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– Francesco COSSIGA [il picconatore]

(Sassari, 26 luglio 1928 – Roma, 17 agosto 2010)

uomo politico italiano, 8° Presidente della Repubblica italiana (1985 3 lug - 28 apr 1992);
[Esponente dei seguenti partiti:
(1955-1992) - Dc (Democrazia Cristiana),
(1998-1999) - UDR (Unione Democratica per la Repubblica),
(1999-2001) - Unione per la Repubblica,
(2001-2010) - Indipendente;
Padre di Giuseppe.]


Alma mater Università degli Studi di Sassari

laureato in giurisprudenza, giurista e docente universitario;

[Nato da una famiglia medio-borghese repubblicana e anti-fascista di probabili ascendenze còrse (Còssiga, in dialetto sassarese significa infatti Corsica).
Cugino di terzo grado di Enrico Berlinguer e Giovanni Berlinguer (figli di una cugina di sua madre).
Nonostante sia comunemente chiamato "Cossìga", la pronuncia originaria del cognome è "Còssiga": si tratta d'un casato sardo - di nobiltà di toga, che a suo dire aveva esponenti collegati ad una loggia massonica locale -; il cognome significa "Còrsica", e indica provenienza della famiglia da quell'isola.
Egli stesso si attribuisce il soprannome, con cui ama definirsi, di «don Cecio da Chiaramonti».]



a sedici anni si diploma, in anticipo di tre anni, al Liceo classico «Azuni»;

1945
iscritto alla sezione sassarese, inizia la militanza nella Democrazia cristiana;

10 dic - 28 giu 1946, (I "governo De Gasperi);

negli anni universitari fa parte della FUCI con ruoli di primo piano nella FUCI di Sassari e a livello nazionale;

1946
eletto deputato all'Assemblea Costituente;
13 luglio-20 gennaio 1947, (II "governo De Gasperi);

1947
maggio-maggio 1948, (IV "governo De Gasperi);

a soli 19 anni e mezzo, si laurea in giurisprudenza;
[Inizia così una carriera universitaria che gli varrà in seguito valsa l'insegnamento della materia di diritto costituzionale regionale presso la facoltà di giurisprudenza dell'Università di Sassari.]

1948
8 maggio, eletto deputato (I Legislatura);

 


1953
25 giugno, eletto deputato (II Legislatura);
17 agosto-5 gennaio 1954, dim. ("governo Pella);

1954
18-30 gennaio (I "governo Fanfani);
febbraio-giugno 1955, ("governo Scelba);

1955
luglio-maggio 1957 (I "governo Segni");

Alla fine degli anni cinquanta, ancora trentenne, inizia la sua folgorante carriera politica a capo dei cosiddetti "giovani turchi sassaresi".

1958
12 giugno, eletto per la prima volta deputato (III Legislatura – 1958 12 giug - 15 mag 1963) per la Dc (Democrazia Cristiana), circoscrizione CAGLIARI;
luglio-febbraio 1959 (II "governo Fanfani);

1959
febbraio-febbraio 1960 (II "governo Segni");


1960
25 marzo-19 luglio ("governo Tambroni);
luglio-febbraio 1962 (III "governo Fanfani);

1961
23 novembre, ottiene il grado di Capitano di corvetta, conseguito con provvedimento del presidente della Repubblica Giovanni Gronchi;
[Egli, tuttavia, sarà più affezionato al grado di Capitano di fregata della Marina Militare per nomina presidenziale di Giovanni Leone; il fatto emergerà pubblicamente quando nelle lettere di un magistrato suicida, il cagliaritano Luigi Lombardini, vi si allude come ad un soprannome usato dei fidatissimi del circolo presidenziale.]

1962
febbraio-maggio 1963 (IV "governo Fanfani);

1963
16 maggio, rieletto deputato (IV Legislatura – 1963 16 mag - 4 giu 1968)per la Dc (Democrazia Cristiana), circoscrizione CAGLIARI;

1963
dicembre-luglio 1964 (I "governo Moro");

1964
luglio-febbraio 1966 (II "governo Moro");

1966
23 febbraio-giugno 1968, sottosegretario alla Difesa (III "governo Moro");

[In questa veste presiede all'apposizione degli "omissis" sul "rapporto Manes", una relazione sull'operato del servizio segreto militare oggetto di esame da parte della commissione ministeriale di inchiesta sul "piano Solo", che la Commissione parlamentare sul SIFAR ha ricevuto dal Governo pesantemente censurata "per esigenze di segreto militare"; secondo Lino Jannuzzi, che con Eugenio Scalfari condurrà una campagna contro il gen. Giovanni De Lorenzo, ideatore del piano, egli stesso gli avrebbe rivelato il suo ruolo nella depurazione del testo di Manes.]

[Entrato per la prima volta al governo, egli riceve la delega, come Sottosegretario alla Difesa, a sovrintendere "Gladio", sezione italiana della rete Stay Behind, organizzazione segreta dell'Alleanza Atlantica (di cui fanno parte anche Austria e Svezia).
Le sue asserite responsabilità nei confronti di "Gladio" saranno confermate da lui stesso che, ancora presidente, ammetterà con fierezza, in un'esternazione a Edimburgo nel 1990, la parte avuta nella sua messa a punto, in quanto sottosegretario al Ministero della Difesa tra il 1966 e il 1969 e si autodenuncerà con un documento inviato alla Procura di Roma, in seguito alla denuncia dell'ammiraglio Martini e del gen. Inzerilli come responsabili di "Gladio". Nel documento dichiarerà: «Rivendico in pieno la tutela di quarant'anni di politica della Difesa e della sicurezza per la salvaguardia dell'integrità nazionale, dell'indipendenza e della sovranità territoriale del nostro Paese nonché della libertà delle istituzioni, anche al fine di rendere giustizia a coloro che agli ordini del governo legittimo hanno operato per la difesa della Patria».
Saranno differenti le versioni sui motivi che indurranno il presidente del Consiglio Giulio Andreotti a divulgare la struttura segreta di "Gladio":
Paolo Guzzanti, nel suo libro Cossiga, un uomo solo (Rizzoli, 1991) dedicherà un capitolo («La fiaba del giudice, del gatto e del primo ministro») alla chiave interpretativa di fonte cossighiana: la richiesta del giudice che indagherà sulla strage di Peteano, Felice Casson, di accedere agli archivi del SISMI a Forte Braschi, sarebbe inopinatamente accolta dal presidente del consiglio Giulio Andreotti per dare luogo ad un regolamento di conti con il Capo dello Stato, da poco esternatore assai sgradito alla maggioranza Dc;
Egli stesso, in una sua autobiografia, La versione di K (Rizzoli, 2009), scriverà, riferendosi aGiulio Andreotti: «Mi ha risposto che, ormai caduto il Muro di Berlino, non vi era più alcuna ragione per non raccontare come stavano davvero le cose. Tanto più, aggiunse, che aveva concesso al pm veneziano Felice Casson (…) il permesso di andare a vedere negli archivi dei Servizi Segreti: a quel punto c'era poco da sperare che non avrebbe ricostruito tutto» (pag. 158).
Vi saranno differenti valutazioni politiche sul suo coinvolgimento nella vicenda di"Gladio".
Mentre egli dichiarerà che sarebbe giusto riconoscere il valore storico dei gladiatori così come era avvenuto per i partigiani, il presidente della Commissione Stragi Giovanni Pellegrino scrivererà: «[...] se in sede giudiziaria un'illiceità penale della rete clandestina in sé considerata è stata motivatamente e fondatamente negata, non sono state affatto escluse possibili distorsioni dalle finalità istituzionali dichiarate della struttura, che ben possono essere andate al di là della sua già evidenziata utilizzazione a fini informativi...».
]

1968
5 giugno, rieletto deputato (V Legislatura – 1968 5 giu-24 mag 1972)per la Dc (Democrazia Cristiana), circoscrizione CAGLIARI;
giugno-dicembre 1968 (II "governo Leone");
dicembre-luglio 1969 (I "governo Rumor");

1969
agosto-febbraio 1970 (II "governo Rumor");

1970
27 marzo-6 luglio (III "governo Rumor");
agosto-gennaio 1972 ("governo Colombo");

1972
17-26 febbraio 1972 (I "governo Andreotti");
25 maggio, rieletto deputato (VI Legislatura – 1972 25 mag - 4 lug 1976)per la Dc (Democrazia Cristiana), circoscrizione CAGLIARI;
giugno-giugno 1973 (II "governo Andreotti");

1973
luglio-marzo 1974 (IV "governo Rumor");

1974
14 marzo-3 ottobre  (V "governo Rumor");
23 novembre-12 febbraio 1976, ministro (senza portafoglio) con delega per l'organizzazione della Pubblica Amministrazione [o ministro della Riforma burocratica] (IV "governo Moro");


1976
12 febbraio-29 luglio, ministro dell'Interno (V "governo Moro");
5 luglio, rieletto deputato (VII Legislatura – 1976 lug-19 giu 1979)per la Dc (Democrazia Cristiana), circoscrizione CAGLIARI;
29 luglio-11 mar 1978, ministro dell'Interno (III "governo Andreotti");

1977
11 marzo, nel corso di durissimi scontri tra studenti e forze dell'ordine nella zona universitaria di Bologna viene ucciso il militante di Lotta continua Pierfrancesco Lorusso;
[Alle successive proteste degli studenti, egli risponde mandando veicoli trasporto truppa blindati (M113) nella zona universitaria.
A seguito di ciò, visto il clima di violenza e i toni sempre più accesi, in particolare dei soggetti appartenenti all'area extra-parlamentare, egli dà disposizioni per vietare in tutto il Lazio, fino al successivo 31 maggio, tutte le manifestazioni pubbliche. Nonostante il divieto, grandi gruppi di militanti danno comunque il via a manifestazioni di protesta, anche a Roma, a seguito della morte per colpi d'arma da fuoco della militante radicale romana Giorgiana Masi sul Ponte Garibaldi.
Il nome del ministro viene storpiato dagli studenti: con una kappa iniziale ed usando la doppia esse delle SS naziste (sowilo, lettera dell'alfabeto runico), in una forma somigliante a Ko??iga.]

 

1978
gennaio, contribuisce alla riforma dei servizi segreti – dando loro la configurazione che manterranno fino alla successiva riforma del 2007 – e sostiene la creazione dei reparti speciali antiterrorismo della Polizia NOCS e dei Carabinieri GIS;

11 marzo-11 maggio 1978
, ministro dell'Interno (IV "governo Andreotti");

16 marzo, Aldo Moro , presidente della DC, viene rapito dalle Brigate Rosse;

[Egli crea rapidamente due "comitati di crisi", uno ufficiale e uno ristretto, per la soluzione della crisi.
Molti fra i componenti di entrambi i comitati risulteranno in seguito iscritti alla P2; ne fa parte lo stesso Licio Gelli sotto il falso nome di "ingegner Luciani".
Tra i membri anche lo psichiatra e criminologo Franco Ferracuti.
Egli richiede ed ottiene l'intervento di uno specialista statunitense, il prof. Steve Pieczenik, il quale partecipa ad una parte dei lavori.
Circa la presunta fuga di notizie per la quale le BR sembrano a conoscenza di quanto si stia discutendo nelle stanze riservate, il prof. Steve Pieczenik – come affermerà nel 1994 – chiede via via di ridurre progressivamente il numero dei partecipanti alle riunioni. Rimasti solo lui e il prof. Steve Pieczenik, «la falla non accenna a richiudersi». Il ministro in seguito non smentirà ma parlerà di «cattivo gusto».
Non è mai stata aperta alcuna trattativa con i sequestratori per il rilascio di Aldo Moro, il quale dalla sua prigionia gli scrive dicendogli che «esiste un problema, postosi in molti e civili paesi, di pagare un prezzo per la vita e la libertà di alcune persone estranee, prelevate come mezzo di scambio. Nella grande maggioranza dei casi la risposta è stata positiva ed è stata approvata dall'opinione pubblica».]


11 maggio, in seguito al ritrovamento del cadavere di Aldo Moro in via Michelangelo Caetani, si dimette;
[Al giornalista Paolo Guzzanti dirà: «Se ho i capelli bianchi e le macchie sulla pelle [a causa della vitiligine, ndr] è per questo. Perché mentre lasciavamo uccidere Moro, me ne rendevo conto. Perché la nostra sofferenza era in sintonia con quella di Moro».
In seguito, forse per questi fatti, egli comincerà a soffrire di numerosi problemi di salute cronici, come il disturbo bipolare e la sindrome della fatica cronica.
Il suo posto viene occupato ad interim dal presidente del Consiglio G. Andreotti.]

1979
20-31 marzo (V "governo Andreotti");
20 giugno, rieletto deputato (VIII Legislatura – 1979 20 giu-11 lug 1983) per la Dc (Democrazia Cristiana), circoscrizione CAGLIARI;
4 agosto-4 aprile 1980, Presidente del Consiglio dei ministri (I "governo Cossiga");

 

 

1980
4 aprile-18 ottobre, Presidente del Consiglio dei ministri (II "governo Cossiga");

[Nel corso dei due brevi esecutivi da lui guidati il Parlamento italiano approvò la legge che consentirà al I "governo Craxi" nel 1983 di installare gli euromissili a Comiso.
È la sua più importante azione di politica estera, decisione che anticipa, in qualche maniera, il sodalizio tra l'Italia e la Germania Occidentale guidata da Helmut Schmidt. Episodio poco noto alla storia delle relazioni internazionali ma di importanza stategica per il futuro dell'Italia.]


In tale veste viene proposto dal PCI per la messa in stato di accusa da parte del Parlamento, in votazione in seduta comune, con una procedura conclusasi nel 1980 con l'archiviazione. L'accusa è di favoreggiamento personale e rivelazione di segreto d'ufficio.
[È sospettato di aver rivelato a un compagno di partito, il senatore Carlo Donat Cattin, che suo figlio Marco Donat Cattin è indagato e prossimo all'arresto, essendo coinvolto in episodi di terrorismo, suggerendone l'espatrio.
Il Parlamento in seduta comune ritiene però manifestamente infondata l'accusa, che è fatta procedere da parte della magistratura di Torino in seguito alle dichiarazioni del terrorista pentito Roberto Sandalo (Sandalo, soprannominato il "piellino canterino" perché è uno dei primi pentiti dell'organizzazione terroristica Prima Linea, ha infatti riferito che in una conversazione con Marco Donat Cattin quest'ultimo gli avrebbe parlato dell'imminenza del suo arresto, appresa da fonti vicine al padre).
Nel denunciare il favoreggiamento personale il PCI guidato da Enrico Berlinguer è assai deciso nel ritenere che sia il presidente la fonte della fuga di notizie sulle indagini sui terroristi.
Una possibile spiegazione di tanta certezza sarà offerta dalla nuova ricostruzione della vicenda offerta in un libro e confermata in un'intervista del 7 settembre 2007 dallo stesso ex presidente ad Aldo Cazzullo del «Corriere della sera»: egli infatti ammetterà (vent'anni dopo i fatti con il reato ormai caduto in prescrizione) parte dell'addebito, ma, soprattutto, rivelerà di avere egli stesso informato il cugino Enrico Berlinguer del fatto, attendendosi comprensione ed ottenendo invece che la notizia venga utilizzata per una battaglia politica contro di lui.]

segue un periodo di allontanamento dalla vita pubblica;

ottobre-maggio 1981 ("governo Forlani");

1981
giugno-agosto 1982 (I "governo Spadolini");

1982
23 agosto-13 novembre (II "governo Spadolini");
dicembre-aprile 1983 (V "governo Fanfani);

1983
12 luglio, eletto senatore (IX Legislatura – 1983 12 lug-1 lug 1987) nel collegio Tempio-Ozieri;
eletto presidente (1983 12 lug - 24 giu 1985) del Senato della Repubblica;

agosto-giugno 1986 (I "governo Craxi");

 

1985
3 luglio, eletto 8º Presidente (1985 3 lug - 28 apr 1992) della Repubblica Italiana;
[Per la prima volta nella storia repubblicana, l'elezione avviene al primo scrutinio, con una larga maggioranza (752 su 977 votanti): egli riceve il consenso oltre che della Dc anche di PSI, PCI, PRI, PLI, PSDI e Sinistra indipendente.
È il più giovane Capo di Stato dell'età repubblicana.
In tale veste conferirà l'incarico a cinque Presidenti del Consiglio e nominerà cinque senatori a vita e cinque Giudici della Corte costituzionale.
Governi:
IX legislatura (1983-1987)
- II "governo Craxi", 1º agosto 1986
- VI "governo Fanfani, 17 aprile 1987
X legislatura (1987-1992)
- "governo Goria", 28 luglio 1987
- "governo De Mita", 13 aprile 1988
- VI "governo Andreotti", 22 luglio 1989
- VII "governo Andreotti", 12 aprile 1991;
Giudici della Corte costituzionale:
. Antonio Baldassarre, 8 agosto 1986
. Enzo Cheli, 27 ottobre 1987
. Mauro Ferri, 27 ottobre 1987
. Luigi Mengoni, 27 ottobre 1987
. Giuliano Vassalli, 4 febbraio 1991;

Senatori a vita:
. Giovanni Spadolini, 2 maggio 1991
. Giovanni Agnelli, 1º giugno 1991
. Giulio Andreotti, 1º giugno 1991
. Francesco De Martino, 1º giugno 1991
. Paolo Emilio Taviani, 1º giugno 1991.]

si dimette dalla DC;
la sinistra tenta di metterlo in stato d'accusa per la faccenda "Gladio";

La presidenza Cossiga fu sostanzialmente distinta in due fasi quasi eterogenee.

I Fase: assai rigoroso nell'osservanza delle forme dettate dalla Costituzione (essendo peraltro docente di diritto costituzionale) fu il classico Presidente notaio nei primi cinque anni di mandato. Unico indizio della sua futura posizione di denuncia delle reticenze del sistema politico fu la sua insistente richiesta di chiarire il ruolo del Capo dello Stato nel caso di conferimento dei poteri di guerra al Governo: ne derivò la nomina della "Commissione Paladin".

1986
agosto-marzo 1987 (II "governo Craxi");

1987
17 aprile-luglio (VI "governo Fanfani);
2 luglio, elezioni politiche (X Legislatura – 1987 2 lug-22 apr 1992);
luglio-marzo 1988 ("governo Goria");

1988
aprile-luglio 1989 ("governo De Mita");

1989
luglio-marzo 1991 (VI "governo Andreotti");


II Fase: è segnata dala caduta del muro di Berlino;
[Secondo il suo parere la fine della guerra fredda e della contrapposizione di due blocchi avrebbe determinato un profondo mutamento del sistema politico italiano che nasceva da quella contrapposizione ed era a quella funzionale. La Dc e il PCI avrebbero dunque subito gravi conseguenze da questo mutamento, ma Cossiga sosteneva che i partiti politici e le stesse istituzioni si rifiutavano di riconoscerlo. Iniziò quindi una fase di conflitto e polemica politica, spesso provocatoria e volutamente eccessiva, e con una fortissima esposizione mediatica (fu detto il «grande esternatore»), al solo scopo di dare delle «picconate a questo sistema»[22], che perciò valsero a Cossiga negli ultimi due anni di mandato l'appellativo di «picconatore»[23].
Rimonta a quest'epoca l'abbandono, da parte sua, di uno dei più antichi tabù della politica democristiana, cioè quello che esorcizzava l'esistenza di illeciti: conformemente alla formazione "tavianea"[24] della sua iniziale carriera politica, egli tenne moltissimo a dimostrare (quasi "pedagogicamente") agli italiani i costi che in termini di legalità avrebbe sostenuto il mantenimento della pace pubblica durante il cinquantennio in cui in Italia vi era il più forte partito comunista d'Occidente[25]. Per converso, la caduta del muro di Berlino - da lui percepita come svolta epocale prima di molti altri statisti italiani, tanto da essere stato l'unico politico romano a presenziare alla prima seduta del Bundestag dopo la riunificazione nel 1990 - fu per lui la vera giustificazione della riduzione dei margini di tolleranza dell'alleato nordamericano verso la classe politica italiana della "Prima Repubblica": si tratta di una tolleranza che lui percepì scemare quando la CIA interferì pesantemente (ed infruttuosamente) nelle vicende politiche delle massime istituzioni italiane, nel 1989, tentando di impedire l'ascesa di Giulio Andreotti a palazzo Chigi, probabilmente a causa della sua politica filoaraba[26].
Tra le esternazioni del presidente vi erano anche le denunce di un'eccessiva politicizzazione della magistratura, e quella con cui stigmatizzava il fatto che giovani magistrati, appena entrati in servizio, fossero da subito destinati alle procure siciliane per svolgere processi di mafia: «Non è possibile che si creda che un ragazzino, solo perché ha fatto il concorso di diritto romano, sia in grado di condurre un'indagine complessa come può essere un'indagine sulla mafia o sul traffico della droga. Questa è un'autentica sciocchezza».[27]
Qualche commentatore ritenne che quella frase si riferisse a Rosario Livatino, magistrato vittima della mafia, ma anni dopo, con una lettera ai genitori del giudice, Cossiga smentì quest'interpretazione[28].
Per il suo mutato atteggiamento, Cossiga ricevette varie critiche e prese di distanza da parte di quasi tutti i partiti, ad eccezione del MSI che si schierò al suo fianco in difesa delle "picconate". Egli tra l'altro sarà ritenuto uno dei primi "sdoganatori" del MSI, al quale rivolse le scuse a nome dello Stato italiano per le accuse che erano state espresse nei suoi confronti all'indomani della strage di Bologna nel 1980.[29]]

1991
aprile-aprile 1992 (VII "governo Andreotti");

6 dicembre
, in Parlamento, da parte della minoranza viene presentatala richiesta di messa in stato di accusa nei suoi confronti;
[Tra i firmatari delle mozioni vi sono Ugo Pecchioli, Luciano Violante, Marco Pannella, Nando dalla Chiesa, Giovanni Russo Spena, Sergio Garavini, Lucio Libertini, Lucio Magri, Leoluca Orlando, Diego Novelli.
- 1992, 3 febbraio, la Procura di Roma chiede l'archiviazione a suo favore;
- 1993, 12 maggio, il comitato parlamentare ritiene (atti parlamentari) tutte le accuse manifestamente infondate;
- 1994, 8 luglio, la richiesta di archiviazione viene accolta dal Tribunale dei ministri.
Nel suo La versione di K (Rizzoli, 2009) (pag. 159), egli scriverà: «il Partito comunista sapeva dell'esistenza di un'organizzazione segreta con le caratteristiche di Gladio. Lo dico perché ne fui informato da Emilio Taviani. (…) Perché i comunisti lanciarono comunque quella campagna e perché inserirono i fatti di Gladio tra le accuse che portarono alla richiesta di incriminazione nei miei confronti? Credo di avere la risposta. Quello dei comunisti fu fuoco di controbatteria: era da poco crollato il Muro di Berlino e temevano che potessero arrivare da quella parte notizie di chissà che genere sul loro conto; quindi, per evitare di trovarsi in imbarazzo, cominciarono a sparare nel mucchio. E io, (…) fui colpito per primo in quanto presidente della Repubblica».]

1992
gennaio, annuncia di lasciare la Democrazia Cristiana;

23 aprile
, elezioni politiche (XI Legislatura – 1992 23 apr-14 apr 1994);
25 aprile, con un discorso televisivo annuncia le sue imminenti dimissioni;
28 aprile, si dimette dalla presidenza della Repubblica – a due mesi dalla scadenza naturale del mandato – diventando di diritto senatore a vita;
[Fino al 25 maggio, quando al Quirinale sarà eletto Oscar Luigi Scalfaro, le funzioni presidenziali saranno assolte, come previsto dalla Costituzione, dal presidente del Senato, Giovanni Spadolini. ]


giugno-aprile 1993 (I "governo Amato");

1993
aprile-aprile 1994 ("governo Ciampi");

1994
15 aprile, elezioni politiche (XII Legislatura – 1994 15 aprile-8 mag 1996);
10 maggio-17 gennaio 1995 (I "governo Berlusconi");

1995
gennaio-gennaio 1996 ("governo Dini");

1996
9 maggio, elezioni politiche (XIII Legislatura – 1996 9 mag-29 mag 2001);
maggio-ottobre 1998 (I "governo Prodi");

1997
12 gennaio, si trova a bordo dell'ETR 460, treno 9415 Milano-Roma, che deraglia alle porte della stazione di Piacenza, provocando la morte di 8 persone e il ferimento di circa altre 30. Egli esce illeso dall'incidente.

1998
febbraio, dà vita ad una nuova formazione politica, l'UDR (Unione Democratica per la Repubblica), con l'intenzione di costituire un'alternativa di centro e ricompattare le forze ex-democristiane;
[L'UDR raccoglie l'adesione dei Cristiani Democratici Uniti di Rocco Buttiglione e di Clemente Mastella, alla guida di un gruppo di scissionisti del Centro Cristiano Democratico.
Tra coloro che aderiscono all'UDR ci sono anche Carlo Scognamiglio, Angelo Sanza e Pellegrino Capaldo.]


ottobre, Rifondazione comunista fa mancare il suo appoggio al governo di R. Prodi (Ppi, Ulivo);

Il suo appoggio venne deciso, come Cossiga spiegò in una conferenza stampa[32] all'uscita dalle consultazioni con il presidente Scalfaro, per sancire irrevocabilmente la fine della conventio ad excludendum nei confronti del PCI. Massimo D'Alema fu il primo presidente del Consiglio a provenire dalle file dell'ex PCI. Per l'occasione Cossiga regalò al novello capo del Governo in Parlamento un bambino di zucchero, ironizzando un desueto luogo comune su usanze cannibalistiche dei comunisti.[33] Nel frattempo il senatore Marcello Pera gli lanciava epiteti come discendente di barbaricini, briganti e rapitori, a cui Cossiga rispondeva ricordando le proprie origini familiari "contrariamente a chi ha un cognome di cosa, come si usava dare alle famiglie la cui origine era ignota". L'UDR entrò anche a far parte del governo D'Alema nella persona di Carlo Scognamiglio, che fu nominato Ministro della Difesa.

ottobre-dicembre 1999 (I "governo D'Alema");
[È stato determinante il suo voto.
Il suo appoggio è stato deciso – come egli stesso spiegherà in una conferenza stampa all'uscita dalle consultazioni con il presidente Oscar Luigi Scalfaro – per sancire irrevocabilmente la fine della conventio ad excludendum nei confronti del PCI.
Massimo D'Alema è il primo presidente del Consiglio a provenire dalle file dell'ex PCI.
Per l'occasione egli regala al novello capo del Governo in Parlamento un bambino di zucchero, ironizzando un desueto luogo comune su usanze cannibalistiche dei comunisti. Nel frattempo il senatore Marcello Pera gli lancia epiteti come discendente di barbaricini, briganti e rapitori, a cui egli risponde ricordando le proprie origini familiari "contrariamente a chi ha un cognome di cosa, come si usava dare alle famiglie la cui origine era ignota".
L'UDR entra anche a far parte del I "governo D'Alema" nella persona di Carlo Scognamiglio, che è nominato ministro della Difesa. ]

1999
dicembre-aprile 2000, (II "governo D'Alema");

Dopo un anno di vita, l'UDR si scioglie e larga parte di essa confluisce nel nuovo soggetto politico creato da Clemente Mastella, l'UDEUR;
egli vi aderisce in maniera puramente simbolica;

2000
aprile-giugno 2001 (II "governo Amato");

2001
30 maggio, elezioni politiche (XIV Legislatura – 2001 30 mag-27 apr 2006);
11 giugno-23 aprile 2005 (II "governo Berlusconi");

[Ai sensi del decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 17 maggio 2001, può fregiarsi del titolo di presidente emerito della Repubblica Italiana.]

2002
giugno, annuncia le dimissioni da senatore a vita (che peraltro non presenta);

2003
6 novembre, abbandonato, al Senato, il gruppo misto per iscriversi al gruppo per le autonomie, esce definitivamente dall'UDEUR di Clemente Mastella;

Discorso sulla giustizia (2003)
[Trattasi di un pamphlet che raccoglie alcuni fra i suoi scritti in tema di giustizia su argomenti quali il delicato rapporto fra primato del Parlamento da un lato e indipendenza della magistratura dall'altro, e quello della problematica conciliabilità fra politicizzazione del magistrato e imparzialità della giurisdizione.
Il suo progetto per una riforma utopica si accompagna ad altri interventi che egli, cogliendo occasione da vicende giudiziarie e politiche di rilevanza nazionale, ha svolto in sede parlamentare, e non diffusi al di fuori del circuito degli addetti ai lavori.]


2004
fa alcune affermazioni (riprese nel 2007, quando saranno ribadite poi nell'autobiografia La versione di K) sulla strage di Bologna;
[In una lettera indirizzata a Enzo Fragalà, capogruppo di Alleanza Nazionale nella "commissione Mitrokhin" ipotizza un coinvolgimento del terrorismo palestinese, nella strage che lui stesso dichiarò "fascista", salvo poi cambiare idea nel 1990.
Nel 2008 egli ha reitererà questa affermazione in un'intervista al «Corriere della Sera» in cui ribadirà la sua convinzione secondo cui la strage non sarebbe da imputarsi al terrorismo nero, ma ad un "incidente" di gruppi della resistenza palestinese operanti in Italia.
Allo stesso tempo smentisce più volte di avere sostenuto tesi complottiste sugli attentati dell'11 settembre 2001, voci diffuse soprattutto su internet, tesi che lui stesso riferirà nuovamente qualche anno più tardi in un comunicato, in realtà di tono ironico, pubblicato dal «Corriere della Sera», ma ripreso anche da organi di informazione internazionali.]

2005
23 aprile–17 maggio 2006 (III "governo Berlusconi");

collabora attivamente con diversi quotidiani, scrivendo anche sotto lo pseudonimo "Franco Mauri" per «Libero» e "Mauro Franchi" per «Il Riformista»;
alla fine dell'anno pubblica sul quotidiano «Libero» una lettera nella quale annuncia di non volersi più occupare attivamente della politica italiana (cosa poi smentita dai fatti!);

2006
28 aprile, eletto deputato (XV Legislatura – 2006 28 apr-28 apr 2008);
maggio-aprile 2008 (II "governo Prodi");

15 maggio, presenta in Senato il DDL Costituzionale n. 352, per la riforma delle istituzioni Sarde ed il riconoscimento della Nazione Sarda;
19 maggio, vota la fiducia al governo Prodi II;
27 novembre, presenta al presidente del Senato, Franco Marini, le dimissioni da senatore a vita, ritenendosi «ormai inidoneo ad espletare i complessi compiti e ad esercitare le delicate funzioni che la Costituzione assegna come dovere ai membri del parlamento nazionale».
[Le dimissioni saranno respinte dal Senato in data 31 gennaio 2007: il numero dei senatori contrari alle dimissioni è di 178, i favorevoli 100 e gli astenuti 12.
L'intera vicenda si è sviluppata in seguito a un'interpellanza parlamentare del mese di novembre 2006 nella quale il presidente emerito richiedeva al ministro dell'Interno Giuliano Amato di chiarire i motivi del pagamento di due giornalisti da parte del Dipartimento della pubblica sicurezza, diretto dal prefetto Giovanni De Gennaro. Data la non immediata disponibilità a chiarire direttamente la vicenda da parte del ministro Giuliano Amato, in aula venne letta una risposta scritta da Giovanni De Gennaro.
Non condividendo il comportamento tenuto dal Ministro, egli ribatte con una delle sue note picconate: «[Ha preferito rispondere] lo scagnozzo di quel losco figuro (tale Roberto Sgalla) del capo della Polizia che si chiama Gianni De Gennaro [...]». Nella stessa data, prima del voto di cui sopra, egli presenta pubbliche scuse allo stesso prefetto Giovanni De Gennaro.]

2007
18 novembre, fa parte del comitato promotore del pensiero di Antonio Rosmini, in occasione della sua beatificazione;
lo stesso anno ottiene dalla Sacra Rota la dichiarazione di nullità del suo matrimonio con Giuseppa Sigurani (durato 33 anni), e dalla quale aveva divorziato già nel 1998;

rilascia anche dichiarazioni sulla strage di Ustica, all'epoca della quale era presidente del Consiglio, attribuendo la responsabilità del disastro a un missile francese «a risonanza e non ad impatto» destinato ad abbattere l'aereo su cui si sarebbe trovato il dittatore libico Gheddafi;
[Tesi analoga è alla base della conferma, da parte della Corte di Cassazione, della condanna al pagamento di un risarcimento ai familiari delle vittime inflitta in sede civile ai ministeri dei trasporti e della difesa dal Tribunale di Palermo, sentenza che riconoscerà le prove di quanto affermato dal Presidente Emerito.]

6 dicembre, è determinante per salvare dalla crisi il II "governo Prodi", con il suo sì al decreto sicurezza, sul quale l'esecutivo ha posto la questione di fiducia;
lo stesso anno Sempre nel 2007 è stato componente del comitato promotore del pensiero di Antonio Rosmini, in occasione della sua beatificazione avvenuta il 18 novembre 2007.

2008
29 aprile, eletto deputato (XVI Legislatura – 2008 29 apr-14 mar 2013);
8 maggio-16 novembre 2011 (IV "governo Berlusconi");

vota la fiducia al nuovo governo;
[Come già fatto nel 1994.]

23 ottobre, in un'intervista al «Quotidiano Nazionale», propone al Ministro dell'Interno Maroni la sua soluzione per contenere il dissenso universitario nei confronti della legge 133/2008:
[Evitare di chiamare in causa la polizia, ma screditare il movimento studentesco infiltrando agenti provocatori, e solo allora, dopo aver lasciato "che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi", "forti del consenso popolare [...] le forze dell'ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale". Nell'affermare ciò egli sostiene che il terrorismo degli anni settanta era partito proprio dalle università, e conferma di avere già attuato una strategia simile quando egli stesso era stato Ministro dell'Interno.
In seguito a questa intervista Alfio Nicotra, della direzione nazionale del PRC e responsabile del Dipartimento Pace e Movimenti del PRC chiede di riaprire l'inchiesta sulla morte di Giorgiana Masi, uccisa in circostanze non ancora chiarite durante una manifestazione nel 12 maggio 1977, periodo nel quale egli stesso era ministro dell'Interno.
Inoltre la senatrice Donatella Poretti (Radicale eletta nelle file del PD) decide di depositare un disegno di legge per l'istituzione di una commissione d'inchiesta sull'omicidio di Giorgiana Masi.]

2010
9 agosto, viene ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma; il 9 agosto 2010[56], vi muore il 17 agosto 2010 a seguito di un infarto e di problemi respiratori.[57][58]
Dopo la sua morte, vengono aperte quattro lettere che Cossiga aveva indirizzato alle quattro massime autorità dello Stato in carica al momento della sua morte.[59] [60]
I funerali si sono svolti nella sua città natale presso la Chiesa di San Giuseppe[61]. Cossiga è sepolto nel cimitero comunale di Sassari, nella tomba di famiglia, poco distante dalla tomba di Antonio Segni[62].

17 agosto, muore a seguito di un infarto e di problemi respiratori.
[Dopo la sua morte, vengono aperte quattro lettere che egli ha indirizzato alle quattro massime autorità dello Stato attuaòmente in carica.
I funerali si sono svolti nella sua città natale presso la Chiesa di San Giuseppe. È sepolto nel cimitero comunale di Sassari, nella tomba di famiglia, poco distante dalla tomba di Antonio Segni.]

 

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L'interesse per l'esoterismo e la massoneria
Negli ultimi anni della sua vita, Cossiga ha sviluppato una vera e propria passione e interesse per libri e argomenti trattanti la massoneria e l'esoterismo.[50] È nota la sua amicizia con Armando Corona, ex Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia dal 1982 al 1990 e membro dell'UDR di Cossiga[51][52], oltre al fatto che la stessa famiglia di Cossiga vanta numerosi suoi membri iscritti alla Gran Loggia d'Italia, nel rito scozzese antico ed accettato, tra cui il nonno di Cossiga.[53]
Nel corso degli anni, contemporaneamente al riemergere di libri trattanti stragi e fatti legati alla strategia della tensione in Italia degli anni '70, che hanno riguardato, molte volte lo stesso Cossiga, avendo ricoperto più le cariche di Sottosegretario all'Interno, poi Ministro dell'Interno e Presidente del Consiglio dei ministri[senza fonte], si è affermato talvolta che anche Cossiga si fosse affiliato alla Massoneria[54], addirittura, di essere iniziato al 33º grado del citato rito Scozzese.[senza fonte] Queste voci sono legate anche alle sue dichiarate fedeltà atlantiste e alla sua vicinanza con uomini degli apparati militari della NATO, ma sono sempre state smentite dallo stesso Cossiga, affermando di non poter «essere massone perché sono cattolico, e credo fermamente che le due condizioni siano incompatibili», anche se disse di conoscere moltissimi massoni e di aver tentato, tramite Licio Gelli, di intercedere presso il generale argentino Emilio Eduardo Massera per i desaparecidos italiani, con scarsi risultati.[55][50]
















Appartenenze
Era membro del comitato esecutivo dell'Aspen Institute Italia.
Era frequentatore assiduo della biblioteca della facoltà di teologia valdese a Roma.
Nel 2007 ha costituito un comitato civico per onorare la memoria del prete roveretano, Antonio Rosmini. Di questo comitato hanno fatto parte Giulio Andreotti, Franco Marini e il giornalista Giuseppe De Rita.
Ha accettato nel 2008 la presidenza del Comitato "Matti per Salemi", proposta dal sindaco di Salemi Vittorio Sgarbi.
Aveva quattro passaporti: quello italiano, quello del Regno Unito, quello dell'Ordine di Malta e, dal giugno 2009, quello diplomatico della Repubblica di San Marino.

Altre attività
Con lo pseudonimo di DJ K (K era il nick name del suo riservato e prediletto nipote) ha partecipato con interventi regolari alla trasmissione radiofonica "Un giorno da pecora" dall'inizio della sua messa in onda, nel giugno del 2009.
Era titolare di stazione di radioamatore con il nominativo I0FCG. Prima di diventare radioamatore trasmetteva sulla banda cittadina con il nominativo "Andy Capp" e, nei primi anni settanta, si era impegnato per legalizzare la "CB". Durante il suo mandato presidenziale trasferì la sua stazione al Quirinale; dopo il mandato, ha ripetutamente mostrato la stazione alla TV.

 

I GOVERNO COSSIGA

Composizione
Camera dei Deputati Seggi
Democrazia Cristiana
Partito Socialdemocratico Italiano
Partito Socialista Italiano
Partito Repubblicano Italiano
Partito Liberale Italiano
Südtiroler Volkspartei
Union Valdôtaine
Totale Maggioranza 262
20
62
16
9
4
1
374
Partito Comunista Italiano
Movimento Sociale Italiano
Partito Radicale
PdUP per il comunismo
Associazione per Trieste
Totale Opposizione 201
30
18
6
1
256
Totale 630
Senato della Repubblica Seggi
Democrazia Cristiana
Partito Socialista Italiano
Partito Socialdemocratico Italiano
Partito Repubblicano Italiano
Südtiroler Volkspartei
Partito Liberale Italiano
Union Valdôtaine
Totale Maggioranza 138
32
9
6
3
2
1
191
Partito Comunista Italiano
Movimento Sociale Italiano
Partito Radicale
Totale Opposizione 109
13
2
124
Totale 315
Composizione del governo:
Democrazia Cristiana
Partito Socialista Democratico Italiano
Partito Liberale Italiano

Presidente del Consiglio dei ministri
Francesco Cossiga (DC)

Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri
Francesco Salerno (DC)
Pier Giorgio Bressani (DC)

Ministeri senza portafoglio

Coordinamento iniziative per la ricerca scientifica e tecnologica
Vito Scalia ( DC)

Funzione pubblica
Massimo Severo Giannini (Ind. quota Psi)

Interventi straordinari nel Mezzogiorno
Michele Di Giesi (PSDI)

Rapporti col Parlamento
Adolfo Sarti (DC) fino al 14/01/80
Clelio Darida (DC) dal 14/01/80

MINISTERI


Affari esteri

Ministro Franco Maria Malfatti (DC) fino al 14/01/80
Attilio Ruffini (DC) dal 14/01/80
Sottosegretari Antonio Baslini (pli), Giorgio Santuz (dc), Giuseppe Zamberletti (dc)

Interno
Ministro Virginio Rognoni (DC)
Sottosegretari Clelio Darida (dc) (fino al 14/01/80), Nicola Lettieri (dc), Bruno Kessler (dc), Marino Corder (dc) (dal 18/01/80)

Grazia e Giustizia
Ministro Tommaso Morlino (DC)
Sottosegretari Giuseppe Gargani (dc), Raffaele Costa (pli)

Bilancio e Programmazione Economica
Ministro Beniamino Andreatta (DC)
Sottosegretari Lucio Gustavo Abis (dc)

Finanze
Ministro Franco Reviglio (Ind.psi)
Sottosegretari Giuseppe Amadei (psdi), Giuseppe Azzaro (dc), Francesco Colucci (psi), Mauro Ianniello (dc)

Tesoro
Ministro Filippo Maria Pandolfi (DC)
Sottosegretari Enzo Erminero (dc), Giorgio Ferrari, Vincenzo Mancini (dc), Rodolfo Tambroni Armaroli (dc), Eugenio Tarabini (dc)

Difesa
Ministro Attilio Ruffini (DC) fino al 14/01/80
Adolfo Sarti (DC) dal 14/01/80
Sottosegretari Giovanni Del Rio (dc), Amerigo Petrucci (dc), Martino Scovacricchi (psdi)

Pubblica Istruzione
Ministro Salvatore Valitutti (PLI)
Sottosegretari Baldassare Armato (dc), Antonino Drago (dc), Franca Falcucci (dc)

Lavori Pubblici
Ministro Franco Nicolazzi (PSDI)
Sottosegretari Giovanni Angelo Fontana (dc), Renato Corà (dc), Luigi Giglia (dc)

Agricoltura e Foreste
Ministro Giovanni Marcora (DC)
Sottosegretari Ferruccio Pisoni (dc), Calogero Pumilia (dc) (dal 06/11/79)

Trasporti
Ministro Luigi Preti (PSDI)
Sottosegretari Bartolomeo Ciccardini (dc), Costante Degan (dc), Calogero Pumilia (dc) (fino al 06/11/79)

Poste e Telecomunicazioni
Ministro Vittorino Colombo (DC)
Sottosegretari Giosi Roccamonte (psdi), Elio Tiriolo (dc)

Industria, Commercio e Artigianato
Ministro Antonio Bisaglia (DC)
Sottosegretari Alberto Ciampaglia (psdi) (fino al 13/02/80), Bruno Corti (psdi) (dal 13/02/80), Francesco Rebecchini (dc), Ferdinando Russo (dc)

Sanità
Ministro Renato Altissimo (PLI)
Sottosegretari Bruno Orsini (dc), Vittoria Quarenghi (dc)

Commercio con l'Estero
Ministro Gaetano Stammati (DC)
Sottosegretari Carlo Baldi (dc), Carlo Fracanzani (dc)

Marina Mercantile
Ministro Franco Evangelisti (DC) fino al 04/03/80
Nicola Signorello (DC) dal 04/03/80
Sottosegretari Natale Pisicchio (dc)

Partecipazioni Statali
Ministro Siro Lombardini (DC)
Sottosegretari Giuseppe Antonio Dal Maso (dc), Carlo Vizzini (psdi) (fino al 13/02/80), Alberto Bemporad (psdi) (dal 13/02/80)

Lavoro e Previdenza Sociale
Ministro Vincenzo Scotti (DC)
Sottosegretari Costantino Belluscio (psdi), Peppino Manente Comunale (dc), Arturo Pacini (dc), Francesco Quattrone (dc)

Beni Culturali e Ambientali
Ministro Egidio Ariosto (DC)
Sottosegretari Rolando Picchioni (dc)

Turismo e Spettacolo
Ministro Bernardo D'Arezzo (DC)
Sottosegretari Leandro Fusaro (dc)

Suddivisione dei partiti nel governo
Presidenza del Consiglio dei Ministri: DC
DC: 17 ministri, 38 sottosegretari;
PSDI: 3 ministri, 6 sottosegretari;
PLI: 2 ministri, 2 sottosegretari;
Indipendenti: 2 ministri (area Psi), 1 sottosegretario (area Psi)

 

II GOVERNO COSSIGA

Composizione
Camera dei Deputati Seggi
Democrazia Cristiana
Partito Socialista Italiano
Partito Repubblicano Italiano
Südtiroler Volkspartei
Union Valdôtaine
Totale Maggioranza 262
62
17
4
1
346
Partito Comunista Italiano
Movimento Sociale Italiano
Partito Socialdemocratico Italiano
Partito Radicale
Partito Liberale Italiano
PdUP per il comunismo
Totale Opposizione 201
30
20
18
9
6
284
Totale 630
Senato della Repubblica Seggi
Democrazia Cristiana
Partito Socialista Italiano
Partito Repubblicano Italiano
Südtiroler Volkspartei
Union Valdôtaine
Totale Maggioranza 138
32
6
3
1
180
Partito Comunista Italiano
Movimento Sociale Italiano
Partito Socialdemocratico Italiano
Partito Radicale
Partito Liberale Italiano
Totale Opposizione 109
13
9
2
2
135
Totale 315
Composizione del governo:
Democrazia Cristiana
Partito Socialista Italiano
Partito Repubblicano Italiano

Presidente del Consiglio dei ministri
Francesco Cossiga (DC)

Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri
Pier Giorgio Bressani (DC)

Ministeri senza portafoglio

Affari regionali
Vincenzo Russo (DC)

Coordinamento iniziative per la ricerca scientifica e tecnologica
Vincenzo Balzamo (PSI)

Coordinamento delle politiche comunitarie
Vincenzo Scotti (DC)

Funzione pubblica
Massimo Severo Giannini (PSI)

Interventi straordinari nel Mezzogiorno
Nicola Capria (PSI)

Rapporti col Parlamento
Remo Gaspari (DC)

MINISTERI


Affari esteri
Ministro Emilio Colombo (DC)
Sottosegretari Libero Della Briotta (psi), Aristide Gunnella (pri), Giuseppe Zamberletti (dc)

Interno
Ministro Virginio Rognoni (DC)
Sottosegretari Marino Corder (dc), Angelo Maria Sanza (dc), Giuseppe Di Vagno (psi)

Grazia e Giustizia
Ministro Tommaso Morlino (DC)
Sottosegretari Giuseppe Gargani (dc), Domenico Raffaello Lombardi (dc), Altiero Spinelli (ind./S.I.)

Bilancio e Programmazione Economica
Ministro Giorgio La Malfa (PRI)
Sottosegretari Lucio Gustavo Abis (dc)

Finanze
Ministro Franco Reviglio (PSI)
Sottosegretari Giuseppe Azzaro (dc), Francesco Colucci (psi), Mauro Ianniello

Tesoro
Ministro Filippo Maria Pandolfi (DC)
Sottosegretari Carlo Fracanzani (dc), Rodolfo Tambroni Armaroli (dc), Angelo Tiraboschi (psi), Claudio Venanzetti (pri), Calogero Pumilia (dc) (dall'11/04/80)

Difesa
Ministro Lelio Lagorio (PSI)
Sottosegretari Pasquale Bandiera, Amerigo Petrucci (dc), Bartolomeo Ciccardini (dc)

Pubblica Istruzione
Ministro Adolfo Sarti (DC)
Sottosegretari Baldassare Armato (dc), Antonino Drago (dc), Franca Falcucci (dc), Claudio Lenoci (psi)

Lavori Pubblici
Ministro Francesco Compagna (PRI)
Sottosegretari Giovanni Angelo Fontana (dc), Francesco Fossa (psi), Luigi Giglia

Agricoltura e Foreste
Ministro Giovanni Marcora (DC)
Sottosegretari Fabio Fabbri (psi), Ferruccio Pisoni (dc)

Trasporti
Ministro Rino Formica (PSI)
Sottosegretari Antonio Caldoro (psi), Giuseppe Miroglio, Vitale Robaldo

Poste e Telecomunicazioni
Ministro Clelio Darida (DC)
Sottosegretari Giorgio Bogi (pri), Pino Leccisi (dc), Gaspare Saladino (psi)

Industria, Commercio e Artigianato
Ministro Antonio Bisaglia (DC)
Sottosegretari Maria Magnani Noya (psi), Giacomo Samuele Mazzoli (dc), Vito Napoli (dc)

Sanità
Ministro Aldo Aniasi (PSI)
Sottosegretari Amleto Monsellato (psi), Bruno Orsini (dc)

Commercio con l'Estero
Ministro Enrico Manca (PSI)
Sottosegretari Delio Giacometti, Roberto Palleschi (psi)

Marina Mercantile
Ministro Nicola Signorello (DC)
Sottosegretari Giovanni Nonne (psi)

Partecipazioni Statali
Ministro Gianni De Michelis (PSI)
Sottosegretari Giuseppe Antonio Dal Maso, Giuseppe Tocco (psi)

Lavoro e Previdenza Sociale
Ministro Franco Foschi (DC)
Sottosegretari Mario Campagnoli (dc), Calogero Pumilia (dc), (fino all'11/04/80), Francesco Quattrone (dc), Sisinio Zito (psi)

Beni Culturali e Ambientali
Ministro Oddo Biasini (PRI)
Sottosegretari Rolando Picchioni (dc)

Turismo e Spettacolo
Ministro Bernardo D'Arezzo (dc)
Sottosegretari Mario Gargano, Enrico Quaranta (psi)

Fonti
- Altre

 

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