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Papa
Clemente VIII

(1592-1605)

Promulga un'edizione rivista del Pontificale Romanum, il manuale per il conferimento dei sacramenti della cresima e dell'ordine e per la celebrazione di altri riti episcopali, ad uso degli ordini.
Con i soliti maneggi, un gruppo di tipografi romani riesce ad ottenere dal pontefice il bando di tutte le precedenti edizioni ed un privilegio esclusivo, in questo caso trentennale, per la stampa del Pontificale Romanum, sotto pena di scomunica e di 1.000 ducati di multa per i violatori.

Gesuiti

«segue da 1594»
[col generale C. Acquaviva (1581-1615) si potenzia la compagnia]
1595, sono stati appena espulsi dalla Francia;
[vedi Domicilia]
«segue 1596»

Ugonotti

«segue dal 1594»
1595, gennaio,  Enrico IV dichiara guerra alla Spagna;
i cattolici francesi che appoggiano Filippo II vengono sconfitti a Ivry.
«segue 1598»

ANNO 1595



1595
Unione Elvetica
Confederazione dei tredici cantoni elvetici:

CATTOLICI
- Uri (1291),
- Schwyz (1291),
- Unterwalden (1291),
- Lucerna (1332),
- Zug (1353),
- Glarus (1353) [in parte],
- Friburgo (1481),
- Soletta (1481).

PROTESTANTI
- Zurigo (1351),
- Berna (1353),
- Glarus (1353) [in parte],
- Basilea (1501),
- Sciaffusa (1501),
- Appenzell (1513).

1595
-

 



 
1595
Sacro Romano Impero
Rodolfo II
Albero genealogico

(Vienna 1552 - Praga 1612)
primogenito di Massimiliano II e di Maria d'Absburgo figlia di Carlo V;
1572-1608, re d'Ungheria;
1575-1611, re dei romani e di Boemia;
1576-1608, arciduca di Alta e Bassa Austria, Carinzia, Stiria e Carniola
1576-1612, imperatore del Sacro Romano Impero;



1595
-



1595
ducato di Sassonia
Cristiano II
Albero genealogico

(† 1611)
figlio di Cristiano I e di Sofia di Brandeburgo;
1591-1611, principe elettore di Sassonia;





1595
ducato di Prussia
Alberto II
Albero genealogico

(† 1618)
figlio di Alberto I e di ?;
1568-1618, duca di Prussia;
caduto in demenza, i suoi stati sono governati dal parente, l’elettore di Brandeburgo


1595
ducato di Württemberg




1595
ducato di Baviera
Guglielmo V
Albero genealogico

(† 1626)
figlio di Albrecht V [il Magnanimo] e di Anna d'Austria;
1579-97, duca di Baviera;


1595
Palatinato
Federico IV [il Giusto]
Albero genealogico
(Amberg 1574 - Heidelberg 1610)
figlio di Ludovico VI e di Elisabetta di Assia-Kassel;
1583-1610, elettore del Palatinato;
alla morte dello zio Giovanni Casimiro assume personalmente il governo e continua la sua politica di ostilità verso la chiesa cattolica e gli Absburgo (cui rifiuta aiuto nelle guerre turche) e di cooperazione con i protestanti stranieri;
dal 1593 è sposato con Luisa d'Orange, figlia di Guglielmo [il Taciturno];



1595
Mainz [Magonza]








1595
REGNO di POLONIA e REGNO di SVEZIA
Sigismondo III Vasa
Albero genealogico

(Stoccolma 156 6- Varsavia 1632)
figlio di Giovanni III di Svezia e di Caterina Jagellona, sorella di Sigismondo II Augusto;
1587-1632, re di Polonia;
1592-1604, re di Svezia;





POLONIA

1595
-


SVEZIA

1595
-




 






1595
IMPERO OTTOMANO
Murad III
Albero genealogico
(1546-1595)
figlio di Selim II e di Afife Nur-Banu (la veneziana Rachel o Cecilia Baffo);
1574-95, sultano;
1595
è dominato dalla favorita, un'altra veneziana della famiglia Baffo, detta Safiye, che gli dà l'erede al trono Mehmet III;
debole e poco interessato ai problemi politici non è riuscito a frenare la crisi dello stato turco, in cui si verificano processi di rifeudalizzazione; in politica estera ha ottenuto qualche successo contro la Persia, cui ha tolto la Georgia, l'Armenia e l'Azerbaigian.


Mehmet III 
Albero genealogico

(1566 - 1603)
figlio di Murad III e di Safiye (una della famiglia veneziana Baffo); capostipite della famiglia Osmani.
1595-1603, sultano;
1595
mentre il centro di potere si è ormai spostato dal diwan (consiglio di stato) all'harem per la pesante invadenza della sultana madre, Safiye, si libera degli intrighi della successione facendo strangolare i suoi:
- 19 fratelli,
- 20 sorelle,
- 2 bambini nati dopo la morte di suo padre,
- tutte le concubine di quest'ultimo.
La macchina bellica ottomana si dimostra ormai inadeguata.


Gran Visir
Sokollu Mehmet Pascià
(1566 - ?)
1595
nella guerra con gli Absburgo, la macchina bellica ottomana comincia a mostrarsi inadeguata;











1595
RUSSIA
Fëdor I [Teodoro I] Ivanovic Rjurik
Albero genealogico

(1557 - 1598)
figlio di Ivan IV [il Terribile] e di Anastasia Romanova;
1580, sposa Irene, sorella del boiaro Boris Godunov;
1584-98, zar di Russia;
debole di mente, affida il governo dapprima allo zio materno Nikita Romanov, poi al boiaro Boris Godunov;
dal 1589 la chiesa ortodossa russa non dipende più da Costantinopoli avendo ottenuto l'elevazione di Mosca a patriarcato;

 
-
1595
-


1595
Valacchia
Michele [il Valoroso]

(n. 1557 - m. 1601)
1593-1601, voivoda di Valacchia;

 
-
1595
insieme con il principe di Transilvania Sigismondo Báthory sconfigge gli eserciti turchi;





1595
REGNO di FRANCIA e REGNO di NAVARRA
Enrico di Navarra
Albero genealogico
(Pau 1553 - Parigi 1610)
figlio di Antonio di Borbone re di Navarra e di Giovanna d'Albret regina di Navarra, fu da quest'ultima educato alla fede calvinista;
1572-1610, re di Navarra;
1585-94, "guerra dei tre Enrichi";
1589-1610, re di Francia (Enrico IV);





Primo ministro
[Sovrintendente delle Finanze]
Consiglio di 9 membri (1594-97):
1. Pomponne de Bellièvre,
2. Henri I de Montmorency,
3. Albert de Gondi,
4. Gaspard de Schomberg,
5. Jacques de la Grange-le-Roy,
6. Pierre Forget de Fresnes,
7. Philippe Hurault de Cheverny,
8. Nicolas de Harlay, signore di Sancy, e
9. M. de Béthune [futuro duca di Sully] (1597-1611)
Cancelliere-Guardasigilli
-
Segretario di stato agli Affari Esteri
Nicolas de Neufville
signore di Villeroy
(1594 30 dic - 9 ago 1616)
 
- ambasciatore di Venezia: Pietro Duodo (1594-97)
1595
Gennaio
dopo aver conquistato pezzo per pezzo il suo regno, dichiara guerra alla Spagna trasformando la guerra civile in guerra nazionale contro lo straniero;
Settembre
17
, l'assoluzione pontificia arriva prima del previsto grazie allo spirito d'indipendenza di Clemente VIII nei confronti di Filippo II;
[la sua vittoria è la vittoria dei politiques, il partito autorevolmente rappresentato a livello teorico dai Sei libri della repubblica di J. Bodin (1576), il partito che durante le guerre intestine ha sempre posto lo stato al di sopra delle differenze di religione e predicato l'autorità assoluta del monarca contro l'anarchia feudale e i particolarismi di ogni specie.]


1595
ducato di Lorena e di Bar
Carlo III (o II) [il Grande]
Albero genealogico

(1542 - 1608)
figlio di François I e di Christine di Danimarca;
1545-1608, duca di Lorena e di Bar;
sotto la tutela della madre e dello zio;
1548-50, il breve scontro con l'Inghilterra si conclude con l'acquisto di Boulogne da parte della Francia;
nel 1557 è entrato nella maggiore età;

1595
-



1595
Repubblica delle Province Unite
[sette province settentrionali]
Maurizio
Albero genealogico

(Dillenburg, Nassau 1567 - L'Aia 1625)
secondogenito di Guglielmo I [il Taciturno] e di Anna di Sassonia;
1584-1625, statolder di Olanda, Zelanda e Utrecht;
[presidente del Consiglio di Stato.]




1618-25, conte di Nassau;
1618-25, principe di Orange;


1595
1590-95, riorganizzati gli eserciti delle Province Unite, si impadronisce di Breda, Nimega e Groningen;



1595
Paesi Bassi
[dieci province meridionali]

-

governatore
[inviato da Filippo II]
Alessandro Farnese
duca di Parma
(1578 - 1595)
conte di Fuentes
(1595 - 1596)

1595
Unione di Arras: le province meridionali (Belgio) sono sottomesse a Filippo II.








1595
REGNO d'INGHILTERRA e d'IRLANDA
Elisabetta I
Albero genealogico
(Greenwich 1533 - Richmond, Surrey 1603)
figlia di Enrico VIII e di Anna Bolena;
1558-1603, regina d'Inghilterra;
dal 1559 è in vigore l' Uniformity Act;
nell'estate del 1579 il duca d'Alençon, erede al trono di Francia, si reca di persona in Inghilterra per corteggiarla;
1577-80, Francis Drake rinnova l'impresa compiuta da Magellano circumnavigando il globo (e saccheggiando al suo passaggio le coste occidentali dell'America spagnola);
[Medico personale: dottor Rodrigo López, un portoghese di origine ebrea convertito al cristianesimo, a Londra dal 1558, a cui, per i servizi prestati alla regina, è stato concesso il monopolio dell'importazione di semi di anice, grazie al quale è diventato ricco. Perle sue rigini portoghesi, il medico fa parte della cerchia di amici di don Antonio, il pretendente alla corona del Portogallo; in realtà egli lavora come spia per il papa, per il re di Spagna e per lord Burghley, il capo dello spionaggio inglese.]



1595
-



IRLANDA
-
-
-
-
1595
dal 1560 è in vigore l' Uniformity Act;
nel nord scoppia una nuova rivolta guidata da due capi leggendari, Hugh O' Neill e Hugh O' Connell;




a

1595
REGNO di SCOZIA
Giacomo VI
Albero genealogico

(Edimburgo 1566 - Londra 1625)
figlio di lord Henry Stuart Darnley e di Maria [Stuarda];
1567-1625, re di Scozia;
incoronato a un anno, dopo la deposizione della madre, ha come reggenti vari nobili scozzesi protestanti e come precettore G. Buchanan;
nel 1587 non si è opposto all'esecuzione della madre;





1603-25, re d'Inghilterra (Giacomo I);



1595
-


a

1595
REGNO di DANIMARCA e di NORVEGIA
Cristiano IV
Albero genealogico
(Frederiksborg 1577 - Copenaghen 1648)
figlio di Federico II e di Sofia di Mecklenburg;
1588-1648, re di Danimarca e di Norvegia;
1595
solo ora viene incoronato, al raggiungimento della maggiore età;

1595
-
NORVEGIA
1595
-
ISLANDA
1595
-






1595
REGNO di SPAGNA e REGNO di PORTOGALLO
Filippo II [il re prudente]
Albero genealogico
(Valladolid 1527 - Escorial, Madrid 1598)
primogenito di Carlo V e di Isabella di Portogallo;
1539, muore la madre;
1540-98, duca di Milano;
1554-98, re di Napoli e di Sicilia (Filippo I);
1556-98, re di Spagna;
1580-98, re di Portogallo;
nel 1587 la decapitazione di Maria [Stuarda] gli offre il pretesto per rompere con l'Inghilterra che ha sostenuto i ribelli fiamminghi e le cui navi minacciano con la loro pirateria le rotte atlantiche e le colonie spagnole;
nel 1589, alla morte di Enrico III re di Francia, rivendica il trono francese per la figlia Isabella Clara avuta da Elisabetta di Valois;
nel 1594 abbandona ufficialmente tutti gli affari di Stato; da questo momento riceve soltanto il frate Diego de la Yepes, suo confessore;


SPAGNA
1595
Gennaio
Enrico IV di Francia gli dichiara guerra; viene sconfitto a Fontaine-Française;

PORTOGALLO
1595
-






1595
ducato di SAVOIA
Carlo Emanuele I
Albero genealogico
(Rivoli 1562 - Savigliano 1630)
figlio di Emanuele Filiberto [Testa di Ferro] e di Margherita di Angoulême;
1580-1630, principe di Piemonte;
conte di Aosta, Maurienne e Nizza
;
duca di Savoia
;
1580-1630, re di Cipro e Gerusalemme (titolare);
1585 sposa Caterina (Catalina Michaella) d'Absburgo-Spagna († 1597), figlia di Filippo II;
1588-1630, marchese di Saluzzo;


 
1595
-



1595
REPUBBLICA DI GENOVA
[Denominazione ufficializzata nel 1528 per iniziativa di Andrea Doria]
Antonio Cebà Grimaldi
Albero genealogico

(? - ?)
figlio di
1593 27 nov - 26 nov 1595, doge di Genova;


Matteo Senarega
Albero genealogico

(? - ?)
figlio di
1595 5 dic - 4 dic 1597, doge di Genova;


1595
-


1595
ducato di Milano

dal 1535 il ducato,
come previsto dal congresso di Bologna,
è stato devoluto all'impero [in pratica agli Absburgo].



Filippo II [il re prudente]
Albero genealogico

(Valladolid 1527 - Escorial, Madrid 1598)
primogenito di Carlo V e di Isabella di Portogallo;
1539, muore la madre;
1540-98, duca di Milano;
1554-98, re di Napoli e di Sicilia (Filippo I);
1556-98, re di Spagna;
1580-98, re di Portogallo;



– vedi Spagna –

 

1595
-



1595
ducato di Mantova e di Monferrato
Vincenzo I
Albero genealogico
(1562 - 1612)
figlio di Guglielmo I e di Eleonora von Habsburg;
1581, sposa Margherita Farnese († 1643) [annullato 1583];
1584, sposa Eleonora de' Medici († 1611).
1587-1612, duca di Mantova e del Monferrato;



1595
-
a

1595
REPUBBLICA DI VENEZIA
"La Serenissima"
Pasquale Cicogna
(Venezia 27 mag 1509 - Venezia 2 apr 1595)
figlio di Gabriele e di Marina Manolesso;
1585-95, doge di Venezia; [88°]
1595
Febbraio
18
, (e 4 marzo) giunge notizia che l'inquisitore di Bergamo ha preso a processare senza le necessarie autorizzazioni e presenza del rettore della città persone secolari.
Il governo medita di convocarlo a Venezia a rendere ragione di questa usurpazione della libertà dello Stato, ma alla fine, con in mente il caso di fra Alberto da Lugo, preferisce evitare di fare un altro martire. Si limita quindi ad annullare gli atti, trasferendo i prigioneri nelle carceri della Repubblica e dà incarico all'ambasciatore a Roma Paolo Paruta di discutere la questione con la Congregazione del Sant'Uffizio e papa Clemente VIII.
L'ambasciatore trova il pontefice e i cardinali abbastanza disponibili: evidentemente anche a Roma è vivo il ricordo dei fatti di Verona.
Fatto sta che l'inquisitore di Bergamo riconosce il suo errore, revoca i suoi atti e s'impegna a istruire di nuovo il processo assieme al rappresentante della Repubblica permettendo una rapida e soddisfacente conclusione della vertenza.
[Dal diario (18 febbraio e 4 marzo) di Francesco di Bertucci Contarini (1558-1624) che avrà in seguito una brillante carriera diplomatica e diventerà doge nel 1623.]
A Venezia sembra che i membri ecclesiastici del Sant'Uffizio veneziano non si prendano le stesse libertà dei fratelli di Terraferma, dato che i Tre Savi presenziano regolarmente alle varie fasi di ogni processo.
Cionondimeno, forte delle esperienze nel Dominio, il governo comincia a sorvegliare con più attenzione l'operato dell'Inqusiizione anche nella città dominante e giunge alla conclusione che i "deputati laici" non tutelano a sufficienza i diritti della potestà secolare contro gli attacchi del clero.

Aprile
5
, muore il doge, lasciando come ricordo il Ponte di Rialto.

"Interregno"

Tra la morte di un doge e l'elezione di un altro, viene modificata la procedura per l'elezione dei Tre Savi sopra eresia.
[L' "interregno" è considerato a Venezia un momento particolare, in cui diventano possibili mutamenti istituzionali indispensabili, ma altrimenti difficili da far accettare. La costituzione veneziana fornisce i mezzi, con la magistratura transitoria dei cinque correttori, che nella vacanza del dogado hanno facoltà di modificare ed eventualmente restringere le attribuzioni del doge.
Dal 1554 è il supremo magistrato veneziano a nominare gli assistenti laici dell'Inquisizione: i correttori propongno che d'ora in avanti sia il Collegio a proporre al Senato per l'elezione a "Savi sopra eresia" tre nomi di patrizi.
Il Maggior Consiglio ratifica la "correzione" a larga maggioranza.]
Tutti procuratori di San Marco, i "correttori" sono:
. Marino Grimani (pretendente al dogado)
[futuro doge, comunemente ritenuto pio quanto il predecessore e il nunzio lo dice ben disposto verso Roma e le «cose ecclesiastiche». Diversamente dai molti patrizi suoi contemporanei egli lascerà gran parte delle sue sostanze a Cappuccini, Gesuiti ed altri ordini religiosi.]
. Leonardo Donà (pretendente al dogado)
[feroce oppositore di qualsiasi pretesa clericale],
. Giacomo Foscarini (pretendente al dogado)
[aperto in precedenza alle istanze della Sede Apostolica, appare nel 1595 pienamente partecipe del nuovo clima],
. Giovanni Paolo Contarini,
[orientamento ideologio ignoto]
. Luca Michiel
[orientamento ideologio ignoto; entrato nel Consiglio dei Dieci nel 1581, vi siede ancora nel 1583 e nel 1585 e diventa procuratore di San Marco nel 1587].

Aprile
8
, i "Tre savi sopra eresia", fino a questo momento eletti dal Doge e dal Collegio, un corpo elettorale abbastanza ristretto, vengono ora (legge 8 aprile 1595) eletti dal Senato, un corpo elettorale di circa 300 membri che può rendere più difficile la scelta delle persone.

Paolo Paruta, ambasciatore veneziano a Roma, si adopera presso Clemente VIII per risolvere l'annoso problema della sovranità di Ceneda, ottenendo molte concessioni, ma il Senato rifiuta di ratificare l'accordo e la controversia continua.

[Paul F. Grendler, L'Inquisizione Romana e l'Editoria a Venezia 1540-1605, Il Veltro Editrice, Roma 1983.]


Marino Grimani
Albero genealogico

(Venezia 1º lug 1532 - Venezia 25 dic 1605)
figlio di Girolamo e di Donata Pisani;
1560, 27 novembre, sposa la 15enne Morosina Morosini (1545 – Venezia, 22 gennaio 1614) figlia di Andrea Morosini e di Chiara Priuli.
[Morosina ha fratello e una sorella, Pietro († 1575) e Angela. Angela sposa il fratello cadetto di Marino, Almorò.
Alla morte del fratello Pietro, Morosina e Angela rimangono le uniche eredi del patrimonio dei Morosini, che viene equamente spartito tra le due sorelle e tra i mariti.]
4 Figli:
. Beatrice Grimani, divenuta monaca;
. Donata Grimani, sposa di Francesco Tiepolo (1579);
. Laura Grimani, sposa di Nicolò Corner (1582);
. Maria Grimani, sposa di Alvise Grimani (1593), poi di Nicolò Molin (1607), poi di Lorenzo Giustinian (1608).
1595
Aprile
26
, dopo più di quattro settimane, più settantun ballottaggi nella Sala del Maggior Consiglio, viene eletto doge.
1595-1605, doge di Venezia; [89°]

- nunzio pontificio: Luigi Taverna (1593 26 feb - 23 feb 1596)
- ambasciatore di Spagna: ? (? - ?)

1595

Primo effetto della nuova procedura d'elezione dei "Tre savi sopra eresia" è l'estromissione di alcuni patrizi ferventi protettori delle «cose ecclesiastiche» dalla carica di savi all'eresia, che hanno monopolizzato per i 10/15 anni precedenti.
Tra questi: Federico Contarini, procuratore di San Marco.
Naturalmente, la morte contribuisce ad assottigliare i ranghi di coloro che negli anni Ottanta del Cinquecento sono stati abitualmente "assistenti laici" del Sant'Uffizio:
. Vido di Piero Morosini († 1591)
[savio all'eresia 1582-84 e 1586-90]
. Giovanni Battista di Pietro Querini († 1596).
["deputato laico" 1584-89 e 1592-93].
Per i primi cinque anni il Collegio propone e il Senato approva l'elezione di uomini non particolarmente caratterizzati in senso filo o antipontificio.
La durata del mandato è limitata e le norme sulla contumacia vengono in genere rispettate.

Lo stesso anno, nel corso di una disputa su un privilegio pontificio, l'ambasciatore della Repubblica a Roma Paolo Paruta, storico e trattatista politico, fa presente al Senato che errori ed inserzioni di materiali estranei sfigurano le impressioni veneziane. In queste condizioni un'eccessiva intransigenza da parte della Repubblica è pericolosa e potrebbe condurre ad un embargo del pontefice contro i libri veneziani. Il pubblico romano si procurerebbe altrove molti dei titoli abitualmente forniti dalle tipografie veneziane: le edizioni francesi e tedesche sono un po' più care, ma migliori dal punto di vista esteico e più corrette.
Il libro veneziano, insomma, "va" ancora perché costa meno, ma una volta che i lettori si abituassero ad un prodotto di più elevata qualità difficilmente tornerebbero indetro.
Pesante comunque la concorrenza straniera alla stampa veneziana anche sull'importante mercato dell'erudizione latina
.
Bisogna però tenere conto delle conseguenze indirette, in apparenza meno evidenti, della nuova censura. L'Indice ha reso infatti la stampa veneziana più vulnerabile, costretta a dipendere eccessivamente dai testi religiosi. L'espansione in questo settore ha compensato, certo, il bando di autori quali l'Aretino ed il Machiavelli ma anche in un'atmosfera di autentica ripresa religiosa il mercato ad un certo punto di saturerà nonostante gli editori veneziani facciano il possibile per tener viva la domanda, traducendo l'inesauribile riserva di scritti devozionali spagnoli.
Presto o tardi il pubblico chiederà dell'altro, magari la brillante pornografia dell'Aretino, che però l'Indice impedisce ai librai di fornire.
Il clima di controllo e di regolamentazione, inoltre, ha senz'altro dissuaso autori ed editori a tentare nuove strade.
Malgrado tutto, alla fine del Cinquecento, la crisi della stampa veneziana non è rovinosa. La sua produzione libraria diminuisce del 18% ma Venezia rimane uno dei principali centri dell'editoria europea.

I Giunti di Venezia, che nel corso del Cinquecento hanno stampato sei edizioni del Pontificale Romanum (l'ultima delle quali nel 1582), si trovano in magazzino 400 copie invendibili, mentre a Roma esso viene stampato con una spesa di 3 scudi la copia e venduto a 10 scudi.



[Paul F. Grendler, L'Inquisizione Romana e l'Editoria a Venezia 1540-1605, Il Veltro Editrice, Roma 1983.]



1595
ducato di Ferrara, Modena e Reggio
Alfonso II d'Este
Albero genealogico

(Ferrara 1533 - 1597)
figlio di Ercole II e di Renata di Francia;
1552-54, in contrasto col padre, fugge e combatte nelle Fiandre;
1557-58, combatte contro gli spagnoli in Italia;
1559-97, duca di Ferrara, Modena e Reggio;
nel 1560 ha allontanato da corte la madre, per le sue tendenze protestanti, che fa ritorno in Francia ritirandosi nel proprio feudo di Montargis;
nel 1567 è morta la prima moglie Lucrezia de' Medici;


 
1595
-


1595
Granducato di Toscana
Ferdinando I
Albero genealogico

(Firenze 1549 - 1609)
figlio minore di Cosimo I;
1587-1609, granduca di Toscana;
continua l'indirizzo del padre, favorendo in particolare l'ascesa della città di Livorno sviluppandone gli impianti portuali;
nel 1589 sposa Cristina di Lorena;

1595
-


1595
ducato di Urbino
Francesco Maria II della Rovere
Albero genealogico
(n. 1548 - Casteldurante, oggi Urbania, Urbino 1631)
figlio di Guidobaldo II e di Vittoria Farnese ;
1565-68, compie un soggiorno presso la corte spagnola;
1570, sposa Lucrezia d'Este che non gli darà figli;
1571, combatte eroicamente a Lepanto;
1574-1631, duca di Urbino;
scaccia i ministri del padre e sopprime molte tasse;
geloso della sua autonomia, non vuole nel suo ducato né l'inquisizione, né i gesuiti e protegge gli ebrei;
si separa da Lucrezia d'Este;





 
1595
-



1595
REGNO di NAPOLI e di SICILIA
Filippo II [il re prudente]
Albero genealogico

(Valladolid 1527 - Escorial, Madrid 1598)
primogenito di Carlo V e di Isabella di Portogallo;
1539, muore la madre;
1540-98, duca di Milano;
1554-98, re di Napoli e di Sicilia (Filippo I);
dopo l'incoronazione ricevuta dal padre, ha lasciato la Spagna per sposare la regina d'Inghilterra Maria Tudor;
1556-98, re di Spagna;
1580-98, re di Portogallo;



– vedi sopra –


NAPOLI
Viceré
-
Nunzio apostolico
-

1595
-


SICILIA
Viceré
-
1595
-




Carew, Thomas (West Wickham, Kent 1595-m. 1640?) poeta inglese;
Poems (1640).

Cesarini, Virginio (Roma 1595-1624) poeta italiano;
Carmina (1658)
Poesie liriche toscane (1664).

Chapelain, Jean (Parigi 1595-1674) critico e poeta francese, tra i fondatori dell'Académie française;
Prefazione all'Adone del Marino (1623)
I sentimenti dell'Accademia sulla tragicommedia del Cid (1638)
La pucelle (1656, La pulzella)
Degno di nota il suo epistolario ritrovato e pubblicato da Saint Beuve.

Desmarets de Saint-Sorlin, Jean (Parigi 1595 ca-1676) scrittore francese, avversario di N. Boileau nelle polemiche letterarie e dei giansenisti in quelle religiose, uno dei primi membri dell'Académie française, protetto dal cardinale Richelieu;
L'ariane (1632, L'ariano, romanzo)
Les visionnaires (1637, I visionari, teatro, 10 edizioni)
Rosane (1639, romanzo incompiuto)
Mirame (1641, tragedia, con la collaborazione di Richelieu)
Oeuvres poétiques (1641, Opere poetiche)
Europe (1643, commedia)
Clovis ou la France chrestienne (1654, Clodoveo o la Francia cristiana, poema epico in 26 canti)
Les délices de l'esprit (1658, Le delizie dello spirito, apologia della religione cristiana).

Jaggard, Isaac (1595-?) editore inglese;
[Figlio di William.]
Decameron del Boccaccio (1620, I traduzione inglese; 1625, ristampa).

Orléans, Enrico II d' – duca di Longueville (n. 1595-Rouen 1663) politico francese, figlio di Enrico d'Orléans e di Caterina Gonzaga, godette di grandi favori presso Enrico IV e fu nominato governatore della Piccardia e poi della Normandia; partecipò ai tentativi di ripresa aristocratica durante la reggenza di Maria de' Medici;
1614, è tra i principi che obbligano Louis XIII a convocare gli stati generali;
1626, colpito dalla politica antinobiliare di Richelieu partecipa ad una congiura contro di lui;
1637, sposa Anne-Geneviève di Borbone Condé e ritorna nelle grazie di Louis XIII per essersi distinto nella guerra dei trent'anni;
1645, viene nominato capo dei ministri plenipotenziari al congresso di Münster; su istigazione della moglie e in difesa delle prerogative nobiliari di fronte all'emergente assolutismo regio è tra i protagonisti della rivolta frondista in Normandia;
1650, viene arrestato;
1651, liberato, si riappacifica con la corte e si ritira in Normandia.

Malvezzi, Virgilio (Bologna 1595-1654) scrittore e politico italiano;
Discorsi sopra Cornelio Tacito (1622)
Ritratto del privato politico cristiano (1635)
Romolo (1629)
Tarquinio il Superbo (1634)
Successi principali della monarchia di Spagna nel 1639 (1640).

Peregrini, Matteo (Loiano, Bologna 1595 ca-Roma 1652) trattatista italiano, professore di logica e morale nell'università di Bologna, poi consultore della Repubblica di Genova e custode, a Roma,  della Biblioteca Vaticana; iscritto all'Accademia della Notte a Bologna
Idilio epitalamico (1621)
Il savio in corte (1624)
Della pratica comune a' principi e servidori loro (1634,in 5 libri)
Delle acutezze, che altrimenti spiriti, vivezze e concetti volgarmente si appellano (1639)
Politica massima (1640, in 17 declamazioni)
Fonti dell'ingegno ridotti ad arte (1650).

Sarbiewsky, Maciej Kazímierz (Sarbiewo, Plock 1595-Varsavia 1640) poeta polacco, gesuita detto l'Orazio cristiano;
Lyricorum libri tres. Epigrammatum liber unus (1625, più di 60 edizioni).

Winslow, Edward (1595-1655) scrittore inglese, teorizzatore del plain style (stile lineare, sobrio, disadorno) cui guarderanno un po' tutti gli scrittori puritani;
Good Newes from New England (un'apologia della "missione" assegnata al "nuovo Israele", cioè ai coloni puritani).

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«segue da 1594»
1595
Inghilterra
esce The Catalogue of English Printed Books di Maunsell.
«segue 1596»

Petrolio
(olio di pietra).

«segue da 1492»
1595, Sir Walter Releigh, prima di essere decapitato per cospirazione contro la corona britannica, a Trinidad visita il lago di asfalto di Tierra de Brea;
«segue 1694»

l'Ucciardone

«segue da 1578»
1595, Palermo, Piazza della Marina, si decide di trasformare i sotterranei e il pianterreno del complesso utilizzato finora come Dogana, in carcere e di utilizzare gli altri piani come sede degli uffici di amministrazione e di polizia del Vicerè, il Vicario del re di Spagna, da cui il nome di Vicaria dato al palazzo.
«segue 1837»

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