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Papa
Eugenio IV

(1431-47)

Papa
Niccolò V

(1447-55)

Tommaso Parentucelli (Sarzana 1397-Roma 1455) erudito, bibliotecario alla "Laurenziana", diplomatico al servizio del vescovo-cardinale Nicola Albergati;
1444, vescovo di Bologna;
1446, cardinale di Santa Susanna, da Eugenio IV, grazie ai suoi servigi nel concilio di Basilea;
1447, eletto papa, dai 18 cardinali presenti in Roma, riuniti in Conclave nel convento dei domenicani di Santa Maria sopra Minerva; firma con Federico III d'Austria il concordato di Vienna;
riesce a far abdicare l'antipapa Felice V e riconoscere la sua autorità dal concilio;
«segue»

cardinali:
Rampini Enrico († 1450) (dal 1443);
Bessarione, Giovanni (1403-1472).

Felice V
(1440-49)

Amedeo VIII di Savoia (Chambéry 1383-Ginevra 1451)

Concilio Ecumenico
di Basilea-Ferrara-Firenze-Roma
1431-45

1447,
«segue»

Francescani

«segue da 1442»
1447, la congregazione italiana del Terz'Ordine regolare viene approvata da Niccolò V;
[è la quarta ad essere approvata in ordine di tempo.]
I fondatori del novello ordine e un po' anche i Legislatori sono i Terziari Secolari i quali hanno elevato l'ordine allo stato regolare;
«segue 1460»

Occamismo

«segue da 1349»
1447, la corrente filosofico, teologica, politica viene coinvolta nella dichiarazione antinominalistica dell'università di Lovanio;
«segue 1474»

ANNO 1447





1447
REGNO di GERMANIA
e ducato d'Austria (Inferiore)
Friedrich III
Albero genealogico
(Innsbruck 1415 - Linz 1493)
figlio di Ernst I [il Ferreo], duca di Stiria, e di Zimburga di Masovia [Piasti];
[appartiene al ramo leopoldino degli Asburgo.]
1424-93, duca di Stiria, Carinzia, Carniola e Tirolo (Federico V);
[succeduto al padre]
1440-93, re di Germania e dei romani (Federico IV);
alla morte del cugino Alberto II riceve dai principi elettori sia la corona sia la tutela di Ladislao [Postumo] erede di tutti i territori posseduti dal ramo albertino degli Asburgo nonché delle corone di Boemia e d'Ungheria;



1452-93, imperatore del Sacro Romano Impero (Federico III);


Ladislaus [il Postumo]
Albero genealogico
(Komarom, Hungary 1440 - Praga 1457)
figlio di Alberto V d'Asburgo [l'Illustre] e di Elisabeth di Boemia;
1440-57, duca d’Austria;
[incoronato IV.1440]




1453-57, re d’Ungheria (László V);
1453-57, re di Boemia;



1447
-


1447
REGNO di POLONIA
Casimiro IV
Albero genealogico

(Cracovia 1424 - Grodno 1492)
figlio di Ladislao II Jagellone e di Edvige d’Angiò;
1440-92, granduca di Lituania (Casimiro II);
eletto dalla nobiltà locale, con la sua nomina rende il paese indipendente di fatto dalla corona polacca;
1445-92, re di Polonia;
chiamato dalla dieta a succedere al fratello Ladislao III, ristabilisce l'unione personale tra i due stati, al fine di conservare alla dinastia degli Jagelloni almeno la corona della Lituania qualora perdesse quella elettiva della Polonia;


1447
-

1447
Albero genealogico

(Tangermünde 1413 - Neustadt sull'Aisch 1471)
figlio di Federico I e di Elisabetta di Baviera-Landshut;
1440-70, margravio ed elettore di Brandeburgo;
vero fondatore dello stato del Brandeburgo, divide il governo della marca con il fratello Federico [il Grosso] fino al 1463;
nel 1445 rifiuta la corona di Polonia;

1447
Federico II [il Pacifico o il Placido o il Mansueto]
Albero genealogico

(† 1464)
figlio di Federico I e di Caterina di Brunswick-Wolfenbüttel;
1428-64, duca elettore di Sassonia;




1447
ducato di Baviera
Ludwig IX di Wittelsbach [il Ricco]
Albero genealogico

(Burghausen 1417 - Landshut 1479)
figlio di Heinrich XVI [il Ricco], duca di Baviera-Landshut, e di Margarete d’Austria († 1447);
1445-79, duca di Baviera-Ingolstadt;



1450-79, duca di Baviera-Landshut;




Heinrich XVI di Wittelsbach [il Ricco]
Albero genealogico

(1386 - Landshut 1450)
figlio di Friedrich II, duca di Baviera-Landshut, e di Maddalena Visconti;
1393-1450, duca di Baviera-Landshut;



Albrecht III di Wittelsbach [il Pio]
Albero genealogico

(Munich 1401 - Munich 1460)
figlio di Ernst I di Wittelsbach e di Elisabetta Visconti († 1432):
1438-60, duca di Baviera-Monaco;








1447
IMPERO BIZANTINO
Giovanni VIII Paleologo
Albero genealogico

(n. 1390 - m. 1448)
figlio di Manuele II;
1421-24, coimperatore;
1425-48, imperatore.
nel 1440, tornato a Costantinopoli, trova nuove difficoltà nell'opposizione del clero all'unione tra le due chiese stabilita a Ferrara;
nel 1444, battaglia della Varna.
nel 1445, rimasto solo, è costrettto a rendere omaggio ai vincitori turchi;


1447
Costantinopoli è assediata dai turchi.



1447
IMPERO di TREBISONDA
[impero trapesuntino]
Giovanni IV

(? - ?)
figlio di Alessio IV;
1429 (26 apr)- 1458, imperatore di Trebisonda - autokrátor dei romani;


Bailo veneziano
Zaccaria Donato
(1446-48)
Console genovese
Leonardo Grimaldi
(1446-48)
1447
nella missiva speciale inviata dal governo genovese, tramite l'amministrazione di Caffa, all'imperatore si menziona la violazione degli accordi e si accusa il basileus di essersi ingerito in questioni di competenza del console genovese e di aver permesso ai cittadini trapesuntini di percuotere e depredare impunemente i genovesi. La lettera si conclude con la minaccia che, se la cosa si ripeterà e l'imperatore non accoglierà tutte le richieste degli ufficiali di Caffa, saranno prese sanzioni contro di lui.
Lo stesso giorno, a Pera, viene inviata un'altra lettera in cui si ordina di proibire immediatamente tutto il commercio con Sinope e di mandare al suo signore un ultmatum. Se l'imperatore di Trebisonda respingerà le condizioni offertegli, la colonia di Pera dovrà preparare una galera, giacché Genova manderà colà una flotta. L'imperatore trapesuntino viene considerato come l'avversario più pericoloso.
Giovanni IV non intende andare ad un conflitto aperto ed esprime il desiderio di iniziare delle trattative: di recente le coste trapesuntine e della Crimea hanno subito un attacco della flotta turca.


1447
IMPERO OTTOMANO
 

(1404 - 1451)
figlio di Mehmet I;
1421-44/1446-51, sultano;
1423-27, sottomissione dell'Anatolia;
nel 1439 annette la Serbia all'impero, inaugurando una nuova fase della politica ottomana, consistente nella trasformazione degli stati vassalli in province di un impero assoluto; il suo programma viene però ostacolato dagli ungheresi;
nel 1441 e nel 1442 viene sconfitto dagli ungheresi, guidati da Giovanni Hunyadi;
nel 1444, battaglia della Varna.




Mehmet II [Fatih - il conquistatore]
 

(1432 - 1481)
figlio di Murad II;
1444-46/1451-81, sultano;





1447
gli ottomani cercano di spegnere i vari focolai di ribellione sorti nei Balcani senza tuttavia riuscire a sottomettere gli albanesi guidati dall'eroico Scanderbeg.







1447
RUSSIA
Basilio II [il Cieco ]
Albero genealogico
(n. 1415 - m. 1462)
figlio di Basilio I;
1425-62, gran principe di Mosca;
nel 1439 rifiuta di sottoscrivere la riunione della chiesa ortodossa a quella romana approvata dal concilio di Firenze;
nel 1445 non ha successo il suo sforzo per rendersi autonomo dal khan tataro venendo sconfitto;

 
-
1447
-




1447
REGNO di FRANCIA
Carlo VII [il Vittorioso]
Albero genealogico
(Parigi 1403 - Mehun-sur-Yèvre 1462)
figlio di Carlo VI e di Elisabeth di Baviera-Ingolstadt;
1422-61, re di Francia;
[fino alle vittorie di Giovanna d'Arco il titolo non ha avuto per lui alcun significato]
nel 1429 viene incoronato a Reims;
nel 1435 si arriva alla riconciliazione con il duca di Borgogna Filippo III [il Buono];
1443-50, sua amante ufficiale [la prima nella storia dei re di Francia] è la bella e famosa Agnés Sorel, che gli darà quattro figlie;




Primo ministro
[Sovrintendente delle Finanze]
-
Cancelliere-Guardasigilli
-
Segretario di stato agli Affari Esteri
-
 
1447
-




1447
ducato d’Angiò
Renato I [il Buono]
Albero genealogico

(Angers 1409 - Aix-en-Provence 1480)
secondogenito di Luigi II duca d'Angiò e di Iolanda figlia del re di Aragona;
1417, succeduto al padre, viene affidato allo zio materno Luigi, cardinale e duca di Bar; sposa in seguito Isabella figlia di Carlo II di Lorena;
1430-80, duca di Bar;
1430, eredita il ducato dallo zio cardinale Luigi;
1431-53, duca di Lorena;
1431, muore il suocero; pur dovendo diventare signore della regione, deve affrontare l'opposizione di Antonio di Vaudémont (appoggiato dal duca di Borgogna) che lo sconfigge e lo prende prigioniero a Bugnéville dove rimane in queste condizioni fino al 1432;
1434, l'imperatore Sigismondo suggella il suo diritto sulla Lorena;
1434-80, duca d'Angiò e conte di Provenza;
eredita l'Angiò dal fratello Luigi III;
1434-80, re di Sicilia (titolare);
nel 1437, dopo essere stato prigioniero dal 1435 (già una prima volta nel 1431-32) del duca di Borgogna, ottiene la libertà (e il possesso della Lorena) solo grazie ad un enorme riscatto in danaro e in città;
sbarcato nel 1438 nell'Italia meridionale vi si trattiene cercando di aver ragione di Alfonso V d'Aragona;
nel 1442, non riuscendo ad aver ragione di Alfonso V d'Aragona, dall'Italia meridionale si ritira in Francia mantenendo però il titolo regio; qui combatte con Carlo VII nell'ultimo periodo della guerra dei cent'anni fino alla definitiva conquista della Normandia;




1447
-

a

1447
ducato di Borgogna
Filippo III [il Buono]
Albero genealogico
(Digione 1396 - Bruges 1467)
figlio di Giovanni [Senza paura] e di Margherita di Baviera;
1419-67, duca di Borgogna e conte di Fiandra;
succeduto al padre, assassinato dagli armagnacchi;
nel 1428 acquista la contea di Namur;
nel 1430 eredita dal cugino Filippo di Saint-Pol il Brabante e il Limburgo;
nel 1433 ottiene definitivamente il possesso di Olanda, Zelanda, Hainaut;
1437-38, ribellione di Bruges;
nel 1441, per via di negoziati, ottiene il Lussemburgo;




 
-
1447
-




1447
ducato di Savoia
Ludovico
Albero genealogico
(Ginevra 1413 - Lione 1465)
figlio di Amedeo VIII [il Pacifico] e di Marie di Borgogna-Valois;
1431, alla morte del fratello maggiore Amedeo eredita il titolo di principe di Piemonte;
1434-65, conte di Aosta, Maurienne e Nizza;
1434-65, duca di Savoia;
dopo l'abdicazione del padre;
nel 1441 cede al duca di Bourbon l'omaggio del paese di Dombe;
nel 1442 sposa Anna di Lusignano, figlia di Giano re di Cipro, di cui si è innamorato perdutamente; mentre gli abusi e i disordini a corte si moltiplicano, il regno di Cipro è per casa Savoia niente più che un titolo;
nel 1445 è costretto a cedere a Carlo VII il Valentinois; vengono inoltre cedute alla Francia le ragioni sulle contee di Valenza e di Die, avendone in cambio l'esonero dell'omaggio che dal 1355 si prestava alla Francia per la baronia di Fossignì;
1447
alla morte di Filippo Maria Visconti, che lascia la vedova Maria di Savoia, sua sorella, cerca di far valere i diritti sabaudi alla successione nel ducato di Milano ma alla fine deve riconoscere la signoria di Francesco Sforza;



 
-
1447
-

 



1447
REGNO d'INGHILTERRA
Enrico VI
Albero genealogico

(Windsor 1421 - Londra 1471)
figlio unico di Enrico V e di Caterina di Valois;
1422-61, 1470-71, re d'Inghilterra;
ancora in fasce, poco dopo, alla morte del nonno Carlo VI, viene proclamato anche re di Francia;
sotto la reggenza degli zii Giovanni di Bedford (reggente in Francia) e Humphrey di Gloucester assiste impotente ai disastrosi risultati dell'ultima fase della guerra dei cent'anni;
nel 1445 sposa Margherita d'Angiò;
[con la nuova sposa, alleata ai Beaufort contro il partito popolare facente capo a Riccardo, duca di York, spera di giungere ad una composizione onorevole della questione francese.];





1447
-


a

1447
REGNO di SCOZIA
Giacomo II
Albero genealogico

(Holyrood 1430 - Roxburgh 1460)
figlio di Giacomo I Stuart e di Joan Beaufort;
1437-60, re di Scozia;
divenuto re a soli 7 anni dopo l'assassinio del padre, si trova in mezzo alle lotte fra fazioni nobiliari dei Douglas-Livingstone e dei Crichton;




1447
-


a





1447
REGNO di PORTOGALLO
Alfonso V [l'Africano]
Albero genealogico
(Sintra, Lisbona 1432 - 1481)
figlio di Edoardo I e di Eleonora di Aragona;
1438-81, re di Portogallo;
1440-48, sotto la reggenza dello zio dom Pedro;



1447
-


1447
REGNO di ARAGONA
Alfonso V [il Magnanimo]
Albero genealogico

(Medina del Campo 1394 – Napoli 27 giu 1458)
figlio di Ferdinando I e di Leonor Urraca di Castiglia-Albuquerque;
1416-58, re di Aragona;
succeduto al padre, tenta il grande disegno di riunificazione di Napoli alla Sicilia;
nel 1421, fattosi adottare dalla regina Giovanna II d'Angiò, si reca a Napoli con la sua corte;
nel 1423, in seguito a contrasti fra Catalogna e Aragona e lotte per la successione al trono di Castiglia, riporta la pace; si trattiene in patria fino al 1432;
nel 1433 ritorna definitivamente in Italia per conquistare prima e costruire poi il nuovo regno;
1435-58, re di Napoli; (Alfonso I)
nel 1435, nel corso della battaglia navale di Ponza, viene fatto prigioniero da Filippo Maria Visconti; quando il destino della monarchia aragonese sembra ormai segnato, egli stipula con il duca di Milano una pace separata impegnandosi a pagare un forte riscatto, a rinunciare alle sue pretese sulla Corsica e sulla Toscana e a combattere Francesco Sforza;
1442-58, re di Sicilia;
[re di Sicilia citra et ultra Pharum o rex utriusque Siciliae (titolo che diverrà regno delle Due Sicilie nel 1816)]





1447
-




1447
REGNO di CASTIGLIA e di LÉON
JUAN II
Albero genealogico

(Toro 6 mar 1405 - Valladolid 20 lug 1454)
figlio di Enrico III [il Malaticcio] e di Catherine di Lancaster;
1406-1454, re di Castiglia e di Léon;
[sotto la reggenza dello zio e della madre.]


1447
-

1447
REGNO di NAVARRA
Giovanni II
Albero genealogico

(Medina del Campo 1397 - Barcellona 1479)
figlio di Ferdinando I e di Eleonora di Castiglia;
1415-16, viceré di Sicilia;
1425-79, re di Navarra;
succeduto alla morte di Carlo III [il Nobile], padre di sua moglie Bianca;
nel 1435 partecipa alla spedizione del fratello Alfonso V il Magnanimo per la conquista di Napoli ma viene catturato a Ponza e condotto a Milano dove riconquista la libertà grazie a Filippo Maria Visconti;
nel 1441, alla morte della moglie Bianca, nega al figlio Carlo, principe di Viana, il diritto di succedere alla madre sul trono di Navarra come previsto dal testamento della stessa sovrana;
1447
si risposa con Giovanna Enriquez, figlia dell'ammiraglio di Castiglia, ed i rapporti con il figlio Carlo, avuto dalla prima moglie Bianca, peggiorano ulteriormente; dal nuovo matrimonio nasce Ferdinando, futuro sposo di Isabella di Castiglia; lo scontro tra padre e figlio è inevitabile ma Carlo ha la peggio e, diseredato a favore della sorella Eleonora (moglie di Gastone IV di Foix), fugge a Napoli;




1458-79, re d'Aragona;


1447
-
a




1447
REPUBBLICA DI GENOVA
"Compagna Communis Ianuensis"
Raffele Adorno
Albero genealogico

(? - ?)
figlio di;
1443 28 gen - 4 gen 1447, doge di Genova;


Barnaba Adorno
Albero genealogico

(? - ?)
figlio di;
1447 4 gen - 30 gen, doge di Genova;


Giano I di Campofregoso
Albero genealogico

(? - ?)
nipote di Tomaso di Campofregoso;
1447 30 gen - 16 dic 1448, doge di Genova;


1447
Aprile
per l'esame della situazione venutasi a creare a Trebisonda, il doge convoca un Consiglio straordinario, presieduto da egli stesso; vi prendono parte l'Officium Provisionis Romanie, il Consiglio degli Anziani, L'Officium Monete, l'Officium del Banco di San Giorgio e trenta cittadini esperti nelle questioni orientali. In questa assemblea rappresentativa della repubblica genovese vengono lette le lettere del console e dei massari di Caffa e del governatore di Mitilene Dorino I Gattilusi che sostiene le rivendicazioni al trono di Alessandro Comneno.
Per l'analisi urgente delle informazioni particolareggiate, il Consiglio sceglie quattro persone, con a capo il doge.
Maggio
2
, il governo e la commissione, dopo aver discusso con l'Officium Provisionis Romanie un piano d'azione, inviano le proprie istruzioni al console di Caffa.
Approfittando del periodo tranquillità, viene deciso di porre risolutamente fine agli interventi ostili. In caso di operazioni militari si prevede di armare galere a Pera, Caffa, Lesbo e Chio. Gli ordini per azioni nei confronti di Mangup sono trasmessi al console di Caffa e per quelle nei confronti del signore di Sinope al podestà di Pera. Inoltre, Napoleone Salvaigo ha l'incarico di concludere un accordo con i Tatari, ma prima di tutto egli è inviato a Trebisonda.
Tramite l'amministrazione di Caffa viene consegnata all'imperatore una missiva speciale.



1447
ducato di Milano
Filippo Maria Visconti
Albero genealogico
(Milano 1392 - 1447)
figlio secondogenito di Gian Galeazzo e di Caterina Visconti;
1402-47, conte di Pavia;
1412-47, duca di Milano;
Lotario Rusca rinuncia a Como, mentre Lodi viene tolta a Giovanni da Vignate;
nel 1417 si fa cedere Vercelli dal marchese di Monferrato;
nel 1418, sotto l'accusa di adulterio, fa decapitare la sua prima moglie Beatrice di Tenda;
sottrae Piacenza a Filippo Arcelli;
nel 1420 toglie Cremona a Cabrino Fondulo;
nel 1422 toglie Bergamo e Brescia a Pandolfo Malatesta; quando anche Genova si assoggetta ai Visconti, egli può rientrare da protagonista nel gioco politico dei grandi potentati italiani;
1426-27, lega antiviscontea;
nel 1428, con la prima pace di Ferrara, deve cedere a Venezia Brescia e Bergamo;
sposa la sua seconda moglie Maria di Savoia;
1431-33, lega antiviscontea;
con la seconda pace di Ferrara Filippo Maria Visconti deve cedere a Venezia Brescia e Bergamo;
1437-41, lega antiviscontea;
nel 1441, con la pace di Cremona, deve cedere a Venezia anche Ravenna e accettare l'indipendenza di Genova e il dominio di Firenze sul casentino;






 
1447
-


1447
REPUBBLICA DI VENEZIA
"La Serenissima"
Francesco Foscari
Albero genealogico
(Venezia 19 giu 1373 – Venezia 1º nov 1457)
primogenito di Nicolò di Giovanni e di Caterina di Giovanni Michiel.
1423-57, doge di Venezia; [65°]


- nunzio pontificio: ? (? - ?)
- ambasciatore di Spagna: ? (? - ?)

1447
al nuovo papa Niccolò V vengono inviati quattro ambasciatori, Luigi Loredan, Luigi Venier, Pascal Malipiero e Zaccaria Trevisan.
Inutile il tentativo di Venezia e del marchese di Ferrara di impedire che 2000 cavalieri e 1000 fanti siano dal papa inviati di nascosto in aiuto al duca di Milano.
La peste piomba su Venezia.
Rinvigorito con 400 arcieri il presidio di Ravenna, munite con vigorosi corpi di milizie le frontiere nel padovano e accettata in amicizia e in difesa la città di Ancona che innalza le insegne veneziane, il senato invia tutte le sue truppe ad ingrossare il proprio esercito nel milanese.
Alla morte senza eredi di Filippo Maria Visconti le città di Piacenza e di Lodi si danno ai veneziani; la città di Milano decide invece di reggersi da sola pur assumendo quale capitano Francesco Sforza che, passato l'Oglio e occupato Colombano, è pronto alla conquista. Con lui Milano conviene che gli lascia Brescia se riesce a toglierla ai veneziani, mentre se occupa Verona, questa diventerà sua al posto di Brescia.
Assunto il comando dell'esercito milanese con il grado di generale Francesco Sforza si unisce a Francesco Piccinino con cui forma un corpo così forte che l'Attendolo per non incorrere in aperto pericolo ritira le genti veneziane nel lodigiano lasciando allo Sforza la facoltà di recuperare Colombano.
Questi conquista Piacenza facendo prigionieri il provveditore Gerardo Dandolo e il capitano delle milizie Taddeo d'Este.
Occupa Mozzanica e tutte le terre della Giera d'Adda, tranne Caravaggio, e Cassiano; passa quindi nel cremonese facendo avanzare nel Po 26 galeoni per combattere l'armata veneziana che, diretta da Andrea Querini, subisce la disfatta. Si dirige quindi ad espugnare Caravaggio dove poco lontano si trova l'esercito veneziano di Attendolo. In un giorno festivo i capitani veneziani decidono di attaccare i nemici alle spalle disponendo che Tiberto Brandolino, Guido Rangone e Alberto Rodiense assaltino le trincee. I nemici rimangono confusi dall'attacco ma lo Sforza non demorde e fatti uscire i suoi soldati dagli alloggiamenti incalza i veneziani con tale vigore da costringere alla fuga i loro comandanti. Vengono fatti 8000 prigionieri tra cui Ermolao Donato e Gerardo Dandolo, i soli capitani rimasti.
Si arrende quindi la Rocca di Caravaggio e sono occupate con facilità tutte le terre del bresciano: lo Sforza passa sotto Brescia che però è ancora fortemente munita di un forte presidio cui si aggiunge il resto dell'esercito veneziano.
Accortosi di non poter diventare il signore assoluto di Milano senza l'appoggio della Serenissima Francesco Sforza decide di unirsi in lega con Venezia.
In una terra vicino a Peschiera si incontrano pertanto Angelo Simonetta ed il provveditore veneziano Pascale Malipiero: tra Venezia e lo Sforza viene costituita una lega in virtù della quale tutto quanto sarà acquisito fino al fiume Adda apparterrà ai veneziani mentre la città di Milano col rimanente del ducato sarà dello Sforza al quale la Repubblica promette inoltre, per agevolargli il conseguimento, di spedire 4000 cavalieri e 2000 fanti oltre alla corresponsione di 13.000 ducati mensili per il mantenimento delle milizie.
Le cose cambiano. La città di Milano, invece di aspirare alla conquista di Venezia, pensa ora soltanto a difendersi per cui si accorda con il duca di Savoia che le invia in aiuto Giovanni Campesio con un grande numero di soldati.
Lo Sforza ordina allora al Colleoni di contrastare l'avanzata dei savoiardi, 6000 dei quali vengono disfatti ed il loro capo fatto prigioniero. Lodi intanto, scacciato il presidio veneziano, decide di agire come Milano mentre lo Sforza occupa intanto Dertona, Novara, Alessandria, Parma, tutto il territorio tra l'Adda e il Tesino, tranne Lodi e Como, e, superati altri facili ostacoli si avvicina a Milano stringendola con uno stretto assedio. Il popolo milanese, per mostrare la sua potenza, esce con 60.000 uomini armati, una moltitudine disordinata e inesperta ma, per niente impensierito, lo Sforza dispone con tale ordine le sue milizie che l'ammasso di gente preferisce rientrare in città.
Nel frattempo il senato veneziano scopre di avere un nuovo nemico in Alfonso d'Aragona re di Napoli che, per antipatia verso i veneziani o per amicizia col Visconti, ha cacciato dal regno i mercanti di Venezia offendendo il decoro della Repubblica. Poco dopo, per mezzo di Lionello d'Este, porge le sue scuse chiedendo la pace con l'invio dei suoi ambasciatori che però non sono ricevuti dal senato che desidera vendicarsi; come segno di aperta ostilità il capitano del Golfo Vettor Capello, data la caccia ad una fusta di corsari nelle spiagge di Ortona, insegue ed arresta i fuggitivi; rientrato nella cittadina uccide poi molti paesani, fiancheggiatori dei corsari, ed incendia i borghi; nel Mar di Sicilia invece il generale Luigi Loredan incendia una grossa nave, molte galee e altri piccoli legni nel porto di Messina; spinta inoltre un grossa nave piena di materiale bituminoso e sulfureo all'interno del porto di Siracusa, distrugge un gran numero di barche conquistandone inoltre in pochi giorni altre 47.

Intanto, in autunno, il Consiglio dei Dieci accoglie la richiesta del doge di far rientrare dall'esilio il figlio Jacopo Foscari ora gravemente ammalato, da due anni ormai esiliato a vita nell'isola Modone nel Peloponneso per essersi indebitato fino al collo e perché scoperto a «vendere sottobanco pubbliche onorificenze e incarichi governativi».
Cancellata la pena, il giovane può rientrare a Venezia.
Ma più tardi, una notte di novembre, un senatore di riconosciuta probità, Ermolao Donà, viene pugnalato a morte dopo una riunione in senato. I sospetti cadono subito su Jacopo Foscari. C'è anche chi informa con una lettera il Consiglio dei Dieci indicando il movente del delitto: Jacopo Foscari ha voluto colpire uno dei giudici del tribunale che lo avevano condannato all'esilio.
Il processo è lungo e assai contrastato per il fatto che non esistono prove sulla sua colpevolezza. Jacopo Foscari continua a proclamare la propria innocenza, perfino sotto tortura.
Viene però condannato nuovamente all'esilio perpetuo, questa volta nell'isola di Creta.

 

1447
Repubblica di Firenze
Cosimo de' Medici [il Vecchio]
Albero genealogico

(Firenze, 27 set 1389 – Careggi, 1º ago 1464)
figlio di Giovanni di Bicci, fondatore del Banco Medici (1397), e di Riccarda [Nannina] de’ Bueri;
1416, sposa Contessina de’ Bardi († 1473), figlia di Alessandro de’ Bardi, conte di Vernio;
1429-64, signore de facto di Firenze;
1439, gonfaloniere di giustizia;



 

 
1447
-


1447
Ancona
Francesco Sforza
Albero genealogico
(San Miniato, Pisa 1401-Milano 1466)
figlio di Muzio Attendolo [Sforza] e della sua compagna Lucia di Torsciano;
1424-26, viceré della Calabria;
1430, condottiero al servizio di Filippo Maria Visconti, in lotta contro Venezia;
morta la sua prima moglie gli viene offerta in sposa da Filippo Maria Visconti la figlia e unica erede Bianca Maria;
1433-66, marchese di Ancona;
gonfaloniere della chiesa per l'Umbria, è ora al servizio del pontefice;
nel 1440, ancora gonfaloniere della chiesa per l'Umbria ma tornato l'anno precedente al servizio dei veneziani contro Milano, dopo la sconfitta del Piccinino ad Anghiari non vuole varcare l'Adda e penetrare in territoiro visconteo, prodigandosi viceversa perché si arrivi alla pace;
nel 1441, con la pace di Cremona, ha finalmente in sposa Bianca Maria Visconti;
nel 1443 è osteggiato dal suocero che invia il Piccinino contro i suoi domini nelle Marche riuscendo a muovergli contro anche Eugenio IV che revoca le concessioni fattegli dieci anni prima; nel contempo anche le sue terre abruzzesi cedono sotto gli attacchi di Alfonso d'Aragona; esce dal difficile momento con l'aiuto di Firenze e Venezia ottenendo la vittoria negli scontri decisivi di Monte Loro e di Montolmo;
nel 1444 fa pace col papa che gli conferma le Marche;
1447
alla morte di Filippo Maria Visconti senza aver designato eredi, raggiunge la Lombardia; al soldo prima della Repubblica Ambrosiana (succeduta al Visconti in un'effimera signoria su Milano), poi di Venezia, ma in realtà agendo da principe autonomo, occupa l'una dopo l'altra tutte le città del dominio visconteo, che nel frattempo si sono rese indipendenti;






1450-66, duca di Milano;






 
1447
-



1447
REGNO di NAPOLI e REGNO di SICILIA
Alfonso V [il Magnanimo]
Albero genealogico

(Medina del Campo 1394 – Napoli 27 giu 1458)
figlio di Ferdinando I e di Leonor Urraca di Castiglia-Albuquerque;
1416-58, re di Aragona;
1435-58, re di Napoli; (Alfonso I)
1442-58, re di Sicilia;
[re di Sicilia citra et ultra Pharum o rex utriusque Siciliae (titolo che diverrà regno delle Due Sicilie nel 1816)]

– vedi sopra –




Ferdinando I o Ferrante
Albero genealogico

(1431 ca - Napoli 1494)
figlio naturale di Alfonso V [il Magnanimo];
1443-58, duca di Calabria;
[titolo spettante tradizionalmente agli eredi al trono di Napoli.]
nel 1445 sposa Isabella di Chiaramonte;




1458-94, re di Napoli;




Renato I [il Buono]
Albero genealogico

(Angers 1409 - Aix-en-Provence 1480)
secondogenito di Luigi II duca d'Angiò e di Iolanda figlia del re di Aragona;
1430-80, duca di Bar;
1431-53, duca di Lorena;
1434-80, duca d'Angiò e conte di Provenza;
eredita l'Angiò dal fratello Luigi III;
1434-80, re di Sicilia (titolare);
sbarcato nel 1438 nell'Italia meridionale vi si trattiene cercando di aver ragione di Alfonso V d'Aragona;
nel 1442, non riuscendo ad aver ragione di Alfonso V d'Aragona, dall'Italia meridionale si ritira in Francia mantenendo però il titolo regio;




– vedi sopra –




1447
-
a




Commynes, Philippe de (Renescure, Dunkerque 1447 ca-Argenton-sur-Creuse, Châteauroux 18 ottobre 1511) diplomatico e storico francese;
servì Carlo [il Temerario], duca di Borgogna, e poi Luigi XI re di Francia;
Memorie (1489-98, in 8 Libri che abbracciano il periodo 1464-98)
[Pubblicate a cura di Giuseppe Calmette dall'Ed. Champion di Parigi.].

Fieschi Adorno, Caterina o Caterinetta o Caterina da Genova (Genova 1447-1510) mistica italiana, terziaria francescana, santa; Albero genealogico
sostenitrice dell'ospedale di Pammatone a Genova;
[Figlia di Giacomo viceré di Napoli, viene data giovanissima in sposa, per ragioni politiche, a Giuliano Adorno: matrimonio infelice e senza figli.]
1473, dopo aver cercato evasione nella vita mondana, una folgorazione mistica la porta a dedicarsi completamente alla preghiera e all'assistenza dei malati dell'ospedale di Pammatone; anche il marito, che finora ha condotta uno vita dissoluta, segue il suo esempio facendosi terziario francescano e assistendo la moglie fino alla morte (1497); accanto ai due si forma una cerchia di intellettuali religiosi tra cui Ettore Vernazza;
Trattato del purgatorio (comprendente la dottrina spirituale della santa, ha grande influsso sulla teologia cattolica del purgatorio; sembra prevedere gli errori dei protestanti ed è molto apprezzato da Francesco di Sales)
Dialogo tra l'anima e il corpo (non interamente autentico)
[la sua biografia, scritta da don Cattaeno Marabotto, include sia il Trattato che il Dialogo].

Ratdolt, Erhard (Augusta 1447-1527/28) tipografo tedesco.
[Il miglior stampatore rimasto a Venezia dopo la morte di Nicolas Jenson, morto a Roma nel 1480.]

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Banco di San Giorgio

«segue da 1437»
1447, la Casa di san Giorgio, già colma di privilegi e prerogative, anche di carattere giuridico, e proprietaria di immobili assume i diritti di sovranità territoriale su Famagosta;
«segue 1453»

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