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ANNO 1923

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Papa Pio XI
(1922-39)

Bratislava
(Poszony, Presburg)

1923, 10 settembre, conferenza internazionale del legno.

TATA Sons

«segue da 1919»
1923, il prezzo dell'acciaio in questi anni cade a causa delle massicce importazioni del metallo dall'Inghilerra e dal Belgio; John Peterson, dirigente della Tata Steel chiede al Governo una politica protezionistica nei confronti dell'industria siderurgica indiana: i profitti della compagnia scendono infatti da 10 milioni a 100 mila rupie l'anno; non è semplice tuttavia per il Governo (inglese) che deve decidere di proteggere l'India sulla pelle dell'Inghilterra;
«segue 1924»

Shell Oil

«segue da 1922»
1923-29, la società fa costruire numerose altre raffinerie (a Wilmington, Arkansas City, Houston ecc.) e potenzia considerevolmente la propria rete di oleodotti; si assicura inoltre in California, Texas e Kansas nuove concessioni di estrazione che determinano il rapido espandersi della Shell sul mercato americano;
«segue 1949»

Bear Stearns & Co.

1923, New York, con un capitale di 500 mila dollari,
. Joseph A. Bear,
. Robert B. Stearns,
. Harold C. Mayer fondano questa banca;
«segue 1929»


fine 1922 – inizio 1923
inizia una notevole ripresa in tutti i principali settori dell'economia mondiale.



Banche

Istituti di emissione

Banca d'Italia

- Direttore generale: B. Stringher (1900 nov - 1928);

- Governatore: Bonaldo Stringher
- Direttore generale:
1923,

Banca Romana

1923,
[nel 1894 le passività della banca sono state assunte dalla Banca d'Italia; vedi salvataggio nel 1914]

Banco di Sicilia

1923,

Banco di Napoli

1923,

Altre Banche

«segue da 1922»

Federazione Bancaria Italiana

1923,

Banco di Santo Spirito

«segue da 1798»
1923, separatosi dall'Arciospedale di Santo Spirito, si trasforma in società anonima e assume la caratteristica di istituto regionale orientando la sua attività a favore degli enti morali, dell'agricoltura e dell'industria locale e impegnandosi nel servizio di tesoreria di numerosi enti pubblici.
Fine

Compagnia della Fede Cattolica
(o di San Paolo)

Presidente:
. nob. gr. uff. Ing. Giacomo Salvadori in Wiesen, dal 1910.
Direttore generale:
. gr. uff. dott. Pier Giuseppe Fabris, dal 1912.
1923, Torino, l'Istituto delle Opere Pie di San Paolo ottiene il riconoscimento formale della propria prevalente attività creditizia ordinaria;

Consorzio delle Banche cattoliche

1923,

Banca Cattolica Vicentina

- Presidente: conte Alessandro Zileri-Dal Verme]
[(1863-1937), fratello dell'ex sindaco di Vicenza]
- Vice presidente: ing. Pietro Sinigaglia,

- 7 Consiglieri:
. Ernesto Azzalin,
. Enrico Marangoni,
. Leonardo Pagello,
. Pietro Rumor,
. don Giuseppe Stocchiero,
. don Vincenzo Strazzari,
. Girolamo Vaccari.
- Sindaci effettivi:
. Giuseppe Gavazzo,
. Giovanni Rossato,
. Girolamo Scimo (o Selmo ?!).
- Sindaci supplenti:
. Marcello Breda,
. Andrea Morucchio.
- Probiviri:
. Marino Breganze,
. don Attilio Caldana,
. don Francesco Snichelotto.

direttore Nicola Bevilacqua;

Comitato direttivo

- Presidente:
. conte Alessandro Zileri-Dal Verme,
- Componenti:
. comm. Nicola Bevilacqua,
. Adriano Navarotto,
. Pietro Rumor.
- Segretario generale:
. Ferruccio Gugerotti.

1923
quando il Ppi (Partito popolare italiano) entra nella sua seconda fase, la Banca Cattolica Vicentina si dissocia dalle attività e dalle lotte dell'Unione del lavoro di don Giuseppe Arena: «L'Operaio Cattolico» di Giacomo Rumorsi converte interamente alla linea della Santa Sede che mira a salvaguardare, a trarre fuori da ogni legame e impegno con il Ppi, l'Azione cattolica vicentina;
[A questo punto i cattolici vicentini confidano ogni loro speranza nella carta dell' "apoliticismo", carta gemella dell'altra, della "normalizzazione", ovvero della fiducia nella conversione moderata del fascismo: né l'una né l'altra alla lunga riusciranno vincenti.]

Maggio
24
, viene approvato un contributo di lire duemila per l'organo dei popolari del Veneto;
viene dato l'aiuto richiesto dal vescovo di Vicenza per l'acquisto della Casa del Popolo, del palazzo già Conti Porto in via Porti, capace di assicurare il collocamento di tutte le associazioni della curia; Trento, in questo periodo (come risulta dal verbale del 14 giugno) avviene una adunanza delle banche cattoliche per esaminare la particolare situazione derivante dall'acquisto fatto da parte del Credito Nazionale di molte azioni delle banche del Veneto, azioni depositate poi nel Banco di Roma per ottenere i capitali necessari per un importo complessivo di 9 milioni di lire;
dal momento che l'amministrazione del Banco di Roma è passata ad altre persone militanti in campo avverso, è assolutamente indispensabile riavere tutte le azioni depositate allo scopo di evitare pericoli per le banche cattoliche;
vista la necessità di saldare il debito verso il Banco di Roma, e non avendo il Credito Nazionale i capitali necessari, viene deliberata la costituzione a Trento dell'Unione Economica delle Tre Venezie tra:
- Banca Cattolica Vicentina,
- Banca Cattolica Trentina,
- Banca Cattolica (Udine),
- Credito Polesano (Rovigo),
- Banca Cadorina (Pieve di Cadore),
- Banca della Venezia Giulia (Trieste),
- Credito Veneto(Padova);
società con capitale di lire 100 mila, la quale gode dei benefici della legge austriaca e che dovrebbe essere l'ente destinato al riacquisto delle predette azioni delle banche. Il finanziamento occorrente verrebbe fatto dalle Federate del Veneto. La quota assegnata alla Banca Cattolica Vicentina sarebbe di 2 milioni di lire al tasso del 6% minimo garantito;
[non è previsto ovviamente la drastica decisione del Viminale dell' 11 agosto - vedi Banco di Roma]

Ottobre
25
, è deciso che quanto aii rapporti con il Credito Nazionale la situazione deve essere affrontata con la massima chiarezza, dato che da parte del centro federale (dopo le dimissioni obbligate di Giuseppe Vicentini) si tentano di spostare le posizioni dei conti; poiché si è giunti al punto che il Credito Nazionale non intende più accettare il punto di vista della banca, il Comitato direttivo decide di ritirarsi dalla Federazione Bancaria Italiana;

Novembre
, Vicenza, nella riunione delle banche cattoliche venete viene prospettata la situazione delle federate del Veneto ma non si giunge ad alcuna deliberazione;

Credito Veneto

- Presidente: Nicola Bevilacqua,

- Consiglieri:
. conte Alessandro Zileri Dal Verme,
. avv. cav. Clodio Pomè Beltrame,
. comm. Giuseppe Cavazzana,
. conte gen. Giorgio Emo Capodilista,
. prof. avv. Carlo Emilio Ferri,
. ing. Ettore Galuppo,
. Giovanni Giusti,
. cav. Pietro Rumor,

- Sindaci effettivi:
. avv. cav. Vincenzo Fontana,
. Giovanni Mauro,
. ing. prof. Sergio Zanarotti.

- Sindaci supplenti:
. avv. Giuseppe Gavazzo,
. Gaetano Martelletto.

1923,

Padova,
Alcune banche cattoliche cominciano a fallire
[vedi 1929].



Comit
(Banca commerciale italiana)

1923,

Banca Toscana di Anticipazione e Sconto

1923,

Banco di Roma

1923
- Presidente:
. sen. conte C. Santucci (1917 dic-9 feb 1923, dim.)
. principe Francesco Boncompagni Ludovisi (1923 9 feb-?)
[ex deputato del Ppi passato al fascismo]
- Vice presidente:
. sen. conte G. Grosoli Pironi (1917-23)
. dr. Giuseppe Vicentini (1923 9 feb-?)
- Amm.re Del.:
. dr. Giuseppe Vicentini (1919 - feb 1923)
. dr. Carlo Vitali (1923 9 feb-?)

Il capitale sociale è costituito da 1.500.000 azioni:
- 425.000 presso il Credito Nazionale,
- 475.000, già del Credito Nazionale, passate da poco nelle mani delle banche cattoliche federate;
[in pratica 900.000 azioni controllate direttamente o indirettamente dal Credito Nazionale.]
- 400.000 in circolazione,
- 200.000 presso il Banco di S. Giorgio.
__________

Febbraio
9
, il CdA sostituisce il sen. conte C. Santucci alla presidenza del banco col principe Francesco Boncompagni Ludovisi, e l'amm.re delegato dr. G. Vicentini col dr.
Carlo Vitali, uomo di A. De Stefani.
Al dr. G. Vicentini – nominato Vice presidente accanto al sen. conte G. Grosoli Pironi – il CdA decide di corrispondere un «adeguato compenso, indipendentemente dalla quota di riparto degli utili».
Quanto al sen. conte C. Santucci, dimissionario, la presidenza viene incaricata di esprimergli «il grato animo del consiglio di amministrazione per l'opera da lui dedicata all'istituto, nonché di tributargli un segno tangibile di riconoscenza».
22, B. Mussolini vince la resistenza di B. Stringher ordinandogli di prestare al Banco di Roma 100 Mni in più di quanto stabilito nel piano di salvataggio;
[Finirà per versare 1,743 Mdi in contanti, di cui 1,104 Mdi a fondo perduto per coprire le perdite.]

Luglio
il nuovo amm.re delegato dr. Carlo Vitali presenta agli altri amministratori del banco una lunga relazione in cui ricorda che i suoi predecessori hanno «profuso i milioni a piene mani in intraprese di ogni genere, affidandole spesso a persone inette o poco scrupolose e cedendo talvolta alle influenze di clientele interessate od alle pressioni di partito».
Egli accenna anche ad «avventure coloniali, quasi fantastiche» ecc..

Agosto
8
, il dr. Carlo Vitali invia a B. Mussolini un «piano d'azione» per la ricostruzione del banco in cui, fra l'altro, chiede:
«Si esige che sia predisposta l'azione di responsabilità contro la vecchia amministrazione? In via civile ed anche eventualmente in via penale? Tener presente che l'azione a carico del Comitato Direttivo involgerebbe Cospicue Personalità, come l'on. Santucci e l'on. Grosoli Piroli.»
Il duce risponde scrivendo, di suo pugno, in margine al foglio «Sì tutte».
11, il presidente del Consiglio B. Mussolini convoca presso di sé al Viminale:
. il dr. G. Vicentini,
. il presidente del Credito Nazionale,
. il conte Alessandro Zileri Dal Verme, presidente della Federazione Bancaria Italiana e il suo collaboratore N.Bevilacqua;
sono presenti A. De Stefani e B. Stringher, ai quali legge un documento in cui si afferma che il capitale del Banco di Roma è stato totalmente assorbito dalle perdite e che il Governo attraverso gli istituti di emissione si accinge a sostenere "un sacrificio per salvare la situazione". Ordina pertanto che le 900.000 azioni del banco "in possesso del Credito Nazionale" siano immediatamente poste a disposizione della Banca d'Italia in titoli al portatore. Impone inoltre, a tutela del fortissimo credito del banco verso il Credito Nazionale, agli amministratori di rassegnare entro 24 ore alla Banca d'Italia la reale situazione dei conti del Credito Nazionale da loro firmata, con l'indicazione delle perdite accertate e di quelle presumibili.
Il ministro delle Finanze A. De Stefani obbliga poi il povero [parola discutibile] dr. G. Vicentini ad accettare che le azioni del banco non abbiano alcun valore e a cedere le 900.000 azioni al Credito Nazionale al prezzo simbolico di una lira. In cambio di ciò il banco bonificherà al Credito Nazionale il debito di un conto speciale per 49 Mni di lire.
12, il dr. Carlo Vitali scrive indignato al ministro A. De Stefani che il dr. G. Vicentini, nonostante abbia dissipato la bellezza di un miliardo, «si permette ancora di dire, con la sua bocca, che ha la chiave di casa e vuole farsela pagare».
In effetti il "gruppo Vicentini" – lo ammetterà lo stesso ministro – ha rialzato la testa, contando di poter prevalere con appoggi politici e sfruttando il disegno di B. Mussolini di assicurarsi le simpatie del Partito popolare e delle organizzazioni cattoliche con la condiscendenza bancaria.

Settembre
28
, l'Assemblea straordinaria del banco sostituisce anche i consiglieri e i sindaci della vecchia amministrazione rimasti in carica dopo le dimissioni del sen. conte C. Santucci, e il nuovo presidente, principe Francesco Boncompagni Ludovisi, nella relazione agli azionisti, assicura che «l'opera della futura amministrazione sarà ispirata al senso della più alta responsabilità ed al dovere di riconoscenza verso il Governo Fascista».
Il deputato socialista G. Matteotti – sarà assassinato l'anno successivo – così commenta: «Ha dimenticato soltanto di aggiungere che chi paga non è il governo fascista, ma la nazione italiana».

Innanzitutto per il dr. Carlo Vitali occorre svincolare il banco dal Credito Nazionale.

Apparsa difficilissima la situazione del banco, viene rimosso il limite di 1 Mdo di lire, fissato l'anno precedente alle operazioni della "Sezione speciale autonoma del consorzio per sovvenzioni su valori industriali", che in tal modo può costituire la Società finanziaria per l'industria e il commercio, alla quale sono cedute le industrie verso le quali il banco ha le maggiori immobilizzazioni, per un valore contabile di 1.743 Mni di lire; i recuperi realizzati o presunti al 31 dicembre 1926 ammonteranno a 640 Mni, esclusi gli utili netti, le tasse di bollo e il premio dovuto dal banco. Una perdita per il Tesoro, dunque, su queste partite, di 1.104 Mni, alcune delle quali vuote, si può dire dall'origine, di qualsiasi contenuto economico e giuridico (312 Mni).
[Quando si tratta di rapporti fra il Ppi e le banche cattoliche, immancabilmente si fa riferimento, prima che al Credito Nazionale, al Banco di Roma. Il fascismo, B. Mussolini in testa, è convinto che il partito di don L. Sturzo abbia il suo supporto nel Banco di Roma, (A. De Stefani parla addirittura di infeudamento del Banco di Roma) attraverso la persona del dr. G. Vicentini, e nelle banche cattoliche federate, di qui la sua azione tendente a rompere questo legame.
È certo che il Banco di Roma aiuti finanziariamente il Ppi ma la misura di questo aiuto è di ben scarsa entità: il banco versa contributi al «Corriere d'Italia», ma questo giornale non è del Ppi, ma del trust giornalistico cattolico Società editrice Romana che fa capo al conte Giovanni Grosoli Pironi, Vice presidente del banco. Ma il banco concede aiuti, fidi, prestiti, anche a numerosi altri giornali:
- «Il Paese»,
- «L'Epoca»,
- «Il Mondo»,
- «Il Tempo»,
- «L'Idea Nazionale»,
- «L'Italia»,
- «Il Popolo Romano»,
- «Il Giornale di Roma».
In ogni caso, finché il Ppi è al governo, il banco si avvantaggia dell'aiuto politico di don L. Sturzo.]

Alla fine il Banco di Roma viene a trovarsi «in una situazione di liquidità incomparabile nei riguardi di qualsiasi istituto di credito: raggiunge il 100%»; può perfino distribuire normali dividendi agli azionisti.
L'onere delle malversazioni compiute dagli amministratori viene in tal modo interamente caricato sulle spalle dei contribuenti.

[A. De Stefani, Baraonda bancaria, 1960; + altri]

Banca italiana di Sconto
"in liquidazione"

1923
- Presidente: sen. Guglielmo Marconi (? - ?)
[alla fine del 1922 si è iscritto, prudentemente, al Pnf (Partito nazionale fascista).

Procedimento penale

contro 42 persone:
- 12 amministratori membri del Comitato centrale della Banca, tra cui:
. Mario Perrone, consigliere delegato dell'Ansaldo, «testa forte» del gruppo;

- 5 sindaci,
- 7 direttori,
- 1 agente di cambio.

Fra gli imputati si trovano:
. sen. Guglielmo Marconi, presidente;
. sen. Pasquale Leonardi Cattolica
[collare dell'Annunziata, ammiraglio, ministro della Marina (1910 mar - mar 1911],
. sen. Enrico Scalini,
. sen. Ludovico Gavassi,
. Pio Perrone (fratello di Mario),
. comm. Angelo Pogliani, amm.re delegato della banca (? - ?)
[e finanziatore del Pnf, secondo Cesare Rossi].

***

Aprile
11
, [Requisitoria del Pubblico Ministero alla Commissione permanente di istruzione nel procedimento contro gli ex-amministratori della Banca Italiana di sconto.]
Il PM comm. Giovanni Santoro sostiene (e la sua tesi sarà accolta dall'Alta Corte) che il sen. G. Marconi, presidente della Banca italiana di Sconto, non può essere ritenuto responsabile della falsificazione del bilancio per l'esercizio 1920, perché non era materialmente presente all'adunanza del 3 febbraio 1921, in cui tale documento era approvato dal Consiglio di amministrazone della banca.
Ed inoltre: «Da prove testimoniali e documenti inoppugnabili risulta che il sen. G. Marconi, pregato e sollecitato, accettò il titolo – più che l'ufficio, al quale sapeva di non poter adempiere – di presidente del Consiglio di amministrazione della banca perché gli si fece intendere – ed era vero – che il suo nome illustre avrebbe dato prestigio e credito all'Istituto. Ma egli di fatto non vi partecipò quasi mai, essendo occupato in studi scientifici e missioni politiche importanti, sì che raramente erasi trovato in Roma».
In realtà il sen.G. Marconi non aveva la carica soltanto per patriottismo: secondo le dichiarazioni dell'on. Marchi alla Camera, egli aveva ricevuto, nel 1920, per sue competenze ordinarie, lire 99.745 (ca 9 Mni di lire del 1966), ma quel che serve rilevare è che il «nome illustre» è servito di copertura alle malefatte della banda che dirigeva la banca.
All'accusa di avere, come gli altri membri del Comitato centrale, prelevato dall'attivo della banca un compenso, non giustificato dalla esistenza di utili, non iscritto in bilancio e non approvato dall'assemblea dei soci, il sen.G. Marconi risponde di aver ricevuto quella somma mentre si trovava all'estero, «insieme ad altre somme nella più perfetta buona fede e senza esaminare il titolo per cui gli veniva inviata».
Il PM comm. Giovanni Santoro accetta senz'altro questa difesa, proponendo che il sen.G. Marconi venga prosciolto «in quanto non ha apposto la propria firma a margine per quietanza della somma attribuitagli, perché non era a Roma e non aveva avuto scienza del fatto, essendogli stata questa somma accreditata in conto corrente».
In pratica il PM comm. Giovanni Santoro chiede alla Commissione permanente d'istruzione il rinvio a giudizio e l'ordine di cattura contro 23 ex-amministratori della Banca italiana di Sconto (salvando il sen.G. Marconi).

Giugno
, [Sentenza 1° giugno 1923 della Commissione permanente di istruzione contro gli amministratori della Banca Italiana di Sconto.]
Nonostante le conclusioni del PM comm. Giovanni Santoro, la Commissione d'istruzione, con sentenza rinvia a giudizio anche l'on.G. Marconi, mettendo in rilievo che egli stesso ha ammesso di «aver veduto il bilancio del 1920» pur dichiarando di «non avere la competenza necessaria per portare un giudizio sicuro».

Novembre
23
, [Sentenza della Commissione di accusa.]
La Commissione di accusa dell'Alta Corte di Giustizia (composta dal vicepresidente del Senato e da altri otto senatori) conferma, nella sua sentenza, le dichiarazioni dell'ex ministro Bartolo Belotti, riconoscendo che, durante la guerra, la banca ha realizzato fortissimi guadagni, perché le industrie belliche hanno, in generale, risposto ampiamente al fido accordato: «non nella guerra, o almeno non direttamente nella guerra, devono ricercarsi le cause della crisi della banca ma nei criteri con cui essa è stata diretta e amministrata nel periodo post-bellico».
Con la stessa sentenza la Commissione di accusa accoglie la tesi sostenuta dal PM comm. Giovanni Santoro e libera l'on.G. Marconi da ogni imputazione, trovando solo il coraggio di muovergli un rimprovero perché «non è lecito assumere un ufficio per disimpegnarvi solo la funzione decorativa; nè è lecito col proprio nome accreditare, presso il pubblico, amministrazioni delle quali non si ha la piena coscienza che procedano rettamente».

_____________________________

Tutti e tre i documenti di cui sopra saranno pubblicati dall'Alta Corte di Giustizia nel 1924 (nel 1966 non si troveranno più neppure nelle biblioteche delle due Camere).
Un certo dr. Claudio Matteini scriverà un riassunto del resoconto stenografico della discussione svoltasi alla Camera in un volume di 618 pp. pubblicato dalla tipografia della Camera (La Banca Italiana di Sconto nel processo dinanzi all'Alta Corte di Giustizia). Purtroppo questo "scrittore" ha falsificato o trascurato completamente i documenti che contrastano con le tesi sostenute dagli imputati, tendenti a dimostrare la esistenza di una mostruosa macchinazione, capeggiata dalla Banca Commerciale Italiana, «per rovinare la Banca italianissima e il più glorioso e poderoso complesso industriale della nuova Italia».
[Bartolo Belotti, L'avventura fascista, Milano 1945;
Ernesto Rossi, Padroni del vapore e fascismo, G. Laterza e Figli SpA, Bari 1966.]

[Bartolo Belotti, L'avventura fascista, Milano 1945;
Ernesto Rossi, Padroni del vapore e fascismo, G. Laterza e Figli SpA, Bari 1966.]





«segue 1924»

Credito Italiano

1923,

Banco Ambrosiano

1923,

Banco Lariano

1923, Como,

BNL
(Banca nazionale del lavoro)

1923, Banca della Venezia Giulia

1923, Trieste, dal 1921 si è fusa con la Banca Cooperativa di Trieste e con il Consorzio Fiumano di Credito e Risparmio di Fiume;

Casse di Risparmio

«segue da 1922»

Cassa di Risparmio di Venezia

1923,

Cassa di Risparmio di Vicenza

1923,

Cassa di Risparmio di Milano

1923,

Cassa di Risparmio delle Province Lombarde

1923,

Monte dei Paschi
(Cassa di Risparmio)

1923,


«segue 1924»

Banche Popolari

1923

Banca Popolare di Vicenza

- Presidente: Paolo Sartori ,
- vicepresidente: ?,
- Consiglieri:
. ?,
. ?,
. ?,
. ?,
. ?,
. ?,
. ?,
. ?,
. ?,
. ?,
. ?,

- Collegio Sindacale:
. ?, [effettivo]
. ?, [effettivo]
. ?, [effettivo]
. ?, [supplente]
. ?, [supplente]

Direttore: ? (?-?)

Filiale
Vicenza, Borgo S. Felice (dal 1920).

Banca Popolare Agricola di Cerea

1923,

«segue 1924»

Casse Rurali

1923

Federazione Italiana delle Casse Rurali

1923,
«segue 1924»

 

INA
(Istituto Nazionale delle Assicurazioni)

-

«segue da 1912»

1923
Dicembre
29, la Legge 29 dicembre 1923 riduce la quota parte di ciascun rischio che le società di assicurazione vita devono cedere all'INA (contro il previsto 40%) al 30% nel secondo decennio di esercizio, al 20% nel terzo decennio, ed al 10% in seguito.
In pratica ciò vuol dire che oggi le nuove società di assicurazione sono obbligate a cedere all'INA il 40% dei loro affari, proprio nel periodo iniziale, durante il quale devono superare le maggiori difficoltà, mentre le Assicurazioni Generali e la RAS cedono all'INA soltanto il 10%.
È evidente che in tali condizioni non possono nascere più concorrenti alle vecchie società.

 

«segue 1949»

[Ernesto Rossi, Settimo: Non rubare, Laterza Bari 1953.]



Una metà del Miliardo di Lire investito nell'industria da 107 società, appartiene a 14 di esse soltanto.


Industrie meccaniche (654)
(milioni di lire)
1921
1923
Media investimento
-
3
Capitale investito dalle 654 imprese del settore
-
2.000
Capitale investito soltanto da Nuova Ansaldo, Fiat, Breda
-
500
Capitale investito da 32 altre imprese del settore
-
500


Porto di Venezia
o Porto Marghera

«segue da 1922»

1923
Porto Marghera: viene inaugurato un primo tronco del canale industriale ovest;
le industrie sono ormai 40 con 3000 operai;

Giugno
la SADE di Giuseppe Volpi inaugura gli impianti di Fadalto alla presenza di Mussolini e del Ministro dei Lavori Pubblici;
comincia a costruire la grande centrale termica di Marghera e assume partecipazioni in:
- Società Veneta per le Ferrovie Secondarie,
- Officine Galileo,
- CIGA,
- Società Telefonica delle Tre Venezie;
«segue da 1924»

 

La Lockheed e il supermercato delle armi

1923

Anche Jack Northrop, lascia la Loughead Company accettando un'offerta di Donald Douglas;
[più tardi (1939) fonderà anch'egli una propria impresa di costruzioni aeronautiche];
Alan Lockheed [così decide ora Allan Loughead di scrivere il suo nome] trovati nuovi capitali, fonda la Lockheed Aircraft Corporation.
Per qualche tempo la società prospera, diventando famosa come ditta costruttrice del monoplamo Vega, progettato da Jack Northrop, su cui Amelia Earhart attraversa da sola l'Atlantico da Terranova all'Irlanda, (la prima traversata compiuta da un'aviatrice).
Le ordinazioni fioccano e la Lockheed Aircraft Corporation trasferisce la sua sede in un edificio più grande a Burbank, a nord di Hollywood, circondato dai vigneti e dai terreni piantati a noci della San Ferando Valley;

- Bill Boeing, figlio di un uomo d'affari tedesco, si è laureato in ingegneria a Yale; recatosi a Seattle per acquistare del legname ha visto le opportunità che si stavano aprendo per l'industria aeronautica in guerra e vende aerei alla marina; in tempo di pace converte i suoi impianti dedicandosi alla produzione di mobili.
A Seattle, dopo aver messo su un piccolo stabilimento di costruzioni aeronautiche accanto al suo cantiere navale, costruisce ora una aereo da caccia per la marina affermandosi saldamente nell'aviazone col primo di una lunga serie di aerei per la marina, seguiti da un contratto col Ministero delle poste. Per breve tempo egli ha una propria compagnia aerea di linea, la United.


«segue 1924»

Fonti:
- Anthony Sampson, The arms bazaar/Il supermercato delle armi - Arnoldo Mondadori Editore 1977.





Johnson, Harry Gordon (Toronto 1923-Ginevra 1977) economista canadese
1966-74, professore di economia alla London School od Economics
Commercio internazionale e sviluppo economico (1958)
Moneta, commercio e sviluppo economico (1962)
Saggi di economia monetaria (1967)
La rivoluzione keynesiana e la controrivoluzione monetarista (1970)
Problemi della teoria delle tariffe (1971)
Nuovi saggi di economia monetaria (1972).

Malinvaud, Edmond (Limoges 1923) economista francese
1957, direttore agli studi all'École des hautes études en sciences sociales di Parigi
Introduzione alla contabilità nazionale (1957)
Metodi statistici dell'econometria (1964)
Lezioni di teoria microeconomica (1968-71)
1974-77, presiede l'International Economic Association
Riesame della teoria della disoccupazione (1977)
Riesame della teoria macroeconomica (1981)
Equilibrio intertemporale, ottimalità, occupazione (1990).

Miller, Merton (Boston 1923-Chicago 2000) economista statunitense, docente all'università di Chicago;
1958, elabora il teorema Miller-Modigliani, basato sull'ipotesi di mercati finanziari efficienti e riguardante la "neutralità" dell'indebitamento in rapporto ai fondi propri, per quanto concerne la valutazione dell'attività delle imprese sui mercati dei capitali;
Costo del capitale, finanza d'impresa e teoria degli investimenti (1958)
Politica dei dividendi, crescita, valutazione delle azioni (1961)
Teoria della finanza (1971, con E. Fama)
Macroeconomia. Un'introduzione neoclassica (1974, con C. Upton)
1990, premio Nobel per l'economia assieme a H.M. Markowitz e a W. Sharpe.

Romiti, Cesare (Roma 1923) dirigente industriale italiano, laureato in scienze economiche e commerciali, ha diretto la BPD (Bombrini, Parodi, Delfino), passando poi alla direzione finanziaria della Snia Viscosa;
1970, direttore dell'Alitalia;
1973, direttore dell'Italstat;
1974, entra nel gruppo FIAT;
1976, ne diventa amministratore delegato;
1985-88, presidente della Gemina;
1988-1990, dirige il settore automobilistico della FIAT;
1996, dopo le dimissioni di G. Agnelli, assume la presidenza della FIAT.

Sacco, Rodolfo (Fossano, Cuneo 1923) studioso italiano di diritto civile
1946, si laurea in giurisprudenza;
Il potere di procedere in via surrogatoria (1955)
1956, è nominato docente di diritto civile all'università di Trieste, poi a quella di Padova;
L'arricchimento ottenuto mediante fatto ingiusto (1959)
Il possesso (1960 e 1988, Trattato di diritto civile e commerciale)
1971, docente all'università di Torino;
Il contratto (1975)
Le grandi linee del sistema giuridico somalo (1985)
I grandi sistemi giuridici contemporanei (1992, X ediz. ampliata e rivista)
Che cos'è il diritto comparato (1992)
Trattato di diritto civile
Trattato di diritto comparato
.

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Italia

Il ministro delle Finanze A. De Stefani continua a praticare una politica economica liberaleggiante.

Confederazione delle corporazioni sindacali fasciste
- Presidente: E. Rossoni (1922-28)

Gennaio
7
, con decreto 7 gennaio 1923, n. 73, viene ridata completa «libertà di corsa» ai baroni del tabacco, trasferendo loro i fabbricati e i terreni demaniali, in cui il Monopolio dello Stato coltiva il tabacco.
11, con decreto 11 gennaio 1923, B. Mussolini scoglie il consiglio di amministrazione dell'INA;
13, con decreto 13 gennaio 1923 (già una prima volta respinto come irregolare dalla Corte dei conti), sono concessi alla ditta Cantieri Orlando di Livorno L. 38.835.996 lire, come indennizzo e maggiore spesa in confronto di quella stabilita per contratto, per la costruzione di cacciatorpediniere, e l'esonero dalla penale per il ritardo.
Nello stesso mese si decide la riduzione di 36.000 lavoratori delle ferrovie e una revisione dei ruoli del personale statale assunto dopo il 1915.

Febbraio
, il decreto 1° febbraio 1923, n. 211, estende ai cantieri della Venezia-Giulia i privilegi fiscali e doganali già concessi agli altri cantieri italiani, e vengono stanziati 150 Mni di lire nel bilancio degli esercizi dal 1922-23 al 1925-26 per dare sussidi alle navi che verranno da essi costruite entro il giugno del 1926. L'ammissione a fruire di tali benefici – stabilisce l'art. 11 del decreto «verrrà concessa a insindacabile giudizio del Commissariato ai servizi alla Marina mercantile».
Con questi «insindacabili giudizi», il commissario alla Marina mercantile, on. Costanzo Ciano, è uno dei primi gerarchi fascisti ad usufruirne.
8, il decreto 8 febbraio 1923, n. 399, «considerata la necessità di togliere ogni limitazione alla facoltà conferita al governo per la cessione all'industria privata degli impianti telefonici di Stato», attribuisce al governo, nel modo più ampio, il potere di «cedere agli enti, società e privati, assuntori di servizi telefonici ad uso pubblico, la proprietà degli impianti statali necessari ai servizi stessi».
Viene, in pratica, passata a società private la concessione del servizio telefonico: resta allo Stato la rete a grande distanza.
Le eccessive pretese dei gruppi candidati alle concessioni ritardano, tuttavia, le trattative, fino a quando…
26, con decreto 26 febbraio 1923, B. Mussolini nomina vice commissario dell'INA l'on. Massimo Rocca che tenta, come può, di contrastare l'arrembaggio delle imprese private.

Marzo
10, secondo un decreto legge la giornata lavorativa diventa di otto ore.
11, il R.D. 11 marzo 1923, n. 560, abolisce il monopolio dello Stato per quanto riguarda i fiammiferi e lo sostituisce con una imposta di fabbricazione, riscossa dal Consorzio Industrie Fiammiferi.
Al Consorzio aderiscono le 72 fabbriche già fornitrici del monopolio, di cui 17 appartengono a due gruppi industriali milanesi (12 alle Fabbriche riunite fiammiferi e 5 alla Unione industrie fiammiferi).
La convenzione, allegata al decreto citato, incarica il Consorzio della fabbricazione e dello smercio dei fiammiferi al pubblico in Italia e nelle colonie, in cambio della garanzia, data dal Consorzio all'Erario, del pagamento dell'imposta di fabbricazione.
Finché rimarrà in vigore la convenzione, e cioè per un periodo di nove anni (poi sempre rinnovati), lo Stato si obbliga a non consentire la nascita di nuove fabbriche di fiammiferi e loro surrogati.
18, B. Mussolini partecipa al congresso internazionale delle Camere di Commercio;
22, il decreto 22 marzo 1923, n. 879, ammette ai sussidi anche quei piroscafi che saranno terminati entro il 1924;
23, prima "infornata" di senatori;

Aprile
12
, inaugurazione della quarta Fiera di Milano nella nuova sede di Piazzale d'Armi [Largo Domodossola];
29, mentre, per quanto riguarda le assicurazioni sulla vita, dovrebbe cessare il regime transitorio misto e dovrebbe iniziare il regime di monopolio statale completo, il decreto 29 aprile 1923, n. 966 dà forma giuridica alla deliberazione del novembre scorso del Consiglio dei ministri, abolendo il monopolio statale e ammettendo il libero esercizio, sotto determinate garanzie, le imprese private nazionali ed estere.

 

Assicurazioni Generali

1921

13.285
1922
21.500
1923
59.750
Riunione Adriatica
di Sicurtà
.

1921

2.100
1922
3.000
1923
3.075
Ernesto Rossi, Padroni del vapore e fascismo, G. Laterza e Figli SpA, Bari 1966.]



Maggio
17
, Roma, viene insediata al Ministero per l'agricoltura e le foreste, la Commissione amministratrice dell'Ente autonomo per il "Parco Nazionale d'Abruzzo";

Giugno
14, il decreto 14 giugno 1923, n. 1344, destina alle navi costruite entro il 1924, ulteriori 55 Mni di lire di sussidi.
30, [Lira Sterlina: quot. media mensile: 101,0=].

Luglio
il Governo decide la fusione dei ministeri del Lavoro, dell'Industria e Commercio e dell'Agricoltura in un unico ministero dell'Economia nazionale sotto la guida di Mario Orso Corbino.
15, il decreto 15 luglio 1923, n. 1752 approva il compromesso del 30 marzo scorso che ha dato in concessione trentennale gli stabilimenti termali di Salsomaggiore ad una società anonima che un certo avv. Ciro Bonollo «si è impegnato a costituire».
27, per la prima volta l'on. A.S. Benni e l'on. Gino Olivetti partecipano al Gran consiglio fascista, per esporre il punto di vista della Confindustria sulla situazione sindacale.

Agosto
20
, il Ministero dell'Industria e commercio e il Ministero dell'Agricoltura e del lavoro si fondano dando vita al Ministero dell'economia nazionale:
- ministro: sen. Mario Orso Corbino,
- sottosegretario: prof. Arrigo Serpieri;

Settembre
27
, il decreto 27 settembre 1923, n. 2148, concede un mutuo di 129 Mni di lire, per trentacinque anni, al 4% ad alcuni grandi industriali triestini.
G. Matteotti scrive che il mutuo costituisce una transazione per pretesi risarcimenti di guerra, negati alle ditte nelle quali erano prevalenti gli interessi e le amministrazioni straniere. Progetto analogo è già stato presentato il 31 maggio 1922 dal "governo Facta", ma ha trovato tante obiezioni in commissione di finanze, che finora non è passato. Il cantiere navale triestino, di cui è presidnete Cosulich, ha avuto una quota parte di 55 Mni di lire, e nella sua relazione afferma che alla transazione-concessione si è giunti «mercé l'assiduo intervento dei nostri (?) deputati». Non per nulla alcuni mesi fa il governo ha dichiarato sospese le raccomandazioni dei deputati: quelle piccole.

Dicembre
il ministro del Tesoro A. De Stefani annuncia una riduzione del deficit pubblico da 3 miliardi a 700 milioni per il biennio 1924-1925.
19, Roma, Palazzo Chigi, sotto la presidenza di B. Mussolini si tiene una riunione a cui partecipano:
per la Confindustria (con A.S. Benni alla presidenza):
. sen. Agnelli (FIAT),
. comm. Odero (siderurgico),
. sen. Ginori (Larderello),
. ing. Mazzini (FIAT),
. comm. Targetti (laniero),
. comm. Parodi (esplosivi),
. dr. Pirelli (dirigente del gruppo omonimo),
. comm. Biondi (mulini),
. comm. Parenti.
Con l'ordine del giorno presentato da B. Mussolini, ovviamente approvato all'unanimità, si decide che:
a) la Confederazione dell'Industria e la Confederazione delle corporazioni fasciste intensifichino la loro opera diretta ad organizzare rispettivamente gli industraili ed i lavoratori col reciproco proposito di collaborazione;
b) venga nominata una commissione permanente di cinque membri per parte, la quale dovrà provvedere alla periferia, collegando gli organi direttivi delle due Confederazioni, perché l'azione sindacale si svolga secondo le direttive segnate dal Capo del Governo.
Alla chiusura dei lavori, il duce afferma che l'approvazione di tale ordine del giorno «segna una data dalla quale deve ripartirsi un nuovo periodo della nostra storia».
29, la Legge 29 dicembre 1923 riduce la quota parte di ciascun rischio che le società di assicurazione vita devono cedere all'INA (contro il previsto 40%) al 30% nel secondo decennio di esercizio, al 20% nel terzo decennio, ed al 10% in seguito.
In pratica ciò vuol dire che oggi le nuove società di assicurazione sono obbligate a cedere all'INA il 40% dei loro affari, proprio nel periodo iniziale, durante il quale devono superare le maggiori difficoltà, mentre le Assicurazioni Generali e la RAS cedono all'INA soltanto il 10%.
È evidente che in tali condizioni non possono nascere più concorrenti alle vecchie società. «segue 1924»

Confederazione italiana dei lavoratori

«segue da 1920»
1923, segretario generale è Achille Grandi;
«segue 1924»

Ilva
[Società Ilva, alti forni e acciaierie d'Italia]

«segue da 1922»
1923,
- amm.re del.: Max Bondi;
secondo i recuperi previsti dalla Commissione d'inchiesta, la società deve dare allo Stato 44.053.548 lire indebitamente riscosse.
«segue 1929»

 

Ansaldo
(Nuova)

«segue da 1922»
1923,
Febbraio
secondo i recuperi previsti dalla Commissione d'inchiesta, i f.lli Pio e Mario Perrone dovrebbero restituire al Tesoro 46.990.312 lire (ca 43 Mdi del 1966); in più dovrebbero pagare una somma non precisata, ma elevatissima, quale recupero delle differenze tra i noli realizzati e i compensi di requisizione per i viaggi liberi fruiti indebitamente.
[Avendo generosamente finanziato la "marcia su Roma", oltre ad essere sollevati da quasi tutti i loro debiti verso lo Stato, otterranno dallo stesso sovvenzioni per parecchie decine di milioni e saranno liberati dalle gravi responsabilità civili e penali loro attribuite per il crollo della Banca Italiana di Sconto.]
Marzo
il capitale viene svalutato da 550 a 5 Mni di lire e la società cade in dissesto.
Per la ultimazione dei piroscafi tipo "Battisti" in costruzione nei suoi cantieri, oltre al compenso previsto dal "decreto Ciano", il governo:
- concede alla Ansaldo il prolungamento di un anno dei termini stabiliti nel "decreto Belotti";
- si impegna a far riparare dalle sue officine 230 locomotive nel quadriennio 1923-1926 (senza prestabilire il prezzo e al di fuori della concorrenza);
- consente di pagare un canone per la conservazione degli stabilimenti ritenuti necessari ai fini della difesa nazionale (riservandosi di fissarne l'ammontare).
L'Ansaldo ha inoltre altre facilitazioni e regali:
- transazione per il pagamento delle imposte ordinarie sui sopraprofitti (L. 55.270.000, in confronto ai parecchi miliardi di imponibile prima accertati);
- riduzione dei dazi doganali sui materiali imporati;
- abolizione del veto posto ai pagamenti dei crediti della società e liquidazione di anticipi fino ai 4/5 dell'importo della presumibile liquidazione finale, ecc.
«segue 1924»

Breda
[Società italiana Ernesto Breda per costruzioni meccaniche]

«segue da 1918»
1923, cede la grande azienda idroelettrica della Lys a una nuova società sorta dalla fusione con la Idroelettrica Piemonte, la Franchi-Gregorini, proprietaria di miniere e impianti metallurgici a Brescia e a Lovere.
In seguito alla revisione dei contratti di guerra, la Ragioneria generale dello Stato pretende la restituzione di una quarantina di milioni di lire.
«segue 1945»

Agusta

1923, nasce questa società italiana per le costruzioni aeronautiche, fondata da Giovanni Agusta (Parma 1879-Gallarate 1927), che nel dopoguerra costruisce anche motocicli (MV Agusta);
«segue 1969»

Società Viscosa

«segue da 1920»
1923, questa società di Pavia (che ha sostituito nel 1919 la Cines seta artificiale), il cui maggiore stabilimento è passato nel 1920 sotto il controllo della Snia Viscosa di Riccardo Gualino, si fonde, insieme con l'analoga società costituita a Padova (1923), nella Società Generale Italiana della Viscosa, a fianco della quale opera la Soie De Châtillon, sorta nel 1917;
«segue 1929»

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