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Papa
Pio II

(1458-64)

1462, morto il doge Malipiero, fiero avversario dei progetti crociati, confida nel successore Cristoforo Moro;
annulla i Compactata di Praga del 1433;

 

ANNO 1462





1462
SACRO ROMANO IMPERO
Friedrich III
Albero genealogico
(Innsbruck 1415 - Linz 1493)
figlio di Ernst I [il Ferreo], duca di Stiria, e di Zimburga di Masovia [Piasti];
[appartiene al ramo leopoldino degli Asburgo.]
1424-93, duca di Stiria, Carinzia, Carniola e Tirolo (Federico V);
[succeduto al padre]
1440-93, re di Germania e dei romani (Federico IV);
alla morte del cugino Alberto II riceve dai principi elettori sia la corona sia la tutela di Ladislao [Postumo] erede di tutti i territori posseduti dal ramo albertino degli Asburgo nonché delle corone di Boemia e d'Ungheria;
nel 1438, con il concordato di Vienna, ottiene da papa Niccolò V una serie di concessioni e di rinunzie a favore della corona e dei principi tedeschi che gli valgono una notevole preponderanza sulla chiesa in Germania;
1452-93, imperatore del Sacro Romano Impero (Federico III);
riceve la corona imperiale a Roma dalle mani di Niccolò V;
dal 1453 arciduca d'Austria;
1457-93, duca d’Austria (Friedrich V);
nel 1457, alla morte di Ladislao [Postumo], rivendica a sé il diritto all'eredità di tutti i possessi territoriali della casata asburgica e, ottenutili dopo non poche lotte, unifica i domini acquistati, costituendo così il più esteso tra gli stati tedeschi:
Austria eretta in arciducato (1453), Stiria, Carinzia, Carniola, Tirolo;
nel 1458 non riesce a salvaguardare i suoi diritti sui regni di Boemia e d'Ungheria;

1462
-


1462
Arciducato d'Austria
Alberto VI [il Prodigo]
Albero genealogico

(Vienna 1418 - 1463)
figlio di Ernesto di Stiria del ramo leopoldino, fratello dell'imperatore Federico III;
dal 1453 arciduca d'Austria;
1457-93, duca d’Austria (Friedrich V);
nel 1457, alla morte di Ladislao [Postumo], con cui si estingue il ramo albertino, rivendica per sé l'eredità e l'imperatore gli concede l'Alta Austria;
1462
con l'appoggio dei principi e della nobiltà ribelli a Federico III, ottiene anche Vienna e la Bassa Austria;



1462
-



1462
REGNO di BOEMIA
Giorgio Podebrad

(Podebrady 1420 - Praga 1471)
esponente dell'aristocrazia ceca hussita; capo del gruppo utraquista (hussiti moderati);
1439, alla morte di Alberto I d'Asburgo ha un ruolo politico di rilievo;
1448, conquista Praga;
1452, viene eletto governatore della Boemia assumendo di fatto la direzione politica del paese;
1453, la conserva anche dopo il raggiungimento della maggiore età di Ladislao [Postumo];
1458-71, re di Boemia;
eletto alla morte di Ladislao [Postumo];

 



1462
si inasprisce la controversia con la Santa Sede quando Pio II annulla i Compactata;

Hussiti

«segue da 1436»
1462, Pio II abolisce i Compactata e indice una nuova crociata contro il re di Boemia Giorgio Podebrad;
«segue 1467»

 



1462
REGNO d'UNGHERIA
Mattia Corvino

(Kolozssvár 1440 - Vienna 1490)
figlio di János Hunyadi;
1458-90, re d'Ungheria;
proclamato grazie alle vaste aderenze e alle ricchezze della sua casata;

 



1462
-



1462
REGNO di POLONIA
Casimiro IV
Albero genealogico

(Cracovia 1424 - Grodno 1492)
figlio di Ladislao II Jagellone e di Edvige d’Angiò;
1440-92, granduca di Lituania (Casimiro II);
eletto dalla nobiltà locale, con la sua nomina rende il paese indipendente di fatto dalla corona polacca;
1445-92, re di Polonia;



1462
1456-66, lunga guerra contro i cavalieri teutonici;

1462
Albero genealogico

(Tangermünde 1413 - Neustadt sull'Aisch 1471)
figlio di Federico I e di Elisabetta di Baviera-Landshut;
1440-70, margravio ed elettore di Brandeburgo;
vero fondatore dello stato del Brandeburgo, divide il governo della marca con il fratello Federico [il Grosso] fino al 1463;
nel 1445 rifiuta la corona di Polonia;
nel 1454 acquista dall'Ordine teutonico la Neumark;

1462
Federico II [il Pacifico o il Placido o il Mansueto]
Albero genealogico

(† 1464)
figlio di Federico I e di Caterina di Brunswick-Wolfenbüttel;
1428-64, duca elettore di Sassonia;




1462
ducato di Baviera
Ludwig IX di Wittelsbach [il Ricco]
Albero genealogico

(Burghausen 1417 - Landshut 1479)
figlio di Heinrich XVI [il Ricco], duca di Baviera-Landshut, e di Margarete d’Austria († 1447);
1445-79, duca di Baviera-Ingolstadt;
1450-79, duca di Baviera-Landshut;




Johann IV di Wittelsbach
Albero genealogico

(Munich 1437 - Haidhausen 1463)
figlio di Albrecht III [il Pio] e di Anna von Braunschweig-Grubenhagen;
1460-63, duca di Baviera-Monaco;
[con il fratello Sigmund]





Sigmund di Wittelsbach
Albero genealogico

(Straubing (?) 1439 - Schloß Blutenberg 1501)
figlio di Albrecht III [il Pio] e di Anna von Braunschweig-Grubenhagen;
1460-67, duca di Baviera-Monaco;
[con il fratello Johann IV]










1462
IMPERO OTTOMANO
Mehmet II [Fatih - il conquistatore]
 

(1432 - 1481)
figlio di Murad II;
1444-46/1451-81, sultano;
sale al trono dopo aver fatto uccidere il fratello neonato Ahmet;
[Poiché il trono si eredita senza rispettare la regola dell'anzianità, la legge del fratricidio assume così valore giuridico.]
nel 1454 Costantinopoli [Kostantiniye, Istanbul 500 anni dopo] diventa capitale dell'impero.
nel 1460 liquida il despotato di Morea, uno degli ultimi possessi bizantini;
nel 1461 liquida l'impero di Trebisonda, uno degli ultimi possessi bizantini;





1462
-


1462
REGNO di CIPRO e di GERUSALEMME
Giacomo II [il Bastardo]  

(Nicosia 1440 ca - 1473)
figlio naturale di Giovanni II di Lusignano;
1460-73, re di Cipro e di Gerusalemme;
[dopo aver spodestato, con l'aiuto del sultano di Egitto, la sorella Carlotta ed il marito Luigi di Savoia, costretti all'esilio.]




1462
-





1462
RUSSIA
Basilio II [il Cieco ]
Albero genealogico
(n. 1415 - m. 1462)
figlio di Basilio I;
1425-62, gran principe di Mosca;
nel 1439 rifiuta di sottoscrivere la riunione della chiesa ortodossa a quella romana approvata dal concilio di Firenze;
nel 1445 non ha successo il suo sforzo per rendersi autonomo dal khan tataro venendo sconfitto;
solo nel 1448 può prevalere (era adolescente alla morte del padre) sui cugini rivali, dopo però violenti conflitti nel corso dei quali è stato pure accecato;
nel 1452 riesce ad ottenere l'indipendenza dal khan tataro bloccando le spedizioni contro Mosca del khan Ahmad;

Ivan III [il Grande]
Albero genealogico
(Mosca 1440 - 1505)
figlio di Basilio II [il Cieco] ;
1449, già co-reggente del padre;
1462-1505, gran principe di Mosca;
continua con esito favorevole la politica di unione delle terre russe già iniziata dai suoi predecessori, superando l'ostilità della Lituania e dell'Orda d'Oro;

 
-
1462
-


1462
Moldavia
Stefano III [il Grande]
(n. 1433 ca - m.1504)
figlio del principe Bogdan II della stirpe dei Musat;
1451, dopo la morte del padre, ucciso dal fratello Pietro III Aron, intraprende con quest'ultimo una lunga guerra;
1457-1504, voivoda di Moldavia;
grazie anche all'appoggio di Vlad III di Valacchia;

 
-
1462
-





1462
REGNO di FRANCIA
Luigi XI
Albero genealogico
(Bourges 1423 - Plessis-les-Tours 1483)
figlio di Carlo VII [il Vittorioso] e di Maria d'Angiò;
incaricato del governo del Delfinato, agisce con durezza ed energia; per aver poi partecipato ad una rivolta di nobili contro il padre deve esulare per cinque anni alla corte di Federico III [il Buono];
1461-83, re di Francia;
salito al trono, mette da parte i consiglieri del padre e si circonda soltanto di persone fedeli tratte dalla borghesia o dalla piccola nobiltà (Philippe de Commynes e Jean de Balue) trovandosi ovviamente di fronte l'opposizione dei grandi feudatari;




Primo ministro
[Sovrintendente delle Finanze]
-
Cancelliere-Guardasigilli
-
Segretario di stato agli Affari Esteri
-
 
1462
-




1462
ducato d’Angiò
Renato I [il Buono]
Albero genealogico

(Angers 1409 - Aix-en-Provence 1480)
secondogenito di Luigi II duca d'Angiò e di Iolanda figlia del re di Aragona;
1417, succeduto al padre, viene affidato allo zio materno Luigi, cardinale e duca di Bar; sposa in seguito Isabella figlia di Carlo II di Lorena;
1430-80, duca di Bar;
1430, eredita il ducato dallo zio cardinale Luigi;
1431-53, duca di Lorena;
1431, muore il suocero; pur dovendo diventare signore della regione, deve affrontare l'opposizione di Antonio di Vaudémont (appoggiato dal duca di Borgogna) che lo sconfigge e lo prende prigioniero a Bugnéville dove rimane in queste condizioni fino al 1432;
1434, l'imperatore Sigismondo suggella il suo diritto sulla Lorena;
1434-80, duca d'Angiò e conte di Provenza;
eredita l'Angiò dal fratello Luigi III;
1434-80, re di Sicilia (titolare);
nel 1437, dopo essere stato prigioniero dal 1435 (già una prima volta nel 1431-32) del duca di Borgogna, ottiene la libertà (e il possesso della Lorena) solo grazie ad un enorme riscatto in danaro e in città;
sbarcato nel 1438 nell'Italia meridionale vi si trattiene cercando di aver ragione di Alfonso V d'Aragona;
nel 1442, non riuscendo ad aver ragione di Alfonso V d'Aragona, dall'Italia meridionale si ritira in Francia mantenendo però il titolo regio;
nel 1453, dopo aver combattuto con Carlo VII nell'ultimo periodo della guerra dei cent'anni fino alla definitiva conquista della Normandia, varca nuovamente le Alpi, in difesa dei suoi vecchi alleati italiani, Firenze e Milano, impegnati contro Alfonso di Napoli nella speranza di occupare il regno;
non potendo far nulla, torna in Francia: cede la Lorena al figlio Giovanni, sposa in seconde nozze Giovanna di Laval e si ritira in Provenza al cui governo si dedicherà negli anni seguenti;
dal 1454 si dedica ormai al solo governo della Provenza;
nel 1454 viene coinvolto nelle iniziative politiche del figlio Giovanni che cospira contro Luigi XI aderendo alla lega del bene pubblico (comporterà la confisca del ducato d'Angiò);

Livre du Coeur d'Amour Epris (1457, opera allegorica; libro fatto illustrare e illustrato da egli stesso con miniature di grande bellezza, come il suo salterio e vari Libri d'Ore)
Mortifiement de Vaine Plaisance (opera morale);





1462
-


1462
ducato di Borgogna
Filippo III [il Buono]
Albero genealogico
(Digione 1396 - Bruges 1467)
figlio di Giovanni [Senza paura] e di Margherita di Baviera;
1419-67, duca di Borgogna e conte di Fiandra;
succeduto al padre, assassinato dagli armagnacchi;
nel 1428 acquista la contea di Namur;
nel 1430 eredita dal cugino Filippo di Saint-Pol il Brabante e il Limburgo;
nel 1433 ottiene definitivamente il possesso di Olanda, Zelanda, Hainaut;
1437-38, ribellione di Bruges;
nel 1441, per via di negoziati, ottiene il Lussemburgo;
1451-53, ribellione di Gand, duramente repressa;




 
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1462
-




1462
ducato di Savoia
Ludovico
Albero genealogico
(Ginevra 1413 - Lione 1465)
figlio di Amedeo VIII [il Pacifico] e di Marie di Borgogna-Valois;
1431, alla morte del fratello maggiore Amedeo eredita il titolo di principe di Piemonte;
1434-65, conte di Aosta, Maurienne e Nizza;
1434-65, duca di Savoia;
dopo l'abdicazione del padre;
nel 1441 cede al duca di Bourbon l'omaggio del paese di Dombe;
nel 1442 sposa Anna di Lusignano, figlia di Giano re di Cipro, di cui si è innamorato perdutamente; mentre gli abusi e i disordini a corte si moltiplicano, il regno di Cipro è per casa Savoia niente più che un titolo;
nel 1445 è costretto a cedere a Carlo VII il Valentinois; vengono inoltre cedute alla Francia le ragioni sulle contee di Valenza e di Die, avendone in cambio l'esonero dell'omaggio che dal 1355 si prestava alla Francia per la baronia di Fossignì;
nel 1446 si trova in mezzo alle lotte fra fazioni nobiliari dei Douglas-Livingstone e dei Crichton;
nel 1447, alla morte di Filippo Maria Visconti che lascia vedova Maria di Savoia sua sorella, cerca di far valere i diritti sabaudi alla successione nel ducato di Milano ma alla fine deve riconoscere la signoria di Francesco Sforza;
nel 1448 i conti di Polenzo, alcuni tra i marchesi del Carretto e i Grimaldi per la metà di Mentone e Roccabruna riconoscono il dominio dei loro feudi da parte di casa Savoia;
nel 1452, con il trattato di Cleppié, deve riconoscere la supremazia della monarchia francese sul ducato sabaudo;
vengono intanto rinnovati i provvedimenti per impedire nel ducato d'Aosta le discordie tra preti (sempre molto desiderosi di estendere il loro comando) e laici per causa di giurisdizione [sarà rinnovato nel 1488];
Friburgo riconosce casa Savoia come sua sovrana;
nel 1455 vende la baronia di Gex al bastardo d'Orléans conte di Dunois [probabilmente poco dopo è stata recuperata se nel 1483 compare ancora nelle mani dei duchi di Savoia];
nel 1458 il figlio Luigi sposa Carlotta, unica figlia ed erede di Giovanni di Lusignano re di Cipro e re titolare d'Armenia e di Gerusalemme [sarà tuttavia inutile il suo tentativo di far riconoscere il figlio re di Cipro];
nel 1459 il figlio Luigi, incoronato re di Cipro a Nicosia, deve competere con Giacomo di Lusignano, il figlio illegittimo di Giovanni, che con l'aiuto dei turchi si impadronisce del regno cacciando via Carlotta e Luigi; mentre Genova, che possiede Famagosta, viene in loro aiuto, Venezia protegge il rivale;
1462
il figlio Filippo, che sa ormai perfettamente come funzionino le cose a corte, uccide con la propria spada nella cappella ducale il cavaliere di Varax, maestro della casa della duchessa, caccia i favoriti ciprioti e non e, dopo averli inseguiti e spogliati dei loro beni, si ripresenta davanti al padre con le spoglie del suo bottino; iniziano così i lunghi e replicati processi contro il cavaliere di Valperga ora colpevole e ora innocente;
il duca, incollerito, dopo aver riunito più volte gli Stati generali per cercare di porre rimedio ai mali causati dal figlio, si rivolge al re di Francia Luigi XI il quale chiama presso di sé Filippo;




 
-
1462
dal 1458 opera il Consiglio [poi Senato] di Torino con autorità sovrana per giudicare gli affari civili e criminali;

 



1462
REGNO d'INGHILTERRA
Enrico VI
Albero genealogico

(Windsor 1421 - Londra 1471)
figlio unico di Enrico V e di Caterina di Valois;
1422-61, 1470-71, re d'Inghilterra;
ancora in fasce, poco dopo, alla morte del nonno Carlo VI, viene proclamato anche re di Francia;
sotto la reggenza degli zii Giovanni di Bedford (reggente in Francia) e Humphrey di Gloucester assiste impotente ai disastrosi risultati dell'ultima fase della guerra dei cent'anni;
nel 1445 sposa Margherita d'Angiò;
[con la nuova sposa, alleata ai Beaufort contro il partito popolare facente capo a Riccardo, duca di York, spera di giungere ad una composizione onorevole della questione francese.];
nel 1453, poiché egli inizia a dare segni di pazzia, la guida effettiva del governo viene presa da Riccardo di York; nello stesso tempo però la moglie Margherita d'Angiò dà alla luce il figlio Edoardo;
nel 1454 la moglie Margherita d'Angiò toglie il potere a Riccardo di York, capo del governo durante la prima crisi di follia del figlio;
dal 1461 è fuggitivo in Scozia;








Edward IV
Albero genealogico

(Rouen 1442 - Westminster 1483)
figlio di Riccardo di York e di Cicely Neville;
1455-85, guerra delle due rose;
1460, alla morte del padre diviene il pretendente degli York al trono;
1461-83, re d'Inghilterra;
grazie all'aiuto del suo valoroso cugino Richard Neville conte di Warwick;







Riccardo di Gloucester
Albero genealogico

(Fotheringay, Castle, Northamptonshire 1452 - Bosworth 1485)
undicesimo figlio di Riccardo di York e di Cicely Neville;
1455-85, guerra delle due rose;
1461-83, duca di Gloucester;



1483-85, re d'Inghilterra (Riccardo III);







1462
-

«guerra delle due rose»
o
Wars of the Roses
(Guerre delle rose)
1455-1485
Inghilterra:
- Lancaster (rosa rossa)
- York (rosa bianca)

La causa profonda è il dissesto economico e politico dopo la definitiva sconfitta subita nella guerra dei cent'anni.

1462




a

1462
REGNO di SCOZIA
James III
Albero genealogico

(Stirling 1453 - Milltown 1488)
figlio di Giacomo II Stuart e di Mary di Guelders;
1460-88, re di Scozia;
succeduto ancora fanciullo al padre;

1462
1455-85, guerra delle due rose (schierato con i Lancaster.)

a

1462
REGNO di DANIMARCA, REGNO di NORVEGIA e REGNO di SVEZIA
Christian I
Albero genealogico
(Oldenburg 1426 - Copenhagen 1481)
figlio di Dietrich [il Fortunato], conte von Oldenburg, e di Adelheid von Oldenburg-Delmenhorst;
1448-81, conte von Oldenburg;
1448-81, re di Danimarca (Christian I);
eletto su designazione del Rigsraad (gran consiglio), diviene il capostipite della dinastia di Oldenburg;
1450-81, re di Norvegia;
1457-64, re di Svezia;
appena eletto in Svezia, le sue mire accentratrici si scontrano subito con le spinte autonomistiche, rappresentate soprattutto dalla chiesa;
1459-81, conte di Schleswig e Holstein;





1474-81, duca di Schleswig e Holstein;






Carlo VIII Knutsson
Albero genealogico
(n. 1409 - m. 1470)
figlio di Knut Thodsson, cavaliere svedese della famiglia Bonde;
1434, aderisce alla rivolta della nobiltà svedese condotta da Engelbrekt Engelbrektsson contro l'unione di Kalmar con cui erano state congiunte le tre corone di Danimarca, Norvegia e Svezia;
1436, alla morte di Engelbrekt, si trova a capo del partito indipendentista che desidera una corona svedese autonoma e che ha il suo nerbo nei liberi contadini;
1440, pur sempre aristocratico, favorisce il ristabilimento dell'unione di Kalmar, ottenendo dal nuovo re Cristoforo I di Baviera, creatura dell'Hansa, vaste terre e l'intera Finlandia;
1448-57, 1464-65, 1467-70, re di Svezia;
acclamato dopo la morte di Cristoforo I;
1449-50, re di Norvegia;
avuta la corona in seguito ad una spedizione militare, l'anno successivo deve subito cederla a Christian I di Danimarca;
nel 1457 è costretto ad abbandonare la Svezia;









1462
-

Richard Neville (n. 1428-Barnet, presso Londra 1471)
figlio di Richard Neville conte di Salisbury;
1450-71, conte di Warwick;
1455-71, guerra delle due rose.





1462
REGNO di PORTOGALLO
Alfonso V [l'Africano]
Albero genealogico
(Sintra, Lisbona 1432 - 1481)
figlio di Edoardo I e di Eleonora di Aragona;
1438-81, re di Portogallo;
1440-48, sotto la reggenza dello zio dom Pedro;
nel 1448 sposa sua cugina Isabella (figlia dello zio dom Pedro) e prende in mano il governo del paese;
Nel 1449, nella battaglia di Alfarrobeira, vince lo zio dom Pedro;
nel 1455 muore la moglie Isabella;
nel 1460 muore lo zio Enrico [il Navigatore] duca di Viseu ma l'opera di esplorazione continua, anche se egli preferisce impegnarsi in una onerosa azione di conquista antimusulmana in Marocco;




1462
-


1462
REGNO di NAVARRA e REGNO di ARAGONA
Albero genealogico

(Medina del Campo 1397 - Barcellona 1479)
figlio di Ferdinando I e di Eleonora di Castiglia;
1415-16, viceré di Sicilia;
1425-79, re di Navarra;
succeduto alla morte di Carlo III [il Nobile], padre di sua moglie Bianca;
nel 1435 partecipa alla spedizione del fratello Alfonso V il Magnanimo per la conquista di Napoli ma viene catturato a Ponza e condotto a Milano dove riconquista la libertà grazie a Filippo Maria Visconti;
nel 1441, alla morte della moglie Bianca, nega al figlio Carlo, principe di Viana, il diritto di succedere alla madre sul trono di Navarra come previsto dal testamento della stessa sovrana;
nel 1447 si risposa con Giovanna Enriquez, figlia dell'ammiraglio di Castiglia, ed i rapporti con il figlio Carlo, avuto dalla prima moglie Bianca, peggiorano ulteriormente; dal nuovo matrimonio nasce Ferdinando, futuro sposo di Isabella di Castiglia; lo scontro tra padre e figlio è inevitabile ma Carlo ha la peggio e, diseredato a favore della sorella Eleonora (moglie di Gastone IV di Foix), fugge a Napoli;
1458-79, re d'Aragona;
succeduto al fratello Alfonso V il Magnanimo nel regno con esclusione della Sicilia; richiama il figlio Carlo dall'esilio ma, preoccupato dalle simpatie e preferenze che egli riscuote, lo fa imprigionare; la Catalogna si ribella;
nel 1461 la Catalogna insorge nuovamente;





1462
per sedare la rivolta in Catalogna, si allea con Luigi XI di Francia cui cede il Rossiglione e la Cerdaña; allora i catalani offrono la corona della loro terra a Enrico IV di Castiglia e a Pietro di Portogallo, trovando finalmente un capo che sembra guidare la rivolta alla vittoria in Giovanni di Calabria, figlio di Renato d'Angiò;




1462
REGNO di CASTIGLIA e di LÉON
Enrico IV [l'Impotente]
Albero genealogico

(Valladolid 1425 - Madrid 1474)
figlio di Juan II e di Maria d'Aragona;
sposa in prime nozze Bianca di Navarra ma la chiesa scioglie il vincolo perché il matrimonio non è consumato; le accuse di impotenza [oggi ritenute dagli storici prive di fondamento e strumentali] non si contano;
1454-74, re di Castiglia e di Léon;
divenuto re cerca intese e accordi pacifici con la Francia, la Navarra e l'Aragona;
nel 1457, pur arrivando fino alle mura di Granada, la spedizione contro i musulmani non approda a nulla;
1462
la lega di Tudela torna a sollevarsi, contestando la legittimità dell'erede al trono, Giovanna, nata in quest'anno (detta dal popolo la "Beltraneia" cioè figlia di Beltran de la Cueva, favorito della regina) e pretendendo che egli riconosca suo erede il fratello Alfonso;


1462
-





1462
REPUBBLICA DI GENOVA
"Compagna Communis Ianuensis"
Lodovico di Campofregoso
Albero genealogico
(? - ?)
figlio di;
1461 25 lug - 14 mag 1462, doge di Genova;

Paolo di Campofregoso
Albero genealogico
(? - ?)
figlio di;
1462 14-31 maggio, 1463 8 gen - apr 1464,
1483 25 nov - 6 gen 1488, doge di Genova;

Governo di quattro Capitani degli artefici   (1462 31 mag - 8 giu 1462)  
Lodovico di Campofregoso
Albero genealogico
(? - ?)
figlio di;
1462 8 giu - gen 1463, doge di Genova;

1462
-


1462
ducato di Milano
Francesco Sforza
Albero genealogico
(San Miniato, Pisa 1401-Milano 1466)
figlio di Muzio Attendolo [Sforza] e della sua compagna Lucia di Torsciano;
1424-26, viceré della Calabria;
1430, condottiero al servizio di Filippo Maria Visconti, in lotta contro Venezia;
morta la sua prima moglie gli viene offerta in sposa da Filippo Maria Visconti la figlia e unica erede Bianca Maria;
1433-66, marchese di Ancona;
gonfaloniere della chiesa per l'Umbria, è ora al servizio del pontefice;
nel 1440, ancora gonfaloniere della chiesa per l'Umbria ma tornato l'anno precedente al servizio dei veneziani contro Milano, dopo la sconfitta del Piccinino ad Anghiari non vuole varcare l'Adda e penetrare in territoiro visconteo, prodigandosi viceversa perché si arrivi alla pace;
nel 1441, con la pace di Cremona, ha finalmente in sposa Bianca Maria Visconti;
nel 1443 è osteggiato dal suocero che invia il Piccinino contro i suoi domini nelle Marche riuscendo a muovergli contro anche Eugenio IV che revoca le concessioni fattegli dieci anni prima; nel contempo anche le sue terre abruzzesi cedono sotto gli attacchi di Alfonso d'Aragona; esce dal difficile momento con l'aiuto di Firenze e Venezia ottenendo la vittoria negli scontri decisivi di Monte Loro e di Montolmo;
nel 1444 fa pace col papa che gli conferma le Marche;
nel 1447, alla morte di Filippo Maria Visconti senza aver designato eredi, raggiunge la Lombardia; al soldo prima della Repubblica Ambrosiana (succeduta al Visconti in un'effimera signoria su Milano), poi di Venezia, ma in realtà agendo da principe autonomo, occupa l'una dopo l'altra tutte le città del dominio visconteo, che nel frattempo si sono rese indipendenti;
1450-66, duca di Milano;
incoronato dopo il suo ingresso in Milano [pur sollecitata, non avrà mai la legittimazione del suo principato da parte dell'impero];
nel 1454 con la pace di Lodi ha il riconoscimento, molto importante, di Venezia e degli altri stati italiani; con questi e, in particolare, con Firenze di Lorenzo [il Magnifico], opera per mantenere quell'equilibrio che assicurerà la pace in Italia per 40 anni;






 
1462
-


1462
REPUBBLICA DI VENEZIA
"La Serenissima"
Pasquale Malipiero
(Venezia 1392 – Venezia 7 mag 1462)
figlio di Francesco e di ?;
1457-62, doge di Venezia; [66°]



Cristoforo Moro
(Venezia 1390 – Venezia 9 nov 1471)
figlio di Lorenzo e di ?;
1412, sposa Cristina Sanudo († ?), figlia di Leonardo Sanudo e Barbara Memmo.
1462
Maggio
12
, viene eletto doge;
1462-71, doge di Venezia [67°];

 



- nunzio pontificio: ? (? - ?)
- ambasciatore di Spagna: ? (? - ?)

1462
grande terremoto in tutta Italia che riempie di rovine e di morti in particolare il regno di Napoli.

I turchi, sconfitte con operazioni corsare molte province della Grecia, intendono ora impadronirsi della Morea, penisola lunga 6 miglia [Esamilo] che si unisce al continente stretta tra il Golfo di Saronico e il Golfo di Lepanto; il dominio di tale principato era diviso tra i fratelli Tommaso e Demetrio Paleologo. Rassegnatosi quest'ultimo al potere dei turchi, non è difficile per costoro impadronirsi anche dell'altra metà.
I veneziani prò possiedono alcuni castelli nel regno di Morea tra cui la terra di Argo occupata ora con l'inganno dai turchi dopo averne cacciato il governatore Niccolò Dandolo e negata la sua restituzione a Luigi Loredan che si trovava in queste acque con una grande armata.
Per bloccare sul nascere l'avanzata dei turchi nel continente, Venezia decide di muovere contro i turchi ed in proposito Orsato Giustiniani ha già provveduto ad imporre la decima sulle rendite affinché all'erario venisse corrisposta la somma annua di 120.000 ducati.
Bertoldo d'Este viene inviato in Morea al comando di 23 navi, 5 galeazze e 8 vascelli minori; giunto nel regno, egli recupera la città d'Argo e per impedire l'ingresso dei legni turchi nella Morea fa erigere (lavoro di 30.000 uomini) una forte muraglia nell'Esamilo munita con 136 torri; purtroppo, espugnata la piazza di Corinto e posto l'assedio alla Rocca, rimane ucciso, morte che provoca confusione e disordine tra le truppe veneziane.
Il territorio di Modone viene così sconquassato dai turchi che dopo aver devastato le terrre soggette a Corone escono dal regno. I veneziani invece, inoltratisi nella provincia di Arcadia, fanno molti prigionieri, depredano ed incendiano i borghi del castello omonimo ritirandosi poi nei loro alloggiamenti.


 

1462
Repubblica di Firenze
Cosimo de' Medici [il Vecchio]
Albero genealogico

(Firenze, 27 set 1389 – Careggi, 1º ago 1464)
figlio di Giovanni di Bicci, fondatore del Banco Medici (1397), e di Riccarda [Nannina] de’ Bueri;
1416, sposa Contessina de’ Bardi († 1473), figlia di Alessandro de’ Bardi, conte di Vernio;
1429-64, signore de facto di Firenze;
1439, gonfaloniere di giustizia;



 

 
1462
-

1462
REPUBBLICA DI S. MARINO
[Repubblica del Titano]
Il più antico Stato indipendente d'Europa
sec. IV, ad inizio secolo, alcuni scalpellini dalmati – secondo la tradizione – si trasferiscono dall'isola di Arbe (Rab) sulle coste romagnole per sfuggire alla persecuzione di Diocleziano; uno di questi, Leo, si stabilisce sul monte Feretro (detto poi dal suo nome San Leo), un altro, Marino, ripara sul monte Titano, donatogli dalla matrona romana Felicissima, da lui convertita al cristianesimo. I suoi seguaci, stretti in comunità religiosa, danno vita, insieme a gruppi di laici, a un patriarcato;
885, Placito feretrano: primo documento cui risale l'antica libertas: emanato dal papa, afferma l'autonomia del primitivo cenobio dai vescovi e dai poteri circostanti;
sec. X, il monastero viene fortificato per difenderlo dalle scorrerie di ungari, saraceni e normanni, e sono anche costruiti castelli sul monte Titano;
1140, dai conti di Carpegna viene acquistata la rocca di Pennarossa e aggiunta al vecchio territorio;
1170, dai monaci di San Gregorio in Conca viene acquistato il Castello di Casole;
1263, il comune si regge su statuti e consoli propri;
1291, con una sentenza contro Ildebrando, vescovo di Arezzo, il tribunale di Rimini riconosce l'autonomia fiscale del comune;
1320, si ha la spontanea dedizione di Busignano;
sex XIV, verso la metà del secolo San Marino conta 240 "fuochi" (ca 1200 abitanti);
-
1462

avviene l'ultimo ampliamento territoriale: Pio II, in cambio dell'aiuto ricevuto nella guerra contro Sigismondo Malatesta, concede al comune i castelli di Serravalle, Fiorentino e Montegiardino;

«segue 1503»


1462
REGNO di NAPOLI e REGNO di SICILIA
Ferdinando I o Ferrante
Albero genealogico

(1431 ca - Napoli 1494)
figlio naturale di Alfonso V [il Magnanimo];
1443-58, duca di Calabria;
[titolo spettante tradizionalmente agli eredi al trono di Napoli.]
nel 1445 sposa Isabella di Chiaramonte;
1454, con la pace di Lodi egli intende mantenere per la penisola lo status quo consacrato;
1458-94, re di Napoli;
succeduto in base alle disposizioni testamentarie del padre, l'ascesa al trono gli viene contestata da più parti:
- da papa Callisto III, signore feudale del regno di Napoli che si rifiuta di riconoscere i diritti di un bastardo;
- da molti baroni favorevoli ad appoggiare le pretese angioine al trono napoletano;
alla morte di Callisto III viene invece riconosciuto dal successore Pio II, cui sta a cuore la pacificazione dei cristiani per poter rilanciare la crociata contro gli ottomani;
il riconoscimento avviene però previa cessione della città di Benevento e corresponsione puntuale del censo che il regno deve alla curia;
non cessa invece l'opposizione dei nobili filoangioini, appoggiati da Genova, che invitano nel napoletano Giovanni d'Angiò perché vi faccia valere i suoi diritti, e al suo fianco si schierano due codottieri illustri, Iacopo Piccinino e Sigismondo Malatesta;
l'intervento di Francesco Sforza al fianco di Ferdinando, l'appoggio di Pio II, l'aiuto apportato dal principe albanese Giorgio Scanderberg salvano il trono aragonese;




Alfonso II
Albero genealogico

(Napoli 1448 - Mazzara, Messina 1495)
figlio di Ferdinando e di Isabella di Chiaromonte;
1458-94, duca di Calabria;




1494-95, re di Napoli;




Renato I [il Buono]
Albero genealogico

(Angers 1409 - Aix-en-Provence 1480)
secondogenito di Luigi II duca d'Angiò e di Iolanda figlia del re di Aragona;
1430-80, duca di Bar;
1431-53, duca di Lorena;
1434-80, duca d'Angiò e conte di Provenza;
eredita l'Angiò dal fratello Luigi III;
1434-80, re di Sicilia (titolare);
sbarcato nel 1438 nell'Italia meridionale vi si trattiene cercando di aver ragione di Alfonso V d'Aragona;
nel 1442, non riuscendo ad aver ragione di Alfonso V d'Aragona, dall'Italia meridionale si ritira in Francia mantenendo però il titolo regio;




– vedi sopra –




1462
-
a




Andrelini, Publio Fausto (Forlì 1462 ca-Parigi 1519) umanista italiano, fecondo autore di operette in lingua latina, amico di Pomponio Leto
1483 o '84, è coronato poeta dall'Accademia romana;
1488, si trasferisce a Parigi dove vive e insegna ed è nominato poeta regio da Carlo VIII;
Livia (1490)
Elegiae (1494).

Bade, Josse o Jodocus Badius Ascensius (Gand 1462- ? 1535) stampatore fiammingo;
proveniente dalla cittadina di Aasche presso Bruxelles, studia in Italia e apprende poi l'arte a Lione nella stamperia di Johann Trechsel, di cui sposa la figlia Thalia;
1499, lascia Lione per Parigi dove continua il lavoro del suocero pubblicando una serie di volumi in latino di autori antichi e moderni; tra questi ultimi la maggior parte degli scritti giovanili di E. da Rotterdam;
è il primo editore di G. Budé, uno dei più grandi grecisti di tutti i tempi.
1535, muore.
[Il "Praelum Ascensianum", nome da lui dato alla sua stamperia, adotta come marchio un "torchio da stampa" che è fra l'altro la più antica rappresentazione di questo attrezzo. Dopo la sua morte la stamperia viene assorbita da quella fondata nel 1502, o poco prima, da Henri Estienne (Henricus Stephanus).]

Heidenberg, Johann von o Johannes Trittenheim o Trithemius o Tritemio (Tritenheim, contea di Treviri, 1462-Abbazia di San Giacomo, Würzburg, 1516) erudito tedesco, benedettino.

Pomponazzi, Pietro (Mantova 1462- Bologna 1525, suicida) filosofo italiano, professore a Padova, Ferrara e Bologna, fu il principale esponente dell'aristotelismo rinascimentale e il fondatore dell' "alessandrismo";
De immortalitate animae (1516, in cui nega che si possa dimostrare l'immortalità dell'anima e auspica una morale priva di giustificazioni metafisiche)
Apologia e Defensorium (1518, in polemica con Agostino Nifo)
Tractatus de nutritione et augmentatione (1521).
Postumi:
De naturalium effectuum admirandorum causis sive de incantationibus (1556)
De fato, libero arbitrio et praedestinatione (1556).

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«segue da 1460»
1462, Albrecht Pfister, stampatore di Bamberg, pensa di illustrare così una raccolta di favole l'Edelstein (Pietra preziosa) di Ulrich Bömer: nella forma, in mezzo ai caratteri tipografici, inserisce una tavoletta di legno incisa. 
Crea il primo libro illustrato.
Seguono a ruota Günther Zainer ad Augusta, Ulrich Zell a Ulm, e molti altri in varie città tedesche;
«segue 1463»

Monastero di Spanheim

Era conosciuto non solo in Germania, ma in tutta Europa. La sua biblioteca, ricca di oltre 2.000 volumi, poteva competere con quelle di Praga, del duca di Borgogna e del re d'Ungheria. Vi si consultavano persino Agrippa e Paracelso.
Tritemio, appena ventenne, soffermatosi per  cause di forza maggiore in una notte del 1483 (per un violento temporale) vi rimase e fu subito nominato abate.
Tra le molte "scartoffie" scoprì culti e riti dimenticati, tra cui le "note tironiane", cioè le forme abbreviate della scrittura già messe in atto dai greci e poi codificate da Tirone, un liberto e fraterno amico di Cicerone, considerato il padre della tachigrafia romana e l'antenato della stenografia moderna.
Grazie a questa scoperta conobbe i trattati sulla demonologia e sull'angelogia scampati alla distruzione della biblioteca di Alessandria e pervenuti in Europa "occultati" in scritture destinate agli iniziati.

Monte di pietà

1462, Perugia, grazie alla predicazione dei frati francescani degli Osservanti, Barnaba da Terni e Michele Carcano da Milano, contro l'usura degli ebrei, viene costituito il primo Monte di Pietà.
Nei secoli precedenti i danari venivano prestati dagli ebrei, i quali esigevano però forti interessi.
Il Monte di Pietà soccorre - specialmente durante le carestie e le guerre - i bisognosi senza ricavarne profitti o guadagni.
Più tardi, tuttavia, per ottenere prestiti, bisognerà depositare un qualche oggetto di valore (pegno).
Al Monte di Pietà dovranno ricorrere perfino taluni nobili decaduti.
«segue 1471»

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