaliste nel partito Somali Youth League (Lega dei Giovani Somali) avviando il movimento indipendentista.
Progetto della Grande Somalia: rimane inoperante.
Somalia Britannica [L'Inghilterra continua ad amministrare la sua ex colonia]
1956
-
Somalia Italiana [l'Italia dal 1950 ha ottenuto dall'ONU l'amministrazione fiduciaria della sua ex colonia per dieci anni con il compito preciso di prepararla all'indipendenza.]

1956
ora, con le prime elezioni politiche, il Consiglio Territoriale si trasforma in Parlamento autonomo (composto di 70 deputati: 60 somali e 10 in rappresentanza delle minoranze etniche non somale) e il primo Governo somalo assume forma concreta; attraverso questo governo, composto da un primo ministro e da sei ministri somali, l'Amministratore esercita ora il potere esecutivo.

[I fratelli R. posseggono in Somalia sei aziende per circa 2.000 ettari complessivi, ottenuti dal conte De Vecchi di Val Cismon; in conseguenza hanno diritto di spedire in Italia ad ogni piroscafo sei quote di 20 q.li l'una: calcolando 6-7 carichi mensili, essi vendono circa 800 q.li al mese che, al prezzo medio attuale di 106,25 lire al chilo, dà un importo complessivo lordo di circa 8 milioni.
Detraendo il 60% di spese (costo di produzione, imballaggio, trasporto, imbarco, dogana somala) si arriva a un guadagno netto di più di 3 milioni al mese.
Gli stessi fratelli R. hanno inoltre una concessione per il commercio all'ingrosso in Italia che rende altri diversi milioni.
Dal 1951 al 1956 la importazione di banane somale è più che raddoppiata, ma il numero dei concessionari in Somalia è rimasto press'a poco immutato.
Inoltre:
. B.G., già alto funzionario dell'AFIS (Amministrazione Fiduciaria Italiana della Somalia), arrivato in Somalia nel 1950, ha ottenuto una concessione nella zona di Afgoi ed ha costituito la società ACCA, cioè la terza società che ha una quota per l'esportazione.
. A.L., arrivata in Somalia nel 1949, quale governante di uno dei più alti dunzionari dell'AFIS, ottenuta una quota, l'ha ceduta, riservandosi una percentuale di circa il 40% sugli incassi netti. In una circolare, datata 19 aprile 1956, con la quale viene distribuito il carico di una bananiera fra i concessionari associati alla SAGA, oltre alla quota della signora A.L., c'è anche una quota assegnata al marito.
Mentre si verificano casi di questo genere, l'AFIS nega la quota di esportazione a vecchi coloni, anche proprietari di piccoli appezzamenti, costretti a vendere le loro banane a 18-20 lire al chilo ai concessionari, i quali, le rivendono poi alla AMB (Azienda Monopolio Banane) al prezzo pieno convenzionato.
All'interrogazione dell'on. Veronesi (Dc) al Ministero delle Finanze, «per sapere se non ritenga necessario rompere un comodo monopolio che, senza giovare all'azienda dello Stato, favorisce, tra gli altri, i grossi proprietari che hanno conservato da altri tempi una anacronistica posizione di privilegio», il 7 agosto l'on. Andreotti ha risposto che i rapporti fra la AMB e le società SAGA, SAG e ACCA «sono disciplinati dalla convenzione stipulata il 14 dicembre 1955, approvata nei modi di legge […]. La AMB non ha poteri di intervenire presso di esse in merito all'accoglimento di domande di coltivatori che chiedono di farne parte».
Tutto quindi è perfettamente in regola…
Ernesto Rossi, I nostri quattrini, Laterza Bari 1964.]


Somalia Francese [Territorio d'oltremare dal 1946.]
[situata in territorio dancalo e non propriamente somalo]
1956
-

1956
Africa Orientale Britannica
(IBEAImperial British East Africa)
Uganda [protettorato britannico dal 1894; formalmente diviso in quattro regni federati, è uno dei possedimenti più prosperi della Gran Bretagna in Africa.]
-
-
1956
-
Kenya [nome ufficiale solo dal 1920]
-
-
1956
Tra i bantu detribalizzati delle riserve e dei ghetti urbani il movimento clandestino dei Mau-Mau continua (1952-56) la lotta per l'indipendenza. Il partito nazionalista KAU (Kenya African Union) è stato posto fuori legge ed il suo leader, l'antropologo kikuyu Jomo Kenyatta, arrestato e confinato in una riserva con l'accusa pretestuosa di aver fomentato la rivolta, da lui più volte sconfessata.
L'insurrezione culmina in pesanti rappresaglie da parte delle autonomie coloniali (40 mila morti, 90 mila deportati, sospensione delle garanzie politiche e civili) che non riescono però a stroncare la resistenza indigena.



1956
[il paese, attribuito dal 1920 in mandato alla Gran Bretagna dalla Società delle Nazioni e riconfermato dal 1946 in amministrazione fiduciaria alla stessa dall'ONU, gode di una relativa autonomia interna.]
-
-
1956
continua a rafforzare la propria autonomia interna grazie alla TANU (Tanganyka African National Union), il partito nazionalista fondato dal leader progressista J. Nyerere;

1956
[protettorato (assieme all'isola di Pemba) dal 1890 e colonia dal 1913 della corona britannica.]
-
?
(?-?)
1956
-


1956
[territorio d'oltremare portoghese dal 1955]
- Governatore
?
(? - ?)

1956
dalla confluenza di diverse formazioni politiche, tra le quali i comunisti, sotto la direzione di Agostinho Neto sorge il MPLA (Movimento Popular de Libertaçao de Angola - Movimento popolare per la liberazione dell'Angola), organizzazione antirazzista e antribale; anche qui (come nel PAIGC della Guine-Bissau) c'è la presenza di Amilcar Cabral che, prima di ritornare definitivamente in Guinea-Bissau ha lavorato come ingegnere agrario in Angola.
[Agostinho Neto ha dovuto compiere i suo studi in medicina in Portogallo dove è stato più volte incarcerato per l'organizzazione di gruppi di discussione oltre che per l'opera di denuncia svolta nella sua opera poetica.

Holden Roberto, fonda ll'UPNA (União das Populações do Norte de Angola), poi UPA. Egli rivendica il regno Kongo del passato (contro il regno del Sud che era stato lo Ngola).



1956
Rhodesia del Nord-Ovest
[protettorato dal 1899, dal 1914, è uno dei più poveri possedimenti britannici; passata dal 1924 sotto il controllo statale, ha mantenuto lo status di protettorato, dipendendo dal Foreign Office.]
[dal 1948 l'opposizione africana è guidata dal NRAC (Congresso Africano della Rhodesia del Nord) guidato da G.L. Mbikusita.]
-
-
1956
si rafforza il nazionalismo e si consolida il partito dell'UNIP guidato da K.D. Kaunda;
Rhodesia del Sud [protettorato dal 1911;
passata sotto il controllo statale nel 1923, si è rifiutata d'integrarsi nell'Unione Sudafricana divenendo colonia autonoma della corona e godendo così di maggiore libertà amministrativa; a forte immigrazione bianca, adotta una legislazione razziale analoga a quella sudafricana (apartheid) sancendo la completa esclusione dell'elemento indigeno dalla vita politica del paese.]
-
-
1956
la CYL (City Youth League) organizza un boicottaggio degli autobus usati dagli africani, che riesce ad attuare una grande mobilitazione e a far revocare l'aumento delle tariffe contro cui è stato dichiarato;
[l'ex territorio Malawi, protettorato britannico dal 1891, che aveva assunto formalmente il nome British Central Africa
nel 1893, ha assunto questo nuovo nome nel 1907;
dal 1944 il movimento nazionalista nero ha ripreso vigore con la fondazione del NAC (Nyasaland African Congress);
dal 1950 opera il MCP (Malawi Congress Party) che ha come principale obiettivo l'indipendenza dal dominio britannico.]
-
-
1956
-


1956
Mozambico
[provincia d'oltremare del Portogallo dal 1951]
-
-
1956
il governo di Lisbona impone un regime poliziesco sfruttando la popolazione autoctona della colonia (segregazione razziale di fatto, lavoro forzato) ritardando così il formarsi di una coscienza nazionale;


1956
Madagascar
(Imérina)
[annesso alla Francia dal 1896]
- Governatore
Cayla
(? - ?)
1956
continuano le repressioni provocate dal fallito moto insurrezionale del 1947 diretto dal MDRM (Mouvement Démocratique de la Rénovation Malgache);
si costituisce ora, sotto gli auspici delle autorità francesi, il PSD (Partito socialdemocratico del Madagascar e delle Comore) di Ph. Tsiranana;





1956
Unione Sudafricana
[dominion britannico a struttura federativa dal 1910 ma indipendente sul piano internazionale (statuto di Westminster, 1931).]
- Primo ministro
D.F. Malan
(1948 - 1954)
[Nazionalista]
dal 1912 si è costituito il SANNC (South African Native National Congress) – dal 1925 mutato in ANC (African National Congress) – formazione politica nera;
dal 1913 è in vigore il Native Land Act che consente al primo ministro di coinvolgere l'elemento boero nella prima guerra mondiale a fianco dell'Inghilterra;
dal 1914 è abolita l'imposta discriminatoria nei confronti degli indiani del Natal;
dal 1918 si è annessa con una serie di decisioni unilaterali l'ex colonia tedesca dell'Africa del Sud-Ovest, ricevuta invece in amministrazione fiduciaria dalla Lega delle Nazioni;
il predominio afrikaner si è tradotto in una brusca virata autoritaria ("Afrikanerdom");
dal 1950 sono in vigore: Mixed Marriages Act, Immorality Act e Suppression of Comunism Act e Group Areas Act (dal 1951) e
le nuove leggi di polizia.
1956
entrano in vigore leggi sulle riunioni sovversive che estendono la repressione su sempre più vasta scala;
il movimento di sfida contro il lasciapassare organizzato dalla formazione politica nera ANC (African National Congress), che continua ormai dal 1952, porta all'incarcerazione del suo leader A.J. Luthuli ;

In seguito alla lunga opera di politicizzazione del NEUM (Non-European Unity Movement), i contadini di Glen Grey oppongono resistenza alla politica di lavoro coatto e di ritribalizzazione.
Ha inizio il processo per il tradimento di 156 membri dell'ANC, della SAIC (South Africa Indian Congress) e del CPSA (Communist Party of South Africa). Bram Fisher conduce un'interminabile opera di difesa che si concluderà positivamente solo nel 1960.





1956
LEGA ARABA
Il 22 marzo 1945 è nata al Cairo questa lega fondata da Egitto, Libano, Siria, Giordania, Iraq, Arabia Saudita e Yemen;
1953, Libia
1956, Sudan
1958, Tunisia e Marocco
1961, Kuwait
1962, Algeria.
Fa parte anche l'OLP (Organizzazione per la liberazione della Palestina), presieduta da Yasir Arafat.
1956
-




1956

[come membro fondatore, dal 22 marzo 1945 fa parte della "Lega araba".]

- Presidente
Camille Chamoun (1952 - 1958)
[Falangi libanesi]
1956
la Francia continua a intrattenere con Beirut rapporti privilegiati in campo militare e finanziario, che consentono ai ceti dirigenti del periodo coloniale di serbare la loro autonomia;



1956

[dall'aprile 1946 il paese ha conseguito la piena indipendenza.]

- Presidente
?
(? - ?)

1956
la Siria segue l'esempio egiziano acquistando armi dall'Unione Sovietica e riconoscendo la Cina comunista;
la tendenza a sinistra è strettamente connessa all'aumento di potere e di influenza del partito Ba'at.
Sebbene nati come poco più di un circolo culturale un decennio prima ad opera di due insegnanti di Damasco, Michel 'Aflaq e Salah Bitar, i ba'tisti riescono meglio di chiunque altro a focalizzare i sentimenti popolari.

Ottobre
25
, viene annunciata la costituzione del Patto di Amman tra: Egitto, Siria e Giordania, in base al quale i tre stati arabi stabiliscono di rinforzare la loro alleanza militare e, in caso di guerra con Israele, di mettere tutte le forze armate al comando di un solo responsabile, il gen. Adel Hakim Amer, egiziano;
la firma del patto viene considerata da Israele un «diretto e immediato pericolo» alla propria sopravvivenza.


1956
[come membro fondatore, dal 22 marzo 1945 fa parte della "Lega araba"; dal 1949, dopo l'annessione della Palestina orientale (Cisgiordania) [40.000 kmq di superficie con poco meno di 1 Mne di abitanti], il Regno hashemita del Giordano viene comunemente chiamato Giordania; ]
Hussein
(? - ?)
figlio di Talal;
1952-?, re del Regno hashemita del Giordano;

- Capo del governo  
1956
il re licenzia il gen. Glubb e permette la formazione di un governo filonasseriano;

Ottobre
il nuovo governo conclude un accordo in base al quale la Gran Bretagna garantisce sussidi all'esercito giordano;
25, viene annunciata la costituzione del Patto di Amman tra: Egitto, Siria e Giordania, in base al quale i tre stati arabi stabiliscono di rinforzare la loro alleanza militare e, in caso di guerra con Israele, di mettere tutte le forze armate al comando di un solo responsabile, il gen. Adel Hakim Amer, egiziano;
la firma del patto viene considerata da Israele un «diretto e immediato pericolo» alla propria sopravvivenza.


1956
la guerra arabo-israeliana (1948-49) ha smembrato la Palestina storica tra: Repubblica di Israele, Egitto (fascia di Gaza) e Giordania (Cisgiordania);
l'ONU ha diviso Gerusalemme in due settori: la città vecchia viene assegnata alla Giordania e la città nuova a Israele;
ha inoltre definitivamente sancito l' "internazionalità di Gerusalemme" anche se per protesta lo stesso giorno Israele aveva proclamato la città sua capitale.

[al di là degli armistizi firmati nel 1949, restano insoluti i problemi che sono alla base dell'ostilità tra arabi e israeliani;
- il rifiuto dei paesi arabi di riconoscere l'esistenza di Israele, 
- l'affermarsi in Egitto del nasserismo, 
- il blocco operato nel mar Rosso contro le navi israeliane,
- le infiltrazioni di guerriglieri palestinesi da Gaza e dal Sinai, 
sono tra gli elementi del permanente stato di tensione.]
 
- Presidente
?
(? - ?)
- Primo ministro
David Ben Gurion
(1955 - 1963)
[del MAPAL]
MAPAL (Organizzazione sionistica mondiale - Partito laburista);
parlamento unicamerale (Knesset);

1956
Ottobre
25
, la firma del Patto di Amman tra: Egitto, Siria e Giordania, in base al quale i tre stati arabi stabiliscono di rinforzare la loro alleanza militare e, in caso di guerra con Israele, di mettere tutte le forze armate al comando di un solo responsabile, il gen. Adel Hakim Amer, egiziano, viene considerata da Israele un «diretto e immediato pericolo» alla propria sopravvivenza;
28, Tel Aviv, il governo ordina la mobilitazione parziale del proprio esercito, suscitando un pronto intervento da parte americana; D.D. Eisenhower invia al premier D. Ben Gurion un messaggio nel quale invita Israele a non prendere alcuna iniziativa di forza che possa mettere in pericolo la pace; l'appello del presidente americano cade nel vuoto;
29-5 novembre,  approfittando della difficile situazione internazionale dell'Egitto, dopo la nazionalizzazione del "Canale di Suez", l'esercito israeliano occupa la penisola del Sinai e la fascia di Gaza eliminando in questa regione le basi degli infiltratori palestinesi;
30, sia gli Stati Uniti sia l'Unione Sovietica presentano mozioni al Consigio di sicurezza dell'ONU per evitare che l'invasione israeliana della penisola del Sinai faccia nascere un nuovo focolaio di guerra;
la mozione americana caldeggia, oltre al cessate il fuoco, anche un perentorio invito alle grandi potenze a non intervenire e quindi ad astenersi dall'uso della forza;
la Gran Bretagna e la Francia, i cui progetti sono ormai usciti allo scoperto, respingono entrambe le mozioni ricorrendo al diritto di veto.
Risulta così evidente la profonda diversità di vedute tra gli Stati Uniti e i due alleati occidentali sulla questione di Suez (differenza di opinioni che d'altra parte si è già manifestata, sia pure non ufficialmente, anche nelle scorse settimane);
a Londra si ha quindi un vertice tra i due alleati;
l'ultimatum franco-britannico all'Egitto e a Israele perché si ritirino dalla frontiera, viene respinto dall'Egitto;
31, l'aviazione franco-britannica bombarda gli aereoporti egiziani;

Novembre
2
, con l'intervento militare anglo-francese e l'occupazione di Porto Said da parte di unità da sbarco e paracadutiste dei due paesi, le cose cambiano aspetto;
si profila l'intervento di ritorsione dell'URSS;
15, un contingente dell'ONU viene inviato nel Sinai;


Dicembre
23
, sotto la pressione dell'ONU, dell'URSS e degli USA, Francia e Inghilterra devono evacuare le zone occupate; il ritiro delle forze israeliane è più lento e graduale.


- Egitto (fascia di Gaza)
1956
Novembre
2
, gli isareliani occupano Gaza e una parte del Sinai;
- Giordania (Cisgiordania)
1956
-

1956
Regno Arabo Saudita
[dal 27 set 1932]
[come membro fondatore, dal 22 marzo 1945 fa parte della "Lega araba".]
Sa'ud ibn 'Abd al-Aziz
Albero genealogico
(Kuwait 1902 - Atene 1969)
secondo figlio di 'Abd al-Aziz III discendente della dinastia wahhabita dei Banu Sa'ud;
1933, proclamato principe ereditario (il primogenito Turki è morto nel 1919), viene associato all'amministrazione del regno come viceré del Neged;
1953-64, re dell'Arabia Saudita;

1956
-


1956
EMIRATI ARABI
[Monarchie assolute legate alla Gran Bretagna da vari trattati.]
- Kuwait (sceiccato)
[Legato alla Gran Bretagna dal trattato anglo-kuwaitiano del 1899.
La popolazione, inferiore a 200.000 abitanti, è concentrata soprattutto a Kuwait City, all'estremità settentrionale del Golfo.]
'Abd Allah al-Salim al-Sabah  

(? - 1965)
1950-1961, emiro del Kuwait;

1961-65, sceicco del Kuwait;

1956
-
- Bahrein
?  
(?-?)
?-?, emiro del Bahrein;
1956
-
- Qatar
?  
(?-?)
?-?, emiro del Qatar;
1956
-
Stati della Tregua (Trucial States)
- Abu Dhabi
?  
(?-?)
?-?, emiro di Abu Dhabi;
1956
nel 1958 è stata trovata un'ingente quantità di petrolio e il paese viene subito chiamato il "nuovo Kuwait" anche se la sua popolazione ammonta a meno di 50.000 abitanti;
- Dubai
?  
(?-?)
?-?, emiro di Dubai;
1956
-
- Sharja
?  
(?-?)
?-?, emiro di Sharja;
1956
-
- Ajman
?  
(?-?)
?-?, emiro di Ajman;
1956
-
- Umm al-Qaiwain
?  
(?-?)
?-?, emiro di Umm al-Qaiwain;
1956
-
- Ras al-Khaimah
?  
(?-?)
?-?, emiro di Ras al-Khaimah;
1956
-
- Fujayrah
?  
(?-?)
?-?, emiro di Fujayrah;
1956
-

1956
Yemen
(imamato)
[come membro fondatore, dal 22 marzo 1945 fa parte della "Lega araba".]
? 

1956
dalla congiura di palazzo del 1948 che ha deposto il vecchio Yahya, al potere dal 1911, è in corso una cauta modernizzazione tramite il ricorso a capitali occidentali e l'inserimento del paese nei nuovi equilibri panarabi;




1956
Iraq
[dal 1930 l'Iraq è "formalmente" indipendente; dal 1930 rimane infatti ancora legato alla Gran Bretagna da un trattato 25le;
membro fondatore delle Nazioni Unite (1945) e della "Lega araba" (22 marzo 1945);
dal 1948 è cessata la tutela britannica;]
Faysal II

(? - 1958)
figlio di Ghazi I
1939-58, re dell'Iraq;


- Presidente del consiglio di reggenza
Nuri al-Sa'id II
(1954 giu - lug 1958)
1956
-
Kurdistan (iracheno)
1956
le multinazionali del petrolio e in particolare l'Iraq Petroleum Corporation (anglo-franco-olandese-americana) operano nei giacimenti della zona di Kirkuk;



1956
Iran
[nel 1955 l'Iran aderisce al patto di Baghdad e si schiera in modo definitivo a fianco dell'Occidente.]
Muhammad Reza Pahlavi

(Teheran 1919 - Il Cairo 1980)
primogenito di Reza Khan Pahlavi imperatore (scià) dell'Iran, educato all'occidentale;
1941-79, scià dell'Iran;
sale al trono dopo l'abdicazione del padre;
nel 1955 aderisce al patto di Baghdad;


- Primo ministro
?
(? - ?)

1956
-

Aprile
17
, Teheran, seconda riunione annua dei ministri del patto di Bagdad: la partecipazione attiva degli USA provoca la reazione sovietica;

 






Calderoli, Roberto (Bergamo 1956) politico italiano, laureato in medicina, chirurgo maxillo-facciale, segretario della Lega lombarda;
1992, deputato per la Lega Nord;
1993, presidente della Lega Nord;
1994, deputato per la Lega Nord;
1996, rieletto;
2001, senatore.

Diliberto, Oliviero (Cagliari 1956) politico italiano, laureato in giurisprudenza, ha studiato a Roma, Francoforte e Parigi ed è titolare della cattedra di diritto romano nell'università di Cagliari; dirige la rivista «Cooperazione mediterranea» e fa parte dell'esecutivo dell'Istituto di studi e progetti per il Mediterraneo; già segretario provinciale della federazione giovanile del Partito comunista italiano (PCI), è membro della segreteria nazionale di Rifondazione comunista (RC), di cui è stato uno dei fondatori e del quale ha diretto l'organo ufficiale «Liberazione»;
1994, deputato;
1996, viene rieletto; nella XII legislatura fa parte della terza commissione permanente (affari esteri e comunitari), della nona (trasporti, poste e telecomunicazioni) e della commissione speciale per il riordino del settore televisivo; nella XIII legislatura è presidente del gruppo parlamentare di RC; 
1998, guida alla camera la scissione dei cossuttiani dal partito, divenendo segretario del nuovo Partito dei comunisti italiani (PDCI) di cui A. Cossutta è presidente;
1999, ministro della giustizia nei governi D'Alema I e II;
2001, deputato per il PDCI che ottiene l'1,7% dei suffragi.

Gasparri, Maurizio (Roma 1956) politico italiano, giornalista professionista, è stato condirettore del «Secolo d'Italia»; presidente del Fronte della gioventù e del Fuan;
1992, deputato per Alleanza nazionale;
1994, sottosegretario all'Interno nel governo Berlusconi I;
2001, ministro delle Poste e Telecomunicazioni nel governo Berlusconi II.

Vascon, Luigino (Sossano, Vicenza 1956) politico italiano, restauratore;
1996, deputato per la Lega Nord;
1996, deputato;
2001, deputato.

Zorzato, Marino (Cittadella, Padova 10 maggio 1956) politico italiano, ex Dc, ex Forza Italia e ora esponente del Ncd (Nuovo Centro Destra) di Angelino Alfano;
laureato in ingegneria civile;
consigliere comunale, assessore e vice-sindaco del Comune di San Martino di Lupari (Padova);
1995-99, consigliere provinciale nonché vicepresidente del consiglio provinciale di Padova;
capogruppo di Forza Italia;
1999 luglio-dicembre 2001, assessore provinciale di Padova;
2001, eletto deputato (XIV Legislatura) per Forza Italia;
membro della Commissione Bilancio e vicepresidente della stessa;
2006, eletto deputato (XV Legislatura) per Forza Italia;
membro della Commissione Bilancio e capogruppo di Forza Italia;
2009, aprile, è inoltre vice-coordinatore vicario del Popolo della Libertà nella regione del Veneto, affiancando Alberto Giorgetti (ex Alleanza Nazionale);
2010, 13 aprile, vice presidente della Giunta regionale del Veneto;
[Assume anche le competenze su pianificazione territoriale e urbanistica, beni ambientali, culturali, e tutela del paesaggio, cultura, spettacolo e sport, programmazione (FAS), risorse umane, affari generali, legali, contenzioso e demanio e patrimonio, sistema informatico ed e-government, oltre alle funzioni vicarie in caso di assenza o impedimento del Presidente.]
1º giugno, si dimette da parlamentare, optando per la carica di vicepresidente della Giunta regionale del Veneto;
2011, eletto deputato (XVI Legislatura);
[Presidente della Commissione Speciale per l'esame di disegni di legge di conversione di decreti legge e membro della V Commissione (Bilancio, Tesoro e Programmazione).]

– Sinatti, Piero (Livorno, verificare) laureato in lingua e letteratura russa
curatore e traduttore di due antologie sul dissenso in Urss nell'età di Brezhnev e della prima raccolta parziale dei Racconti della Kolyma di Varlam Shalamov (Roma 1976)
Nel lager non ci sono colpevoli (Roma 1992)
Cosa vogliono i russi (Roma 1993).

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«Il Popolo»

«segue da 1950»
1956-60, direttore E. Bernabei;
«segue 1957»

«Il Nuovo Corriere»

«segue da 1948»
1956,
Direttore: Romano Bilenchi;
Vicedirettore: Alberto Nomellini;
giugno
, dopo i "fatti di Poznan", il giornale è dalla parte degli insorti;
il giornale viene soppresso per ragioni finanziarie; P. Togliatti non torna sulla decisione di chiudere e, malato di polmonite, nomina segretario ad interim del Pci Mauro Scoccimarro;
con un ultimo ripensamento P. Togliatti concede un mese di tempo per trovare i soldi necessari a far vivere il giornale.
G. La Pira, d'accordo con G. Gronchisi rivolge all'ing. E. Mattei dicendogli di dare la pubblicità dell'Agip necessaria a coprire il deficit.
E. Mattei accetta purché Gronchi lo difenda dal suo partito, la Dc. Romano Bilenchi si incontra quindi con E. Mattei [tre testimoni per parte] il quale propone di dare al giornale 50 Mni di lire al mese di pubblicità. Sembrando "troppi" allo stesso direttore Bilenchi, si decide per 30 Mni. Senonché A. Terenzi, dirigente amministrativo della stampa del Pci pubblica un articolo di fondo su «l'Unità» che attacca aspramente E. Mattei rimproverandogli di non dare la pubblicità dell'Eni ai giornali di sinistra.
luglio, Bilenchi si reca a Roma, chiamato per decidere la chiusura del giornale;
7 agosto, nonostante il grande numero dei lettori, la pubblicità dell'Eni e l'appoggio di P. Togliatti [ormai in parte esautorato] esce l'ultimo numero… Un gruppo di dirigenti del Pci ostili al partito nuovo non tollera la politica del giornale… forse l'articolo sui morti di Poznan o forse quel clima di scontro interno al partito culminato nell'VIII Congresso.

«Il Giorno»

1956, 21 aprile, sotto la direzione di Gaetano Baldacci inizia le pubblicazioni questo quotidiano milanese la cui proprietà è della Società editrice lombarda fondata da E. Mattei, che detiene anche la maggioranza delle azioni, presidente dell'ENI;
il quotidiano rappresenta una novità nel giornalismo italiano:
- per la modernità dell'impostazione editoriale e grafica;
- per la tendenza progressista;
- per il modo succinto, di stampo anglosassone, di fornire le notizie separandole dal commento;
31 agosto, il giornale viene acquistato dall'Istituto bancario romano che funge di copertura per l'ENI, divenuto così unico proprietario;
per ben tre anni Mattei non riconosce la proprietà del giornale; Baldacci è infatti scomodo perché amico di Longanesi e si regge in piedi giocando tra Segni e Mattei: quando i due si incontrano, vincendo la loro diffidenza, Gaetano Baldacci cadrà;
«segue 1960»



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