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ANNO 1982

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Papa Giovanni Paolo II
(1978-2005)

Ford Motor Co.

«segue da 1945»
1982, quando lascia anch'egli la presidenza dell'azienda, senza designarne il successore, per la prima volta non viene dato il dividendo ai soci; la crisi del mercato automobilistico investe anche gli altri due giganti del settore: la General Motors e la Crysler di Lee Iacocca, sempre in conflitto con i Ford;
«segue 1985»

Warburg
(banchieri)

«segue da 1978»
1982, 18 ottobre, mentre i paesi produttori di petrolio diventano i veri detentori del capitale, Siegmund Warburg muore lasciando la maggior parte del suo all'azienda: a lui restano solo poche decine di milioni di dollari.
«Inizio 1300»



Banca d'Italia: 1979-93
- Governatore: Carlo Azeglio Ciampi
- Direttore generale: Lamberto Dini.

Consob (1982-83)
- Presidente:
. Guido Rossi (1981-82 dimiss.),
. Vincenzo Milazzo (1982-83).

Capitalizzazione di Borsa: ca 20.000 Mdi di lire.

 

IRI
(Istituto per la Ricostruzione Industriale)

. Presidente:
. Pietro Sette
(1979 - 1982)
. R. Prodi (1982 - 1989)

1982

Gennaio
-

 




Banche

1982

Mediobanca

. Presidente: F. Calabria (Dc) (1979 - 1985)
. Amministratore delegato (dal 1949) e Direttore generale: E. Cuccia (1946 giu - ?)

Azionisti (1982):
- Banca Commerciale Italiana 9%
- Credito Italiano 9%
- Banco di Roma 7%
- Piccoli azionisti 50%
- Privati 25%
. Assicurazioni Generali
. Fondiaria
. Olivetti
. Fiat
. La France
. Pirelli
. Italmobiliare
. R.A.S.
. S.A.I.
ciascuno con una quota del 2% nel 1982;
il restante 7% ad altri gruppi di minoranza.

Partecipazioni (1982):

. Montedison 18%
. Caffaro 16%
. Gemina 12,66%
. Pirelli 12%
. SNIA Viscosa 11%
. Fondiaria 10%
. Falck 5,4%
. Assicurazioni Generali 5%
. SME 4%
. Fiat 3%
. Olivetti 2%



1982
la sua attività viene estesa al credito a lungo termine;


Provvista e impieghi verso la clientela
al 30 giugno [in Mni di lire]
Anno
Provvista
Impieghi verso clienti
1947
2.804
770
1955
52.172
36.188
1965
424.135
305.063
1975
4.027.566
2.407.866
1982
6.119.208
4.919.985
Poiché la raccolta è avvenuta essenzialmente attraverso libretti di deposito di risparmio collocati presso il pubblico attraverso la rete delle tre Banche di Interesse Nazionale, Mediobanca non ha avuto bisogno di una porpria costosa rete di sportelli per la raccolta del risparmio.
Quanto alle "Bin", oltre a lucrare una commissione sulle cifre raccolte, esse hanno avuto il vantaggio di offrire alla clientela un tipo di impiego del risparmio che non sono autorizzate a proporre in proprio.
Quando negli ultimi tempi questo tipo di raccolta viene meno, essa viene sostituita dalla emissione diretta di vari tipi di obbligazioni.
Quanto agli impieghi, inizialmente il tramite per accedere a Mediobanca sono state le "Bin" che indirizzavano verso Mediobanca quelli, fra i loro clienti, che avessero necessita di finanziamenti a medio termine.
[Giorgio La Malfa, Cuccia e il segreto di Mediobanca, Feltrinelli 2014.]

poiché E. Cuccia ha raggiunto i 75 anni di età, l'IRI decide, nonostante l'unanime riconoscimento per il successo straordinario di Mediobanca, di applicare e far valere nei suoi confronti una regola relativa all'anzianità. Ne impone le dimissioni da direttore generale e quindi ne fa venir meno la carica di amm.re delegato, pur consentendo che egli rimanga nel CdA in rappresentanza delle banche di interesse nazionale.
[In questa occasione il potere politico non è abbastanza forte da porre all'IRI il tema della sostituzione di E. Cuccia con un uomo che sia gradito ai partiti, o meglio al partito di maggioranza. Deve accettare la linea di successione che lo stesso E. Cuccia aveva delineato.]
Entrano quindi nel CdA di Mediobanca Silvio Salteri e Vincenzo Maranghi, i due più stretti collaboratori di E. Cuccia.
Silvio Salteri, il più anziano dei due, viene nominato direttore generale, e sulla base dello Statuto della banca, prende il posto di E. Cuccia come amministratore delegato.
E. Cuccia
rimane nel CdA con una delega agli Affari speciali che gli consente di continuare ad esercitare un notevole potere di indirizzo sulle attività della banca.
In ogni caso, è evidente che è cominciato l'assalto a Mediobanca.]

Alla fine dell'anno il "governo Spadolini" decide, su pressante richiesta della Dc, di cui è segretario l'on. C. De Mita, la nomina di R. Prodi alla presidenza dell'IRI;
le attenzioni di R. Prodi si rivolgono pressoché immediatamente a Mediobanca e non sono attenzioni benevole; lo spingono in questa direzione gli appetiti della Dc per il potere economico, ma questo non è tutto, e forse non costituisce la motivazione principale del presidente dell'IRI.
[Fra gli esponenti di spicco della Dc in questi anni la voce più autorevole è quella di B. Andreatta, principale punto di riferimento di R. Prodi non solo in seno alla Dc ma anche nella sua vita accademica come prefessore di materie economiche all'Università di Bologna.]
La Democrazia Cristiana prepara l'attacco alla finanza "laica".
[E. Bernabei, potente uomo del sottogoverno democristiano, scriverà in un libro intervista che "De Gasperi e Mattioli si misero d'accordo proprio su questo punto: i cattolici avrebbero tenuto le fila della politica […] mentre i laici avrebbero curato i loro interessi nella finanza, nell'industria, nell'editoria giornalistica".
E aggiungerà: "Mattioli […] andò a Washington fra la fine del 1945 e i primi del 1946 e spiegò agli americani che tipo di spartizione delle competenze era stato concordato in Italia […], c'era con lui il giovane Cuccia e per i democristiani il giovane Ferrari Aggradi".
"Lei come lo sapeva" – gli chiede l'intervistatore – "Me lo disse La Pira" risponde E. Bernabei.]


«segue 1983»

 

Gruppo Sanpaolo

«segue da 1981»
Presidente:
a). Luigi Coccioli, (1979-83).
b). Gianni Zandano, (1983-98)
Direttore generale:
. Carlo Gay, (1980-85).
1982, è chiamato a partecipare al consorzio di salvataggio del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi;
ne uscirà presto cedendo la propria quota al Crediop;
rileva l'85% del capitale della First Los Angeles Bank [nata nel 1973, dispone di otto punti operativi nell'area dalla quale prende il nome e di poco meno di trecento dipendenti];
«segue 1984»

IMI
(Istituto mobiliare italiano) 

Presidente: ? (?-?).

«segue da 1979»
1982, aderisce al pool di istituti che danno vita al Nuovo Banco Ambrosiano;
«segue 1983»

Cassa di risparmio
delle Province Lombarde

«segue da 1924»
1982, rileva il controllo dell'IBI (Istituto bancario italiano);
«segue 1991»

Banca Popolare di Vicenza

- Presidente: Ugo Azzalin, (1979-83)
- vicepresidente: ?,
- Consiglieri:
. ?,
. ?,
. ?,
. ?,
. ?,
. ?,
. ?,
. ?,
. ?,
. ?,
- Collegio Sindacale:
. ?,
. ?,
. ?,

Direttore generale: ? (?-?)

Cassa di Risparmi e Depositi di Prato

«segue da 1981»
- Presidente: Silvano Bambagioni, (1971-87)
- Direttore generale: Arturo Prospero, (1978-87)
1982,da novembre 1975 la cassa pubblica «Progress», bimestrale di Costume, Cultura, Economia e Finanza;
Fonti: Giampaolo Pansa, Il Malloppo, Rizzoli 1989.
«segue 1983»

Carimmo
(Cassa di Risparmio molisana-Monte Orsini)

[Fondata nel 1692 da Pierfrancesco [o Vincenzo Maria] Orsini (poi papa Benedetto XIII) agisce in due regioni, Molise e Campania: 26 sportelli, 434 dipendenti, ca 1000 Mdi di lire, di beni amministrati.]
- Presidente: Nicola Eny Di Lisa, di Roccavivara (Campobasso), (dal 1975)
[medico, dirigente d'azienda, giornalista;
1968, eletto deputato per la Dc nella circoscirzione di Campobasso;
1972, non viene rieletto, pur con 37 mila voti di preferenza;]
1982
interessatasi alla banca molisana, la Banca d'Italia scopre che non tutto fila liscio come dovrebbe.
Fonti:
Giampaolo Pansa, Il Malloppo, Rizzoli 1989.
«segue 1983»



Michele Sindona

1982

La Commissione parlamentare d'inchiesta sul caso Sindona e sulle responsabilità politiche e amministrative ad esso connesse (leggi 22 maggio 1980, n. 204 e 23 giugno 1984, n. 315) è così composta:

Presidente: on. De Martino (deputato);
Commissari
Deputati
Senatori
. Aiardi
. Alberini
. Aliverti
. G. Azzaro, relatore
. Borgoglio
. Cafiero
. Carandini
. Casini
. Ceni
. Ciannamea
. D'Alema
. Fiori
. Minervini
. Olcese
. Onorato
. Rende
. Sarti
. Tatarella
. Teodori
. Zappulli
. Argiroffi
. Berlanda
. Bollini
. Bonazzi
. Cioce
. Colombo
. D'Amelio
. Felicetti
. Fontanari
. La Porta
. Macaluso
. Pastorino
. Patriarca
. Petronio
. Rastrelli,
. Riccardelli
. Rosi
. Signori
. Triglia
. Vitale
 



La Relazione conclusiva della Commissione, firmata dal deputato democristiano G. Azzaro, descrive i meccanismi illeciti complicati e ingegnosi attraverso i quali il bancarottiere siciliano finanziava la Dc e probabilmente altri partiti e uomini politici negli anni Settanta.
Nella vicenda viene chiamato in causa tra gli altri il senatore democristiano A. Fanfani che, come segretario della Dc, nell'aprile 1974 accettò 2 Mdi di lire versati da M. Sindona nelle casse del partito tramite alcuni intermediari: per A. Fanfani si trattò di un prestito che sarebbe stato restituito. Per la maggioranza dei commissari invece non è affatto certo che la restituzione ci sia stata e, da parte loro, i commissari liquidatori della Banca popolare italiana convengono in giudizio la Dc per la restituzione dei 2 Mdi di lire versati dal bancarottiere.

[segue]

Fonti:
- Claudio Castellacci, Mani pulite, 1977,
- Lombard, Soldi truccati - Feltrinelli 1980, I ed.,
- Gianluigi Nuzzi, Vaticano SpA, chiarelettere 2009, I ed..



Roberto Calvi
Foto Giovanna Borgese

«segue da 1981»

Banco Ambrosiano


- Presidente (dal 1975) e Amm.re delegato (dal 1971): Roberto Calvi;
- Direttore generale: Roberto Rosone (?-?)

1982

Gennaio 
Il Banco Ambrosiano (ancora strettamente collegato alla finanza vaticana) pur con i suoi 28.000 Mdi di depositi è una barca che naviga in pessime acque per una serie interminabile di fattori; 
25, l'ing. C. De Benedetti vende per ca 50 Mdi il suo 2% e si dimette dal Cda del Banco; l'operazione mette in moto la Banca d'Italia  che esercitando pressioni per ottenere chiarimenti ne accelera così la fine; per l'avv. Giuseppe Prisco le richieste di Banca d'Italia appaiono ingiustificate, inopportune e offensive per il Cda;
si sveglia anche la Consob che obbliga il Banco Ambrosiano a quotarsi in Borsa;
26, il posto di vicepresidente del Banco Ambrosiano viene preso da O. Bagnasco (su consiglio degli amici politici di R. Calvi) che ne ha da poco rilevato sul mercato il 2% per ca 30 Mdi [7 di tasca propria];

Febbraio
, il consiglio di amministrazione del Banco Ambrosiano delibera la quotazione;

Marzo
Su incarico di R. Calvi con l'ok di P. Marcinkus, il faccendiere Francesco Pazienza si occupa personalmente del finanziamento di 4 Mni di dollari a Solidarnosc: si tratta di lingotti d'oro arrivati a Danzica nel doppio fondo di una jeep;

Aprile
23
, viene reso noto ufficialmente che la Procura generale di Milano ha chiesto l'incriminazione per truffa pluriaggravata di R. Calvi e M. Sindona per l'affare Zitropo holding-Pacchetti;
27, attentato di un esponente della banda della Magliana a Roberto Rosone, direttore generale del Banco Ambrosiano, poi ricoverato alla clinica Columbus; l'attentatore, Danilo Abbruciati, resta ucciso nello scontro a fuoco con la guardia giurata di scorta.

"operazione pesce volante": alla fine dell'operazione (iniziata già nel 1976) la società finanziaria Bellatrix è riuscita a incanalare più di 600 Mni di dollari, dei quali 11 Mni finiscono nella cassa "B" dello Stato Vaticano;
[Secondo quanto rilevato da un'indagine successiva, questi soldi sono stati destinati dal card. Luigi Poggi, capo dell'Entità, con la complicità di mons. P. Marcinkus, responsabile dello IOR, del card. A. Casaroli, capo della diplomazia vaticana, e con l'autorizzazione del papa, Giovanni Paolo II, a finanziare "Solidarnosc".]

Maggio
5
, al loro esordio in Borsa i titoli del Banco Ambrosiano crollano; ammesso a 50mila perde subito il 20% a 40mila.
18
, Roberto Rosone, direttore generale del Banco Ambrosiano, torna al lavoro;
Florio Fiorini, direttore finanziario dell'ENI, propone un piano di salvataggio del Banco Ambrosiano [conversione in capitale dei crediti vantati dall'ENI; nel piano sarebbe dovuto entrare anche Karl Kahane, un finanziere ebreo austriaco, che ha un colloquio anche con Calisto Tanzi della Parmalat] ma la proposta non solo non viene esaminata ma egli viene invitato a rassegnare le dimissioni;
28, Roberto Rosone riceve una lettera-ultimatum da Bankitalia con la richiesta di mettere in chiaro i conti con l'estero;
31, Bankitalia rende noto che il buco del Banco Ambrosiano sfiora 1.300 Mni di dollari;
R. Calvi si lamenta con un gruppo di cardinali, tra i quali Pietro Palazzini, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, dicendo con tono minaccioso che se il Banco Ambrosiano sprofonda, trascinerà con sé lo IOR;

Giugno
7
, lunedì, R. Calvi espone al CdA la drammatica situazione in cui versa il Banco Ambrosiano e afferma che se lo IOR non restituirà il credito dovranno aprire una procedura fallimentare;
8
, R. Calvi pensa ancora di potercela fare giocando la carta Vaticano. Ma P. Marcinkus non si fa trovare. Scrive allora al Papa: «Lei è l'ultima speranza», ricordando quanto il Banco Ambrosiano abbia fatto per "Solidarnosc". Ma non ha risposta. Bussa invano all'Opus dei.
Egli si lamenta apertamente del fatto che P. Marcinkus – per evitare di essere indagato su ordine del pontefice o del controspionaggio vaticano, il Sodalitium Pianum, guidato da mons. Luigi Poggi – aveva prelevato dalle casse, senza autorizzazione, 100 Mni di dollari da destinare a "Solidarnosc".
Lo stesso giorno riceve la strana visita di un certo Alvaro Giardilli, che, secondo la polizia, ha contatti con la mafia e con l'Entità (sembra, anche con Vincenzo Casillo un sicario della mafia che ha già lavorato per P. Marcinkus e per i servizi segreti vaticani), il quale gli dice che la vita di sua moglie Clara e dei suoi figli è in pericolo;
[Vincenzo Casillo, identificato dalla Procura Generale dello Stato di Roma come uno degli esecutori della morte del "banchiere di Dio", sarà assassinato il 23 gennaio 1983.]
9, in serata R. Calvi cena con Francesco Micheli, vicepresidente e maggiore azionista della Finarte, e snobba una proposta di Pierre Moussa, il banchiere francese della Paribas, e del finanziere austriaco Karl Kahane che vorrebbero acquistare la rete estera del Banco Ambrosiano;
[secondo Francesco Micheli non ha certo l'aria di chi sta scappando e in ogni caso sarebbe tornato, sempre secondo il suo parere, da lì a tre giorni]
10, nella notte il banchiere R. Calvi fugge all'estero; con lui ci sono Flavio Carboni e l'ex contrabbandiere Silvano Vittor che lo fa espatriare via mare da Trieste. A Klagenfurt si uniscono anche le sorelle Kleinszing, Manuela e Stephan. Quindi Londra, al Chelsea Cloister, in Sloane Road, appartamento 881, prenotato per lui da quel Kunz del traffico di armi. Un albergo di modesta categoria tanto che R. Calvi chiede a Flavio Carboni di trovargli una sistemazione migliore.
13
, domenica, Roberto Rosone, in virtù dell'art. 15 dello statuto, si ritrova vicepresidente vicario del Banco Ambrosiano, di cui però, dopo poche ore, chiede il commissariamento; intanto O. Bagnasco, che non ha letto bene l'art. 15, spalleggiato da Ciarrapico e dall'avv. Prisco cerca di diventare vicepresidente vicario del Banco Ambrosiano;
14
,lunedì, mons. P. Marcinkus dà le dimissioni da membro del CdA del Banco Ambrosiano Overseas Limited (BAOL), con sede a Nassau. Attraverso il BAOL, lo IOR aveva prelevato fondi, senza alcun tipo di controllo, per un valore prossimo a 1 Mdo di dollari, che dovevano servire a tappare il buco del Banco Ambrosiano;
15
, martedì, R. Calvi arriva a Londra, ospite del Chelsea Cloister Hotel, stanza 881, un albergo dignitoso per un rappresentante di commercio, ma non per il presidente di una delle banche cattoliche più importanti e influenti d'Europa;
16
, mercoledì, Londra, in extremis, incontrando Alberto Jaime Berti, R. Calvi tenta di sbloccare il fondo segreto di 2.200 Mni di dollari gestito dall'Inecclesia.
[Di questo giallo nel giallo, parlerà con i giudici italiani lo stesso Alberto Jaime Berti, presidente della finanziaria venezuelana legata all'Opus Dei la cui principale finalità è di riciclare capitali cancellando ogni traccia dei titolari. In seguito questo fondo di cui sono titolari sei soci tra cui l'Opus Dei, lo IOR e forse lo stesso R. Calvi, sarà dirottato verso una società panamense e quindi investito sul mercato americano. Lo sblocco chiesto da R. Calvi non è possibile: troppo stretti i tempi. I certificati che consentirebbero la sua attivazione sono forse finiti in una cassetta di sicurezza della Paribas di Ginevra per conto dell'Inecclesia.]
17, giovedì, alle nove di sera R. Calvi viene visto nella hall dell'albergo mentre è in attesa di altri "compagni" pronto a cambiare residenza;
da Milano gli è giunta notizia della sua estromissione dalla guida del Banco Ambrosiano, a un passo ormai dal commissariamento;
18
, Milano, pomeriggio, due uomini che si presentano come "inviati del Vaticano" arrivano alla sede del Banco Ambrosiano dicendo di dover consegnare dei documenti dello IOR;
Londra, a R. Calvi arriva la notizia del suicidio della sua segretaria Graziella Corrocher (già al servizio di Ruggero Mozzana): si era gettata dal quarto piano del palazzo in via Clerici, sede del banco, lasciando una lettera sulla scrivania (trovata poi da Roberto Rosone) in cui stramaledice il suo nuovo capo, ora fuggiasco;
lo stesso giorno O. Bagnasco riprende la via del ritorno a Lugano, con il geometra Giancarlo Puccio amministratore delegato dell'Inteprogramme, sapendo di aver perso nell'operazione una quindicina di miliardi (o forse più);
19, Londra, alle 7,30 del mattino R. Calvi viene trovato impiccato sotto il Ponte dei Frati Neri (Blackfriars Bridge) sul Tamigi; in tasca ha un passaporto falso intestato a Gian Roberto Calvini (forse procuratogli da Ernesto Diotallevi);
a giorni avrebbe dovuto presentarsi al processo di appello dove aveva intenzione di svelare l'altra faccia del Banco Ambrosiano.
[Assassinato: questa la perizia del medico legale Antonio Fornari, mentre le tre autopsie a cui è stato sottoposto il cadavere coincidono sull'ora della morte: ore 02:00 del 19 giugno 1982.
Sarà Vincenzo Casillo (morto in un agguato il 28 gennaio 1983) la persona indicata da alcuni pentiti di mafia come l'esecutore materiale dell'omicidio.
1988, inizia il processo per l'assassinio di R. Calvi;
1993, vengono condannati per complicità il vescovo mons. Pavel Hnilica, membro di rilievo dell'Entità e persona di fiducia del papa, Flavio Carboni e Giulio Lena;
2003, rinvio a giudizio per il mafioso Giuseppe [Pippo] Calò, il faccendiere Flavio Carboni, Ernesto Diotallevi esponente della Banda della Magliana e Manuela Kleinszig].

Agosto
6
, il buco del Banco Ambrosiano, accertato dagli organi dell'amministrazione straordinaria risulta circa 1.200 Mdi di lire; il risanamento viene affidato, su ispirazione del Ministro del Tesoro B. Andreatta, a Giovanni Bazoli
[avvocato e professore bresciano (docente di Diritto Pubblico al'Università Cattolica), della sua stessa area politica (sinistra Dc), allievo di Feliciano Benvenuti, legato familiarmente a papa Montini (Paolo VI), ben conosciuto nella cerchia degli intellettuali cattolici democratici di cui B. Andreatta è la punta di diamante.]
che guida il pool di banche azioniste del Nuovo Banco Ambrosiano costituito [6 agosto, atto notaio Luigi Augusto Miserocchi] da:
- Popolare di Milano (Piero Schlesinger),
- Bnl (Pres.te Nerio Nesi, Ad. Francesco Bignardi),
- Imi (Vice pres.te Mario Ercolani),
- San Paolo di Torino (Ad. Enrico Filippi),
- Agricola commerciale di Reggio Emilia
- San Paolo di Brescia (da cui proviene l'avv. prof. Giovanni Bazoli),
- Rolo;
[Investono 600 Mdi di lire per rilanciare il banco... ormai fallito.]
25, il Tribunale di Milano dichiara l'insolvenza del Banco Ambrosiano; come commissari liquidatori sono nominati in un primo tempo Franco Spreafico, Felice Martinelli e il dott. comm. Lanfranco Gerini, poi solo quest'ultimo.
Intanto Giovanni Bazoli, nuovo presidente del Nuovo Banco Ambrosiano, affiancato dal direttore generale Pierdomenico Gallo, riesce dalle ceneri a far nascere il nucleo di quel polo bancario che crescerà fino a diventare la Banca Intesa;
[vedi bilancio Liquid. 1997; alla fine il buco risulterà di 4.292 Mdi di lire]
ma ha sempre in carico il «Corriere della Sera» nonostante l'insistenza della Banca d'Italia perché se ne liberi; varie cordate vengono messe in atto, ma niente da fare; alla fine interviene Gemina e quindi G. Agnelli; alla direzione [19 giugno 1984] viene confermato P. Ostellino un giornalista indipendente dai partiti, ex corrispondente da Mosca e da Pechino, mentre la gestione del gruppo viene affidata ad un dirigente Fiat, Callieri, ed inizia con molta calma l'opera di risanamento.
[Tramite la Giammei, commissionaria di Borsa, il Vaticano era diventato il principale azionista occulto del «Corriere della Sera».]

Mentre il Senato avvia, nel corso dell'estate, un'indagine conoscitiva sui fondi immobiliari G. Rossi, il presidente della Consob, dopo aver insistito per la quotazione in Borsa del Banco Ambrosiano, si dimette nonostante la sollecitazione a restare del presidente del consiglio G. Spadolini e del ministro del Tesoro B. Andreatta.

Settembre
L. Gelli viene accusato di spionaggio, cospirazione politica, associazione a delinquere e frode;
13, dopo essere sfuggito in un primo momento all'arresto, il maestro venerabile della Loggia P2, l'uomo chiamato "il burattinaio", viene arrestato a Ginevra mentre cerca di prelevare 50 Mni di dollari da un conto in banca;

Ottobre
2
, Milano, Giuseppe Dellacha, uno dei dirigenti del Banco Ambrosiano (forse ex "corriere speciale" tra R. Calvi e P. Marcinkus) si "suicida" saltando dalla finestra del suo ufficio al sesto piano dell'istituto di credito.
Comincia anche il processo per bancarotta del Banco Ambrosiano.
Papa Giovanni Paolo II nomina una commissione speciale per indagare sul ruolo svolto dal Vaticano, dallo IOR e dai suoi servizi segreti nella bancarotta. Le indagini continueranno fino al 1989.
[vedi 1987]


Alla fine:
- L. Gelli e U. Ortolani la fanno franca (per il momento), andando all'estero;
- Angelo Rizzoli va in prigione e si separa dalla moglie Eleonora Giorgi;
- Bruno Tassan Din
va in prigione (avrà per lui un effetto terribile); a parte la difficoltà di assicurarsi il denaro accumulato, conteso da magistrature di paesi diversi, mentre la famiglia vive in Svizzera egli vive da solo in attesa di giudizio;
- Andrea Rizzoli evita il carcere ma nella villa di Cap Ferrat, paralizzato dal diabete, è costretto ad assistere alla distruzione della sua fortuna;
- R. Calvi finisce appeso sotto il ponte dei Blackfriars sul Tamigi a Londra: la sua morte è ancora un mistero.


[Fonti:
- «Il Sole 24 Ore» Aldo Bernacchi e Mara Monti, e altri.]

Lombardfin

1982

dal 1976 la società ha ottenuto un seggio di broker al Midwest stock exchange di Chicago e al New York futures exchange ed è così sottoposta alla vigilanza della Sec (Securities Exchange commission);
dal 1979 ha aperto anche in Italia, mantenendo comunque una vocazione straniera.

Proseguono intanto le indagini della Sec sull' "abbuffata di insider trading" [risale al 1981, in Italia non è ancora reato]:
Edgard Miles Bronfman
, Giuseppe B. Tomé, Paolo Mario Leati della Lombardfin.

«segue 1983»


Enel

Consiglio di Amministrazione (1981-86)
(8 consiglieri + presidente)

Presidente: Corbellini (Dc), designato da Prodi
Vicepresidente: Inghilesi (Psi), designato da De Michelis
Consigliere: Bitetto (Psi), designato da Craxi
Consigliere: Lizzeri (Psi), designato da Donat Cattin
Consigliere: Fittipaldi (Psi), designato da Antonio Gava
Consigliere: Maschiella (Pci), designato da ?
Consigliere: Faletti (Pri), designato da Gunnella
Consigliere: Caffarena (Pli), designato da Altissimo
Consigliere: Averardi (Psdi), designato da Longo




1982

Milano, avendo smesso di distribuire mazzette, la grande impresa di costruzioni facente capo a Luciano Rodi viene esclusa da tutti gli appalti.

«segue 1983»


Fonti:
Giampaolo Pansa, Il Malloppo, Rizzoli 1989.




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Tasso d'inflazione: 16,3%.

Confindustria: presidente Vittorio Merloni.

Gennaio 

Febbraio
ENI (Ente nazionale idrocarburi): il ministro socialista G. De Michelis invita A. Grandi a dimettersi dalla presidenza: è già pronta la nuova nomina di L. Di Donna; A. Grandi però non si dimette facendo così scoppiare un finimondo;

Marzo
A. Grandi viene estromesso dalla presidenza dell'ENI per decreto, mentre L. Di Donna viene accusato di far parte di quei 963 nomi presenti nella lista degli aderenti alla P2 di L. Gelli; si arriva così al compromesso: via L. Di Donna ma al suo posto un commissario temporaneo, il 68enne Enrico Gandolfi, presidente della SAIPEM;

Aprile


Maggio


Giugno
ENI: Enrico Gandolfi rimuove il direttore finanziario del gruppo Florio Fiorini, perché è in corso un'inchiesta sui diversi prestiti fatti dall'ENI al Banco Ambrosiano di R. Calvi; il finanziere Florio Fiorini, dalla sua base di Ginevra, afferma che tutto è regolare; l'operato dell'ENI è difeso dallo stesso  ministro G. De Michelis;
Florio Fiorini se ne va dall'ENI e comincia a fare il consulente per vari clienti tra i quali la Montana, una società controllata dalla famiglia Kahane, che produce acido nitrico, un prodotto al quale è interessata la Parmalat perché si usa nei succhi di frutta;
intanto in Italia ci sono due attività che possono essere rilevate: la Montesi e un impianto della Liquigas;
Florio Fiorini costituisce così la Sidit (Società italo-danubiana d'investimenti e trading; facente capo per il 70% alla Montana), in cui la Sata, la finanziaria della famiglia Tanzi, entra con il 10% e un altro 20% viene rilevato da un socio della Liquigas). Nessuno dei due affari va in porto: la Sidit viene liquidata e Giovanni Tanzi, che si occupa della Sata, ha restituiti i 500 Mni ca versati;
Florio Fiorini lavora anche per il marchese Alberico Lalatta di Milano, che possiede la Finanziaria Centro Nord, una società quotata ma che non combina quasi niente;
su suo consiglio Lalatta vende la società al finanziere Giuseppe Gennari (un signore di Firenze che fa piccoli prestiti, protetto dal Monte dei Paschi, dal provveditore Carlo Zini);
poco tempo dopo Gennari la rivende a Calisto Tanzi che se ne serve per fondervi la Parmalat, la quale si ritrova quotata in Borsa [uno degli espedienti di cui ci si serve in questo periodo in cui la Consob non concede autorizzazioni alla quotazione per entrare in Piazza Affari].

Luglio
intanto il governo degli Stati Uniti impone sanzioni contro la Nuova Pignone, consociata nell'ENI, per aver rifiutato di rinunciare a una mega-commessa sovietica legata alla costruzione del gasdotto siberiano; sta intanto nascendo la grande iniziativa Montedison-ENI di G. De Michelis per il riassetto della chimica di base, che alla fine fa cadere in pezzi l'accordo di A. Grandi con l'Occidental; intanto le perdite dell'ENI si moltiplicano

Agosto

Settembre

Ottobre
il gruppo Rizzoli ottiene dal tribunale di Milano l'amministrazione controllata;

Novembre
3
, Roma, via Veneto 89, IRI:
- 7.000 dirigenti
- 550.000 dipendenti
- deficit: 2.672 miliardi di lire
- indebitamento: 35.000 miliardi, pari quasi al fatturato;
in sostituzione di Pietro Sette, viene nominato presidente dell'istituto il professore R. Prodi;
ENI: con U. Colombo alla presidenza scoppia nuovamente la bomba delle nomine al consiglio dell'Ente;
i socialisti vogliono ancora, è la terza volta, L. Di Donna all'ENI mentre U. Colombo, pure messo lì dai socialisti, non ne vuol sapere e minaccia le dimissioni con una lettera al presidente del consiglio G. Spadolini;
i democristiani allora accusano L. Di Donna di avere responsabilità per i prestiti al Banco Ambrosiano, mentre G. De Michelis difende nuovamente il ruolo dell'ENI nell' "affare del Banco"; 

Dicembre
ENI: cresce la polemica sul pagamento (420  miliardi) dell'ENI alla Montedison nel riassetto chimico e sul conseguente pagamento all'Occidental (180 milioni di dollari) per il crollo della joint venture Enoxy
la perdita dell'ente arriva a 1.500 miliardi, sei volte il deficit dell'anno precedente; ancora pressione dei socialisti per L. Di Donna all'ENI;

Parmalat

«segue da 1974»
1982, l'esposizione con le banche è di 30 Mdi.
«segue 1984»

Fininvest

«segue da 1980»
1982, acquisisce «Italia 1» (ceduta da Rusconi);
«segue 1984»

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