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Papa
Paolo III

(1534-49)

- maestro del Sacro Palazzo:
. E. Foscarari
(1547-?)
[cioè consulente teologico del papa]


1549
Febbraio
scrive a Carlo V per chiedere il placet circa la nomina ad arcivescovo di Napoli del cardinale G.P. Carafa, ma riesce solo a scatenare la collera dell'imperatore;
Giugno
25
, al domenicano E. Foscarari e a fra S. Usodimare viene affidato il compito di integrare i cataloghi dei libri proibiti pubblicati a Lovanio e Parigi, avviando la redazione del primo Indice romano (pubblicato alla fine del 1558 da Paolo IV).

Ottobre
18
, grazie all'interessamento di mons. Tommaso del Gigli, fratello di Margherita, la Compagnia di Gesù ottiene dal papa malato una bolla di privilegi: Licet debitum;
Novembre
10
, muore e la sfortuna politica si abbatte sulla famiglia (Farnese), universalmente detestata, dei suoi nipoti.
A turbare l'apertura del conclave è solo la richiesta francese di differirla per consentire l'arrivo del cardinali d'oltralpe.
Tutto sembra, infatti, indicare che in breve si giungerà all'elezione di R. Pole, forte non solo del suo sangue regale, dell'appoggio asburgico e del sostegno del partito farnesiano, che ne otterrebbe in cambio la garanzia dell'investitura di Parma a Ottaviano Farnese, ma anche della fama di uomo integerrimo e della palma del martirio per aver pagato la sua fedeltà alla Chiesa con le condanne a morte dei parenti più stretti decretate da Enrico VIII.
29, si apre il conclave – che, però, si protrarrà per oltre due mesi – ma qualcosa di nuovo, rispetto alle elezioni precedenti, sta avvenendo.
[Una cosa destinata a ripeteresi anche nelle elezioni successive di Marcello II, di Paolo IV e di Pio V.]
Stanno per avere, infatti, un ruolo decisivo:
- le accuse di eresia,
- l'esigenza di salvaguardare anzitutto la fede cattolica,
- il timore di consegnare a un criptoluterano le "chiavi di Pietro",
- gli scrupoli di coscienza che ne conseguono tra i principi della Chiesa.
Pare insomma:
- sulle ragioni politiche,
- sugli schieramenti per fedeltà o per interesse,
- sul prestigio individuale,
volersi ora imporre un inedito primato della teologia e dei suoi tutori autorizzati, con i cardinali inquisitori pronti a brandire il vessillo dell'ortodossia e a esercitare se non altro un potere di veto.
Tutto questo si vede sin dalle prime e decisive battute di questo conclave, quando l'assenza dei francesi rende largamente maggioritario il partito imperiale e pressoché irresistibile la candidatura di R. Pole.
Il giorno dell'ingresso in conclave, l'ambasciatore francese Claude d'Urfé scrive a Enrico II di Valois che:
. Salviati,
. N. Ridolfi († 31 gen 1550),
. R. Pole
sono «les principaux, au moins sur lequels il est baillé plus d'argent à la banque».
Dicembre
3
, nel pomeriggio, al primo scrutinio, su 42 voti (quorum 2/3) – ma tenendo conto che i cardinali possono indicare più di un nome – si ha il seguente risultato:
. R. Pole, 21,
. J. Álvarez de Toledo y Zúñiga (cardinale di Burgos), 13,
. De Cupis, decano, 12,
. G.P. Carafa, 10,
. M. Cervini, 9.
4, altro scrutinio:
. R. Pole, 24,
. J. Álvarez de Toledo y Zúñiga (cardinale di Burgos), 14,
. Carpi, 11,
tutti e tre esponenti di spicco del partito asburgico, dilaniato da ambizioni e rivalità personali.
Mentre tra gli scommettitoti le quotazioni di R. Pole arrivano addirittura a 95 per cento nel pieno della notte con puntate il cui ammontare sembra raggiungere la fantasmagorica cifra di 7.000 scudi, l'ambasciatore francese gioca la carta disperata di una protesta formale, presentandosi alla finestrella per chiedere che ci si astenga da ogni altra votazione fino all'arrivo dei cardinali transalpini ormai giunti in Corsica (mente).
Una pesante interferenza, a giudizio di molti, che induce l'ambasciatore imperiale don Diego Hurtado de Mendoza – grande sostenitore di R. Pole, non estraneo alle dottrine degli spirituali e legato a numerosi personaggi in odore di eresia, come P. Carnesecchi – a tentare la contromossa di un'immediata elezione di R. Pole per via di adorazione.
Ma il primo ad opporsi è proprio l'interessato.
5, mentre già nel pomeriggio si prospetta l'ipotesi che le cose vadano in lungo, in serata le scommesse su R. Pole tornano al 45 per cento.
[In effetti, all'interno del conclave si è verifica uno scontro che rende di pubblico dominio le accuse di eresia contro di lui.]
6, altra votazione:
. R. Pole, 22 voti.
12, arrivano a Roma i porporati francesi, il cui ingresso in conclave eleva il quorum a 31 voti (salito poi a 34 quando i cardinali presenti saranno addirittura 51, un numero mai raggiunto in passato).
Mentre per tutto dicembre R. Pole può contare su 22/23 suffragi, G.P. Carafa arriva a 21.
[Massimo Firpo, La presa di potere dell'Inquisizione romana, 1550-1553, Laterza 2014.]

Roma, viene incarcerato Giovanni Tommaso Bianco (sarà sentenziato nell'aprile 1950).

Pasquino:
Qui giace papa Paol in suppresso.
Non amò Dio con tutto l'intelletto
e peccò troppo nell'alto precetto
ch'amò il prossimo suo come se stesso.

In questa tomba giace
un avvoltoio cupido e rapace.
Ei fu Paolo Farnese,
che mai nulla donò, che tutto prese.
Fate per lui orazione:
poveretto, morì d'indigestione.

Cardinal della gonnella.
Cardinal Fregnese.

Concilio Ecumenico
di Trento
1545-63

1549, è ufficialmente sospeso.
[La sede è a Bologna]

Gesuiti

«segue da 1540»
generale: I. de Loyola (1541-56)
1549,
gennaio, il p.gen. è molto malato e, nello stesso tempo preoccupato per la grande legazione in Germaia dei padri Alonso Salmerón, Claude Jaye Canisio, imposta dal papa; p. Alonso Salmerón si trova già a Verona; p. D. Laínez sta per partire per la Sicilia dove, su richiesta del viceré Giovanni de Vega dovrà mettere in cantiere l'organizzazione di una nuova provincia della compagnia;
intanto, per lenire le pene di Giovanna d'Aragona (che si interessa di trovare i battelli necessari ai gesuiti per salpare per Palermo), il p.gen. spedisce a Napoli p. Nicolás de Bobadilla.

Nonostante le esperienze del 1546 e la bolla Licet debitum del 18 ottobre, i tentativi di fondare un monastero femminile sotto l'obbedienza della Compagnia di Gesù non cesseranno in Italia.



prima penetrazione in Giappone;

[vedi Domicilia]
«segue 1550»



 

 

 

ANNO 1549

 
Index librorum prohibitorum
(stampato e mai promulgato)

1549, 7 maggio, Venezia, sulla base di un accordo tra:
- Inquisizione,
- Nunzio apostolico,
- Tre Savi sopra eresia (magistratura incaricata dalla Repubblica di vigilare sull'operato del Sant'Uffizio),
appare in Italia il primo Indice dei libri proibiti fatto stampare da G. Della Casa [assistente di G.P. Carafa (futuro Paolo IV)] a Vincenzo Valgrisi;
esso comprende settanta titoli e condanna le Opera omnia di 47 autori, in massima parte di protestanti settentrionali, ma anche le opere dei protestanti italiani:
. B. Ochino,
. P.M. Vermigli,
. Giulio della Rovere;
elenca inoltre un centinaio di titoli singoli, in gran parte anonimi.
Ma l'antico ambasciatore a Roma e futuro doge Nicolò Da Ponte accusa i Tre Savi di prendere misure più severe che a Roma, che ancora non ha un indice simile; esso pertanto viene abrogato (stampato e mai promulgato), e senza che ci sia bisogno di una protesta degli stampatori.

[In genere noto col nome del nunzio G. Della Casa, questo catalogo viene immediatamente contraffatto da P.P. Vergerio, ora in esilio. Alcune copie del falso sono conservate in VC, Opuc. P.D. 92, e vengono menzionate in STC Italian. Il Reusch, Die Indices… ristamperà il catalogo nella versione contraffatta di P.P. Vergerio.
L'unica copia di cui si abbia notizia è quella conservata in VM, Miscellanea 128.9. Si tratta di un volumetto in ottavo (cm. 13,6 x 19,7) di sei fogli, l'ultimo dei quali bianco al verso, individuato a suo tempo, con una segnatura incompleta, da Horatio Brown, che ne diede notizia.]
Quest "catalogo" è, tra gli Indici usciti in Italia in questo periodo, il più ampio ed accurato, anche se manca della completezza e della precisione di quelli contemporaneamente approntati dalle facoltà teologiche di Lovanio e Parigi.
Quello parigino, per esempio, comprende molte delle opere principali di riformatori quali M. Lutero, è suddiviso in sezioni dedicate alla lScrittura e alle letterature volgari e rivela una conoscenza assai più approfondita dei libri che condanna.

«segue 1555»

 

Chi è nato all'inizio del secolo e ha potuto vivere il clima di libertà intellettuale più o meno diffuso sino agli anni '40 assume un atteggiamento distaccato, trattando la censura come una disposizione disciplinare di carattere contingente e prevedibilmente transitorio.

Chi nasce in questi anni invece interiorizzerà le disposizioni dell'Indice al punto di sentirne la trasgressione come un peccato.
[Silvana Seidel Menchi]

 





1549
Unione Elvetica
Confederazione dei tredici cantoni elvetici:

CATTOLICI
- Uri (1291),
- Schwyz (1291),
- Unterwalden (1291),
- Lucerna (1332),
- Zug (1353),
- Glarus (1353) [in parte],
- Friburgo (1481),
- Soletta (1481).

PROTESTANTI
- Zurigo (1351),
- Berna (1353),
- Glarus (1353) [in parte],
- Basilea (1501),
- Sciaffusa (1501),
- Appenzell (1513).

1549
-




1549
Sacro Romano Impero
Carlo V
Albero genealogico
(Gand 1500 - Yuste, Estremadura 1558)
secondogenito di Filippo d'Absburgo [il Bello] e di Giovanna [la Pazza];
1515-56, principe dei Paesi Bassi;
1516-56, re di Spagna (Carlo I)
1516-54, re di Napoli (Carlo IV);
1519-56, imperatore del Sacro Romano Impero;
prima guerra con la Francia (1521-26);
seconda guerra con la Francia (1526-29);
nel 1526 (marzo) ha sposato a Seville l'infanta 22enne Isabella di Portogallo († 1539);
terza guerra con la Francia (1536-38);
nel 1539 (maggio) è morta la moglie Isabella di Portogallo lasciando la cura dei propri figli ad Eleonora Mascarenhas;
quarta guerra con la Francia (1542-44);



1549

Prammatica sanzione
(del 1549)

1549, viene emanata da Carlo V per regolare la successione nei Paesi Bassi; con essa l'imperatore vuole assicurare la successione di uno stesso principe in tutte le diciassette province di cui si compongono i Paesi Bassi, regolandola in modo da favorire la loro unione personale con la monarchia spagnola; gli stati generali infatti accettano di riconoscere come loro sovrano il figlio di Carlo V, Filippo, futuro re di Spagna, sottraendosi di fatto alla giurisdizione imperiale.



REGNO di SPAGNA
[vedi sotto]
REGNO di NAPOLI
[vedi sotto]


1549
REGNO di BOEMIA e d'UNGHERIA
Ferdinando I
Albero genealogico

(Alcalá de Henares 1503 - Vienna 1564)
figlio di Filippo d'Absburgo [il Bello] e di Giovanna [la Pazza], fratello minore di Carlo V, fu educato in Spagna;
1516, il nonno Massimiliano I gli procura la mano di Anna Jagellone;
1521-64, arciduca di Alta e Bassa Austria, Carinzia, Stiria e Carniola
1525-26, viene soffocata nel sangue la rivolta dei contadini nel Tirolo;
1526-64, re di Boemia e d'Ungheria;
la seconda corona gli viene disputata dal voivoda di Transilvania Giovanni Szápolyai, appoggiato dall'impero ottomano;
1530-64, re dei romani;






1556-64, imperatore del Sacro Romano Impero;

 



1549
mentre in Boemia cerca di applicare i principi spagnoli della monarchia centralizzata, limitando l'autonomia delle città e gravando la nobiltà di tasse e di obblighi militari, in Ungheria, dopo che la sovranità asburgica è rimasta limitata alla parte settentrionale e occidentale del paese, egli deve impegnarsi a pagare un tributo all'impero ottomano;
i protestanti tedeschi, riuniti nella Lega di Smalcalda, danno l'impulso alla rivolta delle città ceche contro gli Absburgo ma la vittoria di Carlo V a Mühlberg gli consente di distruggere il potere politico delle città stesse;


1549
principato di Transilvania
Isabella Jagellona

(† 1559)
vedova di Giovanni Szápolyai († 1540), voivoda di Transilvania e re d'Ungheria;
1540-59, p.ssa di Transilvania;
(per volontà del sultano Solimano [il Magnifico])


1549
-


1549
ducato di Sassonia
Giovanni Federico [il Magnanimo]
Albero genealogico

(Torgau 1503 - Weimar 1554)
figlio di Giovanni [il Costante] di Wettin e di Sofia di Meclemburgo;
1532-54, langravio di Turingia;
1532-47, duca elettore di Sassonia;
dal 1547 è prigioniero dell'imperatore Carlo V;






Moritz
Albero genealogico

(Freiberg 1521 - Sievershausen 1553)
figlio di Enrico [il Pio] e di Caterina di Meclemburgo;
[linea albertina]
1539, si converte al luteranesimo;
1541, sposa Agnese, figlia di Filippo d'Assia capo della Lega di Smalcalda;
1541-47, duca di Sassonia;
1547-53, principe elettore di Sassonia;





1549
ducato di Prussia
Alberto di Brandeburgo
Albero genealogico

(Ansbach, Baviera 1490 - Tapiau, Königsberg 1568)
figlio di Federico margravio di Brandeburgo-Ansbach;
1525-68, duca di Prussia; (il primo)






1549
ducato di Württemberg
Ulrico di Württemberg
Albero genealogico

(Reichenweiler, Alsazoia 1487 - Tubinga 1550)
figlio di Enrico e di Elisabetta di Zweibrücken;
1498-1519, duca di Württemberg;
dal 1520 al 1534 rimane in esilio a Montbéliard mentre il governo del ducato viene affidato a Ferdinando I d'Austria;
1534-50, duca di Württemberg;
dal 1547 la casa d'Austria insiste per la sua destituzione;







1549
ducato di Baviera
Guglielmo IV [il Costante]
Albero genealogico

(† 1550)
figlio di Albrecht IV [il Saggio] e di Cunegonda d'Austria;
1508-50, duca di Baviera;



1549
Mainz [Magonza]








1549
REGNO di POLONIA
Sigismondo II Augusto
Albero genealogico

(† 1572) (s.f.)
figlio di Sigismondo I Jagellone e di Bona Sforza († 1557);
sposa in prime nozze Elisabetta d’Absburgo († 1545);
sposa in seconde nozze Barbara Radziwillówna (1520-1551)
[forse avvelenata da Bona Sforza]
sposa in terze nozze Caterina d’Absburgo († 1572)
[sorella di Elisabetta]
1548-72, re di Polonia e granduca di Lituania;
sposa in seconde nozze Bona Sforza († 1557), figlia di Gian Galeazzo duca di Milano;

 

1549
-

 




1549
IMPERO OTTOMANO
Solimano [il Magnifico]
Albero genealogico

(1494 - 1566)
figlio di Selim I;
1520-66, sultano;
1534-35, prima campagna militare contro i Safawidi di Persia;
dal 1542 si è alleato con con Francesco I, nonostante gli accordi di pace siglati da quest'ultimo nel 1538 con Carlo V;



Gran Visir
-
1549
dal 1533 Khayr al-Din [Barbarossa] è diventato ammiraglio in capo (kapudan pasa - grande ammiraglio) della marina ottomana che si batte contro la marina imperiale spagnola.
annette Buda;
- seconda campagna militare (1548-49) contro i Safawidi di Persia: temporanea conquista di Tabriz e dell'Azerbaigian e stabile presenza nella provincia di Van e in alcune fortezze in Georgia, nel Caucaso.










1549
REGNO di FRANCIA
Enrico II
Albero genealogico
(Saint-Germain-en-Laye 1519 - Parigi 1559)
secondogenito di Francesco I;
1533, sposa Caterina de' Medici che non avrà alcuna influenza negli affari dello stato;
1536, dopo la morte del fratello Francesco diventa delfino;
1547-59, re di Francia;

Primo ministro
[Sovrintendente delle Finanze]
Claude d'Annebaut
(1546 - 1552)
Cancelliere-Guardasigilli
chev. François Olivier
pres.te del Parlamento di Parigi
(1545 18 apr - 2 gen 1551)
Segretario di stato agli Affari Esteri
Claude de l’Aubespine
signore d’Hauterive
(1547 1° apr - 8 lug 1567)
 
1549
-

 
1549
ducato di Lorena e di Bar
Carlo III (o II) [il Grande]
Albero genealogico

(1542 - 1608)
figlio di François I e di Christine di Danimarca;
1545-1608, duca di Lorena e di Bar;
sotto la tutela della madre e dello zio;

1549
1548-50, breve scontro con l'Inghilterra;


1549
Paesi Bassi
Carlo V
Albero genealogico

[vedi Carlo V]
1515-56, principe dei Paesi Bassi;
[Olanda, Brabante, Limbourg, Fiandre e Hainaut]


Governatrice
Maria d'Absburgo
(1530 - 25 ott 1555)

1549
-




1549
REGNO d'INGHILTERRA e d'IRLANDA
Edoardo VI
Albero genealogico
(Hampton Court 1537 - Greenwich 1553)
figlio di Enrico VIII e di Jane Seymour;
1547-53, re d'Inghilterra e d'Irlanda;
salito al trono a nove anni sotto la reggenza dello zio E. Seymour, poi duca di Somerset;


1549
-


IRLANDA
-
-
-
-

1549
-

a


1549
REGNO di SCOZIA
Maria [Stuarda]
Albero genealogico

(Linlithgow, Edimburgo 1542 - Fotheringhay, Northamptonshire 1587)
figlia di Giacomo V e di Maria di Guisa;
1542-67, regina di Scozia;
sotto la reggenza della madre;
dal 1548 vive in Francia dove viene educata;.



1549
-


a

1549
REGNO di DANIMARCA e di NORVEGIA
Cristiano III
Albero genealogico
(Gottorp, Schleswig-Holstein 1503 - Koldinghus, Vejle 1559)
figlio di Federico I e di Anna di Brandeburgo;
1534-59, re di Danimarca e di Norvegia;



1549
-
NORVEGIA
1549
-
ISLANDA
1549
-

1549
REGNO di SVEZIA
Gustavo I Vasa
Albero genealogico
(Lindholm 1496 ca - Stoccolma 1560)
figlio di Erik Vasa;
1523-60, re di Svezia; (convertito al luteranesimo)





1549
-




.





1549
REGNO di PORTOGALLO
Giovanni III [il Pio]
Albero genealogico

(Lisbona 1502 - 1557)
primogenito di Emanuele I e di Maria, figlia dei sovrani spagnoli Ferdinando e Isabella;
1521-57, re di Portogallo;
nel 1525 (febbraio), a Salamanca, ha sposato la p.ssa Catarina di Spagna, 18enne, sorella dell'imperatore Carlo V;
nel 1536 ha introdotto l'inquisizione in Portogallo;




1549
-
a


1549
REGNO di SPAGNA
Carlo I
Albero genealogico

[vedi Carlo V]
1516-56, re di Spagna; (Carlo I)



1549
-







1549
PIEMONTE
Emanuele Filiberto [Testa di Ferro]
(Chambéry 1528 - Torino 1580)
figlio di Carlo III [il Buono] e di Beatrice di Portogallo;
1536-80, principe di Piemonte;
1538-80, conte d'Asti;



1553-80, conte di Aosta, Maurienne e Nizza;
1553-80, duca di Savoia;
1553-80, re di Cipro e Gerusalemme (titolare)


 

1549
-



1549
REPUBBLICA DI GENOVA
[Denominazione ufficializzata nel 1528 per iniziativa di Andrea Doria]
Benedetto Gentile Pevere
Albero genealogico

(? - ?)
figlio di
1547 4 gen - 4 gen 1549, doge di Genova;


Gaspare Grimaldi Bracelli
Albero genealogico

(? - ?)
figlio di
1549 4 gen - 4 gen 1551, doge di Genova;


1549
-



1549
ducato di Milano

dal 1535 il ducato,
come previsto dal congresso di Bologna,
è stato devoluto all'impero [in pratica agli Absburgo].



Felipe II
Albero genealogico
(Valladolid 1527 - Escorial, Madrid 1598)
primogenito di Carlo V e di Isabella di Portogallo;
1539, muore la madre;
1540-98, duca di Milano;
dal 1543 è reggente della Castiglia e dell'Aragona, dal 1545 è vedovo e dal 1548 si trova presso il padre a Bruxelles;





1554-98, re di Napoli e di Sicilia (Filippo I);
1556-98, re di Spagna (Filippo II);
1580-98, re di Portogallo;

Viceré
don Ferdinando I [Ferrante] Gonzaga
(1546 - 1555)

1549
-



1549
ducato di Mantova
Federico III Gonzaga
Albero genealogico
(1533 - 1550)
figlio di Federico II e di Margherita Paleologo;
1540-50, duca di Mantova e marchese del Monferrato;
1549
sposa Katharina von Habsburg;



1549
-
a

1549
REPUBBLICA DI VENEZIA
"La Serenissima"
Francesco Donà

(Venezia 1468 - Venezia 23 mag 1553)
figlio di Alvise e di Camilla Lion;
1545-53, doge di Venezia; [79°]


- nunzio pontificio: G. Della Casa (1544 ago - 1549)
- ambasciatore di Spagna: ? (? - ?)

1549
Gennaio
16
, Venezia, il Consiglio dei Dieci, preso atto che finora s'è omesso di indicare i titoli dei libri da evitare, ordina al nunzio, all'inquisitore e ai deputati laici di compilare, sentito il parere di «molti maestri in theologia», «un cathalogo o summario de tutti i libri heretici et de altri suspetti et de altri etiam nelli quali se contengono cose contra li boni costumi».
Stampato unitamente al testo delle parti del 18 luglio 1548 e del 16 gennaio 1549, il catalogo sarà distribuito a tutti i librai di Venezia, promulgato in tutto il Dominio e messo in vendita nelle librerie.
[La parte viene presa con 25 voti favorevoli, 3 contrari, 2 astensioni.]
Con ciò il Consiglio dei Dieci autorizza la compilazione del primo Indice veneziano.

Venezia, l'Inquisizione riceve una denuncia riguardo i libri, le opinioni e i compagni di Francesco Stella. Le ricerche portano alla luce una biblioteca di 59 titoli di protestanti:
. M. Lutero,
. F. Melantone,
. Bullinger,
. Joachim Vadianus,
e degli apostati italiani:
. B. Ochino,
. C.S. Curione,
. Vergerio,
. P.M. Vermigli,
. Giulio della Rovere,
. Francesco Negri,
pubblicati per la maggior parte a Basilea e a Ginevra negli anni Quaranta.
Lasciando da parte ogni altra possibile imputazione, la corte commina in absentia a Francesco Stella un'ammenda di 50 ducati e fa bruciare i libri.
Lo stesso anno un giovane copista viene scoperto in possesso delle prediche e del commento alla lettera di Paolo ai Galati di B. Ochino, datigli, dice, da alcuni conoscenti. L'imputato ammette poi di aver acquistato nei due anni precedenti, da librai veneziani, anche il Beneficio di Cristo, il Sommario della Sacra Scrittura ed Il capo finto, argomentando che se si tratta d testi pericolosi, bisogna proibirne lo smercio.
L'Inquisizione lo affida alle cure del padre e non indaga sulle sue conoscenze o presso i librai.
Al pari degli altri stati italiani, la Repubblica di Venezia ha quindi in parte mutato atteggiamento nel corso degli anni Quaranta del Cinquecento, nei confronti della censura.

Marzo
Venezia, il rappresentante ufficioso dei principi protestanti, Baldassarre Altieri, scrive che le persecuzioni si stanno facendo ogni giorno più spietate.

Maggio
7, Venezia, appare il primo Indice dei libri proibiti stampato da Vincenzo Valgrisi con privilegio esclusivo [vedi sopra].
18, il nunzio G. Della Casa ne invia una copia manoscritta a Roma lamentando che malgrado la sua messa a punto sia costata molta fatica, la promulgazione non è affatto sicura.
25, il nunzio riferisce ora che il catalogo è stato stampato, ma che un personaggio importante in Senato lo osteggia perché, tra i libri elencati, ce n'è uno scritto da un suo amico.
[Trattasi probabilmente dell'Espositione letterale del testo di Matteo Evangelista di Bernardino Tomitano (in Venetia, per Giovanni dal Griffo, nel 1547); l'autore, docente di logica allo Studio di Padova, gode del favore del patriziato.]
I deputati laici hanno parlato in Collegio a favore del catalogo, ma il nunzio teme abbiano avuto la peggio.
A guidare l'opposizione, a ricordare che nella stessa Roma non c'è alcun Indice e si vende qualsiasi libro alla luce del sole, è Nicolò da Ponte, da poco rientrato dall'ambasciata presso la Sede Apostolica. Costui accusa i Tre Savi sopra eresia di pretendere dalla Repubblca misure più drastiche ancora di quelle adottate dal papa.
Il nunzio gli tiene testa adducendo le pene severissime comminate agli eretici a Roma e la necessità di un indice in una città come Venezia, prossima ai confini della Germania. Ma altri patrizi ribattono che il catalogo non è preciso in quanto non tiene conto della varietà delle forme, pseudonime, latinizzate e così via, dei nomi degli eretici tedeschi;

Giugno
alla fine del mese lo scontro si conclude con l'abrogazione dell'Indice veneziano.
[A sostenre che il catalogo non è stato promulgato per via dell'opposizione del patriziato è A. Grisonio, in una lettera inviata a Roma il 29 giugno.]



Negli anni Quaranta (secondo Cozzi in Religione, moralità e giustizia…) su un totale di 273 sentenze pronunciate nel corso del decennio dagli Esecutori: 110 riguardano reati di bestemmia e solo tre violazioni delle leggi sulla stampa.

Processi per eresia
Periodo
n.
1544-46
7
1547
25
1548
51
1549
41
[Paul F. Grendler, L'Inquisizione Romana e l'Editoria a Venezia 1540-1605, Il Veltro Editrice, Roma 1983]





1549
ducato di Ferrara, Modena e Reggio
Ercole II d'Este
Albero genealogico

(Ferrara 1508 - 1559)
figlio di Alfonso I e di Lucrezia Borgia;
1528, Parigi, sposa Renée d’Orléans († 1575) duchessa di Chartres, figlia di re Louis XII, di inclinazioni calviniste;
[gli porta in dote il ducato con altri domini, ricevuti in pegno nel 1528 da Philippe IV [il Bello] re di Francia]
1534-59, duca di Ferrara, Modena e Reggio;


 
1549
-


1549
ducato di Firenze
Cosimo I de' Medici
Albero genealogico

(Firenze 1519 - Villa di Castello, Firenze 1574)
figlio di Giovanni [dalle Bande Nere] (ramo dei "popolani") e di Maria Salviati;
1537-69, duca di Firenze;
nel 1539 ha sposato Eleonora Álvarez de Toledo y Zúñiga († 1562);



1569-74, granduca di Toscana;

1549
Eleonora Álvarez de Toledo y Zúñiga compra palazzo Pitti e lo trasforma, assieme col giardino di Boboli, in una residenza principesca che inizia proprio ora ad essere il centro intellettuale della città di Firenze;

 

1503
REPUBBLICA DI S. MARINO
[Repubblica del Titano]
Il più antico Stato indipendente d'Europa
-
1549

«segue da 1544»

avviene un attacco, fortunosamente respinto, da Leonardo Pio, signore della vicina Verucchio;

«segue 1556»


1549
ducato di Urbino
Guidobaldo II
Albero genealogico
(Pesaro 1514 - 1574)
figlio di Francesco Maria I Della Rovere e di Eleonora Gonzaga;
1538-74, duca di Urbino;
1538-39, duca di Camerino;
nel 1548 ha sposato Vittoria Farnese;





 
1549
-



1549
REGNO di NAPOLI
Carlo V
Albero genealogico

(Gand 1500 - Yuste, Estremadura 1558)
secondogenito di Filippo [il Bello] e di Giovanna [la Pazza];
1515-56, principe dei Paesi Bassi;
1516-56, re di Spagna (Carlo I)
1516-54, re di Napoli (Carlo IV);
1519-56, imperatore del Sacro Romano Impero;

– vedi sopra –

NAPOLI
Viceré
don P. Álvarez de Toledo y Zúñiga
marchese di Villafranca
(1532 - 1553)
Nunzio apostolico
-

1549


SICILIA
Viceré
-
1549
-
a






Fletcher, Giles [il Vecchio] (Watford, Hertfordshire 1549?-Londra 1611) poeta e viaggiatore inglese, padre dei poeti Phineas (1582-1650) e Giles [il Giovane] (1588 ca-1623), forse il primo ambasciatore ed il primo inglese a visitare la Russia, quando era zar Fëdor I, figlio di Ivan [il Terribile], ma reggente era Boris Godunov.
Licia (1593)
Of the Russe Common Wealth (Sullo stato di Russia).

Garzoni, Tommaso (Bagnacavallo, Ravenna 1549-1589) letterato italiano;
Teatro dei vizi e diversi cervelli umani (1583)
Piazza universale delle professioni del mondo (1585)
Sinagoga degli ignoranti (1589)
Mirabile cornucopia consolatoria (postumo, 1601).

Mornay, Philippe de o Philippe Duplessis-Mornay (Buhy, Vexin 1549-La Forêt-sur-Sèvre, Poitou 1623) politico francese, signore di Plessis-Mornay, calvinista, compì molti viaggi di studio in Germania e Italia
1572, dopo la strage di San Bartolomeo ripara in Inghilterra, ma presto torna in patria per condurre un'appassionata campagna religiosa
1576, diventa consigliere di Enrico di Navarra, il futuro Enrico IV e contribuisce alla sua rappacificazione con Enrico III
Vindiciae contra tyrannos (1579, con il diplomatico H. Languet; il testo più celebre della pubblicistica monarcomaca)
1593, dopo l'abiura di Enrico IV viene allontanato, per ovvie ragioni, dal consiglio di stato e si ritira a Saumur, dove contribuisce alla pacificazione della regione di cui è governatore
1599, qui fonda la prima accademia protestante
1600, la disputa sull'eucaristia col vescovo di Evreux, Du Perron, si chiude per arbitrato del re, con la sua sconfitta
Il mistero dell'iniquità (1611, storia delle usurpazioni dei papi)
sotto la reggente Maria de' Medici si impegna in un'opera di pacificazione che gli vale la restituzione delle pensioni toltegli da Enrico IV.

Saraceno, Pietro Paolo (Perugia 1549-Parma 1604) gesuita;
1564, entra nella Compagnia di Gesù;
1589, professa i 4 voti, insegnando poi filosofia per tredici anni in varie sedi;
1597, è nel collegio di Parma con incarichi non più didattici;
1600, confessore di Ranuccio I Farnese;
1604, 13 dicembre muore.

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Pleiade alessandrina

Gruppo di sette poeti tragici: 
- Omero di Bisanzio,
- Licofrone di Calcide (l'Alessandria),
- Filico di Corcira
- Sositeo
- Alessandro Etolo (I giocatori di astragali); 
si è incerti poi tra:
- Eantide e Sosifane di Siracusa oppure 
- Dionisiade di Mallo ed Eufronio Cheronnesite,
vissuti alla corte di Tolomeo II Filadelfo e di Tolomeo IV Filopatore (sec. III a.C.).

Pléiade

1549,  con la pubblicazione della Difesa e illustrazione della lingua francese, J. Du Bellay costituisce la scuola poetica classicista che porta questo nome;
«segue 1556»

Stampa

«segue da 1548»
1549
alla morte di Eustathius Froschauer, il contratto relativo al molino da lui preso in affitto nel 1535, viene ora rilevato dal fratello Cristoph già stampatore a Zurigo.
Italia
Firenze, novembre, un editto ingiunge a chiunque detenga libri d'ispirazione protestante di consegnarli al vicario entro quindici giorni, pena cento scudi d'ammenda e dieci anni di galera. Il riferimento a B. Ochino e P.M. Vermigli è qui esplicito.
Venezia
[vedi box]
«segue 1550»

Congregazione cardinalizia dell'inquisizione

«segue da 1548»
1549
Bologna, il neo inquisitore G. Muzzarelli comincia a svolgere l'incarico affidatogli con dedizione ed efficacia, suscitando l’ammirazione del legato di Bologna cardinal G.M. Ciocchi Del Monte e del segretario del concilio Angelo Massarelli;
è lui a coordinare l’azione che porterà ad arresti, processi e condanne contro numerosi membri delle conventicole eterodosse della città, tra cui il giovane Ulisse Aldrovandi.

All'inizio dell'anno Giovan Battista Scotti fornisce all'inquisitore M. Cervini informazioni su persone sospette e gode della sua piena fiducia.

Lo stesso anno viene messo sotto inchiesta il domenicano fiorentino Giacomo Nacchianti, nominato vescovo di Chioggia nel 1544, grazie a Paolo III.
[Già sospetto per le posizioni assunte a Trento nel 1546 a fianco di V. Soranzo, deve ora affrontare un processo.
Infatti, in seguito alle reazioni dei canonici chioggiotti ai suoi energici interventi contro gli abusi del clero e le forme di superstizione della devozione popolare, una denuncia locale fa scaturire un processo in cui un ruolo di primo piano lo ha M. Cervini legittimato dalla sua appartenenza alla congregazione, ma al di fuori di ogni procedura istituzionale.
Le prime indagini sono ora affidate ad Angelo Massarelli che nulla ha a che fare con il Sant'Uffizio e pertanto agisce solo ome un fiduciario del suo patrono.
Convocato a Roma, dove per molti mesi – secondo P.P. Vergerio [il Giovane] – avrà a «stentare et crepare», Giacomo Nacchianti potrà infine tornare a Chioggia.
[Non si sa se ciò avvenga in conseguenza di un'assoluzione, di un'abiura o di una purgazione canonica.
È certo invece che il Sant'Uffizio insorgerà rabbiosamente contro Giulio III accusato di averlo liberato «con una beneditione» piegandosi alle sollecitazioni veneziane, e ancor più di avergli consentito di riprendere il governo della diocesi, dove si comportava «peggio che mai», mentre a giudizio dell'ex vescovo di Capodistria «hebbe tanta angoscia […] che d'allhora in qua non si è più inteso che egli habbia voluto aprir bocca et usar il talento et confessar Christo che se gli è rivelato».]
Lo stesso anno, nominato da Paolo III, diventa vescovo di Chironissa nell'isola di Creta il messinese Giovan Francesco Verdura «amico delli scritti et de la schola di Valdés» – secondo P. Carnesecchi.
[A renderla disponibile è stata la rinuncia del vescovo Grechetto con il quale tuttavia egli era entrato in lite a causa dei «danni» che vi aveva constatato, per rimediare ai quali dovette recarsi a Venezia.
[Sarà il vescovo Grechetto, molto probabilmente, a denunziarlo nel 1552.]

Luglio
14
, Roma, nel processo di Ippolito Chizzola, avviene il primo costituto romano, alla presenza del solo commissario generale del Sant'Uffizio, che il giorno dopo viene affiancato dal maestro del Sacro Palazzo, il teologo bolognese domenicano E. Foscarari.
Forse Paolo III – «che raffrena il rigore degli inquisitori» – ha voluto affidare a quest'ultimo il compito di sorvegliare il Sant'Uffizio quando ad essere chiamati in causa possono essere vescovi e cardinali.
È significativo, per capire la distinzione dei ruoli, che E. Foscarari sia stato chiamato a interrogare il reo sulle sue dottrine, mentre l'inquisitore T. Scullica si è concentrato sui suoi compagni di fede.
Settembre
3
, un decreto dei cardinali del Sant'Uffizio ricorda all'inquisitore G. Muzzarelli che, se le indagini che sta conducendo si concretizzeranno in un processo, dovrà dichiarare «se ex ordine reverendissimorum procedere et inquirere».
[Da questo si deduce che la stretta dipendenza del tribunale locale dalla centrale romana non è ancora una realtà consolidata.]
«segue 1550»



Book of Common Prayer
(Libro della preghiera comune)

1549, Thomas Cranmer redige, con materiali delle antiche liturgie inglesi,  questo libro liturgico ufficiale della chiesa anglicana: contiene la liturgia eucaristica, riti , sacramenti, l'ufficio del mattino e della sera, il salterio e un catechismo;
avrà varie edizioni: 1552, 1559, 1662, con lievi modifiche;
1928, la revisione in senso cattolico non viene approntata ma entra ugualmente nell'uso;
è considerato, con la versione inglese della Bibbia, uno dei pilastri della nuova liturgia; il libro avrà vasta influenza sulla lingua e sulla prosa letteraria inglesi sia per i contenuti sia per la ritmica solennità della cadenza.

 

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