©

Il Viandante

in rete dal 1996


Se ti siamo stati utili effettua una

Nuova Ricerca

Papa Pio VI
(1775-99)

1798
Febbraio
6
, sedicimila francesi agli ordini del generale L.-A. Berthier arrivano a Terni;
15/16, i francesi entrano a Roma;
20, condannato all'esilio, il papa abbandona Roma, si dirige a Viterbo e raggiunge Pisa;
dopo una permanenza a Siena, è rinchiuso nella Certosa di Firenze, dove continua ad occuparsi di affari religiosi;
Marzo
7
, viene proclamata la Repubblica Romana;
il papa è trasferito a Parma e da qui a Torino, dopo un tentativo di liberazione organizzato dall'Entità;
Maggio
4
, 1° proclama: dichiara beni nazionali tutti i canonicati vacanti;
Luglio
, 2°proclama: ordina la soppressione delle Congregazioni religiose e dei luoghi pii: le entrate, d'ora in poi, saranno devolute agli ospedali;
Novembre
13,
il papa emette la bolla Cum Nos in cui detta le norme da seguire in caso di sede apostolica vacante e le regole del successivo conclave;
25
, le truppe del re di Napoli Ferdinando IV arrivano a Rieti ma invano tentano di entrare in Terni respinte nella battaglia delle Marmore; Roma, tuttavia, ormai priva di difensori, cade in potere del re di Napoli.
Dicembre
Il generale J.-E. Championnet, rivolte di nuovo le sue forze in direzione sud, riconquista Roma e occupa poi Napoli, provocando la fuga del re a Palermo.
81enne e malato, il papa viene condotto in portantina, attraverso le Alpi, a Briançon, per timore che gli agenti dello spionaggio papale, aiutati dagli austriaci, possano liberarlo;
anche gli archivi pontifici vengono sequestrati e trasferiti in Francia;
da questo momento l'Entità smette di operare in tutta Italia e i membri del Circolo Octagonus e dell'Ordine Nero realizzano numerosi attentati contro l'invasore francese.
Il Direttorio confisca tutti i beni della famiglia Albani e della famiglia Braschi. La sontuosa villa Albani, presso Roma, viene spogliata e i suoi marmi, sculture, libri e quadri sono inviati a Parigi.
[nel 1802 saranno restituite solo alcune casse rimaste sigillate nella dogana di Roma.]


«Amicizia cristiana»

«segue da 1779»
1798, la direzione passa a B. Lanteri;
«segue 1811»

Sovrano Militare Ordine Gerosolimitano di Malta

«segue da 1797»
Gran Maestro: Paolo I Romanov (Pietroburgo 1754-1801) Albero genealogico zar di Russia (1796-1801)
1798, 12 giugno, Bonaparte, in viaggio per l'Egitto, conquista Malta ponendo fine alla sovranità dell'ordine i cui cavalieri si trasferiscono in Italia dove godono della protezione dello zar [… ma non otterranno più la restituzione dell'isola];
subito scoppia un'insurrezione filoBorboneca, appoggiata dagli inglesi, intesa ad ottenere l'unione dell'isola alla Sicilia;
«segue 1800»



«Athenäum»

1798-1800, i fratelli Friedrich e August Wilhelm Schlegel, con la collaborazione di Schelling, Tieck e Novalis, pubblicano questa rivista, organo di battaglia del primo romanticismo di Berlino e Jena; vi è tra l'altro sviluppata l'idea dell' "eterno divenire".

 

 

 

ANNO 1798




1798
Unione Elvetica
Confederazione dei tredici cantoni elvetici:

CATTOLICI
- Uri (1291),
- Schwyz (1291),
- Unterwalden (1291),
- Lucerna (1332),
- Zug (1353),
- Glarus (1353) [in parte],
- Friburgo (1481),
- Soletta (1481).

PROTESTANTI
- Zurigo (1351),
- Berna (1353),
- Glarus (1353) [in parte],
- Basilea (1501),
- Sciaffusa (1501),
- Appenzell (1513).

1798
Gennaio
rivoluzionamento del Vaud;


Alla fine del sec. XVIII la Svizzera è ancora una federazione eterogenea di piccole comunità, alcune governate da antiche forme di democrazia diretta, altre dominate da oligarchie ristrette.
I tredici cantoni di cui è composta la Svizzera, privi di una legge e di un governo comuni, senza uniformità nel sistema monetario, nei pesi e nelle misure, sono riusciti a conservare l'indipendenza, negli ultimi due secoli, grazie alla politica dell'equilibrio tra Francia e Austria e alla debolezza dei vicini stati della Germania e dell'Italia: ma, sotto la pressione dei sommovimenti internazionali creati dalla Rivoluzione francese, la Svizzera potrebbe perdere la sua stessa esistenza, come è successo alla Polonia.

[È comunque proprio l'occupazione francese (dettata al direttorio dalla necessità di impadronirsi dei passi alpini per proteggere le conquiste italiane, ma anche dalla presenza di un nucleo attivo di rivoluzionari svizzeri, come Peter Ochs di Basilea e La Harpe del Vaud, che premono affinché la Francia li aiuti ad abbattere le oligarchie conservatrici) a gettare le basi del moderno stato svizzero.]

Dop la conquista di Berna da parte di un esercito francese al comando del gen. Brune, viene proclamata la Repubblica Elvetica, unitaria, con una costituzione modellata su quella francese, che introduce eguaglianza di diritti fra tutti i cantoni.

Aprile
12
, compilata dal tribuno Ochs di Basilea sui modelli francesi e approvata dal Direttorio, viene ora approvata la costituzione che sancisce la libertà religiosa, ma viene accolta con grande indifferenza sia dai cattolici che dai protestanti;
all'art. 6 essa dispone: "la libertà di coscienza è illimitata; la manifestazione delle opinioni religiose è subordinata ai sentimenti della concordia e della pace. Tutti i culti sono permessi se non turbano l'ordine pubblico e non accampano alcuna pretesa di predominanza o di preminenza. La polizia li sorveglia ed ha il diritto di inquisire quale siano i dogmi e i diritti, ch'essi insegnano. I rapporti di un sètta con un'autorità straniera non debbono influire né sugli affari pubblici, né sulla prosperità e sull'illuminismo del popolo".

moti rivoluzionari e repressioni;

Maggio
moti rivoluzionari e repressioni;

Settembre
moti rivoluzionari e repressioni;

In forza anche della centralizzazione, che pure va contro tutte le tradizioni e che non ha mancato di suscitare violenti moti e sanguinose repressioni, per la prima volta la Svizzera si configura, in un ambito territoriale che preannuncia quello moderno, come una nazione plurilingue in cui le varie etnie godono di pari diritti.
Anche qui non mancano colpi di stato determinati dai contrasti fra democratici e moderati, che qui si complicano dei contrasti tra unitari e federalisti.


AUSTRIA - BOEMIA e UNGHERIA

Francesco II (Firenze 1768-Vienna 1835)
figlio di Leopoldo II e di Maria Luisa di Borbone infanta di Spagna;
1792-1806, imperatore del Sacro Romano Impero;
1798
pace di Campoformio: deve cedere alla Francia rivoluzionaria e a N. Bonaparte i Paesi Bassi e la Lombardia;
1804-35, imperatore d'Austria (Francesco I);


Albero genealogico
 
POLONIA – La nazione senza stato dal 1795

- I spartizione: 1772,
- II spartizione: 1793,
- III spartizione: 1795.

1798
la dissoluzione dello stato polacco disperde per l'Europa gran parte dei patrioti che hanno partecipato alla disperata insurrezione di T. Kosciuszko: molti di loro combattono negli eserciti napoleonici, con la legione polacca creata da J.H. Dabrowski;



BAVIERA

Karl IV Theodor (Schloss Drogenbusch/Uccle 1724 - Munich 1799)
figlio del pfgf Johann Christian Joseph von Sulzbach e di Marie Anne Henriette de La Tour-d'Auvergne marchesa di Bergen-op-Zoom;
Kfst von der Pfalz (1742-99)
[Palatinato Renano (o Inferiore)]
1777-99, elettore di Baviera;
1798
-


Albero genealogico
 

Maximilian I Joseph (Schwetzingen, Mannheim 1756 - Schloss Nymphenburg, München 1825)
figlio del principe palatino Friedrich Michael e di Maria Franziska von Sulzbach, sua cugina;
1795-1799, duca di Pfalz-Zweibrücken,
1798
-
1799-1805, conte palatino di Zweibrücken-Birkenfeld-Bischweiler,
elettore di Baviera [Maximilian IV Joseph],
[dal 16.02.1799]
1805-1825, conte palatino del Reno,
duca di Baviera,
re di Baviera [Maximilian I Joseph]


Albero genealogico
 
PRUSSIA

Federico Guglielmo III (Potsdam 1770-Berlino 1840)
figlio di Federico Guglielmo II e di Federica Luisa di Assia-Darmstadt;
1793, sposa Luisa di Mecklemburg-Strelitz (1776-1810);
1797-1840, re di Prussia;
1798
-


Albero genealogico
 
SASSONIA

Federico Augusto III [il Giusto] (Dresda 1750-1827)
figlio del pr. elett. Federico Cristiano e di Antonietta di Baviera;
1763-1806, principe elettore di Sassonia;
1798
cerca di mantenersi neutrale nei conflitti tra Austria e Prussia;
1806-27, re di Sassonia (Federico Augusto I);


Albero genealogico
 




1798
IMPERO OTTOMANO

Selim III

Albero genealogico

(1761-1808)
figlio di Mustafà III;
1789-1807, XXVIII sultano;

1798
l'impero è ormai allineato anche formalmente al sistema degli stati europei.






1798
RUSSIA
Paolo I Romanov
Albero genealogico

(Pietroburgo 1754 - 1801)
figlio di Pietro III e di Caterina II;
1796-1801, zar di Russia;
1798
-


Ministro degli Esteri
-
1798
-





1798
FRANCIA
Prima Repubblica
(1792 21 set - 18 mag 1804)
[Costituzione dell'anno III]
(1795 22 ago - 10 nov 1799)
Consiglio degli anziani
[Un presidente quasi ogni mese]
Consiglio dei Cinquecento  
 
DIRETTORIO
[5 membri]
(1795 2 nov - 9 nov 1799)
P.-F.- Barras
(1795 2 nov - 10 nov 1799)
L.-M. de la Révellière-Lépeaux
(1795 2 nov - 18 giu 1799)
J.-F. Reubell
(1795 2 nov - 19 mag 1799)
Ph.-A. Merlin
[Merlin de Douai]
(1797 8 set - 18 giu 1799)
F. de Neufchâteau
(1797 9 set - 19 mag 1798)
J.-B. Treilhard
(1798 20 mag - 17 giu 1799)
[designato per sorteggio]
Presidente
del Direttorio
P.-F.- Barras (1797 27 nov - 25 feb 1798)
Ph.-A. Merlin
[Merlin de Douai]
(25 feb - 26 mag);
J.-F. Reubell
(26 mag - 24 ago);
J.-B. Treilhard
(24 ago - 27 nov);
L.-M. de la Révellière-Lépeaux
(27 nov - 25 feb 1799);
 
[6 Ministri]
Affari Esteri
Ch.-M. de Talleyrand-Périgord
(1796 15 lug - 20 lug 1799)
Interno
F.-S. Letourneux
(15 set - 17 giu 1798)
F. de Neufchâteau
(17 giu - 22 giu 1799)
Pubblica Istruzione
Chef de la division de l'instruction publique
(al Ministero dell'Interno)
Venceslas Jacquemont
(1797 set - 23 dic 1799)
Guardasigilli
Ch.-J.-M. Lambrechts
(1797 24 set - 20 lug 1799)
Finanze
D.-V. Ramel
(1796 14 feb - 20 lug 1799)
Guerra
B.-L.-J. Schérer
(1797 23 lug - 21 feb 1799)
 

1798
Gennaio

Febbraio
15
, in risposta all'omicidio del generale di brigata M.-L. Duphot, N. Bonaparte ordina al gen. L.-A. Berthier, comandante dell'esercito in Italia, di lanciarsi con le sue truppe alla conquista di Roma;
25, come nuovo presidente del Direttorio viene eletto Philippe-Antoine Merlin de Douai (25 feb - 26 mag);

Marzo
7
, Pio VI viene deposto dalla carica di sovrano temporale e viene proclamata la Repubblica romana; immeditamente le prime unità francesi arrivano al palazzo del Quirinale, dove la Guardia Svizzera apre loro il passo;

Aprile
per assicurare alla Repubblica Cisalpina il controllo dei passi alpini i francesi invadono la Confederazione elvetica e, dopo una breve resistenza delle truppe di Ginevra, annettono Basilea e creano la Repubblica Elvetica.

Maggio
campagna d'Egitto
Tolone: il corpo di spedizione francese e la flotta incaricata di trasportarlo sono concentrati a Tolone. Una formazione impressionante: 13 vascelli di linea, tra cui l'Orient, con 120 cannoni; 2 vascelli; 8 fregate; 72 corvette; più di 400 vascelli da trasporto. In tutto 500 velieri che trasportano 40.000 uomini di truppa e 10.000 marinai;
19, N. Bonaparte salpa da Tolone;
26, come nuovo presidente del Direttorio viene eletto J.-F. Reubell (26 mag - 24 ago);
31, H. Nelson, entrato nel Mediterraneo agli inizi del mese, getta l'ancora davanti a Tolone… arrivando troppo tardi;

Giugno
3
(15 Pratile, Anno VI), fine della misura della base di Melun;
11, N. Bonaparte occupa Malta;

Luglio
1
-3
, sbarco ad Alessandria del corpo di spedizione francese in Egitto;
2, i francesi, sbarcati dalle navi senza artiglieria e senza cavalli, attaccano a piedi la città difesa dai Berberi;
21, battaglia delle Piramidi (Egitto): corpo di spedizione francese (N. Bonaparte con in sottordine i gen.li Kléber e Junot) contro i Mamelucchi (potente casta militare, formata dai discendenti di un'antica milizia mercenaria, composta per lo più da schiavi, donde il nome, che significa, appunto, "schiavi") (Murad Bey e Ibrahim Bey);
[Le forze dei Mamelucchi, sostenute in particolar modo dalla cavalleria (un'arma in cui sono ritenuti i migliori del mondo) si scontrano contro i francesi, forti soprattutto per le loro artiglierie. È nell'imminenza dello scontro che N. Bonaparte pronuncia l'allocuzione famosa «Soldati! Dall'alto di queste Piramidi, quaranta secoli vi contemplano…».
Gli indigeni, spintisi avanti dalle loro trincee, vengono falciati dal tiro preciso della moschetteria francese; ben presto il loro accampamento cade in mano agli assalitori. La rotta dei Mamelucchi si dirige verso il fiume, dove si gettano a nuoto o su imbarcazioni di fortuna, ma l'inseguimento dei francesi non desiste, perché sanno la loro abitudine di portare con sé le scorte di oro. Così dopo un'accanita mischia sulle sponde e fin dentro l'acqua, una cospicua parte di bottino rimane nelle mani dei francesi.]
24, questa vitttoria apre a N. Bonaparte le porte del Cairo e gli garantisce le simpatie delle autorità turche, già insofferenti dell'egemonia dei Mamelucchi;

Agosto
, battaglia navale di Abukir (villaggio e baia a NE di Alessandria d'Egitto) o battaglia del Nilo (per gli inglesi), la flotta francese (13 vascelli e 4 fregate), alla fonda nella rada di Abukir viene sorpresa e annientata dalla flotta (13 vascelli) dell'ammiraglio inglese H. Nelson;
[Nel tardo pomeriggio la squadra di H. Nelson (ammiraglia inglese è la Vanguard) irrompe nella baia di Abukir e sorprende le navi francesi ancorate su un'unica linea, parallela alla costa e in direzione dell'isolotto di Abukir.
Con audace e rapida manovra cinque vascelli inglesi passano fra l'isolotto e le navi avversarie, aggirandole e impegnandole sulla sinistra mentre i rimanenti vascelli inglesi attaccano i francesi di fronte. Si realizza il geniale piano di H. Nelson di concentrare il fuoco delle sue navi su una parte della squadra di Bruyes (avanguardia – presa tra due fuochi – e centro) mentre la retroguardia francese, non attaccata, rimane inattiva.
Il combattimento dura fino a notte inoltrata e vede l'esplosione della nave ammiraglia francese, l'Orient.
Perdite:
- francesi: 11 vascelli e 2 fregate; 1.700 morti, 1.500 feriti, 3.000 prigionieri; fra i caduti lo stesso ammiraglio Bruyes;
- inglesi: 288 morti e 677 feriti, fra questi ultimi lo stesso ammiraglio H. Nelson.
Con questa vittoria la flotta inglese si assicura il dominio del Mar Mediterraneo, quindi il corpo di spedizione di N. Bonaparte rimane bloccato in Egitto.]

N. Bonaparte riorganizza l'amministrazione egiziana con l'aiuto degli scienziati e dei tecnici che si è portato al seguito;
[Ha portato con sé 165 tra scienziati, artisti e uomini di lettere. Questa missione di sapienti agevola l'istituzione di tipografie e stamperie arabe e francesi al Cairo e la fondazione dell' "Institut d'Egypte" a imitazione dell' "Institut National" di Parigi.
La grandiosa opera in venti volumi Description de 'Egypte, sarà il risultato del loro lavoro. Gli studiosi egiziani, quali lo šayh al-Gabarti, visitano l' "Institut d'Egypte" e la tipografia ed assistono ad esperimenti chimici e scientifici ma, mentre sono incuriositi da tali dimostrazioni della tecnologia occidentale, il loro credo non viene minimamente intaccato.
Peter Mansfield, A History of the Middle East, 1991.]
24, come nuovo presidente del Direttorio viene eletto Jean-Baptiste Treilhard (24 ago - 27 nov);
30, l'ambasciatore francese J.-C. Trouvé effettua un'epurazione più massiccia;

Settembre
9
, incoraggiato dal successo inglese ad Abukir, il sultano Selim III dichiara guerra alla Francia;

Ottobre
i provvedimenti di J.-C. Trouvé vengono parzialmente annullati da G. Brune;
una squadra alleata comandata da H. Nelson fa rotta per Malta per rioccupare in nome di S. Maestà Siciliana l'isola che è stata presidiata dalle forze di N. Bonaparte
16 (15 Vendemmiaio, anno VI), data prevista per l'arrivo dei primi scienziati stranieri, membri della Commissione internazionale incaricata di verificare le misure e i calcoli delle operazioni effettuate nel corso dell'operazione, e di proclamarne i risultati;

Novembre
27, come nuovo presidente del Direttorio viene eletto L.-M. de la Révellière-Lépeaux (27 nov - 25 feb 1799);

Dicembre
avviene una nuova e definitiva epurazione;
intanto le elezioni in Francia si svolgono in un clima d'illegalità costituzionale diretta contro l'opposizione di sinistra ed il discredito del regime raggiunge il colmo; 
al congresso di Rastatt, dopo lunghe trattative, i francesi ottengono dalla deputazione imperiale un assenso di massima circa l'annessione alla Francia di tutta la riva sinistra del Reno, mentre i principi tedeschi, privati dei loro possedimenti in tale zona, saranno indennizzati con la secolarizzazione dei domini ecclesiastici della riva destra;

 

1798
FRANCIA
Luigi Filippo d'Orléans
Albero genealogico

(Parigi 1773 - Claremont, Londra 1850)
primogenito di Luigi Filippo Giuseppe duca di Orléans e di Luisa Maria Adelaide di Borbone Penthièvre;
1785-93, duca di Chartres;
1793-1830, duca di Orléans;
1794, è in viaggio negli Stati Uniti;


1807-30, duca di Montpensier;
1830-48, re dei francesi;


Louis-Stanislas-Xavier
Albero genealogico

(Versailles 1755-Parigi 1824)
fratello minore di Louis XVI;
1755-1795, conte di Provenza;
da giugno 1795 autoproclamatosi re di Francia col nome di Louis XVIII, ha rifiutato ogni concessione alle idee e alle istituzioni rivoluzionarie e proclamato il ritorno a una monarchia assoluta purgata dagli abusi;


1814-24, re di Francia (Louis XVIII);

 

 
Carlo Filippo Albero genealogico

(Versailles 1757-Gorizia 1836)
fratello minore di Louis XVIe di Louis XVIII;
1757-1824, conte d'Artois;
1773, sposa Maria Teresa di Savoia, altra figlia del re di Sardegna Vittorio Amedeo III;
dal 1794 risiede in Inghilterra;


1824-30, re di Francia (Carlo X);

 

 

 


1798
Gran Bretagna e Irlanda
Giorgio III
Albero genealogico

(Londra 1738 - Windsor 1820)
figlio di Federico Luigi principe di Galles e di Augusta di Sassonia-Gotha;
1751-60, duca di Brunswick-Lüneburg (Giorgio);
1760-1820, elettore di Hannover;
1760-1815, re di Gran Bretagna e Irlanda;
dal 1761 è sposato con Sofia Carlotta di Mecklenburg-Strelitz;
dal 1765 soffre di una grave malattia mentale;

- colpito da gravi disturbi mentali sin dal 1788 -

1814-20, re di Hannover;


 
Primo lord
del Tesoro
[First Lord
of the Treasury
]
W. Pitt [il Giovane] Tory
(1783 19 dic - 14 mar 1801)
Cancelliere
dello Scacchiere
[Chancellor
of the Exchequer
]
Segretari di Stato
-
Affari Esteri e Commonwealth
-
 
Affari Interni    
Giustizia    

1798
il potere è ormai nelle mani di W. Pitt [il Giovane] che guida la politica inglese contro la Francia rivoluzionaria;

Febbraio
14
, battaglia navale di Capo San Vincenzo: la flotta inglese, guidata dall'ammiraglio Jervis (e dal contrammiraglio H. Nelson) sconfigge l'Armada spagnola guidata dall'ammiraglio don José de Cordova;


 


 


 
SCOZIA [dal 1° maggio 1707 è unita a Inghilterra e Galles]
-
-
-
-

1798
-


 
IRLANDA
-
-
-
-

1798
mentre dal 1795 in tutto il paese è stato sospeso l'habeas corpus, i protestanti del nord hanno istituito e armato il reazionario ordine di Orange;
nella speranza di ricevere soccorsi dalla Francia, i repubblicani del movimento United Irishmen, guidato da Theobald Wolfe Tone, insorgono; ma il piccolo contingente francese sbarcato a Killala viene subito catturato e la rivolta facilmente repressa;

 

 

Nord America Britannico
Governatore generale
Robert Prescott
(1797 - 1807)
-
-

1798
-

 

[Luca Codignola-Luigi Bruti Liberati, Storia del Canada, Bompiani 1999.]

 

 

 




PROVINCIA DEL CANADA
[Aggiunta alle altre province britanniche nel 1763, include la regione sulle due rive del fiume San Lorenzo grossolanamente delimitate da Anticosti a est e il Lago Nipissing a ovest.
Dal 7 nov 1763 la provincia (ex Canada francese) è stata divisa formalmente in tre distretti: Québec, Trois-Rivières, Montréal.
Nel 1791 la provincia è stata separata in due parti:
Basso Canada (francofoni) e Alto Canada (lealisti).]
BASSO CANADA [o Canada Est]
Governatore della provincia
-

1798
-

 

ALTO CANADA [o Canada Ovest]
Governatore della provincia
John Graves Simcoe
(1791 - ?)

1798
-



 

 

TERRANOVA
Governatore della provincia
William Waldegrave
(1797 - 1799)

1798
-

 

ISOLA DEL PRINCIPE EDOARDO
Governatore della provincia
-

1798
-

 

NEW BRUNSWICK
Governatore della provincia
-

1798
-

 

NOVA SCOTIA
Governatore della provincia
-

1798
-

 

ISOLA DI CAPO BRETONE
Governatore della provincia
-

1798
-

 

a

UNIONE degli STATI UNITI d'AMERICA
Presidente degli Stati Uniti
J. Adams [2°]
(1797 mar - 4 mar 1801)
[federalista]
Vicepresidente
Th. Jefferson
(1797 mar - 4 mar 1801)
[repubblicano]
Segretario di Stato
[Ministro degli Esteri]
Timothy Pickering
(1795 10 dic - 12 mag 1800)
[federalista]
Ministro del Tesoro
-
Ministro della Guerra
James McHenry
(1797 mar - mar 1800)
[federalista]
Presidente della Corte Suprema
Oliver Ellsworth
(1796 8 mar - 15 dic 1800)

1798
Gennaio

Marzo
quando il presidente J. Adams riferisce al Congresso la corrispondenza con gli agenti francesi X, Y e Z, il paese si indigna.
Mentre persino i repubblicani si lasciano prendere dalla febbre della guerra, il Congresso:
- abroga il trattato di alleanza con la Francia del 1778,
- costituisce un ministero della marina,
- stanzia fondi per il rafforzamento dell'esercito e della marina. G. Washington, nominato comandante dell'esercito appena ingrandito, accetta soltanto a condizione che A. Hamilton sia nominato suo secondo e che gli sia affidato il controllo effettivo fin dall'inizio delle operazioni di guerra vere e proprie.
[Formalmente la guerra non scoppierà mai ma, fra ill 1798 e il 1800, gli Stati Uniti e la Francia combatteranno sul mare una loro guerra limitata e non dichiarata: la neonata marina USA si comporterà più che bene in una serie di scontri fra navi isolate e sequestrerà più di ottanta navi corsare francesi.]

Giugno
irritati dal fatto che molti rifugiati politici degli ultimi tempi (giacobini francesi, ribelli irlandesi, radicali inglesi e gallesi) siano diventati aperti sostenitori del partito repubblcano, i federalisti varano frettolosamente una serie di misure che diverranno note nel loro insieme sotto il nome di Alien and Sedition Acts (leggi contro gli stranieri e i sediziosi):
- legge sulla naturalizzazione: destinata a togliere ai repubblicani i voti degli immigrati, prolunga da 5 a 14 anni il periodo di residenza richiesto per ottenere la cittadinanza.
- legge sugli stranieri: approvata nella convinzione che il paese formicoli di spie straniere, dà al presidente il potere di espellere qualsiasi straniero che ritenga "pericoloso per la pace e la sicurezza degli Stati Uniti".
[Il presidente J. Adams non metterà mai in atto questa legge, anche se saranno in molti a partire volontariamente per timore di una sua applicazione.]
- legge sulla sedizione: destinata a far tacere non solo "la banda di scribacchini importati" che hanno venduto la loro penna ai repubblicani, ma anche ai cittadini americani dissidenti, prescrive gravi ammende e pene carcerarie per le persone condannate per aver pubblicato "qualsiasi scritto falso, scandaloso o tendenzioso" che screditi il governo, il Congresso o il presidente degli Stati Uniti.
[In base a quest'ultima legge saranno arrestate 25 persone, fra cui noti giornalisti repubblicani, e 10 saranno condannate.]

I repubblicani denunciano gli Alien and Sedition Acts come arbitrarie estensioni del potere federale e come una violazione della Dichiarazione dei diritti.
Le assemblee legislative della VIRGINIA e del KENTUCKY approvano /1798-99) risoluzioni di protesta redatte rispettivamente da J. Madison e da Th. Jefferson.
Tali risoluzioni, sostenendo che le due [?] leggi sono incostituzionali, avanzano la tesi che la Costituzione è un patto tra gli stati, i quali hanno delegato alcuni poteri specifici al governo federale mantenendo però la sovranità finale; rivendicano perciò il diritto di ogni stato di giudicare se e quando sia stata violata la Costituzione e di annullare le leggi che ritenga incostituzionali.
[Sia la VIRGINIA che il KENTUCKY, tuttavia, affermano la loro fedeltà all'Unione e non prenderanno decisioni per ostacolare l'applicazione delle leggi criticate.]

 

[Maldwyn A. Jones, Storia degli Stati Uniti, Bompiani 1984.]

 




[01] DELAWARE [dal 7 dicembre 1787] - cap. Dover
[Primo stato a ratificare la Costituzione degli Stati Uniti d'America.
Non esistono collegamenti fra chiesa e stato e una grande libertà religiosa si è affermata sin dall'inizio.]
Governatore
-

1798
-

 

[02] PENNSYLVANIA [dal 12 dicembre 1787] - cap. Harrisburg
[Non esistono collegamenti fra chiesa e stato e una grande libertà religiosa si è affermata sin dall'inizio.]
Governatore
-

1798
-

 

[03] NEW JERSEY [dal 18 dicembre 1787] - cap. Trenton
[Non esistono collegamenti fra chiesa e stato e una grande libertà religiosa si è affermata sin dall'inizio.]
Governatore
-

1798
-

 

[04] GEORGIA [dal 2 gennaio 1788] - cap. Atlanta
[Già ammesso nel 1780 ma ratificato solo il 2 gennaio 1788.]
Governatore
-

1798
-

[05] CONNECTICUT [dal 4 gennaio 1788] - cap. Hartford
Governatore
-

1798
-

[06] MASSACHUSETTS [dal 6 febbraio 1788] - cap. Boston
Governatore
-

1798
-


[07] MARYLAND [dal 28 aprile 1788] - cap. Annapolis
Governatore
-

1798
-






[08] SOUTH CAROLINA [dal 23 maggio 1788] - cap. Columbia
Governatore
-

1798
-

[09] NEW HAMPSHIRE [dal 21 giugno 1788] - cap. Concord
Governatore
-

1798
-

 





[10] VIRGINIA [dal 26 giugno 1788] - cap. Richmond
Governatore
-

1798
-

 





[11] NEW YORK [dal 26 luglio 1788] - cap. Albany
[L'anglicanesimo è la religione di stato in quattro contee.]
Governatore
-

1798
-

 

[12] NORTH CAROLINA [dal 21 novembre 1789] - cap. Raleigh
[Tratto di terre immediatamente a sud della Virginia, attorno allo stretto di Albemarle.]
Governatore
-

1798
-

[13] RHODE ISLAND [dal 29 maggio 1790] - cap. Providence
Governatore
-

1798
-


[14] VERMONT [dal 4 marzo 1791] - cap. Montpelier
Governatore
-

1798
-


[15] KENTUCKY [dal 1° giugno 1792] - cap. Frankfort
Governatore
-
-

1798
-


[16] TENNESSEE [dal 1° giugno 1796] - cap. Nashville
Governatore
-
-

1798
-

 





a

 

1798
REGNO di DANIMARCA e di NORVEGIA
Cristiano VII
Albero genealogico
(1749 - 1808)
figlio di Federico V e di Luisa d'Inghilterra;
1766-1808, re di Danimarca e di Norvegia;
sotto la reggenza del figlio Federico;


Federico VI
Albero genealogico
(Copenaghen 1768 - 1839)
figlio di Cristiano VII e di Caterina Matilde d'Inghilterra;
1784, appena ammesso al Consiglio di stato, estromette il padre demente dal potere proclamandosi reggente;
1784-1808, reggente al trono di Danimarca e Norvegia;
per impulso suo e del primo ministro A.P. Bernstorff, viene dato sviluppo al commercio e all'industria ed hanno notevole diffusione le idee illuministiche;



1808-39, re di Danimarca;
1808-14, re di Norvegia;


Primo ministro e ministro degli Esteri
A.P. Bernstorff
(1784 - ?)
1798
-
NORVEGIA
1798
-
ISLANDA
1798
-


1798
REGNO di SVEZIA
Gustavo IV Adolfo
Albero genealogico

(? - ?)
1792-1809, re di Svezia;
1798
-




1798
-




1798
REGNO di PORTOGALLO
Maria I di Braganza
Albero genealogico

(Lisbona 1734-Rio de Janeiro 1816)
figlia di Giuseppe I e di Maria Vittoria;
1777-1816, regina di Portogallo;
1790-91, vedova dal 1786 dello zio "re consorte" Pietro III, viene colta da pazzia e deve lasciare le funzioni di governo al figlio;


don Juan
Albero genealogico

don Juan (Lisbona 1769-1826)
figlio di Pietro III e di sua nipote la regina Maria I;
1792-1807, reggente il trono di Portogallo;
[in seguito alla follia della madre]
1807-26, principe del Brasile;
1816-26, re di Portogallo (Giovanni VI il Clemente);


1798
-


a

1798
REGNO di SPAGNA
Carlo IV
Albero genealogico

(Napoli 1748 - Roma 1819)
figlio secondogenito di Carlo III e di Maria Amalia di Sassonia;
1788-1808, re di Spagna;


Primo ministro
Manuel Godoy
(1792 - ?)
[secondo amante della regina]
1798
dopo il trattato di Basilea, si è schierato a fianco della Francia in guerra con la Gran Bretagna;

a






1798
SAVOIA - REGNO DI SARDEGNA
Carlo Emanuele IV
Albero genealogico

(1751-1819)
figlio di Vittorio Amedeo III di Savoia e di Maria Antonia Ferdinanda di Borbone-Spagna;
1773-96, principe di Piemonte;
1796-1802, marchese di Saluzzo, Monferrato, Finale e Oneglia;
1796-1802, re di Cipro e Gerusalemme [titolare];
1796-1802, re di Sardegna e duca di Savoia;


1798
è costretto ad abdicare dal generale E. Grouchy [dal 1809 conte e poi marchese di Grouchy];


SARDEGNA
[viceré: Carlo Felice di Savoia (1796-1802, 1814-21]



1798
Repubblica Cisalpina
[1797 29 giu - 26 gen 1802]

Aprile
il generale francese G. Brune epura parzialmente i consigli cisalpini;
per assicurare alla Repubblica Cisalpina il controllo dei passi alpini, i francesi invadono la Confederazione elvetica e, dopo una breve resistenza delle truppe di Ginevra, annettono Basilea e creano la Repubblica Elvetica.


1798
ducato di Modena
Ercole III d'Este
Albero genealogico
(Modena 1727 - Treviso 1803)
figlio di Francesco III e di Carlotta Aglae di Orléans;
1741, sposa Maria Teresa Cybo-Malaspina, erede del ducato di Massa e Carrara che assicura così al piccolo ducato estense uno sbocco sul mare;
1780-96, duca di Modena e Reggio;
dal 1797, vive in esilio a Venezia e a Treviso;




1798
-

1798
Ducato di Parma e Piacenza
Ferdinando di Borbone
Albero genealogico

(Parma 1751 - Badia di Fontevivo, Parma 1802)
figlio di Filippo di Borbone e di Luisa Elisabetta di Francia;
suo precettore fu il filosofo Condillac ma nulla rimarrà di illuministico nel suo spirito mediocre e bigotto;
1762, dicembre, muore di vaiolo la sua promessa sposa Marie Johanna di Absburgo (1750-1762);
1765-1802, duca di Parma e Piacenza;
1767, 15 ottobre, a 16 anni muore di vaiolo anche la sua seconda promessa sposa Marie Josephe di Absburgo;
dal 1769 è sposato con la duchessa Maria Amalia (1746-1804) figlia di Maria Teresa d'Absburgo;
1798
-



Primo ministro
-
1798
dal 1796 le truppe francesi occupano Piacenza;




1798
Granducato di Toscana
Ferdinando III di Lorena
Albero genealogico

(Firenze 1769-1824)
secondogenito di Pietro Leopoldo (Leopoldo II ) e di Maria Ludovica di Borbone-Spagna;
1790-1801, granduca di Toscana;
1801-14, granduca di Würzburg;
1814-24, granduca di Toscana;


 

1798
dopo Livorno, dal 1796 le truppe francesi stanno entrando ormai gradualmente in Toscana nonostante la cauta politica di neutralità perseguita dal ministro F. Manfredini;


1798
REGNO DI NAPOLI
Ferdinando IV
Albero genealogico

(Napoli 1751-1825)
figlio di Carlo III re di Spagna e di Maria Amalia di Sassonia;
sposato dal 1768 con Maria Carolina d'Absburgo (1752-1814);
1759-99, 1799-1806, 1815-16, re di Napoli;
1759-1816, re di Sicilia (Ferdinando III);


1816-25, re delle Due Sicilie (Ferdinando I di Borbone);


NAPOLI
Primo ministro e
Ministro degli Esteri
J.F.E. Acton
(1789 - 1811)
[dal 1775 Maria Carolina d'Absburgo è entrata nel consiglio di stato.]
Ministro della Marina
J.F.E. Acton
(1779 - ?)
Ministro della Guerra
J.F.E. Acton
(? - ?)

1798

Gennaio
il governo, temendo più per la Sicilia, fa restaurare le antiche fortezze presidiare l'isola di 20.000 soldati e 40.000 milizie civili, stringe nuove alleanze, ma segrete, con l'Austria, la Russia, l'Inghilterra, la Porta;

Febbraio
15
, dopo l'assassinio del generale francese M.-L. Duphot nel corso di un tumulto popolare, il direttorio francese invia contro il papa una spedizione che con la proclamazione a Roma della repubblica (nei confini 
dell'ex Stato della Chiesa) pone fine alle varie municipalità rivoluzionarie costituitesi durante l'invasione francese e segna l'abolizione del potere temporale dei papi;
rifiutatosi di accettare il nuovo ordine di cose Pio VI abbandona la città;

Marzo 
dopo una prima organizzazione provvisoria la repubblica si dà un assetto costituzionale sul modello francese del 1795 (un esecutivo di 5 consoli e un corpo legislativo composto da un tribunato e un senato) anche se le decisioni principali sono subordinate per il momento all'approvazione del comandante in capo delle truppe francesi;
il territorio viene suddiviso, seguendo l'esempio francese, in 7 dipartimenti (Metauro, Musone, Tronto, Trasimeno, Clitunno, Cimino, Tevere, Circeo); travagliata da una crisi finanziaria già preesistente ma aggravata dalle spoliazioni e dalle requisizioni francesi, la repubblica è sin dall'inizio logorata  dall'esplodere di ripetute rivolte popolari; 

Aprile

Una nuova legge stabilisce che l'infamia per i delitti o le pene per lesa maestà non si estenda a tutto il casato ma rimanga in capo al solo colpevole.
Nonostante sia vietato difendere o raccomandare i presunti rei, due donne vestite a lutto, madri di due prigionieri (la giovane duchessa di Cassano e l'anziana principessa Colonna) si recano in visita alla regina per sollecitare la liberazione dei prigionieri, da quattro anni ormai in attesa di giudizio.
Il re scrive alla Giunta di Stato, in particolare ai due principali inquisitori, F. Ruffo principe di Castelcicala ed il marchese Vanni per chiedere spiegazioni. Quest'ultimo chiede che i principali colpevoli:
. don L. de' Medici principe di Ottaiano,
. duca di Canzano,
. abate Teodoro Monticelli
. Michele Sciaronne,
siano sottoposti all'esperimetno della tortura nel modo più acerbo previsto dalla legge con la formula torqueri acriter adhibitis quatuor funiculis. Il magistrato Mazzocchi, presidente della Giunta di stato non è d'accordo con l'inquisitore sostenuto invece da F. Ruffo;
il re compone allora un'altra Giunta di Stato della quale lo stesso marchese Vanni è il procuratore fiscale. I processi che questi dice istruiti e portati in giudizio, riguardano 28 accusati tra i quali sono presenti nomi di chiara nobiltà:
. don L. de' Medici principe di Ottaiano,
. duca di Canzano,
. di Gennaro,
. Colonna,
. duca di Cassano,
ed altri chiarissimi per dottrina:
. Mario Pagano,
. Ignazio Ciaia,
. Domenico Bisceglie,
. Teodoro Monticelli;
il marchese Vanni chiede:
- la pena di morte per 5 di loro, preceduta dai tormenti della tortura;
- solo la tortura per don L. de' Medici e altri tre;
- continuazione di carcere e di procedura, per i rimanenti 19 sperando in nuove prove in seguito ai procedimenti di tortura.
Gli avvocati difensori sostengono animosamente le parti degli accusati.
Tre giudici votano la pena di morte, tre l'assoluzione, uno di loro vota per l'ambiguità. La parità porta così all'assoluzione.
Anche se, in effetti, durante l'inchiesta c'erano state sparizioni di documenti, se sembra acclarato l'intervento della regina per salvare don L. de' Medici, il marchese Vanni, caduto poco dopo in una forte depressione, si uccide.

Maggio
19
, Vienna, il ministro Thugut per l'Austria e il duca di Campochiaro per Napoli, firmano un trattato in base al quale l'imperatore terrà stanziati nel Tirolo e nelle sue province italiane 60.000 soldati; il re di Napoli, nelle sue frontiere, 30.000; contingenti da aumentarsi in caso di bisogno da ambo le parti; 4 fregate napoletane solcheranno l'Adriatico in servizio delle due parti;

Giugno
17
, arrivato in vista del Vesuvio, H. Nelson getta le ancore del Vanguard fuori dalle acque territoriali onde evitare un incidente diplomatico con il nuovo inviato francese, il cittadino Lachèze;
il capitano Thomas Troubridge dell'Agamennon, inviato dal contrammiraglio inglese, arriva a palazzo Sessa e chiede udienza all'ambasciatore inglese sir William Douglas-Hamilton: si tratta di ottenere il permesso di violare i termini dell'accordo stipulato nel 1796 tra Napoli e Francia, in seguito al quale i vascelli inglesi non possono essere ammessi nei porti napoletani se sono in numero speriore a due; altrimenti, per approvvigionarsi, H. Nelson dovrebbe tornare a Gibilterra perdendo così ogni speranza di raggungere la flotta francese;
grazie all'intervento dell'ambasciatrice lady Hamilton, un carta firmata dalla regina autorizza senza condizioni il rifornimento della flotta inglese in tutti i porti del Regno;

Agosto
, H. Nelson vince la battaglia navale di Abukir o "del Nilo";

Settembre
3
, la notizia della vittoria di Abukir arriva a Napoli;
22, H. Nelson arriva nella baia di Napoli;
con modi spicci nel regno viene fatta una nuova leva di 40.000 coscritti;

Ottobre
11
, il generale
J.-E. Championnet, comandante in capo in Italia, è giunto a Roma;
12
, Caserta, si tiene un consiglio per decidere la guerra o la pace;
- sono per la pace: marchese del Gallo, ministro de Marco, generali Pignatelli, Colli e Parisi;
- sono per la guerra: la regina, J.F.E. Acton, il generale Karl Mack von Leiberich (inviato dall'Austria) e F. Ruffo principe di Castelcicala.
Decisa la guerra, l'esercito viene diviso in tre campi:
- 22.000 soldati a San Germano (generale Karl Mack von Leiberich);
- 16.000 soldati negli Abruzzi (generale Micheroux),
- 8.000 soldati nella pianura di Sessa (generale Roger de Damas);
altri 6.000 soldati stanno nelle fortezze di Gaeta mentre navi da trasporto sono pronte a salpare per Livorno. 52.000 soldati sono pronti a prorompere negli stati romani.
Dirige la spedizione preparata a Gaeta il generale Naselli.
I Francesi, visti i preparativi napoletani, si dispongono per la guerra in modo che la frontiera sia la linea difensiva:
- il centro a Terni,
- l'estrema dritta a Terracina,
- l'estrema sinistra a Fermo;
l'ala sinistra pronta a resistere, l'ala diritta soltanto osservatrice pronta tuttavia più a combattere che a ritirarsi. Principale scopo è comunque restare uniti e mantenere sicure le strade che portano in Lombardia.

Novembre
22
, compare un manifesto con cui il re [Nasone] spiega il suo intervento nello Stato Pontificio; altre lettere segrete dei ministri del re (come quella del principe Belmonte Pignatelli scritta al cavaliere Priocca, ministro del re di Piemonte) vengono inviate ad altri ministri italiani.
Inizia la guerra.
- Il gen. Micheroux, attraversato il Tronto con 10.000 soldati, dopo aver messo in fuga un piccolo presidio francese nella città di Ascoli avanza per la via Emilia sopra Fermo;
- il col. Sanfilippo uscito dal campo d'Aquila con 4.000 uomini, occupa Rieti e prosegue verso Terni;
- il col. Giustini con un reggimento di fanti ed alcuni cavalieri scende da Tagliacozzo a Tivoli e attraversa la Sabina;
- il gen. Karl Mack von Leiberich e con lui il re Ferdinando IV [Nasone], con 22.000 soldati mossi da Sangermano, marciano per le difficili strade di Ceperano e Frosinone verso Roma dove il gen. Roger de Damas dal campo di Sessa per la via Pontina conduce 8.000 soldati.
Nello stesso giorno salpano da Gaeta per Livorno molte navi cariche di 6.000 soldati al comando del gen. Naselli.
[Tattica prevista. Tutto ciò dimostra che l'esercito di Napoli non va formato in linea, non ha centro; che le truppe di Sanfilippo e Giustini non legano, perché deboli, l'ala diritta alla sinistra; che un corpo, non assai grande, quello di Micheroux, assale la sinistra francese, la più forte delle tre parti di quell'esercito; e che il maggior numero di napoletani, 30.000 uomini, procede contro l'ala diritta, di poca potenza è già intesa a ritirarsi. È chiaro quindi che il gen. Karl Mack von Leiberich intende superare le parti estreme della linea francese, avvolgerle, spingere gli uni corpi sugli altri, confonderli nel mezzo ed espugnarli; mentre la legione del gen. Naselli con le proprie forze e quelle degli insorti in in Toscana colpirebbe il fianco delle truppe francesi fuggitive verso Perugia. Manovra non proprio corretta!!.
Tattica da manuale. Secondo la ragione e l'arte della guerra, nel caso specifico in cui le forze napoletane sono quasi triple di quelle francesi, bisognerebbe sfondare il centro e, assalendo il fianco delle due ali nemiche, impedire che si aiutino; tagliare infine, fortuna permettendo, le ritirate in Lombardia. In questo caso però l'esercito avrebbe dovuto essere diviso in tre parti: 26.000 uomini all'Aquila per attaccar Rieti e Terni; 12.000 sulla strada Emilia per combattere o impegnare l'ala sinistra francese; 8.000 nelle Paludi pontine per incalzare i piccoli schieramenti dell'ala diritta mentre la legione della Toscana, senza nemico da combattere e col popolo a proprio favore, avrebbe attraversato il paese finoa Perugia per avvicinarsi al grosso dell'esercito. Il resto della guerra sarebbe dipeso dai preparati tumulti in Piemonte e dalla discesa in Italia dell'esercito tedesco.
28, le armate napoletane e inglesi sbarcate a Livorno non trovano l'appoggio del governo toscano, in questo momento in pace con i francesi (o per lo meno con forze non sufficienti a contrastarli). Il gen. Naselli rimane comunque in attesa degli ordini del gen. Karl Mack von Leiberich che per vari motivi dimentica i 6000 uomini sbarcati a Livorno.
29, San Pietroburgo, dopo l'impegno preso dallo zar Paolo I di inviare una flotta, battaglioni di soldati e duecento cosacchi per combattere in Italia sotto il generale supremo del re di Napoli, viene firmata un'alleanza di otto anni tra la Russia (con Bezborodko, Kotschoubey e Rostpochin) e il regno (con il marchese di Serracapriola);
I fatti. Gli schieramenti dei generali Karl Mack von Leiberich e Roger de Damas (30.000 uomini) giungono a Roma su strade parallele senza incontrare il nemico pronto a ritirarsi; il re, entrato in pompa magna nella città, prende alloggio a palazzo Farnese. I francesi, lasciato un piccolo presidio a Castel Sant'Angelo, partono da Roma portando con sé i ministri e gli aderenti alla repubblica partenopea. Molti degli aderenti alla repubblica rimasti in città vengono fatti prigionieri e giustiziati (come i fratelli Corona). La folla scatenata, spinta dalla inculcata fede in Dio e nel pontefice, compie nefandezze e delitti di ogni genere. Anche molti ebrei vengono annegati nel Tevere.
Solo più tardi il re nomina una Giunta di sicurezza con a capo i due principali principi Borghese e Gabrielli e i marchesi Massimi e Ricci. Calate le insegne della repubblica vengono quindi issate quelle del pontefice e del re di Napoli.
Lettere vengono inviate a Napoli per informare della vittoria, e al papa in Toscana (ancora prigioniero dei francesi) perché faccia ritorno a Roma.]

Dicembre
1
, Londra, viene firmata un'alleanza tra il marchese del Gallo e il cav. Hamilton con cui viene stabilito che la Gran Bretagna terrà una flotta superiore a quella francese; ad essa il regno unirà 4 vascelli, 4 fregate e 4 legni minori;
la Porta, dal canto suo, promette di inviare 10.000 albanesi.

Intanto in Abruzzo le cose vanno diversamente.

Il gen. Micheroux, giunto a Fermo soltanto con 9.000 uomini, a causa di diserzioni e malattie, trova schierate a battaglia le squadre francesi rette dai generali Mounier, Rusca e Casablanca. Lo scontro costringe i napoletani alla fuga lasciando sul campo alcuni morti, artiglierie e bandiere. I resti della colonna si rifugiano tra i monti dell'Abruzzo.
Il col. Sanfilippo, presa Rieti senza combattere, avanza per le strade di Terni. Il gen. francese Lemoine può solo osservare avendo uomini in un numero insufficiente ma appena giunge il gen. Dufresse con mezza brigata di 2400 soldati, equilibrando così le forze tra le due parti, la battaglia è inevitabile e i napoletani hanno la peggio.
Il col. Giustini, bloccato a Vicovaro dal gen. Kellerman, venuto a sapere della sconfitta del col. Sanfilippo (lui prigioniero e i soldati in fuga) e di Rieti in mano ai francesi, si dirige velocemente verso la sponda del Tevere e poi verso Tivoli.
A questo punto l'esercito francese, 7000 soldati e 2000 partigiani (romani e napoletani), guidato dal gen. MacDonald, assicurata l'ala sinistra, riunisce la diritta a Civita Castellana e nei monti vicini. Dietro di lui (in mezzo ci sono comunque gli Appennini) sta il gen. J.-E. Championnet [36enne]. Questi, lasciati contro gli Abruzzi il gen. Duhesme e 6000 soldati, avanza con altri 8000 in aiuto al gen. MacDonald.
Intanto a Perugia un piccolo squadrone francese controlla i movimenti della legione napoletana sbarcata a Livorno e i temuti moti insurrezionali antifrancesi.
3, solo ora il gen. Karl Mack von Leiberich si muove da Roma, mentre 6000 soldati restano a guardia del re, e poiché le truppe del col. Giustini hanno raggiunto l'esercito, 25.000 combattenti vanno contro Civita Castellana… in cinque corpi.
[Al suo posto, un altro generale avrebbe chiamato le truppe del gen. Naselli sopra Perugia, condotto il grosso dell'esercito sulla riva sinistra del Tevere e, fissato il campo a Terni, avrebbe combattuto con le forze tre volte doppie le poche schiere del gen. MacDonald prima che il generale J.-E. Championnet scendesse dagli Appennini.]
Il gen. Karl Mack von Leiberich avvia invece lungo il Tevere 3000 soldati e divide i rimanenti 22.000 in quattro corpi che, dopo leggeri combattimenti, si accampano a Calvi, a Monte Buono, a Otricoli e a Ragnano, e qui stanno cinque giorni ingaggiando deboli scaramucce.
Il gen. Mac Donald, dopo aver inizialmente pensato a difendersi, cambia tattica all'improvviso ed assale uno alla volta tutti i cinque campi dei napoletani che cadono in successione: Otricoli, Calvi e Monte Buono.
7, il re Ferdinando IV si trova intanto già ad Albano;
10, il re Ferdinando IV, con a fianco il suo cavaliere duca d'Ascoli, fugge verso Napoli;
11, verso sera il re giunge a Caserta;
13, il gen. Karl Mack von Leiberich che, riducendo il campo di Regano unendo le forze a quelle che risalgono la riva diritta del Tevere, si è stabilito a Cantalupo (unica idea degna di lode), avvisato della disfatta degli altri campi, dà l'ordine di ritirata generale su Roma.
Nei sette combattimenti che hanno preceduto la ritirata, i napoletani hanno avuto le seguenti perdite:
- 1000 morti,
- 900 feriti,
- 10.000 prigionieri,
- 30 cannoni,
- 9 bandiere,
- cavalli, moschetti, innumerevoli macchine.
L'unica vittoria dei napoletani è stata quella di Otricoli dove, sorpreso un presidio francese di 200 uomini, uccisa la maggior parte e fatti prigionieri i rimanenti, preso fuoco l'ospedale (per malvagità degli abitanti o per caso) muoiono tutti gli infermi.
Intanto il gen. J.-E. Championnet si unisce al gen. MacDonald. Mentre i due generali francesi si dirigono verso Roma, una legione di 7000 napoletani guidati dal gen. Roger de Damas, accelerato il passo, li sta precedendo ma, invece di puntare su Roma nonostante la richiesta iniziale di passaggio, si dirigono verso Orbetello dove sta una fortezza del regno di Napoli. Inseguiti dai francesi del gen. Kellerman e raggiunti a Toscanella si scontrano lasciando sul terreno morti e feriti, tra cui lo stesso gen. Roger de Damas. Nonostante Orbetello sia priva di armi e vettovaglie, il gruppo napoletano riesce infine ad arrivare a Napoli.
A Livorno il gen. Naselli reimbarca le truppe sulle navi inglesi.
Entrato a Roma, dopo aver ristabilito il governo repubblicano e colpito i traditori, il gen. J.-E. Championnet si appresta ad invadere il regno di Napoli al comando di 25.000 uomini divisi in due corpi:
- 8000, guidati dal gen. Duhesme, verso gli Abruzzi;
- 17.000 guidati dai generali Rey e MacDonald per la bassa frontiera del Garigliano e del Liri;
egli stesso sta con il gen. MacDonald.
Intanto a Napoli un corriere di gabinetto, Antonio Ferreri, fido e caro al re, inviato con un dispaccio all'ammiraglio Nelson, viene trattenuto dal popolo sulla marina (probabilmente scambiato per una spia, nonostante le varie dicerie) poi trascinato per le vie della città ed infine gettato in fin di vita in una fogna dove muore.
20, Invasione del Regno di Napoli. (Inizio)
21, re Ferdinando IV fugge in Sicilia.
Vengono così resi noti i segreti della fuga, le brighe dei perversi cortigiani, le istigazioni di H. Nelson, dell'ambasciatore inglese sir William Hamilton e signora Lady Hamilton []; si viene a sapere che i gioielli sono stati asportati e che il valore delle ricchezze assomma ad oltre 2 milioni di sterline.
24, il gen. Duhesme raggiunto il forte Civitella del Tronto intima la resa al brigadiere Giuseppe Brocco, marchese di Pietramaggiore; subito dopo il comandante ten.col. Giovanni Lacombe, spagnolo, si arrende. Il generale francese prosegue per gli Abruzzi.
25, i fuggitivi, la famiglia reale con il suo seguito, arrivano al porto di Palermo;
28, mentre gli ordini lasciati dal re in fuga erano di far riparare le navi nel lido di Posillipo, di farne ripartire il maggior numero possibile e distruggere le altre perché non cadessero in mano francese, la precipitazione del vicario Pignatelli e del conte tedesco Thurn è tale che viene distrutta la flotta quando ancora i francesi sono lontani.
[Vengono incendiate 120 barche bombardiere o cannoniere, ricoverate in alcune grotte; sopra una fregata portoghese il conte Thurn ordina di incendiare due vascelli napoletani e tre fregate ancorati nel golfo.]
29, giunto al fiume Pescara, il gen. Duhesme, dopo alcuni leggeri combattimenti, lo attraversa intimando la resa alla fortezza omonima. Il comandante col. Prichard l'abbandona ai francesi che, oltre ad impossessarsi di armamenti e vettovagie, fanno 1900 prigionieri.
Il gen. Monnier, attraversati i monti di Teramo, arriva intanto a Civita di Penna mentre il gen. Rusca, per un altro sentiero anche peggiore, si dirige verso l'Aquila e Torre di Passeri.
Il gen. Lemoine, giunto a Popoli, trova invece una forte schiera di napoletani con cui si scontra. Mentre è ancora incerta la vittoria (muore pure il gen. francese Point) i napoletani si danno alla fuga e, per Isernia e Boiano, raggiungono Benevento.
L'ala diritta dei francesi, guidata dal gen. Rey, per le Paludi pontine, e dal gen. MacDonald, per Frosinone e Ceperano, si dirige senza scontri verso Napoli.
Ma i napoletani, spronati dal loro re (già quando si trovava a Roma l'8 dicembre e poi a Caserta) di sterminare i francesi per il bene del regno e della Chiesa, riescono a prendere Teramo e ad impedire il passaggio delle truppe francesi sul ponte del Tronto.
Le tre colonne dell'ala sinistra non riescono quindi più a comunicare tra loro né con l'ala diritta. Mentre l'ala sinistra intrigata negli Abruzzi procede lentamente, l'ala diritta punta spedita sul Garigliano.

«segue 1799»



SICILIA
Viceré
arcivescovo
Lopez y Royo

(1795 gen - ?)

1798

[Viceré: arcivescovo Lopez y Royo (1795-?)]

Novembre
A Palermo il parlamento siciliano [risalente ai normanni]:
- Braccio ecclesiastico: presieduto dall'arcivescvo di Palermo, è composto quasi tutto dei cadetti delle famiglie nobili;
- Braccio militare: praticamente fa un tutt'uno col precedente;
- Braccio demaniale: presieduto dal pretore di Palermo,
comprende 43 membri;
[spesso servile e venale, ha sempre subito le imposizioni e gli intrighi degli altri due ceti ma ora, per la prima volta, dopo la diffusione delle idee liberali della rivoluzione in Francia, assume atteggiamenti indipendetni in difesa dei propri interessi]
per la prima volta si oppone alle esorbitanti richieste di fondi da parte del governo: i Bracci militari ed ecclesiastico negano i sessantamila ducati mensili chiesti dalla Corte per fronteggiare le spese della guerra.
La corte decide allora di far arrestare i capi dell'opposizione: principe di Cassero, principe di Trabia e principe di Pantelleria.
[La fuga della Corte da Napoli eviterà un grave conflitto, impedendo al re di esigere direttamente i donativi.]

Dicembre
10
, re Ferdinando IV, con a fianco il suo cavaliere duca d'Ascoli, fugge verso Napoli;
13
, entrato a Roma, il generale francese J.-E. Championnet ristabilisce il governo repubblicano dopo aver colpito i traditori.
21
, re Ferdinando IV fugge in Sicilia.
23
, Ferdinando IV s'imbarca per Palermo nella nave, mezza disastrata, comandata dall'ammiraglio H. Nelson;
[Dall'incendio i repubblicani riescono a salvare 4 galeotte, 2 brigantini e 2 corvette che, unite alla fregata Cerere (dove è imbarcato l'alfiere Ruggero Settimo), proveniente da Malta e subito catturata appena entrata in porto, costituiscono il naviglio della nuova repubblica.
24, mentre la famiglia reale si trova ancora in navigazione, il figlio maschio Alberto Maria di appena 6 anni muore tra le braccia di Lady Hamilton.
25, il vascello inglese con l'ammiraglio H. Nelson giunge a Palermo; dato il mare grosso e la difficile entrata in porto, gli viene in aiuto da riva, sopra una piccola barca, il capitano di fregata Giovanni Bausan che presa la direzione del vascello, entra facilmente in porto; l'ammiraglio F. Caracciolo arriva invece, subito dopo e con la stessa perizia, al timone del proprio vascello;






– Beneke, Friedrich Eduard (Berlino 17.2.1798-1.3.1854) filosofo tedesco;  reazione psicologistica contro idealismo;
Dottrina della conoscenza (1820)
Dottrina dell'esperienza interna (1820)
Nuova fondazione della metafisica (1822)
Fondamenti della fisica dei costumi (1822)
1822, gli viene tolto il permesso di tenere le sue lezioni presso l'università di Berlino (del fatto accusa G.W.F. Hegel, amico del ministro prussiano Altenstein, e forse non a torto)
1824-27, passa ad insegnare a Gottinga
Schizzi psicologici (1825)
1831, dopo la morte di G.W.F. Hegel può ritornare a Berlino
1832, ottiene così una cattedra all'università
Kant e il còmpito filosofico del nostro tempo (1832)
Manuale di logica (1832)
Manuale di psicologia come scienza naturale (1833)
La filosofia nelle sue relazioni con l'esperienza, la speculazione e la vita (1833)
Dottrina dell'educazione e dell'insegnamento (1835-36)
Lineamenti del sistema naturale della filosofia pratica (1837-38)
Sistema di metafisica e di filosofia della religione (1840)
La logica considerata come strumento dell'arte di pensare (1842, o Sistema di logica)
Psicologia pragmatica (1850).

– Boë, Jacques o Jacques Jasmin (Agen, Lot-et-Garonne 1798-1864), poeta guascone, barbiere ad Agen;
L'abuglo de Castel-Cuillé (1835, La cieca di Castel-Cuillé)
Françouneto (1840, Franceschina)
Maltro l'innoucento (1845, Marta la folle)
Las papillotos (Fogli da incartare, opere complete).

Boniface, Joseph-Xavier [Saintine] (1798-1865) romanziere e scrittore di teatro francese.

– Bopp, Franz (Magonza 1791-Berlino 1867) linguista tedesco;
Saggio sul sistema di coniugazione della lingua sanscrita comparato con quello delle lingue greca, latina, persiana e gotica (1816)
Grammatica sanscrita in tedesco (1827), rifatta poi in latino (1832)
Glossario sanscrito (1830)
Grammatica comparata del sanscrito, zend, greco, latino e tedesco (1833-52, I ed.; 1857-63, II ed.).

– Bresciani, Antonio (Ala, Trento 1798-Roma 1862) scrittore italiano, gesuita e letterato austriacante, sacerdote, contro cui F. De Sanctis scrisse un famoso saggio;
Del romanticismo italiano (1839, di impronta antiromantica e antiliberale)
1846, direttore del collegio di Propaganda Fide; sostenitore del diritto divino dei troni, collabora a «Civiltà Cattolica»;
L'ebreo di Verona
Lionello
Olderico ovvero Lo zuavo pontificio

Dei costumi dell'isola di Sardegna (1850)
Edmondo o dei costumi del popolo romano (1859).

Bresson, Charles-Joseph – conte (Epinal 27 marzo 1798 – Napoli 2 novembre 1847) diplomatico francese;
[Figlio di François-Léopold Bresson, un capo di divisione nel ministero degli Affari esteri.
Coniuge: Louise-Charlotte de Pechpeyrou-Comminges de Guitaut;
Figlio: François-Paul-Ferdinand-Philippe Bresson (1844-1863); già figlioccio della regina Isabella II, nel 1846 sarà nominato grande di Spagna di 1ªclasse con il titolo di duca di Sainte-Isabelle.]

destinato presto a una carriera diplomatica, gli viene affidata una missione in Colombia dal ministro della Marina Hyde de Neuville;
1830, gli viene ordinato di comunicare alla Svizzera l'ascesa di Louis-Philippe al trono francese, prima di diventare primo segretario dell'ambasciata francese a Londra sotto Talleyrand; È uno dei due diplomatici incaricato di costringere il governo belga ad accettare le decisioni della Conferenza di Londra, un compito che assolve bene.
[Per la soddisfazione del re, conduce le trattative matrimoniali tra il nuovo re del Belgio Leopoldo I con la principessa Louise d'Orléans. Questo successo lo porta al culmine del favore con Louis-Philippe. Durante questo periodo diviene anche l'amante della moglie dell'ambasciatore belga, la contessa Le Hon, e sarebbe il padre di suo figlio Léopold (nato nel 1832).]
1833, è nominato incaricato d'affari a Berlino con il titolo di ministro plenipotenziario; ristabilisce (con forti compromessi) i rapporti tra Francia e Prussia, assicurando che quest'ultima non intraprenda un riavvicinamento più stretto con la Russia;
1834, 10-18 novembre, è nominato ministro degli Affari esteri nel governo provvisorio di H.-B. Maret ma, non avendo nemmeno il tempo di raggiungere Parigi prima che il ministero cada, rimane a Berlino per organizzare il matrimonio (1837) del principe reale con la principessa Elena di Meclemburgo-Schwerin, di una famiglia alleata della famiglia reale prussiana;
1839, 6 maggio, grazie al successo diplomatico ottenuto, viene creato pari di Francia da Louis-Philippe;
1841, nella Camera dei Pari difende con forza il progetto delle fortificazioni di Parigi in cui il re si interessa in modo particolare; in seguito è nominato ambasciatore a Madrid;
1846, svolge un ruolo importante nelle difficili trattative matrimoniali per sposare Isabella II regina di Spagna a suo cugino il duca di Cadice (avvenuta il 10 ottobre 1846) e il duca di Montpensier alla principessa Luisa Fernanda, una sorella di Isabella II;
[Durante questi negoziati gli interessi della Francia si oppongono vigorosamente a quelli del Regno Unito (ora alleato), e così egli deve contrastare le manovre talvolta sleali di sir Henry Bulwer, ambasciatore britannico in Spagna.
Come compenso per questo successo, suo figlo François-Paul-Ferdinand-Philippe Bresson (1844-1863), già figlioccio della regina Isabella II, lo stesso anno viene nominato grande di Spagna di 1ªclasse con il titolo di duca di Sainte-Isabelle.]

1847, viene richiamato in Francia; trascorre alcune settimane a Londra prima di essere nominato ambasciatore a Napoli;
2 novembre, ha da poco ottenuto l'incarico quando si taglia la gola con un rasoio e muore, probabilmente a causa di pressioni politiche unite a problemi familiari.

– Casati, Gabrio (Milano 1798-1873), 3° conte Casati (1820-73) Albero genealogico, politico italiano;
1847, tra i principali sostenitori di uno stato indipendente nell'Italia settentrionale;
1848,
marzo
, scoppiate le cinque giornate, tenta di restare nella legalità in attesa dell'intervento piemontese, ma poi presiede un governo provvisorio, prima milanese e poi lombardo;
27 luglio
, è incaricato di presiedere il governo piemontese-lombardo di Torino;
8 agosto
, si dimette dopo aver tentato di dissuadere Carlo Alberto dal concludere l'armistizio di Salasco;
1853, deputato e senatore nel parlamento subalpino dove sostiene la politica di Cavour;
1859 luglio-gennaio 1860, ministro della pubblica istruzione
[di cui la «legge Casati» del 13 novembre 1859 che regolerà l'istruzione pubblica fino al 1923.]

Comte, Auguste (Montpellier 1798-Parigi 1857) filosofo e matematico francese, fondatore del "positivismo".

Delacroix, Eugène (1798-1863) pittore francese.

Desfossés, Joseph-Romain detto «Romain-Desfossés» (maniero di Bourgneuf, Gouesnou, Finistère 8 dicembre 1798 – Paris 25 ott 1864) militare e politico francese.

Dufaure, Jules Armand Stanislas (Saujon, Charente-Inférieure 4 dicembre 1798 (14 Frimaio, Anno VII) – Rueil-Malmaison, Seine-et-Oise 27 giugno 1881) politico francese.

Gorcacov, Aleksandr Michajlovic (Pietroburgo 1798-Baden Baden 1883) politico russo;
1854, ambasciatore a Vienna, contribuisce a far mantenere l'Austria neutrale nella guerra di Crimea;
1856, succede a K.V. Nesselrode come ministro degli esteri;
1866, diventa cancelliere: mira al recupero delle posizioni di forza russe nei Balcani, compromesse dopo la sconfitta in Crimea e si incentra su un rapporto preferenziale con la Germania bismarckiana;
1871, riesce a far eliminare le clausole della pace di Parigi che, dopo la fine della guerra di Crimea, hanno limitato drasticamente le dimensioni della flotta militare russa nel mar Nero;
1873, ha una parte di primo piano nella costituzione dell'alleanza dei tre imperatori;
1877, le pressioni dei panslavisti hanno però la meglio sulle sue riserve e lo inducono a entrare in guerra con l'impero ottomano, al quale impone l'oneroso trattato di Santo Stefano;
1878, il congresso di Berlino, convocato  dalle grandi potenze per discutere l'insieme della questione d'oriente, ridimensiona (grazie anche a Bismarck) le clausole più favorevoli alla Russia del trattato di Santo Stefano e segna, con il fallimento della sua politica, il declino politico di Gorcacov.

Guadagnoli, Antonio (Arezzo 1798-Cortona 1858) poeta italiano, amico di G. Giusti, gonfaloniere di Arezzo nel 1849;
Poesie giocose (1855 sgg.)
La lingua di una donna alla prova
Il color di moda
Il romantico in amore
Il naso

Lunario di Sesto Caio Baccelli (1832-57, con prefazioni in sesta rima che commentano ironicamente personaggi ed episodi della politica contemporanea).

Gyulai, Ferencz - conte di Maros-Németh e Nádaska (Pest 1798-Vienna 1868) militare austriaco, di nobile famiglia ungherese;
1839, maggiore generale;
1847, governatore di Trieste e dell'Istria;
1848-49, appresta le difese di questa zona durante la crisi rivoluzionaria e partecipa alla campagna contro l'Ungheria;
1849-50, ministro della guerra;
1857, è nominato comandante supremo delle truppe austriache in Italia succedendo al maresciallo J. Radetzky;
1859, durante la guerra riceve l'ordine di passare il Ticino ma manca d'iniziativa e dopo aver occupato Vercelli e Biella si ferma, consentendo il congiungimento dell'esercito di Napoleone III con quello piemontese; fermato a Montebello e Palestro, è sconfitto duramente a Magenta e Melegnano; 16 giugno, viene esonerato dal comando; rimasto a capo del suo reggimento personale, stanziato a Mantova, non prende più parte alle successive operazioni belliche.

Häring, Georg Wilhelm Heinrich (Breslavia 1798-Arnstadt, Turingia 1871) scrittore tedesco, poligrafo, giornalista, libraio, fondatore di biblioteche circolanti, alle cui traduzioni si deve l'eccezionale fortuna in Germania dei romanzi storici di W. Scott;
Die Hosen des Herrn von Bredow (1846, I calzoni del signor von Bredow)
Der Werwolf (1848, Il lupo mannaro)
Ruhe ist die erste Bürgerpflicht (1852, La tranquillità è il primo dovere dei cittadini).

Harring, Harro (Ibenshof, Husum 1798-isola di Jersey 1870, suicida) poeta e politico tedesco;
1821, va a combattere per la libertà della Grecia;
1828-30, è in Polonia;
Memoiren über Polen unter russischer Herrschaft (Ricordi della Polonia sotto il dominio russo)
1848, vaga per il mondo finché, impazzito, anche a seguito delle persecuzioni, si suicida, già vecchio, nell'esilio inglese di Jersey.

Hodgkin, Thomas (Tottingham 1798-Giaffa 1866) medico inglese, il cui nome è legato alla descrizione (1832) del linfogranuloma maligno (il cosiddetto morbo di Hodgkin).

Hoffmann von Fallersleben, August Heinrich (Fallersleben, Lüneburg 1798-Corvey 1874) scrittore tedesco, scopritore dei frammenti dell'Evangelienbuch di Otfried e il Ludwigslied;
1823, all'università di Breslavia diventa direttore della biblioteca universitaria e in seguito professore di germanistica;
Lied der Deutschen (1841, Canto dei tedeschi): «Deutschland, Deutschland über alles», proclamato inno nazionale nel 1922)
Unpolitische Lieder (1840-41, Poesie apolitiche)
1842, per queste perde la cattedra ed è costretto a girovagare per la Germania, la Svizzera e l'Italia fino a fermarsi al castello di Corvey dove rimane come bibliotecario fino alla morte).

Jaubert, Hippolyte Françoisconte (Parigi 28 ottobre 1798 – Montpellier, Hérault 5 dicembre 1874) politico francese.

Leopardi, Giacomo (Recanati 1798-Napoli 1837) poeta, scrittore e pensatore italiano;
[Figlio del conte Monaldo (1776-1847).]

Leroy, Arnaud-Jacques o Armand-Jacques o Armand Jacques Achille Leroy de Saint-Arnaud (Parigi 20 agosto 1798 – nel mar Nero 29 settembre 1854) militare francese.

Maffei, Andrea (Molina di Ledro, Trento 1798-Milano 1885) letterato italiano, legato agli ambienti austriaci della capitale lombarda (così da suscitare i sospetti dei patrioti); la sua vasta attività di traduttore e di divulgatore della letteratura tedesca e inglese fece conoscere per la prima volta agli italiani S. Gessner, Schiller, J.W. Goethe, W. Shakespeare e Milton.
A causa delle sue idee conservatrici, queste opere, ineccepibili dal punto di vista formale, perdono la vivacità ideologica degli originali.

Melloni, Macedonio (Parma 1798-Portici, Napoli 1858) fisico italiano;
1830, professore all'università di Parma, viene destituito dall'incarico per aver pubblicamente lodato il comportamento degli studenti parigini in rivolta; costretto a vivere per alcuni anni in Francia dove conduce fondamentali studi sul calore raggiante; si guadagna così fama internazionale per le sue ricerche sperimentali ed un riconoscimento della Académie des Sciences;
1837, può ritornare in Italia dove assume la direzione del Conservatorio di arti e mestieri e del Gabinetto di meteorologia a Napoli.

Menotti, Ciro (Migliarina, Carpi 22 gennaio 1798-Modena 1831) patriota italiano, facoltoso e abile imprenditore (una filanda e una ditta di spedizioni a Modena);
1813, entra nella Scuola del Genio di Modena; uscitone dopo la sconfitta napoleonica, si dedica al commercio;
1821, viene arrestato per le sue idee liberali ma, grazie all'amico E. Misley, confidente del duca Francesco IV di Modena, riesce ad evitare le persecuzioni;
1829, sempre tramite E. Misley, entra in contatto con il duca di Modena desideroso di ingrandire il suo stato;
[Uomo di vasto ingegno e di immense ricchezze, Francesco IV dal 1814 al 1820 aveva tentato il il tutto per tutto per diventare re di Lombardia; dal 1821 al 1828 per diventare re di Sardegna (e per poco non ci riuscì), poi aspirò ad essere re di Grecia, poi re dell'Italia centrale e poi dell'Italia unita. Ma Filippo d'Orléans, per ingraziarsi l'Austria, svelerà il piano del duca.]
elaborato un programma politico avente come punti centrali l'indipendenza e l'unione dell'Italia sotto una monarchia rappresentativa, crea comitati insurrezionali a Bologna, Parma, Mantova e in altre città dell'Italia centrale, continuando nella preparazione della cospirazione ("congiura estense") anche dopo il ritiro del duca, spaventato dalla rivoluzione parigina del luglio 1830; confida nel principio del non intervento enunciato dal governo francese di Luigi Filippo, ma teme di essere prevenuto da un'azione repressiva del duca stesso;
1831, lo scoppio della rivoluzione, deciso per il 5 febbraio, viene anticipato alla notte tra il 3 e il 4, ma Francesco IV la notte stessa del 3 fa circondare la sua casa arrestando tutti i congiurati; 5 febbraio, l'insurrezione scoppia lo stesso a Bologna, a Parma e in altre città, costringendo Francesco IV a recarsi a Mantova, portando con sé Menotti, per chiedere aiuto all'Austria; 9 febbraio, l'Austria interviene e il duca può ritornare a Modena dove inizia una dura repressione che porta alla condanna a morte del patriota;
1831, 26 maggio, sale il patibolo assieme al notaio Vincenzo Borelli (sua unica colpa quella di aver rogato la decadenza del duca); finiscono i moti del 1831.

Michelet, Jules (Parigi 1798-Hyères, Provenza 1874) scrittore francese, figlio di un artigiano tipografo rimasto coinvolto nella congiura di F.-N. Babeuf, crebbe nella miseria del rione del Marais;
1819, si laurea in lettere;
1822, entra come insegnante al collegio di Sainte-Barbe, dedicandosi nello stesso tempo alla ricerca storiografica;
Compendio della storia moderna (1827)
Principi della filosofia della storia (1827)
Scienza Nuova di G.B. Vico (1827, traduzione)
ha un incarico alla Ecole Normale Supérieure di Parigi; diventa precettore della nipote di Carlo X, Luisa Maria Teresa d'Artois e poi della figlia di Luigi Filippo, Clementina d'Orléans;
1831, dopo la rivoluzione di luglio, a cui aderisce con entusiasmo, è nominato da Luigi Filippo responsabile della sezione storica degli Archivi Nazionali; ottiene pure una carica alla Sorbona;
Introduzione alla storia universale (1831)
Storia di Francia (1833-67, in 12 voll.)
1838, riceve una cattedra di storia e morale al Collège de France;
1840, vi tiene alcuni corsi fortemente critici verso la politica conservatrice del governo e soprattutto verso la chiesa cattolica;
Corso sui gesuiti (1843, con E. Quinet)
Il prete, la donna e la famiglia (1845)
Il popolo (1846)
Storia della rivoluzione francese (1847, I vol.; 1853, gli altri)
tenace avversario dei dottrinari come F.-P.-G. Guizot, si schiera con passione dalla parte del popolo; Luigi Filippo lo fa allontanare dal Collège de France;
Lo studente (1848)
1848, è riabilitato;
1851, viene nuovamente destituito sotto Luigi Napoleone;
1852, in seguito al rifiuto di giurare fedeltà al nuovo regime, perde anche il posto agli Archivi Nazionali;
Le leggende democratiche del nord (1854)
Rinascimento e tempi moderni (1855-67)
L'uccello (1856)
La strega (1862)
Bibbia dell'umanità (1864)
Postumi:
Storia del sec. XIX (1876, in 3 voll.)
Ma jeunesse (1884, La mia giovinezza)
Mon journal (1888, Il mio diario).

Mickiewicz, Adam (Zaosie, Nowogródek 1798-Costantinopoli 1855) poeta polacco, poeta nazionale, il padre della moderna letteratura polacca; nato da una famiglia di piccola nobiltà, frequentò grazie ad una borsa di studio, l'università di Vilna;
1817, a Vilna fonda una Società filomatica (il cui nome rimanda alla Société philomathique di Parigi) avente per scopo il rinnovamento intellettuale e morale del paese lituano;
1819-23, tiene un cattedra ginnasiale a Kaunas;
Poesie (1822, I voll; 1823, II vol.)
1824, in seguito alla violenta repressione del governo russo contro i filomati, viene processato e deportato in Russia;
1824-29, nel suo soggiorno russo conosce i poeti decabristi e specialmente A.S. Puškin;
Sonetti di Crimea (1826)
Konrad Wallenrod (1828, romanzo in versi)
1829, si reca dapprima in Germania, incontrando J.W. Goethe a Weimar, poi in Italia (a Roma) e in Svizzera;
Libri della nazione e dei pellegrini polacchi (1832)
Pan Tadeusz (1834)
1839-40, diventa professore di letteratura latina a Losanna;
1840-44, professore di letterature slave al Collège de France a Parigi dove si fa sostenitore delle idee mistico-nazionalistiche del lituano Andrzej Towianski (1799-1878);
1848, si trova a Roma dove fonda la Legione polacca, impegnata a fianco dei patrioti italiani, dettando per essa un Simbolo politico che riceve le lodi da G. Mazzini;
1849, fonda «La Tribune des Peuples»;
1855, la morte lo coglie a Costantinopoli dove si è recato per organizzare reparti polacchi che nella guerra di Crimea possano battersi contro la Russia.

Puchta, Georg Friedrich (Kadolzburg, Baviera 1798-Berlino 1846) giurista tedesco, allievo di F.K. von Savigny, insegnò nelle università di Herlangen, Monaco, Marburgo, Lipsia e Berlino; uno dei massimi esponenti della "scuola pandettistica";
Manuale delle Pandette (1838)
Corso di Istituzioni (1841-47)
Lezioni sul diritto romano attuale (1847, postumo).

Recurt, Adrien Barnabé Athanase (Lassales, Hautes-Pyrénées 9 giugno 1798 – Lévignac-sur-Save, Haute-Garonne 7 novembre 1872) politico francese;
1822, diviene medico; affiliatosi alla Carboneria, si stabilisce a Parigi;
1830, luglio, combatte durante le "Trois Glorieuses"; ostile alla "monarchia di luglio"
, è implicato nel complotto degli insorti di aprile ma viene assolto;
1847, militante repubblicano partecipa alla campagna dei banquets che si conclude…
1848, febbraio, …con la rivoluzione e il rovesciamento di Louis-Philippe I; viene nominato aggiunto al sindaco di Parigi;
aprile, viene eletto all'Assemblea nazionale per i Hautes-Pyrénées, divenendone vice-presidente; 9 mag-28 giu, ministro dell'Interno nel Commissione esecutiva; giugno, asseconda il gen. L.-E. Cavaignac durante la repressione dell'insurrezione parigina; 28 giu-13 ott, ministro dei Lavori pubblici nel "governo Cavaignac"; 27 ottobre, prefetto della Senna, funzione che esercita per meno di due mesi; 10 dicembre, dopo l'elezione alla presidenza della repubblica di C.-L.-N. Bonaparte, abbandona la vita politica.

Rio, Alexis-François (isola di Arz 1798-Parigi 1874) scrittore d'arte francese;
Sull'arte cristiana (1836, inizio della pubblicazione).

Sarrus, Pierre Frederic (1798-1861) matematico;
[Regola di Sarrus.]

Sclopis di Salerano, Federico (Torino, 10 gennaio 1798 – Torino, 8 marzo 1878) politico italiano.

Solomos, Dionisios (Zante 1798-Corfù 1857) poeta greco, di nobile famiglia, studiò in Italia dove ebbe contatti con i romantici (tra l'altro conobbe ammirò U. Foscolo); scrisse in italiano i primi versi;
Inno alla libertà (1823; 1825, tradotto in francese, gli dà grande notorietà; le prime due strofe diventeranno poi il testo dell'inno nazionale)
Lambros (abbozzo di novella in versi
Missolungi o I liberi assediati (abbozzo di poema).

Staudt, Karl Georg Christian von (Rothenburg ob der Tauber 1798-Erlangen 1867) matematico tedesco, allievo di
K.F. Gauss a Gottinga;
1822, si laurea a Erlangen ed insegna poi presso varie università tedesche;
1835, torna definitivamente ad Erlangen;
Geometria della posizione (1847)
Contributi (12856-60).

Taparelli, Massimo marchese d'Azeglio
(Torino 1798-16 gennaio 1866) politico italiano, tipico moderato liberale, scrittore e pittore autodidatta, di nobile famiglia

Thorbecke, Jan Rudolf (Zwolle 1798-L'Aia 1872) politico olandese, professore universitario di scienze politiche, autorevole esponente del liberalismo olandese e della scuola storico-giuridica di F.C. von Savigny;
1848, è tra i principali estensori della costituzione che, vincendo l'opposizione di Guglielmo II, trasforma il paese in una monarchia costituzionale;
1849-53, primo ministro, abolisce la schiavitù nei possedimenti olandesi delle Indie orientali, riforma il sistema elettorale, concedendo ampie autonomie ai governi municipali, adotta in campo economico una politica liberista abolendo le barriere doganali e favorendo la costruzione di una rete di canali per il trasporto delle merci; sostenitore dell'aconfessionalità, riorganizza su basi laiche l'istruzione secondaria e fonda un politecnico a Delft;
1862-66, ancora primo ministro;
1871-72, ancora primo ministro.

Thorigny, René François Élisabeth Tiburce de (Bessenay 19 luglio 1798 – Montrésor 22 gennaio 1869) politico francese;
avvocato generale;
1851, 26 ottobre-2 dicembre, ministro dell'Interno nel "governo Bonaparte".

Warren, Josiah (1798-1874) anarchico statunitense;
1833, fonda a Cincinnati (USA) il settimanale «Peaceful Revolutionist», il primo giornale anarchico;
1834, fonda nell'Ohio "Village of Equity", la prima colonia anarchica;
1846, fonda "Utopia";
1850, a Long Island fonda "ModernTimes".

Torna su

società dei Raggi

«segue da 1797»
1798-99, dopo la delusione per il colpo di stato dell'ambasciatore francese C.-J. Trouvé, e la vasta cospirazione organizzata in Piemonte contro l'annessione alla Francia, la società chiarisce la sua fisionomia di movimento unitario, repubblicano e costituzionalista di opposizione al direttorio;
eccetto che nel caso, peraltro ancora oscuro, del generale G. La Hoz, membro della società, che nell'estate del 1799 passa alla guida della ribellione delle Marche, il carattere antidirettoriale del movimento non sfocia mai in un'azione militare antifrancese;
legatasi durante la Repubblica Cisalpina e la Repubblica Italiana ai gruppi democratici antibonapartisti, la società viene coinvolta nei disordini di Bologna nel 1802;
in seguito viene dispersa ma sopravvive in nuove sette clandestine, divenendo la base delle società patriottiche e liberali che si diffondono in Italia alla fine dell'età napoleonica.
Fra queste ultime:
- Protettori repubblicani,
- Adelfi,
- Spilla Nera,
- Ausonia,
- ecc.
Tutte si propongono l'indipendenza italiana con Roma capitale, variando nelle particolarità del governo e dei modi di raggiungere lo scopo; ma troppo piccole o troppo isolate, a nulla arriveranno se non a mantenere saldi i principi.
A tutte queste, più tardi, si sovrapporrà la:

Carboneria

Setta segreta formata da patrioti, avanzi della Grande Armata, da tutti coloro che amano l'Italia e che lottano per avere la costituzione.
Solo nel Regno di Napoli si contano sessantamila carbonari.
I carbonari sono divisi in tante congreghe [Vendite] a ciascuna delle quali fanno riferimento venti [Buoni Cugini] in relazione tra loro ma isolati dalle altre Vendite; ogni membro deve procurarsi un fucile, una baionetta e 25 cartucce, versare alla cassa comune 5 lire d'iscrizione e 1 lira al mese. Tutti giurano fedeltà alla setta e per i traditori è prevista la morte.
«segue 1811»

Stampa

«segue da 1797»
1798
Francia
Essonnes, mentre in Inghilterra e in Germania si sta tentando di sostituire il vecchio torchio a mano con una macchina più moderna, nelle cartiere di Essonnes un impiegato degli stampatori Didot, appena tornato dall'America, Louis Nicolas Robert, costruisce la prima macchina per la fabbricazione meccanica della carta e porta la sua invenzione in Inghilterra.
Massachusetts

Si pone all'avanguardia organizzando e ordinando le sue biblioteche pubbliche mediante una legge statale.
«segue 1799»

Almanacchi

«segue da 1792»
1798
Almanacco popolare:
-
Almanacco speciale o Annuario:
- Noth- und Hilfsbüchlein für Bauersleute (diffuso in Germania dal 1788, si vendono oltre 150.000 copie).
«segue 1811»

La rivoluzione industriale

«segue da 1797»
1798, stampatrice metallica di Stanhope;
Senefelder inventa la litografia;
«segue 1799»

Compagnia Unita delle Indie Orientali
(Vereenigde Oost-Indische Compagnie)
[Olanda]

1798, la compagnia cessa ogni attività.

 

Banco di Santo Spirito

«segue da 1605»
1798, in seguito alle ingenti spese sostenute per le opere pubbliche e l'occupazione francese, che influiscono negativamente sull'economia dello Stato pontificio, anche il Banco si ridimensiona;
ripresosi verso la metà dell'Ottocento grazie alla sua tradizionale condotta a sostegno degli enti pubblici e morali (al contrario delle altre banche non attribuisce interesse sui depositi), dopo l'unità d'Italia si specializza in operazioni di credito fondiario;
«segue 1923»

«Il Monitore Italiano»

1798, 3 gennaio, inizia le sue pubblicazioni questo giornale politico milanese; nonostante la sua breve vita (42 numeri) è uno dei periodici più significativi del triennio giacobino:
- si fa portavoce delle aspirazioni libertarie italiane;
- condanna duramente il trattato di Campoformio;
- assume, in generale, una posizione critica nei confronti dei francesi e dei loro servili sostenitori;
primo direttore è G. Breganze che, per un articolo contro la politica del direttorio, deve lasciare la carica a P. Custodi (dal n. 26 del 16 marzo) e rifugiarsi a Roma; 
principali collaboratori:
- U. Foscolo (autore di una fiera "lettera aperta" al ministro di polizia Sopransi)
- C. Lauberg
- M. Gioia 
13 aprile, un articolo di quest'ultimo, che nega la sudditanza della Repubblica Cisalpina rispetto alla Francia, provoca la soppressione del giornale;
25 aprile, viene sostituito col più cauto «Monitore Cisalpino» di G. Compagnoni, B. Benincasa, F. Massa.

 



 

Nuova Ricerca