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Papa Pio VI
(1775-99)

1797,
19 febbraio, deve accettare le rigide clausole della pace di Tolentino;
le Romagne vengono strappate ai domini dello Stato Pontificio;
dicembre, l'uccisione del generale M.-L. Duphot a Roma provoca l'occupazione militare dello Stato della Chiesa;


Sovrano Militare Ordine Gerosolimitano di Malta

«segue da 1633»
1797, Luogotenente ? (?-?)
Nel corso del XVIII secolo l'importanza dell'ordine è in declino, viste pure le frequenti sollevazioni popolari contro il dominio sempre più autoritario dei cavalieri. Sulla fine del secolo, con il riaccendersi delle rivalità europee per il predominio del Mediterraneo, l'importante posizione strategica di Malta aumenta l'interesse per l'isola da parte delle maggiori potenze.
Paolo I Romanov (Pietroburgo 1754-1801) Albero genealogico zar di Russia (1796-1801),
protettore sia della chiesa ortodossa sia della chiesa cattolica, si fa proclamare Gran Maestro dell'Ordine di Malta;
con una bolla (l'aveva già fatto Pio IV) il papa esenta l'ordine da ogni giurisdizione laica ed ecclesiastica, e da ogni tribunale, anche di legati pontifici o di eminentissimi cardinali.
Intanto le reliquie che avevano accompagnato i cavalieri di Malta dalla fuga di Rodi, da Malta seguono Hompesch a Trieste e raggiungono il suo successore Paolo I a San Pietroburgo, andando poi a Copenaghen dove le porta la vedova di Alessandro III, salvate in tempo dai bolscevichi, e poi a Belgrado dove sua figlia le dona ai Karageorgevitch.
[Resiste il dubbio se l'immagine di nostra Signora di Filerno sia sempre lì o piuttosto dentro la cassaforte di un collezionista americano!!. Di sicuro la destra del san Giovanni Battista si è diretta verso le famose commendadoras de San Juan, le ultime religiose dell'ordine, che gelosamente la conservano a Barcellona. Quanto alla santa spina donata da Bayazet, passata da principe russo a principe russo, sarà alla fine donata da uno di loro, devotamente, a papa Benedetto XV.]
«segue 1798»

 

 

ANNO 1797




1797
Unione Elvetica
Confederazione dei tredici cantoni elvetici:

CATTOLICI
- Uri (1291),
- Schwyz (1291),
- Unterwalden (1291),
- Lucerna (1332),
- Zug (1353),
- Glarus (1353) [in parte],
- Friburgo (1481),
- Soletta (1481).

PROTESTANTI
- Zurigo (1351),
- Berna (1353),
- Glarus (1353) [in parte],
- Basilea (1501),
- Sciaffusa (1501),
- Appenzell (1513).

1797
-
occupazione francese del vescovato della Basilea e annessione della Valtellina alla Repubblica Cisalpina;

 


AUSTRIA - BOEMIA e UNGHERIA

Francesco II (Firenze 1768-Vienna 1835)
figlio di Leopoldo II e di Maria Luisa di Borbone infanta di Spagna;
1792-1806, imperatore del Sacro Romano Impero;
1797
pace di Campoformio: deve cedere alla Francia rivoluzionaria e a N. Bonaparte i Paesi Bassi e la Lombardia;
1804-35, imperatore d'Austria (Francesco I);

SLOVENIA
Lubiana, un convinto collaboratore dei francesi, il sacerdote Valentin Vodnik, editore del primo foglio sloveno «Le notizie di Lubiana» (1797) scrive in una sua poesia traboccante di amor patrio: «Dice Napoleone: "Rialzati Illiria, è l'alba del nuovo giorno!"».

[Joze Pirjevec, Serbi, Croati, Sloveni - Storia di tre nazioni, Universale Paperbacks, Il Mulino, Bologna 1995]

Albero genealogico
 
BOEMIA
UNGHERIA
CROAZIA [dal 1096 fino al sec. XIX fa parte della corona ungherese; dal 1102 al 1918 l'Ungheria segnerà in maniera decisiva la storia croata; nel XIII secolo si stacca la Slavonia che ottiene un bano e una dieta propri.
Dal 1390 al 1409 fa parte, assieme alla Bosnia, del Regno di Croazia e di Dalmazia; dal 1409 ritorna a far parte dell'Ungheria.]
1797
all'affermazione delle giovani forze della nascente borghesia contribuisce in maniera decisiva l'irrompere nello spazio adriatico e danubiano delle truppe napoleoniche;
BOSNIA [Dal 1390 al 1409 fa parte, assieme alla Croazia, del Regno di Croazia e di Dalmazia; dal 1409 ritorna a far parte dell'Ungheria]
1797
-
POLONIA – La nazione senza stato dal 1795

- I spartizione: 1772,
- II spartizione: 1793,
- III spartizione: 1795.

1797
la dissoluzione dello stato polacco disperde per l'Europa gran parte dei patrioti che hanno partecipato alla disperata insurrezione di T. Kosciuszko: molti di loro combattono negli eserciti napoleonici, con la legione polacca creata da J.H. Dabrowski;


 

BAVIERA

Karl IV Theodor (Schloss Drogenbusch/Uccle 1724 - Munich 1799)
figlio del pfgf Johann Christian Joseph von Sulzbach e di Marie Anne Henriette de La Tour-d'Auvergne marchesa di Bergen-op-Zoom;
Kfst von der Pfalz (1742-99)
[Palatinato Renano (o Inferiore)]
1777-99, elettore di Baviera;
1797
-


Albero genealogico
 

Maximilian I Joseph (Schwetzingen, Mannheim 1756 - Schloss Nymphenburg, München 1825)
figlio del principe palatino Friedrich Michael e di Maria Franziska von Sulzbach, sua cugina;
1795-1799, duca di Pfalz-Zweibrücken,
1797
-
1799-1805, conte palatino di Zweibrücken-Birkenfeld-Bischweiler,
elettore di Baviera [Maximilian IV Joseph],
[dal 16.02.1799]
1805-1825, conte palatino del Reno,
duca di Baviera,
re di Baviera [Maximilian I Joseph]


Albero genealogico
 
PRUSSIA

Federico Guglielmo II (Berlino 1744-97)
figlio del principe Augusto Guglielmo (fratello di Federico II) e di Luisa di Brunswick-Wolfenbüttel;
1786-97, re di Prussia;
1797
-


Albero genealogico
 

Federico Guglielmo III (Potsdam 1770-Berlino 1840)
figlio di Federico Guglielmo II e di Federica Luisa di Assia-Darmstadt;
1793, sposa Luisa di Mecklemburg-Strelitz (1776-1810);
1797-1840, re di Prussia;
1797
divenuto re licenzia i favoriti del padre, responsabili degli abusi e della corruzione che ne hanno caratterizzato il regno, e inaugura una politica di corretta amministrazione e di prudenti riforme;


Albero genealogico
 
SASSONIA

Federico Augusto III [il Giusto] (Dresda 1750-1827)
figlio del pr. elett. Federico Cristiano e di Antonietta di Baviera;
1763-1806, principe elettore di Sassonia;
1797
cerca di mantenersi neutrale nei conflitti tra Austria e Prussia;
1806-27, re di Sassonia (Federico Augusto I);


Albero genealogico
 
 




1797
IMPERO OTTOMANO

Selim III

Albero genealogico

(1761-1808)
figlio di Mustafà III;
1789-1807, XXVIII sultano;

1797
l'impero è ormai allineato anche formalmente al sistema degli stati europei.






1797
RUSSIA
Paolo I Romanov
Albero genealogico

(Pietroburgo 1754 - 1801)
figlio di Pietro III e di Caterina II;
1796-1801, zar di Russia;
1797
dopo aver promulgato un ukaz che limita i poteri della nobiltà e regola la successione, fa larghe donazioni di terre demaniali a privati, trasformando così più di mezzo milione di contadini in servi della gleba;
protegge sia la chiesa ortodossa sia la chiesa cattolica e si fa proclamare Gran Maestro dell'Ordine di Malta;
dapprima conciliante nei confronti della Francia rivoluzionaria, dopo la presa di Malta e la spedizione di Napoleone Bonaparte in Egitto entra a far parte della seconda coalizione antifrancese;


Ministro degli Esteri
-
1797
-




1797
FRANCIA
Prima Repubblica
(1792 21 set - 18 mag 1804)
[Costituzione dell'anno III]
(1795 22 ago - 10 nov 1799)
Consiglio degli anziani
[Un presidente quasi ogni mese]
Consiglio dei Cinquecento
 
DIRETTORIO
[5 membri]
(1795 2 nov - 9 nov 1799)
P.-F.- Barras
(1795 2 nov - 10 nov 1799)
L.-M. de la Révellière-Lépeaux
(1795 2 nov - 18 giu 1799)
J.-F. Reubell
(1795 2 nov - 19 mag 1799)
L.-N.-M. Carnot
(1795 2 nov - 5 set 1797)
[proscritto]
Ph.-A. Merlin
[Merlin de Douai]
(1797 8 set - 18 giu 1799)
É.-F. Le Tourneur
(1795 2 nov - 26 mag 1797)
F. de Barthélemy
(26 mag - 5 set)
[designato per sorteggio]
[proscritto]
F. de Neufchâteau
(1797 9 set - 19 mag 1798)
Presidente
del Direttorio
P.-F.- Barras (1° nov - 1796 30 gen 1797)
J.-F. Reubell (30 gen - 30 apr)
L.-N.-M. Carnot
(26 mag - 24 ago)
É.-F. Le Tourneur
(24 ago - 27 nov)
P.-F.- Barras (27 nov - 25 feb 1798)
 
[6 Ministri]
Affari Esteri
Ch.-M. de Talleyrand-Périgord
(1796 15 lug - 20 lug 1799)
Interno
P. Bénézech
(1795 3 nov - 15 lug 179)
F. de Neufchâteau
(16 lug - 14 set)
F.-S. Letourneux
(15 set - 17 giu 1798)
Pubblica Istruzione
Directeur général de l'instruction publique
(5ª divisione del Ministero dell'Interno)
Pierre-Louis Ginguené
(1795 5 nov - set 1797)
Chef de la division de l'instruction publique
(al Ministero dell'Interno)
Venceslas Jacquemont
(set - 23 dic 1799)
Guardasigilli
Ph.-A. Merlin
[Merlin de Douai]
(1796 4 apr - 24 set 1797)
Ch.-J.-M. Lambrechts
(24 set - 20 lug 1799)
Finanze
D.-V. Ramel
(1796 14 feb - 20 lug 1799)
Guerra
C.-L. Petiet
(1796 8 feb - 14 lug 1797)
L.-L. Hoche
(15-22 lug)
B.-L.-J. Schérer
(23 lug - 21 feb 1799)
 

1797
Gennaio
30, come nuovo presidente del Direttorio viene eletto J.-F. Reubell (30 gen - 30 apr);

Febbraio
19, a conclusione del conflitto tra lo Stato della Chiesa e la Repubblica Francese, al papa viene imposta l'onerosa pace di Tolentino: la stipula avviene tra la delegazione pontificia guidata dal card. Mattei e il gen. N. Bonaparte;
Pio VI:
- cede in Francia Avignone e il contado Venassino, 
- cede in Italia le legazioni di Bologna, Ferrara e della Romagna; 
- rompe ogni rapporto con la coalizione antifrancese,
- accetta che sino alla pace generale resti ad Ancona una guarnigione francese;
s'impegna inoltre:
- a versare ai francesi contributi per 30 milioni di franchi, 
- a consegnar loro opere d'arte, 
- a deplorare pubblicamente l'assassinio di N.-J.-H. de Bassville e a pagare alla sua famiglia un indennizzo di 300 franchi;

intanto dinanzi all'alta corte di Vendôme si apre il processo contro i partecipanti alla "congiura degli uguali"; 

Marzo


Aprile
18, chiusa la vittoriosa campagna d'Italia con i preliminari di pace di Leoben, N. Bonaparte decide di riunire in un solo organismo le province lombarde a nord del Po (Repubblica Transpadana) e quelle emiliane e romagnole (Repubblica Cispadana)
30, come nuovo presidente del Direttorio viene eletto É.-F. Le Tourneur (30 apr - 26 mag);

Maggio
26, come nuovo presidente del Direttorio viene eletto L.-N.-M. Carnot (26 mag - 24 ago):
27, il processo di Vendôme si chiude con la condanna a morte di F.-N. Babeuf e A.-A. Darthé e la deportazione di F. Buonarroti e altri quattro;
[Il "babuvismo" sarà ripreso nel 1828 da F. Buonarroti nella sua Congiura per l'uguaglianza detta di Babeuf.]
Jean Varlet, uno dei principali arrabbiati [enragés] scampa alla repressione e pubblica il manifesto «L'esplosione»;

Giugno
-

Luglio
3
, dissertazione di Ch.-M. de Talleyrand all'Institut per proporre una spedizione in Egitto;

Agosto
24, come nuovo presidente del Direttorio viene eletto Étienne-François Le Tourneur (24 ago - 27 nov);

Settembre 
poiché alle elezioni dell'anno VI si verifica una maggioranza realista, il Direttorio, per salvare la repubblica, invalida i risultati e promulga leggi eccezionali contro emigrati e preti e contro la libertà di stampa;

4 (18 Fruttidoro, Anno V), un colpo di Stato monarchico annulla i risultati delle elezioni in 49 dipartimenti (in particolare nell'Ovest), in questo modo riprendono le persecuzioni nei confronti dei contro-rivoluzionari. Con le elezioni, infatti, si sperava in una vittoria dei sostenitori del re, che una volta al potere avrebbero facilitato il ritorno alla monarchia, ma ciò non è avvenuto e la "Vandea Militare" insorge per la terza volta.
Questa volta l'insurrezione si allarga anche all'intera Normandia fino addirittura all'Eure-et-Loir, questo periodo ha probabilmente risentito dell'assenza di N. Bonaparte, in questo momento impegnato nella Campagna d'Egitto, e il colpo di Stato non fa altro che aumentare il desiderio di tornare alla monarchia, anche in quei dipartimenti orientali che, da sempre, hanno sostenuto la rivoluzione.


19, ad appena 29 anni muore (avvelenato o di tubercolosi, secondo l'autopsia) il gen. L.-L. Hoche, appena nominato comandante dell'armata del Reno e della Mosella;

Ottobre
17
, N. Bonaparte costringe l'Austria a sottoscrivere il trattato di Campoformio che cede all'Austria Venezia con gran parte della terraferma (confine all'Adige), l'Istria e la Dalmazia; a Rastatt si riunisce un congresso per la conclusione della pace tra la Francia e l'impero germanico;

Novembre
17, N. Bonaparte parte da Milano;
27, come nuovo presidente del Direttorio viene eletto P.-F.- Barras (27 nov - 25 feb 1798);

Dicembre
27
, Ordinanza del Direttorio esecutivo concernente il completamento dei lavori delle misure repubblicane;
28, mentre sta tentando di riportare la calma, durante una ressa davanti alla sede dell'ambasciata francese in Vaticano, il generale di brigata M.-L. Duphot, viene assassinato con un colpo di pugnale al fianco (probabilmente da agenti dell'Entità);



1797
FRANCIA
Luigi Filippo d'Orléans
Albero genealogico

(Parigi 1773 - Claremont, Londra 1850)
primogenito di Luigi Filippo Giuseppe duca di Orléans e di Luisa Maria Adelaide di Borbone Penthièvre;
1785-93, duca di Chartres;
1793-1830, duca di Orléans;
1794, è in viaggio negli Stati Uniti;


1807-30, duca di Montpensier;
1830-48, re dei francesi;


Louis-Stanislas-Xavier
Albero genealogico

(Versailles 1755-Parigi 1824)
fratello minore di Louis XVI;
1755-1795, conte di Provenza;
da giugno 1795 autoproclamatosi re di Francia col nome di Louis XVIII, ha rifiutato ogni concessione alle idee e alle istituzioni rivoluzionarie e proclamato il ritorno a una monarchia assoluta purgata dagli abusi;


1814-24, re di Francia (Louis XVIII);

 

 
Carlo Filippo Albero genealogico

(Versailles 1757-Gorizia 1836)
fratello minore di Louis XVIe di Louis XVIII;
1757-1824, conte d'Artois;
1773, sposa Maria Teresa di Savoia, altra figlia del re di Sardegna Vittorio Amedeo III;
dal 1794 risiede in Inghilterra;


1824-30, re di Francia (Carlo X);

 

 


1797
Gran Bretagna e Irlanda
Giorgio III
Albero genealogico

(Londra 1738 - Windsor 1820)
figlio di Federico Luigi principe di Galles e di Augusta di Sassonia-Gotha;
1751-60, duca di Brunswick-Lüneburg (Giorgio);
1760-1820, elettore di Hannover;
1760-1815, re di Gran Bretagna e Irlanda;
dal 1761 è sposato con Sofia Carlotta di Mecklenburg-Strelitz;
dal 1765 soffre di una grave malattia mentale;

- colpito da gravi disturbi mentali sin dal 1788 -

1814-20, re di Hannover;


 
Primo lord
del Tesoro
[First Lord
of the Treasury
]
W. Pitt [il Giovane] Tory
(1783 19 dic - 14 mar 1801)
Cancelliere
dello Scacchiere
[Chancellor
of the Exchequer
]
Segretari di Stato
-
Affari Esteri e Commonwealth
-
 
Affari Interni    
Giustizia    

1797
il potere è ormai nelle mani di W. Pitt [il Giovane] che guida la politica inglese contro la Francia rivoluzionaria;

Febbraio
14
, battaglia navale di Capo San Vincenzo: la flotta inglese, guidata dall'ammiraglio Jervis (e dal contrammiraglio H. Nelson) sconfigge l'Armada spagnola guidata dall'ammiraglio don José de Cordova;


 


 


 
SCOZIA [dal 1° maggio 1707 è unita a Inghilterra e Galles]
-
-
-
-

1797
-


 
IRLANDA
-
-
-
-

1797
mentre dal 1795 in tutto il paese è stato sospeso l'habeas corpus, i protestanti del nord hanno istituito e armato il reazionario ordine di Orange;

 

 

Nord America Britannico
Governatore generale
Robert Prescott
(1797 - 1807)
-
-

1797
-

 

[Luca Codignola-Luigi Bruti Liberati, Storia del Canada, Bompiani 1999.]

 

 

 




PROVINCIA DEL CANADA
[Aggiunta alle altre province britanniche nel 1763, include la regione sulle due rive del fiume San Lorenzo grossolanamente delimitate da Anticosti a est e il Lago Nipissing a ovest.
Dal 7 nov 1763 la provincia (ex Canada francese) è stata divisa formalmente in tre distretti: Québec, Trois-Rivières, Montréal.
Nel 1791 la provincia è stata separata in due parti:
Basso Canada (francofoni) e Alto Canada (lealisti).]
BASSO CANADA [o Canada Est]
Governatore della provincia
-

1797
-

 

ALTO CANADA [o Canada Ovest]
Governatore della provincia
John Graves Simcoe
(1791 - ?)

1797
-



 

 

TERRANOVA
Governatore della provincia
William Waldegrave
(1797 - 1799)

1797
-

 

ISOLA DEL PRINCIPE EDOARDO
Governatore della provincia
-

1797
-

 

NEW BRUNSWICK
Governatore della provincia
-

1797
-

 

NOVA SCOTIA
Governatore della provincia
-

1797
-

 

ISOLA DI CAPO BRETONE
Governatore della provincia
-

1797
-

 

a

UNIONE degli STATI UNITI d'AMERICA
Presidente degli Stati Uniti
G. Washington [1°]
(1789 30 apr - 4 mar 1797)
J. Adams [2°]
(1797 mar - 4 mar 1801)
[federalista]
Vicepresidente
-
Th. Jefferson
(1797 mar - 4 mar 1801)
[repubblicano]
Segretario di Stato
[Ministro degli Esteri]
Timothy Pickering
(1795 10 dic - 12 mag 1800)
[federalista]
Ministro del Tesoro
?
(1789 - ?)
Ministro della Guerra
James McHenry
(1797 mar - mar 1800)
[federalista]
Presidente della Corte Suprema
Oliver Ellsworth
(1796 8 mar - 15 dic 1800)

1797
Gennaio


Marzo

il primo errore del neopresidente J. Adams è quello di conservare intatto il gabinetto del suo predecessore, i cui componenti, per la maggior parte, considerano A. Hamilton il loro capo e continuano a rivolgersi a lui per consigli.
Pur senza detenere cariche (ha lasciato il Tesoro nel gennaio 1795 per tornare all'attività forense a New York), A. Hamilton continua ad esercitarte il potere dietro le quinte del governo.

Il problema più stressante per J. Adams è il deterioramento dei rapporti con la Francia.
Secondo i francesi, gli Stati Uniti, accettando il punto di vista britannico sui diritti dei paesi neutrali con il "trattato di Jey", sono diventati virtualmente alleati della Gran Bretagna.
Il Direttorio, in questo momento al potere a Parigi, reagisce rifiutandosi di ricevere il nuovo ministro americano Charles Cotesworth Pinckerley e ordinando il sequestro dei mercantili americani che hanno a bordo merci britanniche.

Giugno
più di 300 mercantili americani sono già stati intercettati;
nel tentativo di evitare un conflitto, J. Adams invia una missione speciale in Francia;
ma quando essa giunge a Pargi viene ricevuta da tre agenti di Ch.-M. de Talleyrand (in seguito identificati nei rapporti degli inviati solo con le lettere X, Y e Z) che pretendono, prima di dare avvio alle trattative, che gli Stati Uniti versino una tangente di 250.000 dollari e accordino alla Francia un prestito di 12 Mni di dollari.
Il presidente J. Adams – anche se la pratica di versare tangenti è piuttosto comune nella diplomazia del XVIII secolo – si indigna per il trattamento umiliante subito dai suoi rappresentanti.

[Maldwyn A. Jones, Storia degli Stati Uniti, Bompiani 1984.]

 




[01] DELAWARE [dal 7 dicembre 1787] - cap. Dover
[Primo stato a ratificare la Costituzione degli Stati Uniti d'America.
Non esistono collegamenti fra chiesa e stato e una grande libertà religiosa si è affermata sin dall'inizio.]
Governatore
-

1797
-

 

[02] PENNSYLVANIA [dal 12 dicembre 1787] - cap. Harrisburg
[Non esistono collegamenti fra chiesa e stato e una grande libertà religiosa si è affermata sin dall'inizio.]
Governatore
-

1797
-

 

[03] NEW JERSEY [dal 18 dicembre 1787] - cap. Trenton
[Non esistono collegamenti fra chiesa e stato e una grande libertà religiosa si è affermata sin dall'inizio.]
Governatore
-

1797
-

 

[04] GEORGIA [dal 2 gennaio 1788] - cap. Atlanta
[Già ammesso nel 1780 ma ratificato solo il 2 gennaio 1788.]
Governatore
-

1797
-

[05] CONNECTICUT [dal 4 gennaio 1788] - cap. Hartford
Governatore
-

1797
-

[06] MASSACHUSETTS [dal 6 febbraio 1788] - cap. Boston
Governatore
-

1797
-


[07] MARYLAND [dal 28 aprile 1788] - cap. Annapolis
Governatore
-

1797
-






[08] SOUTH CAROLINA [dal 23 maggio 1788] - cap. Columbia
Governatore
-

1797
-

[09] NEW HAMPSHIRE [dal 21 giugno 1788] - cap. Concord
Governatore
-

1797
-

 





[10] VIRGINIA [dal 26 giugno 1788] - cap. Richmond
Governatore
-

1797
-

 





[11] NEW YORK [dal 26 luglio 1788] - cap. Albany
[L'anglicanesimo è la religione di stato in quattro contee.]
Governatore
-

1797
-

 

[12] NORTH CAROLINA [dal 21 novembre 1789] - cap. Raleigh
[Tratto di terre immediatamente a sud della Virginia, attorno allo stretto di Albemarle.]
Governatore
-

1797
-

[13] RHODE ISLAND [dal 29 maggio 1790] - cap. Providence
Governatore
-

1797
-


[14] VERMONT [dal 4 marzo 1791] - cap. Montpelier
Governatore
-

1797
-


[15] KENTUCKY [dal 1° giugno 1792] - cap. Frankfort
Governatore
-
-

1797
-


[16] TENNESSEE [dal 1° giugno 1796] - cap. Nashville
Governatore
-
-

1797
-

 





a

 

1797
REGNO di DANIMARCA e di NORVEGIA
Cristiano VII
Albero genealogico
(1749 - 1808)
figlio di Federico V e di Luisa d'Inghilterra;
1766-1808, re di Danimarca e di Norvegia;
sotto la reggenza del figlio Federico;


Federico VI
Albero genealogico
(Copenaghen 1768 - 1839)
figlio di Cristiano VII e di Caterina Matilde d'Inghilterra;
1784, appena ammesso al Consiglio di stato, estromette il padre demente dal potere proclamandosi reggente;
1784-1808, reggente al trono di Danimarca e Norvegia;
per impulso suo e del primo ministro A.P. Bernstorff, viene dato sviluppo al commercio e all'industria ed hanno notevole diffusione le idee illuministiche;



1808-39, re di Danimarca;
1808-14, re di Norvegia;


Primo ministro e ministro degli Esteri
A.P. Bernstorff
(1784 - ?)
1797
-
NORVEGIA
1797
-
ISLANDA
1797
-


1796
REGNO di SVEZIA
Gustavo IV Adolfo
Albero genealogico

(? - ?)
1792-1809, re di Svezia;
1797
-




1797
-




1797
REGNO di PORTOGALLO
Maria I di Braganza
Albero genealogico

(Lisbona 1734-Rio de Janeiro 1816)
figlia di Giuseppe I e di Maria Vittoria;
1777-1816, regina di Portogallo;
1790-91, vedova dal 1786 dello zio "re consorte" Pietro III, viene colta da pazzia e deve lasciare le funzioni di governo al figlio;


don Juan
Albero genealogico

don Juan (Lisbona 1769-1826)
figlio di Pietro III e di sua nipote la regina Maria I;
1792-1807, reggente il trono di Portogallo;
[in seguito alla follia della madre]
1807-26, principe del Brasile;
1816-26, re di Portogallo (Giovanni VI il Clemente);


1797
-


a

1797
REGNO di SPAGNA
Carlo IV
Albero genealogico

(Napoli 1748 - Roma 1819)
figlio secondogenito di Carlo III e di Maria Amalia di Sassonia;
1788-1808, re di Spagna;


Primo ministro
Manuel Godoy
(1792 - ?)
[secondo amante della regina]
1797
dopo il trattato di Basilea, si è schierato a fianco della Francia in guerra con la Gran Bretagna;

a






1797
SAVOIA - REGNO DI SARDEGNA
Carlo Emanuele IV
Albero genealogico

(1751 - 1819)
figlio di Vittorio Amedeo III di Savoia e di Maria Antonia Ferdinanda di Borbone-Spagna;
1773-96, principe di Piemonte;
1796-1802, marchese di Saluzzo, Monferrato, Finale e Oneglia;
1796-1802, re di Cipro e Gerusalemme [titolare];
1796-1802, re di Sardegna e duca di Savoia;


1797
-

SARDEGNA
[viceré: Carlo Felice di Savoia (1796-1802, 1814-21]



1797
Repubblica Cispadana
[gen - 18 apr 1797]

Gennaio
14-15, "battaglia di Rivoli Veronese":
l'esercito austriaco, formato da 28.000 uomini al comando del feldmaresciallo J. Alvinczy sceso dal Tirolo, si scontra con l'armata napoleonica che assedia Mantova;
l'esercito francese, forte di 20.000 uomini, al comando di M. Ney, Joubert e Massena, tiene impegnate le colonne centrali austriache mentre N. Bonaparte, appoggiato dall'artiglieria, attacca e respinge la sinistra austriaca, che è riuscita a farsi avanti; 
perdite:
austriaci: 3000 morti; ai francesi rimangono numerosi pezzi di  artiglieria e 11.000 prigionieri;  
21, una terza assemblea, riunita a Modena, elabora la costituzione cispadana, modificata in qualche punto da N. Bonaparte;

Febbraio
2
, dopo la battaglia di Rivoli, Mantova, stretta d'assedio, cade e N. Bonaparte marcia su Vienna;

Marzo
19
, la costituzione cispadana viene approvata da una consultazione popolare;
le elezioni di aprile per i consigli legislativi danno una maggioranza di moderati e conservatori (non ben vista da N. Bonaparte)

Aprile
18
, chiusa la vittoriosa campagna d'Italia con i preliminari di pace di Leoben, N. Bonaparte decide di riunire in un solo organismo le province lombarde a nord del Po (Repubblica Transpadana) e quelle emiliane e romagnole (Repubblica Cispadana);

Maggio
19, sciolto il governo cispadano, avviene l'aggregazione degli ex ducati estensi (Modena, Reggio, la Garfagnana, Massa e Carrara);





1797
REPUBBLICA DI GENOVA
[Denominazione ufficializzata nel 1528 per iniziativa di Andrea Doria]
Giacomo Maria Brignole
Albero genealogico

(? - ?)
figlio di
1779 4 mar - 4 mar 1781,
1795 17 nov - 17 giu 1797, doge di Genova;
[l'ultimo doge, nominato per la seconda volta]


1797
-


1797
Repubblica Cisalpina
[1797 29 giu - 26 gen 1802]

Giugno
29
, viene ufficialmente proclamata la Repubblica Cisalpina a cui si aggiungono Bergamo e Crema, insorte contro il dominio veneto;
Luglio
8
, la proclamazione della Repubblica Cisalpina viene promulgata da N. Bonaparte;
27, sono annesse le ex legazioni pontificie di Bologna e Ferrara e tutta la Romagna;
Agosto

Settembre 

Ottobre

Novembre
ott-nov., alla Repubblica Cisalpina si aggiungono Brescia e la Valtellina, strappata ai Grigioni;
Il nuovo stato (rispetto ai cinque precedenti) conta  ca 3,5 milioni di abitanti;
17, N. Bonaparte parte da Milano;

Dicembre




1797
REPUBBLICA DI VENEZIA
"La Serenissima"
Ludovico Manin

(Venezia 14 mag 1725 - Venezia 24 ott 1802)
figlio di Lodovico Alvise e di Maria Basadonna, mercanti friulani arricchiti con l'industria del legno e della carta, che acquistarono il blasone della contea per centomila ducati nel 1651;
1789-97, doge di Venezia; [120° e ultimo]

***

Lo stato veneto, esclusa Venezia e le sue pertinenze, è diviso in 115 "reggimenti", cioè in ripartizioni politico-amministrative del tutto autonome tra di loro [come lo sono le odierne province] e collegate direttamente al vertice.
Questa frammentazione (comune ai domini di terraferma e a quelli "da mar") ne comprende:
- 55 in Lombardia e Veneto;
- 12 nella "patria del Friuli";
- 18 in Istria;
- 22 in Dalmazia;
- 8 nelle isole.
I governatori inviati da Venezia nei vari "reggimenti" sono chiamati "Rettori" e sono, di regola, patrizi nominati direttamente dal Maggior Consiglio, scelti tra i membri di questo e responsabili solo di fronte alla "Signoria" e al Senato.
Hanno titoli e poteri diversi in relazione all'importanza della località, ai precedenti ordinamenti e alle condizioni di unione alla Repubblica.
[In tutto il Veneto, i "Rettori" sono costituiti da
- un Podestà (amministra la giustizia sia civile che criminale e ha sotto di sé, dove esistono, i consigli cittadini);
- un Capitano (ha competenza in materia militare e di ordine pubblico).


- nunzio pontificio: ? (?-?);
- ambasciatore a Roma: ? (? -?)
- ambasciatore di Spagna: ? (? - ?)
- ambasciatore di Francia: ? (?-?)
1797
N. Bonaparte spinge un pugno di cospiratori bergamaschi e bresciani ad un colpo di Stato, per staccare Bergamo e Brescia dalla Serenissima, le quali si proclamano repubbliche indipendenti.

Marzo
mentre si è già conclusa la "democratizzazione" di Bergamo ad opera di P.-F.-J de Lefebvre (succeduto al gen. L. Baraguey d'Hilliers) che ha costretto il podestà Alessandro Ottolini a lasciare la città, è ora il turno di Brescia;
16, il podestà di Brescia Giovanni Alvise Mocenigo, fermato dall'esitante provveditore Francesco Battaja, non si oppone all'avanzare delle colonne di soldati composte in parte da giacobini lombardi e in parte da soldati francesi;
18, duecento uomini entrano a Brescia che viene democratizzata;
20, il conte Augusto Verità (sempre stato in ottimi rapporti con i francesi) , tornato a Verona, chiede con una lettera al gen. Antoine Balland l'autorizzazione a difendere i confini veronesi dagli aggressori (per assicurarsi quindi la neutralità francese prima dello scontro con i giacobini);
22, il provveditore Francesco Battaja, cacciato da Brescia, si rifugia a Verona dove viene subito riunito il consiglio al quale partecipano anche alcuni capi militari:
. conte Pompei,
. Ernesto Bevilacqua,
[assume poi il comando delle difese lungo la linea tra Villafranca di Verona e il confine ferrarese]
. Antonio Maffei,
[assume il comando tra le due linee di Bevilacqua e di Maniscalchi]
. Marcantonio Miniscalchi,
[assume poi il comando delle difese lungo la linea del Garda]
. Ignazio Giusti,
. conte Francesco Emilei,
e Francesco Ottolini;
inizialmente i capi militari vengono inviati a difendere i confini praticamente senza uomini, però le cernide possono offrire 6.000 uomini; arrivano inoltre numerosi volontari, in particolare dalla Valpolicella.
[Quarantamila veronesi in armi, fra cui numerosi sono i contadini delle «cernide», si schierano a presidiare il confine col bresciano, liberano diversi abitati e giungono addirittura ad assediare Brescia; la coccarda giallo-azzurra coi colori cittadini è il loro emblema. Il vescovo di Verona, mons. Gianandrea Avogadro, modello di carità per tutti i combattenti controrivoluzionari, dà ordine di fondere le argenterie delle chiese per la salvezza della patria. a.f.]
23, Verona, mentre giunge notizia dell'imminente arrivo di di 500 soldati giacobini diretti a Peschiera sul Garda o Valeggio sul Mincio, gli ufficiali e le truppe si affrettano a prendere le stabilite posizioni:
. Marcantonio Miniscalchi, si porta a Colà (piccolo borgo sopra le colline di Lasize),
. Ignazio Giusti a Povegliano Veronese,
. Ernesto Bevilacqua a Cerea,
. Antonio Maffei raggiunge Valeggio dove, constatando che le truppe non sono ancora in arrivo, può disporre i propri uomini con più tranquillità; a lui si uniscono anche 24 fanti provenienti da Brescia e 40 cavalleggeri croati arrivati da Verona (insieme a due cannoni);
27, mentre a Castelnuovo d'Adda si sono riuniti 1500 volontari, il gen. Antonio Maffei decide di inviare un corpo di esplorazione anche perché, alla notizia dell'arrivo dei francesi, nelle valli bergamasche sono già scoppiate delle rivolte contro gli occupanti;
28, mentre viene "democratizzata" anche Crema, non ha successo l'intervento in Val Trompia e soprattutto in Val Sabbia e sulla Riviera occidentale del Garda che sono pronte, sotto la guida del sacerdote don Andrea Filippi, a resistere armate contro i francesi;
29, poiché è in rivolta praticamente tutta la zona montuosa bergamasca, gli insorti decidono di puntare su Bergamo;
nel Bresciano la popolazione di Salò insorge, esortata alla resistenza dallo stesso provveditore Francesco Battaja il quale assicura l'arrivo di 80 dragoni, provocando così la fuga dalla città dei giacobini; poco dopo insorgono anche gli abitanti di Maderno, Tuscolano, sulla sponda bresciana del Lago di Garda, e Vovarno in Val Sabbia;
mille uomini tra giacobini lombardi, soldati polacchi e francesi radunati a Brescia vengono inviati a Salò dove si scontrano con gli insorti a Villanova ma, per la scarsità di munizioni, sono costretti a ritornare a Salò;
un secondo scontro viene vinto dagli insorti di Salò grazie all'attacco su tre lati effettuato dalle popolazioni della Val Trompia; risultato: 65 morti e numerosi prigionieri tra i soldati francesi (tra cui anche alcuni capi giacobini);
i francesi sono fermati anche a Carcina, alle porte della Val Trompia, dove si combatte strenuamente con numerosi morti da ambo le parti;
30, Verona, appena arrivati, gli 80 dragoni promessi dal provveditore Francesco Battaia, raggiungono facilmente Salò (grazie allo sblocco della strada da parte degli insorti di Calcinato e Bedizzole) dove catturano numerosi giacobini in fuga.

Aprile
nel frattempo, data la evidente superiorità francese, un attacco veronese a Desenzano non ha fortuna, i francesi attaccano gli insorti che hanno circondato Bergamo e dopo due battaglie, una vinta dai francesi e una dagli insorti, questi ultimi sono costretti a rifugiarsi tra le montagne;
Antonio Maffei è deciso a marciare su Brescia ma viene fermato dal provveditore Francesco Battaja poiché la Francia, secondo lui, potrebbe utilizzare l'azione come pretesto per dichiarare guerra alla Serenisssima; avendo Antonio Maffei l'appoggio dei rappresentanti del governo veneto in città (Iseppo Giovannelli e Alvise Contarini) ha il via libera ad avanzare ma con l'ordine di fermarsi a 10 miglia da Brescia; superato il Mincio, le sue truppe insieme agli insorti bloccano Brescia su tre lati;
6, Iseppo Giovannelli e Alvise Contarini inviano il Nogarola alla difesa dei confini ad est di Verona, presso Isola della Scala, per proteggersi da attacchi alle spalle;
il gen. Charles Edward Kilmaine (di origini irlandesi ma al servizio della Francia) raduna a Milano 7000 uomini e parte alla volta di Brescia, attaccando lungo il tragitto i borghi insorti e costringendoli alla resa; intanto a Brescia il gen. Landrieux minaccia Antonio Maffei di raggiungere Verona a colpi di cannone se egli non si decide a sgomberare il campo;
8/9, dopo due brevi scontri tra truppe venete e francesi, Antonio Maffei decide di ritirarsi verso Verona.
Mentre N. Bonaparte è convinto che le ultime forze della Repubblica Veneta si siano concentrate nella piazzaforte di Verona ( la Serenissima continua invece a proclamare la sua neutralità), invia una spia a Verona, Angelo Pico; questi raduna intorno a sé circa 300 giacobini veronesi per mettere in atto una congiura;
11, scoperti dalla polizia segreta, molti dei congiurati vengono arrestati, per strada o nelle loro abitazioni, mentre Angelo Pico e altri capi riescono a fuggire;
intanto le ribellioni di Lonato e Salò vengono represse;
15
, mentre la fortezza di Peschiera del Garda, in territorio veronese, diviene formalmente possesso francese, 400 polacchi marciano verso Legnago, le cannoniere francesi attaccano sul lago di Garda, movimenti nemici sono avvistati vicinoa Cerea dove è posizionato Ernesto Bevilacqua, e sulla via per Vicenza si è posto a presidio Giambattista Allegri;
a Castelnuovo truppe francesi chiedono accoglienza vigendo ancora, almeno virtualmente, la neutralità; quando però i soldati veneti si recano in chiesa, i francesi requisiscono le armi lasciate fuori dall'edificio e, alla loro uscita, sono fatti prigionieri, violando così ancora una volta la neutralità; è in questo momento che Antonio Maffei riceve l'ordine di abbandonare il Mincio dato il notevole rischio di essere colti alle spallle;
16/17
, Verona, nella notte per le vie della città viene affisso un manifesto a firma del provveditore Francesco Battaja che incita i veronesi alla rivolta contro i francesi e contro i collaborazionisti locali;
[il manifesto risulterà poi apocrifo; in realtà è stato scritto da Salvadori su commissione di Landrieux: in pratica una provocazione atta a fornire ai francesi un pretesto per occupare definitivamente la città.
Lo stesso scritto era già comparso a marzo su alcuni giornali come il «Termometro politico» e il « Monitore Bolognese». Inoltre il provveditore Francesco Battaja si trovava a Venezia.]
Mentre i rappresentanti veneti fanno rimuovere il manifesto, la scintilla è già scoppiata.
17-23, Pasque veronesi
: [lunedì di Pasqua]
[Verona ha ca 50.000 abitanti; 230.000 compresa la provincia.]
il primo episodio dell'insurrezione avviene in piazza d'Armi dove 600 soldati francesi sono in sosta presso l'ospedale e mentre i soldati veneti (circa 500) si trovano presso il Liston e sotto la Gran Guardia. Al grido di "Viva San Marco" la folla si scatena contro i francesi…
[L'insurrezione contro i francesi ha causato, tra i 3.000 soldati di guarnigione e
i 15.000 soldati intervenuti in un secondo tempo, le seguenti perdite:
- 500 soldati morti,
- 1.000 soldati feriti
- 500 soldati prigionieri,
- 1.900 civili prigionieri (900 ca appartengono al personale civile dell'esercito napoleonico assieme ai loro familiari: tutti sono stati condotti in Piazza dei Signori, presso il palazzo dei rappresentanti veneti a Verona; gli altri 1.000, degenti negli ospedali cittadini, sono ivi piantonati dagli stessi veronesi per preservarli da ogni vendetta.)
Poco più di un centinaio sono i caduti veronesi.]
24, il capitano Francesco Emilei e altri ambasciatori si incontrano con Jacques-François Chevalier, Joseph de Chabran e Lahoz per trattare la resa ma è il gen. Antoine Balland che pretende di dettare le condizioni:
- scorta della cavalleria veneta (appiedata e disarmata) all'ingresso dei francesi in città;
- restituzione dei prigionieri e delle artiglierie;
- disarmo della popolazione;
- consegna di 16 ostaggi, tra cui Francesco Emile, Antonio Maffei, il conte Augusto Verità, i provveditori, il podestà, il vescovo e Marcantonio Miniscalchi.
Quando il compito di informare la popolazione viene affidato ai due rappresentanti veneti Iseppo Giovannelli e Alvise Contarini (pure nell'elenco degli ostaggi), questi fuggono a Padova prima di adempiere al proprio dovere (erano già fuggiti a Vicenza allo scoppio dell'insurrezione).
Vista la fuga dei due, si riuniscono i maggiori rappresentanti di Verona per trattare con i francesi una nuova capitolazione. Il nuovo trattato non prevede grandi differenze rispetto al precedente e viene ugualmente sottoscritto dai francesi.
Un'assemblea convocata da Giuliari elegge provvisoriamente dieci rappresentanti di Verona e del contado che, con difficoltà, riescono a persuadere i popolani a cessare le offese.
25, (festa di San Marco) ore 08:00, la città di Verona si arrende.
[Finisce così, dopo quattro secoli, il dominio veneto su Verona.]
27, Verona, da porta Nuova e porta Palio, le truppe francesi entrano in città;
dopo che è stato affisso un manifesto in cui si precisa che è stato ordinato ai soldati il rispetto delle persone e delle proprietà, il gen. Charles Edward Kilmaine si affretta a confiscare il denaro della cassa pubblica, poiché le città "liberate" sono costrette a pagare 20.000 zecchini;
[1.800.000 lire torinesi (poi salite a 2.000.000).]
Il consiglio giacobino, che prende quasi subito il posto di quello precedente, vara un prestito forzoso di 2.400.000 lire e obbliga la consegna dell'argenteria delle chiese e di altri luoghi di culto.
30, Venezia, giunte le furiose proteste di N. Bonaparte per i fatti di Verona, e una dichiarazione di guerra in piena regola, mentre L. Baraguey d'Hilliers cinge con i suoi uomini l'estuario, Donà e Giustinian inviati al generale francese per negoziare svelano le sue intenzioni: in pratica Venezia deve trovare una forma più libera nel suo governo; l'Ammiraglio del Porto e gli Inquisitori di Stato devono essere consegnati nelle sue mani come colpevoli di atti ostili contro il brigantino francese Libérateur.
La sera stessa si riuniscono in conferenza tutte le cariche componenti la Signoria, i Savi del Consiglio, i tre Capi del Consiglio dei Dieci e i tre Avogadori del Comune; in tutto quarantun persone, con a capo il Serenissimo Doge.
Mentre il cav. Dolfin consiglia di servirsi di un certo Haller, molto amico di N. Bonaparte, per toccare il cuore di quest'ultimo, il procuratore Antonio Cappello e Francesco Pesaro dichiarano la scelta molto puerile e che è invece necessario difendersi. Ma quando arriva al Savio di settimana un piego dell'ammiraglio Tommaso Condulmer che riferisce dell'avanzare dei francesi sulla laguna con l'aiuto di botti galleggianti, si sparge il panico e lo stesso doge Lodovico Manin pronuncia la famosa frase: «Sta notte no semo sicuri gnanca nel nostro letto».
Alla fine il Maggior Consiglio mette ai voti il decreto che dà facoltà ai due negoziatori di mutare a loro piacimento la repubblica, promettendo a N. Bonaparte la liberazione di tutti i detenuti politici arrestati dal primo ingresso delle armate francesi in Italia.

Maggio
,
- Venezia, il decreto del Maggior Consiglio della sera precedente, viene approvato con soli sette voti contrari e quattordici "non sinceri" (in pratica coloro che non accolgono né rigettano la proposta ma ne negano l'opportunità) su un totale che arriva appena ai 600 votanti necessari per la validità della delibera.
Ma torna a farsi sentire N. Bonaparte il quale avverte che non considererà come inviati del Maggior Consiglio il Donà e il Giustianian se prima quei quattro magistrati non sono imprigioniati e puniti. Il Maggor Consiglio s'inchina ancora una volta e con settecento voti fa incarcerare il Capitano del Porto e i tre Inquisitori "per lo strano delitto di aver ubbidito meno infedelmente degli altri alle leggi della patria". Francesco Battaja, il traditore, viene incaricato dell'esecuzione del decreto.
Con un altro decreto il Maggior Consigio ordina all'ammriaglio Tommaso Condulmer di non resistere con la forza alle operazioni militari dei francesi ma soltanto di persuaderli a non entrare nella Serenissima Dominante affinché si abbia il tempo di allontanare gli schiavoni a scanso di piacevoli conseguenze.
- Verona, gli abitanti sono obbligati a versare ai francesi il denaro e l'argenteria a loro disposizione; 
5
, Verona, con la minaccia di perquisizione delle abitazioni, viene rinnovata la richiesta agli abitanti di versare ai francesi il denaro e l'argenteria a loro disposizione (la stessa richiesta avverrà anche il giorno 15).
Viene saccheggiato anche il Monte di pietà. Venutone a conoscenza, N. Bonaparte ordina la restituzione dei pegni di minor valore e l'arresto dei principali responsabili del saccheggio, Bouquet e Landrieux che vengono inviati in Francia sotto processo. Al sacco fa seguito anche quello delle chiese, delle abitazioni degli aristocratici e dei musei.
6, Verona, la vendetta non si fa attendere: nella notte sono arrestati (saranno giustiziati - fucilati tutti a destra di Porta Nuova, guardandola dall'esterno - il 16 maggio, l'8 e il 18 giugno, dopo un processo politico farsa tenutosi a Palazzo Ridolfi Da Lisca):
. Giovanni Battista Malenza [30enne] (fratello del sacerdote don Giuseppe a capo di un gruppo di insorti e già giustiziato sommariamente);
[del controspionaggio veneto, è stato uno dei capi dell'insurrezione cittadina];
. conte Francesco degli Emilei [45enne] (la cui casa è abbandonata al saccheggio);
. conte Augusto Verità [45enne] (la cui casa è abbandonata al saccheggio);
. fra Domenico Frangini [Luigi Maria da Verona] [72enne, frate cappuccino];
i popolani:
. Pietro Sauro [45enne, calzettaio ] ,
. Andrea Pomari [42enne, cavapietre in Avesa] ,
. Stefano Lanzetta [39enne, parrucchiere] e
. Agostino Bianchi [43enne, oste alla Rosa] .
Non appena rioccupata la città, i rivoluzionari francesi decidono l'immediata deportazione in massa in Francia, via Cisalpina e quindi via Milano, dei 2.500 uomini della guarnigione veneta che hanno difeso la città ed in particolare del Rgt di Fanteria Treviso.
[Dai campi di prigionia francesi torneranno in pochi (sul finire del 1797 e nei mesi successivi) attraverso la frontiera del Reno: alcuni muoiono in Francia e altri sulle strade del Brennero o del Tarvisio, sulla via di casa.
Il 21 gennaio 1798 le divisioni imperiali comandate dal barone Wilhelm von Kerpen, da Porta Nuova entreranno in formazione di parata in città, accolte da una "popolazione in delirio".]
12, venerdì, anche la Repubblica di Venezia è costretta a "democratizzarsi";

Giugno
4
, domenica di Pentecoste, il gen. Louis Baraguey-d'Hilliers, che ha assunto i pieni poteri sulla città, cerca di «sollevare il morale della cittadinanza» con una bella festa allegra intorno all' "Albero della Libertà" (un palo di legno comune, con in cima il cappello frigio della Rivoluzione).

Ottobre
17
, N. Bonaparte costringe l'Austria a sottoscrivere la pace di Campoformio che cede all'Austria Venezia con gran parte della terraferma (confini all'Adige), l'Istria e la Dalmazia; a Rastatt si riunisce un congresso per la conclusione della pace tra la Francia e l'impero germanico;

Vicenza: ultimo "Rettore veneto" di Lonigo (il 284°) è il N.H. Federico Antonio Maria Bembo (nato il 27 apr 1756 o (Schröder) il 9 set 1752, appartenente ad un ramo minore della nobilissima famiglia; ex podestà di Montagnana 1785-86) eletto podestà proprio all'inizio dell'anno, in luogo del N.H. Giuseppe Balbi (1722-1797) deceduto mentre era in carica.


1797
ducato di Modena
Ercole III d'Este
Albero genealogico
(Modena 1727 - Treviso 1803)
figlio di Francesco III e di Carlotta Aglae di Orléans;
1741, sposa Maria Teresa Cybo-Malaspina, erede del ducato di Massa e Carrara che assicura così al piccolo ducato estense uno sbocco sul mare;
1780-96, duca di Modena e Reggio;
dal 1797, vive in esilio a Venezia e a Treviso;




1797
-

1797
Ducato di Parma e Piacenza
Ferdinando di Borbone
Albero genealogico

(Parma 1751 - Badia di Fontevivo, Parma 1802)
figlio di Filippo di Borbone e di Luisa Elisabetta di Francia;
suo precettore fu il filosofo Condillac ma nulla rimarrà di illuministico nel suo spirito mediocre e bigotto;
1762, dicembre, muore di vaiolo la sua promessa sposa Marie Johanna di Absburgo (1750-1762);
1765-1802, duca di Parma e Piacenza;
1767, 15 ottobre, a 16 anni muore di vaiolo anche la sua seconda promessa sposa Marie Josephe di Absburgo;
dal 1769 è sposato con la duchessa Maria Amalia (1746-1804) figlia di Maria Teresa d'Absburgo;
1797
-



Primo ministro
-
1797
dal 1796 le truppe francesi occupano Piacenza;




1797
Granducato di Toscana
Ferdinando III di Lorena
Albero genealogico

(Firenze 1769-1824)
secondogenito di Pietro Leopoldo (Leopoldo II ) e di Maria Ludovica di Borbone-Spagna;
1790-1801, granduca di Toscana;
1801-14, granduca di Würzburg;
1814-24, granduca di Toscana;


 

1797
dopo Livorno, dal 1796 le truppe francesi stanno entrando ormai gradualmente in Toscana nonostante la cauta politica di neutralità perseguita dal ministro F. Manfredini;


1797
REGNO di NAPOLI e SICILIA
Ferdinando IV
Albero genealogico
(Napoli 1751 - 1825)
figlio di Carlo III re di Spagna e di Maria Amalia di Sassonia;
1759-99, 1799-1806, 1815-16, re di Napoli;
1759-1816, re di Sicilia (Ferdinando III);
dal 1768 è sposato con la duchessa Marie Karoline di Absburgo (1752-1814);



1816-25, re delle Due Sicilie (Ferdinando I di Borbone);

NAPOLI
Primo ministro e
Ministro degli Esteri
J.F.E. Acton
(1789 - 1811)
[dal 1775 Maria Carolina d'Absburgo è entrata nel consiglio di stato.]
Ministro della Marina
J.F.E. Acton
(1779 - ?)
Ministro della Guerra
J.F.E. Acton
(? - ?)
1797
Aprile
alla conferenza di pace di Leoben, negoziatore per l'Impero è il marchese del Gallo, ambasciatore a Vienna del regno di Napoli;
Giugno
25
, Foggia, il principe Francesco sposa Clementina d'Absburgo arciduchessa d'Austria, giunta da Vienna e da lui incontrata a Manfredonia;
il gen. J.F.E. Acton viene nominato capitano generale;

SICILIA
Viceré
arcivescovo
Lopez y Royo

(1795 gen - ?)
1797
in un viaggio da Palermo a Napoli, il ricchissimo principe di Paternò viene rapito assieme ad altri nobili e con un bottino di 200.000 ducati da un pirata tunisino; sarà liberato soltanto con un riscatto di 1 milione di piastre;

 

a



– Ambrosoli, Francesco (Como 1797-Milano 1868) letterato e filosofo italiano, ricoprì a Pavia la cattedra di filologia latina e greca ma per poco perché sospetto di idee liberali;
Dizionario greco-tedesco di Schenkl (traduzione)
Manuale della letteratura italiana (1831; 1860, rifacimento).

– Andryane, Alexandre-Philippe (Parigi 1797-Coye, Oise 1863) politico francese e patriota;
in contatto con F. Buonarroti, diventa un affiliato della Carboneria;
1822, con una missione politica parte da Ginevra e raggiunge, dopo varie peripezie, Milano;
1823, 17 gennaio, un certo Malinverni, un affiliato a cui aveva consegnato dei documenti scottanti a Bellinzona, glieli riconsegna ma non pensa di bruciarli; il giorno dopo il conte Bolza, commissario di polizia, lo arresta; in carcere è assieme a F. Confalonieri;
1832, 13 marzo, viene liberato e ritorna in Francia dove più tardi diventa deputato al parlamento;
Mémoires d'un prisonnier d'état (1837-38, Memorie di un prigioniero di stato; suscitò aspre polemiche tra i liberali italiani)
1859, segue l'esercito francese in Italia, dove è commissario generale del'esercito stesso.

Besenghi degli Ughi, Pasquale Giuseppe (Isola d'Istria 1797-Trieste 1849) letterato italiano, entrato e poi uscito dalla magistratura per il suo carattere bizzarro;
Francesca da Rimini (tragedia)
Novelle orientali (1826)
Apologhi (1829).

Bestuzev, Aleksandr Aleksandrovic o Marlinskij (Pietroburgo 1797-Adler 1837) scrittore russo, uno dei più importanti rappresentanti, assieme ai tre fratelli, del movimento decabrista;
1823-25, assieme al poeta Ryleev fonda l'almanacco «Stella del Nord [o Polare]» dove pubblica importanti articoli sulla letteratura russa contemporanea;
1825, 25 dicembre, arrestato dopo la sconfitta dell'insurrezione, viene dapprima condannato a morte, poi all'ergastolo, e infine inviato come soldato semplice nella zona caucasica, dove muore in combattimento;
Il luogotenente Belosor (1831)
Ammalat-Bek (1832, racconti)
La fregata "Speranza" (1833)
Mulla-Nur (1836, racconti).

Bitzius, Alfred o Jeremias Gotthelf (Murten 1797-Lützelflüh, Emmental 1854) scrittore svizzero di lingua tedesca, pastore protestante nel cantone di Berna;
Bauernspiegel oder Lebensgeschichte des Jeremias Gotthelf (1837, Lo specchio dei contadini ovvero la vita di Jeremias Gotthelf)
Leiden und Freuden eines Schulmeisters (1838, Gioie e dolori di un maestro di scuola)
Bilder und Sagen aus der Schweiz (1842-46, Quadri e leggende della Svizzera)
Die schwarze Spinne (1842, Il ragno nero, racconto)
Uli der Knecht (1846, Uli il servo)
Uli der Pächter (1849, Uli il fittavolo).

– Buol-Schauenstein, Karl Ferdinand von (Vienna 1797-1865) politico austriaco;
1844-48, ministro a Torino;
1848-50, ambasciatore a Pietroburgo;
1850-52, ambasciatore a Londra;
1852, aprile, succede come presidente del consiglio e ministro degli esteri a F. von Schwarzenberg;
1859, 19 aprile, con l'invio dell'ultimatum a Torino, apre la strada alla guerra; agosto, viene congedato da Francesco Giuseppe e sostituito dal conte J.B. von Rechberg.

– Castilla, Ramon (Tarapacá 1797-Tiviliche, Arica 1867) politico peruviano;
1817, capitano dell'esercito spagnolo, passa dalla parte dei rivoluzionari e partecipa alle lotte per l'indipendenza del Perù;
1845-51, presidente della repubblica, si ritira poi a vita privata;
1855, torna alla presidenza dopo il rovesciamento del suo successore J.R. Echénique in seguito ad un'insurrezione;
1858-62, rieletto presidente, promulga una costituzione che prevede il suffragio universale;
1865, presidente del senato;
1867, uno dei protagonisti della rivolta che rovescia il regime dittatoriale di M.I. Prado.

Corbin, Joseph Louis (Rennes , Ille-et-Vilaine 2 febbraio 1797 - novembre 1859) militare francese;
[Figlio di un tenente della Marina, morto in seguito alle ferite ricevute durante la battaglia di Bautzen, dopo aver servito sotto la prima repubblica e il primo impero.]
1810, dopo gli studi al "liceo Napoleone", si unisce alla guardia imperiale; viste le poche possibilità di avanzare nella cavalleria, se ne va e si unisce alla fanteria;
1813, 20 giugno, è nominato sottotenente di fanteria della 132a linea;
1833, 18 maggio, viene promosso colonnello del 17° reggimento di fanteria leggera; trascorre sei anni nell'Africa settentrionale impegnato in continue campagne contro gli arabi;
1837, all'assedio di Costantino, comanda una delle colonne d'assalto; dato che due altri colonnelli sono morti durante il combattimento, il mar.llo Sylvain Charles Valée gli dà il comando delle truppe che prendono d'assalto la breccia e prendono la città dopo un'ora e mezzo di combattimento; per il suo successo viene proposta la sua promozione a brigadiere ma gli viene rifiutata per il fatto che è troppo giovane; gli viene assegnata la croce di comandante della Legion d'onore;
1839, 22 novembre, viene nominato generale di brigata;
1849, comanda una brigata durante la spedizione a Roma;
1851, 26 ottobre-1° novembre, ministro della Giustizia; 2 dicembre, dopo il colpo di Stato, aiuta a sopprimere l'insurrezione che ne segue; 22 dicembre, è promosso comandante della divisione di Limoges;
1857, viene posto nella riserva; 28 gennaio, è nominato Grande Ufficiale della Legion d'Onore;
1959, novembre, muore.

Delangle, Claude Alphonse (Varzy, Nièvre 6 aprile 1797 – Parigi 25 dicembre 1869) politico francese;
dopo una brillante carriera giudiziaria, diviene membro della Corte di cassazione e primo presidente della Corte d'appello di Parigi;
deputato di Cosne, si avvicina a C.-L.-N. Bonaparte e poi entra in Senato;
1858, 14 giugno-5 maggio 1859, ministro dell'Interno;
1859, 5 maggio-23 giugno 1863, ministro della Giustizia;
lo stesso anno viene eletto membro dell' "Académie des sciences morales et politiques";
1863, è nominato primo vice-presidente del Senato;
1865, sostituisce André Dupin come procuratore generale della Corte di cassazione (ambedue sono nativi di Varzy).
1869, 25 dicembre, muore a Parigi.

Droste-Hülshoff, Annette von (Hulshoff, Münster 1797-Meersburg, lago di Costanza 1848) poetessa tedesca, innamorata dello scrittore L. Schücking;
Raccolte poetiche (1838 e 1844)
Die Judenbuche (1842, Il faggio degli ebrei, racconto)
Das geistliche Jahr (1852, postumo, L'anno spirituale, raccolta poetica).

Dumon, Pierre Sylvain (Agen, Lot-et-Garonne 14 febbraio 1797 – Parigi 24 febbraio 1870) politico francese;
compie i suoi studi al liceo Henri-IV a Parigi; dopo gli studi di diritto si iscrive all'ordine degli avvocati; di opinioni molto liberali, sotto la Restaurazione patrocina nell' "affaire del complotto di Saumur";
1830, 27 luglio, viene eletto deputato (con 150 voti sur 269 votanti e 549 iscritti contro 116 a de Lacuée Saint-Just)) dal 1° collegio elettorale di Lot-et-Garonne (Agen) al posto di Teulon, dimissionario; siede tra l'opposizione liberale e vota l' "adresse des 221";
sotto la monarchia di luglio si vede offrire il posto di avvocato generale ad Agen, che però rifiuta;
1831, 5 luglio, viene rieletto deputato (con 120 voti su 198 votanti e 253 iscritti contro 52 a de Lacuée Saint-Just); novembre, viene nominato consigliere generale di Lot-et-Garonne;
1832, è nominato consigliere di Stato in servizio straordinario;
1833, 12 novembre, sottoposto per questo a rielezione, viene rieletto deputato (con 156 voti su 162 votanti e 265 iscritti);
1834, 21 giugno, viene rieletto deputato (con 148 voti su 228 votanti e 256 iscritti);
in seguito viene fatto cavaliere della Légion d'honneur;
1837, 4 novembre, viene rieletto deputato (con 149 voti su 239 votanti e 289 iscritti);
1839, 2 marzo, viene rieletto deputato (con 151 voti su 235 votanti e 291 iscritti);
1842, 9 luglio, viene rieletto deputato (con 163 voti su 254 votanti e 309 iscritti contro 81 voti a Jacques Laffitte);
[Sedendo con i "dottrinari", egli parla contro la stampa, difende l'eredità della paria, sostiene cme relatore il progetto di riforma delle leggi penali, vota per la legge contro le associazioni, per le leggi di settembre, per l'imposta sullo zucchero indigeno, per la dotazione del duca di Nemours, per le fortificazioni di Parigi, contro l'incompatibilità delle funzioni e contro l'aggiunta delel capacità.]
1843, 16 dic-9 mag 1847, ministro dei Lavori pubblici nel "III governo Soult" (di fatto "governo Guizot"), al posto di "Guizot le fit nommer ministre des Travaux publics dans le troisième ministère Soult le 16 décembre 1843 en remplacement de J.-B. Teste, nominato alla Corte di cassazione;
1844, 13 gennaio, sottoposto per questo a nuove elezioni, gli viene rinnovata la fiducia dai suoi elettori;
1846, 29 aprile, viene fatto grande ufficiale della Légion d'honneur; 1° agosto, viene rieletto deputato (con 207 voti su 212 votanti e 301 iscritti); come ministro, si oppone vigorosamente allo sfruttamento delle ferrovie da parte dello Stato favorendo così il monopolio delle grandi compagnie, il che gli procura violenti attacchi dall'opposizione;
1847, 9 mag-24 feb 1848, ministro delle Finanze;
1848, la rivoluzione mette fine alla sua carriera politica;
1866, viene eletto membro dell' "Académie des sciences morales et politiques";
1870, 24 febbraio, muore a Parigi.

Goudchaux, Michel (Nancy , Meurthe 18 marzo 1797 – Parigi 27 dicembre 1862) banchiere e politico francese;
[Figlio di Gerson-Jacob Goudchaux, un banchiere ebreo. Cognato di Hypolite Worms, un grande commerciante di carbone e fondatore di Worms & Cie, della famiglia mercantile ebraica di Sarrelouis.]

Heine, Heinrich o Sy Freudhold Reisenharf (Düsseldorf 1797-Parigi 1856) scrittore tedesco, autore di passaggio tra la letteratura classico-romantica e quella moderna.

Henry, Joseph (Albany, New York 1797-Washington 1878) fisico statunitense, da cui henry [H] l'unità di misura dell'induttanza, nel Sistema internazionale (SI) di unità di misura; rivolse la sua attenzione particolare all'elettromagnetismo e ideò gli avvolgimenti di fili conduttori in bobine, perfezionando la costruzione degli elettromagneti; costruì contemporaneamente a Faraday un motore elettrico.

Heymann, Henrik o Henrik Hertz (Copenaghen 1797-1870) scrittore danese;
Lettere dall'Aldilà (1830, satira, feroce critica dell'opera di H.C. Andersen accusato di convenzionalità e scarso senso della forma; pubblicazione anonima)
Le bricconate di amore (1830)
La cassa di risparmio (1836)
La casa di Svend Dyring (1838)
Sentimenti e situazioni (1839, poesie)
La figlia di re Renato (1845)
Tre giorni a Padova (1869).

Jussieu, Adrien de (Parigi 1797-1853) botanico francese, medico, professore di organografia botanica alla Sorbona;
[Figlio di Antoine Laurent (1748-1836) e  discendente dei medici botanici Antoine, Bernard e Joseph.]
Trattato elementare di botanica (1842)
Alcune monografie sulle rutacee e sulle meliacee.

Laneri, Giovan Battista (Verduno d'Alba 1797-1821) patriota italiano;
1814, 3 dicembre, entrato giovanissimo nel corpo degli Ussari, diventa sottotenente;
1815, venuta la Restaurazione, entra nell'arma dei Carabinieri; si iscrive alla società segreta dei "Sublimi Maestri Perfetti", una diramazione della Carboneria, cui fanno parte il conte Moffa di Lisio, il marchese San Marzano, Guglielmo Ansaldi, Gambini, Ceppi, ecc.;
1821, 9 marzo, mentre si trova in Savoia contribuisce alla rivolta scoppiata a Fossano, ponendosi poi agli ordini del governo costituzionale; 23 agosto, in tre ore viene giudicato, degradato e impiccato.


Lyell, Charles (Kinnordy, Scozia 1797-Londra 1875) geologo scozzese caposcuola dei sostenitori della teoria nota come "attualismo" (o uniformismo) in opposizione al "catastrofismo" di G.L. Cuvier;
Principi di geologia (1830-33, in 12 edizioni; testo che influenzò anche Ch.R. Darwin dopo averlo letto nel suo viaggio sulla Beagle).

Müller, Karl Otfried (Brieg, Slesia 1797-Atene 1840) filologo e storico tedesco, allievo di A. Böckh, si dedicò soprattutto alla storia degli etruschi, delle popolazioni greche (monografie sui dori e macedoni) e della religione greca;
Eumenidi d Eschilo (1833, commento, in cui indaga per primo i rapporti fra mito e diritto gentilizio arcaico)
Storia della letteratura greca (1840, in inglese, incompiuta).

Mutinelli, Fabio (Venezia 3 gennaio 1797-Padova 27 agosto 1876) storico veneziano;
[Figlio dell'avvocato Giovanni Battista (poi consigliere d'appello a Venezia) e di Ludovica Antonia Bonvicini; sposò Isabella Cromer.]
vicesegretario di governo, ebbe in seguito la nomina di direttore generale dell'Archivio dei Frari;
pensionato, ebbe a successore Girolamo Dandolo;
Del costume veneziano sino al secolo decimosettimo (1831)
Del commercio dei veneziani (1835)
Annali urbani di Venezia dall'anno 810 al 12 maggio 1797 (1841)
Storia del regno d'Italia divisa in quattro libri (1848)
Lessico veneto (1851) [anastatica]
Memorie storiche degli ultimi cinquant'anni della Repubblica Veneta, tratte da scritti e monumenti contemporanei, con note (1854)
Storia arcana ed aneddotica d'Italia, raccontata dai Veneti Ambasciatori, annotata ed edita da Fabio Mutinelli (1856).

Panizzi, Antonio (Brescello, Modena 1797-Londra 1879) bibliotecario e patriota italiano;
1818, laureatosi in legge a Parma, comincia ad esercitare l'avvocatura a Brescello;
1822, ottobre, coinvolto nelle indagini sulle organizzazioni carbonare dei Ducati lascia l'Italia recandosi a Lugano;
Dei processi e delle sentenze contro gli imputati di lesa maestà e di aderenza alle sette proscritte negli stati di Modena (1823, violenta requisitoria contro i metodi arbitrari ed illegali di Francesco IV; ripubblicato da G. Carducci nel 1897)
1823, maggio, trasferitosi a Londra (dove lo raggiunge la sentenza della condanna a morte in contumacia pronunciata il 6 ottobre nei suoi confronti a Modena) si reca poi, per consiglio di U. Foscoloa Liverpool; qui si dedica all'insegnamento dell'italiano e inizia un'assidua collaborazione ai più importanti periodici culturali inglesi;
1828, torna a Londra per occupare la cattedra di lingua e letteratura italiana della University of London, lavorando intensamente a un'edizione critica dei poemi di Boiardo e di Ariosto che vedrà la luce in 9 volumi tra il 1830 e il 1834;
1831, è nominato "bibliotecario assistente" del British Museum;
1856-65, direttore del British Museum fino a quando viene collocato a riposo;
1868, viene nominato senatore del Regno d'Italia.

Radowitz, Joseph Maria von (Blankenburg 1797-Berlino 1853) politico prussiano, cattolico e di idee politiche cautamente liberali, divenne il confidente del principe ereditario Federico Guglielmo;
1812, ufficiale nell'esercito della Vestfalia;
1823, ufficiale nello stato maggiore prussiano;
1840, all'ascesa al trono di Prussia di Federico Guglielmo [Federico Guglielmo III] cerca di indirizzarlo verso una politica più attiva nella questione tedesca;
1849-50, capo dell'estrema destra nell'assemblea nazionale di Francoforte, progetta la formazione di uno stato federale tedesco a egemonia prussiana e con l'esclusione dell'Austria (la cosiddetta "unione ristretta"), stato che dovrebbe collegarsi con l'impero asburgico in un'unione più ampia con una comune politica estera e commerciale;
1850, settembre, ministro degli esteri, vede fallire i suoi piani per l'opposizione dell'Austria, della Russia e della Baviera e per il mancato appoggio del re nel momento culminante della crisi; 3 novembre, si dimette e si ritira a vita privata dove attende alla pubblicazione dei suoi scritti; 29 novembre, avviene l' "umiliazione di Olmütz".

Ricciotti, Nicola (Frosinone 1797-Vallone di Rovito, Cosenza 1844) patriota italiano;
1821, "maestro ricevitore" della vendita carbonara di Frosinone, è tra i principali promotori del fallito tentativo insurrezionale di questa città; marzo, dopo essere riparato a Pontecorvo, partecipa allo sfortunato tentativo delle milizie di G. Pepe di contrastare l'avanzata del corpo di spedizione austriaco intervenuto per ristabilire il regime assoluto a Napoli;
1822, marzo, tornato a Frosinone e arrestato, viene condannato al carcere a vita e rimane nel forte di Civita Castellana;
1831, febbraio, la rivoluzione dell'Italia centrale gli restituisce la libertà; esule in Corsica e in Francia, aderisce alla Giovine Italia;
1835, combatte come ufficiale in Spagna nelle file dei liberali;
1844, recatosi a Londra si accorda con G. Mazzini per preparare una missione cospirativa nelle Marche e nell'Umbria ma, una volta arrivato a Corfù, accantona il progetto e decide di partecipare con i fratelli Bandiera alla spedizione in Calabria; catturato dai Borboneci nello scontro di San Giovanni in Fiore e condannato a morte, è fucilato con i Bandiera il 25 giugno.

Rosmini Serbati, Antonio (Rovereto 1797-Stresa 1855) filosofo italiano, "rosminiani".

Saint-Venant, Adhémar-Jean-Claude Barré de (Filliers-en-Brie 1797- Saint-Ouen 1886) ingegnere e matematico francese, professore di meccanica applicata alla Ecole des Ponts et Chaussées, diede un contributo determinante alla teoria dell'elasticità e delle sue applicazioni pratiche nella scienza delle costruzioni (da cui equazioni di congruenza o di Saint-Venant).

Shelley, Mary Wollstonecraft (Somers Town, Londra 1797-Londra 1851) scrittrice inglese;
[Figlia di William Godwin e di Mary Wollstonecraft, che per prima promosse i diritti della donna.]
1816, sposa P.B. Shelley ;
1822, alla morte del marito vive in Inghilterra con i proventi del proprio lavoro di narratrice professionista;
Frankestein, or the modern Prometheus (1818, Frankenstein o il Prometeo moderno)
The last man (1826, L'ultimo uomo).
vedi I Patiti del Giallo.

Thiers, Louis-Adolphe (Marsiglia 1797-Saint-Germain-en-Laye 1877) politico e storico francese.

Vigny, Alfred de (Loches, Turenna 1797-Parigi 1863) scrittore francese.

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«segue da 1796»
1797
Francia
Parigi, esce il catalogo della biblioteca di C.-G. de Lamoignon de Malesherbes.
[7413 lotti, soprattutto titoli di storia, storia naturale, chimica, medicina e viaggi.]
«segue 1798»

«Gazzetta piemontese»

«segue da 1793»
1797, Torino, la «Gazzetta di Torino e notizie particolari» diventa «Gazzetta piemontese»;
«segue 1860»


La rivoluzione industriale

«segue da 1795»
1797, Trevithick costruisce la locomotiva a vapore su strada;
«segue 1798»

società dei Raggi

Associazione segreta [prima in Italia fra le società politiche segrete, il cui ordinamento servirà poi di base a tutte le altre] che ha origine nei gruppi dei patrioti unitari che nei giorni della "congiura degli uguali" hanno stretto legami con l'ala più avanzata del giacobinismo francese;
il primo nucleo viene ravvisato nella:
- "Lega nera" di cui parla C. Botta o nel
- "Comitato segreto per la diffusione delle idee repubblicane e unitarie", fondato nella Repubblica Cisalpina da M.-A. Jullien
nella formazione della società forse una certa influenza hanno avuto anche i legami con gli "Illuminati di Baviera" e con associazioni segrete massoniche.
Primi fondatori:
. D. Pino, militare lombardo,
. P. Teulliè, ministro della Guerra nella Rep. Cisalpina,
, G. La Hoz, generale,
. Birago.
Dicembre
28
, il generale francese M.-L. Duphot viene ucciso [forse assassinato dall'Entità] dalle guardie svizzere pontificie;
«segue 1798»

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