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Papa
Pio II

(1458-64)

1463
bandisce pubblicamente  la crociata; sollecita l'abolizione della «Pragmatica sanctio» di Bourges, inizia a scrivere i Commentarii;

ANNO 1463 





1463
SACRO ROMANO IMPERO
Friedrich III
Albero genealogico
(Innsbruck 1415 - Linz 1493)
figlio di Ernst I [il Ferreo], duca di Stiria, e di Zimburga di Masovia [Piasti];
[appartiene al ramo leopoldino degli Asburgo.]
1424-93, duca di Stiria, Carinzia, Carniola e Tirolo (Federico V);
[succeduto al padre]
1440-93, re di Germania e dei romani (Federico IV);
alla morte del cugino Alberto II riceve dai principi elettori sia la corona sia la tutela di Ladislao [Postumo] erede di tutti i territori posseduti dal ramo albertino degli Asburgo nonché delle corone di Boemia e d'Ungheria;
nel 1438, con il concordato di Vienna, ottiene da papa Niccolò V una serie di concessioni e di rinunzie a favore della corona e dei principi tedeschi che gli valgono una notevole preponderanza sulla chiesa in Germania;
1452-93, imperatore del Sacro Romano Impero (Federico III);
riceve la corona imperiale a Roma dalle mani di Niccolò V;
dal 1453 arciduca d'Austria;
1457-93, duca d’Austria (Friedrich V);
nel 1457, alla morte di Ladislao [Postumo], rivendica a sé il diritto all'eredità di tutti i possessi territoriali della casata asburgica e, ottenutili dopo non poche lotte, unifica i domini acquistati, costituendo così il più esteso tra gli stati tedeschi:
Austria eretta in arciducato (1453), Stiria, Carinzia, Carniola, Tirolo;
nel 1458 non riesce a salvaguardare i suoi diritti sui regni di Boemia e d'Ungheria;

1463
-


1463
Arciducato d'Austria
Alberto VI [il Prodigo]
Albero genealogico

(Vienna 1418 - 1463)
figlio di Ernesto di Stiria del ramo leopoldino, fratello dell'imperatore Federico III;
dal 1453 arciduca d'Austria;
1457-93, duca d’Austria (Friedrich V);
nel 1457, alla morte di Ladislao [Postumo], con cui si estingue il ramo albertino, rivendica per sé l'eredità e l'imperatore gli concede l'Alta Austria;
nel 1462, con l'appoggio dei principi e della nobiltà ribelli a Federico III, ottiene anche Vienna e la Bassa Austria;



1463
-



1463
REGNO di BOEMIA
Giorgio Podebrad

(Podebrady 1420 - Praga 1471)
esponente dell'aristocrazia ceca hussita; capo del gruppo utraquista (hussiti moderati);
1439, alla morte di Alberto I d'Asburgo ha un ruolo politico di rilievo;
1448, conquista Praga;
1452, viene eletto governatore della Boemia assumendo di fatto la direzione politica del paese;
1453, la conserva anche dopo il raggiungimento della maggiore età di Ladislao [Postumo];
1458-71, re di Boemia;
eletto alla morte di Ladislao [Postumo];
nel 1462 si inasprisce la controversia con la Santa Sede quando Pio II annulla i Compactata;

 



1463
-



1463
REGNO d'UNGHERIA
Mattia Corvino

(Kolozssvár 1440 - Vienna 1490)
figlio di János Hunyadi;
1458-90, re d'Ungheria;
proclamato grazie alle vaste aderenze e alle ricchezze della sua casata;

 



1463
-



1463
REGNO di POLONIA
Casimiro IV
Albero genealogico

(Cracovia 1424 - Grodno 1492)
figlio di Ladislao II Jagellone e di Edvige d’Angiò;
1440-92, granduca di Lituania (Casimiro II);
eletto dalla nobiltà locale, con la sua nomina rende il paese indipendente di fatto dalla corona polacca;
1445-92, re di Polonia;



1463
1456-66, lunga guerra contro i cavalieri teutonici;

1463
Albero genealogico

(Tangermünde 1413 - Neustadt sull'Aisch 1471)
figlio di Federico I e di Elisabetta di Baviera-Landshut;
1440-70, margravio ed elettore di Brandeburgo;
vero fondatore dello stato del Brandeburgo, divide il governo della marca con il fratello Federico [il Grosso] fino al 1463;
nel 1445 rifiuta la corona di Polonia;
nel 1454 acquista dall'Ordine teutonico la Neumark;
1463
muore il fratello Federico [il Grosso] con cui ha finora governato lo stato;

1463
Federico II [il Pacifico o il Placido o il Mansueto]
Albero genealogico

(† 1464)
figlio di Federico I e di Caterina di Brunswick-Wolfenbüttel;
1428-64, duca elettore di Sassonia;




1463
ducato di Baviera
Ludwig IX di Wittelsbach [il Ricco]
Albero genealogico

(Burghausen 1417 - Landshut 1479)
figlio di Heinrich XVI [il Ricco], duca di Baviera-Landshut, e di Margarete d’Austria († 1447);
1445-79, duca di Baviera-Ingolstadt;
1450-79, duca di Baviera-Landshut;




Johann IV di Wittelsbach
Albero genealogico

(Munich 1437 - Haidhausen 1463)
figlio di Albrecht III [il Pio] e di Anna von Braunschweig-Grubenhagen;
1460-63, duca di Baviera-Monaco;
[con il fratello Sigmund]





Sigmund di Wittelsbach
Albero genealogico

(Straubing (?) 1439 - Schloß Blutenberg 1501)
figlio di Albrecht III [il Pio] e di Anna von Braunschweig-Grubenhagen;
1460-67, duca di Baviera-Monaco;
[con il fratello Johann IV]









1463
IMPERO OTTOMANO
Mehmet II [Fatih - il conquistatore]
 

(1432 - 1481)
figlio di Murad II;
1444-46/1451-81, sultano;
sale al trono dopo aver fatto uccidere il fratello neonato Ahmet;
[Poiché il trono si eredita senza rispettare la regola dell'anzianità, la legge del fratricidio assume così valore giuridico.]
nel 1454 Costantinopoli [Kostantiniye, Istanbul 500 anni dopo] diventa capitale dell'impero.
nel 1460 liquida il despotato di Morea, uno degli ultimi possessi bizantini;
nel 1461 liquida l'impero di Trebisonda, uno degli ultimi possessi bizantini;





1463
inizia con Venezia una lunga guerra per i predominio del Mediterraneo orientale; attacca diverse volte Scanderbeg in Albania senza tuttavia sconfiggerlo;


1463
REGNO di CIPRO e di GERUSALEMME
Giacomo II [il Bastardo]  

(Nicosia 1440 ca - 1473)
figlio naturale di Giovanni II di Lusignano;
1460-73, re di Cipro e di Gerusalemme;
[dopo aver spodestato, con l'aiuto del sultano di Egitto, la sorella Carlotta ed il marito Luigi di Savoia, costretti all'esilio.]




1463
-






1463
RUSSIA
Ivan III [il Grande]
Albero genealogico
(Mosca 1440 - 1505)
figlio di Basilio II [il Cieco] ;
1449, già co-reggente del padre;
1462-1505, gran principe di Mosca;
continua con esito favorevole la politica di unione delle terre russe già iniziata dai suoi predecessori, superando l'ostilità della Lituania e dell'Orda d'Oro;

 
-
1463
-


1463
Moldavia
Stefano III [il Grande]
(n. 1433 ca - m.1504)
figlio del principe Bogdan II della stirpe dei Musat;
1451, dopo la morte del padre, ucciso dal fratello Pietro III Aron, intraprende con quest'ultimo una lunga guerra;
1457-1504, voivoda di Moldavia;
grazie anche all'appoggio di Vlad III di Valacchia;

 
-
1463
-




1463
REGNO di FRANCIA
Luigi XI
Albero genealogico
(Bourges 1423 - Plessis-les-Tours 1483)
figlio di Carlo VII [il Vittorioso] e di Maria d'Angiò;
incaricato del governo del Delfinato, agisce con durezza ed energia; per aver poi partecipato ad una rivolta di nobili contro il padre deve esulare per cinque anni alla corte di Federico III [il Buono];
1461-83, re di Francia;
salito al trono, mette da parte i consiglieri del padre e si circonda soltanto di persone fedeli tratte dalla borghesia o dalla piccola nobiltà (Philippe de Commynes e Jean de Balue) trovandosi ovviamente di fronte l'opposizione dei grandi feudatari;




Primo ministro
[Sovrintendente delle Finanze]
-
Cancelliere-Guardasigilli
-
Segretario di stato agli Affari Esteri
-
 
1463
-




1463
ducato d’Angiò
Renato I [il Buono]
Albero genealogico

(Angers 1409 - Aix-en-Provence 1480)
secondogenito di Luigi II duca d'Angiò e di Iolanda figlia del re di Aragona;
1417, succeduto al padre, viene affidato allo zio materno Luigi, cardinale e duca di Bar; sposa in seguito Isabella figlia di Carlo II di Lorena;
1430-80, duca di Bar;
1430, eredita il ducato dallo zio cardinale Luigi;
1431-53, duca di Lorena;
1431, muore il suocero; pur dovendo diventare signore della regione, deve affrontare l'opposizione di Antonio di Vaudémont (appoggiato dal duca di Borgogna) che lo sconfigge e lo prende prigioniero a Bugnéville dove rimane in queste condizioni fino al 1432;
1434, l'imperatore Sigismondo suggella il suo diritto sulla Lorena;
1434-80, duca d'Angiò e conte di Provenza;
eredita l'Angiò dal fratello Luigi III;
1434-80, re di Sicilia (titolare);
nel 1437, dopo essere stato prigioniero dal 1435 (già una prima volta nel 1431-32) del duca di Borgogna, ottiene la libertà (e il possesso della Lorena) solo grazie ad un enorme riscatto in danaro e in città;
sbarcato nel 1438 nell'Italia meridionale vi si trattiene cercando di aver ragione di Alfonso V d'Aragona;
nel 1442, non riuscendo ad aver ragione di Alfonso V d'Aragona, dall'Italia meridionale si ritira in Francia mantenendo però il titolo regio;
nel 1453, dopo aver combattuto con Carlo VII nell'ultimo periodo della guerra dei cent'anni fino alla definitiva conquista della Normandia, varca nuovamente le Alpi, in difesa dei suoi vecchi alleati italiani, Firenze e Milano, impegnati contro Alfonso di Napoli nella speranza di occupare il regno;
non potendo far nulla, torna in Francia: cede la Lorena al figlio Giovanni, sposa in seconde nozze Giovanna di Laval e si ritira in Provenza al cui governo si dedicherà negli anni seguenti;
dal 1454 si dedica ormai al solo governo della Provenza;
nel 1454 viene coinvolto nelle iniziative politiche del figlio Giovanni che cospira contro Luigi XI aderendo alla lega del bene pubblico (comporterà la confisca del ducato d'Angiò);

Livre du Coeur d'Amour Epris (1457, opera allegorica; libro fatto illustrare e illustrato da egli stesso con miniature di grande bellezza, come il suo salterio e vari Libri d'Ore)
Mortifiement de Vaine Plaisance (opera morale);





1463
-


1463
ducato di Borgogna
Filippo III [il Buono]
Albero genealogico
(Digione 1396 - Bruges 1467)
figlio di Giovanni [Senza paura] e di Margherita di Baviera;
1419-67, duca di Borgogna e conte di Fiandra;
succeduto al padre, assassinato dagli armagnacchi;
nel 1428 acquista la contea di Namur;
nel 1430 eredita dal cugino Filippo di Saint-Pol il Brabante e il Limburgo;
nel 1433 ottiene definitivamente il possesso di Olanda, Zelanda, Hainaut;
1437-38, ribellione di Bruges;
nel 1441, per via di negoziati, ottiene il Lussemburgo;
1451-53, ribellione di Gand, duramente repressa;




 
-
1463
-



 
1463
ducato di Savoia
Ludovico
Albero genealogico
(Ginevra 1413 - Lione 1465)
figlio di Amedeo VIII [il Pacifico] e di Marie di Borgogna-Valois;
1431, alla morte del fratello maggiore Amedeo eredita il titolo di principe di Piemonte;
1434-65, conte di Aosta, Maurienne e Nizza;
1434-65, duca di Savoia;
dopo l'abdicazione del padre;
nel 1441 cede al duca di Bourbon l'omaggio del paese di Dombe;
nel 1442 sposa Anna di Lusignano, figlia di Giano re di Cipro, di cui si è innamorato perdutamente; mentre gli abusi e i disordini a corte si moltiplicano, il regno di Cipro è per casa Savoia niente più che un titolo;
nel 1445 è costretto a cedere a Carlo VII il Valentinois; vengono inoltre cedute alla Francia le ragioni sulle contee di Valenza e di Die, avendone in cambio l'esonero dell'omaggio che dal 1355 si prestava alla Francia per la baronia di Fossignì;
nel 1446 si trova in mezzo alle lotte fra fazioni nobiliari dei Douglas-Livingstone e dei Crichton;
nel 1447, alla morte di Filippo Maria Visconti che lascia vedova Maria di Savoia sua sorella, cerca di far valere i diritti sabaudi alla successione nel ducato di Milano ma alla fine deve riconoscere la signoria di Francesco Sforza;
nel 1448 i conti di Polenzo, alcuni tra i marchesi del Carretto e i Grimaldi per la metà di Mentone e Roccabruna riconoscono il dominio dei loro feudi da parte di casa Savoia;
nel 1452, con il trattato di Cleppié, deve riconoscere la supremazia della monarchia francese sul ducato sabaudo;
vengono intanto rinnovati i provvedimenti per impedire nel ducato d'Aosta le discordie tra preti (sempre molto desiderosi di estendere il loro comando) e laici per causa di giurisdizione [sarà rinnovato nel 1488];
Friburgo riconosce casa Savoia come sua sovrana;
nel 1455 vende la baronia di Gex al bastardo d'Orléans conte di Dunois [probabilmente poco dopo è stata recuperata se nel 1483 compare ancora nelle mani dei duchi di Savoia];
nel 1458 il figlio Luigi sposa Carlotta, unica figlia ed erede di Giovanni di Lusignano re di Cipro e re titolare d'Armenia e di Gerusalemme [sarà tuttavia inutile il suo tentativo di far riconoscere il figlio re di Cipro];
nel 1459 il figlio Luigi, incoronato re di Cipro a Nicosia, deve competere con Giacomo di Lusignano, il figlio illegittimo di Giovanni, che con l'aiuto dei turchi si impadronisce del regno cacciando via Carlotta e Luigi; mentre Genova, che possiede Famagosta, viene in loro aiuto, Venezia protegge il rivale;
nel 1462 il figlio Filippo è chiamato dal re di Francia Luigi XI presso di sé;



 
-
1463
dal 1458 opera il Consiglio [poi Senato] di Torino con autorità sovrana per giudicare gli affari civili e criminali;



1463
REGNO d'INGHILTERRA
Enrico VI
Albero genealogico

(Windsor 1421 - Londra 1471)
figlio unico di Enrico V e di Caterina di Valois;
1422-61, 1470-71, re d'Inghilterra;
ancora in fasce, poco dopo, alla morte del nonno Carlo VI, viene proclamato anche re di Francia;
sotto la reggenza degli zii Giovanni di Bedford (reggente in Francia) e Humphrey di Gloucester assiste impotente ai disastrosi risultati dell'ultima fase della guerra dei cent'anni;
nel 1445 sposa Margherita d'Angiò;
[con la nuova sposa, alleata ai Beaufort contro il partito popolare facente capo a Riccardo, duca di York, spera di giungere ad una composizione onorevole della questione francese.];
nel 1453, poiché egli inizia a dare segni di pazzia, la guida effettiva del governo viene presa da Riccardo di York; nello stesso tempo però la moglie Margherita d'Angiò dà alla luce il figlio Edoardo;
nel 1454 la moglie Margherita d'Angiò toglie il potere a Riccardo di York, capo del governo durante la prima crisi di follia del figlio;
dal 1461 è fuggitivo in Scozia;








Edward IV
Albero genealogico

(Rouen 1442 - Westminster 1483)
figlio di Riccardo di York e di Cicely Neville;
1455-85, guerra delle due rose;
1460, alla morte del padre diviene il pretendente degli York al trono;
1461-83, re d'Inghilterra;
grazie all'aiuto del suo valoroso cugino Richard Neville conte di Warwick;







Riccardo di Gloucester
Albero genealogico

(Fotheringay, Castle, Northamptonshire 1452 - Bosworth 1485)
undicesimo figlio di Riccardo di York e di Cicely Neville;
1455-85, guerra delle due rose;
1461-83, duca di Gloucester;



1483-85, re d'Inghilterra (Riccardo III);







1463
-

«guerra delle due rose»
o
Wars of the Roses
(Guerre delle rose)
1455-1485
Inghilterra:
- Lancaster (rosa rossa)
- York (rosa bianca)

La causa profonda è il dissesto economico e politico dopo la definitiva sconfitta subita nella guerra dei cent'anni.

1463




a

1463
REGNO di SCOZIA
James III
Albero genealogico

(Stirling 1453 - Milltown 1488)
figlio di Giacomo II Stuart e di Mary di Guelders;
1460-88, re di Scozia;
succeduto ancora fanciullo al padre;

1463
1455-85, guerra delle due rose (schierato con i Lancaster.)

a

1463
REGNO di DANIMARCA, REGNO di NORVEGIA e REGNO di SVEZIA
Christian I
Albero genealogico
(Oldenburg 1426 - Copenhagen 1481)
figlio di Dietrich [il Fortunato], conte von Oldenburg, e di Adelheid von Oldenburg-Delmenhorst;
1448-81, conte von Oldenburg;
1448-81, re di Danimarca (Christian I);
eletto su designazione del Rigsraad (gran consiglio), diviene il capostipite della dinastia di Oldenburg;
1450-81, re di Norvegia;
1457-64, re di Svezia;
appena eletto in Svezia, le sue mire accentratrici si scontrano subito con le spinte autonomistiche, rappresentate soprattutto dalla chiesa;
1459-81, conte di Schleswig e Holstein;





1474-81, duca di Schleswig e Holstein;






Carlo VIII Knutsson
Albero genealogico
(n. 1409 - m. 1470)
figlio di Knut Thodsson, cavaliere svedese della famiglia Bonde;
1434, aderisce alla rivolta della nobiltà svedese condotta da Engelbrekt Engelbrektsson contro l'unione di Kalmar con cui erano state congiunte le tre corone di Danimarca, Norvegia e Svezia;
1436, alla morte di Engelbrekt, si trova a capo del partito indipendentista che desidera una corona svedese autonoma e che ha il suo nerbo nei liberi contadini;
1440, pur sempre aristocratico, favorisce il ristabilimento dell'unione di Kalmar, ottenendo dal nuovo re Cristoforo I di Baviera, creatura dell'Hansa, vaste terre e l'intera Finlandia;
1448-57, 1464-65, 1467-70, re di Svezia;
acclamato dopo la morte di Cristoforo I;
1449-50, re di Norvegia;
avuta la corona in seguito ad una spedizione militare, l'anno successivo deve subito cederla a Christian I di Danimarca;
nel 1457 è costretto ad abbandonare la Svezia;









1463
-

Richard Neville (n. 1428-Barnet, presso Londra 1471)
figlio di Richard Neville conte di Salisbury;
1450-71, conte di Warwick;
1455-71, guerra delle due rose.





1463
REGNO di PORTOGALLO
Alfonso V [l'Africano]
Albero genealogico
(Sintra, Lisbona 1432 - 1481)
figlio di Edoardo I e di Eleonora di Aragona;
1438-81, re di Portogallo;
1440-48, sotto la reggenza dello zio dom Pedro;
nel 1448 sposa sua cugina Isabella (figlia dello zio dom Pedro) e prende in mano il governo del paese;
Nel 1449, nella battaglia di Alfarrobeira, vince lo zio dom Pedro;
nel 1455 muore la moglie Isabella;
nel 1460 muore lo zio Enrico [il Navigatore] duca di Viseu ma l'opera di esplorazione continua, anche se egli preferisce impegnarsi in una onerosa azione di conquista antimusulmana in Marocco;




1463
-


1463
REGNO di NAVARRA e REGNO di ARAGONA
Albero genealogico

(Medina del Campo 1397 - Barcellona 1479)
figlio di Ferdinando I e di Eleonora di Castiglia;
1415-16, viceré di Sicilia;
1425-79, re di Navarra;
succeduto alla morte di Carlo III [il Nobile], padre di sua moglie Bianca;
nel 1435 partecipa alla spedizione del fratello Alfonso V il Magnanimo per la conquista di Napoli ma viene catturato a Ponza e condotto a Milano dove riconquista la libertà grazie a Filippo Maria Visconti;
nel 1441, alla morte della moglie Bianca, nega al figlio Carlo, principe di Viana, il diritto di succedere alla madre sul trono di Navarra come previsto dal testamento della stessa sovrana;
nel 1447 si risposa con Giovanna Enriquez, figlia dell'ammiraglio di Castiglia, ed i rapporti con il figlio Carlo, avuto dalla prima moglie Bianca, peggiorano ulteriormente; dal nuovo matrimonio nasce Ferdinando, futuro sposo di Isabella di Castiglia; lo scontro tra padre e figlio è inevitabile ma Carlo ha la peggio e, diseredato a favore della sorella Eleonora (moglie di Gastone IV di Foix), fugge a Napoli;
1458-79, re d'Aragona;
succeduto al fratello Alfonso V il Magnanimo nel regno con esclusione della Sicilia; richiama il figlio Carlo dall'esilio ma, preoccupato dalle simpatie e preferenze che egli riscuote, lo fa imprigionare; la Catalogna si ribella;
nel 1461 la Catalogna insorge nuovamente;





1463
per sedare la rivolta in Catalogna, si allea con Luigi XI di Francia cui cede il Rossiglione e la Cerdaña; allora i catalani offrono la corona della loro terra a Enrico IV di Castiglia e a Pietro di Portogallo, trovando finalmente un capo che sembra guidare la rivolta alla vittoria in Giovanni di Calabria, figlio di Renato d'Angiò;




1463
REGNO di CASTIGLIA e di LÉON
Enrico IV [l'Impotente]
Albero genealogico

(Valladolid 1425 - Madrid 1474)
figlio di Juan II e di Maria d'Aragona;
sposa in prime nozze Bianca di Navarra ma la chiesa scioglie il vincolo perché il matrimonio non è consumato; le accuse di impotenza [oggi ritenute dagli storici prive di fondamento e strumentali] non si contano;
1454-74, re di Castiglia e di Léon;
divenuto re cerca intese e accordi pacifici con la Francia, la Navarra e l'Aragona;
nel 1457, pur arrivando fino alle mura di Granada, la spedizione contro i musulmani non approda a nulla;
nel 1462 la lega di Tudela torna a sollevarsi, contestando la legittimità dell'erede al trono, Giovanna, e pretendendo che egli riconosca suo erede il fratello Alfonso;


1463
-




1463
REPUBBLICA DI GENOVA
"Compagna Communis Ianuensis"
Lodovico di Campofregoso
Albero genealogico
(? - ?)
figlio di;
1462 8 giu - gen 1463, doge di Genova;

Paolo di Campofregoso
Albero genealogico
(? - ?)
figlio di;
1462 14-31 maggio, 1463 8 gen - apr 1464,
1483 25 nov - 6 gen 1488, doge di Genova;

1463
-


1463
ducato di Milano
Francesco Sforza
Albero genealogico
(San Miniato, Pisa 1401-Milano 1466)
figlio di Muzio Attendolo [Sforza] e della sua compagna Lucia di Torsciano;
1424-26, viceré della Calabria;
1430, condottiero al servizio di Filippo Maria Visconti, in lotta contro Venezia;
morta la sua prima moglie gli viene offerta in sposa da Filippo Maria Visconti la figlia e unica erede Bianca Maria;
1433-66, marchese di Ancona;
gonfaloniere della chiesa per l'Umbria, è ora al servizio del pontefice;
nel 1440, ancora gonfaloniere della chiesa per l'Umbria ma tornato l'anno precedente al servizio dei veneziani contro Milano, dopo la sconfitta del Piccinino ad Anghiari non vuole varcare l'Adda e penetrare in territoiro visconteo, prodigandosi viceversa perché si arrivi alla pace;
nel 1441, con la pace di Cremona, ha finalmente in sposa Bianca Maria Visconti;
nel 1443 è osteggiato dal suocero che invia il Piccinino contro i suoi domini nelle Marche riuscendo a muovergli contro anche Eugenio IV che revoca le concessioni fattegli dieci anni prima; nel contempo anche le sue terre abruzzesi cedono sotto gli attacchi di Alfonso d'Aragona; esce dal difficile momento con l'aiuto di Firenze e Venezia ottenendo la vittoria negli scontri decisivi di Monte Loro e di Montolmo;
nel 1444 fa pace col papa che gli conferma le Marche;
nel 1447, alla morte di Filippo Maria Visconti senza aver designato eredi, raggiunge la Lombardia; al soldo prima della Repubblica Ambrosiana (succeduta al Visconti in un'effimera signoria su Milano), poi di Venezia, ma in realtà agendo da principe autonomo, occupa l'una dopo l'altra tutte le città del dominio visconteo, che nel frattempo si sono rese indipendenti;
1450-66, duca di Milano;
incoronato dopo il suo ingresso in Milano [pur sollecitata, non avrà mai la legittimazione del suo principato da parte dell'impero];
nel 1454 con la pace di Lodi ha il riconoscimento, molto importante, di Venezia e degli altri stati italiani; con questi e, in particolare, con Firenze di Lorenzo [il Magnifico], opera per mantenere quell'equilibrio che assicurerà la pace in Italia per 40 anni;






 
1463
-


1463
REPUBBLICA DI VENEZIA
"La Serenissima"
Cristoforo Moro
(Venezia 1390 – Venezia 9 nov 1471)
figlio di Lorenzo e di ?;
1462-71, doge di Venezia [67°];



- nunzio pontificio: ? (? - ?)
- ambasciatore di Spagna: ? (? - ?)

1463
I triestini, passati sotto la protezione dell'imperatore Federico III, hanno ottenuto che i mercanti e le merci provenienti dalla Germania nell'Istria deviino dall'antico percorso passando poi per Trieste che diventerebbe la nuova città Emporio della provincia.
Alle querele dei sudditi, il senato invia alcuni legni armati nelle acque triestine e, con il consenso del conte di Gorizia, ordina a Santo Gavardo cittadino di Capo d'Istria di avanzare fino ad un determinato luogo dove imporrà ai mercanti il passaggio per l'antica strada. I triestini, sconvolti, assaltano in forze la squadra di Santo Gavardo che è costretto a darsi alla fuga, non prima di aver distrutto con l'aiuto dei connazionali il litorale di Trieste.
A questo punto il senato invia 1500 cavalieri e un grosso corpo di fanti che, unitisi alle genti di paese, formano un corpo di 10.000 uomini che assedia Trieste. Nonostante alcune sortite fortunate, i triestini non riescono però a tener testa agli assedianti e solo grazie all'intervento di papa Pio II, vescovo un tempo di questa città, viene loro data la pace.
Il senato, rioccupandosi del problema turco:
- invia in Morea numerose milizie dando il supremo comando delle forze terrestri a Sigismondo Malatesta e dell'armata navale a Orsato Giustiniani;
- concede la nobiltà veneziana a Giorgio Castriotto, detto Scanderbergh, signore dell'Albania e a Speravich bano della Croazia affinché, facendo propria la pubblica causa, prendano le armi contro i turchi;
- ordina ad Andrea Cornaro, relegato in Cipro, di formare con un trattato una lega con i principi di Caramania e con Ussane Cassano re di Persia, a cui viene inviato l'ambasciatore Lazaro Querini che riesce nell'intento.
Nello stesso tempo anche Mehmet II si dà da fare, inviando in gran segreto a Francesco Sforza un ambasciatore con ricchi doni per poter capire la debolezza degli stati italiani; il duca di Milano tuttavia non solo non aderisce alle offerte turche, ma dimostra pure di non averle nemmeno ascoltate.
Intanto in Morea Francesco Sidicino e Cecco Brandolino che con 3000 cavalieri sono alloggiati a Mantinea rispondono alla provocazione di soli 500 turchi avvicinatisi alle trincee non pensando ci sia vicino anche il grosso del loro esercito; obbligati a fuggire, i veneziani perdono il bagaglio e le insegne lasciando pure sul terreno 1500 soldati.
Orsato Giustiniani con l'armata navale attacca l'isola di Metelino; sbarcate le milizie nel porto, messo in fuga 300 turchi che tentavano di impedirgli l'avanzata e impiccati i prigionieri, si avvicina alla fortezza contro la quale pianta le artiglierie. Aperta una larga breccia ordina l'assalto che, dopo sei ore di battaglia e la morte di 3000 veneziani, non ha successo; lo stesso accade per gli assalti susseguenti; alla fine, dopo aver perso 5000 uomini e saputo dello sbarco dall'altra parte dell'isola di 2000 cavalieri non solo, ma che poco lontano si trova l'armata nemica forte di 45 galee e di molti legni minori, raccoglie in fretta quanto gli rimane dell'esercito e lascia l'isola; passa a Negroponte e quindi a Modone dove poco dopo muore.
Indebolite pure le forze terrestri, il gen. Sigismondo Malatesta si ritira con militare esperienza dalla terra di Mistrà (l'antica Sparta) dopo aver subito l'assalto turco.
Il gen. Giacomo Loredan, che ha sostituito Orsato Giustianini, devasta l'isola di Rodi, imbarcate poi le truppe veleggia verso i Dardanelli, castelli fabbricati sullo stretto dll'Ellesponto, per assaltare Gallipoli che però è troppo guarnita.
Alla morte di Santino Dandolo, vescovo di Padova, viene promosso dal senato come successore Giacomo Zeno che però non è gradito al pontefice, per cui la Corte di Roma nomina al suo posto il cardinale veneziano Pietro Barbo.
Il senato fa allora pressione sul fratello del cardinale, il cavaliere Paolo Barbo, affinché, sotto pena di bando e di confisca dei beni, induca il fratello a rinunciare alla nomina. Non riuscendo a tanto, il cavaliere viene privato delle rendite, del fregio di cavaliere e anche della patria, finché l'eletto, ravvedutosi dell'errore e avendo compassione della desolazione in cui la sua decisione ha fatto cadere la famiglia, rinuncia al vescovato che viene così conferito a Giacomo Zeno mentre Paolo Barbo viene reintegrato nelle sue facoltà e nei suoi onori.
Ora entra in campo il pontefice che bandisce una nuova crociata contro i turchi, promettendo l'assoluzione delle colpe a tutti i fedeli che impugneranno le armi contro il nemico comune.

Ha inizio la guerra veneto-turca (1463 - 1479)

Aprile
10 anni dopo la conquista di Costantinopoli, le truppe turche occupano la fortezza veneziana di Argos in Grecia;
il patriarca latino, card. Johannes Bessarione, giunge a Venezia per invitare la Repubblica ad aderire alla «difesa della fede», cioè unirsi alla guerra contro i Turchi.

Il doge rinverdisce l'invito di Pio II ad un crociata, invito fatto una prima volta nel 1459, e convince il senato ad inviare una flotta; il problema nasce quando i senatori propongono lui come capo.
Il doge prima cerca di tirarsi indietro poi, costretto dai vertici governativi, accetta a malincuore.


 

1463
Repubblica di Firenze
Cosimo de' Medici [il Vecchio]
Albero genealogico

(Firenze, 27 set 1389 – Careggi, 1º ago 1464)
figlio di Giovanni di Bicci, fondatore del Banco Medici (1397), e di Riccarda [Nannina] de’ Bueri;
1416, sposa Contessina de’ Bardi († 1473), figlia di Alessandro de’ Bardi, conte di Vernio;
1429-64, signore de facto di Firenze;
1439, gonfaloniere di giustizia;



 

 
1463
-


1463
REGNO di NAPOLI e REGNO di SICILIA
Ferdinando I o Ferrante
Albero genealogico

(1431 ca - Napoli 1494)
figlio naturale di Alfonso V [il Magnanimo];
1443-58, duca di Calabria;
[titolo spettante tradizionalmente agli eredi al trono di Napoli.]
nel 1445 sposa Isabella di Chiaramonte;
1454, con la pace di Lodi egli intende mantenere per la penisola lo status quo consacrato;
1458-94, re di Napoli;
succeduto in base alle disposizioni testamentarie del padre, l'ascesa al trono gli viene contestata da più parti:
- da papa Callisto III, signore feudale del regno di Napoli che si rifiuta di riconoscere i diritti di un bastardo;
- da molti baroni favorevoli ad appoggiare le pretese angioine al trono napoletano;
alla morte di Callisto III viene invece riconosciuto dal successore Pio II, cui sta a cuore la pacificazione dei cristiani per poter rilanciare la crociata contro gli ottomani;
il riconoscimento avviene però previa cessione della città di Benevento e corresponsione puntuale del censo che il regno deve alla curia;
non cessa invece l'opposizione dei nobili filoangioini, appoggiati da Genova, che invitano nel napoletano Giovanni d'Angiò perché vi faccia valere i suoi diritti, e al suo fianco si schierano due codottieri illustri, Iacopo Piccinino e Sigismondo Malatesta;
l'intervento di Francesco Sforza al fianco di Ferdinando, l'appoggio di Pio II, l'aiuto apportato dal principe albanese Giorgio Scanderberg salvano il trono aragonese;




Alfonso II
Albero genealogico

(Napoli 1448 - Mazzara, Messina 1495)
figlio di Ferdinando e di Isabella di Chiaromonte;
1458-94, duca di Calabria;




1494-95, re di Napoli;




Renato I [il Buono]
Albero genealogico

(Angers 1409 - Aix-en-Provence 1480)
secondogenito di Luigi II duca d'Angiò e di Iolanda figlia del re di Aragona;
1430-80, duca di Bar;
1431-53, duca di Lorena;
1434-80, duca d'Angiò e conte di Provenza;
eredita l'Angiò dal fratello Luigi III;
1434-80, re di Sicilia (titolare);
sbarcato nel 1438 nell'Italia meridionale vi si trattiene cercando di aver ragione di Alfonso V d'Aragona;
nel 1442, non riuscendo ad aver ragione di Alfonso V d'Aragona, dall'Italia meridionale si ritira in Francia mantenendo però il titolo regio;




– vedi sopra –




1463
-
a




Abravanel, Jehudah o Giuda Abarbanel o Leone Ebreo (Lisbona 1463 ca-dopo il 1523) filosofo e medico ebreo portoghese
Dialoghi di amore (1502, tre dialoghi, in ebraico; 1535, tradotti in italiano e pubblicati a Roma; 25 edizioni e traduzioni in sette lingue)
Sull'armonia del cielo (perduto).

Achillini, Alessandro (Bologna 1463-1512) filosofo aristotelico-Bologna averroista;
De intelligentiis quodlibeta (1494)
De orbibus (1498)
De elementis (1505)
De humani corporis anatomia (1516)
Adnotationes anatomicae (1520).

Pico della Mirandola, Giovanni (Castello della Mirandola, Modena 1463-Firenze 1494, avvelenato) conte, signore di Mirandola e di Concordia, filosofo e umanista italiano.
[Rappresentante del filone umanistico (detto anche liberale, dialogico) della teologia cristiana.]

Tebaldi, Antonio o Tebaldeo (Ferrara 1463-Roma 1537) poeta e letterato italiano;
1496, termina il suo soggiorno alla corte di Ferrara dove è stato precettore d'Isabella d'Este; è quindi a Mantova presso Francesco Gonzaga e poi di nuovo a Ferrara come segretario di Lucrezia Borgia
L'opere d'amore
(1499, pubblicata a sua insaputa, come gran parte delle sue opere)
1513, è a Roma sotto la protezione di Leone X;
1527, durante il sacco della città [vedi lettere agli amici] perde libri e sostanze, sicché trascorre gli ultimi anni della sua vita in ristrettezze economiche.

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«segue da 1462»
1463, Subiaco (presso Roma), nella locale abbazia, soggetta alla supervisione del grande cardinale spagnolo Torquemada, gli stampatori K. Sweynheym e A. Pannartz fondano la prima stamperia fuori della Germania; molto probabilmente perché l'abbazia dei SS Ulrico e Afra di Augusta mantiene con Subiaco (governata del resto da monaci tedeschi) strettissime relazioni.
«segue 1464»

Casa Santa dell'Annunziata
o della Santissima Annunziata

1463, Napoli, il primo banco pubblico creato da Leonardo di Palma e Aurelio Paparo, attivo con operazioni di deposito, giro e credito, prende il nome appunto dalla Casa dell'Annunziata;

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