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ANNO 1989

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Papa Giovanni Paolo II
(1978-2005)

Svizzera

«segue da 1988»
1989, 12 gennaio, Elisabeth, nonostante abbia respinto ogni addebito, dopo l'annuncio del Procuratore di Basilea che intende chiedere la revoca della sua immunità per sottoporla a processo, si dimette.
Lo scandalo rende ormai insostenibile la difesa del "formulario B" e dei conti cifrati.

British Airways

«segue da 1988»
1989, acquista una partecipazione del 20% nella compagnia belga SABENA.

Rockefeller Center

«segue da 1939»
1989, l'80% della proprietà viene venduto alla Mitsubishi per 1500 miliardi di lire.

Zeiss

«segue da 1945»
1989, dopo la riunificazione, le attività di Jena vengono assorbite per la maggior parte dalla C. Zeiss e la Jenoptik si trova ad impostare un difficile piano di "rinascita" aziendale.

in autunno cade il Muro di Berlino

Banca d'Italia: 1979-93
- Governatore: Carlo Azeglio Ciampi
- Direttore generale: Lamberto Dini.

Consob (20 gennaio 1984 - 1990)
- Presidente: Franco Piga (Dc).
[3 marzo, venticinque giorni prima della scadenza del suo mandato, viene riconfermato presidente (grazie alla sua amicizia con Forlani) fino al 1994; la firma nel decreto di nomina viene posta proprio da Ciricaco De Mita con il quale non scorre certo buon sangue dal tempo delle elezioni di giugno 1988]

 

IRI
(Istituto per la Ricostruzione Industriale)

. Presidente: Franco Nobili (1989 - 1993)
.

1989

Gennaio
-

Giugno
23,
la seconda sezione della Corte di Cassazione, riforma la decisione della Corte d'Appello e proscioglie E. Bernabei con formula piena dall'accusa di appropriazione indebita.

 



Fonti:
. Giampaolo Pansa, Il Malloppo, Rizzoli 1989;
. Giorgio La Malfa, Cuccia e il segreto di Mediobanca, Feltrinelli 2014.




Banche

1989

Mediobanca

- Presidente: Francesco Cìngano (1988 - 2003)
- Presidente onorario: E. Cuccia (1988 - 2000)
. Amministratore delegato e Direttore generale: Silvio Salteri (1982 - ?)

1989
-


«segue 1990»

Gruppo Sanpaolo

«segue da 1988»
Presidente:
. Gianni Zandano, (1983-98)
Direttore generale:
. Zefferino Franco, (1985-91).
Ottobre, rileva il restante (dopo l'aquisizione nel 1984) della Bankhaus Brull und Kallmus di Vienna, ribattezzata Sanpaolo Bank Austria;
acquisisce il 20% (vale la maggioranza relativa) della Inter-Europa Bank di Budapest, istituto finanziario di credito e sviluppo del commercio estero fondato nel 1981;
patto di collaborazione con la banca d'affari statunitense Salomon Brothers con l'impegno di un scambio di quote azionarie, onorato subito dal gruppo con l'assunzione dell'1,7%;
conquista del controllo della Banque Française Commerciale, ceduto dall'alleata Banque Indosuez;
«segue 1990»

BNL
(Banca nazionale del lavoro)

«segue da 1929»
1989, viene coinvolta nello scandalo connesso alla concessione alla filiale statunitense di Atlanta di crediti non autorizzati a società esportatrici in Iraq;
Scandalo BNL-Iraq
[dopo oltre 15 anni, un dossier della Cia desecretato nel 2006, dimostrerà a sorpresa che lo spionaggio americano ha considerato lo scandalo poco più che una bolla di sapone, non suggerendo misure per bloccare il riarmo del rais.]

Luglio
esplode lo scandalo della BNL, la maggiore banca italiana. Le autorità italiane e americane aprono un'inchiesta su 2500 lettere di credito non autorizzate all'Iraq dalla filiale dell BNL di Atlanta per complessivi 3,2 Mdi di dollari. Sembra che l'Iraq abbia già ricevuto dalla BNL circa 1,850 Mdi di cui 800 Mni garantiti dalla Ccc (Commodity crediti corporation) americana. E che Saddam Hussein, da otto anni in guerra con l'Iran, li abbia utilizzati in parte per il suo programma di riarmo chimico batteriologico.
Lo scandalo è enorme. A Roma e a Washington rischiano di cadere teste eccellenti della politica e della finanza, e tremano i governi di Giulio Andreotti e George Bush padre.

4 Agosto 1989
Nerio Nesi e Giacomo Pedde sono convocati alla Banca d'Italia dal governatore C.A. Ciampi e dal direttore generale Lamberto Dini; quando vengono a sapere che l'FBI e la Federal Reserve  hanno comunicato a Roma la scoperta di un credito illegalmente concesso all'Iraq dalla BNL e ammontante a miliardi di dollari, ne rimangono scioccati;
a fronteggiare la crisi viene lasciato solo Domenico Gallo, il vicedirettore generale della BNL, il quale mette in piedi una task force per individuare le 2500 distinte lettere di credito emesse da Chris Drogoul, il responsabile della filiale di Atlanta del BNL, nel periodo feb 1988-lug 1989; i crediti, inclusi più di 600 Mni di dollari che erano stati spostati da Atlanta direttamente alla banca centrale di Bagdad in Irak, erano tutti destinati a società americane ed europee che esportano attrezzature, cereali e tecnologie in Irak; 
nessuno di tali crediti era stato mai autorizzato dal quartier generale della BNL di Roma, né dall'ufficio centrale di New York; 
Luigi Sardelli
, già massimo dirigente dell'ufficio di New York, dichiara di aver scoperto alcune irregolarità verificatesi ad Atlanta grazie ad un rapporto stilato da un auditor e ultimato nell'autunno del 1988; afferma inoltre di aver trasmesso questo documento alla sede di Roma, ma che in merito non era stato preso alcun provvedimento;
[ovviamente i controlli all'interno della BNL erano inadeguati, come affermato poi dalla Banca d'Italia e dal Tesoro];
Ma come è stato possibile che la filiale di Atlanta abbia potuto raccogliere quasi due miliardi di dollari sul mercato monetario americano e concedere prestiti a dozzine di società americane e europee, rendendo trasparente queste transazioni mediante la
J.P. Morgan di New York, senza che nessuno della BNL o del governo italiano o tra le autorità statunitensi se ne fosse accorto? 
Gli investigatori sono convinti che qualcuno della sede di Roma fosse a conoscenza dell'operazione di Atlanta, anche se la banca lo nega.

6 settembre
, la task force messa in piedi da Gallo vede allargarsi il buco: appura infatti che tra i beneficiari dei crediti BNL vi era anche la Matrix Churchill, una società inglese costruttrice di macchine utensili controllata dall'Irak; appare subito chiaro che nel network della Matrix Churchill erano incluse numerose società controllate dall'Iraq, come per esempio la TDG, la TMG Engineering e altre: non avevano queste commesso nulla di illegale, erano tutte controllate dall'Iraq e, sempre per caso, esportavano attrezzature sofisticate e tecnologie che i funzionari americani e inglesi ritenevano avessero un doppio uso, erano cioè prodotti civili con un potenziale di applicazione a scopi militari; sempre per una strana coincidenza, alcune di queste società si avvalevano di crediti concessi dalla BNL
Presto viene alla luce che quasi un miliardo di dollari proveniente dalla filiale di Atlanta della BNL era usato per acquistare attrezzature (utili a produrre munizioni convenzionali, armi chimiche, il missile balistico Condor 2 ecc.) in grado di mutare, specie se in mani sbagliate, l'equilibrio strategico del Medio Oriente e del Mediterraneo.

L'affaire viene subito sfruttato dall'intera lobby industriale italiana dominata da Agnelli e amici come argomento a favore della privatizzazione delle banche statali italiane.
«segue 1992»

Monte dei Paschi

«segue da 1988»
1989, rileva il pacchetto della Ticino Assicurazioni nonché quello della Prime Leasing e Prime Factor acquisendolo dal gruppo FIAT;
«segue 1995»

Nuovo Banco Ambrosiano

«segue da 1988»
- Presidente: Giovanni Bazoli,
- Vicepresidente: Francesco Paolo Mattioli,
1989
La Banca Popolare di Milano cede alle Generali il suo pacchetto e un piano Mediobanca prevede un asse con Gemina e l'aggancio del Nuovo Banco Ambrosiano alla Comit.
Giovanni Bazoli reagisce: nel patto entra il Credit Agricole;
Dicembre
per incorporazione della Banca Cattolica del Veneto da parte del Nuovo Banco Ambrosiano  nasce il Banco Ambrosiano Veneto o Ambroveneto;
«segue 1990»

Banca Popolare Vicentina

- Presidente: avv. Giuseppe Nardini, (1985-95)
- vicepresidente: ?,
- Consiglieri:
. ?,
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- Collegio Sindacale:
. ?,
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Direttore generale: Luciano Gentilini (1987-?)

Banca Popolare Pesarese

1989, in seguito all'incorporazione della Banca Popolare Cooperativa di Bagnacvallo e Fusignano, diventa Banca Popolare Pesarese e Ravennate;
«segue 1989»






Franco Piga : presidente della CONSOB
Il mercato borsistico italiano è come una cerchia troppo piccola, un'anomalia grottesca all'interno della quinta potenza industriale del mondo occidentale:
la prassi dell'insider trading [utilizzo abusivo di notizie riservate per intervenire nei mercati finanziari] in Italia non è considerata ancora un reato: in altri paesi chi lo pratica viene messo in galera o gli si infligge una megamulta da centinaia di miliardi; 
non esiste una legge che renda obbligatoria l'Opa [offerta pubblica di acquisto] per chi accumula una fetta consistente di una società quotata in Borsa;
il flottante [porzione delle azioni di una società quotata in Borsa che è disponibile sul mercato] è spesso vicino al minimo richiesto dalla legge italiana, solo il 25% [in altri mercati borsistici più evoluti, spesso oltre la metà del capitale di una società è disponibile in Borsa, per chi vuol comprare o vendere], non solo… ci sono ben 40 società quotate in Borsa a Milano che non raggiungono neanche il minimo del 25% stabilito per legge; nella realtà poi, anche nei casi in cui il flottante raggiunge la soglia del 25%, il più delle volte pochi gruppi detengono comunque grossi "pacchetti" azionari, rendendo il flottante effettivo sempre minore; ne deriva che il mercato dei titoli di un'azienda è spesso così magro che si può manipolare il prezzo del titolo con pochi soldi; 
– come se non bastasse, più della metà degli scambi azionari viene trattata ben lontano dalla Borsa, fuori dalle ore ufficiali e spesso fra pochi grandi gruppi [a Milano 4 o 5, rispetto alle dozzine di grandi e alle centinaia di medio-grandi che operano nelle altre Borse, tipo New York, Tokyo o Londra];
9 gruppi rappresentano circa il 40% del totale delle società quotate al listino di Milano e ben il 75% della capitalizzazione complessiva.
Il gruppo Agnelli controlla, direttamente o indirettamente, circa 1/4 dell'intera capitalizzazione della Borsa italiana.
In termini del suo valore totale, della sua capitalizzazione, la Borsa milanese rappresenta poco più del 16% del PIL [prodotto interno lordo]
[Germania 21%, Francia 24%, Spagna 26%, Belgio 40%, Olanda 46%, Regno Unito 87% (a Londra la capitalizzazione di Borsa è 5 volte maggiore di quella di Milano)].



Lombardfin

1989
gennaio, la Consob , nelle sue ispezioni di gennaio e luglio, si accorge di una situazione peggiorata ma nessun risparmiatore ancora si è fatto avanti con esposti o denunce.





Florio Fiorini e la Sasea
(la Sasea ha rapporti privilegiati con la Libia, in quanto controlla il 20% della Tamoil; rapporti che interessano la Bonatti una società di costruzioni che ha rapporti con Libia, Algeria, Ecuador, ovunque vi siano commesse da acquisire; lavora soprattutto all'estero, scarsi i legami col mondo politico italiano)
1989
Il finanziereFlorio Fiorini [alla guida della Sasea, rilevata dal Credito Svizzero e dal Vaticano] decide con Giancarlo Parretti di entrare nel mondo dei media (la loro rovina) e acquistano dalla Sata [la finanziaria della famiglia Tanzi] la Odeon Tv [acquistata dai Tanzi dalla famiglia Longarini] pagandola 150 Mdi di lire: parte in contanti, parte in immobili e parte in azioni e obbligazioni Sasea per un controvalore di ca 40 Mdi di lire [il Tribunale di Milano riterrà eccessivo il prezzo pagato e accuserà Pietro Mistrangelo, il dirigente di Tanzi che segue il settore dei media, e lo stesso Calisto Tanzi di concorso nella bancarotta della Sasea [Mistrangelo patteggia, Tanzi ?, processo stralciato dal filone principale];



la Super Mondadori
1989
Aprile
9, Milano, uffici della CIR di via Ciovassino;
- ing. Carlo De Benedetti
(assist: Vittorio Ripa di Meana, vicepresidente della Mondadori, Corrado Passera, direttore generale della CIR e Arnaldo Borghesi)
- Luca Formenton,
(assist: Jody Vender e l'avv. Alberto Predieri
- Eugenio Scalfari
 
- Carlo Caracciolo
(assist: Gianpiero Alessandrini, presidente della Manzoni Pubblicità e l'avv. Pier Giusto Jaeger)
stanno per effettuare una fusione da 2.400 Mdi di fatturato, che mette assieme oltre 8.300 dipendenti per 36 testate, una trentina di società, la metà delle radio locali e una rete di raccolta pubblicitaria da 900 Mdi l'anno garantita alle spalle da 800.000 copie di quotidiani il giorno e circa 1.000.000 di periodici la settimana: in pratica la fusione tra:
- Mondadori
- Editoriale la Repubblica
- Editoriale l'Espresso.
[Rileva Gianni Agnelli che la nascita di un gruppo d 2 Mdi di dollari di fatturato, quando in Europa esiste già Hachette e Bertelsmann (2 volte) e negli Stati Uniti il gruppo Time Warner (4 volte) ha le forze appena sufficienti per cominciare una competizione]
Dalla vendita alla Mondadori del 53,3% delle società che controllano «la Repubblica» e «l'Espresso», Caracciolo e Scalfari ricavano più o meno 400 Mdi;
quote di mercato:
- Mondadori
- Rizzoli-Corriere della Sera
- Rusconi
- Ist. Geografico De Agostini
- Gruppo Editoriale Fabbri;
alla firma manca Silvio Berlusconi che, rappresentando ormai fiduciariamente Leonardo Forneron Mondadori e Mimma Mondadori, è il primo (virtuale) azionista della società; non potendo ostacolarla, poiché gli assetti societari della Mondadori glielo impediscono, dà il via libera all'operazione inviando in loco Adriano Galliani; dopo il suo assenso quasi tutti i proprietari delle altre quote dell'Editoriale L'Espresso, da quella di Ciancio Sanfilippo a quelle di Cavazza, da quella della Ferruzzi finanziaria a quella di Aldo Bassetti, danno il loro benestare all'OPA: che nei piani della Mondadori avrebbe tranquillamente raggiunto quota 95%; unica incognita: Giuseppe Ciarrapico e i suoi amici con i quali controlla il 5% dell'Editoriale L'Espresso; questi fa sapere che non ha nessuna intenzione di vendere;
Cristina Mondadori (madre di Luca Formenton), cardiologa al Policlinico di Milano, azionista Amef ed unica donna partecipe dell'affare editoriale dell'anno, si rallegra per l'operazione in corso;
13, si riunisce il consiglio di amm.ne dell'Amef, poi si riunisce quello della casa editrice; Emilio Fossati è confermato amm.re delegato della Super Mondadori
la Mondadori rende noto in un comunicato i termini dell'operazione:
– Il cons. d'amm.ne delibera l'acquisto del 53,2% del capitale dell'Editoriale L'Espresso; il residuo 46,8% sarebbe stato acquisito attraverso un OPA [offerta pubblica d'acquisto]. Il prezzo offerto per le azioni dell'Editoriale L'Espresso in tutte e due le operazioni sarebbe stato il medesimo, cioè 15.500 lire in contanti + 2,2 azioni della Cartiera di Ascoli che (è specificato nella nota) rimarrà controllata dall'Arnoldo Mondadori Editore; il valore delle azioni della Cartiera di Ascoli è stato calcolato facendo riferimento a quello dei titoli dopo l'aumento di capitale della società, da 30 a 50 Mdi; aumento gratuito di capitale tramite la consegna di 2 azioni nuove per ogni 3 vecchie possedute. Il prezzo d'acquisto dei titoli dell'Editoriale L'Espresso viene stimato attorno alle 25.500 lire.

Agosto
31
, C. De Benedetti, che con il 25% dell'Amef e l'appoggio della Mondadori, ha iniziato subito a rastrellare le azioni mancanti (ma lo sta facendo anche Berlusconi), nel corso dell'assemblea dell'Olivetti a Ivrea annuncia di avere rastrellato complessivamente il 71% delle azioni privilegiate della Mondadori e di considerarsi il proprietario di fatto della casa editrice;

Dicembre
Luca Formenton, vicepresidente della Mondadori, accetta 320 Mdi [si dice], come controvalore della quota nell'Amef, offerti da Berlusconi che ora con quella quota + quella di Leonardo Forneron Mondadori e sua madre gli consente di diventare l'azionista di maggioranza relativa della società; non solo, ma anche il controllore azionario della più grande concentrazione di media, il primo editore, anche della carta stampata in Italia; le testate giornalistiche della Mondadori scioperano per protesta contro Berlusconi;
C. De Benedetti reagisce allo shock:
- diffida per vie legali i Formenton a cedere la loro quota, 
- esibisce un diritto di prelazione sulle quote azionarie della famiglia [egli dice che Luca e Cristina hanno già promesso di vendere a lui] 
- convoca a sorpresa un'assemblea straordinaria della Mondadori dove i consiglieri avrebbero chiesto un aumento di capitale da 80 a 400 Mdi, mediante l'emissione senza sovrapprezzo di 320 milioni di azioni  ordinarie Mondadori, da offrire in opzione a tutti gli azionisti in ragione di 4 nuove azioni ordinarie per ogni azione posseduta di qualsiasi categoria; in pratica nessun socio avrebbe posseduto il 51% del capitale Mondadori, anche in caso di aumento; grazie a questo maxiaumento C. De Benedetti conterebbe sul 44%, mentre l'asse Formenton-Berlusconi-Mondadori sul 28% del capitale;
[chiarificazione: la CIR, insieme alla collegata Plurifid detiene, almeno ufficialmente, il 19,3% delle azioni ordinarie Mondadori e il 71% delle azioni privilegiate; ovvero, su 40 milioni di ordinarie, C. De Benedetti ne ha in carico 7,7 milioni, mentre dei 34 milioni di azioni privilegiate ne ha circa 24,1 milioni. Questi 32 milioni di azioni (24,1+7,7) vantano il diritto di opzione su ben 128 dei 320 milioni delle nuove azioni ordinarie emesse grazie all'eventuale aumento di capitale; la quota di capitale della Mondadori in mano alla CIR salirebbe così a circa il 37,5% del capitale ordinario, avendo C. De Benedetti 135,06 milioni di azioni ordinarie sui 360 milioni (40+320 di nuova emissione) che costituirebbero, dopo l'aumento, il capitale ordinario della Mondadori; a ciò si deve aggiungere l'apporto dell'alleato Ciancio, che sottoscrivendo i diritti di opzione controllerebbe il 3,2% del nuovo capitale ordinario della Mondadori; così pure il binomio Scalfari-Caracciolo conterebbe il 2,2% nella nuova assemblea; 
quindi CIR e alleati 43% dl capitale ordinario
[fonti vicine alla CIR affermano che da solo C. De Benedetti avrebbe potuto contare su oltre il 44% del capitale e quindi, insieme agli alleati, sarebbe stato in grado di raggiungere la maggioranza assoluta; in effetti pare che il rastrellamento in borsa fosse stato superiore di quello ammesso]; 
viceversa le quote Amef controllate dalla nuova alleanza  Formenton-Berlusconi-Mondadori 27,9% dl capitale ordinario 
[forse qualcosa di più supponendo che la Fininvest possedesse a sua volta quote non sindacate del capitale Mondadori]; 
sul piano legale Berlusconi chiede ed ottiene che il Tribunale di Milano vieti al presidente della Mondadori Carlo Caracciolo di compiere ogni atto societario che esuli dall'ordinaria amministrazione;
C. De Benedetti [consigliato da legali di prestigio tra cui l'ex presidente della Consob e senatore della sinistra indipendente Guido Rossi], nonostante il divieto del giudice, fa convocare per il 26 gennaio 1990 l'assemblea straordinaria della Mondadori [sovvertendo così la procedura usuale] dominata dal 71% delle azioni privilegiate in suo possesso; riuscendo a giustificare questa convocazione come un atto dovuto, legittimo secondo il Codice Civile; non ne sono convinti Berlusconi e i Formenton che lo giudicano invece una mossa illegittima, un tentativo di presa di potere attraverso una speculazione;
11, il consiglio d'amm.ne Amef (dove unendosi Berlusconi-Formenton-Forneron Mondadori hanno conquistato la maggioranza) revoca i poteri al presidente Vittorio Ripa di Meana, trasferendoli a Fedele Confalonieri;
14, il magistrato Clemente Papi, su richiesta della finanziaria CIR dispone il sequestro provvisorio delle azioni ordinarie Amef dei Formenton;
18, i Formenton chiedono allo stesso giudice il sequestro delle privilegiate Amef in possesso della CIR;
22, il giudice Gabriella Manfrin vieta l'assemblea straordinaria della Mondadori attribuendo il compito di convocare le nuove assemblee ordinaria e straordinaria al collegio sindacale della società;
23, il giudice Papi conferma i sequestri sia della quota Amef della famiglia Formenton che delle azioni privilegiate Amef della CIR;
28, la CIR annuncia di aver acquistato i pacchetti d'azioni ordinarie Mondadori di Mario Ciancio Sanfilippo (4,1%) e di Claudio Cavazza (0,7%);
29, il collegio dei sindaci della Mondadori prende (a maggioranza, col voto favorevole di Pier Luigi Martinelli e di Franco Jorio presidente e il voto contrario di Aldo Migliorisi) la decisione di convocare l'assemblea ordinaria della Mondadori, col compito di riformare il consiglio di amministrazione della società (obiettivo dell'alleanza Berlusconi) il 26 gennaio 1990 e l'assemblea straordinaria per il 30 marzo successivo, col compito di decidere su due proposte di aumento del capitale: 
- quella CIR sopra descritta, che consacrerebbe C. De Benedetti al vertice della Mondadori;
- quella avanzata dalla Fininvest che, limitando l'aumento di capitale da 80 a 88 Mdi, metterebbe la Mondadori sotto il controllo dell'alleanza Berlusconi-Formenton-Forneron Mondadori).

segue la fine della lotta!




Enel

Consiglio di Amministrazione (1987-92)
(8 consiglieri + presidente)

Presidente: F. Viezzoli(1987-92), proveniente dalle Partecipazioni statali e ben visto da quasi tutti i partiti;
Vicepresidente: Ortis (Pli), designato da ?
Consigliere: Benedetti (Dc), designato da Andreotti
Consigliere: Spena (Dc), designato da Gava
Consigliere: Zorzoli (Pci), designato da ?
Consigliere: Bitetto (Psi), designato da Craxi
Consigliere: Faletti (Pri), designato da Spadolini e Battaglia
Consigliere: Dragoni (Psi), designato da De Michelis
Consigliere: Pellò (Psdi), designato da ?




"Carceri d'oro"
(Edilizia penitenziaria in Lombardia: Busto Arsizio, Crema, Opera, Cremona, Monza, Pavia, Vigevano, Voghera


Marzo
l'ing. Gabriele Di Palma, direttore generale del ministero dei Lavori Pubblici, imputato a piede libero, si presenta spontaneamente ai tre magistrati della Corte d'Appello di Roma che, subentrati all'Inquirente, stanno cercando di sbrogliare la matassa;
egli dichiara che l'architetto Bruno De Mico gli aveva affidato 2 Mdi di lire affinché li consegnasse all'ex ministro Franco Nicolazzi (Psdi)
, e da intendersi come spontaneo contributo di Bruno De Mico al Psdi che doveva servire come copertura delle spese per il congresso nazionale del partito; in effetti egli li aveva consegnati materialmente al segretario amministrativo del Psdi, l'on. Giovanni Cuojati;
i magistrati però osservano che quest'ultimo aveva sempre negato tutto;
26, Traona, paese della Valtellina arroccato sull'Adda, pomeriggio di Pasqua: il rag. Giuseppe Pace, 55 anni fra due giorni, nuovamente incriminato per concorso in corruzione e in alcuni reati fiscali attribuiti all'architetto Bruno De Mico, prende la pistola e si uccide nella villetta del fratello Domenico (sindaco democristiano di Traona);

Maggio
29
, il collegio dei tre giudici istruttori romani, che ha preso il posto della Commissione inquirente, proscioglie da ogni accusa l'ex ministro Clelio Darida.




Fonti:
Giampaolo Pansa, Il Malloppo, Rizzoli 1989.


1989

Maggio
Milano, il giudice Luisa Ponti conclude l'istruttoria sul fallimento della società di costruzioni facente capo a Luciano Rodi [buco di 70 Mdi di lire], rimasta esclusa da tutti gli appalti per aver smesso dal 1982 di distribuire mazzette.
Tra i rinviati a giudizio:
- P. Longo (ex segretario del Psdi in via di trasferimento al Psi): concorso in concussione per 1,548 Mni di lire, somma ricevuta in più riprese dalla Icomec per vincere la gara d'appalto per la costruzione di una centrale idroelettrica dell'Enel, a Edolo.

 



Fonti:
Giampaolo Pansa, Il Malloppo, Rizzoli 1989.


«segue da 1988»

1989

Novembre
la famiglia Formenton cambia radicalmente idea e si schiera dalla parte di S. Berlusconi, consentendo al magnate della Fininvest di insediarsi come nuovo presidente della società;

 

«segue 1990»

Fonti: Varie


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Tasso d'inflazione: 6,58%.

Confindustria: presidente Sergio Pininfarina.

Gennaio
Il mercato borsistico italiano (vedi lato).
ENI: sotto la presidenza di F. Reviglio il numero dei dipendenti è sceso da 144.000 (1983) a 116.000;
Ausimont:
quando l'offerta è ormai chiusa, R. Gardini, che ha raccolto solo l'85,5%, annuncia un'estensione dell'offerta allo stesso prezzo, ma della durata di solo "otto ore": si arriva così all'88,2%, ma ancora non basta; il ravennate è furioso, ma lo sono anche gli americani;
(lug 89)

Febbraio
Il finanziere Florio Fiorini [alla guida della Sasea, rilevata dal Credito Svizzero e dal Vaticano] decide… (vedi lato) 

Marzo 
Il Senato approva un emendamento alla legge anti-trust che limita a un massimo del 20% la quota che un gruppo industriale può avere in una banca, e qualunque gruppo industriale voglia avere fra il 10 e il 20 per cento deve chiedere il permesso alla Banca d'Italia;
l'ing. C. De Benedetti si allea con la Benetton per incrementare il proprio impero bancario e assumere il controllo della Banca del Friuli creando così il gruppo Romagnolo-Friuli [11.400 Mdi di raccolta e 288 sportelli].
Luigi Arcuti, presidente del ricchissimo IMI, in grado di assorbire altre banche nel lento processo di concentrazione e razionalizzazione, si trova dinanzi a vincoli politici; invia a Milano gli uomini della SIGE (la investment bank dell'IMI) per far concorrenza a Mediobanca;
G. Amato e altri chiedono all'amm.re delegato della Comit, Sergio Siglienti, di condurre uno "studio della fattibilità" di una fusione tra Comit e BNL;

Aprile
9, Milano, la Super Mondadori.

Eni
: F. Reviglio sostiene che la presenza pubblica nell'Enimont è cruciale perché garantisce un tasso di accumulazione superiore a quello realizzabile di fatto dall'impresa privata; R. Gardini vede le cose diversamente.
Al Crédit Lyonnais, seconda banca francese, di proprietà pubblica, viene offerta una fetta consistente del Credito Bergamasco (banca privata con 90 sportelli e 2800 Mdi di raccolta, quotata sul mercato ristretto alla Borsa di Milano, compreso il consociato Banco San Marco di Venezia). Per un pacchetto del 29,68% sborsa 52.000 lire per azione [73% in più del prezzo di mercato] diventando così l'azionista di maggioranza relativa.

Maggio
Il Crédit Lyonnais, intendendo raggiungere una quota di quasi il 49% nel Credito Bergamasco decide di fare un'OPA parziale per la fetta del 20% che non ha ancora in mano: per la prima volta in Italia, la banca francese, spinta dai suoi consiglieri (il prof. Guido Rossi e la Schroders, merchant bank inglese) ha fatto l'OPA parziale allo stesso prezzo di 52.000 lire per azione, allo stesso premio del 73% al di sopra del valore di mercato.
Il Parlamento non ha ancora approvato la legge per Enimont, presentata da C. De Mita, e si avvicina la data del 30 giugno per il conferimento dei cespiti Montedison (non l'intera Montedison, non le parti più lucrose come la Himont); a questo punto il governo De Mita, dopo aver tentato di presentare la legge in termini di dispositivo a validità generale, a beneficio di qualsiasi ristrutturazione industriale di un cero tipo, la converte in decreto;

Giugno
Viene approvata la direttiva CEE sull'insider trading, entrerà in vigore a partire dal 1991.
21
, Enimont: sono giorni di intensa polemica; al Centro Congressi di Milano Fiori R. Gardini annuncia infatti che, stando ad una clausola del contratto Enimont, al termine del primo triennio il gruppo Ferruzzi avrà la maggioranza dell'Enimont stessa "attraverso la fusione di attività chimiche della Montedison nella joint venture";
30, R. Gardini vola a Roma e si reca a Palazzo Chigi per ottenere assicurazioni personali dal presidente C. De Mita e il suo vicepresidente G. De Michelis sul rinnovo del decreto.
Florio Fiorini con la Sasea acquista la compagnia di assicurazioni Firs (78 Mdi di lire) dalla Pacchetti di Renato Bocchi.

Luglio
1
, Enichem (pubblico) e Montedison (privato) danno vita all'Enimont il grande polo chimico italiano, posseduto da:
- 40%, gruppo Ferruzzi-Montedison,
- 40% gruppo ENI,
- 20% quotato in Borsa;
il commissario sir Leon Brittan ordina al governo italiano di modificare i termini della legge Enimont;
Montedison: nella Enimont partecipa con le proprie attività chimiche ad eccezione, tra le altre, di Erbamont, Himont e Ausimont;
Ausimont:
in maniera molto soft la Montedison annuncia di aver aumentato la partecipazione nella propria controllata Ausimont al 96,4%: questo è stato possibile tramite l'acquisto di un altro pacchetto di titoli in America, di cui la tranche più consistente è stata acquistata dalla Oppenheimer che già possedeva il 5,2% dell'Ausimont; la Montedison ha pagato il prezzo di 35$ per azione più un'aggiunta di 5,7 milioni di dollari (quasi 8 miliardi di lire) a titolo di "rimborso spese".
Il garante della legge sull'editoria Giuseppe Santaniello insiste per rivedere la legge del 1981 (quella che impone, per un proprietario di quotidiani, il limite del 20% della tiratura nazionale).

Agosto
scandalo BNL-Irak
(vedi lato)
Assicurazioni Generali, in teoria una public company, è di fatto sotto il controllo effettivo di due soci con il 5%: Mediobanca e Lazard Frères di Parigi; E. Cuccia tenta di far passare la Comit dal pubblico al privato garantendo che Ass.ni Generali rimanga nell'orbita Mediobanca; contro il suo piano protestano subito i politici di Roma; lo scambio di partecipazioni (2%) tra Comit e Paribas si fa lo stesso, poi Cuccia tramite Ass.ni Generali acquista una fetta del Nuovo Banco Ambrosiano dove è già presente Gemina;
27, viene ammazzato, sulla porta di casa, Lodovico Ligato, ex-presidente delle Ferrovie, accusato di una gestione non proprio esemplare dell'ente pubblico;
l'incauta concessione di crediti da parte di banche è evidenziato anche dai casi della Cassa di Risparmio Molisana-Monte Orsini, di quella di Calabria e Lucania e di quella di Risparmi e Depositi di Prato.

Settembre
Mediobanca rileva, senza grandi annunci, il 23% del capitale ordinario dell'IFI (cassaforte della famiglia Agnelli) ad un prezzo inferiore a quello quotato in Borsa per le azioni privilegiate della stessa IFI. L'operazione desta molto sconcerto alla Borsa di Milano. Nessuno del gruppo Agnelli o di Mediobanca fornisce tuttavia informazioni particolareggiate: Umberto Agnelli dice soltanto di augurarsi di poterle riacquistare.

Ottobre

Novembre

Dicembre
Sono circa 30 le aziende privatizzate da R. Prodi, nel periodo della sua presidenza all'IRI.
 

Ilva

«segue da 1961»
fine anni '80, l' Ilva incorpora i principali stabilimenti di Finsider, Italsider, Deltasider, Terni Acciai Speciali e rileva il controllo della Dalmine;
«segue 1993»

Terni

«segue da 1945»
1989, viene assorbita dall'Ilva;
a causa della crisi economica mondiale dell'acciaio, deve ridimensionare notevolmente il numero del personale impiegato;
«segue 1994»


Amm.re delegato della Ferfin (Ferruzzi Finanziaria) è Giuseppe Garofano, di Teramo.


L'Ifil degli Agnelli compra la Galbani;


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