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Papa
Niccolò V

(1447-55)

1453
Luglio
8
, alla notizia della caduta di Costantinopoli, udita dal corriere della signoria veneziana, rimane sconvolto;
si mostra indulgente verso i primi intrighi di Stefano Porcari e di fronte alla congiura da lui promossa (voleva instaurare una costituzione repubblicana, come Cola di Rienzo cent'anni prima) lo  condanna a morte, anche se sembra aver promesso la grazia;
grande papa mecenate del Rinascimento, protegge letterati e artisti (Ficino, Filelfo, Bessarione, Leon Battista Alberti, Beato Angelico, Andrea del Castagno, Piero della Francesca, Benozzo Gozzoli.

Russia

1453, dopo la caduta di Costantinopoli nella Russia moscovita si va affermando la coscienza messianica di rappresentare la "terza Roma", cioè il paese custode (nella sua costituzione teocratica) della retta fede, trasmessa infallibilmente dalla tradizione liturgica russo-ortodossa;
1551, il Concilio dei cento capitoli [stoglavyi sobor] canonizza tale dottrina;
1584-1613, il "periodo dei torbidi" [smutnoe vremja] scuote questa coscienza, mentre, soprattutto dopo l'introduzione del patriarcato (1589), crescono i contatti con la chiesa greca e con la tradizione bizantina;
«segue 1652»


ANNO 1453





1453
SACRO ROMANO IMPERO
Friedrich III
Albero genealogico
(Innsbruck 1415 - Linz 1493)
figlio di Ernst I [il Ferreo], duca di Stiria, e di Zimburga di Masovia [Piasti];
[appartiene al ramo leopoldino degli Asburgo.]
1424-93, duca di Stiria, Carinzia, Carniola e Tirolo (Federico V);
[succeduto al padre]
1440-93, re di Germania e dei romani (Federico IV);
alla morte del cugino Alberto II riceve dai principi elettori sia la corona sia la tutela di Ladislao [Postumo] erede di tutti i territori posseduti dal ramo albertino degli Asburgo nonché delle corone di Boemia e d'Ungheria;
nel 1438, con il concordato di Vienna, ottiene da papa Niccolò V una serie di concessioni e di rinunzie a favore della corona e dei principi tedeschi che gli valgono una notevole preponderanza sulla chiesa in Germania;
1452-93, imperatore del Sacro Romano Impero (Federico III);
riceve la corona imperiale a Roma dalle mani di Niccolò V;
dal 1453 arciduca d'Austria;
1457-93, duca d’Austria (Friedrich V);


1453
-


1453
Arciducato d'Austria
Alberto VI [il Prodigo]
Albero genealogico

(Vienna 1418 - 1463)
figlio di Ernesto di Stiria del ramo leopoldino, fratello dell'imperatore Federico III;
dal 1453 arciduca d'Austria;
1457-93, duca d’Austria (Friedrich V);



1453
-



1453
BOEMIA e UNGHERIA
Ladislaus [il Postumo]
Albero genealogico

(Komarom, Hungary 1440 - Praga 1457)
figlio di Alberto V d'Asburgo [l'Illustre] e di Elisabeth di Boemia;
1440-57, duca d’Austria;
[incoronato IV.1440]
nel 1452 viene dichiarato maggiorenne;
1453-57, re d’Ungheria (László V);
[ancora sotto l'influenza di G. Hunyadi.]
1453-57, re di Boemia;
[in Boemia il potere viene esercitato di fatto dall'hussita Giorgio Podebrad.]

 



1453
-



1453
REGNO di POLONIA
Casimiro IV
Albero genealogico

(Cracovia 1424 - Grodno 1492)
figlio di Ladislao II Jagellone e di Edvige d’Angiò;
1440-92, granduca di Lituania (Casimiro II);
eletto dalla nobiltà locale, con la sua nomina rende il paese indipendente di fatto dalla corona polacca;
1445-92, re di Polonia;
chiamato dalla dieta a succedere al fratello Ladislao III, ristabilisce l'unione personale tra i due stati, al fine di conservare alla dinastia degli Jagelloni almeno la corona della Lituania qualora perdesse quella elettiva della Polonia;


1453
-

1453
Albero genealogico

(Tangermünde 1413 - Neustadt sull'Aisch 1471)
figlio di Federico I e di Elisabetta di Baviera-Landshut;
1440-70, margravio ed elettore di Brandeburgo;
vero fondatore dello stato del Brandeburgo, divide il governo della marca con il fratello Federico [il Grosso] fino al 1463;
nel 1445 rifiuta la corona di Polonia;

1453
Federico II [il Pacifico o il Placido o il Mansueto]
Albero genealogico

(† 1464)
figlio di Federico I e di Caterina di Brunswick-Wolfenbüttel;
1428-64, duca elettore di Sassonia;




1453
ducato di Baviera
Ludwig IX di Wittelsbach [il Ricco]
Albero genealogico

(Burghausen 1417 - Landshut 1479)
figlio di Heinrich XVI [il Ricco], duca di Baviera-Landshut, e di Margarete d’Austria († 1447);
1445-79, duca di Baviera-Ingolstadt;
1450-79, duca di Baviera-Landshut;




Albrecht III di Wittelsbach [il Pio]
Albero genealogico

(Munich 1401 - Munich 1460)
figlio di Ernst I di Wittelsbach e di Elisabetta Visconti († 1432):
1438-60, duca di Baviera-Monaco;








1453
IMPERO BIZANTINO
Costantino XI Paleologo
Albero genealogico

(n. 1405 ca - Costantinopoli 1453)
terzo figlio di Manuele II e di Elena Dragases;
1443, despota di Morea;
1448, muore il fratello Giovanni VIII;
1449-53, imperatore;
salito al trono dopo aver tentato di restaurare il potere dei Paleologhi sulla Grecia;


1453
Costantinopoli: si vivono ore convulse, sotto la pressione montante dell'esercito ottomano che ha da poco ultimato la colossale fortezza di Rumeli Hisar, a due miglia appena dalle mura della capitale bizantina.
Le spie della colonia veneziana, comandata dal bailo Girolamo Minotto, hanno calcolato in non meno di centomila uomini l'esercito del sultano che si sta preparando all'assalto decisivo.
Approdano tuttavia cinque splendide galee veneziane, guidate dal vice-comandante del Golfo, Gabriele Trevisan. Egli sbarca insieme al metropolita di Kiev, ora diventato cardinale di Roma, il quale deve solennizzare l'unione fra le due Chiese.
Ma né il bailo né l'ammiraglio possono prevedere che l'ambizioso progetto dell'imperatore è destinato al fallimento perché:
- la quasi totalità del clero bizantino rifiuterà il "compromesso" e la sottomissione al papa;
- Venezia non avrà le forze per fronteggiare l'urto della flotta e dell'esercito turco e pertanto ordinerà alle galee di Gabriele Trevisan l'immediato rientro.

Febbraio
una notte il bailo e il resto della colonia veneziana di Costantinopoli si riuniscono in seduta segreta e decidono di impedire la partenza di Gabriele Trevisan e delle galee veneziane.
«Ne risponderete al doge!», protesta vivamente l'ammiraglio. Il bailo risponde con l'arroganza disperata di chi è seduto sul fuoco: «Qua el doge so mi.».
Ma ormai ottantamila soldati turchi cominciano l'assedio.

Aprile
2
, mentre egli ordina di ancorare le navi disponibili dietro la catena di sbarramento, la tenda di Mehmet II viene piantata davanti alla porta di San Romano (valle del Lygos) e i soldati si dispongono lungo le mura sulla terraferma; il pascià Zaganos, parente del sultano, si accampa a Galata con un gruppo di armati; molti cannoni sono piantati sul terreno ma soprattutto il grosso cannone costruito da Urbano di Transilvania, in versione definitiva, capace ora di lanciare palle da 600 chili a quasi due km di distanza;
15, il resto delle forze armate turche si schiera davanti alla città; il sultano dispone di 420 navi (piccole per la maggior parte), 58.200 uomini (truppe regolari) più gigantesche orde irregolari: dieci a uno il rapporto con le forze greche.
Il sultano, ciò nonostante, deve subire alcune sconfitte;
19, il sultano è quasi sul punto di abbandonare l'impresa;
20, tre navi genovesi inviate dal papa e un'altra dall'imperatore, carica di grano proveniente dalla Sicilia, si avvicinano al Corno d'Oro col vento in poppa, sfondano la barriera turca e fanno un ingresso trionfale a Costantinopoli con i cannoni ancora fumanti; rabbioso, il sultano, con un italiano facente parte del suo stato maggiore, escogita un piano…
22, prima del calare della notte settanta navi turche entrano nel porto della città;
28, il piano ideato da Giacomo Coco, capitano di una nave trapezuntica, per sconfiggere la flotta infiltrata non va a buon fine, forse per il tradimento dei genovesi di Galata.

A difendere la capitale d'Oriente si trovano settemila soldati dell'imperatore Costantino, insieme al nucleo dei veneziani e dei genovesi che risieddono nella cpaitale d'Orinete

Maggio
6
, la seconda bocca di fuoco (la prima si era sfaldata) di Urbano di Transilvania è pronta e comincia il suo lavoro;
19, nuovo attacco globale per mare e per terra;
28, il consiglio di guerra, dopo prese di posizione del visir Chalil-Pascià che vuole rompere l'assedio, in disaccordo con Zaganos e Ak Shemseddin, il massimo consigliere spirituale di Mehmet II, decide di sferrare un nuovo attacco in grande stile; lettere minatorie fatte arrivare all'interno delle mura fanno perdere il coraggio agli abitanti; solo Giustiniani rimane lucido e costringe il generale Lukas Notaras a potenziare le bocche da fuoco delle navi e le piazza alla porta di San Romano [oggi Topkapisi=porta del cannone] poi ordina ai sacerdoti di esporre le icone nei punti più minacciati del vallo, con monaci che cantano in coro per dare coraggio ai combattenti; l'imperatore invece si prepara a morire, partecipa alla grande processione pentecostale da Palazzo Blachernai a Santa Sofia; in Hagia Sophia si confessa e prende la comunione;
29, per fiaccare gli assediati vengono mandati avanti i bashibazuki (soldati provenienti da diversi popoli: ungheresi, russi, italiani e tedeschi, orde selvagge seguite dalle più disciplinate divisioni anatoliche, ma sia gli uni che gli altri sono respinti;
Giustiniani, rimasto ferito, si fa portar via su una lettiga e, seguito da quasi tutti gli taliani, abbandona il campo; i greci rimangono soli quando i giannizzeri sferrano l'attacco finale: Costantinopoli cade e del suo imperatore non se ne saprà più nulla: secondo alcuni è stato riconosciuto in un mucchio di cadaveri, una leggenda racconta invece del misterioso spalancarsi di una porta, mai esistita prima, nel muro di Hagia Sophia.
Tre giorni di saccheggi e misfatti indescrivibili seguono la conquista.



1453
IMPERO di TREBISONDA
[impero trapesuntino]
Giovanni IV

(? - ?)
figlio di Alessio IV;
1429 (26 apr)- 1458, imperatore di Trebisonda - autokrátor dei romani;


Bailo veneziano
Paolo Foscolo
(1450-54)
1453
soltanto dopo la presa di Costantinopoli è consentito al bailo di tornare a Venezia senza attendere il sostituto;
il regolare viagium Trapesunde viene interrotto.

Giugno
2
, la caduta di Pera (oltre a quella di Costantinopoli) interrompe i regolari collegamenti marittimi di Genova con le sue colonie e altera fortemente tutti i rapporti nel Mar Nero segnando l'inizio della sua traformazione in un lago turco.
Novembre
il comune di Genova, lacerato dai contrasti interni, spossato dalla guerra con Alfonso d'Aragona passa la gestione e il diritto di proprietà di tutti i suo possedimenti nel Mar Nero al Banco di San Giorgio. Quest'ultimo prende una serie misure per consolidare la gestione delle colonie, tra cui anche Trebisonda, tuttavia la loro importanza commerciale da questo momento sarà in costante diminuzione.


1453
IMPERO OTTOMANO
Mehmet II [Fatih - il conquistatore]
 

(1432 - 1481)
figlio di Murad II;
1444-46/1451-81, sultano;
sale al trono dopo aver fatto uccidere il fratello neonato Ahmet;
[Poiché il trono si eredita senza rispettare la regola dell'anzianità, la legge del fratricidio assume così valore giuridico.]






1453
Aprile
5
, inizia l'assedio di Costantinopoli;
Maggio
29
, conquistata Costantinopoli, egli non prende parte al saccheggio e riceve nella sua tenda il rappresentante del podestà di Galata per negoziare con lui lo status futuro della colonia genovese; dopo aver stilato rapporti per far giungere in ogni angolo dell'impero la notizia della sua vittoria, il quarto giorno dopo la conquista, ordina che cessi il saccheggio e prende possesso della città.










1453
RUSSIA
Basilio II [il Cieco ]
Albero genealogico
(n. 1415 - m. 1462)
figlio di Basilio I;
1425-62, gran principe di Mosca;
nel 1439 rifiuta di sottoscrivere la riunione della chiesa ortodossa a quella romana approvata dal concilio di Firenze;
nel 1445 non ha successo il suo sforzo per rendersi autonomo dal khan tataro venendo sconfitto;
solo nel 1448 può prevalere (era adolescente alla morte del padre) sui cugini rivali, dopo però violenti conflitti nel corso dei quali è stato pure accecato;
nel 1452 riesce ad ottenere l'indipendenza dal khan tataro bloccando le spedizioni contro Mosca del khan Ahmad;

 
-
1453
la conquista turca di Costantinopoli favorisce l'isolamento di Mosca e lo sviluppo di una chiesa nazionale russa (avendo egli già rifiutato l'unione delle chiese ortodossa e romana decisa al concilio di Firenze);




1453
REGNO di FRANCIA
Carlo VII [il Vittorioso]
Albero genealogico
(Parigi 1403 - Mehun-sur-Yèvre 1462)
figlio di Carlo VI e di Elisabeth di Baviera-Ingolstadt;
1422-61, re di Francia;
[fino alle vittorie di Giovanna d'Arco il titolo non ha avuto per lui alcun significato]
nel 1429 viene incoronato a Reims;
nel 1435 si arriva alla riconciliazione con il duca di Borgogna Filippo III [il Buono];
1443-50, sua amante ufficiale [la prima nella storia dei re di Francia] è la bella e famosa Agnés Sorel, che gli darà quattro figlie;
nel 1452, ben felice di immischiarsi nelle vicende di casa Savoia, se non altro per vendicarsi del matrimonio di suo figlio il Delfino con Carlotta di Savoia concluso a sua insaputa, comincia per prima cosa a disputare sull'omaggio dei marchesi di Saluzzo dovuto ai Savoia [eterna diatriba], poi prende le armi e va contro Ludovico di Savoia;




Primo ministro
[Sovrintendente delle Finanze]
-
Cancelliere-Guardasigilli
-
Segretario di stato agli Affari Esteri
-
 
1453
-




1453
ducato d’Angiò
Renato I [il Buono]
Albero genealogico

(Angers 1409 - Aix-en-Provence 1480)
secondogenito di Luigi II duca d'Angiò e di Iolanda figlia del re di Aragona;
1417, succeduto al padre, viene affidato allo zio materno Luigi, cardinale e duca di Bar; sposa in seguito Isabella figlia di Carlo II di Lorena;
1430-80, duca di Bar;
1430, eredita il ducato dallo zio cardinale Luigi;
1431-53, duca di Lorena;
1431, muore il suocero; pur dovendo diventare signore della regione, deve affrontare l'opposizione di Antonio di Vaudémont (appoggiato dal duca di Borgogna) che lo sconfigge e lo prende prigioniero a Bugnéville dove rimane in queste condizioni fino al 1432;
1434, l'imperatore Sigismondo suggella il suo diritto sulla Lorena;
1434-80, duca d'Angiò e conte di Provenza;
eredita l'Angiò dal fratello Luigi III;
1434-80, re di Sicilia (titolare);
nel 1437, dopo essere stato prigioniero dal 1435 (già una prima volta nel 1431-32) del duca di Borgogna, ottiene la libertà (e il possesso della Lorena) solo grazie ad un enorme riscatto in danaro e in città;
sbarcato nel 1438 nell'Italia meridionale vi si trattiene cercando di aver ragione di Alfonso V d'Aragona;
nel 1442, non riuscendo ad aver ragione di Alfonso V d'Aragona, dall'Italia meridionale si ritira in Francia mantenendo però il titolo regio;
1453
dopo aver combattuto con Carlo VII nell'ultimo periodo della guerra dei cent'anni fino alla definitiva conquista della Normandia, varca nuovamente le Alpi, in difesa dei suoi vecchi alleati italiani, Firenze e Milano, impegnati contro Alfonso di Napoli nella speranza di occupare il regno;
non potendo far nulla, torna in Francia: cede la Lorena al figlio Giovanni, sposa in seconde nozze Giovanna di Laval e si ritira in Provenza al cui governo si dedicherà negli anni seguenti;





1453
-


1453
ducato di Borgogna
Filippo III [il Buono]
Albero genealogico
(Digione 1396 - Bruges 1467)
figlio di Giovanni [Senza paura] e di Margherita di Baviera;
1419-67, duca di Borgogna e conte di Fiandra;
succeduto al padre, assassinato dagli armagnacchi;
nel 1428 acquista la contea di Namur;
nel 1430 eredita dal cugino Filippo di Saint-Pol il Brabante e il Limburgo;
nel 1433 ottiene definitivamente il possesso di Olanda, Zelanda, Hainaut;
1437-38, ribellione di Bruges;
nel 1441, per via di negoziati, ottiene il Lussemburgo;




 
-
1453
1451-53, ribellione di Gand: reprime con durezza la ribellione di Gand;



 
1453
ducato di Savoia
Ludovico
Albero genealogico
(Ginevra 1413 - Lione 1465)
figlio di Amedeo VIII [il Pacifico] e di Marie di Borgogna-Valois;
1431, alla morte del fratello maggiore Amedeo eredita il titolo di principe di Piemonte;
1434-65, conte di Aosta, Maurienne e Nizza;
1434-65, duca di Savoia;
dopo l'abdicazione del padre;
nel 1441 cede al duca di Bourbon l'omaggio del paese di Dombe;
nel 1442 sposa Anna di Lusignano, figlia di Giano re di Cipro, di cui si è innamorato perdutamente; mentre gli abusi e i disordini a corte si moltiplicano, il regno di Cipro è per casa Savoia niente più che un titolo;
nel 1445 è costretto a cedere a Carlo VII il Valentinois; vengono inoltre cedute alla Francia le ragioni sulle contee di Valenza e di Die, avendone in cambio l'esonero dell'omaggio che dal 1355 si prestava alla Francia per la baronia di Fossignì;
nel 1446 si trova in mezzo alle lotte fra fazioni nobiliari dei Douglas-Livingstone e dei Crichton;
nel 1447, alla morte di Filippo Maria Visconti che lascia vedova Maria di Savoia sua sorella, cerca di far valere i diritti sabaudi alla successione nel ducato di Milano ma alla fine deve riconoscere la signoria di Francesco Sforza;
nel 1448 i conti di Polenzo, alcuni tra i marchesi del Carretto e i Grimaldi per la metà di Mentone e Roccabruna riconoscono il dominio dei loro feudi da parte di casa Savoia;
nel 1452, con il trattato di Cleppié, deve riconoscere la supremazia della monarchia francese sul ducato sabaudo;
vengono intanto rinnovati i provvedimenti per impedire nel ducato d'Aosta le discordie tra preti (sempre molto desiderosi di estendere il loro comando) e laici per causa di giurisdizione [sarà rinnovato nel 1488];
Friburgo riconosce casa Savoia come sua sovrana;




 
-
1453
-




1453
REGNO d'INGHILTERRA
Enrico VI
Albero genealogico

(Windsor 1421 - Londra 1471)
figlio unico di Enrico V e di Caterina di Valois;
1422-61, 1470-71, re d'Inghilterra;
ancora in fasce, poco dopo, alla morte del nonno Carlo VI, viene proclamato anche re di Francia;
sotto la reggenza degli zii Giovanni di Bedford (reggente in Francia) e Humphrey di Gloucester assiste impotente ai disastrosi risultati dell'ultima fase della guerra dei cent'anni;
nel 1445 sposa Margherita d'Angiò;
[con la nuova sposa, alleata ai Beaufort contro il partito popolare facente capo a Riccardo, duca di York, spera di giungere ad una composizione onorevole della questione francese.];
1453
poiché egli inizia a dare segni di pazzia, la guida effettiva del governo viene presa da Riccardo di York; nello stesso tempo però la moglie Margherita d'Angiò dà alla luce il figlio Edoardo;







1453
Luglio
alla fine della guerra dei cent'anni, agli inglesi del territorio francese non resta che Calais, mentre al suo interno c'è un'ondata di miseria e di conseguenti rivolte sociali;

«guerra delle due rose»
o
Wars of the Roses
(Guerre delle rose)
1455-1485
Inghilterra:
- Lancaster (rosa rossa)
- York (rosa bianca)

La causa profonda è il dissesto economico e politico dopo la definitiva sconfitta subita nella guerra dei cent'anni.

1453
l'Inghilterra mantiene in Francia la sola Calais; 
Enrico VI di Lancaster decide di sostituire Riccardo di York, primo uomo di corte ed effettivo capo del governo con il rivale Edmondo Beaufort duca di Somerset (1454) provocando un'aperta rivolta che crea in breve tempo due schieramenti:
- Lancaster: il re (ormai demente, guidato dalla moglie Margherita d'Angiò), i grandi feudatari del nord;
- York: molti feudatari del sud e dell'est tra cui i Neville, i nuovi nobili e i borghesi.

a

1453
REGNO di SCOZIA
Giacomo II
Albero genealogico

(Holyrood 1430 - Roxburgh 1460)
figlio di Giacomo I Stuart e di Joan Beaufort;
1437-60, re di Scozia;
[divenuto re a soli 7 anni dopo l'assassinio del padre]
nel 1449, dopo essersi trovato in mezzo alle lotte fra fazioni nobiliari dei Douglas-Livingstone e dei Crichton, assume direttamente il potere riprendendo la politica paterna di lotta contro i grandi feudatari;
nel 1452, nella lotta contro i grandi feudatari, trama una congiura contro il più potente ramo dei Douglas (detti "neri") sconfiggendoli poi in campo aperto ad Arkinholm;



1453
-

a

1453
REGNO di DANIMARCA e REGNO di NORVEGIA
Christian I
Albero genealogico
(Oldenburg 1426 - Copenhagen 1481)
figlio di Dietrich [il Fortunato], conte von Oldenburg, e di Adelheid von Oldenburg-Delmenhorst;
1448-81, conte von Oldenburg;
1448-81, re di Danimarca (Christian I);
eletto su designazione del Rigsraad (gran consiglio), diviene il capostipite della dinastia di Oldenburg;
1450-81, re di Norvegia;





1457-64, re di Svezia;
1459-81, conte di Schleswig e Holstein;
1474-81, duca di Schleswig e Holstein;






1453
-

1453
REGNO di SVEZIA
Carlo VIII Knutsson
Albero genealogico
(n. 1409 - m. 1470)
figlio di Knut Thodsson, cavaliere svedese della famiglia Bonde;
1434, aderisce alla rivolta della nobiltà svedese condotta da Engelbrekt Engelbrektsson contro l'unione di Kalmar con cui erano state congiunte le tre corone di Danimarca, Norvegia e Svezia;
1436, alla morte di Engelbrekt, si trova a capo del partito indipendentista che desidera una corona svedese autonoma e che ha il suo nerbo nei liberi contadini;
1440, pur sempre aristocratico, favorisce il ristabilimento dell'unione di Kalmar, ottenendo dal nuovo re Cristoforo I di Baviera, creatura dell'Hansa, vaste terre e l'intera Finlandia;
1448-57, 1464-65, 1467-70, re di Svezia;
acclamato dopo la morte di Cristoforo I;
1449-50, re di Norvegia;
avuta la corona in seguito ad una spedizione militare, l'anno successivo deve subito cederla a Christian I di Danimarca;









1453
-

 

Richard Neville (n. 1428-Barnet, presso Londra 1471)
figlio di Richard Neville conte di Salisbury;
1450-71, conte di Warwick;






1453
REGNO di PORTOGALLO
Alfonso V [l'Africano]
Albero genealogico
(Sintra, Lisbona 1432 - 1481)
figlio di Edoardo I e di Eleonora di Aragona;
1438-81, re di Portogallo;
1440-48, sotto la reggenza dello zio dom Pedro;
nel 1448 sposa sua cugina Isabella (figlia dello zio dom Pedro) e prende in mano il governo del paese;
Nel 1449, nella battaglia di Alfarrobeira, vince lo zio dom Pedro;




1453
-


1453
REGNO di ARAGONA
Alfonso V [il Magnanimo]
Albero genealogico

(Medina del Campo 1394 – Napoli 27 giu 1458)
figlio di Ferdinando I e di Leonor Urraca di Castiglia-Albuquerque;
1416-58, re di Aragona;
succeduto al padre, tenta il grande disegno di riunificazione di Napoli alla Sicilia;
nel 1421, fattosi adottare dalla regina Giovanna II d'Angiò, si reca a Napoli con la sua corte;
nel 1423, in seguito a contrasti fra Catalogna e Aragona e lotte per la successione al trono di Castiglia, riporta la pace; si trattiene in patria fino al 1432;
nel 1433 ritorna definitivamente in Italia per conquistare prima e costruire poi il nuovo regno;
1435-58, re di Napoli; (Alfonso I)
nel 1435, nel corso della battaglia navale di Ponza, viene fatto prigioniero da Filippo Maria Visconti; quando il destino della monarchia aragonese sembra ormai segnato, egli stipula con il duca di Milano una pace separata impegnandosi a pagare un forte riscatto, a rinunciare alle sue pretese sulla Corsica e sulla Toscana e a combattere Francesco Sforza;
1442-58, re di Sicilia;
[re di Sicilia citra et ultra Pharum o rex utriusque Siciliae (titolo che diverrà regno delle Due Sicilie nel 1816)]





1453
-




1453
REGNO di CASTIGLIA e di LÉON
JUAN II
Albero genealogico

(Toro 6 mar 1405 - Valladolid 20 lug 1454)
figlio di Enrico III [il Malaticcio] e di Catherine di Lancaster;
1406-1454, re di Castiglia e di Léon;
[sotto la reggenza dello zio e della madre.]


1453
-

1453
REGNO di NAVARRA
Giovanni II
Albero genealogico

(Medina del Campo 1397 - Barcellona 1479)
figlio di Ferdinando I e di Eleonora di Castiglia;
1415-16, viceré di Sicilia;
1425-79, re di Navarra;
succeduto alla morte di Carlo III [il Nobile], padre di sua moglie Bianca;
nel 1435 partecipa alla spedizione del fratello Alfonso V il Magnanimo per la conquista di Napoli ma viene catturato a Ponza e condotto a Milano dove riconquista la libertà grazie a Filippo Maria Visconti;
nel 1441, alla morte della moglie Bianca, nega al figlio Carlo, principe di Viana, il diritto di succedere alla madre sul trono di Navarra come previsto dal testamento della stessa sovrana;
nel 1447 si risposa con Giovanna Enriquez, figlia dell'ammiraglio di Castiglia, ed i rapporti con il figlio Carlo, avuto dalla prima moglie Bianca, peggiorano ulteriormente; dal nuovo matrimonio nasce Ferdinando, futuro sposo di Isabella di Castiglia; lo scontro tra padre e figlio è inevitabile ma Carlo ha la peggio e, diseredato a favore della sorella Eleonora (moglie di Gastone IV di Foix), fugge a Napoli;




1458-79, re d'Aragona;


1453
-
a



1453
REPUBBLICA DI GENOVA
"Compagna Communis Ianuensis"
Pietro di Campofregoso
Albero genealogico

(? - ?)
figlio di;
1450 8 set - gen 1458, doge di Genova;


1453
-


1453
ducato di Milano
Francesco Sforza
Albero genealogico
(San Miniato, Pisa 1401-Milano 1466)
figlio di Muzio Attendolo [Sforza] e della sua compagna Lucia di Torsciano;
1424-26, viceré della Calabria;
1430, condottiero al servizio di Filippo Maria Visconti, in lotta contro Venezia;
morta la sua prima moglie gli viene offerta in sposa da Filippo Maria Visconti la figlia e unica erede Bianca Maria;
1433-66, marchese di Ancona;
gonfaloniere della chiesa per l'Umbria, è ora al servizio del pontefice;
nel 1440, ancora gonfaloniere della chiesa per l'Umbria ma tornato l'anno precedente al servizio dei veneziani contro Milano, dopo la sconfitta del Piccinino ad Anghiari non vuole varcare l'Adda e penetrare in territoiro visconteo, prodigandosi viceversa perché si arrivi alla pace;
nel 1441, con la pace di Cremona, ha finalmente in sposa Bianca Maria Visconti;
nel 1443 è osteggiato dal suocero che invia il Piccinino contro i suoi domini nelle Marche riuscendo a muovergli contro anche Eugenio IV che revoca le concessioni fattegli dieci anni prima; nel contempo anche le sue terre abruzzesi cedono sotto gli attacchi di Alfonso d'Aragona; esce dal difficile momento con l'aiuto di Firenze e Venezia ottenendo la vittoria negli scontri decisivi di Monte Loro e di Montolmo;
nel 1444 fa pace col papa che gli conferma le Marche;
nel 1447, alla morte di Filippo Maria Visconti senza aver designato eredi, raggiunge la Lombardia; al soldo prima della Repubblica Ambrosiana (succeduta al Visconti in un'effimera signoria su Milano), poi di Venezia, ma in realtà agendo da principe autonomo, occupa l'una dopo l'altra tutte le città del dominio visconteo, che nel frattempo si sono rese indipendenti;
1450-66, duca di Milano;
incoronato dopo il suo ingresso in Milano [pur sollecitata, non avrà mai la legittimazione del suo principato da parte dell'impero];






 
1453
-


1453
REPUBBLICA DI VENEZIA
"La Serenissima"
Francesco Foscari
Albero genealogico
(Venezia 19 giu 1373 – Venezia 1º nov 1457)
primogenito di Nicolò di Giovanni e di Caterina di Giovanni Michiel.
1423-57, doge di Venezia; [65°]


- nunzio pontificio: ? (? - ?)
- ambasciatore di Spagna: ? (? - ?)

1453
Da tempo ormai Bisanzio (già assassinata nel 1205 dai cristiani della quarta crociata) ha deciso di sprofondare da sola. D'altra parte i bizantini hanno anche liquidato in modo sdegnoso il tentativo delll'imperatore Giovanni VIII di ricucire lo scisma con la Chiesa di Roma rifiutando il "compromesso teologico" del patriarca Giuseppe il quale è stato ripudiato.

Maggio
9
, solo ora partono la flotta striminzita (venti galee) di Loredan; l'ordine del senato è di fare scalo a Corfù dove è ancorata una galea, e infine di incontrare nel porto di Tenedo tale capitano Alvise Longo che comanda un'altra nave veneziana. Tutti insieme a "vele corte" si dovranno poi dirigere verso Costantinopoli.
Sulla nave ammiraglia di Loredan viaggia anche Bartolomeo Marcello, ambasciatore specialissimo, che ha l'incarico di parlare al sultano con tutta la delicatezza che la situazione consiglia. È stato anche autorizzato a spendere fino a 1200 ducati d'oro per offrire "doni di prestigio" al sultano e ai suoi consiglieri più influenti.
[Va da sé che la flotta di Loredan giungerà troppo tardi, com'è nei piani del senato e dello stesso ammiraglio.]

29, caduta di Costantinopoli: in città perdono la vita 47 nobili veneziani e 20 rimangono prigionieri con il bailo Giacomo [o Girolamo?] Minotto che viene ucciso con crudeltà.
Il sultano Mehmet II ha aperto così un varco alla dominazione ottomana del Mediterraneo, puntando al cuore dell'Europa cristiana, ma nei litigiosi Stati italiani la notizia non solleva alcuna apprensione. Anzi, si tira un sospiro di sollievo o addirittura si esulta:
- Milano: Francesco Sforza spera che Venezia si sveni nella guerra contro Mehmet II per poi colpirla alle spalle;
- Napoli: gli aragonesi contano di prendere il posto della Serenissima nell'Adriatico;
- Firenze: città splendida ma terragna (dove «nessuno sa nuotare»), ci si frega le mani per il solo gusto di vedere affogare la "Sposa del Mare".
- Genova: qui, addirittura, l'odio per i veneziani è più forte di ogni ragione, nonostante la vittoria di Mehmet II abbia segnato la fine della prosperità occidentale.

In Italia Francesco Sforza, ricevuto l'aiuto dai francesi, si impadronisce non solo di molte terre del bergamasco e nel bresciano ma anche della Val Camonica, della Fortezza degli Orizinovi e di tutta la Giera d'Adda; non riesce invece ad espugnare la Fortezza d'Asola;
i veneziani dal canto loro riescono ad assumere al loro servizio, per mezzo di Andrea Zuliano, il capitano Bartolomeo Colleoni con l'esborso di 25.000 ducati oltre al conferimento del possesso di Martinengo, Romano e Malpaga, con l'impegno preciso di comandare 3000 cavalieri e 1000 fanti sotto le insegne veneziane.


1453
Repubblica di Firenze
Cosimo de' Medici [il Vecchio]
Albero genealogico

(Firenze, 27 set 1389 – Careggi, 1º ago 1464)
figlio di Giovanni di Bicci, fondatore del Banco Medici (1397), e di Riccarda [Nannina] de’ Bueri;
1416, sposa Contessina de’ Bardi († 1473), figlia di Alessandro de’ Bardi, conte di Vernio;
1429-64, signore de facto di Firenze;
1439, gonfaloniere di giustizia;



 

 
1453
-

 

1453
REGNO di NAPOLI e REGNO di SICILIA
Alfonso V [il Magnanimo]
Albero genealogico

(Medina del Campo 1394 – Napoli 27 giu 1458)
figlio di Ferdinando I e di Leonor Urraca di Castiglia-Albuquerque;
1416-58, re di Aragona;
1435-58, re di Napoli; (Alfonso I)
1442-58, re di Sicilia;
[re di Sicilia citra et ultra Pharum o rex utriusque Siciliae (titolo che diverrà regno delle Due Sicilie nel 1816)]

– vedi sopra –




Ferdinando I o Ferrante
Albero genealogico

(1431 ca - Napoli 1494)
figlio naturale di Alfonso V [il Magnanimo];
1443-58, duca di Calabria;
[titolo spettante tradizionalmente agli eredi al trono di Napoli.]
nel 1445 sposa Isabella di Chiaramonte;




1458-94, re di Napoli;




Renato I [il Buono]
Albero genealogico

(Angers 1409 - Aix-en-Provence 1480)
secondogenito di Luigi II duca d'Angiò e di Iolanda figlia del re di Aragona;
1430-80, duca di Bar;
1431-53, duca di Lorena;
1434-80, duca d'Angiò e conte di Provenza;
eredita l'Angiò dal fratello Luigi III;
1434-80, re di Sicilia (titolare);
sbarcato nel 1438 nell'Italia meridionale vi si trattiene cercando di aver ragione di Alfonso V d'Aragona;
nel 1442, non riuscendo ad aver ragione di Alfonso V d'Aragona, dall'Italia meridionale si ritira in Francia mantenendo però il titolo regio;




– vedi sopra –




1453
-
a



Albuquerque, Afonso de [il Grande] (Alhandra, Lisbona 1453-Goa 1515) politico portoghese;
Cancioneiro de Resende (1516, Canzoniere di Resende, collaborazione)
Cartas para el-Rey (edite solo nel 1884, Lettere al re di Portogallo).

Barbaro, Ermolao [il Giovane] (Venezia 1453/54-Roma 1493) umanista e filologo veneziano, formatosi alla scuola del cugino Ermolao il Vecchio, vescovo di Verona, e poi alla scuola romana di Pomponio Leto, Gaza e Merula; tradusse Temistio; e studiò Dioscoride e Aristotele;
De coelibatu (1472)
1475-76, commenta le opere morali di Aristotele all'università di Padova;
De officio legati (1489-91)
1491, ex ambasciatore della Serenissima, è creato patriarca di Aquileia;
Castigationes Plinianae (1492-93)
Carmina
Orationes

Epistolario (famosa la lettera in cui discute sullo stile con G. Pico della Mirandola).

– Benivieni, Girolamo (Firenze 1453-1542) poeta italiano, amico di G. Pico della Mirandola e di M. Ficino, fu educato al culto di Platone; tradusse dal latino i Salmi;
Canzone dell'amor celeste e divino (1486, documento importante della diffusione del platonismo nel Quattrocento; è dato alle stampe soltanto nel 1519, preceduto da un Commento di G. Pico della Mirandola, per gli scrupoli religiosi dell'autore, suggestionato dalla predicazione di G. Savonarola, del quale diventa seguace)
Semplicità della vita cristiana di G. Savonarola (traduzione)
Commento sopra a più sue canzoni et sonetti dello Amore e della bellezza divina (1500)
Dialogo di Antonio Manetti circa al sito, forma et misure dello Inferno di Dante Alighieri (1506).

Beroaldo, Filippo [il Vecchio] (Bologna 1453-1505) erudito italiano, professore di retorica e di poesia a Bologna; rinnovò la filologia umanistica, rinunciando a considerare Cicerone modello unico e additando l'importanza di autori come Properzio, Svetonio e Apuleio; approntò edizioni di testi classici ricchissime di erudizione antiquaria;
Libellus de optimo statu
Heptalogos sive septem sapientes
Declamatio ebriosi,scortatoris et aleatoris de vitiositate disceptantium
Adnotationes centum (1488)
Orationes (1490)
Varia opuscola (1505).

Marullo Tarcaniota, Michele (Costantinopoli 1453-Volterra 1500) poeta italiano e filologo d'origine greca
Corresse il testo di Lucrezio e criticò il Miscellanea di Poliziano.
Epigrammata (1497, IV libri)
Hymni naturales (1497, IV libri)
Neniae (1532, postume).

Medici, Giuliano de' (1453-1478, assassinato)
[Figlio del banchiere fiorentino Piero e fratello di Lorenzo.]
1478, 26 aprile, viene ucciso durante la congiura dei Pazzi
dopo un mese dalla sua morte viene legittimato il figlio Giulio (futuro papa Clemente VII).



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guerra dei cent'anni
(1337-1453)

«segue da 1444»
1453
privi dell'alleanza borgognona, gli inglesi cominciano a cedere: dopo il successo di Formigny (1449-50), grazie al quale è liberata la Normandia, è ora la volta della Guienna, liberata dopo la battaglia di Castillon;
di fatto la guerra è terminata: gli inglesi in terra di Francia hanno solo Calais (la terranno fino al 1558);
«segue 1475»

pace di Lodi

parti in causa:
- Francesco Sforza, Firenze, Genova e Mantova
- Venezia, re di Napoli, duca di Savoia, marchese di Monferrato
1453, 29 maggio, affrettato dall'annuncio della caduta di Costantinopoli in mano agli ottomani, e sollecitato da papa Niccolò V, l'accordo viene sottoscritto da Francesco Sforza e dai rappresentanti della repubblica di Venezia con il tacito consenso di Firenze, ma non senza il malumore degli altri partecipanti al conflitto, sorto per la successione per il ducato di Milano;
sancisce la successione dello Sforza al ducato di Milano e la restituzione a Venezia di Bergamo e Brescia fissando il confine tra i due stati al fiume Adda (Venezia conserverebbe Crema; Milano la Ghiaradadda);
divenuto ben presto accordo generale per l'adesione degli altri stati e garantita dalla costituzione della lega italica, la pace di Lodi segna in Italia l'inizio di un periodo di stabilità politica destinato a protrarsi per quasi tutta la seconda metà del sec. XV.

Banco di San Giorgio

«segue da 1447»
1453, la Casa di san Giorgio assume i diritti di sovranità territoriale sulla Corsica; quindi su Caffa e le colonie del Tauro, sulla Val d'Aroscia, Pieve di Teco, Ventimiglia, Levanto, Sarzana e Ponzano;
«segue 1539»

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