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Papa
Paolo III

(1534-49)

- maestro del Sacro Palazzo:
. G. Muzzarelli
(?-1547)
[cioè consulente teologico del papa]

- ambasciatore spagnolo a Roma: Juan de Vega (1543 lug - apr 1547)

1546
23 gennaio, il card. J. Sadoleto dice all'ambasciatore veneziano a Roma che la città di Venezia …è molto infettata di questa peste luterana, tanto che è già passata in quelli che governano, che scrivono e in ogni ordine di persone cosicché le altre terre di Lombardia «ammorbate della moderna infetione» si gloriano di avere Venezia per compagna «o più presto per auttrice».

Concilio Ecumenico
di Trento
1545-63
primo periodo
13 dic. 1545-11 mar. 1547
sessioni VIII-X

1546, 8 aprile, nella IV sessione del concilio vengono approvati due decreti che preludono ad un controllo assoluto da parte della Chiesa di Roma sul pensiero scientifico. In questa occasione s'intende salvaguardare la tradizione dei libri del Vecchio e del Nuovo Testamento come «fonte d'ogni verità e disciplina de' costumi» [P. Sarpi].
Di conseguenza l'unica spiegazione possibile dei fenomeni naturali è quella ufficiale della Chiesa cattolica.
Dopo il trasferimento a Bologna, in seguito alle proteste di Carlo V, i lavori vengono sospesi, le sessioni non hanno decreti.

 

Gesuiti

«segue da 1545»
generale: I. de Loyola (1541-56)
1546, nasce il collegio di Gandía (dietro richiesta del duca di Gandía don Francisco Borja che fin d'ora aderisce segretamente alla Compagnia).
- Provincia di Lombardia: Bologna, nasce il collegio (fino al 1551), affidato a Paschase Broët, maestro d'arti a Parigi, che guida l'avvio dell'esperienza scolastica.
Lo stesso anno un giovane sacerdote, don Francesco Palmio, prima ancora del suo vero e proprio ingresso nella Compagnia di Gesù, continua l'attività apostolica iniziata già nel 1540 da p. Claudio Jay mentre p. Alonso Salmerón entusiasama i bolognesi coi suoi discorsi sulla Sacra Scrittura; qui donna Margherita del Gigli comincia ad interessarsi attivamente dei sacerdoti di questo nuovo Ordine.
[vedi Domicilia]
Luglio, il p.gen. comunica a p. Giacomo Laínez, a Trento per il Concilio, che si è presentata l'occasione di fondare un collegio a Firenze dove crede di poter contare non solo su Cosimo de' Medici ma ancor di più sull'aiuto della consorte duchessa Eleonora Álvarez di Toledo († 1562), marchesa di Villafranca (o Francavilla], una delle principesse con le quali è in corrispondenza; egli invia pertanto a Firenze, per tastare il terreno, p. Giovanni Polanco.

Sicilia
inviato dal p.gen., su richiesta del vescovo di Agrigento cardinale Rodolfo Pio di Carpi, arriva il primo gesuita: il 27enne belga p. Giacomo Lhoost; che usa la stessa tattica del suo superiore a Roma: ministero presso malati e bambini, Saraceni e preti ignoranti e soprattutto, anche qui, riforma dei monasteri femminili;
«segue 1547»

ANNO 1546




1546
Unione Elvetica
Confederazione dei tredici cantoni elvetici:

CATTOLICI
- Uri (1291),
- Schwyz (1291),
- Unterwalden (1291),
- Lucerna (1332),
- Zug (1353),
- Glarus (1353) [in parte],
- Friburgo (1481),
- Soletta (1481).

PROTESTANTI
- Zurigo (1351),
- Berna (1353),
- Glarus (1353) [in parte],
- Basilea (1501),
- Sciaffusa (1501),
- Appenzell (1513).

1546
-




1546
Sacro Romano Impero
Carlo V
Albero genealogico
(Gand 1500 - Yuste, Estremadura 1558)
secondogenito di Filippo d'Absburgo [il Bello] e di Giovanna [la Pazza];
1515-56, principe dei Paesi Bassi;
1516-56, re di Spagna (Carlo I)
1516-54, re di Napoli (Carlo IV);
1519-56, imperatore del Sacro Romano Impero;
prima guerra con la Francia (1521-26);
seconda guerra con la Francia (1526-29);
nel 1526 (marzo) ha sposato a Seville l'infanta 22enne Isabella di Portogallo († 1539);
terza guerra con la Francia (1536-38);
nel 1539 (maggio) è morta la moglie Isabella di Portogallo lasciando la cura dei propri figli ad Eleonora Mascarenhas;
quarta guerra con la Francia (1542-44);


1546
Fermi nei loro principi, i protestanti riuniti nella Lega di Smalcalda, non vogliono neppure discutere l'eventualità di un concilio nazionale.

Febbraio
18
, per un attacco cardiaco muore M. Lutero.
[a.f.: a seguito di un raffreddore contratto durante un viaggio a Eisleben, sua città natale.]
Sulla tomba del «liberatore» la Lega di Smalcalda alza la bandiera della rivolta.
Ma più che per l'affermazione d'una verità religiosa, la rivoluzione è ormai una lotta per l'indipendenza che i rivoluzionari tedeschi si preparano a combattere per salvaguardare i sacri interessi della nazione sia contro il papa (il quale si ostina a sfruttare il territorio germanico come proprietà personale) sia contro i Welches e gli spagnoli, i quali rappresentano per loro un altro aspetto della dominazione straniera.
All'imperatore, il quale ha per i patrioti cessato di essere il «re tedesco» successore dei grandi Staufen, una canzone lancia ben presto una sfida che è anche una speigazione:

«Noi non possiamo cedere alla tua volontà
No, non potrebbe esser differentemente.
Avanti, pii tedeschi
Combattete dunque con gioia
È per la vera parola di Dio.
Ed è anche per la patria che combattiamo»
.

Religione e patria si confondono, come si sono sempre confuse nel pensiero di coloro i quali hanno fin dall'inizio deciso di liberare il loro popolo da ogni tutela e da una civiltà non adatta ai bisogni profondi della razza germanica
.


Giugno
13
, i protestanti presentano contro-proposte che Carlo V accoglie con un sorriso ironico;
16, tre giorni dopo, persistendo nel chiedere spiegazioni sugli armamenti in corso in campo imperiale, ai protestanti viene risposto per iscritto che se «S.M. non ha affatto l'intenzione di inquietare nessuno a causa della sua religione», è però deciso di impiegare la forza per ridurre tutti all'obbedienza.

Prima della guerra smalcaldica i Fugger danno a Carlo V, in una sola volta, 600.000 fiorini e, sei mesi dopo, altri 230.000 cosicché Anton Fugger «duramente spogliato» deve prendere a prestito in misura crescente denaro altrui.


Carlo V, persuaso ormai della necessità di un'azione di forza contro la Lega di Smalcalda apre le ostilità; 
la guerra di Smalcalda si trascina dapprima a lungo in snervanti operazioni di manovra che estenuano entrambi i contendenti;

Dopo una diversone in Tirolo, il grosso delle forze dei ribelli si porta sul Danubio e giunti a Ichtershausen il langravio Filippo e l'Elettore Giovanni Federico decidono di attaccare al più presto. Un'audace propaganda li ha preceduti e numerosi scritti rivelato la loro intenzione di lottare contro il «il re Carlo che si nomina quinto imperatore romano» a cui rimproverano di aver violato le «capitolazioni» sottoscritte all'atto dell'elezione, introducendo truppe starniere nel Reich.
Questi argomenti toccano il cuore dell'immensa folla luterana.

Luglio
30
, quando i ribelli riescono ad occupare Donauworth e a ricevere poi i contingenti dell'Oberland, il successo appare sicuro.
Più di 60.000 uomini obbediscono infatti ai due principi, a cui l'imperatore può opporre solo un esercito di circa 30.000 italiani e spagnoli.
Molto abilmente però, Carlo V non accetta il combattimento e si ritira in attesa di rinforzi, rimanendo poi immobile al riparo delle trincee quando le forze luterane marciano contro il suo campo. Nonostante il violento bombardamento, l'imperatore non si muove e non mostra alcun turbamento neppure quando un proiettile raggiunge la sua tenda.
Per costringerlo a combattere sarebbe necessario dare l'assalto alle posizioni e Filippo d'Assia sostiene tale idea a cui si oppone invece l'Elettore; onde Carlo V può liberamente rirtirarsi verso il nord dove è ben presto raggiunto dai rinforzi guidati da Buren.
Da questo momento la situazione si capovolge.

Ricevute anche le truppe di Moritz di Sassonia (che ha per una seconda volta tradito gli amici), l'imperatore pensa di passare a sua volta all'offensiva. Ma è sufficiente la sola minaccia.

Novembre
6
, nell'apprendere l'avanzata nemica, i protestanti si sbandano: parte tornano alle proprie case ed il resto batte in ritirata; e così, eccetto auqualche città isolatache prolunga la resitenza, all'inizio di dicembre tutta la Germania meridionale è nuovamnete sottonmessa al potere iperiale.…

Dicembre
e così, eccetto qualche città isolata che prolunga la resistenza, all'inizio di dicembre tutta la Germania meridionale è nuovamente sottomessa al potere imperiale;
Carlo V si dirige allora verso il nord e penetra in Sassonia contando sul terrore che accompagna la marcia delle sue truppe, per favorire l'avanzata;
le città gli aprono infatti le porte senza combattere, eccetto Wittemberg dove il ricordo di M. Lutero spinge i borghesi dietro i merli delle mura.
Tutto sembra perso per i luterani, quando l'Elettore infine si muove e, aiutato anche da un'insurrezione scoppiata nel frattempo in Boemia, costringe l'imperatore a ritirarsi, riconquistando così buona parte del territorio precedentemente abbandonato.
Intanto succede una grave sconfitta all'alleato Moritz di Sassonia ed una nuova irruzione francese in Italia.
Pur ammalato, facendosi trasportare sopra una lettiga, Carlo V accorre a Norimberga con l'ostinato proposito di piegare i ribelli all'obbedienza imponendo loro l'accettazione delle decisioni del Concilio di Trento.
31, nel bilancio della Banca Fugger (il "guvernator" è il 53enne Anton Fugger) il capitale commerciale ammonta ad una somma totale di oltre 5.000.000 di fiorini del Reno.
[Vedi a confronto il bilancio al 31 dicembre 1527]
Ma compaiono ormai le prime fenditure…
Le miniere dell'Ungheria e del Tirolo devono essere abbandonate, la funzione direttiva del capitale internazionale passa ai genovesi.

[Pierre Lafue, Storia della Germania, Cappelli 1958.]

REGNO di SPAGNA
[vedi sotto]
REGNO di NAPOLI
[vedi sotto]

1546
REGNO di BOEMIA e d'UNGHERIA
Ferdinando I
Albero genealogico

(Alcalá de Henares 1503 - Vienna 1564)
figlio di Filippo d'Absburgo [il Bello] e di Giovanna [la Pazza], fratello minore di Carlo V, fu educato in Spagna;
1516, il nonno Massimiliano I gli procura la mano di Anna Jagellone;
1521-64, arciduca di Alta e Bassa Austria, Carinzia, Stiria e Carniola
1525-26, viene soffocata nel sangue la rivolta dei contadini nel Tirolo;
1526-64, re di Boemia e d'Ungheria;
la seconda corona gli viene disputata dal voivoda di Transilvania Giovanni Szápolyai, appoggiato dall'impero ottomano;
1530-64, re dei romani;






1556-64, imperatore del Sacro Romano Impero;

 



1546
-


1546
principato di Transilvania
Isabella Jagellona

(† 1559)
vedova di Giovanni Szápolyai († 1540), voivoda di Transilvania e re d'Ungheria;
1540-59, p.ssa di Transilvania;
(per volontà del sultano Solimano [il Magnifico])


1546
-


1546
ducato di Sassonia
Giovanni Federico [il Magnanimo]
Albero genealogico

(Torgau 1503 - Weimar 1554)
figlio di Giovanni [il Costante] di Wettin e di Sofia di Meclemburgo;
1532-54, langravio di Turingia;
1532-47, duca elettore di Sassonia;
capo, assieme a Filippo d'Assia, dei protestanti tedeschi;





Moritz
Albero genealogico

(Freiberg 1521 - Sievershausen 1553)
figlio di Enrico [il Pio] e di Caterina di Meclemburgo;
[linea albertina]
1539, si converte al luteranesimo;
1541, sposa Agnese, figlia di Filippo d'Assia capo della Lega di Smalcalda;
1541-47, duca di Sassonia;
la sua appartenenza alla religione protestante non gli ha impedito (1541) di schierarsi al fianco di Carlo V nel tentativo di estendere il suo potere a danno del cugino Giovanni Federico [il Magnanimo] che regna sulla Sassonia elettorale;



1547-53, principe elettore di Sassonia;





1546
ducato di Prussia
Alberto di Brandeburgo
Albero genealogico

(Ansbach, Baviera 1490 - Tapiau, Königsberg 1568)
figlio di Federico margravio di Brandeburgo-Ansbach;
1525-68, duca di Prussia; (il primo)






1546
ducato di Württemberg
Ulrico di Württemberg
Albero genealogico

(Reichenweiler, Alsazoia 1487 - Tubinga 1550)
figlio di Enrico e di Elisabetta di Zweibrücken;
1498-1519, duca di Württemberg;
dal 1520 al 1534 rimane in esilio a Montbéliard mentre il governo del ducato viene affidato a Ferdinando I d'Austria;
1534-50, duca di Württemberg;
1546
in risposta alla sua adesione alla Lega di Smalcalda, il duca d'Alba lo sconfigge e occupa Stoccarda; per mantenere il ducato egli deve allora cedere varie fortezze alla casa d'Austria che tuttavia insiste per la sua destituzione;







1546
ducato di Baviera
Guglielmo IV [il Costante]
Albero genealogico

(† 1550)
figlio di Albrecht IV [il Saggio] e di Cunegonda d'Austria;
1508-50, duca di Baviera;



1546
Mainz [Magonza]









1546
REGNO di POLONIA
Sigismondo I
Albero genealogico

(† 1548)
figlio di Casimiro IV Jagellone e di Elisabetta d’Absburgo;
1506-1548, re di Polonia e granduca di Lituania;
sposa in seconde nozze Bona Sforza († 1557), figlia di Gian Galeazzo duca di Milano;





1546
-





1546
IMPERO OTTOMANO
Solimano [il Magnifico]
Albero genealogico

(1494 - 1566)
figlio di Selim I;
1520-66, sultano;
1534-35, prima campagna militare contro i Safawidi di Persia;
dal 1542 si è alleato con con Francesco I, nonostante gli accordi di pace siglati da quest'ultimo nel 1538 con Carlo V;



Gran Visir
-
1546
dal 1533 Khayr al-Din [Barbarossa] è diventato ammiraglio in capo (kapudan pasa - grande ammiraglio) della marina ottomana che si batte contro la marina imperiale spagnola.
annette Buda;











1546
REGNO di FRANCIA
Francesco I
Albero genealogico
(Cognac 1494 - Rambouillet 1547)
figlio di Carlo di Orléans conte di Angoulême e di Luisa di Savoia;
1515-47, re di Francia;



Primo ministro
[Sovrintendente delle Finanze]
Jean du Thier
signore di Beauregard
(1544 - 1546)
Claude d'Annebaut
(1546 - 1552)
Cancelliere-Guardasigilli
chev. François Olivier
pres.te del Parlamento di Parigi
(1545 18 apr - 2 gen 1551)
Segretario di stato agli Affari Esteri
-
 
1546
-

 
1546
ducato di Lorena e di Bar
Carlo III (o II) [il Grande]
Albero genealogico

(1542 - 1608)
figlio di François I e di Christine di Danimarca;
1545-1608, duca di Lorena e di Bar;
sotto la tutela della madre e dello zio;

1546
-


1546
Paesi Bassi
Carlo V
Albero genealogico

[vedi Carlo V]
1515-56, principe dei Paesi Bassi;
[Olanda, Brabante, Limbourg, Fiandre e Hainaut]


Governatrice
Maria d'Absburgo
(1530 - 25 ott 1555)

1546
-





1546
REGNO d'INGHILTERRA e d'IRLANDA
Enrico VIII
Albero genealogico

(Greenwich 1491 - Westminster 1547)
[erede delle due Rose]
secondogenito di Enrico VII Tudor e di Elisabetta di York;
1509-47, re d'Inghilterra e d'Irlanda;
1509, subito dopo l'incoronazione, sposa la vedova del fratello Arturo, Caterina d'Aragona;
1514 concede la sorella Maria Tudor in matrimonio a Louis XII;
1515-29, di fatto la politica inglese e il governo sono diretti in suo nome da Th. Wolsey nella sua triplice veste di cardinale arcivescovo di York, lord cancelliere e legato papale a latere, colui che riuscirà a restituire all'Inghilterra un certo prestigio tra le potenze europee;
1523-24, deve desistere da una richiesta di nuovi sussidi, per la forte e diffusa resistenza incontrata nel paese;
nel 1524 ha invaso la Francia settentrionale senza però ottenere risultati apprezzabili;
nel 1526, dopo che l'imperatore non ha tenuto fede all'impegno di sposare Maria sua figlia, si è schierato dalla parte della lega antimperiale di Cognac, non riuscendo pur tuttavia a svolgere nel conflitto una parte di rilievo;
nel 1529, forse spinto in parte da un'infatuazione per Anna Bolena, una damigella di corte, ha chiesto l'annullamento del matrimonio con Caterina d'Aragona rifiutato dal papa;
nel 1534, per sua volontà, il parlamento inglese ha votato l' Act of Supremacy legge con la quale si proclama il re "unico capo supremo sulla terra della chiesa d'Inghilterra detta Anglicana Ecclesia".
[Dopo il tentativo di restaurazione cattolica da parte di Maria Tudor, nel 1559 Elisabetta I ne promulgherà uno nuovo.]
nel 1537, ripudiata Caterina d'Aragona, ha sposato Anna Bolena poco dopo condannata a morte sotto l'accusa di adulterio; ha sposato quindi Jane Seymour;
nel 1537 Jane Seymour è morta dando alla luce il sospirato erede al trono, Edoardo; il successivo matrimonio con Anna di Clèves è stato preparato da Cromwell intendendo così rafforzare i legami con la Germania protestante;
dal 1540, dopo il ripudio di Anna di Clèves, la nuova regina Caterina Howard è sostenuta dai cortigiani più reazionari capeggiati da Thomas III Norfolk e S. Gardiner;
nel 1543 Caterina Howard, a sua volta decapitata, è sostituita con Caterina Parr, sesta e ultima delle sue mogli;





1546
-





IRLANDA
-
-
-
-

1546
-

a


1546
REGNO di SCOZIA
Maria [Stuarda]
Albero genealogico

(Linlithgow, Edimburgo 1542 - Fotheringhay, Northamptonshire 1587)
figlia di Giacomo V e di Maria di Guisa;
1542-67, regina di Scozia;
proclamata pochi giorni dopo la nascita, alla morte del padre, sotto la reggenza della madre;



1546
-


a

1546
REGNO di DANIMARCA e di NORVEGIA
Cristiano III
Albero genealogico
(Gottorp, Schleswig-Holstein 1503 - Koldinghus, Vejle 1559)
figlio di Federico I e di Anna di Brandeburgo;
1534-59, re di Danimarca e di Norvegia;



1546
-
NORVEGIA
1546
-
ISLANDA
1546
-

1546
REGNO di SVEZIA
Gustavo I Vasa
Albero genealogico
(Lindholm 1496 ca - Stoccolma 1560)
figlio di Erik Vasa;
1523-60, re di Svezia; (convertito al luteranesimo)





1546
-






1546
REGNO di PORTOGALLO
Giovanni III [il Pio]
Albero genealogico

(Lisbona 1502 - 1557)
primogenito di Emanuele I e di Maria, figlia dei sovrani spagnoli Ferdinando e Isabella;
1521-57, re di Portogallo;
nel 1525 (febbraio), a Salamanca, ha sposato la p.ssa Catarina di Spagna, 18enne, sorella dell'imperatore Carlo V;
nel 1536 ha introdotto l'inquisizione in Portogallo;




1546
-
a

1546
REGNO di SPAGNA
Carlo I
Albero genealogico

[vedi Carlo V]
1516-56, re di Spagna; (Carlo I)



1546
-







1546
PIEMONTE
Emanuele Filiberto [Testa di Ferro]
(Chambéry 1528 - Torino 1580)
figlio di Carlo III [il Buono] e di Beatrice di Portogallo;
1536-80, principe di Piemonte;
1538-80, conte d'Asti;



1553-80, conte di Aosta, Maurienne e Nizza;
1553-80, duca di Savoia;
1553-80, re di Cipro e Gerusalemme (titolare)


 

1546
-



1546
REPUBBLICA DI GENOVA
[Denominazione ufficializzata nel 1528 per iniziativa di Andrea Doria]
Giovanni Battista de Fornari
Albero genealogico

(? - ?)
figlio di
1545 4 gen - 4 gen 1547, doge di Genova;


- Inquisitore (1539-47): fra S. Usodimare, vicario generale dei domenicani.

1546
-



1546
ducato di Milano

dal 1535 il ducato,
come previsto dal congresso di Bologna,
è stato devoluto all'impero [in pratica agli Absburgo].



Felipe II
Albero genealogico
(Valladolid 1527 - Escorial, Madrid 1598)
primogenito di Carlo V e di Isabella di Portogallo;
1539, muore la madre;
1540-98, duca di Milano;
dal 1543 è reggente della Castiglia e dell'Aragona e dal 1545 è vedovo;




1554-98, re di Napoli e di Sicilia (Filippo I);
1556-98, re di Spagna (Filippo II);
1580-98, re di Portogallo;

Viceré
don Ferdinando I [Ferrante] Gonzaga
(1546 - 1555)

1546
-



1546
ducato di Mantova
Federico III Gonzaga
Albero genealogico
(1533 - 1550)
figlio di Federico II e di Margherita Paleologo;
1540-50, duca di Mantova e marchese del Monferrato;



1546
-
a

1546
REPUBBLICA DI VENEZIA
"La Serenissima"
Francesco Donà

(Venezia 1468 - Venezia 23 mag 1553)
figlio di Alvise e di Camilla Lion;
1545-53, doge di Venezia; [79°]


- nunzio pontificio: G. Della Casa (1544 ago - 1549)
- ambasciatore di Spagna: ? (? - ?)

1546
Febbraio
dopo le sollecitazioni papali pervenute l'anno precedente tramite l'ambasciatore veneziano a Roma, Francesco Venier, arriva ora il severo giudizio del cardinale J. Sadoleto ma il governo non si muove;
in effetti potrebbe lasciare agire l'Inquisizione romana, offrendo la propria collaborazione per le inchieste e l'esecuzione delle setenze del tribunale inquisitoriale, ma la concezione statale e anche la tradizione del governo non possono permettere l'esercizio della giurisdizione ecclesiastica nel suo territorio. È una giurisdizione estranea allo Stato che agisce nello Stato e che può andare contro gli interessi e anche le leggi della Repubblica;

Aprile
22
, due giorni prima della vittoria di Carlo V a Mühlberg, probabilmente dietro pressioni del nunzio G. Della Casa e per il fatto che un agostiniano predica in senso eretico nella chiesa di S. Barnaba, il governo decide di agire; con un decreto il doge affida ai nobili "probi cattolici" Nicolò Tiepolo, Francesco Contarini e Antonio Venier [I "Tre Savi sopra eresia" detti anche "Assistenti laici", "Deputati laici"] il compito di:
- inquisire diligentemente contro gli eretici presenti a Venezia,
- ammettere eventuali querele contro di loro,
- perseguirli assieme al Nunzio (Legato), al Patriarca e al "Venerabile Inquisitore dell'heretica pravità",
- sollecitare ciascuno di loro a istruire i processi nei quali sono "Assistenti",
- procurare che siano emanate "sentenze debite" contro i rei.
L'istituzione di questa magistratura non è certo una novità, (vedi 1249 e 1289) ma si inserisce in una tradizione veneziana dei rapporti tra giurisdizione papale e civile in campo inquisitoriale. In questo caso l'Inquisizione, nonostante la presenza dei Tre Savi, è sotto il profilo decisionale più autonoma. Il voto decisivo è attribuito soltanto al Nunzio, al Patriarca e all'Inquisitore (un francescano fino al 1560), mentre l'uditore del Nunzio e il Vicario generale del Patriarca dispongono soltanto di un voto consultivo, anche se qualche fase del processo può essere presieduta da loro. I Tre Savi non hanno alcun voto.
[I "Tre savi sopra eresia" saranno eletti dal Doge e dal Collegio, un corpo elettorale abbastanza ristretto, fino al 1595. Essi rappresentano il Consiglio dei Dieci presso l'Inquisizione, ossia l'autorità dell'organo giudiziario più importante della Repubblica al quale deve rendere periodicamente conto dei processi. Uno di loro assiste sempre a tutte le fasi del processo; nel caso si tratti di patrizi veneziani ai relativi processi devono assistere tutti e tre. Nonostante la loro importanza, tuttavia, essi non avranno mai un riconoscimento canonico, avranno invece molti riconoscimenti e lodi per la loro "efficace" collaborazione.]

Giugno-Ottobre
il bolognese Ludovico Dall'Armi, pensando di coinvolgere indirettamente Venezia nella lotta contro l'imperatore, prima chiede di non lasciar passare sul suo territorio le truppe pontificie dirette in Germania, poi chiede un prestito di 100.000 ducati per due mesi; il governo veneziano però si dichiara per la pace di tutti i cristiani, cioè per la neutralità, rifiutando così le sue richieste come ha già rifiutato, dopo un lungo dibattito al senato, di accreditare il protestante Baldassarre Altieri come ambasciatore della Lega di Smalcalda;

Ottobre
[a.f.:] Baldassarre Altieri chiede, a nome dell'elettore Giovanni Federico di Sassonia e del langravio Filippo d'Assia, un prestito di 100.000 ducati; il governo veneziano declina, dando in cambio assicurazione che i mercanti tedeschi saranno sempre i benvenuti, a Venezia, e che nessuno mai li perseguiterà per la loro fede religiosa.
[Paul F. Grendler, L'Inquisizione Romana e l'Editoria a Venezia 1540-1605, Il Veltro Editrice, Roma 1983]

Dicembre
i governanti della Repubblica non restano più insensibili alla proposta di Enrico VIII di costituire una Lega antimperiale e nominano come ambasciatore in Inghilterra Bernardo Navagero.




1546
ducato di Ferrara, Modena e Reggio
Ercole II d'Este
Albero genealogico

(Ferrara 1508 - 1559)
figlio di Alfonso I e di Lucrezia Borgia;
1528, Parigi, sposa Renée d’Orléans († 1575) duchessa di Chartres, figlia di re Louis XII, di inclinazioni calviniste;
[gli porta in dote il ducato con altri domini, ricevuti in pegno nel 1528 da Philippe IV [il Bello] re di Francia]
1534-59, duca di Ferrara, Modena e Reggio;


 
1546
-



1546
ducato di Firenze
Cosimo I de' Medici
Albero genealogico

(Firenze 1519 - Villa di Castello, Firenze 1574)
figlio di Giovanni [dalle Bande Nere] (ramo dei "popolani") e di Maria Salviati;
1537-69, duca di Firenze;
nel 1539 ha sposato Eleonora Álvarez de Toledo y Zúñiga († 1562);



1569-74, granduca di Toscana;

1546
Firenze, il gesuita p. Giovanni Polanco, inviato in città dal p.gen. I. de Loyola, comincia la sua opera proprio inviando una predica morale alla duchessa Eleonora Álvarez de Toledo y Zúñiga, ma viene per questo redarguito dallo stesso p.gen.: «Gli è che presso certe persone che non vanno sino in fondo alla verità abbiamo fama di voler governare tutto il mondo»; poiché il gesuita si è imprudentemente compromesso con quelli dell'antico partito di G. Savonarola, viene richiamato a Roma;



1546
ducato di Urbino
Guidobaldo II
Albero genealogico
(Pesaro 1514 - 1574)
figlio di Francesco Maria I Della Rovere e di Eleonora Gonzaga;
1538-74, duca di Urbino;
1538-39, duca di Camerino;





 
1546
-



1546
REGNO di NAPOLI
Carlo V
Albero genealogico

(Gand 1500 - Yuste, Estremadura 1558)
secondogenito di Filippo [il Bello] e di Giovanna [la Pazza];
1515-56, principe dei Paesi Bassi;
1516-56, re di Spagna (Carlo I)
1516-54, re di Napoli (Carlo IV);
1519-56, imperatore del Sacro Romano Impero;

– vedi sopra –

NAPOLI
Viceré
don P. Álvarez de Toledo y Zúñiga
marchese di Villafranca
(1532 - 1553)
Nunzio apostolico
-

1546
-


SICILIA
Viceré
don Ferdinando I [Ferrante] Gonzaga
(1535 - 1546)
1546
-
a





Brahe, Tyge o Tycho Brahe o Ticone (Knudstrup, Scania 1546-Benatky, Praga 1601) astronomo danese. 
Torna al vecchio modello di Eracide Pontico (sec. IV a.C.) che concepiva la Terra al centro del mondo e faceva girare la Luna e il Sole intorno alla terra (geocentrico), e i pianeti intorno al Sole (eliocentrico). Un sistema astronomico misto, chiamato "sistema ticonico". 
De nova et nullius aevi memoria prius visa stella (1573)
De mundi aetherei recentioribus phaenominis (1588)
Tavole Rudolfine (completate poi da Keplero).
[Mentre Giordano Bruno lo ammira, tanto da dedicargli uno dei suoi libri, tale stima non è reciproca: per motivi teologici infatti l'astronomo non si sente di accettare la teoria bruniana dell'infinità dell'universo.].

Desportes, Philippe abate di Tiron (Chartres 1546-Bonport, Normandia 1606) poeta francese, "lettore" di Enrico III, iniziatore del "preziosismo" dei  primi del Seicento;
Premières oeuvres (1573, Prime opere, tra cui:
Les amours de Diane (Amori di Diana; destinato a Françoise d'EstrèesLes amours d'Hippolyte (Amori di Ippolita; destinato a Margherita di Navarra)
Prières et méditations chrétiennes (1594, Preghiere e meditazioni cristiane)
Psaumes (1606, Salmi, traduzione).

Fischart, Johann (Strasburgo 1546 ca-Forbach 1590) scrittore tedesco;
Aller Praktik Grossmutter (1572, La nonna di tutte le superstizioni relative ai lunari)
Flöhhatz (1573, la caccia alla pulce)
Avventurosa e mirabolante istoria della vita, dei pensieri e delle gesta dei per gran pezza rinomatissimi eroi e signori Grandgusier, Gargantua e Pantagruel, regnanti in Utopia e in Vattelapesca (1575)
Glückhafft Schiff von Zürich (1576, La felice nave di Zurigo)
Philosophisch Ehezuchtbüchlein (1578, Libretto filosofico per la disciplina matrimoniale)
Jesuitenhütlein (1580, Il cappelluccio dei gesuiti).

Franco, Veronica (Venezia 1546-1591) poetessa italiana, ritratta pure dal Tintoretto; processata nel 1580 dal Sant'Uffizio per la sua vita scandalosa, fondò un ricovero per donne perdute.
Terze rime (1575, al duca Guglielmo di Mantova)
Lettere familiari a diversi (1580, al cardinale Luigi d'Este).

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Stampa

«segue da 1545»
1546,
Inghilterra:
Cymric, si cominciano a stampare libri in gallese.
Londra, esce in questo periodo il primo libro in gallese, una raccolta di preghiere conosciuta dal suo incipit come Yny Lhyvyr hwnn («in questo libro»), stampato da Edward Whitchurch, probabilmente su commissione dell'antiquario gallese John Price.
Italia:
Verona, Girolamo Fracastoro pubblica il De contagione et contagiosis morbis et curatione, testo alla base della moderna patologia, nel quale per la prima volta si attribuisce l'origine delle malattie contagiose a seminaria o virus, agenti vivi che contaminano uomini e animali.
Venezia, una lite tra librai per due edizioni rivali delle Rime di Francesco Berni si conclude con la condanna del libro come immorale ed una ingiunzione di non stamparlo né venderlo mai più. Ad udire la sentenza vengono convocati undici librai, ancora una volta, sembra, con scarsi effetti [Edizioni delle Rime compariranno infatti nuovamente nel 1550 e nel 1565-66.]
. Francesco Brucioli ha pubblicato circa 10 edizioni e ristampe delle opere del fratello, oltre a qualche altro titolo (1540-46);
Belgio
i teologi dell'università di Lovanio, su ordine di Carlo V e Filippo II, pubblicano tre cataloghi con alcune centinaia di proibizioni che, alle consuete opere dei riformatori e a un elenco delle edizioni della Bibbia e del Nuovo Testamento, uniscono una lista di opuscoli di piccolo formato in fiammingo destinati a promuovere la diffusione della Riforma nelle classi popolari.
«segue 1547»

Congregazione cardinalizia dell'inquisizione

«segue da 1545»
1546
Roma, viene convocato P. Carnesecchi; per essere sottoposto a un processo al quale lo hanno finora sottratto solo gli interventi di R. Pole e di Cosimo de' Medici.
Giugno
25
, il vescovo Grechetto scrive ad Alessandro Farnese per denunciare l'adesione di G. Grimani, patriarca di Aquileia, alla dottrina della giustificazione già professata da:
. Gaspare Contarini,
. R. Pole,
. G.G. Morone;
Settembre
13
, sempre il vescovo Grechetto, rivolgendosi stavolta al card. G.A. Sforza di Santa Fiora, inveisce contro «certi fautori de la secta lutherana, inimici del viver catholico» che infestano le aule tridentine, tra i quali «uno principal è il patriarca aquilegiense […] assai perverso […]» che, oltre a mantenere stretti legami con vescovi sospetti come Giacomo Nacchianti e P.P. Vergerio [il Giovane], ospita in casa sua il medico mirandolano Giovan Battista Susio, «tuto heretico», e a Venezia e Padova non faceva «che favorir lutherani»;
«segue 1547»

 

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