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Il Viandante

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Papa
Pio V

(1566-1572).

1569
con una bolla consacra il "rosario" (giardino di rose), pratica che fonda le sue radici nella diffusione della pietà mariana nel medioevo a partire da san Bernardo;
con la bolla Coena Domini riafferma i principi dell'Unam Sanctam di Bonifacio VIII, di supremazia universale della Chiesa.
[La bolla non viene però accettata dai sovrani cattolici europei.]
Febbraio
8
, appena ultimata la revisione del messale, conferisce, con gran dispetto di Paolo Manuzio, un privilegio decennale universale ed esclusivo per la stampa del testo riformato a Bartolomeo Faletti, un legatore veneziano impiegato presso la stamperia di Paolo Manuzio.

cardinali:
Paleotti, Gabriele (1522-1597) (dal 1565);
Della Chiesa Gian Paolo (1521-1575) (dal 1566).

Gesuiti

«segue da 1568»
generale: Francesco Borgia (1565-72);
1569,
[vedi Domicilia]
«segue 1570»

moriscos
(musulmani della Spagna cristiana)

«segue 1568»
1569, dal 1568 viene applicato il decreto di deportazione e internamento, in gruppi dispersi, nei villaggi della Castiglia;
«segue 1570»

 

ANNO 1569



1569
Unione Elvetica
Confederazione dei tredici cantoni elvetici:

CATTOLICI
- Uri (1291),
- Schwyz (1291),
- Unterwalden (1291),
- Lucerna (1332),
- Zug (1353),
- Glarus (1353) [in parte],
- Friburgo (1481),
- Soletta (1481).

PROTESTANTI
- Zurigo (1351),
- Berna (1353),
- Glarus (1353) [in parte],
- Basilea (1501),
- Sciaffusa (1501),
- Appenzell (1513).

1569
-

 



 
1569
Sacro Romano Impero
Massimiliano II
Albero genealogico

(Vienna 1527 - Ratisbona 1576)
figlio di Ferdinando I e di Anna Jagellone, fu educato in Spagna;
1544, partecipa alla campagna di Carlo V contro la Francia;
1547, partecipa alla campagna di Carlo V contro la Lega di Smalcalda;
1548, sposa Maria, figlia di Carlo V;
1548-50, luogotenente in Spagna;
1562-75, re dei romani e di Boemia;
1563-72, re di Ungheria;
1564-76, arciduca di Alta e Bassa Austria, Carinzia, Stiria e Carniola
1564-76, imperatore del Sacro Romano Impero;
cerca di assicurare la libertà religiosa ai luterani con un compromesso che scontenta sia i cattolici sia i protestanti;

1569
-



1569
ducato di Sassonia
Augusto I
Albero genealogico

(Freiberg, Chemnitz 1526 - Dresda 1586)
figlio secondogenito di Enrico [il Pio] e di Caterina di Meclemburgo;
1548, sposa Anna, figlia di Cristiano III di Danimarca;
1553-86, principe elettore di Sassonia;



1569
ducato di Prussia
Alberto II
Albero genealogico

(† 1618)
figlio di Alberto I e di ?;
1568-1618, duca di Prussia;
caduto in demenza, i suoi stati sono governati dal parente, l’elettore di Brandeburgo


1569
ducato di Württemberg




1569
ducato di Baviera
Albrecht V [il Magnanimo]
Albero genealogico

(Munich 1528 - Munich 1579)
figlio di Guglielmo IV [il Costante] e di Marie Jakobäa di Baden-Sponheim ;
1546, sposa l'arcid.ssa Anna d’Austria;
1550-79, duca di Baviera;

1569
Palatinato
Federico III [il Pio]
Albero genealogico

(Simmern 1515 - Heidelberg 1576)
figlio di Giovanni II di Simmern;
1557-76, conte di Simmern;
1559-76, elettore del Palatinato;
nel 1561 si è convertito dal luteranesimo al calvinismo ed è il primo principe dell'impero ad adottare il credo ginevrino, ponendosi così in contrasto con le clausole della pace di Augusta [unica scelta concessa tra luteranesimo e cattolicesimo];
nei suoi domini perseguita luterani e cattolici, favorisce con sovvenzioni economiche gli ugonotti francesi;







1569
Mainz [Magonza]









1569
REGNO di POLONIA
Sigismondo II Augusto
Albero genealogico

(† 1572) (s.f.)
figlio di Sigismondo I Jagellone e di Bona Sforza († 1557);
sposa in prime nozze Elisabetta d’Absburgo († 1545);
sposa in seconde nozze Barbara Radziwillówna (1520-1551)
[forse avvelenata da Bona Sforza]
sposa in terze nozze Caterina d’Absburgo († 1572)
[sorella di Elisabetta]
1548-72, re di Polonia e granduca di Lituania;
sposa in seconde nozze Bona Sforza († 1557), figlia di Gian Galeazzo duca di Milano;
nel 1561 acquista la Livonia;






1569
unione di Lublino (unificazione della Polonia e della Lituania);

COSACCHI
in seguito all'accordo di Lublino, i "cosacchi del Dnepr" (di lingua piccolo-russa) passano sotto l'autorità della Polonia che tenta di imbrigliarli attraverso la registrazione:
- una parte di loro viene regolarmente arruolata e registrata,
- altri devono tornare a fare i servi della gleba per i proprietari polacchi;
«segue 1596»

 




1569
IMPERO OTTOMANO
Selim II [Mast-l'Ubriaco]
Albero genealogico
(1524 - 1574)
figlio di Solimano [il Magnifico];
sultano: 1566-74;
succeduto al padre, tralascia per l'Harem ogni cura di governo; preferisce infatti i piaceri del vino agli affari dello stato (controllati dal gran visir Sokollu Mehmet Pascià) ed inoltre è debole e poco determinato;


Gran Visir
Sokollu Mehmet Pascià
(1566 - ?)
1569
Annessione dello Yemen (1568-70);











1569
REGNO di FRANCIA
Carlo IX
Albero genealogico
(Saint-Germain en Laye 1550 - Vincennes 1574)
quartogenito di Enrico II e di Caterina de' Medici;
1560-74, re di Francia;
già maggiorenne dal 1563, è ancora dominato dalla regina madre;

Primo ministro
[Sovrintendente delle Finanze]
René de Birague
(1568 - 1571)
Cancelliere-Guardasigilli
Jean de Morvilliers
vescovo di Orléans
(1568 24 mag - apr 1571)
Segretari di stato agli Affari Esteri
Claude de l'Aubespine
conte d'Hauterive
(1567 8 lug - set 1570)
Florimond III Robertet
barone d'Alluye
(1567 - 1569)

Simon Fizes
barone di Sauves
(1567 22 ott - 1579)
Nicolas de Neufville
signore di Villeroy
(1567 28 ott - 1588) 
 
1569
-

 

 
1569
REGNO di NAVARRA
Giovanna III d'Albret
Albero genealogico

(Pau 1528 - Parigi 1572)
figlia di Enrico II d'Albret e di Margherita di Valois, sorella di Francesco I;
1541, sposa Guglielmo di Cleve (le nozze vengono poi annullate);
1548, sposa Antonio di Borbone;
1553, nasce il suo figlio Enrico (futuro Enrico IV);
1555-72, regina di Navarra;
nel 1556 si è convertita al calvinismo imponendolo nel suo regno e al figlio;
nel 1568, assieme al figlio, ha difeso il caposaldo ugonotto di La Rochelle;

1569
-

 

 
1569
ducato di Lorena e di Bar
Carlo III (o II) [il Grande]
Albero genealogico

(1542 - 1608)
figlio di François I e di Christine di Danimarca;
1545-1608, duca di Lorena e di Bar;
sotto la tutela della madre e dello zio;
1548-50, il breve scontro con l'Inghilterra si conclude con l'acquisto di Boulogne da parte della Francia;
nel 1557 è entrato nella maggiore età;

1569
-


1569
Olanda, Zelanda e Utrecht
Guglielmo I [il Taciturno]
Albero genealogico

(Dillenburg, Nassau 1533 - Delft 1584)
figlio di Guglielmo VIII di Nassau-Dillenburg;
1559-84, statolder di Olanda, Zelanda e Utrecht;
nominato statolder (governatore) da Filippo II;
nel 1564 ha allontanato il cardinale Granvelle cui era affidata l'organizzazione ecclesiastica dei Paesi Bassi;



governatore
[inviato da Filippo II]
duca d'Alba
(1565 - 1573)

1569
rivolta dei gueux: mentre il duca d'Alba ristabilisce l'ordine nelle Fiandre, accentuando l'assolutismo regio nel paese e imponendo più forti contribuzioni per le truppe spagnole, i gueux de la mer stanno conducendo sotto la guida di Guglielmo I [il Taciturno] e con il tacito consenso inglese, un'aspra guerra di corsa contro la Spagna;
intanto, alla ricerca di un passaggio a Nord-Est, Van Heemskerck e Willem Barents(zoon) si avventurano nel Mar Glaciale Artico, ricavandone informazioni topografiche;





1569
REGNO d'INGHILTERRA e d'IRLANDA
Elisabetta I
Albero genealogico
(Greenwich 1533 - Richmond, Surrey 1603)
figlia di Enrico VIII e di Anna Bolena;
1558-1603, regina d'Inghilterra;
dal 1559 è in vigore l' Uniformity Act;



1569
a Roberto Ridolfi, banchiere di Firenze e agente dell'Entità, Pio V affida l'organizzazione di una congiura ai danni della regina;
[Il suo piano prevede l'organizzazione di una rivolta che dovrebbe partire dalle zone interne dell'Inghilterra e a cui ebbeseguito lo sbarco di truppe spagnole in diversi punti della costa; spetterebbe quindi ai ribelli raggiungere Londra, liberare Maria Stuarda, con l'aiuto degli agenti dell'Entità e di uomini fedeli all'ex regina, e metterla sul trono inglese destituendedo l'eretica Tudor.]
alcuni nobili comunque stanno già cospirando contro la regina, tra cui: i duchi di Norfolk, di Westmoreland, di Arundel e di Northumberland, ognuno dei quali, per ragioni differenti, ha interesse a mettere fine al regno di Elisabetta I;


IRLANDA
-
-
-
-

1569
dal 1560 è in vigore l' Uniformity Act;
«segue da 1560»
la disobbedienza irlandese si trasforma in ribellione aperta nel Munster (1569-73) e in guerriglia endemica nel Connaught e nel Clare, mentre la chiesa cattolica si riorganizza;
«segue 1570»

a

1569
REGNO di SCOZIA
Maria [Stuarda]
Albero genealogico

(Linlithgow, Edimburgo 1542 - Fotheringhay, Northamptonshire 1587)
figlia di Giacomo V e di Maria di Guisa;
1542-67, regina di Scozia;
sotto la reggenza della madre;
dal 1548 vive in Francia dove viene educata;
nel 1558 ha sposato il delfino Francesco (ora Francesco II);
nel 1560, dicembre, è morto il marito;
dal 1561 si trova in Scozia;
nel 1566 ha sposato il giovane lord Henry Stuart Darnley, cattolico e imparentato con le famiglie reali d'Inghilterra e di Scozia;
dal 1568 è mantenuta sotto vari pretesti in una prigionia appena mascherata in Inghilterra da Elisabetta I;



Giacomo VI
Albero genealogico

(Edimburgo 1566 - Londra 1625)
figlio di lord Henry Stuart Darnley e di Maria [Stuarda];
1567-1625, re di Scozia;
incoronato a un anno, dopo la deposizione della madre;
Reggente (1567-70): J. Stewart, conte di Moray;
Precettore: G. Buchanan;




1603-25, re d'Inghilterra (Giacomo I);



1569


a


1569
REGNO di DANIMARCA e di NORVEGIA
Federico II
Albero genealogico
(Haderslev 1534 - Antvorskov 1588)
figlio di Cristiano III e di Dorotea di Sassonia-Lauenburg;
1559-88, re di Danimarca e di Norvegia;



1569
1563-70, "guerra dei sette anni";
NORVEGIA
1569
-
ISLANDA
1569
-

1569
REGNO di SVEZIA
Giovanni III Vasa
Albero genealogico
(Stegeborg 1537 - Stoccolma 1592)
figlio di Gustavo I e di Margherita Lauenhaupt;
1556-92, duca di Finlandia;
dal 1563 è tenuto in prigione dal fratello Erik XIV, re di Svezia;
1568-92, re di Svezia;


1569
1563-70, "guerra dei sette anni";








1569
REGNO di PORTOGALLO
Sebastiano
Albero genealogico

(Lisbona 1554 - Alcázarquivir, odierna Ksar el-Kebir, Marocco 1578)
figlio postumo dell'erede al trono Giovanni di Braganza;
1557-78, re di Portogallo;
[1557-68, sotto la reggenza del prozio cardinale Enrico.]




1569
-
a

1569
REGNO di SPAGNA
Filippo II [il re prudente]
Albero genealogico
(Valladolid 1527 - Escorial, Madrid 1598)
primogenito di Carlo V e di Isabella di Portogallo;
1539, muore la madre;
1540-98, duca di Milano;
dal 1543 è reggente della Castiglia e dell'Aragona, dal 1545 è vedovo e dal 1548 si trova presso il padre a Bruxelles;
nel 1550 ha fatto ritorno in Spagna;
nel 1551 ha ricevuto il giuramento del regno di Navarra;
1554-98, re di Napoli e di Sicilia (Filippo I);
dopo l'incoronazione ricevuta dal padre, ha lasciato la Spagna per sposare la regina d'Inghilterra Maria Tudor;
1556-98, re di Spagna;
nel 1559 è morta la seconda moglie Maria Tudor;
1559-60, agisce contro il protestantesimo in Spagna e contro ogni supposto eretico assicurato dall'ortodossia tridentina;
nel 1561 Madrid è stata elevata al rango di residenza reale;
nel 1567 ha attuato l'assimilazione religiosa forzata dei mori dell'Andalusia e di Granada;
nel 1568 la morte della terza moglie Elisabetta di Valois ha allentato i rapporti con la corte francese; si è pure aggiunta la tragedia domestica che lo ha costretto ad imprigionare il figlio primogenito don Carlos (Carlo d'Austria);






1580-98, re di Portogallo;

 
1569
1568-71, conduce contro i mori insorti dell'Andalusia e di Granada una vera e propria guerra che don Giovanni d'Austria conclude con il consueto rigore;
alla fine solo una minoranza dei mori è lasciata nelle sue sedi, la maggior parte viene invece trasferita in Castiglia e nelle province settentrionali;
i turchi impongono il loro dominio su Tunisi;









1569
ducato di SAVOIA
Emanuele Filiberto [Testa di Ferro]
(Chambéry 1528 - Torino 1580)
figlio di Carlo III [il Buono] e di Beatrice di Portogallo;
1536-80, principe di Piemonte;
1538-80, conte d'Asti;
1553-80, conte di Aosta, Maurienne e Nizza;
1553-80, duca di Savoia;
1553-80, re di Cipro e Gerusalemme (titolare);
nel 1553 è stato nominato luogotenente generale e comandante supremo dell'esercito spagnolo in Fiandra;
1556, governatore dei Paesi Bassi;
nel 1560 la pace di Cateau-Cambrésis gli ha restituito i suoi stati (ad eccezione di alcune fortezze, rimaste ancora in mano francese e spagnola, e del territorio ginevrino a cui è riconosciuta l'indipendenza); la pacificazione è stata sancita dal suo matrimonio con Margherita d'Angoulême, duchessa di Berry, figlia di Francesco I, re di Francia. 
nel 1560 ha trasferito la capitale da Chambéry a Torino;
nel 1562 ha recuperato Torino;
il 7 febbraio 1563 è entrato ufficialmente a Torino;

 
1569
-



1569
REPUBBLICA DI GENOVA
[Denominazione ufficializzata nel 1528 per iniziativa di Andrea Doria]
Simone Spinola
Albero genealogico

(? - ?)
figlio di
1567 11 ott - 3 ott 1569, doge di Genova;


Paolo Giustiniani Moneglia
Albero genealogico

(? - ?)
figlio di
1569 6 ott - 6 ott 1571, doge di Genova;


1569
-


1569
ducato di Milano

dal 1535 il ducato,
come previsto dal congresso di Bologna,
è stato devoluto all'impero [in pratica agli Absburgo].



Filippo II [il re prudente]
Albero genealogico

(Valladolid 1527 - Escorial, Madrid 1598)
primogenito di Carlo V e di Isabella di Portogallo;
1539, muore la madre;
1540-98, duca di Milano;
1554-98, re di Napoli e di Sicilia (Filippo I);
1556-98, re di Spagna;



1580-98, re di Portogallo;



– vedi Spagna –

 

1569
-



1569
ducato di Mantova
Guglielmo I
Albero genealogico
(1538 - 1587)
figlio di Federico II e di Margherita Paleologo, e fratello di Francesco III;
1550-87, duca di Mantova e marchese del Monferrato;
[dal 1561 è sposato con Eleonora von Habsburg.]



1574-87, 1° duca del Monferrato;



1569
-
a

1569
REPUBBLICA DI VENEZIA
"La Serenissima"
Pietro Loredan

(Venezia 1482 - Venezia 3 mag 1570)
figlio di Alvise e di Isabella Barozzi;
1567-70, doge di Venezia; [84°]


- nunzio pontificio: Giovanni Antonio Facchinetti (1566 6 mag - 15 giu 1573)
- ambasciatore di Spagna: ? (? - ?)

1569
Gennaio
28
, deposizione di Bartolomeo Bartocci davanti all'Inquisizione romana;


il vescovo di Pafo (Cipro), Francesco Contarini, in procinto di partire per la diocesi vuole condurre con sé due gesuiti per aprire un collegio nella città; dello stesso avviso è il governatore Astorre Baglioni che attraverso il nunzio a Venezia prega il segretario di Stato Bonelli di far pressione sul generale dei gesuiti, per l'invio di due gesuiti "buoni, dotti e prudenti…".

Il Consiglio dei Dieci decreta che chiunque ottenga le "fedi" debba depositare una copia rilegata del manoscritto presso i Riformatori, per rendere possibile il confronto tra manoscritto approvato e testo a stampa.

Febbraio
dopo aver ottenuto l'approvazione del pontefice, Domenico Basa e Luc'Antonio Giunti stipulano un contratto per l'edizione veneziana del breviario riformato.
A questi si uniscono altri quattro stampatori, in un consorzio che impiegherà ben quattordici torchi.
[Il connubio Giunti-Basa godrà dei benefici del monopolio fino alla sua dissoluzione nel 1576.]

Marzo
12
, abiura e condanna di Alvise di Marino Mocenigo;
dopo aver abiurato e ammesso di aver negato la transustanziazione, il purgatorio, ecc. viene consegnato al braccio secolare.
[In quanto relapso, riesce a scampare la condanna capitale, per fuggir di prigione e scomparire definitivamente nel 1578.]

Il nunzio deplora (a distanza di cinque anni dall'approvazione da parte del Senato dei decreti tridentini) che, malgrado le promesse, né il doge né il patriarca abbiano preso qualche iniziativa per stroncare il concubinaggio del clero.
Analogamente Venezia respinge il tentativo di Pio V di ampliare i diritti giurisdizionali della Chiesa con l'emanazione di una versione più rigida della bolla In coena Domini.
La classe dirigente veneziana, insomma, sostiene l'opera di soppressione dell'eresia, cuore della Controriforma, ma persiste nell'indifferenza per molte istanze della Riforma cattolica.



Giugno
28
, poiché da quanto emerge dai processi risulta che i protestanti veneziani hanno a disposizione una grande quantità di testi luterani, calvinisti, opere di eretici italiani in esilio, alcune opere di anabattisti e sociniani, il Consiglio dei Dieci istituisce (legge 28 giugno 1569) un sistema di censura sui testi stranieri, prima che siano messi in vendita, che consente ancora la collaborazione tra Inquisizione e il potere secolare. Il certificato di approvazione deve essere dato dai Riformatori dell'università di Padova che lo concedono dopo il consenso del lettore dell'Inqsuisizione, di quello del governo e del segretario ducale. Le infrazioni sono punite con una multa di 100 ducati.
Il controllo è abbastanza efficace anche perché viene istituito alla dogana dove i libri in arrivo vengono esaminati davanti "all'Inquisitore e a uno dei priori dell'arte della stampa" che deve compilare l'inventario preciso di essi.
[Tra poco più di un anno l'esame verrà affidato a membri del clero regolare, che agiranno come ispettori della Inquisizione.]
Non si ferma comunque il flusso di libri di argomento religioso provenienti da Basilea, Ginevra, Strasburgo, Zurigo.

I Capi dei Dieci autorizzano l'intervento dei laici nei tribunali dell'Inquisizione del Dominio, contro l'accordo del 1551 che ha disposto che nessun'altra persona secolare, oltre ai rettori delle città, presenzi ai processi del Sant'Ufficio, se non per espressa richiesta dell'Inquisitore.
Il nunzio fa le sue rimostranze, ma, avendo ottenuto poca soddisfazione dal Collegio, si rivolge ai "Tre Savi sopra eresia", che gli garantiscono il loro appoggio e riescono con ogni probabilità a persuadere il governo se il doge bandisce nuovamente i laici dai tribuanli.
[I Tre Savi fanno senz'altro da tramite acnche in senso inverso, tra la classe dirigente veneziana, il nunzio e il pontefice.]

Settembre
13
, un terribile incendio devasta l'Arsenale: l'opinione pubblica ritiene responsabili gli agenti di Don Giuseppe Nasi;
cresce l'antisemitismo;
editori e tipografi di cose ebraiche sono costretti a sottostare a vessazioni sempre più pesanti da parte del governo;

Dicembre
Intanto nuove, più accurate edizioni del breviario riformatosono state ultimate sia Roma che a Venezia e vengono ben presto seguite da altre in vari formati.

Tra il 1565 e il 1569 i membri della classe dirigente accusati di eresia sono stati quindici, otto dei quali hanno abiurato i propri convincimenti protestanti.
. Carlo di Francesco Corner (1532-1584), avvocato;
. Antonio di Zuanne Loredan (1542-1576),
. Francesco di Girolamo Emo (1535-1577),
. Alvise di Anzolo Malipiero (1529 o 1535-1568), avvocato,
. Andrea di Francesco Dandolo (1548-1571),
. Giacomo di Zuanne Malipiero (1543 ca), impiegato nella cancelleria di Palazzo Ducale,
. Alvise di Marino Mocenigo (?-?), ecclesiastico,
ammettono di aver negato in tutto od in parte i principali articoli della fede cattolica:
- la presenza reale del Cristo nell'Eucarestia,
- il Purgatorio,
- la confessione,
- il celibato clericale,
- il primato del pontefice,
- le indulgenze,
- l'intercessione dei santi,
- il culto delle immagini.
Giacomo Malipiero ha confessato d'aver negato la necessità delle opere per la salvezza e la maggior parte degli imputati hanno sostenuto d'essere stati sviati da un eretico notorio (Andrea Da Ponte), ce però hanno evitato di nominare, o da qualche maestro umanista (Publio Francesco Spinolan nel caso di Gaicomo Malipiero).
Hanno ammesso per lo più d'aver letto scritti quali:
- l'Institutio e il Cathechismo di J. Cauvin,
nonché le opere di B. Ochino, di Vergerio e di P.M. Vermigli.
Il più volte ricordato Giacomo Malipiero è stato condannato ad un anno di prigione a pane e acqua e a tre anni di penitenza; agli altri rei confessi sono state comminate più lievi sanzioni di uno o più anni di penitenza.
Degli altri sette patrizi incriminati uno soltanto è sottoposto ad interrogatorio:
. Piero di Antonio Calbo (1523-1574),
. Agostino di Nicolò Tiepolo (c. 1543-1592),
[indicati come amici di Andrea da Ponte, nella deposizione di Carlo Corner del 20 marzo 1565.]
. Andrea Pasqualigo, chiamato eretico da Matteo Da Riva (deposizione del 19 aprile 1567);
. Domenico Contarini [Roncinetto], il suo nome viene fatto dal prete Fedele Vico (deposizione del 29 giugno 1568);
. Nicolò di Marco Da Molin, nome indicato da Francesco di Michele Priuli (deposizione del 20 marzo 1565);
[Quest'ultimo dichiara di aver sentito Alvise Malipiero (uno di quelli che hanno abiurato) discutere di argomenti ereticali col fratello Polo e di sospettare di sentimetni eterodossi anche Nicolò di Marco Da Molin.]
. ecc.

[Paul F. Grendler, L'Inquisizione Romana e l'Editoria a Venezia 1540-1605, Il Veltro Editrice, Roma 1983.]


1569
ducato di Ferrara, Modena e Reggio
Alfonso II d'Este
Albero genealogico

(Ferrara 1533 - 1597)
figlio di Ercole II e di Renata di Francia;
1552-54, in contrasto col padre, fugge e combatte nelle Fiandre;
1557-58, combatte contro gli spagnoli in Italia;
1559-97, duca di Ferrara, Modena e Reggio;
nel 1560 ha allontanato da corte la madre, per le sue tendenze protestanti, che fa ritorno in Francia ritirandosi nel proprio feudo di Montargis;
nel 1567 è morta la prima moglie Lucrezia de' Medici;


 
1569
-


1569
Granducato di Toscana
Cosimo I de' Medici
Albero genealogico

(Firenze 1519 - Villa di Castello, Firenze 1574)
figlio di Giovanni [dalle Bande Nere] (ramo dei "popolani") e di Maria Salviati;
1537-69, duca di Firenze;
nel 1539 ha sposato Eleonora Álvarez de Toledo y Zúñiga († 1562);
nel 1562 ha istituito l'Ordine militare religioso di Santo Stefano;
1569-74, granduca di Toscana;
titolo ottenuto da Pio V per la sua convinta azione in favore della chiesa;
assertore di un rigido assolutismo, esautora le ultime magistrature rappresentative allontanando degli ottimati dalle principali cariche delo stato; questi vengono praticamente ridotti a grado di cortigiani, mentre si affermano numerosi uomini nuovi, provenienti dal popolo, fra cui egli recluta i quadri della burocrazia e soprattutto i segretari; rovesciando una prassi antica del comune fiorentino, limita i privilegi della "dominante" cioè di Firenze, a favore del contado e del territorio dello stato;
favorisce lo sviluppo dei porti di Livorno e di Portoferraio in luogo di quello di Pisa, compromesso da un processo di interramento;

1569
-


1569
ducato di Urbino
Guidobaldo II
Albero genealogico
(Pesaro 1514 - 1574)
figlio di Francesco Maria I Della Rovere e di Eleonora Gonzaga;
1538-74, duca di Urbino;
1538-39, duca di Camerino;
nel 1548 ha sposato Vittoria Farnese;
dal 1553 è capitano generale della chiesa;
dal 1555 è prefetto di Roma;
dal 1558 è passato al servizio di Filippo II di Spagna;





 
1569
-



1569
REGNO di NAPOLI e di SICILIA
Filippo II [il re prudente]
Albero genealogico

(Valladolid 1527 - Escorial, Madrid 1598)
primogenito di Carlo V e di Isabella di Portogallo;
1539, muore la madre;
1540-98, duca di Milano;
1554-98, re di Napoli e di Sicilia (Filippo I);
dopo l'incoronazione ricevuta dal padre, ha lasciato la Spagna per sposare la regina d'Inghilterra Maria Tudor;
1556-98, re di Spagna;



1580-98, re di Portogallo;



– vedi sopra –


NAPOLI
Viceré
-
Nunzio apostolico
-

1569
-


SICILIA
Viceré
G. Toledo
(1564 - 1577)
1569
-





Bonicelli, Michelangelo (1569-8 sett. 1624) teologo veneziano, uno de' sette teologi della Repubblica di Venezia al tempo dell'Interdetto;
entrato nell'Ordine dei minori osservanti, diventa in seguito "lettore di theologia" nel convento di S. Francesco della Vigna a Venezia;
1606, 6 maggio, sottoscrive il Protesto del doge contro il breve pontificio del 17 aprile; appare tra i sette firmatari del Trattato dell'Interdetto della Santità di papa Paulo V…, e, successivamente, fra i cinque interpellati per un Consulto intorno ai modi di levar la censura, ambedue, in realtà, opera solamente di fra P. Sarpi;
[Esclusivamente sue sono invece due brevi scritture:
- una sull'alienazione dei beni laici agli ecclesiastici e sul diritto d'edificare chiese,
- l'altra sui rimedi adottabili nei confronti delle offese a Venezia contenute nel monitorio pontificio.]

Quando fra Paolo da Sulmona (zoccolante giunto a Venezia al seguito dell'ambasciatore straordinario spagnolo Francesco de Castro, con l'intenzione di indurre i francescani veneziani all'obbedienza a Roma) gli rinfaccia la sottoscrizione al Protesto e gli prospetta le pene infernali che lo attendono per la persistenza in un errore tanto scandaloso (tutti possoono vedere il suo nome «sotto li cedoloni affissi»), questi replica fermamente non essere colpa rispettare le disposizioni del «suo Principe in cosa buona, havendo da lui il pane, stando nella sua città, conoscendolo di rettissima et christianissima intentione».
21 novembre, onde evitare mene da parte del petulante fra Paolo da Sulmona, non esita a denunciarlo al Consiglio dei Dieci;
1607, 21 aprile, quietatasi ufficialmente la contesa col pontefice, il Senato, in implicita polemica con la Curia bramosa di vendicarsi dei "falsi teologi" che avevano fornito la loro dottrina alla Signoria, delibera per questi, a soli due giorni di distanza, una pensione annua;
- a lui vengono assegnati 150 ducati,
- al suo confratello fra Bernardo Giordano 150 ducati,;
1609, gennaio, il Senato stanzia altri 200 ducati annui per lui e per gli altri sei teologi;
[Secondo il nunzio Berlinghiero Gessi: «è huomo di buon tempo, che ha per fine il mangiare et bevere bene, et si dice che attende alle femine».]
1608, per la quaresima, l'appoggio di Niccolò Contarini gli ottiene, per la quaresima del 1608, "il pulpito di S. Lorenzo";
[Le sue prediche – sottolinea Berlinghiero Gessi il 1° marzo al card. Borghese – sono innocue e irrilevanti, seguite peraltro da «pochissimi uditori».]
1609, dopo quest'anno nessuna lettera di Berlinghiero Gessi accenna più a lui;
1624, 7 settembre, il nuovo nunzio mons. G. B. Agucchi lo nomina solo in occasione della sua prossima fine.
fra Michelangelo de' minori osservanti, uno de' sette teologi della Repubblica al tempo dell'Interdetto sta moribondo. È stato huomo - prosegue confermando, a 15 anni di distanza, l'opinione di Berlinghiero Gessi - più inclinato alla vita dissoluta che alla falsa dottrina. Ha atteso a tirar lo stipendio publico et a godere, e non si è curato d'altro, e non parlava male co' suoi frati delle cose di Roma».]
8 settembre, muore «da febre».

Castro y Bellvis, Guillén de (Valencia 1569-Madrid 1631) drammaturgo spagnolo;
Las mocedades del Cid (Giovinezza del Cid - Rodrigo Diaz de Bivar)
Las hazañas del Cid (Imprese del Cid)
El conte Alarcos (Il conte Alarco)
La tragedia por los celos
(La tragedia per la gelosia)
Los mal casados de Valencia (I malmaritati di Valencia)
Sceneggiò El curioso impertinente (Il curioso impertinente) di M. de Cervantes e un episodio tratto dal Don Chisciotte.

Marino, Giambattista (Napoli 1569-1625) poeta italiano;
Rime (Venezia 1602)
Il ritratto (Torino 1608)
Lira (Venezia 1614)
Dicerie sacre (Torino 1614)
Il tempio (Lione 1615)
Epitalami e panegirici (1616)
Sferza, invettiva a quattro ministri della iniquità (1617)
La Galeria (1619-20, Ciotti , editore veneziano, ne fece subito una ristampa in quanto la prima era molto scorretta)
La sampogna (Parigi 1620)
Egloghe boscherecce (Napoli 1620, edizione introvabile; Milano 1627, postuma, quella attestata)
Adone (Parigi, 1623)
Strage degli innocenti (Napoli, 1632, postuma)
Molti dei suoi inediti furono da lui stesso bruciati.

Spinola, Ambrogio (Genova 1569-Castelnuovo Scrivia 1630) militare e politico genovese al servizio della Spagna;
1602, costituitosi un piccolo esercito personale, si pone al servizio del governatore dei Paesi Bassi, l'arciduca Alberto d'Austria; affronta subito Maurizio di Nassau che lo obbliga ad uno sfibrante duello intorno ad Ostenda e Gavre;
1603, è nominato comandante generale delle truppe spagnole nei Paesi Bassi (come tale ottiene la resa di Ostenda);
1604, comandante supremo;
1621, dopo una tregua, riprendono gli scontri col Nassau che tiene saldamente Breda, città che deve prendere;
1625, morto Maurizio di Nassau la città si arrende;
1628, ha il comando della guerra per la successione di Mantova e del Monferrato (iniziata nel 1628) e si sforza invano di prendere Casale con le scarse forze affidategli; di questo insuccesso approfittano i suoi avversari politici della corte di Madrid (fra cui è primo ministro il conte-duca di Olivares) che ottengono il suo allontanamento.

Stefano da Cividate (1569-?) frate cappuccino, padre, della famiglia de' Romelli di Val Camune;
1595, veste l'abito religioso;
1630, al momento dello scoppio della peste si trova a Tirano;
1631, la peste si estende nelle terre di Tiglio e di Auriga dove muoiono di peste quattromila persone;
1632, fa ritorno nel convento di Tirano;
1649, 9 gennaio, muore nel convento di Edolo.

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«segue da 1568»
1569
Germania
Francoforte, alla Fiera del libro, tra 87 librai figurano:
- 17 di Francoforte,
- 3 di Venezia,
- 4 di Lione,
- 5 di Ginevra,
gli altri provengono tutti da varie città tedesche.
Italia
Venezia, esce il romanzo Planine di Peter Zoranic, il primo grande libro in dalmato d'argomento secolare.
Venezia, lo stampatore Antonio Gardano di San Salvador (attivo tra il 1539 e il 1569) si è dedicato quasi esclusivamente a testi musicali.
[Nel 1566 possiede 26 campi da cui trae una rendita di 13 ducati; sedici anni dopo il figlio Angelo Gardano denuncerà 50 campi e 54 ducati di rendita.]
Venezia, approda il tipografo Francesco Ziletti, bresciano.
Venezia, Girolamo Mercuriale pubblica i sei libri De arte gymnastica, realizzando una fondamentale sintesi tra la ginnastica antica e quella moderna. Mercuriale accredita la ginnastica di capacità terapeutiche, in particolare nella riabilitazione dei paralizzati.
«segue 1570»

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