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Papa
Pio II

(1458-64)

1461
A Roma l'avvenimento della nuova conquista turca in Asia Minore viene usato, da un lato per intensificare la propaganda anti-ottomana, dall'altro si cercano spiegazioni per la «punizione divina» abbattutasi sul Ponto.
In questo periodo, nella determinazione dell'orientamento politico del Vaticano, ha un ruolo significativo Bessarione di Nicea, cardinale della chiesa romana, oriundo di Trebisonda, che lotta con fervore per organizzare una crociata anti-turca.

Il papa scrive a Mehmet II esortandolo a mostrarsi meno implacabile verso i criistiani ma il sultano non lo ascolta e anzi attacca con maggior vigore specie gli abitanti di Ragusa;

Canonizza Caterina da Siena.

Gallicanesimo

«segue da 1450»
1461, Pio II ottiene da Luigi XI l'abrogazione della Prammatica sanzione di Bourges;
«segue 1464»

ANNO 1461





1461
SACRO ROMANO IMPERO
Friedrich III
Albero genealogico
(Innsbruck 1415 - Linz 1493)
figlio di Ernst I [il Ferreo], duca di Stiria, e di Zimburga di Masovia [Piasti];
[appartiene al ramo leopoldino degli Asburgo.]
1424-93, duca di Stiria, Carinzia, Carniola e Tirolo (Federico V);
[succeduto al padre]
1440-93, re di Germania e dei romani (Federico IV);
alla morte del cugino Alberto II riceve dai principi elettori sia la corona sia la tutela di Ladislao [Postumo] erede di tutti i territori posseduti dal ramo albertino degli Asburgo nonché delle corone di Boemia e d'Ungheria;
nel 1438, con il concordato di Vienna, ottiene da papa Niccolò V una serie di concessioni e di rinunzie a favore della corona e dei principi tedeschi che gli valgono una notevole preponderanza sulla chiesa in Germania;
1452-93, imperatore del Sacro Romano Impero (Federico III);
riceve la corona imperiale a Roma dalle mani di Niccolò V;
dal 1453 arciduca d'Austria;
1457-93, duca d’Austria (Friedrich V);
nel 1457, alla morte di Ladislao [Postumo], rivendica a sé il diritto all'eredità di tutti i possessi territoriali della casata asburgica e, ottenutili dopo non poche lotte, unifica i domini acquistati, costituendo così il più esteso tra gli stati tedeschi:
Austria eretta in arciducato (1453), Stiria, Carinzia, Carniola, Tirolo;
nel 1458 non riesce a salvaguardare i suoi diritti sui regni di Boemia e d'Ungheria;

1461
-


1461
Arciducato d'Austria
Alberto VI [il Prodigo]
Albero genealogico

(Vienna 1418 - 1463)
figlio di Ernesto di Stiria del ramo leopoldino, fratello dell'imperatore Federico III;
dal 1453 arciduca d'Austria;
1457-93, duca d’Austria (Friedrich V);
nel 1457, alla morte di Ladislao [Postumo], con cui si estingue il ramo albertino, rivendica per sé l'eredità e l'imperatore gli concede l'Alta Austria;

 



1461
-



1461
REGNO di BOEMIA
Giorgio Podebrad

(Podebrady 1420 - Praga 1471)
esponente dell'aristocrazia ceca hussita; capo del gruppo utraquista (hussiti moderati);
1439, alla morte di Alberto I d'Asburgo ha un ruolo politico di rilievo;
1448, conquista Praga;
1452, viene eletto governatore della Boemia assumendo di fatto la direzione politica del paese;
1453, la conserva anche dopo il raggiungimento della maggiore età di Ladislao [Postumo];
1458-71, re di Boemia;
eletto alla morte di Ladislao [Postumo];

 



1461
-



1461
REGNO d'UNGHERIA
Mattia Corvino

(Kolozssvár 1440 - Vienna 1490)
figlio di János Hunyadi;
1458-90, re d'Ungheria;
proclamato grazie alle vaste aderenze e alle ricchezze della sua casata;

 



1461
-



1461
REGNO di POLONIA
Casimiro IV
Albero genealogico

(Cracovia 1424 - Grodno 1492)
figlio di Ladislao II Jagellone e di Edvige d’Angiò;
1440-92, granduca di Lituania (Casimiro II);
eletto dalla nobiltà locale, con la sua nomina rende il paese indipendente di fatto dalla corona polacca;
1445-92, re di Polonia;



1461
1456-66, lunga guerra contro i cavalieri teutonici;

1461
Albero genealogico

(Tangermünde 1413 - Neustadt sull'Aisch 1471)
figlio di Federico I e di Elisabetta di Baviera-Landshut;
1440-70, margravio ed elettore di Brandeburgo;
vero fondatore dello stato del Brandeburgo, divide il governo della marca con il fratello Federico [il Grosso] fino al 1463;
nel 1445 rifiuta la corona di Polonia;
nel 1454 acquista dall'Ordine teutonico la Neumark;

1461
Federico II [il Pacifico o il Placido o il Mansueto]
Albero genealogico

(† 1464)
figlio di Federico I e di Caterina di Brunswick-Wolfenbüttel;
1428-64, duca elettore di Sassonia;




1461
ducato di Baviera
Ludwig IX di Wittelsbach [il Ricco]
Albero genealogico

(Burghausen 1417 - Landshut 1479)
figlio di Heinrich XVI [il Ricco], duca di Baviera-Landshut, e di Margarete d’Austria († 1447);
1445-79, duca di Baviera-Ingolstadt;
1450-79, duca di Baviera-Landshut;




Johann IV di Wittelsbach
Albero genealogico

(Munich 1437 - Haidhausen 1463)
figlio di Albrecht III [il Pio] e di Anna von Braunschweig-Grubenhagen;
1460-63, duca di Baviera-Monaco;
[con il fratello Sigmund]





Sigmund di Wittelsbach
Albero genealogico

(Straubing (?) 1439 - Schloß Blutenberg 1501)
figlio di Albrecht III [il Pio] e di Anna von Braunschweig-Grubenhagen;
1460-67, duca di Baviera-Monaco;
[con il fratello Johann IV]










1461
IMPERO OTTOMANO
Mehmet II [Fatih - il conquistatore]
 

(1432 - 1481)
figlio di Murad II;
1444-46/1451-81, sultano;
sale al trono dopo aver fatto uccidere il fratello neonato Ahmet;
[Poiché il trono si eredita senza rispettare la regola dell'anzianità, la legge del fratricidio assume così valore giuridico.]
nel 1454 Costantinopoli [Kostantiniye, Istanbul 500 anni dopo] diventa capitale dell'impero.
nel 1460 liquida il despotato di Morea, uno degli ultimi possessi bizantini;






1461
liquida l'impero di Trebisonda, uno degli ultimi possessi bizantini;


1461
IMPERO di TREBISONDA
[impero trapesuntino]
Davide II
Albero genealogico

(† 1463)
figlio di ;
1458-61, gran comneno di Trebisonda - autokrátor dei romani;
1461
viene deportato ad Adrianopoli ed in seguito ucciso.

 

ultimo sovrano


Bailo veneziano
spariti
Amm.re Banco di San Giorgio
Gregorio Gianotti
(1461)
1461
i genovesi sono tra i primi a far pervenire in Europa la notizia della caduta di Trebisonda.

[Secondo Francesco Filelfo, la campagna di Maometto II contro Trebisonda è stata intrapresa perché nelle retrovie non rimanga alcun nemico degli Ottomani, perché il sultano abbia mano libera per agire in Europa. In effetti, poco prima di iniziare la campagna in Asia Minore, egli ha assediato Belgrado (1456), e poi, nel 1458-59, gli Ottomani hanno assoggettato la maggior parte della Serbia e preso Smederevo, e hanno completato la conquista della Morea (1460).
Poco dopo le azioni militari sono state rivolte contro l'Ungheria e la Bosnia.
In questo momento Venezia cerca di chiamare l'Ungheria e la Francia alla lotta contro il sultano. Del resto, dopo aver perso le fattorie nel Mar Nero, essa ben conosce la portata degli avvenimenti.
In seguito altri vedranno nella ricchezza di Trebisonda e dei suoi sovrani la causa della rovina dell'impero.
Nella Storia di Venezia di M. Sabellico e nelle Vite dei dogi di Mario Sanudo è esposta un'altra versione ancora: Trebisonda fu presa più con l'inganno che con la forza delle armi.
La versione che considera la presa di Costantinopoli e di Trebisonda come un unico evento è sorta probabilmente prima di tutte le altre quando l'impero dei grandi commeni esisteva ancora. Nella lettera sulla caduta di Costantinopoli di Jacopo Languschi e anche nella lettera sul medesimo avvenimento del famoso umanista Lauro Quirini a papa Niccolò V (15 luglio 1453) si afferma che tutte le città del Mar Nero, comprese Trebisonda e Caffa sono state conquistate da Maometto II subito dopo aver preso la capitale bizantina. L'errore dei contemporanei si rivelerà profetico e influenzerà la storiografia successiva.
Utilizzando la lettera di Jacopo Languschi, riporta il fatto il cronista veneziano Zorzi Delfin.
Nel XVI sec. si svilupperà invece maggiormente la versione secondo cui la causa della rovina di Trebisonda, come anche quella di Bisanzio, furono le discordie tra i cristiani, che andavano evitate per sconfiggere gli Ottomani.]
[Fonte: Sergej Pavlovic Karpov, L'impero di Trebisonda, Venezia Genova Roma 1204-1461, Il Veltro Editrice 1986]
FINE

1461
REGNO di CIPRO e di GERUSALEMME
Giacomo II [il Bastardo]  

(Nicosia 1440 ca - 1473)
figlio naturale di Giovanni II di Lusignano;
1460-73, re di Cipro e di Gerusalemme;
[dopo aver spodestato, con l'aiuto del sultano di Egitto, la sorella Carlotta ed il marito Luigi di Savoia, costretti all'esilio.]




1461
-






1461
RUSSIA
Basilio II [il Cieco ]
Albero genealogico
(n. 1415 - m. 1462)
figlio di Basilio I;
1425-62, gran principe di Mosca;
nel 1439 rifiuta di sottoscrivere la riunione della chiesa ortodossa a quella romana approvata dal concilio di Firenze;
nel 1445 non ha successo il suo sforzo per rendersi autonomo dal khan tataro venendo sconfitto;
solo nel 1448 può prevalere (era adolescente alla morte del padre) sui cugini rivali, dopo però violenti conflitti nel corso dei quali è stato pure accecato;
nel 1452 riesce ad ottenere l'indipendenza dal khan tataro bloccando le spedizioni contro Mosca del khan Ahmad;

 
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1461
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1461
Moldavia
Stefano III [il Grande]
(n. 1433 ca - m.1504)
figlio del principe Bogdan II della stirpe dei Musat;
1451, dopo la morte del padre, ucciso dal fratello Pietro III Aron, intraprende con quest'ultimo una lunga guerra;
1457-1504, voivoda di Moldavia;
grazie anche all'appoggio di Vlad III di Valacchia;

 
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1461
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1461
REGNO di FRANCIA
Carlo VII [il Vittorioso]
Albero genealogico
(Parigi 1403 - Mehun-sur-Yèvre 1462)
figlio di Carlo VI e di Elisabeth di Baviera-Ingolstadt;
1422-61, re di Francia;
[fino alle vittorie di Giovanna d'Arco il titolo non ha avuto per lui alcun significato]
nel 1429 viene incoronato a Reims;
nel 1435 si arriva alla riconciliazione con il duca di Borgogna Filippo III [il Buono];
1443-50, sua amante ufficiale [la prima nella storia dei re di Francia] è la bella e famosa Agnés Sorel, che gli darà quattro figlie;
nel 1452, ben felice di immischiarsi nelle vicende di casa Savoia, se non altro per vendicarsi del matrimonio di suo figlio il Delfino con Carlotta di Savoia concluso a sua insaputa, comincia per prima cosa a disputare sull'omaggio dei marchesi di Saluzzo dovuto ai Savoia [eterna diatriba], poi prende le armi e va contro Ludovico di Savoia;
1461
gli succede il figlio Luigi XI;




Luigi XI
Albero genealogico
(Bourges 1423 - Plessis-les-Tours 1483)
figlio di Carlo VII [il Vittorioso] e di Maria d'Angiò;
incaricato del governo del Delfinato, agisce con durezza ed energia; per aver poi partecipato ad una rivolta di nobili contro il padre deve esulare per cinque anni alla corte di Federico III [il Buono];
1461-83, re di Francia;
salito al trono, mette da parte i consiglieri del padre e si circonda soltanto di persone fedeli tratte dalla borghesia o dalla piccola nobiltà (Philippe de Commynes e Jean de Balue) trovandosi ovviamente di fronte l'opposizione dei grandi feudatari;




Primo ministro
[Sovrintendente delle Finanze]
-
Cancelliere-Guardasigilli
-
Segretario di stato agli Affari Esteri
-
 
1461
-




1461
ducato d’Angiò
Renato I [il Buono]
Albero genealogico

(Angers 1409 - Aix-en-Provence 1480)
secondogenito di Luigi II duca d'Angiò e di Iolanda figlia del re di Aragona;
1417, succeduto al padre, viene affidato allo zio materno Luigi, cardinale e duca di Bar; sposa in seguito Isabella figlia di Carlo II di Lorena;
1430-80, duca di Bar;
1430, eredita il ducato dallo zio cardinale Luigi;
1431-53, duca di Lorena;
1431, muore il suocero; pur dovendo diventare signore della regione, deve affrontare l'opposizione di Antonio di Vaudémont (appoggiato dal duca di Borgogna) che lo sconfigge e lo prende prigioniero a Bugnéville dove rimane in queste condizioni fino al 1432;
1434, l'imperatore Sigismondo suggella il suo diritto sulla Lorena;
1434-80, duca d'Angiò e conte di Provenza;
eredita l'Angiò dal fratello Luigi III;
1434-80, re di Sicilia (titolare);
nel 1437, dopo essere stato prigioniero dal 1435 (già una prima volta nel 1431-32) del duca di Borgogna, ottiene la libertà (e il possesso della Lorena) solo grazie ad un enorme riscatto in danaro e in città;
sbarcato nel 1438 nell'Italia meridionale vi si trattiene cercando di aver ragione di Alfonso V d'Aragona;
nel 1442, non riuscendo ad aver ragione di Alfonso V d'Aragona, dall'Italia meridionale si ritira in Francia mantenendo però il titolo regio;
nel 1453, dopo aver combattuto con Carlo VII nell'ultimo periodo della guerra dei cent'anni fino alla definitiva conquista della Normandia, varca nuovamente le Alpi, in difesa dei suoi vecchi alleati italiani, Firenze e Milano, impegnati contro Alfonso di Napoli nella speranza di occupare il regno;
non potendo far nulla, torna in Francia: cede la Lorena al figlio Giovanni, sposa in seconde nozze Giovanna di Laval e si ritira in Provenza al cui governo si dedicherà negli anni seguenti;
dal 1454 si dedica ormai al solo governo della Provenza;
nel 1454 viene coinvolto nelle iniziative politiche del figlio Giovanni che cospira contro Luigi XI aderendo alla lega del bene pubblico (comporterà la confisca del ducato d'Angiò);

Livre du Coeur d'Amour Epris (1457, opera allegorica; libro fatto illustrare e illustrato da egli stesso con miniature di grande bellezza, come il suo salterio e vari Libri d'Ore)
Mortifiement de Vaine Plaisance (opera morale);





1461
-


1461
ducato di Borgogna
Filippo III [il Buono]
Albero genealogico
(Digione 1396 - Bruges 1467)
figlio di Giovanni [Senza paura] e di Margherita di Baviera;
1419-67, duca di Borgogna e conte di Fiandra;
succeduto al padre, assassinato dagli armagnacchi;
nel 1428 acquista la contea di Namur;
nel 1430 eredita dal cugino Filippo di Saint-Pol il Brabante e il Limburgo;
nel 1433 ottiene definitivamente il possesso di Olanda, Zelanda, Hainaut;
1437-38, ribellione di Bruges;
nel 1441, per via di negoziati, ottiene il Lussemburgo;
1451-53, ribellione di Gand, duramente repressa;




 
-
1461
-



 
1461
ducato di Savoia
Ludovico
Albero genealogico
(Ginevra 1413 - Lione 1465)
figlio di Amedeo VIII [il Pacifico] e di Marie di Borgogna-Valois;
1431, alla morte del fratello maggiore Amedeo eredita il titolo di principe di Piemonte;
1434-65, conte di Aosta, Maurienne e Nizza;
1434-65, duca di Savoia;
dopo l'abdicazione del padre;
nel 1441 cede al duca di Bourbon l'omaggio del paese di Dombe;
nel 1442 sposa Anna di Lusignano, figlia di Giano re di Cipro, di cui si è innamorato perdutamente; mentre gli abusi e i disordini a corte si moltiplicano, il regno di Cipro è per casa Savoia niente più che un titolo;
nel 1445 è costretto a cedere a Carlo VII il Valentinois; vengono inoltre cedute alla Francia le ragioni sulle contee di Valenza e di Die, avendone in cambio l'esonero dell'omaggio che dal 1355 si prestava alla Francia per la baronia di Fossignì;
nel 1446 si trova in mezzo alle lotte fra fazioni nobiliari dei Douglas-Livingstone e dei Crichton;
nel 1447, alla morte di Filippo Maria Visconti che lascia vedova Maria di Savoia sua sorella, cerca di far valere i diritti sabaudi alla successione nel ducato di Milano ma alla fine deve riconoscere la signoria di Francesco Sforza;
nel 1448 i conti di Polenzo, alcuni tra i marchesi del Carretto e i Grimaldi per la metà di Mentone e Roccabruna riconoscono il dominio dei loro feudi da parte di casa Savoia;
nel 1452, con il trattato di Cleppié, deve riconoscere la supremazia della monarchia francese sul ducato sabaudo;
vengono intanto rinnovati i provvedimenti per impedire nel ducato d'Aosta le discordie tra preti (sempre molto desiderosi di estendere il loro comando) e laici per causa di giurisdizione [sarà rinnovato nel 1488];
Friburgo riconosce casa Savoia come sua sovrana;
nel 1455 vende la baronia di Gex al bastardo d'Orléans conte di Dunois [probabilmente poco dopo è stata recuperata se nel 1483 compare ancora nelle mani dei duchi di Savoia];
nel 1458 il figlio Luigi sposa Carlotta, unica figlia ed erede di Giovanni di Lusignano re di Cipro e re titolare d'Armenia e di Gerusalemme [sarà tuttavia inutile il suo tentativo di far riconoscere il figlio re di Cipro];
nel 1459 il figlio Luigi, incoronato re di Cipro a Nicosia, deve competere con Giacomo di Lusignano, il figlio illegittimo di Giovanni, che con l'aiuto dei turchi si impadronisce del regno cacciando via Carlotta e Luigi; mentre Genova, che possiede Famagosta, viene in loro aiuto, Venezia protegge il rivale;




 
-
1461
dal 1458 opera il Consiglio [poi Senato] di Torino con autorità sovrana per giudicare gli affari civili e criminali;



1461
REGNO d'INGHILTERRA
Enrico VI
Albero genealogico

(Windsor 1421 - Londra 1471)
figlio unico di Enrico V e di Caterina di Valois;
1422-61, 1470-71, re d'Inghilterra;
ancora in fasce, poco dopo, alla morte del nonno Carlo VI, viene proclamato anche re di Francia;
sotto la reggenza degli zii Giovanni di Bedford (reggente in Francia) e Humphrey di Gloucester assiste impotente ai disastrosi risultati dell'ultima fase della guerra dei cent'anni;
nel 1445 sposa Margherita d'Angiò;
[con la nuova sposa, alleata ai Beaufort contro il partito popolare facente capo a Riccardo, duca di York, spera di giungere ad una composizione onorevole della questione francese.];
nel 1453, poiché egli inizia a dare segni di pazzia, la guida effettiva del governo viene presa da Riccardo di York; nello stesso tempo però la moglie Margherita d'Angiò dà alla luce il figlio Edoardo;
nel 1454 la moglie Margherita d'Angiò toglie il potere a Riccardo di York, capo del governo durante la prima crisi di follia del figlio;
1461
Marzo
19
, dopo la decisiva vittoria di Towton da parte del nuovo re Edoardo, figlio di Riccardo di York, è costretto a fuggire in Scozia;







Edward IV
Albero genealogico

(Rouen 1442 - Westminster 1483)
figlio di Riccardo di York e di Cicely Neville;
1455-85, guerra delle due rose;
1460, alla morte del padre diviene il pretendente degli York al trono;
1461-83, re d'Inghilterra;
grazie all'aiuto del suo valoroso cugino Richard Neville conte di Warwick;







Riccardo di Gloucester
Albero genealogico

(Fotheringay, Castle, Northamptonshire 1452 - Bosworth 1485)
undicesimo figlio di Riccardo di York e di Cicely Neville;
1455-85, guerra delle due rose;
1461-83, duca di Gloucester;



1483-85, re d'Inghilterra (Riccardo III);







1461
-

«guerra delle due rose»
o
Wars of the Roses
(Guerre delle rose)
1455-1485
Inghilterra:
- Lancaster (rosa rossa)
- York (rosa bianca)

La causa profonda è il dissesto economico e politico dopo la definitiva sconfitta subita nella guerra dei cent'anni.

1461
Febbraio
17
, gli yorkisti proclamano loro capo il diciannovenne Edoardo, figlio di Riccardo di York, insediandolo come re (Edward IV) a Westminster;
Marzo
29
, trionfatori nella battaglia di Towton, costringono Enrico VI e la regina Margherita a riparare in Scozia;




a

1461
REGNO di SCOZIA
James III
Albero genealogico

(Stirling 1453 - Milltown 1488)
figlio di Giacomo II Stuart e di Mary di Guelders;
1460-88, re di Scozia;
succeduto ancora fanciullo al padre;

1461
1455-85, guerra delle due rose (schierato con i Lancaster.)

a

1461
REGNO di DANIMARCA, REGNO di NORVEGIA e REGNO di SVEZIA
Christian I
Albero genealogico
(Oldenburg 1426 - Copenhagen 1481)
figlio di Dietrich [il Fortunato], conte von Oldenburg, e di Adelheid von Oldenburg-Delmenhorst;
1448-81, conte von Oldenburg;
1448-81, re di Danimarca (Christian I);
eletto su designazione del Rigsraad (gran consiglio), diviene il capostipite della dinastia di Oldenburg;
1450-81, re di Norvegia;
1457-64, re di Svezia;
appena eletto in Svezia, le sue mire accentratrici si scontrano subito con le spinte autonomistiche, rappresentate soprattutto dalla chiesa;
1459-81, conte di Schleswig e Holstein;





1474-81, duca di Schleswig e Holstein;






Carlo VIII Knutsson
Albero genealogico
(n. 1409 - m. 1470)
figlio di Knut Thodsson, cavaliere svedese della famiglia Bonde;
1434, aderisce alla rivolta della nobiltà svedese condotta da Engelbrekt Engelbrektsson contro l'unione di Kalmar con cui erano state congiunte le tre corone di Danimarca, Norvegia e Svezia;
1436, alla morte di Engelbrekt, si trova a capo del partito indipendentista che desidera una corona svedese autonoma e che ha il suo nerbo nei liberi contadini;
1440, pur sempre aristocratico, favorisce il ristabilimento dell'unione di Kalmar, ottenendo dal nuovo re Cristoforo I di Baviera, creatura dell'Hansa, vaste terre e l'intera Finlandia;
1448-57, 1464-65, 1467-70, re di Svezia;
acclamato dopo la morte di Cristoforo I;
1449-50, re di Norvegia;
avuta la corona in seguito ad una spedizione militare, l'anno successivo deve subito cederla a Christian I di Danimarca;
nel 1457 è costretto ad abbandonare la Svezia;









1461
-

Richard Neville (n. 1428-Barnet, presso Londra 1471)
figlio di Richard Neville conte di Salisbury;
1450-71, conte di Warwick;
1455-71, guerra delle due rose.





1461
REGNO di PORTOGALLO
Alfonso V [l'Africano]
Albero genealogico
(Sintra, Lisbona 1432 - 1481)
figlio di Edoardo I e di Eleonora di Aragona;
1438-81, re di Portogallo;
1440-48, sotto la reggenza dello zio dom Pedro;
nel 1448 sposa sua cugina Isabella (figlia dello zio dom Pedro) e prende in mano il governo del paese;
Nel 1449, nella battaglia di Alfarrobeira, vince lo zio dom Pedro;
nel 1455 muore la moglie Isabella;
nel 1460 muore lo zio Enrico [il Navigatore] duca di Viseu ma l'opera di esplorazione continua, anche se egli preferisce impegnarsi in una onerosa azione di conquista antimusulmana in Marocco;




1461
-


1461
REGNO di NAVARRA e REGNO di ARAGONA
Albero genealogico

(Medina del Campo 1397 - Barcellona 1479)
figlio di Ferdinando I e di Eleonora di Castiglia;
1415-16, viceré di Sicilia;
1425-79, re di Navarra;
succeduto alla morte di Carlo III [il Nobile], padre di sua moglie Bianca;
nel 1435 partecipa alla spedizione del fratello Alfonso V il Magnanimo per la conquista di Napoli ma viene catturato a Ponza e condotto a Milano dove riconquista la libertà grazie a Filippo Maria Visconti;
nel 1441, alla morte della moglie Bianca, nega al figlio Carlo, principe di Viana, il diritto di succedere alla madre sul trono di Navarra come previsto dal testamento della stessa sovrana;
nel 1447 si risposa con Giovanna Enriquez, figlia dell'ammiraglio di Castiglia, ed i rapporti con il figlio Carlo, avuto dalla prima moglie Bianca, peggiorano ulteriormente; dal nuovo matrimonio nasce Ferdinando, futuro sposo di Isabella di Castiglia; lo scontro tra padre e figlio è inevitabile ma Carlo ha la peggio e, diseredato a favore della sorella Eleonora (moglie di Gastone IV di Foix), fugge a Napoli;
1458-79, re d'Aragona;
succeduto al fratello Alfonso V il Magnanimo nel regno con esclusione della Sicilia; richiama il figlio Carlo dall'esilio ma, preoccupato dalle simpatie e preferenze che egli riscuote, lo fa imprigionare; la Catalogna si ribella;





1461
capitolazione di Villafranca: è costretto a nominare il figlio Carlo, fatto imprigionare nel 1458, luogotenente in Catalogna che si era ribellata; la morte di questi, forse per avvelenamento [il popolo accusa la matrigna], fa insorgere nuovamente la Catalogna;




1461
REGNO di CASTIGLIA e di LÉON
Enrico IV [l'Impotente]
Albero genealogico

(Valladolid 1425 - Madrid 1474)
figlio di Juan II e di Maria d'Aragona;
sposa in prime nozze Bianca di Navarra ma la chiesa scioglie il vincolo perché il matrimonio non è consumato; le accuse di impotenza [oggi ritenute dagli storici prive di fondamento e strumentali] non si contano;
1454-74, re di Castiglia e di Léon;
divenuto re cerca intese e accordi pacifici con la Francia, la Navarra e l'Aragona;
nel 1457, pur arrivando fino alle mura di Granada, la spedizione contro i musulmani non approda a nulla;


1461
riesce a contenere con le armi i ribelli ed ha pure l'occasione per ampliare territorialmente il proprio regno a spese della Navarra, ma ne viene distolto dalla diplomazia di Luigi XI di Francia timoroso di ogni rafforzamento della Castiglia;






1461
REPUBBLICA DI GENOVA
"Compagna Communis Ianuensis"
[I dedizione a Carlo VII re di Francia]
(1458 11 mar - 9 mar 1461)
?
Ludovico la Vallée
(1459 11 set ? - 9 mar 1461)
   
Governo di otto Capitani degli artefici   (1461 9 mar 12 mar 1461)  
Prospero Adorno
Albero genealogico
(? - ?)
figlio di;
1461 12 mar - 17 lug, doge di Genova;
Luglio
17
, fugge da Genova;

Spinetta di Campofregoso
Albero genealogico
(? - ?)
figlio di;
1461 18-20 luglio, doge di Genova;

Lodovico di Campofregoso
Albero genealogico
(? - ?)
figlio di;
1461 25 lug - 14 mag 1462, doge di Genova;

1461
-


1461
ducato di Milano
Francesco Sforza
Albero genealogico
(San Miniato, Pisa 1401-Milano 1466)
figlio di Muzio Attendolo [Sforza] e della sua compagna Lucia di Torsciano;
1424-26, viceré della Calabria;
1430, condottiero al servizio di Filippo Maria Visconti, in lotta contro Venezia;
morta la sua prima moglie gli viene offerta in sposa da Filippo Maria Visconti la figlia e unica erede Bianca Maria;
1433-66, marchese di Ancona;
gonfaloniere della chiesa per l'Umbria, è ora al servizio del pontefice;
nel 1440, ancora gonfaloniere della chiesa per l'Umbria ma tornato l'anno precedente al servizio dei veneziani contro Milano, dopo la sconfitta del Piccinino ad Anghiari non vuole varcare l'Adda e penetrare in territoiro visconteo, prodigandosi viceversa perché si arrivi alla pace;
nel 1441, con la pace di Cremona, ha finalmente in sposa Bianca Maria Visconti;
nel 1443 è osteggiato dal suocero che invia il Piccinino contro i suoi domini nelle Marche riuscendo a muovergli contro anche Eugenio IV che revoca le concessioni fattegli dieci anni prima; nel contempo anche le sue terre abruzzesi cedono sotto gli attacchi di Alfonso d'Aragona; esce dal difficile momento con l'aiuto di Firenze e Venezia ottenendo la vittoria negli scontri decisivi di Monte Loro e di Montolmo;
nel 1444 fa pace col papa che gli conferma le Marche;
nel 1447, alla morte di Filippo Maria Visconti senza aver designato eredi, raggiunge la Lombardia; al soldo prima della Repubblica Ambrosiana (succeduta al Visconti in un'effimera signoria su Milano), poi di Venezia, ma in realtà agendo da principe autonomo, occupa l'una dopo l'altra tutte le città del dominio visconteo, che nel frattempo si sono rese indipendenti;
1450-66, duca di Milano;
incoronato dopo il suo ingresso in Milano [pur sollecitata, non avrà mai la legittimazione del suo principato da parte dell'impero];
nel 1454 con la pace di Lodi ha il riconoscimento, molto importante, di Venezia e degli altri stati italiani; con questi e, in particolare, con Firenze di Lorenzo [il Magnifico], opera per mantenere quell'equilibrio che assicurerà la pace in Italia per 40 anni;






 
1461
-


1461
REPUBBLICA DI VENEZIA
"La Serenissima"
Pasquale Malipiero
(Venezia 1392 – Venezia 7 mag 1462)
figlio di Francesco e di ?;
1457-62, doge di Venezia; [66°]


- nunzio pontificio: ? (? - ?)
- ambasciatore di Spagna: ? (? - ?)

1461
Giugno
alla fine del mese Venezia sa già dell'inizio delle azioni militari dell'esercito e della flotta turchi nel Mar Egeo e ha preso misure per la difesa dei suoi possedimenti.

Settembre
la notizia delle conquiste turche in Asia Minore è portata dalla Turchia dal segretario della Repubblica, il greco Nicola Secundinos;

Ottobre
20
, la Repubblica di san Marco ragguaglia circa la caduta di Trebisonda, la prigionia dell'imperatore e la ritirata di Uzun Hasan (marito della p.ssa trapesuntina Teodora) i propri ambasciatori in partenza per la Francia dando loro istruzioni di incitare il sovrano alla guerra contro gli Ottomani.
26, ne dà la comunicazione all'Ungheria; lo stesso giorno Roma sa dell'accaduto (notizie precise si trovano in una lettera di B. Bonatto, indirizzata al marchese di Mantova);
27, il cancelliere del comune di Volterra, Antonio Ivani, annota questo avvenimento in una lettera al segretario del duca di Milano, facendo riferimento a dei genovesi giunti da Chio.

Da Costantinopoli arriva a Rimini una lettera (datata 6 ottobre) di Angelo Vadio (in missione a Bisanzio) indirizzata a Roberto Valturio, segretario del duca Sigismondo I Malatesta, che informa dei particolari della campagna di Mehmet II contro le regioni del Mar Nero e del suo ritorno vittorioso nella capitale con un gran numero di prigionieri.

[Roberto Valturio, De re militari (Verona, Bonino Bonini, 1483.]

 

1461
Repubblica di Firenze
Cosimo de' Medici [il Vecchio]
Albero genealogico

(Firenze, 27 set 1389 – Careggi, 1º ago 1464)
figlio di Giovanni di Bicci, fondatore del Banco Medici (1397), e di Riccarda [Nannina] de’ Bueri;
1416, sposa Contessina de’ Bardi († 1473), figlia di Alessandro de’ Bardi, conte di Vernio;
1429-64, signore de facto di Firenze;
1439, gonfaloniere di giustizia;



 

 
1461
-


1461
REGNO di NAPOLI e REGNO di SICILIA
Ferdinando I o Ferrante
Albero genealogico

(1431 ca - Napoli 1494)
figlio naturale di Alfonso V [il Magnanimo];
1443-58, duca di Calabria;
[titolo spettante tradizionalmente agli eredi al trono di Napoli.]
nel 1445 sposa Isabella di Chiaramonte;
1454, con la pace di Lodi egli intende mantenere per la penisola lo status quo consacrato;
1458-94, re di Napoli;
succeduto in base alle disposizioni testamentarie del padre, l'ascesa al trono gli viene contestata da più parti:
- da papa Callisto III, signore feudale del regno di Napoli che si rifiuta di riconoscere i diritti di un bastardo;
- da molti baroni favorevoli ad appoggiare le pretese angioine al trono napoletano;
alla morte di Callisto III viene invece riconosciuto dal successore Pio II, cui sta a cuore la pacificazione dei cristiani per poter rilanciare la crociata contro gli ottomani;
il riconoscimento avviene però previa cessione della città di Benevento e corresponsione puntuale del censo che il regno deve alla curia;
non cessa invece l'opposizione dei nobili filoangioini, appoggiati da Genova, che invitano nel napoletano Giovanni d'Angiò perché vi faccia valere i suoi diritti, e al suo fianco si schierano due codottieri illustri, Iacopo Piccinino e Sigismondo Malatesta;
l'intervento di Francesco Sforza al fianco di Ferdinando, l'appoggio di Pio II, l'aiuto apportato dal principe albanese Giorgio Scanderberg salvano il trono aragonese;




Alfonso II
Albero genealogico

(Napoli 1448 - Mazzara, Messina 1495)
figlio di Ferdinando e di Isabella di Chiaromonte;
1458-94, duca di Calabria;




1494-95, re di Napoli;




Renato I [il Buono]
Albero genealogico

(Angers 1409 - Aix-en-Provence 1480)
secondogenito di Luigi II duca d'Angiò e di Iolanda figlia del re di Aragona;
1430-80, duca di Bar;
1431-53, duca di Lorena;
1434-80, duca d'Angiò e conte di Provenza;
eredita l'Angiò dal fratello Luigi III;
1434-80, re di Sicilia (titolare);
sbarcato nel 1438 nell'Italia meridionale vi si trattiene cercando di aver ragione di Alfonso V d'Aragona;
nel 1442, non riuscendo ad aver ragione di Alfonso V d'Aragona, dall'Italia meridionale si ritira in Francia mantenendo però il titolo regio;




– vedi sopra –




1461
-
a





Acciaiuoli, Zanobi (Firenze 1461-Roma 1519) letterato ed ecclesiastico italiano; umanista raffinato, oratore e poeta, si dedicò agli studi di greco ed ebraico e fu amico di M. Ficino, del Poliziano e di G. Pico della Mirandola;
1494, accusato ingiustamente di cospirazione antimedicea, si accosta al Savonarola ed entra nel convento di San Marco; durante il pontificato di Leone X si trasferisce a Roma, dove insegna alla Sapienza;
1518, ricopre la carica di prefetto della Biblioteca Vaticana.

Zasius, Ulrich o Johannes Ulricus Zasius (o Joannes Ulricus Zasius) – chiamato anche Zaesi o Zase (Costanza, futura Baden-Württemberg 1461 – Friburgo in Brisgovia 24 novembre 1535) giurista tedesco;
studia a Tubinga sotto la guida dell'italiano Lorenzo Marenco e del savoiardo Gabriele Chabot;
diviene notaio episcopale a Costanza;
per molti anni frequenta varî studiosi con cui lega amicizia, fra cui i decretisti J. Knapp, J. Obernheim, Angelus di Besonzio da Milano e il giurista e filologo Paolo de Cittadinis; si dedica quindi allo studio della filologia;
1489, impiegato comunale a Baden in Aargau;
1493, impiegato comunale a Friburgo;
1496-99, dirige la scuola latina di Friburgo;
1499, studia legge presso l' Università di Friburgo;
1500, qui è nominato professore di retorica e poetica;
1502, è anche impiegato della corte a Friburgo;
1503, consulente legale per l'università di Friburgo;
1505-06, ottiene il titolo di "doctor iuris";
1506, è nominato professore di giurisprudenza a Friburgo;
1508, consigliere imperiale;
in relazione con i maggiori spiriti del suo tempo, specialmente con B. Amerbach e I. Sichardt, è ammiratore di Martin Lutero come scrittore;
[Applicando le tendenze degli Umanisti alla giurisprudenza, scorge i commenti tesi e barbari dei glossatori e si sforza di ripristinare il vero testo. Probabilmente è a causa delle controversie letterarie che ha avuto con Johann Eck, che in un primo momento ha favorito le dottrine di Martin Lutero.]
1521, da questo momento diventa invece uno zelante oppositore di Martin Lutero e in mezzo alle lotte religiose del tempo resterà fedele, fino alla morte, alla Chiesa cattolica romana;
1535, 24 novembre, muore a Friburgo in Brisgovia.
[È uno dei maggiori giuristi che possa vantare la Germania nel secolo XVI, e una delle figure più significative del secondo Rinascimento; come osserverà il Rivier, è per la Germania, mutatis mutandis, quello che Andreas Alciatus è per l'Italia. Egli sa portare nello studio del diritto un nuovo spirito vivificatore e un nuovo metodo. Per quanto, tuttavia, siano numerosi i suoi ammiratori e i suoi allievi, la massa dei giuristi tedeschi non sa subito apprezzare la sua nuova tendenza, giacché si considera ancora lo studio del diritto romano come avente uno scopo eminentemente pratico. Egli sa accoppiare alle sue qualità di teorico anche le qualità, e in grado altissimo, del giurista pratico.
Durante la sua vita, oltre ad aver rivestito molte cariche pubbliche, ha redatto lo "Stadtrecht" di Friburgo, riordinato il diritto successorio e l'istituto della tutela badese. Le sue numerose opere di diritto romano, di diritto canonico e di diritto pubblico e privato germanico saranno raccolte in 6 volumi nell'edizione di Lione del 1550; a.f.: Lugduni (Lione) 1548, 1550-1, 3 voll., Francoforte, 1590).]

 



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La notizia della nuova conquista turca in Asia Minore turba i contemporanei.
Nei racconti dei cronisti italiani si avverte il timore per la crescente potenza degli Ottomani.
Venezia, che ha preso misure urgenti per preparare una coalizione anti-turca, invia missive adeguate in Ungheria, Francia e anche al papa.

[Fonte: Sergej Pavlovic Karpov, L'impero di Trebisonda, Venezia Genova Roma 1204-1461, Il Veltro Editrice 1986]

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