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Papa Pio VI
(1775-99)

1791
Marzo
10
, con un breve il papa condanna la «Costituzione civile del clero»; il clero francese si divide tra preti "costituzionali" o "giurati" e preti "refrattari"; ciò crea rivolte tra i fedeli e manifestazioni di opposizione alla rivoluzione;
Aprile
13
, emana l'enciclica Charitas quae: condanna la costituzione civile del clero votata dall'Assemblea costituente francese e l'elezione e la consacrazione di alcuni pseudo-vescovi;
emana Quod Aliquantum: un duro breve di condanna che provoca la rottura dei rapporti diplomatici con la Francia e l'annessione da parte di questa delle terre pontificie già occupate;
20, si incontrano a Roma i sovrani del regno di Napoli (nel viaggio di ritorno Vienna-Napoli) e le due principesse francesi Adelaide [59enne] e Vittoria [58enne], ambedue zitelle, zie del re Louis XVI, fuggite dalla Francia;
Novembre
7
, Baltimora, Stati Uniti, su suggerimento dell'ex gesuita mons. John Carroll (1735-1815), tornato nella sua diocesi dopo la consacrazione a Roma, e secondo le istruzioni di Pio VI, si fa l'esperimento d'un Sinodo cui assistono 21 sacerdoti tra cui 7 gesuiti. I quattro vicari generali siedono dietro il vescovo. Siede pure il rev. Thayer, ex vicario presbiteriano poi convertitosi a Roma ed ora esercitante a Boston.
[v. dettagli p. 141-142 Storia di Pio VIII]


Ruffo, Fabrizio (1744-1827) cardinale.

"riformati" o "trappisti"

«segue da 1790»
1791, nell'antica certosa di Val-Sainte (Svizzera) l'abate A. Lestrange fissa severissimi regolamennti ma le vicende politiche disperdono i monaci;
«segue 1809»

1791, nel De viribus electricitatis in motu muscolari commentarius, pubblicato a Bologna, Luigi Galvani dimostra la presenza di elettricità nei tessuti vivi, attraverso la descrizione di una serie di celebri esperienze sulle rane.

"frankismo"

«segue da 1772»
1791, Mosheh Dobruska, successore e cugino di Jacob Frank (1726ca-1791) [barone Frank di Offenbach], si fa conoscere in Germania come lo scrittore iniziatico Franz Thomas von Schoenfeld e in Francia come il giacobino Junius Frey;
«segue da 1794»

"metodismo"

«segue da 1784»
1791, conta 120.230 membri con 216 distretti e 511 predicanti;
[Nel XX secolo il movimento ha milioni di membri, in prevalenza negli Stati Uniti ed è molto attivo soprattutto nei paesi del Terzo Mondo ed ha nuclei pure nei paesi latini.]

 



 
 

 



 

ANNO 1791




1791
Unione Elvetica
Confederazione dei tredici cantoni elvetici:

CATTOLICI
- Uri (1291),
- Schwyz (1291),
- Unterwalden (1291),
- Lucerna (1332),
- Zug (1353),
- Glarus (1353) [in parte],
- Friburgo (1481),
- Soletta (1481).

PROTESTANTI
- Zurigo (1351),
- Berna (1353),
- Glarus (1353) [in parte],
- Basilea (1501),
- Sciaffusa (1501),
- Appenzell (1513).

1791
-


AUSTRIA - BOEMIA e UNGHERIA
Leopoldo II (Schönbrunn 1747 - Wien 1792)
terzogenito di Francesco Stefano di Lorena (Francesco I) e di Maria Teresa d'Austria;
1765-90, granduca di Toscana (Pietro Leopoldo I);
1790-92, imperatore del Sacro Romano Impero
e re di Boemia e d'Ungheria
;
succede al fratello;
il conte A.W. von Kaunitz-Rietberg, dal 1753 al servizio dell'Austria, continua a dirigerne la politica estera;
1790-91, mentre il Belgio è in aperta insurrezione e l'Ungheria agitata dal malcontento dei nobili per le riforme attuate da Giuseppe II, egli cerca abilmente di placare le opposizioni privilegiate mediante concessioni alle richieste di ripristino di antiche autonomie, mantenendo però molte delle riforme del fratello:
- in Ungheria riesce ad imporre l'abolizione della servitù della gleba, la limitazione delle corvées e la libertà di culto ai protestanti;
- in Lombardia tenta di conciliare l'accoglimento di certe aspirazioni alla rappresentanza dei ceti più elevati (nella conferenza governativa, nella congregazione di stato ecc.) con il compimento delle riforme agrarie, fiscali e giudiziarie già avviate;
Maggio
20
, tramite ambasciatori segreti, scrive a Louis XVI che è pronta l'invasione della Francia:
- 35.000 tedeschi per le Fiandre;
- 15.000 tedeschi per l'Alsazia;
- 15.000 svizzeri per Lione;
- 15.000 e più piemontesi per il Delfinato;
- 20.000 spagnoli dai Pirenei.
La Prussia è collegata all'Austria, l'Inghilterra neutrale.
Agosto
27
, preoccupato del torrente rivoluzionario in atto in Francia, sottoscrive senza entusiasmo la "Dichiarazione di Pilnitz" allo scopo di premere per la salvezza della famiglia reale francese, ben precisando tuttavia che con essa non ha alcuna intenzione di "legare le mani" in un progetto di guerra preventiva: il suo è pertanto un atteggiamento temporeggiante, conciliante;

Albero genealogico
 
POLONIA
Stanislao II Augusto (Voucyn, 17 gen 1732 – San Pietroburgo, 12 feb 1798)
figlio di Stanislaw Poniatowski e di ?;
1764-95, re di Polonia;
fatto eleggere, con l'appoggio prussiano e russo, dai Czartoryski;
1791
Maggio
3
, la grande dieta è indotta ad adottare la costituzione [la prima costituzione europea], la quale stabilisce la monarchia ereditaria, l'abolizione del liberum veto, l'autonomia delle città e l'estensibilità dei privilegi nobiliari anche ai borghesi;


Albero genealogico
 
 

BAVIERA

Karl IV Theodor (Schloss Drogenbusch/Uccle 1724 - Munich 1799)
figlio del pfgf Johann Christian Joseph von Sulzbach e di Marie Anne Henriette de La Tour-d'Auvergne marchesa di Bergen-op-Zoom;
Kfst von der Pfalz (1742-99)
[Palatinato Renano (o Inferiore)]
1777-99, elettore di Baviera;
1791
-


Albero genealogico
PRUSSIA

Federico Guglielmo II (Berlino 1744-97)
figlio del principe Augusto Guglielmo (fratello di Federico II) e di Luisa di Brunswick-Wolfenbüttel;
1786-97, re di Prussia;
1791
Agosto
il pericolo rappresentato dalla Francia rivoluzionaria lo spinge a stilare con Leopoldo II la "dichiarazione di Pillnitz";


Albero genealogico
 
SASSONIA

Federico Augusto III [il Giusto] (Dresda 1750-1827)
figlio del pr. elett. Federico Cristiano e di Antonietta di Baviera;
1763-1806, principe elettore di Sassonia;
1791
cerca di mantenersi neutrale nei conflitti tra Austria e Prussia;
1806-27, re di Sassonia (Federico Augusto I);


Albero genealogico
 
 




1791
IMPERO OTTOMANO

Selim III

Albero genealogico

(1761-1808)
figlio di Mustafà III;
1789-1807, XXVIII sultano;

1791
guerra russo-turca (1787-92)






1791
RUSSIA
Caterina II [la Grande]
Albero genealogico

(Stettino 1729 - Pietroburgo 1796)
(Sofia Federica Amalia) figlia del principe Cristiano Augusto di Anhalt-Zerbst, generale prussiano, e della principessa Giovanna Elisabetta di Holstein-Gottorp;
1762-96, imperatrice di Russia;
-


Ministro degli Esteri
-
1791
1787-91, campagne militari contro la Turchia, sempre per la realizzazione del "progetto greco";
con la pace di Jasi il dominio russo si estende ormai fino alla foce del Dnestr dove viene fondata Odessa; con la conquista delle frontiere naturali e l'apertura di una "finestra" sul mar Nero, la zarina pone fine, dopo tre secoli di vittorie, all'espansionismo turco;

1785-1791, lo sceicco Mansur conduce la guerra di resistenza alla colonizzazione del Caucaso iniziata da Caterina II.


 
1791
REGNO di FRANCIA
Louis XVI

figlio del delfino Luigi e di Maria Giuseppina di Sassonia;
1770, sposa Maria Antonietta d'Austria;
1774-92, re di Francia;

Rivoluzione francese (1789-93)


Assemblea Nazionale Costituente
[1789 27 giu - 30 set 1791]
Assemblea Legislativa
[1791 1° ott - 20 set 1792]
[Costituzione del 1791]
 
Principal ministre d'État
conte A.-M.
di Montmorin Saint-Hérem

(1790 3 set - 29 nov 1791)
 
Ministro dell'Interno
F.-E. Guignard de Saint-Priest
(1790 7 ago - 25 gen 1791)
C.-A. de Valdec de Lessart
(25 gen - 29 nov)
B.-C. Cahier de Gerville
(29 nov - 24 mar 1792)
Guardasigilli
M.-L.-F. Duport-Dutertre
(1790 21 nov - 23 mar 1792)
Sovrintendente
delle Finanze
C.-A. de Valdec de Lessart
(1790 4 dic - 27 apr 1791)
C.-A. de Valdec de Lessart
(27 apr - 29 mag)
L.-H. Tarbé
(29 mag - 24 mar 1792)
Segretario di stato
agli Affari Esteri
conte A.-M.
di Montmorin Saint-Hérem

(1789 16 lug - 29 nov 1791)
C.-A. de Valdec de Lessart
(29 nov - 15 mar 1792)
Segretario di stato alla Guerra
Louis le Bègue du Presle Duportail
(1789 16 nov - 7 dic 1791)
Ministro
della Guerra

Louis,
conte di Narbonne-Lara
(7 dic - 9 mar 1792)
 

1791
Gennaio
2, poiché alcuni membri della "Società del 1789" – dove, con l'uscita nell'ottobre precedente del conte di Mirabeau, è preponderante il gruppo conservatore – hanno aderito al "Club della Costituzione monarchica" fondato dal conte di Clermont-Tonnerre e da P.-V. Malouet, che conta molti aristocratici convinti, N. de Condorcet fa emanare dalla società un decreto che stabilisce che l'adesione alla seconda sarà considerata come dimissioni dalla prima;
[L'incidente testimonia la deriva a destra della "Società del 1789"; N. de Condorcet quindi la abbandona nello stesso tempo di E.-J. Sieyès, P.-L. Roederer, e Talleyrant e si ricongiunge ai giacobini.]
13, l'Assemblea decreta che ogni cittadino può aprire un teatro e rappresentarvi lo spettacolo che desidera;
lo stesso mese il marchese di La Fayette e il conte di Mirabeau decidono ancora una volta di riavvicinarsi per contrastare l'influenza del "triumvirato"; E.-J. Sieyès, che detesta A. Lameth, si aggiunge a loro;

Febbraio
16, J.-Ch. Borda propone che l'Accademia nomini una commissione «incaricata di discutere le basi su cui si debba stabilire l'uniformità di pesi e misure»;

Lo stesso mese, a Santo Domingo, il mulatto Ogé viene sottoposto vivo al supplizio della ruota per aver provocato un'insurrezione.
[N. de Condorcet riceverà un plico sigillato, inviato dalle sorelle del giustiziato, indirizzato al presidente dell'Assemblea nazionale. Egli si incaricherà di questa missione umanitaria tramite Pétion.]

28, «chevaliers du poignard» (cavalieri del pugnale, per allusione alle armi bianche che avrebbero portato con sé);
approfittando di una diversione provocata a Vincennes dove accorrono il marchese di La Fayette e un distaccamento importante della Guardia nazionale, diverse decine, forse trecento gentiluomini armati e i capelli avvolti in forma convenuta, entrano nella notte al castello delle Tuileries con lo scopo di trascinare Louis XVI fuori Parigi «sous prétexte de le défendre». Temendo per la propria incolumità il monarca rinuncia a seguirli e poco dopo questi cavalieri sono circondati dalle truppe dei soldati granatieri, volontari di servizio, comandati dal gen. Gouvion – «qui n’avaient point été se promener à Vincennes» –, e disarmati. Tra di loro si riconoscono:
. principe di Poix, genero del banchiere Laborde,
. Berthier, figlio dell’intendente Berthier de Sauvigny,
. Charles de Sartine, figlio dell' ex ministro della Marina,
. Louis de Vaudreuil,
. de Vioménil,
. de Lamberye,
. d’Albignac,
. de Virieu,
. de Tilly,
. Félix du Muy,
. etc.
Molti di loro protestano.

Marzo
10, Pio VI condanna la Costituzione civile del clero, i vescovi che l'hanno accettata e pure i principi della Dichiarazione dei diritti dell'uomo;
[La prova di forza ora ingaggiata, proseguirà per tutto il tempo della Rivoluzione.]
19, J.-Ch. Borda, J.B. Lagrange, P.-S. de Laplace, G. Monge e N. de Condorcet presentano all'Accademia il Rapport sur le choix d'une unité de mesure, proponendo il quarto di meridiano come unità di lunghezza, base del nuovo sistema di pesi e misure;
26, l'Assemblea nazionale vota un decreto che riprende le proposte del Rapport…;
30, Legge del 30 marzo: l'Assemblea nazionale adotta il quarto di meridiano come base del nuovo sistema di misura, e la scala decimale per l'insieme del sistema;
l'Assemblea ordina l'esecuzione delle diverse operazioni;

Aprile
2, muore, a 42 anni, il conte di Mirabeau;
3, la chiesa di Sainte-Geneviève è trasformata in Panthéon;
8, Louis XVI nomina i sei amministratori della Tesoreria;
. Lavoisier,
. Rouillé,
. Deletang,
. Devaines,
. Dutremblay,
. Cornut,
tutti tecnici delle Finanze,
e N. de Condorcet.
[La Costituente si era rifiutata di togliere ai ministri la gestione del Tesoro ma dal momento che il re dispone di una lista civile di 25 Mni di franchi all'anno, la scelta degli amministratori della Tesoreria riveste una reale importanza politica.
La notizia della nomina viene comunque male accolta sia dai patrioti che dagli aristocratici; in effetti il candidato di J.-P. Brissot e dei patrioti era È. Clavière, banchiere ginevrino e grande amico del conte di Mirabeau a cui, assieme a Étienne Dumont, preparava i discorsi.]
13, vengono nominati cinque commissari per procedere all'esecuzione dei lavori concernenti la messa in opera del sistema metrico decimale;
lo stesso giorno Pio VI condanna di nuovo la Costituzione civile del clero;
nel corso del mese alcuni conventi sono invasi da dei rivoluzionari fanatici e vengono esercitate violenze su alcuni religiosi; il direttorio di Parigi, presieduto dal duca L.A. La Rochefoucauld d'Enville, emana un decreto che dà ai preti non vincolati da giuramento il diritto di officiare nei loro edifici ad esclusione delle chiese pubbliche; questo significa permettere l'esistenza di una Chiesa separata dallo Stato.
18, quando Louis XVI decide di recarsi a Saint-Cloud, come la primavera precedente, la folla si ammassa davanti le Tuileries e le guardie nazionali impediscono alla sua carrozza di lasciare il castello; dopo due ore e mezza di discussione animata deve rinunciare; per meglio allontare i sospetti, il re si reca quindi all'Assemblea ricordando di aver giurato di mantenere la Costituzione. Gli animi si calmano.

primavera, la classe politica è divisa tra:
- i moderati, che controllano la maggioranza parlamentare, considerano che la Rivoluzione sia terminata e si riavvicinano alla Corte, sperando in una revisione del testo costituzionale;
- i patrioti democratici, alla sinistra dei precedenti, che controllano la maggior parte dei club e delle sezioni di Parigi, vedono bene soltanto una alleanza del popolo e della borghesia contro gli aristocratici e il re.
Tra le due parti si intensificano gli scontri.

Questione coloniale:
gli "Amici dei Neri", che N. de Condorcet, J.-P. Brissot e l'abate B.H. Grégoire continuano a sostenere, depositano una nuova petizione in favore dell'uguaglianza per i mulatti e chiedono delle misure che preparino l'abolizione dello schiavismo.
I patrioti si dividono.

Lo stesso mese M. Robespierre pubblica un Discours à l'Assemblée nationale, mai pronunciato, dove reclama l'instaurazione del suffragio universale; ottiene grande successo nei club, in particolare nei Cordiglieri.


Maggio
8
, da parte loro E.-J. Sieyès e Talleyrand fanno votare un decreto che permette ai preti non vincolati da giuramento di officiare nelle chiese appartenenti a delle società particolari e anche di dire messa in una chiesa parrocchiale a condizione di non causare dei disordini.
Ma il clero refrattario rifiuta ogni accomodamento con il clero costituzionale.
12, in risposta alla campagna contro il marco d'argento, resa più viva con l'avvicinarsi delle elezioni, l'Assemblea ritira ai club il diritto di petizione e di affissione;
15, l'Assemblea vota un testo di compromesso che accorda i diritti politici soltanto ai mulatti nati da padre e madre liberi;
16, in base al decreto del 16 maggio 1791, proposto da M. Robespierre, nessun membro dell'Assemblea Costituente si potrà ricandidare alla susseguente 'Assemblea Legislativa;
[Altre leggi significative dimostrano l'evoluzione conservatrice della maggioranza dell'Assemblea.]

intanto gli assegnati hanno già perso un quarto del loro valore nominale e l'inflazione viene così a sommarsi agli altri fattori di destabilizzazione politica e sociale;
la "guardia nazionale" ha il riconoscimento formale;

Giugno
l'Assemblea decreta la chiusura dei laboratori di carità e vieta le coalizioni e gli scioperi all'iniziativa di Le Chapelier;
il re, nonostante Lepoldo II gli abbia comunicato a fine maggio che era pronta l'invasione della Francia, decide di fuggire da Parigi e rifugiarsi a Montmedy dove il gen. Bouillé ha radunato le truppe realiste più fedeli;
la famiglia reale tenta quindi la fuga sotto falsa identità; madame Tourzel, sotto il finto nome della signora di Korff figura viaggiare con i suoi figli, sue cameriere la regina e la principessa, servo il re, corrieri oppure servi tre guardie del corpo travestiti. Nello stesso tempo per altra strada fugge anche il fratello del re con la moglie.
19-20, l'Assemblea decide che ogni prete che ha prestato giuramento civico e ritratta, sarà privato della retribuzione;
lo stesso giorno, domenica, al "Club dei giacobini" E.-J. Sieyès è accusato di voler sbarrare la strada alla creazione di una seconda Camera;
20, i giacobini riprendono le loro accuse;
21, la famiglia reale in fuga viene arrestata a Varennes;
l'Assemblea nazionale prende immediatamente in mano il potere esecutivo; convoca i ministri e decreta l'arresto di tutte le persone sorprese ad uscire dal Regno; essa decide che i suoi decreti siano esecutivi senza la sanzione del re; ordina la creazione di 100.000 guardie nazionali;
già in serata, al "Club dei giacobini" dove sono presenti tutti i capi patrioti, A.-P. Barnave fa votare una mozione che richiama tutti i cittadini all'unione; tutte le divisioni dono dimenticate;
22, l'Assemblea nazionale vota un'avviso ai francesi dove denuncia la rimozione del re;
al "Club dei giacobini" i Cordiglieri si mostrano più radicali: «Noi vi scongiuriamo, in nome della Patria, o di dichiarare subito che la Francia non è più una monarchia, che essa è una Repubblica, o almeno attendere che tutti i dipartimenti, tutte le assemblee abbiano emesso il loro verdetto su questa questione…».
Questa è la posizione presa dai repubblicani del club, F. Robert, C. Desmoulins, ma non quella di G.-J. Danton che propende per la deposizione del re e l'instaurazione di un Consiglio di reggenza;
la proposta dei Cordiglieri è rigettata dai giacobini e nessuna sezione di Parigi la riprende;
lo stesso giorno J.-P. Brissot dice prudentemente che Luigi XVI si è spezzato la corona da solo… ma la parola "Repubblica" non viene pronunciata;
intanto la famiglia reale, raggiunta da tre commissari dell'Assemblea – A.-P. Barnave, Pétion de Villeneuve, Latour-Maubourg – fa ritorno a Parigi, scortata da forze considerevoli sotto un caldo soffocante;
25, ore 19:00, la famiglia reale fa il suo ingresso a Parigi; il popolo silenzioso guarda il passaggio del corteo;
lo stesso giorno l'Assemblea decide che sarà relegato alle Tuileries, sotto buona guardia, e che i decreti continueranno ad essere esecutivi senza la sua sanzione; il re è sospeso, sotto alta sorveglianza; 290 deputati protestano dicendo che la stessa parvenza di sovranità reale non esiste più; molti di loro lasciano l'Assemblea;
29, all'Assemblea:
- il marchese di La Fayette protesta contro l'accusa di repubblicanismo;
- dalla parte dei giacobini non c'è più nulla da sperare: sotto l'influenza di A. Lameth e di A.-P. Barnave si sono dichiarati costituzionali e la monarchia è iscritta nella Costituzione;
- i Cordiglieri, dopo il loro primo slancio repubblicano, si augurano che la Costituente non si pronunci sulla sorte del re senza aver consultato i dipartimenti;
- da parte sua J.-P. Brissot è favorevole alla Repubblica ma, come Pétion, considera che sia necessario prima preparare gli animi; propende piuttosto, come G.-J. Danton per una reggenza assortita di un "Consiglio elettivo amovibile".
Su questa scelta l'opinione pubblica è determinante e, dopo la fuga del re, i parigini hanno preso partito non soltanto contro il re ma anche contro la sua sovranità.
Intanto, in questi ultimi giorni, N. de Condorcet fonda la "Société republicaine" con Th. Paine e Achille du Chastellet, giovane ufficiale che ha combattuto durante la guerra d'Indipendenza.
[Non avrà mai più di cinque membri: gli altri due dovrebbero essere J.-P. Brissot e Nicolas de Bonneville, cofondatore del "Circolo sociale".]

Luglio
, venerdì, sui muri di Parigi (anche su quelli dell'Assemblea nazionale) è incollato un manifesto audacemente repubblicano: «L'assenza del re vale meglio della sua presenza. Egli ha abdicato, ha disertato il suo posto… La Nazione non può dare la propria fiducia a un uomo che, infedele alle sue funzioni, spergiuro ai suoi giuramenti, ordisce una fuga clandestina, nasconde un re di Francia sotto il travestimento di un domestico…
Che cos'è in un governo una carica che non richiede alcuna esperienza, né abilità, una carica che può essere affidata secondo la nascita; che può essere occupata da un idiota, un folle, un malvagio come da un saggio?»;

[Il manifesto è firmato da Achille du Chastellet ma il testo in realtà è di Th. Paine, tradotto dal N. de Condorcet o dalla moglie di questi.]
Non mancano le reazioni all'Assemblea: Malouet, Cazales e molti altri propongono di perseguire l'autore del manifesto. Ma Le Chapelier e numerosi altri, cercando di spegnere il fuoco anziché attizzarlo, fanno passare all'ordine del giorno la considerazione che si tratti delll'opera di un folle….
Lo stesso giorno «La Bouche de fer» annuncia che venerdì prossimo in serata, presso l'Assemblea federativa degli "Amici della Verità", N. de Condorcet parlerà della Repubblica.
3, edito dalla "Société republicaine", appare il primo numero del giornale «Le Républicain».
[Il primo numero è senza data (ma è forse del giorno 3) mentre i numeri seguenti saranno datati 10, 16 e 23 luglio.]
6, E.-J. Sieyès pubblica un articolo su «Le Moniteur» dove prende l'iniziativa di rispondere a coloro che l'accusano di "tornare al repubblicanesimo" e di cercare dei sostenitori di questo sistema;
8, al "Circolo sociale", nel Circo di Palais-Royal davanti a duemila persone, N. de Condorcet legge il suo discorso intitolato: De la République, ou un roi est-il necessaire à l'établissement de la Liberté?
In pratica egli proclama che la libertà è repubblicana.
Al nome di "repubblica" i giacobini e l'Assemblea nazionale entrano in agitazione.
11, il corpo di Voltaire è trasportato al Panthéon in pompa magna in mezzo ad una folla immensa;
[Sul balcone della casa dove morì Voltaire, quai des Théatins, N. de Condorcet assiste al passaggio del corteo a fianco del marchese Charles de Villette che aveva ospitato il filosofo durante il suo ultimo soggiorno a Parigi.]
13, all'Assemblea nazionale inizia il dibattito sulla sorte del re;
lo stesso giorno M. Robespierre dichiara ai giacobini: «Sono stato accusato, in seno all'Assemblea nazionale, di essere repubblicano; mi hanno fatto troppo onore, io non lo sono. Se fossi stato accusato di essere monarchico, mi avrebbero disonorato. Io non lo sono più…»;
14, l'Assemblea esamina il rapporto dei suoi comitati sulla fuga del re;
16, continua il dibattito iniziato tre giorni prima;
[Nessuna voce si è alzata in favore della "Repubblica":
. M. Robespierre si sottrae dietro dei discorsi declamatori: «Che mi si accusi di repubblicanesimo, se si vuole; io dichiaro di aborrire ogni specie di governo dove regnano i faziosi…»;
- l'avv. Vadier, dopo aver aver reclamato la messa in stato d'accusa del re scrive: «Io detesto il regime repubblicano, lo credo sovversivo e inconciliabile con la nostra situazione politica»;
- l'abate B.H. Grégoire chiede «che si riuniscano i collegi elettorali e che si nomini una Convenzione nazionale» ma rimane lì;
. Pétion evoca «lo stabilirsi di un Consiglio d'esecuzione elettivo e nazionale»…
ma della Repubblica nessuno parla.
È alla destra dell'Assembea invece che ci si impossessa del termine, che si brandisce la "Repubblica" come un'arma.
G.-F.-Ch. Goupil de Prefelne accusa quindi i repubblicani di voler precipitare la nazione francese "nell'abisso degli orrori dell'anarchia e dei disordini" e denuncia N. de Condorcet «un uomo che ha ottenuto una reputazione non si sa come e che è tuttavia molto estesa, e fornito di titoli accademici».]
Al termine del dibattito l'Assemblea riconosce l'inviolabilità del re.
[Ciò significa sanare la sua fuga e permettere che siano perseguiti soltanto dei subalterni.]

La maggioranza dei membri del "Club dei giacobini", in gran parte gli ex costituenti, tra cui: 
. A.-P. Barnave
. A.-G. Duport
. A. Lameth e T. Lameth
. E.-J. Sieyès,
non intende proclamare la decadenza di Louis XVI e difende strenuamente la costituzione censitaria; 
con a capo A.-P. Barnave e il marchese di La Fayette si ritira Parigi, nel convento dei foglianti (ramo dell'ordine cistercense) e costituisce il "Club dei foglianti" di tendenza monarchica; 
[Se hanno scarso peso sotto l'Assemblea legislativa, scompariranno con la caduta della monarchia.]
La minoranza, con a capo M. Robespierre e J. Pétion de Villeneuve, mantiene in vita il "Club dei giacobini" originario. 

Un altro movimento politico presente nell'Assemblea legislativa sono i girondini, noti ai contemporanei col nome di brissotins dal loro capo J.-P. Brissot così chiamati dal dipartimento della Gironda da cui provengono molti loro esponenti tra cui:
. P.-V. Vergniaud,
. N. de Condorcet,
. M. Isnard,
. Ch.-J.-M. Barbaroux,
. J.-M. Roland de la Platière;
nella formazione e guida del gruppo hanno molta influenza vari salotti parigini, tra cui quello di Madame Roland moglie di J.-M. Roland de la Platière;
assertori della democrazia politica ma non di quella sociale, identificano il proprio programma con la difesa degli interessi dei ricchi armatori e commercianti di Bordeaux, Nantes, Marsiglia e, più in generale, della grande  e media borghesia provinciale;
sostengono il liberismo economico e si oppongono al predominio di Parigi sul resto della Francia;

Dopo varie peripezie all'interno delle società popolari, una petizione, che reclama il giudizio del re e l'organizzazione di un nuovo potere esecutivo, viene depositata sull'altare della patria al Campo di Marte; i cittadini sono chiamati a firmarla il giorno dopo.
Ciò significa disconoscere il decreto emanato dall'Assemblea nazionale che è quindi decisa a spezzare l'agitazione popolare e a farla finita con il movimento repubblicano. Essa convoca la municipalità alla sbarra e le ingiunge di vietare, con la forza se necessario, ogni movimento sedizioso.

17, domenica, massacro del Campo di Marte: al mattino il «club dei cordiglieri» che propugna la repubblica promuove una manifestazione che viene repressa nel sangue dalla guardia nazionale del marchese di La Fayette;
[Due voyeurs si sono nascosti sotto l'altare della patria per guardare sotto le gonne delle donne giunte a firmare la petizione; scoperti, sospettati di aver voluto posare delle mine per far saltare in aria i patrioti, sono massacrati dalla folla.]
La municipalità decreta la legge marziale.
Verso le 19:00, la Guardia nazionale, preceduta da un drappo rosso e agli ordini del marchese di La Fayette, seguito da J.-S. Bailly e dagli ufficiali municipali arriva al Campo di Marte dove si trovano migliaia di persone; le truppe, accolte da urla e sassate, finiscono con l'aprire il fuoco sulla folla che fugge lasciando sul terreno decine di morti; altri manifestanti sono inseguiti e uccisi.
Da questo momento il sangue versato a Campo di Marte separerà democratici e costituzionali. La rottura è tragicamente consumata tra i patrioti.
18, l'Assemblea nazionale, presieduta da Ch. Lameth, si felicita con la municipalità e la Guardia nazionale e approva la loro condotta. M. Robespierre tace.
I giacobini, molto provati dalla scissione intervenuta il giorno precedente in seno alla Societé – creazione del «club dei foglianti» – assicurano di non entrare per niente nella petizione del Campo di Marte.
Da parte sua N. de Condorcet risente ancora profondamente per lo scampato pericolo: sua moglie e sua figlia erano presenti tra la folla. Mai perdonerà il marchese di La Fayette.
Intanto la coalizione moderata sembra controllare tutti i poteri.
Louis XVI è sospeso; all'Assemblea nazionale, la destra dura, i "Neri" si sono dispersi o hanno perso tutto il proprio credito dopo Varennes. A sinistra i democratici tacciono, come M. Robespierre, o stanno sulla difensiva. L'accusa di repubblicanesimo diviene fatale agli occhi di un paese che si augura in maggioranza l'ordine e la fine degli scontri.
Contro i responsabili della petizione del 16 luglio sono aperti dei procedimenti giudiziari. Non è inutile in effetti evocare un complotto fazioso dei democratici e di far ricadere su di essi la responsabilità dei morti al Campo di Marte. Alcuni repubblicani sono arrestati, altri fuggono, come G.-J. Danton, o si nascondono come C. Desmoulins. Si vota una legge di sicurezza, si perseguono dei giornalisti. J.-P. Marat si rintana.
Si pensa di rivedere il progetto di Costituzione. Sarà il simbolo e lo zoccolo di un nuovo ordine di cose.
I capi moderati, come A.-P. Barnave e A. Lameth, vogliono che questo avvenire sia conforme alle loro visioni. Contro i democratici che possono trascinare l'Assemblea, si decide di rinforzare l'esecutivo. La maggioranza dell'Assemblea quindi:
- riserva il diritto di voto agl uomini agiati o istruiti;
- vieta l'accesso della Guardia nazionale ai cittadini poveri o sospetti;
- limita la libertà di stampa;
- sopprime il diritto di petizione collettiva;
- prende delle nuove misure contro gli emigrati e i preti refrattari;
- porta a termine la riforma giudiziaria;
infine, per blindare il sistema, vieta ogni revisione costituzionale per dieci anni. Pensa così di aver assicurato il potere della grande e media borghesia.

Agosto
9, l'Assemblea nazionale proclama la Francia «indivisibile»;
11, dice A.-P. Barnave: «È nella classe media che bisogna cercare gli elettori»;
[Viene quindi soppressa la "condizione del marco d'argento", che aveva molto irritato la borghesia urbana e che diventa inutile.]
20, J.-P. Brissot è costretto a sospendere «Le Republicain»; poiché la municipalità ha vietato la pubblicazione de «L'Orateur du Peuple» e de «L'Ami du Peuple» N. de Condorcet protesta con forza nel «Patriote français» a nome della libertà di stampa;
27, l'imperatore e il re di Prussia lanciano con la "dichiarazione di Pillnitz" un minaccioso avvertimento all'Assemblea;

cominciano intanto le elezioni all'Assemblea Legislativa;
a Parigi gli elettori che devono scegliere i deputati sono stati essi stessi eletti anteriormente alla fuga del re, ma il clima politico è cambiato. L'opinione pubblica si è in maggioranza riallineata ai "costituzionali", ai moderati il cui foyer politico è diventato il "club dei Foglianti".
I democratici, che controllano i giacobini, sembrano minoritari nella capitale.
In questo frangente N. de Condorcet può contare sul sostegno fedele di J.-P. Brissot e dei suoi amici, raggruppati attorno al «Patriote français» la cui influenza è grande nei centri democratici. Contro di lui pesano l'odio dei realisti riguardo il rrepubblicano, e l'ostilità dei "costituzionali" moderati. In realtà la sua sola arma sta nel suo nome e questo prestigio che si unisce nella borghesia parigina all'ultimo degli Enciclopedisti.
I primi scrutini gli sono nettamente sfavorevoli.

Settembre
, viene eletta l'Assemblea Legislativa (745 deputati), che si riunirà per la prima volta il 1° ottobre successivo;
3-14, viene approvato il testo della Nuova costituzione che, preceduto dalla "Dichiarazione dei diritti" del 1789:
- distingue i cittadini francesi in "attivi" (coloro  che pagano un minimo d'imposta) e "passivi"  riservando ai primi, attraverso un sistema di doppio grado, l'elezione dei deputati dell'assemblea legislativa e alle cariche municipali e dipartimentali; 
- attua un largo decentramento amministrativo e introduce una netta distinzione tra i poteri dello stato lasciando al re il comando dell'esecutivo e un veto sospensivo sulle leggi;
- sancisce inoltre lo smantellamento del regime vincolistico e corporativo, proclamando la liberta di intrapresa e il carattere inviolabile della proprietà; concepita per garantire il trapasso pacifico del potere alla borghesia agiata, la costituzione non appaga né la volontà di rivincita della monarchia e dei suoi sostenitori, né le rivendicazioni popolari;
nasce in un certo senso "morta";
al suo titolo I proclama che essa garantirà: "La liberté a tout l'homme… d'exercer le culte religieux auquel il est attaché";
5, il nome del N. de Condorcet è messo su alcuni bollettini;
11, Santo Domingo, viene firmato un concordato che riconosce il diritto di cittadinanza ai mulatti.
14, Louis XVI, dopo essere stato salvato dall'Assemblea costituente che ha accreditato l'inverosimile tesi del rapimento, firma la costituzione da essa elaborata;
16, J.-P. Brissot si fa paladino della guerra, l'unica che può smascherare il re, mostrare al paese la sua doppiezza e di finirla così con la Corte;
20, N. de Condorcet ottiene 125 suffragi;
[In ballottaggio nei turni successivi, soccomberà ogni volta.
Gli saranno preferiti i suoi vecchi colleghi della municipalità di Parigi: Godard, Quatremère de Quincy, Ramond, l'amico del marchese di La Fayette, Robin.]
24, sabato, Debry lo supera; di colpo il «Patriote français» s'indigna. J.-P. Brissot denuncia di corruzione il "club de la Sainte-Chapelle", creato per influire alle elezioni, che riunisce fedeli del regno e sostenitori del «club dei foglianti» per decidere sulle candidature da sostenere;
lo stesso giorno la "Société de l'Évêché"accusa il "club de la Sainte-Chapelle" di alterare le elezioni; le società di provincia sostengono N. de Condorcet.
Lo stesso giorno la Costituente, prima di separarsi dall'Assemblea nazionale, vota un decreto che dà tutti i poteri alle assemblee coloniali per le questioni riguardanti "lo stato delle persone non libere e lo stato politicio degli uomini di colore e dei negri liberi".
La condizione dei mulatti e dei neri sta quindi nelle mani dei piantatori. Ma nelle Isole continuano i disordini. Coloni bianchi, armatori e negozianti metropolitani adducono la responsabilità agli "Amici dei Neri". A Santa Domingo sono appesi in effige e additati come infami:
. N. de Condorcet,
. J.-P. Brissot,
. abate B.H. Grégoire,
. marchese di La Fayette e
. M. Robespierre.
All'Assemblea le delegazioni si susseguono per denuciare la loro azione e abbozzare un quadro idilliaco della condizione degli schiavi a Santo Domingo.
È J.-P. Brissot che conduce un'offensiva contro il decreto ma i girondini si trovano in una situazione difficile perché Bordeaux intrattiene con le colonie un commercio marittimo intenso.
Allora P.-V. Vergniaud e Gensonné chiedono all'Assemblea di dar forza di legge al concordato concluso a Santo Domingo l'11 settembre.
26, al terzo turno per le elezioni all'Assemblea Legislativa N. de Condorcet viene eletto con 351 voti contro i 347 a Treil de Pardailhan, vecchio rappresentante della Comune di Parigi; il marchese di Pastoret, che presiede l'assemblea elettorale dichiara che si è eletto in lui l'erudito, il filosofo e amico di Voltaire, d'Alembert e Turgot;
il «Patriote français» canta vittoria;
27, con decreto viene riconosciuto il diritto di cittadinanza a tutti gli ebrei francesi;
30, Ultima seduta dell'Assemblea nazionale che vota ancora alcuni testi, in particolare un'amnistia generale per tutti coloro che hanno partecipato a sommosse o a rivolte dopo il 1788.
L'Assemblea nazionale e la Costituente si separano
.
[Su iniziativa di M. Robespierre, la Costituente ha vietato ai suoi membri di essere eletti deputati alla nuova Assemblea Legislativa. Tutti coloro che si sono evidenziati alla Costituente lasciano quindi la scena.]

Ottobre
, Parigi, nella sala del Maneggio delle Tuileries si riunisce, per la prima volta, l'Assemblea Legislativa: sono 745 nuovi deputati, quasi tutti sconosciuti al pubblico;

Assemblea Legislativa
 
appartenenza politica
n.
destra "club dei Foglianti": monarchici moderati, in quanto avversari tanto dell' "Ancien Régime" che della democrazia;
essi si dividono ulteriormente in due frazioni:
- i simpatizzanti del precedente Triumvirato (A.-P. Barnave, A.-G. Duport e A. Lameth);
- i seguaci del marchese di La Fayette.
264
centro "indipendenti", di orientamento incerto
345
sinistra in gran parte "giacobini" con pochi "cordiglieri" all'estrema sinistra.
136
Totale deputati
745
[Senza dubbio alcuni di loro hanno già svolto funzioni elettive in seno ai dipartimenti e alle municipalità e acquisito esperienza di affari locali ma la loro notorietà non supera la cornice della loro città o della loro regione.
Molti sono uomini di legge, ma troviamo anche ufficiali, medici, membri del clero costituzionale, negozianti, professori, proprietari terrieri. Ma nessun membro della grande nobiltà, nessun alto dignitario del clero che occupavano con il lustro dei loro nomi la Costituente. Trattasi di un'assemblea borghese, molto giovane (la metà dei suoi membri ha meno di trent'anni, sessantacinque di loro meno di ventisei).
Senza dubbio la loro retribuzione è conveniente: 6.750 franchi all'anno.
Eletti da un suffragio censitario a due gradi, i deputati sono stati designati, dopo la fuga del re a Varennes, da collegi elettorali nel maggio-giugno di quest'anno. Sono dunque in maggioranza moderati, molto attaccati alla Costituzione, ma nutrono nei confronti del re – e soprattutto della regina – una segreta diffidenza.
Tra i nuovi venuti non c'è un partito organizzato ma soltanto una volontà proclamata da ciascuno di ascoltare solo la propria coscienza. Ben presto, tuttavia, delle affinità elettive, delle scelte comuni – e anche delle riunioni informali, conferenze o pranzi – fanno nascere dei gruppi.
Il più significativo per i suo talenti oratori e per le sue capacità di manovra e quello che si riunisce attorno a J.-P. Brissot e ai deputati della Gironda: Guadet, A. Gensonné e soprattutto P.-V. Vergniaud.]



3, poiché il regolamento dell'Assemblea Legislativa permette ai deputati di appartenere soltanto a un comitato – legislation, finances, diplomatiqueN. de Condorcet preferisce quello della Instruction publique;
4, la Legislativa decide, prima dell'apertura ufficiale dei lavori da parte del re, di evidenziare con un cerimoniale eccezionale il suo attaccamento alla Costituzione;
poiché il re fa sapere che arriverà all'assemblea il giorno 6, i giacobini partono subito all'attacco; occorre ripudiare ogni cerimoniale che ricordi ancora il vecchio regime e puntualizzare fin nei dettagli l'uguaglianza dei poteri;
viene dunque deciso che il presidente dell'assemblea si rivolgerà al re non più con i termini "Sire" o "Maestà" bensì con il titolo costituzionale di "Re di Francesi";
5, dopo la controffensiva dei "costituzionali" il decreto viene revocato;
6, Louis XVI assume le funzioni di re costituzionale i cui poteri sono strettamente limitati alla Legislativa testé insediata;
7, Louis XVI è ricevuto in trionfo e il grido "Viva il Re!" soffoca quello dei giacobini "Viva la Nazione!";
14, intanto le sedute del "Club dei giacobini" diventano pubbliche;
15, la Legislativa comincia ad occuparsi della questione riguardante le reali intenzioni del re e della corte;
[Infatti, grazie all'amnistia di settembre e alla rtrovata libertà di lasciare il regno, è ripresa l'emigrazione, specialmente nell'armata; alle frontiere si formano dei corpi d'emigrati; i preti refrattari provocano disordini in Vandea e in Normandia; sale l'esasperazione presso i patrioti.]
i girondini decidono di scatenare contro gli emigrati il loro primo assalto parlamentare per costringere il re e i suoi sostenitori a prendere posizione;
25, dalla tribuna della Legislativa N. de Condorcet fa la sua prima proposta;
[Premesso che ciascuno ha il diritto di fissare la propria residenza dove vuole, ma non ha il diritto, una volta all'estero, di fomentare insurrezioni e violenze contro il proprio paese, tutti coloro che intendono emigrare sono invitati a prestare giuramento civico: quelli che accettano godranno di tutti i loro diritti, quelli che si rifiutano, dovranno firmare un impegno scritto di non servire per due anni alcuna potenza nemica e di non nuocere alla Francia. Questi ultimi perderanno allora la loro qualità di francesi, ma conserveranno le retribuzioni, indennità e arretrati guadagnati prima della loro decisione.
Gli emigrati invece che rifiutano ogni giuramento e impegno saranno dichiarati traditori della Nazione e i loro beni messi sotto sequestro.]
una parte della stampa applaude alle sue proposte ma i giornali realisti lo accusano di aver "cercato di ostacolare la libertà" degli emigrati;
lo stesso giorno P.-V. Vergniaud interviene a sua volta come per rendere più sorprendente il contrasto tra la passione dell'oratore e la freddezza del filosofo, ed ottiene un trionfo; l'assemblea riconosce in lui il successore del conte di Mirabeau
28, l'assemblea accorda così la priorità alla discussione del progetto del N. de Condorcet ma i girondini, scontenti per la sua moderazione, ripartono all'assalto;
M. Isnard dichiara che il suo progetto di decreto non soddisfa affatto ciò che reclama la giustizia e ciò che si attende la Francia intera;
Merlin de Thionville e Girardin chiedono l'aggiornamento della mozione del N. de Condorcet; poiché questi risponde debolmente, l'assemblea vota la questione preliminare rifiutando di esaminare in seguito il suo progetto;
l'assemblea ingiunge Monsieur, fratello del re, di rientrare in Francia entro due mesi: in caso contrario sarà come abbia abdicato al suo diritto alla reggenza;
30, il marchese di Pastoret, personalità che identifica il centro, viene eletto presidente dell'Assemblea Legislativa;
[N. de Condorcet figura tra i sei segretari nominati dell'assemblea; il 25 gennaio 1792 sarà eletto alla vice-presidenza e quindi alla presidenza il 7 febbraio 1792.]
intanto, – lo stesso mese e anche il prossimo –, alla Legislativa si discute sulle misure da prendere contro i preti refrattari; mentre i patrioti richiedono misure di rigore, i foglianti vantano una stretta neutralità;

Lo stesso mese B. de Molleville è nominato ministro della Marina da Luigi XVI.

Novembre
2
, N. de Condorcet è designato per la quindicina 2-16 novembre presidente del "Club dei giacobini";
agli inizi del mese il comitato delle Finanze richiede l'emanazione di un decreto d'urgenza che autorizzi l'emissione di assignat per un valore di 300 Mni di franchi in piccoli tagli di 5 franchi;
[Lo stesso mese la svalutazione raggiunge il 16,50%.]
9, la Legislativa decreta che tutti gli emigrati che non rifaranno rientro in Francia entro il 1° gennaio 1793 saranno peseguiti come congiurati e puniti con la confisca dei beni e con la morte;
12, l'astronomo J.-S. Bailly, primo presidente della Costituente e primo sindaco di Parigi (dal 15 lug 1789), viene ora rimpiazzato da J. Pétion de Villeneuve;
[Quest'ultimo ha ottenuto 6.728 voti, il marchese di La Fayette 3.126 voti. Poiché Parigi conta 80.000 elettori, il numero degli astenuti è stato quindi enorme. La Corte e i giornali monarchici hanno fatto una campagna contro il marchese di La Fayette, giocando la politica del peggiore.]
lo stesso giorno Louis XVI fa sapere alla Legislativa che egli dà la sua approvazione al decreto contro "Monsieur"; oppone invece il suo veto al decreto contro gli emigrati; l'assemblea non reagisce;
16, Louis XVI fa publicare un proclama dove spiega i motivi del suo veto al decreto e invita gli emigrati a rientrare in Francia;
lo stesso giorno la «Chronique de Paris» annuncia che d'ora in avanti N. de Condorcet assicurerà la cronaca parlamentare del giornale;
21, la Legislativa decide che i preti che rifiuteranno di prestare giuramento civico entro otto giorni saranno privati dei loro emolumenti;
29, la Legislativa decreta che tutti i preti che non presteranno giuramento saranno dichiarati sospetti emessi sotto la sorveglianza delle autorità amministrative;
ciò significa aggravare il conflitto con la Chiesa e non placarlo.

Intanto l'odio dei realisti contro N. de Condorcet non si placa: il loro odio aumenta in proporzione alla sua influenza politica; nei salotti aristocratici egli viene detestato e l'abate Royou, in «L'Ami du Roi», ne fa uno dei suoi bersagli preferiti.

Dicembre
, il prodotto della contribuzione finanziaria per l'anno in corso raggiunge i 34 Mni di franchi sui 300 attesi; non si conosce l'ammontare del debito; il disordine rgna sulla spesa pubblica o l'ordinario e lo straordinario sono confusi;
7, l'Assemblea si limita a decretare che le forze nazionali potranno essere utilizzate soltanto per reprimere le rivolte dei Neri;
8, per manifestare il loro disaccordo circa il decreto contro i preti refrattari, i membri più in vista del direttorio del Parlamento di Parigi – in particolare il suo presidente, duca L.A. La Rochefoucauld d'Enville – chiedono pubblicamente al re di porre il suo veto a questa legge di cui denunciano l'intolleranza e i pericoli; la passione si accende nei club e nelle sezioni di Parigi dove si denuncia il procedimento del direttorio di Parigi;
Louis XVI, da parte sua, è irriducibilmente ostile a ogni misura contro i preti refrattari;
lo stesso giorno, poiché è necessario mettere ordine e trasparenza nel caos tenebroso delle Finanze, N. de Condorcet chiede alla Legislativa di nominare alla Tesoreria dei commissari controllori;
9-10, le delegazioni di Santo Domingo si succedono alla sbarra per denunciare gli "Amici dei Neri";
a Santo Domingo disordini e violenze continuano;
13, N. de Condorcet interviene di nuovo affinché la Legislativa sostituisca sette comitati specializzati all'unico comitato delle Finanze esistente;
[La sua proposta sarà adottata ma la sua messa in atto si rivelerà troppo complessa e l'assemblea deciderà di ristabilire un comitato unico.]
14, il col. L.M. Narbonne, nominato in autunno ministro della Guerra grazie a madame de Staël, annuncia alla Legislativa che gli effettivi dell'armata saranno portati a 150.000 uomini ripartiti in tre corpi;
19, Louis XVI rifiuta la sua approvazione al decreto emanato dalla Legislativa contro i preti refrattari.

Verso la fine del mese, i Brissotins, con i quali ha legato in parte il sindaco di Parigi J. Pétion de Villeneuve, ottengono la chiusura del locale di cui godevano i foglianti alla Legislativa; i foglianti denunciano i giacobini e J.-P. Brissot esorta questi ultimi e i cittadini poveri ad armarsi di picche, poiché la Guardia nazionale è composta soltanto da cittadini attivi cioè da borghesi relativamente soddisfatti.
Il berretto rosso si diffonde, malgrado l'opposizione di M. Robespierre. I sans-culottes guadagnano le società patriottiche.


 

 

 
1791
FRANCIA
Louis Philippe II Joseph d'Orléans [Philippe Égalité]
Albero genealogico

(1747-Parigi 1793, ghigliottinato)
figlio di Louis Philippe I, duca d’Orléans, e di Louise Henriette de Conti;
1769, sposa Louise Marie Adélaïde de Bourbon-Penthièvre (1753-1821). [div. 1792/3]
duca d’Orléans (1785-93)





Luigi Filippo d'Orléans
Albero genealogico

(Parigi 1773 - Claremont, Londra 1850)
primogenito di Luigi Filippo Giuseppe duca di Orléans e di Luisa Maria Adelaide di Borbone Penthièvre;
1785-93, duca di Chartres;


1793-1830, duca di Orléans;
1807-30, duca di Montpensier;
1830-48, re dei francesi;


Louis-Stanislas-Xavier
Albero genealogico

(Versailles 1755-Parigi 1824)
fratello minore di Louis XVI;
1755-1795, conte di Provenza;
1791
Giugno
20
, fugge da Parigi con la corte reale, percorrendo però una strada diversa da quella dei sovrani (fermati a Varennes) e può così passare la frontiera e rifugiarsi a Coblenza dove assume la direzione ufficiale dell'emigrazione controrivoluzionaria che mantiene per tutto il corso del suo lungo e travagliato esilio
[a Coblenza sino al 1792, poi a Verona, Blanckenberg, Mittau, Varsavia e infine, gli ultimi 8 anni in Inghilterra.];


1814-24, re di Francia (Louis XVIII);

 

 
Carlo Filippo Albero genealogico

(Versailles 1757-Gorizia 1836)
fratello minore di Louis XVIe di Louis XVIII;
1757-1824, conte d'Artois;
1773, sposa Maria Teresa di Savoia, altra figlia del re di Sardegna Vittorio Amedeo III;
1789, 17 luglio, ripara subito a Bruxelles; si trasferisce poi a Torino, presso il suocero dove inizia a organizzare le forze controrivoluzionarie fomentando insurrezioni e disordin in Francia e creando comitati d'intesa fra gli emigrati;
1791
mal tollerato dal suocero, sposta il centro della sua attività a Coblenza;


1824-30, re di Francia (Carlo X);

 


1791
Repubblica delle Sette Province Unite dei Paesi Bassi
Willelm V [il Batavo]
(The Hague 1748 - Braunschweig 1806)
figlio di Willelm IV d'Orange-Nassau e della p.ssa reale Anne di Gran Bretagna, Irlanda e Hannover, etc.;
principe di Nassau-Dietz
principe d’Orange
1751-95, statholder dei Paesi Bassi;
(22.10.1751-18.1.1795)

Olanda

 

Zelanda

 

Uthrecht

 

Frisia
 
Gheldria

 

Groninga

 

Overijssel

 

1791
-


 


1791
Gran Bretagna e Irlanda
Giorgio III
Albero genealogico

(Londra 1738 - Windsor 1820)
figlio di Federico Luigi principe di Galles e di Augusta di Sassonia-Gotha;
1751-60, duca di Brunswick-Lüneburg (Giorgio);
1760-1820, elettore di Hannover;
1760-1815, re di Gran Bretagna e Irlanda;
dal 1761 è sposato con Sofia Carlotta di Mecklenburg-Strelitz;
dal 1765 soffre di una grave malattia mentale;

- colpito da gravi disturbi mentali sin dal 1788 -

1814-20, re di Hannover;


 
Primo lord
del Tesoro
[First Lord
of the Treasury
]
W. Pitt [il Giovane] Tory
(1783 19 dic - 14 mar 1801)
Cancelliere
dello Scacchiere
[Chancellor
of the Exchequer
]
Segretari di Stato
-
Affari Esteri e Commonwealth
-
 
Affari Interni    
Giustizia    

1791
il potere è ormai nelle mani di W. Pitt [il Giovane] che guida la politica inglese contro la Francia rivoluzionaria;

Gli Abitanti di Inghilterra Galles e Scozia sono 9.747.000 (1791).


Il parlamento inglese approva un altro bill, con cui ai cattolici si fanno delle ulteriori concessioni a favore dei loro ordini religiosi, in sostegno delle loro cappelle, a tutela degli ecclesiastici e degli insegnanti, e sotto altri vari aspetti.

 


 


 
SCOZIA [dal 1° maggio 1707 è unita a Inghilterra e Galles]
-
-
-
-

1791
-


 
IRLANDA
-
-
-
-

1791
dal 1729 al parlamento di Dublino è stata riconosciuta dall'Inghilterra l'indipendenza legislativa;
dal 1783 al parlamento di Dublino è stata di nuovo riconosciuta l'indipendenza legislativa; [?]

Gli abitanti dell'Irlanda sono 4.753.000 (1791).

 

 

Nord America Britannico
Governatore generale
Guy Carleton
barone Dorchester
(1786- 1796)
-
-

1791
Residenti del Nord America Britannico:
- Nova Scotia, 40.000,
- New Brunswick, 20.000,
- Terranova, 15.000,
- Isola del Principe Edoardo, 6.000,
- Isola di Capo Bretone, 2.000,
e forse i 1.000 dell'ovest.
[Tali province non esistevano alla metà del sec. XVII, oppure il loro peso specifico era di gran lunga inferiore a quello attuale.
Si tratta di recenti agglomerati sociali e culturali che usano quasi esclusivamente l'inglese nei loro rapporti e i cui legami sono con le terre di origine e con Londra, la capitale dell'Impero, e non con Québec, la ex capitale della Nuova Francia.]

Nessuno sa quanti siano in questo periodo gli indiani a ovest del Lago Superiore. Nella grande regione delle praterie, corrispondente a Manitoba, Saskatchewan e Alberta, essi sono forse intorno a 40.000, con una densità tra le più basse delle Americhe. Vi sono, verso:
- est, gli Ojibwa e i Cree,
- ovest, i Blackfoot,
- nord, i Chipewyan,
- sud gli Assiniboine.
La localizzazione geografica delle varie nazioni dell'ovest è comunque incerta, trattandosi di popolazioni che sono in continuo movimento al seguito degli animali migratori e che si muovono in piccole bande.

Gli abitanti degli Stati Uniti sono 2.430.500 (1780), di cui il 21,9% di origine africana.

Costa settentrionale dell'Oceano Pacifico (territorio corrispondente più o meno alla futura British Columbia – il cui confine meridionale sarà in seguito fissato dal trattato dell'Oregon (1846) – e ai futuri stati americani di Washington e Oregon: a Nootka Sound arriva per la seconda volta – dopo il 1788 – il capitano di marina Robert Gray (1755-1806), del Rhode Island, inviato da un consorzio di mercanti di Boston, Salem e New York.

 

 

 

 


[Luca Codignola-Luigi Bruti Liberati, Storia del Canada, Bompiani 1999.]

 

 

 




QUÉBEC
[Aggiunta alle altre province britanniche nel 1763, include la regione sulle due rive del fiume San Lorenzo grossolanamente delimitate da Anticosti a est e il Lago Nipissing a ovest.
Dal 7 nov 1763 la provincia (ex Canada francese) è stata divisa formalmente in tre distretti: Québec, Trois-Rivières, Montréal.]
Governatore della provincia
Alured Clarke
(1790 - 1791)
BASSO CANADA
Governatore della provincia
ALTO CANADA
Governatore della provincia
John Graves Simcoe
(1791 - ?)

1791
La rivoluzione canadese degli anni 1760-91 ha provocato un ricambio pressoché totale dell'élite e ha affidato alla chiesa cattolica il ruolo di rappresentante della popolazione francocanadese nei confronti di tale nuova élite.
In tutto questo processo i ceti inferiori della società hanno avuto un ruolo sostanzialmente passivo. Si tratta soprattutto di habitants, ma anche di funzionari inferiori, piccoli negozianti, artigiani, soldati, voyageurs, lavoratori giornalieri, braccianti e domestici, tutti coloro cioè che possono rapidamente passare dall'agiatezza alla povertà.
Il ricambio del ceto superiore non ha effetti immediati sulla qualità della loro vita.
Ciò succede perché né gli habitants né le altre categorie appartenti ai ceti inferiori esprimono mai un progetto politico alternativo all'esistente, evitando così di venire trascinati in rivolgimenti sociali dal costo umano altissimo, quali la Guerra Civile Nordamericana (1775-83) o la Rivoluzione Francese (1789-99).
Anzi, per i loro rapporti con le nuove autorità, di cui non conoscono né la lingua né le usanze, i ceti inferiori si affidano, ancor più che sotto il regime francese, alla chiesa cattolica. Si tratta dell'istituzione all'apparenza più conservatrice. Le sue usanze, se si eccettuano le nuove invocazioni di rito al sovrano britannico, non sembrano essere cambiate.
[Più tardi, e soprattutto fino al 1840, la chiesa verrà affiancata in questo ruolo di intermediazione e di dirigenza da un nuovo strato sociale, quello dei notabili e dei professionisti francocanadesi.]

il Constitutional Act porta con sé cambiamenti di più ampia portata.
La provincia del Québec viene separata in due parti, a ciascuna delle quali il parlamento britannico concede la creazione di un parlamento provinciale:
- Basso Canada, fondamentalmente francofona rispecchiante l'antica provincia di Québec;
[Continuazione logica dell'antico Canada, da una parte contiene ora 31.000 nuovi abitanti di lingua inglese i quali si sono andati ad affiancare ai 140.000 abitanti di lingua francese.]
- Alto Canada, popolata quasi esclusivamente di lealisti. Primo governatore è nominato John Graves Simcoe (1752-1806).
Poiché quest'ultima provincia viene immediatamente dotata di parlamento provinciale, anche i francocanadesi vengono insigniti dello stesso privilegio.
[Il governo di ciascuno provincia è assicurato dal governatore, da un consiglio esecutivo e un consiglio legislativo, entrambi di nomina governativa, e da un'assemblea dei rappresentanti che viene eletta dagli aventi diritto.
La creazione di un parlamento provinciale ha implicazioni che non sono soltanto politiche. Tale organismo implica una sorta di maturità finanziaria che, se da una parte consente ai residenti di decidere del proprio regime fiscale, dall'altra dispensa il parlamento britannico dal finanziare l'amminstrazione della provincia stessa.]

[Il nobile milanese Paolo Andreani (1763-1823) – noto soprattutto per aver progettato e costruito nel 1784, primo nella penisola italiana, un pallone aerostatico – tra il 1790 e il 1791 viaggia nella Nova Scotia, nella regione del Lago Superiore e a Québec. Di quest'ultima censisce la popolazione, valutandola in 2.220 residenti, di cui 1.449 francofoni e 672 anglofoni.
Le cifre sembrano essere lontane dalla realtà.
Gli storici John Hare , Marc Lafrance e David -Thiery Ruddel calcoleranno (1987) la popolazione del 1790 in 6.700, di cui 5.500 francofoni e 1.200 anglofoni.]

[Nel suo complesso, la popolazione di origine europea dell'attuale Nord America Britannico + Québec è aumentata quattro volte, passando da 63.100 nel 1760 a 255.100 nel 1791.]



 

 

TERRANOVA
Governatore della provincia
Mark Milbanke
(1789 - 1791)

1791
-

 

ISOLA DEL PRINCIPE EDOARDO
Governatore della provincia
-

1791
-

 

NEW BRUNSWICK
Governatore della provincia
-

1791
-

 

NOVA SCOTIA
Governatore della provincia
-

1791
-

 

ISOLA DI CAPO BRETONE
Governatore della provincia
-

1791
-

 

a


UNIONE degli STATI UNITI d'AMERICA
Presidente degli Stati Uniti
G. Washington [1°]
(1789 30 apr - 4 mar 1797)
Vicepresidente
J. Adams
(1789 - ?)
Segretario di Stato
[Ministro degli Esteri]
Th. Jefferson
(1790 22 mar - 31 dic 1793)
Ministro del Tesoro
A. Hamilton
(1789 - 1794)
Ministro della Guerra
?
(1789 - ?)
Presidente della Corte Suprema
John Jay
(1789 26 set - 29 giu 1795)

1791
Gennaio

Il 1° Congresso degli Stati Uniti, che discute i vari emendamenti proposti nel 1787, approva come primo Emendamento: "Il Congresso non farà nessuna legge che si riferisca allo stabilimento della religione o proibisca il libero esercizio di essa".
Con questo gli Stati Uniti promettono solennemente che essi non eleveranno mai una qualunque religione al grado di religione ufficale della Confederazione, ma che per contro concederanno uguale libertà a tutte le chiese.
È pertanto la più assoluta separazione dei due poteri quella che gli Stati Uniti nell'atto di costituirsi pongono alla base delle loro relazioni con le chiese; e a tale separazione affidano la garanzia della più ampia libertà religiosa.
Ma questo va sopra ogni altra cosa notato, che la Costituzione degli Stati Uniti non abolisce punto l'unione fra lo Stato e la Chiesa per entro a quegli Stati particolari, in cui la separazione non sia ancora avvenuta.
Orbene, nessuna separazione si è ancora attuata, né per tutto il secolo si attuerà negli Stati della Nuova Inghilterra.
Ancora: la Costituzione non garantisce la piena libertà religiosa se non nei rapporti con la Confederazione e ciò non toglie che delle restrizioni rimangano nei rapporti interni dei singoli Stati.
Ora non solo le costituzioni particolari contengono molte di tali restrizioni, ma alcune ne conterranno ancora agli inizi del 1900 ed oltre…
[In America non si diventa liberali perché separatisti, né per converso si diventa separatisti perché più tolleranti che non in qualunque parte d'Europa; ma unicamente perché, in difetto di un potere governativo centrale abbastanza forte da imporre la reciproca tolleranza ai vari partiti religiosi e da tenerli a segno, come fa il potere monarchico in Francia, in Inghilterra, in Prussia, in Austria, il solo separatismo può fornire colà un terreno neutro di conciliazione alle diverse confessioni rivali e alle diverse chiese stabilite dei singoli Stati. Alcune delle quali rimangono peraltro ancora intolleranti malgrado e dopo la stessa Costituzione federale.
Ciò non toglie tuttavia che per l'America – ma unicamente per essa – libertà religiosa e separatismo si possono a ben diritto considerare come due termini correlativi.]

Marzo
per affrontare il grave onere del piano di consolidamento e di assunzione dei debiti, A. Hamilton deve trovare introiti maggiori di quanto i dazi sulle importazioni possano fornire. Propone allora una legge sull'imposta di fabbricazione che prevede, fra l'altro, una tassa sui liquori distillati.
Il provvedimento, ora approvato dal Congresso, colpisce pesantemente gli agricoltori della frontiera che, mancando di adeguati mezzi di trasporto, trovano difficile vendere le loro eccedenze di grano e segale finché non vengono ridotte in whisky mediante distillazione.

Per contrastare l'influenza di John Fenno, direttore della «United States Gazette», che parteggia per A. Hamilton, Th. Jefferson invita a Philadelphia il poeta Philip Freneau a dirigere un giornale rivale, la «National Gazette».

In estate, nel corso di una spedizione "botanica" nella valle dello Hudson, Th. Jefferson e J. Madison si mettono d'accordo con alcuni avversari politici di A. Hamilton a New York: il governatore George Clinton, Robert R. Livingston e Aaron Burr.
[Nonostante l'alleanza fra NEW YORK e la VIRGINIA, i repubblicani non sono ancora un partito nazionale in senso moderno e non lo sono nemmeno i loro avversari federalisti.]

Dicembre
Philadelphia, inizia la sua attività la Banca degli Stati Uniti, con un mandato di venti anni.

Lo stesso mese A. Hamilton presenta la relazione riguardante:
- le manifatture,
[Il documento consiste in un piano completo per l'industrializzazione mediante un sistema di tariffe protettive, premi e sussidi. Esso mira a unificare economicamente il paese e a renderlo autosufficiente.
Ma il Congresso, che non ha l'immaginazione di A. Hamilton, non è maturo per una pianificazione economica tanto ampia e audace. Il rapporto viene archiviato.
Anche se nel 1792 il Congresso approverà una nuova legge sulle tariffe, quest'ultima non mirerà tanto a proteggere l'economia quanto a procurare entrate.]

Il programma finanziario di A. Hamilton riassesta il credito pubblico e garantisce il successo del nuovo governo.
Inizia però anche l'opposizione contro A. Hamilton, che per il momento si è organizzata attorno a J. Madison.
D'altro canto, anche due ministri dello stesso governo hanno sostanzialmente idee diverse sul futuro degli Stati Uniti:
- A. Hamilton favorisce l'industrializzazione e auspica una società in classi sul modello inglese;
- Th. Jefferson crede in una repubblica di forti agricoltori indipendenti.
E le divergenze si fanno sempre più aspre e personali.
Pur restando colleghi di gabinetto, ciascuno tenterà di indebolire l'altro e di organizzarsi un seguito, sia al Congresso che nel paese.

Lo stesso anno gli indiani dell'Ohio infliggono uno scacco memorabile alle truppe del governatore Arthur St. Clair.

[Maldwyn A. Jones, Storia degli Stati Uniti, Bompiani 1984.]

 




[01] DELAWARE [dal 7 dicembre 1787] - cap. Dover
[Primo stato a ratificare la Costituzione degli Stati Uniti d'America.
Non esistono collegamenti fra chiesa e stato e una grande libertà religiosa si è affermata sin dall'inizio.]
Governatore
-

1791
-

 

[02] PENNSYLVANIA [dal 12 dicembre 1787] - cap. Harrisburg
[Non esistono collegamenti fra chiesa e stato e una grande libertà religiosa si è affermata sin dall'inizio.]
Governatore
-

1791
-

 

[03] NEW JERSEY [dal 18 dicembre 1787] - cap. Trenton
[Non esistono collegamenti fra chiesa e stato e una grande libertà religiosa si è affermata sin dall'inizio.]
Governatore
-

1791
-

 

[04] GEORGIA [dal 2 gennaio 1788] - cap. Atlanta
[Già ammesso nel 1780 ma ratificato solo il 2 gennaio 1788.]
Governatore
-

1791
-

[05] CONNECTICUT [dal 4 gennaio 1788] - cap. Hartford
Governatore
-

1791
-

[06] MASSACHUSETTS [dal 6 febbraio 1788] - cap. Boston
Governatore
-

1791
-


[07] MARYLAND [dal 28 aprile 1788] - cap. Annapolis
Governatore
-

1791
-






[08] SOUTH CAROLINA [dal 23 maggio 1788] - cap. Columbia
Governatore
-

1791
-

[09] NEW HAMPSHIRE [dal 21 giugno 1788] - cap. Concord
Governatore
-

1791
-

 





[10] VIRGINIA [dal 26 giugno 1788] - cap. Richmond
Governatore
-

1791
-

 





[11] NEW YORK [dal 26 luglio 1788] - cap. Albany
[L'anglicanesimo è la religione di stato in quattro contee.]
Governatore
-

1791
-

 

[12] NORTH CAROLINA [dal 21 novembre 1789] - cap. Raleigh
[Tratto di terre immediatamente a sud della Virginia, attorno allo stretto di Albemarle.]
Governatore
-

1791
-

[13] RHODE ISLAND [dal 29 maggio 1790] - cap. Providence
Governatore
-

1791
-


[14] VERMONT
Governatore
-

1791
-
Marzo
4
, entra a far parte dell'Unione.


a


1791
REGNO di DANIMARCA e di NORVEGIA
Cristiano VII
Albero genealogico
(1749 - 1808)
figlio di Federico V e di Luisa d'Inghilterra;
1766-1808, re di Danimarca e di Norvegia;
sotto la reggenza del figlio Federico;


Federico VI
Albero genealogico
(Copenaghen 1768 - 1839)
figlio di Cristiano VII e di Caterina Matilde d'Inghilterra;
1784, appena ammesso al Consiglio di stato, estromette il padre demente dal potere proclamandosi reggente;
1784-1808, reggente al trono di Danimarca e Norvegia;
per impulso suo e del primo ministro A.P. Bernstorff, viene dato sviluppo al commercio e all'industria ed hanno notevole diffusione le idee illuministiche;



1808-39, re di Danimarca;
1808-14, re di Norvegia;


Primo ministro e ministro degli Esteri
A.P. Bernstorff
(1784 - ?)
1791
-
NORVEGIA
1791
-
ISLANDA
1791
-


1791
REGNO di SVEZIA
Gustavo III
Albero genealogico
(Stoccolma 1746 - 1792)
figlio di Adolfo Federico e di Luisa Ulrica sorella di Federico il Grande;
1771-92, re di Svezia;

1791
con la pace di Varälä, che ristabilisce lo status quo, conclude la guerra con la Russia;



 

1791
REGNO di PORTOGALLO
Maria I di Braganza
Albero genealogico

(Lisbona 1734-Rio de Janeiro 1816)
figlia di Giuseppe I e di Maria Vittoria;
1777-1816, regina di Portogallo;
1790-91, vedova dal 1786 dello zio "re consorte" Pietro III, viene colta da pazzia e deve lasciare le funzioni di governo al figlio;


1791
-


a

1791
REGNO di SPAGNA
Carlo IV
Albero genealogico

(Napoli 1748 - Roma 1819)
figlio secondogenito di Carlo III e di Maria Amalia di Sassonia;
1788-1808, re di Spagna;


1791
-

a






1791
SAVOIA - REGNO DI SARDEGNA
Vittorio Amedeo III
Albero genealogico

(Torino 1726 - Moncalieri 1796)
figlio di Carlo Emanuele III di Savoia e di Polissena Cristina d'Assia-Rheinfelds;
?-1773, duca d'Aosta;
1730-73, principe di Piemonte;
1773-96
- conte di Aosta, Maurienne, Nizza e Asti;
- marchese di Saluzzo, Monferrato, Finale e Oneglia;
- duca di Savoia re di Cipro e Gerusalemme [titolare];
- re di Sardegna e duca di Savoia;


1791
-



1791
REPUBBLICA DI GENOVA
[Denominazione ufficializzata nel 1528 per iniziativa di Andrea Doria]
Alerame Maria Pallavicini
Albero genealogico

(? - ?)
figlio di
1789 30 lug - 30 lug 1791, doge di Genova;


Michelangelo Cambiaso
Albero genealogico

(? - ?)
figlio di
1791 3 set - 3 set 1793, doge di Genova;


1791
-


1791
REPUBBLICA DI VENEZIA
"La Serenissima"
Ludovico Manin

(Venezia 14 mag 1725 - Venezia 24 ott 1802)
figlio di Lodovico Alvise e di Maria Basadonna, mercanti friulani arricchiti con l'industria del legno e della carta, che acquistarono il blasone della contea per centomila ducati nel 1651;
1789-97, doge di Venezia; [120° e ultimo]


- nunzio pontificio: ? (?-?);
- ambasciatore a Roma: ? (? -?)
- ambasciatore di Spagna: ? (? - ?)
- ambasciatore di Francia: ? (?-?)
1791
-


1791
ducato di Modena
Ercole III d'Este
Albero genealogico
(Modena 1727 - Treviso 1803)
figlio di Francesco III e di Carlotta Aglae di Orléans;
1741, sposa Maria Teresa Cybo-Malaspina, erede del ducato di Massa e Carrara che assicura così al piccolo ducato estense uno sbocco sul mare;
1780-96, duca di Modena;




1791
-

1791
Ducato di Parma e Piacenza
Ferdinando di Borbone
Albero genealogico

(Parma 1751 - Badia di Fontevivo, Parma 1802)
figlio di Filippo di Borbone e di Luisa Elisabetta di Francia;
suo precettore fu il filosofo Condillac ma nulla rimarrà di illuministico nel suo spirito mediocre e bigotto;
1762, dicembre, muore di vaiolo la sua promessa sposa Marie Johanna di Absburgo (1750-1762);
1765-1802, duca di Parma e Piacenza;
1767, 15 ottobre, a 16 anni muore di vaiolo anche la sua seconda promessa sposa Marie Josephe di Absburgo;
dal 1769 è sposato con la duchessa Maria Amalia (1746-1804) figlia di Maria Teresa d'Absburgo;
1791
-



Primo ministro
-
1791

 



1791
Granducato di Toscana
Ferdinando III di Lorena
Albero genealogico
(Firenze 1769-1824)
secondogenito di Pietro Leopoldo (Leopoldo II ) e di Maria Ludovica di Borbone-Spagna;
1790-1801, granduca di Toscana;
1801-14, granduca di Würzburg;
1814-24, granduca di Toscana;


 

1791
-


1791
REGNO di NAPOLI e SICILIA
Ferdinando IV
Albero genealogico
(Napoli 1751 - 1825)
figlio di Carlo III re di Spagna e di Maria Amalia di Sassonia;
1759-99, 1799-1806, 1815-16, re di Napoli;
1759-1816, re di Sicilia (Ferdinando III);
dal 1768 è sposato con la duchessa Marie Karoline di Absburgo (1752-1814);



1816-25, re delle Due Sicilie (Ferdinando I di Borbone);

NAPOLI
Primo ministro e
Ministro degli Esteri
J.F.E. Acton
(1789 - 1811)
[dal 1775 Maria Carolina d'Absburgo è entrata nel consiglio di stato.]
Ministro della Marina
J.F.E. Acton
(1779 - ?)
Ministro della Guerra
J.F.E. Acton
(? - ?)
1791
Marzo
i sovrani partono da Vienna per far ritorno a Napoli;
Aprile
20
, si fermano a Roma in visita al pontefice Pio VI;
mentre in città c'è già un reggimento di mercenari dalmati, il primo ministro comincia a formare una nuova flotta e l'esercito; chiama ad istruire la fanteria il barone Salis dei Grigioni e l'artiglieria il colonnello Pommereul, francese; molti ufficiali e sergenti stranieri vengono invitati o condotti a Napoli: per esempio il sergente P.-F.-C. Augereau (futuro generale napoleonico e maresciallo di Francia, † 1816) e, già dal 1785, il tenente J.-B. Eblé (primo generale dell'artiglieria napoleonica, † 1812);
commissario di polizia, con agenti e guardie in ogni rione della città, è il cavaliere Luigi de' Medici, reggente della Vicaria;
delatore [spinto per malvagità naturale] è Fabrizio Ruffo principe di Castelcicala; il clero, viste le sventure della chiesa di Francia, sperando nel riacquisto della perduta potenza, sostiene il dispotismo; il re a 62 vescovati vacanti nomina uomini pieni di zelo, diligenti; restituisce la pubblica istruzione ai chierici; dimostra la sua sincera amicizia a preti e frati.
Esposti più di ogni altro all'ira del governo sono ovviamente i dotti e i sapienti; si ritiene infatti che la rivoluzione francese derivi dalla filosofia e dai libri più che dai bisogni e dalla situazione contingente.
Comincia il distacco della corte dagli ambienti culturali illuministici di Napoli.

SICILIA
Viceré
Francesco d'Aquino ,
principe di Caramanico
(1786 gen - 1795)
1791
-

 

a





Abbatucci, Jacques-Pierre-Charles Abbatucci (Zicavo, Corsica 21 dicembre 1791 – Parigi 11 novembre 1857) politico francese;
[Nipote (di nonno) di Jacques Pierre Abbatucci, e nipote (di zio) di Jean Charles Abbatucci, ambedue generali della Rivoluzione.
Coniuge: il 12 giugno 1810 sposa, in prime nozze, a Petreto-Bicchisano (Corse-du-Sud) Maria-Aurelia Giuliana Colonna d'Istria (v. 1790-1814), che gli dà una figlia che non sopravvive;
il 28 novembre 1814, sposa, in seconde nozze, a Olmeto (Corse-du-Sud) Marie Euphrasie Colonna (1795-1853), che gli dà tre figli e una figlia, Camille, che sposa Paul-Marie de Peretti, sotto-prefetto di Calvi (Haute-Corse).]

1816, gennaio, intrapresa la carriera di avvocato, diviene procuratore del re a Sartène (Corse-du-Sud);
1819, marzo, consigliere alla corte reale di Bastia (Haute-Corse);
1830, settembre, presidente della Camera alla corte d'Orléans; lo stesso anno viene eletto deputato della Corsica;
sotto la monarchia di luglio, vicino a Odilon Barrot, è un membro importante dell'opposizione; si distingue durante la campagna dei banchetti riformisti – presiede quello d'Orléans (Loiret);
1839-51, deputato del Loiret;
1848, 22 febbraio, è uno degli organizzatori dell'ultimo banchetto, avvenimento che porta alla caduta della monarchia e alla proclamazione della II repubblica;
1852, 11 novembre-11 novembre 1857, ministro della Giustizia; dicembre, senatore e consigliere ufficiale di Napoleone III che lo investe degli affari della Corsica;
1855, gran croce della Légion d'honneur;
1857, 11 novembre, muore a Parigi.

– Aksakov, Sergej Timofeevic
(Ufa 1791-Mosca 1859) scrittore russo, amico di N.V. Gogol';
Cronaca di una famiglia o Cronaca di famiglia (1856)
Anni di infanzia di Bagrov nipote (1858)
Storia della mia amicizia con Gogol' (1890).

– Andreoli, Giuseppe (San Possidonio, Modena 1791-Modena 1822) sacerdote italiano;
1822, 26 febbraio, viene arrestato come affiliato alla Carboneria, ma in carcere viene tradito dal falso compagno liberale Malagoli; 17 ottobre, sconsacrato prima dal vescovo di Carpi (raschiati i polpastrelli delle dita), viene decapitato.

– Aporti, Ferrante (San Martino dall'Argine, Mantova 1791-Torino 1858) pedagogista italiano, sacerdote;
Manuale di educazione e ammaestramento per le scuole infantili (1833)
Guida per i fondatori e direttori delle scuole infantili (1836)
Cenni sull'indole propria delle scuole infantili (1837)
Elementi di pedagogia (1847).

– Arwidsson, Adolf Ivar (Padasjoki 1791-Vyborg 1858) scrittore finlandese, direttore della Biblioteca Reale svedese nel 1843)
Svenska Fornsanger (1834-42, Antichi canti svedesi).

Barrot, Hyacinthe Camille Odilon (Pied-de-Borne, Lozère 19 settembre 1791 – Bougival 6 agosto 1873) politico francese.

– Bazard, Armand (Parigi 1791-Courtry, Seine-Saint-Denis 1832) politico francese, uno dei fondatori della Carboneria francese, collaboratore dei più avanzati giornali liberali dopo la restaurazione e delle riviste «Le Producteur» e «L'Organizateur»;
Esposizione della dottrina di Saint-Simon (1830, in collaborazione con B.-P. Enfantin, col quale ruppe poco prima di morire).

Belli, Giuseppe Gioachino (Roma 1791-1863) poeta italiano.

– Bestuzev, Nikolaj Aleksandrovic (1791-1855, penitenziario di Petrovskij) militare russo;
1825, per aver partecipato al tentativo rivoluzionario "decabrista", viene deportato in Siberia;
Sulla libertà di commercio e in genere dell'attività economica (1831)
Diario del nostro viaggio da Cita nel 1830.
[Da ricordare i tre fratelli:
- Aleksandr
(1797-1837) autore di romanzi d'avventure sotto lo pseudonimo di Marlinskij;
- Michail (1800-1871), anch'egli deportato in Siberia e autore di importanti memorie;
– ?.]


– Buchanan, James (Mercersburg o Cove Gap, Pennsylvania 23 aprile 1791-Wheataland o Lancaster, Pennsylvania 1° giugno 1868) politico statunitense;
1832-34, ministro plenipotenziario a Pietroburgo, dove perfeziona il primo accordo commerciale fra gli Stati Uniti e la Russia;
1835-45, senatore democratico sostiene l'amministrazione Jackson;
1845-49, segretario di stato dell'amministrazione Polk;
1853-56, ambasciatore in Gran Bretagna, è tra i firmatari del manifesto di Ostenda (1854);
1856, eletto presidente;
1857 4 marzo–4 marzo 1861, 15° presidente degli Stati Uniti d'America, porta ad una scissione tra i democratici del nord e quelli del sud, favorendo (1860) l'elezione del repubblicano A. Lincoln.

De Cardenas, Lorenzo - conte di Valeggio (Valenza, Alessandria 27 novembre 1791 – Valenza, Alessandria 18 agosto 1863) politico italiano.

Faraday, Michael (Newington, vicino a Londra 1791-Hampton Court 1867) fisico e chimico inglese, da cui effetto Faraday;
[Per cui i campi magnetici sono in grado di ruotare il piano di polarizzazione della luce polarizzata.
Gabbia di Faraday
: schermo elettrostatico a maglie metalliche a forma di gabbia: un corpo situato all'interno non risente dell'azione delle cariche elettriche dei corpi esterni alla gabbia né di quella della carica elettrica eventualmente presente sulla gabbia stessa.]

1804, di umili condizioni, a tredici anni è avviato al mestiere di rilegatore di libri; 
1813, appassionatosi tanto allo studio delle scienze e della fisica, diventa assistente di H. Davy, allora direttore della Royal Institution;
effettua le sue prime ricerche nel campo della chimica: scopre alcuni composti del cloro e riesce a liquefare questo gas (primo esempio di liquefazione di un gas);
1821, dopo le esperienze di H.C. Oersted sul magnetismo, comincia a dedicarsi allo studio dei fenomeni elettrici e mette in evidenza gli effetti meccanici dei magneti sui conduttori percorsi da corrente;
1825, è nominato direttore della Royal Institution;
1831, scopre il fenomeno dell'induzione elettromagnetica e dimostra che le correnti elettriche indotte possono essere prodotte o da magneti in movimento o da correnti elettriche variabili;
1833, professore di chimica a vita, si occupa soprattutto di elettrologia e anche di elettrochimica;
[In uno dei tanti suoi esperimenti egli tenta di far passare una scarica elettrica nel vuoto; non riesce però ad ottenere un vuoto abbastanza spinto per i suoi scopi.] 
1854, un maestro vetraio tedesco, Heinrich Geissler, costruisce un tubo di vetro in cui sono saldati degli elettrodi metallici e in cui, con una pompa da lui stesso inventata, è possibile raggiungere un vuoto molto spinto. Quando gli sperimentatori riescono ad ottenere scariche elettriche nel tubo di Geissler, notano che si manifesta una luminescenza verde sulla parete del tubo opposta all'elettrodo negativo.
1876, il fisico tedesco Eugen Goldstein giunge alla conclusione che tale luminescenza verde deve dipendere dall'urto sul vetro di una qualche radiazione originata, nell'elettrodo negativo, già denominato catodo da Faraday; Goldstein, che chiama pertanto queste radiazioni raggi catodici, ritiene trattarsi di radiazione elettromagnetica, ma il fisico inglese William Crookes e alcuni altri, sostengono che si tratta piuttosto di un fascio di qualche tipo di particelle. Egli progetta alcune versioni migliorate del tubo di Geissler (poi dette tubi di Crookes) con cui riesce a dimostrare che i raggi vengono deflessi dall'azione di un magnete. Ciò fa pensare che siano costituiti di particelle elettricamente cariche.
1886, con un tubo a raggi catodici modificato vengono scoperti raggi aventi direzione opposta a quella dei raggi catodici, in quanto associati a particelle dotate di carica positiva (raggi positivi, meglio noti come raggi anodici o raggi canale). La massa di queste particelle risulta variabile in rapporto al gas presente nel tubo e molto più grande della massa dell'elettrone (si tratta di ioni, cioè di atomi privi di cariche negative);
1897, J.J. Thomson chiarirà la questione.]
Sul carattere fisico delle linee di forza (1852; rappresenta l'inizio della moderna teoria dei campi e servirà a J.C. Maxwell come base per lo sviluppo della teoria elettromagnetica).

Grillparzer, Franz (Vienna 1791-1872) scrittore austriaco.

Hanka,Václav (Horineves 1791-Praga 1861) letterato ceco, custode delle raccolte del Museo Ceco, poi bibliotecario;
Canzoni (1819)
Manoscritto di Králové Dvur (1819, 12 fogli di un manoscritto del sec. XIII - 8 composizioni epiche e 6 canzoni d'amore)
un secondo manoscritto (1819, fatto risalire al sec. IX contenente due brani : L'assemblea e Il giudizio di Libuše
Trattasi di manoscritti antico-cechi, da lui contraffatti  insieme ai poeti J. Linda (1789-1834) e V.A. Svoboda (1791-1849), che egli finse di aver scoperto nella cattedrale di Králové Dvur; il preteso ritrovamento contribuì a riaccendere l'orgoglio nazionale dei cechi nel momento in cui più aspra era la repressione della loro cultura da parte delle autorità austriache; anche se fin dall'inizio qualche dubbio sulla loro autenticità fu sollevato, la verità venne scoperta solo a fine secolo; nel frattempo i due manoscritti avevano esercitato un notevole influsso sulla cultura boema.

Katona, József (Kecskemét 1791-1830) drammaturgo ungherese, ex avvocato;
Il bano Bánk (1814, pubblicato solo nel 1821 a causa della censura austriaca).

Körner, Karl Theodor (Dresda 1791-Gadebusch 1813) scrittore tedesco che ebbe Schiller (intimo di suo padre) come modello; morì sul campo di battaglia dopo essersi arruolato nel Freikorps di Lützow (A. Manzoni gli dedicò Marzo 1821);
Leyer und Schwert (1814, Lira e spada; postumo, raccolta di liriche).

Marchand, Louis-Joseph (1791-1876) primo cameriere di Napoleone I;
segue l'imperatore all'isola d'Elba e fa ritorno con lui a Parigi;
dall'ex imperatore è incaricato di consegnare al re di Roma alcuni oggetti, ma la Corte di Vienna glielo impedisce.


- Maurocordato, Alessandro (1791-1865) politico greco, discendente dalla famiglia di aristocrazia greca di Costantinopoli, originaria dell'isola di Chio;
1821, è tra i più autorevoli capi dell'insurrezione greca; 1822-23, presidente del governo provvisorio;
1824, comandante della Grecia occidentale;
1826, aprile, non riesce ad impedire la caduta di Missolungi, pur da lui già vittoriosamente difesa dal novembre 1822 al gennaio 1823;
1831, viene ucciso il dittatore Giovanni di Capodistria, il primo re di Grecia;
1832, ministro delle finanze (chiamato da Ottone di Baviera a far parte del governo)
ambasciatore a Monaco di Baviera, Berlino, Londra;
1841, capo del governo;
1843, ministro senza portafoglio nel gabinetto Metaxas (dopo la rivoluzione)
1844, mar-ago, capo del governo;
1850, ambasciatore a Parigi;
1853, presidente del consigio dei ministri;
durante la guerra di Crimea mantiene la Grecia in posizione di neutralità tra l'Inghilterra e la Russia;
1856, contestato dall'opinione pubblica che gli contesta la sua politica filobritannica, si ritira definitivamente a vita privata.

Morse, Samuel Finley Breese (Charlestown, Massachusetts 1791-New York 1872) inventore statunitense, allievo di B. West fu avviato a studi artistici in Inghilterra e per qualche tempo di dedicò alla pittura; conosciute le scoperte di A.-M. Ampère nel campo dell'elettromagnetismo, fu tra i primi a comprendere la possibilità di inviare informazioni attraverso fili per mezzo dell'elettricità; con J. Henry e con L. Gale mise appunto un apparecchio telegrafico che si rivelò più pratico di tutti quelli messi in commercio grazie anche alla semplicità del codice impiegato (poi chiamato "alfabeto Morse": punti e/o linee, cioè impulsi più o meno prolungati di corrente)
1844, entra in funzione la prima volta nella linea telegrafica che unisce Washington a Baltimora, diffondendosi poi anche in Europa.

Oudinot, Nicolas-Charles-Victor (Bar-le-Duc 1791-Parigi 1863) militare francese, figlio del maresciallo di Francia Nicolas-Charles (quello di Lipsia);
1822, è nominato maresciallo di campo;
1830 luglio, dopo la rivoluzione si dimette dall'esercito;
1835, ripreso ancora servizio combatte in Algeria;
1849, comanda il corpo di spedizione francese che rovescia la Repubblica Romana;
1851, 2 dicembre, arrestato per la sua opposizione al colpo di stato di Luigi Napoleone, viene rilasciato dopo un breve periodo di detenzione.

Payne, John Howard (New York 1791-Tunisi 1852) attore e autore drammatico statunitense, andò diciottenne in Inghilterra dove recitò al Drury Lane entrando poi in rapporti d'amicizia con E. Kean e il grande Talma;
Brutus or The Fall of Tarquin (1818, Bruto o la caduta di Tarquinio)
Clari, the Maid of Milan (1823, Clari, la fanciulla di Milano; con la famosa canzone Home Sweet Home)
Charles II (1824, Carlo II, commedia, scritta insieme all'amico W. Irving)
1832, torna in miseria a New York;
1842, è nominato console di Tunisi, venendo così sollevato dalle difficoltà economiche.

Peacock, George (Denton 1791-Ely 1858) matematico inglese, terminati gli studi al Trinity College di Cambridge, con Ch. Babbage e J.F. Herschel contribuì alla fondazione della Cambridge Analytical Society che si prefiggeva di introdurre il calcolo differenziale leibniziano in Inghilterra dove era diffuso il più impacciato calcolo delle flussioni di I. Newton; promosse con W. Whewell la Philosophical Society e caldeggiò attivamente l'istituzione dell'osservatorio di Cambridge.

Saavreda y Ramirez de Baquedano, Ángel de o duca di Rivas (Córdoba 1791-Madrid 1865) scrittore spagnolo, figlio di grandi di Spagna, partecipò alla guerra napoleonica e, diciottenne, fu ferito a Ocaña; liberale, fu deputato di Córdoba; con il ritorno dell'assolutismo in Spagna, per sfuggire alla condanna a morte, dové affrontare un lungo esilio; si rifugiò a Gibilterra e in Inghilterra; si stabilì infine a Malta dove rimase cinque anni, stringendo amicizia con un gruppo di inglesi tra cui il diplomatico J. Hookham Frere che alimentò in lui l'interesse per W. Shakespeare, G. Byron, W. Scott;
Poesias (1814, Poesie)
Atáulfo (1814, Ataulfo)
Lanuza (1822)
Florinda (1826)
El faro de Malta (1828, Il faro di Malta)
1830-33, vive in Francia
El moro expósito o Córdoba y Burgos en el siglo XI (1834, Il moro bastardo o Córdoba e Burgos nel secolo XI, poema narrativo intorno alla leggenda dei sette "infantes de Lara")
Don Álvaro o la fuerza del sino (1834, Don Alvaro o la forza destino, da cui sarà tratto il libretto La Forza del destino nel 1862 di Verdi)
1834, morto Ferdinando VII può ritornare in Spagna e svolgere un'intensa attività pubblica; è senatore a vita, ministro degli interni, ambasciatore a Napoli, presidente del consiglio di stato e della Real Academia;
Romances históricos (1841, Romanze storiche)
El desengaño en un sueño (1842, Disinganno di un sogno).

Scalvini, Giovita (Botticino, Brescia 1791-Brescia 1843) letterato e patriota italiano;
1818, dopo aver compiuto studi irregolari a Bologna, si trasferisce a Milano dove è segretario di redazione della classicista e austriacante «La Biblioteca italiana», ma non tarda, di sentimenti liberali, a simpatizzare con i romantici del «Conciliatore»; lasciato l'impiego al «La Biblioteca…» viene assunto come precettore in casa Melzi d'Eril;
1821, arrestato, sconta nove mesi di carcere e in seguito prende la via dell'esilio; è prima a Ginevra, quindi a Parigi e, per cinque anni di fila, a Londra;
1833, i conti Arconati lo accolgono nella loro casa di Gaesbeck, in Belgio, dove già sono ospiti G. Berchet, G. Arrivabene e V. Gioberti;
Faust di J.W. Goethe (1835, traduzione della prima parte; dà così inizio alla fortuna italiana dell'autore tedesco)
1839, può rimpatriare in seguito ad un'amnistia, ma la sua salute è ormai compromessa dalla tisi; prima di morire affida tutte le sue carte a N. Tommaseo;
Scritti (1860, a cura di N. Tommaseo, comprendente saggi e frammenti critici, materiale preparatorio per l'edizione del Faust, un diario intitolato Sciocchezzaio (steso tra il 1818 e il 1821), i poemetti L'esule (titolo originario Il fuoruscito) e Ultimo carme).

Scribe, Eugène (Parigi 1791-1861) commediografo francese, figlio di un commerciante, fu avviato alla carriera giuridica che presto abbandonò per dedicarsi esclusivamente al teatro: circa 374 testi di vario genere (dal vaudeville alla commedia e allo scherzo comico); come collaboratore di D.-F.-E. Auber dà un contributo decisivo allo sviluppo dell'opéra-comique;
1810, debutta come autore alle Variétés;
Encore una nuit de la garde nationale (1815, Ancora una notte della guardia nazionale; primo successo)
Le mariage de raison (1826, Il matrimonio dettato dalla ragione)
Le diplomate (1825, Il diplomatico)
La dame blanche (1825, La dama bianca, per F.-A. Boïeldieu)
La muette de Portici (1828, La muta di Portici, per Auber)
Le comte Ory (1828, Il conte Ory, con C.G. Delestre-Poirson, per G. Rossini)
Fra Diavolo (1830, per Auber)
Robert le diable (1831, Roberto il diavolo, per G. Meyerbeer)
La juive (1835, L'ebrea, per J.-F.-E. Halévy)
Les huguenots (1836, Gli ugonotti, per Meyerbeer)
Les martyrs (1840, I martiri, versione italiana del Poliuto, per G. Donizetti)
La favorite (1840, La favorita, con A. Royer e G. Vaez, per G. Donizetti)
Les diamants de la couronne (1841, I diamanti della corona, per Auber)
Oscar ou le mari qui trompe sa femme (1842, Oscar o il marito che imbroglia sua moglie)
Don Sébastien (1843, Don Sebastiano, per G. Donizetti)
Adrienne Lecouvreur (1849)
Le prophète (1849, Il profeta, per Meyerbeer)
Les vespres siciliennes (1855, I vespri siciliani, con Ch. Duveyrier , per G. Verdi)
Manon Lescaut (1856, per Auber)
L'africaine (1865, postumo, L'africana, per  Meyerbeer).

Silvati, Giuseppe (Napoli 1791-1822) patriota italiano
1808-12, come sottufficiale dell'esercito di G. Murat prende parte alla campagna di Spagna;
1814-15, …e a quella d'Italia;
1815, in seguito alla restaurazione entra nell'esercito del Regno delle Due Sicilie con il grado di sottotenente;
1820, 1° e 2 luglio, affiliatosi alla Carboneria, è l'iniziatore con M. Morelli del movimento insurrezionale del reggimento di cavalleria di stanza a Nola che dà l'avvio alla rivoluzione costituzionale napoletana; agosto, viene nominato comandante della 2ª compagnia dello Squadrone sacro e deve combattere contro i separatisti siciliani;
1821, marzo, cerca senza successo di contrastare nell'Irpinia la marcia delle truppe austriache inviate a ripristinare il regime assoluto; deve quindi riparare ad Ancona ma viene consegnato dalle autorità pontificie ai Borbone; 
1822, 12 settembre, condannato a morte, viene giustiziato.

Széchenyi, István (1791-1860) scrittore e politico ungherese;
aristrocratico contrario al feudalesimo, nel suo paese fu tra i massimi promotori dell'evoluzione borghese;
1848, prende parte per alcuni mesi al primo governo ungherese autonomo;
prima ancora che la rivoluzione venga sconfitta, subisce un crollo nervoso e si ritira a Döbling nella casa di cura dove pone fine alla sua vita.

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La rivoluzione industriale

«segue da 1790»
1791, processo per la produzione della soda caustica di Leblanc;
«segue 1792»

Stampa

«segue da 1790»
1791
Inghilterra
l'editore londinese James Lackington scrive nel suo diario che la vendita di libri in generale è prodigiosamente aumentata negli ultimi vent'anni e che in pratica leggono tutti i ceti e i gradi sociali.
«segue 1792»

«The Observer»

1791, a Londra W.S. Bourne (con un capitale iniziale di sole 10 sterline) fonda questo "giornale della domenica" rivolgendosi prevalentemente ad un pubblico popolare;
«segue 1905»

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