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Papa
Leone X

(1513-1521)

1520, 15 giugno, dopo aver tentato invano, tramite il cardinale Caetano, di indurre M. Lutero (considerato frate "rancoroso e screanzato") alla ritrattazione,
promulga la bolla di condanna e di scomunica, la Exsurge Domine; M. Lutero risponde con la Lettera aperta alla nobiltà cristiana della Nazione tedesca;
fa decapitare Giampaolo Baglioni attirato a Roma con la garanzia di un salvacondotto.

Francescani

«segue da 1517»
1520, il Generale dei Frati Minori dell'Osservanza Francesco Licheto dispone che in ogni convento si preparino speciali predicatori contro il Luteranesimo;
la Palestina passa sotto il dominio turco: molti religiosi vengono imprigionati;
«segue 1521»


ANNO 1520



1520
Unione Elvetica
Confederazione dei tredici cantoni elvetici:
- Uri (1291),
- Schwyz (1291),
- Unterwalden (1291),
- Lucerna (1332),
- Zurigo (1351),
- Zug (1353),
- Glarus (1353),
- Berna (1353),
- Friburgo (1481),
- Soletta (1481),
- Basilea (1501),
- Sciaffusa (1501),
- Appenzell (1513).

1520
-




1520
Sacro Romano Impero
Carlo V
Albero genealogico
(Gand 1500 - Yuste, Estremadura 1558)
secondogenito di Filippo d'Absburgo [il Bello] e di Giovanna [la Pazza];
1515-56, principe dei Paesi Bassi;
1516-56, re di Spagna (Carlo I)
1516-54, re di Napoli (Carlo IV);
1519-56, imperatore del Sacro Romano Impero;



1520
La situazione economica di Carlo V dopo l'elezione è particolarmente difficile.

All'inizio dell'anno gli affari bancari dei Fugger a Roma sono molto diminuiti in seguito all' «errore luterano»; anche le notizie sul commercio ungherese diventano sempre più minacciose.
Anche l'agente di Norimberga dei Fugger, Jörg Pock, dà a Michael Behaim il buon consiglio di mandare suo nipote non a Lisbona, ma a Siviglia, poiché l'avvenire appartiene alla Spagna.
Cosicché Jacob II Fugger trasporta là il centro di gravità del suo commercio, vende in Portogallo solo i suoi cereali spagnoli e riscuote i suoi crediti. [vedi]
L'agente di Lisbona è sottoposto all'agente principale di Madrid.
[Nel 1588 la succursale di Lisbona sarà sciolta completamente e rimarrà solo un episodio interessante nella storia della casa Fugger.]


Rivolta dei comuneros; : con l' «insurrezione delle Comunidades» gli spagnoli dimostrano che essi non sono disposti a mandare in Germania rendite castigliane per finanziare l'elezione dell'imperatore.

Aprile
23
, vittoria di Villalar;

Ottobre
23
, Aquisgrana, dopo l'ingresso solenne in territorio tedesco e dopo aver qui ricevuto la corona imperiale, Carlo V è applaudito dal popolo quando in atteggiamento calmo e dignitoso presta il giuramento con cui s'impegna a rimanere «il fedele podestà della Chiesa romana contro i pagani e gli eretici».
Ciò che ha rassicurato i nuovi sudditi sono comunque le capitolazioni elettorali firmate prima dell'incoronazione, con cui si è obbligato:
- ad impiegare per gli affari tedeschi solo consiglieri tedeschi;
- ad impiegare come lingua ufficiale unicamente il tedesco;
- a non introdurre nell'impero truppe straniere.
All'imperatore si pone però un caso di coscienza e, sotto l'influenza decisiva del suo cancelliere marchese di Gattinara, uno dei più abili statisti del regno, pretende di decidere personalmente gli affari religiosi. In verità, come cattolico (benché d'un cattolicesimo più spagnolo che romano), non può sacrificare né la propria fede, né l'idea imperiale, ai particolari punti di vista del germanesimo.
È quindi fatale che la rivoluzione tedesca incontri in lui un avversario risoluto. In ogni caso Carlo V si rende conto che non può abbandonare M. Lutero alle sanzioni della Santa Sede.
Né i principi né lo stesso popolo lo permetterebbero ed allora, poiché su consiglio di E. da Rotterdam l'elettore Federico ha reclamato per il proprio protetto un tribunale imparziale che sieda in territorio germanico, così l'imperatore ordina allora al frate di comparire il 28 gennaio davanti alla dieta di Worms.



Intanto, la pompa dell'incoronazione imperiale che ha qui luogo, richiede nuove considerevoli somme. Quindi le pensioni assicurate agli elettori possono essere pagate solo in parte. Anche Jacob II Fugger continua ad attendere il riconoscimento del proprio credito.

Finché M. Lutero si attiene all'umiltà monastica e cerca di apportare riforme nel campo del positivo, Jacob II Fugger crede che questo «litigio di monaci» si possa risolvere presto con delle spiegazioni. Molto verosimilmente nella sua casa di Augusta hanno avuto luogo i primi colloqui con M. Lutero e il cardinale Caetano o Cajetan.
Ma quando, dopo la disputa di Lipsia è diventato chiaro che M. Lutero come rivoluzionario vuole abbattere le basi della chiesa e dell'ordinamento gerarchico del mondo, Jacob II Fugger si mette con tutto il suo influsso dietro alle forze della tradizione e ritiene insieme col papa e con l'imperatore che il movimento luterano debba essere soffocato con la forza. E questo tanto più perché il nuovo movimento religioso si mescola con pretese economiche e socialistiche.
Quindi Jacob II Fugger si vede minacciato anche nei suoi interessi finanziari e pensa che soffrirà gravi danni col diffondersi dell' «errore luterano». Nella lotta contro M. Lutero egli non indietreggia quindi neppure di fronte a mezzi ambigui.
Così con il suo appoggio finanziario induce il dottor Johannes Eck a procurarsi da papa Leone X la bolla di scomunica e a farsene affidare l'esecuzione.
Ovviamente, nella lotta delle opinioni, egli interviene di rado ma in Augusta promuove l'emanazione di un divieto di stampa per gli scritti evangelici. Per ordine del Consiglio egl intima agli stampatori del Consiglio che «sotto fede giurata non devono più lasciar stampare nulla della falsa dottrina senza che il Consiglio ne sia a conoscenza e ne dia il permesso».
Ma il popolo lo considera responsabile di tutte le misure controriformistiche adottate dal Consiglio di Augusta contro la nuova dottrina.
«Il Consiglio – dice la «Chronik» del Rem – si attiene strettamente al prete: di questo si incolpa anche il Fugger. Egli avrebbe potuto sistemare bene tali cose, tanto più che anche i maestri delle corporazioni si attenevano strettamente a lui».
Altri membri della famigliia prendono parte attiva alla contesa. Raymund Fugger suscita grande rumore dichiarando pubblicamente che «egli c… sul Vangelo». E l'Alto Consiglio non ritiene neppure necessario punirlo per questo.
Hieronymus Fugger è sottoposto ad un'indagine penale perché si è lasciato trasportare anch'egli ad espressioni troppo offensive verso la nuova dottrina.
Di fronte a tali aberrazioni, Jacob II Fugger si mantiene silenzioso. Ma egli non fa neppure nessun passo per correggere gli eccessi della Curia e indurre i papi a delle riforme.
Al contrario: con la sua condotta commerciale accresce la corruzione e con la sua presa di posizione acuisce il dissenso religioso, che continua ad agitare la massa del popolo tedesco.
Perciò da questo momento M. Lutero considera Jacob II Fugger il suo nemico naturale: nei suoi Tischgesprächen (Discorsi conviviali) e nella sua opera Von dem christlichen Adel Deutscher Nation (Lettera alla nobità cristiana di nazione tedesca pel miglioramento dello stato cristiano) coglie tutte le occasioni per rinfacciare «ai Fugger di Augusta e compere, le vendite, i cambi, i baratti, le menzogne, gli inganni, i furti».

Jacob II Fugger riprende intanto continuamente in mano un globo su cui uno dei suoi agenti, Hans Schöner, ha tracciato quasi per presentimento una via marittima che gira attorno all'appuntito continente sud-americano.

[Will Winker, Fugger Il Ricco, Giulio Einaudi Editore Torino 1943.]

SLOVENIA
1520
Slovenia, fa capolino la riforma protestante.
REGNO di SPAGNA
[vedi sotto]
REGNO di NAPOLI
[vedi sotto]

1520
REGNO di BOEMIA e d'UNGHERIA
Lajos II Jagellone
Albero genealogico

(1506 – Mohacs 1526, ucciso nella battaglia contro i turchi)
figlio di re Ladislao II o VII e di Anna di Foix;
1516-26, re di Boemia e d’Ungheria;
[ultimo re a cui la Transilvania obbedisce come facente parte del regno]




1520
-
Il centro del commercio ungherese è Breslavia dove si era già installato Georg Fugger († 1506), per avere una base verso i paesi orientali, Polonia e Ungheria.
Gli abitanti della Slesia, indeboliti economicamente dalle guerre Hussite e da altre agitazioni, non possono sfruttare da soli le numerose possibilità di commercio con il mondo slavo-magiaro. Così agli abili commercianti della Germania meridionale si offre ua buona occasione di trovare qui nuovi campi di attività.
Da principio uno stimato cittadino ivi domiciliato, Kilian Auer, rappresenta con successo gli interessi dei Fugger.

Quando più tardi Breslavia diviene un centro d'affari per il commercio ungherese, Jacob II Fugger vi fonda un'apposita agenzia e ne affida la direzione ad Hans Metzler, già affermatosi altrove.
Il rame ungherese arriva grezzo o fuso all'agenzia Fugger di Breslavia passando per Pless o per Cracovia e in base al diritto di scalo deve esser messo in vendita per un certo tempo là, poi passando per Stettino o per Amburgo viene instradato, su navi noleggiate, verso i Paesi Bassi o passando per Lipsia inviato alle fonderie di Georgenthal. Tutto il rame in partenza o in arrivo viene registrato con la annotazione esatta della qualità e delle spese. Ad ogni carrettiere e conduttore di un convoglio viene rimessa una bolletta di transito, che gli dà libero transito a tutti i posti di dogana.
L'agenzia è ben presto una delle più importanti della casa Fugger.
In base ad un conto dell'agente dei Fugger, Hans Puchler, di quest'anno, si portano là annualmente 800.000 libbre di rame; la somma in contanti in certi giorni di punta si aggira sugli 11.000 fiorini. Quello è anche un importante posto di cambio per il movimento di denaro da est verso ovest e specialmente per la raccolta delle imposte papali provenienti dai paesi orientali.
In un anno sono cambiati su Roma più di 15.000 fiorini.

Alla città di Breslavia l'attività dei Fugger porta grande ricchezza, allarga le sue relazioni e ravviva la sua economia.
Spesso Jacob II Fugger usa della sua grande influenza anche per il benessere della città: così per esempio se ne vale presso il re di Polonia, che vuole vietare ai commercianti di Breslavia «il commercio fino ai confini dei territori dei miscredenti» e presso papa Leone X, quando sorgono dissensi per la successione di Johannes Thurzo sul seggio episcopale di Breslavia.
D'altra parte i Fugger si avvalgono senza scrupoli della loro superiorità economica e vengono così spesso a contrasto con gli interessi dei commercianti di Breslavia.
Quando cresce la tensione, Jacob II Fugger con buona tattica tenta di eludere il diritto di scalo e di creare una via che conduca a Lipsia passando per Neiss. In seguito a questo mutamento di cammino Breslavia e l'arciduca di Liegnitz soffrirebbro gravi perdite nelle loro entrare. Essi si difendono con tutte le loro forze e si rivolgono per aiuto al re Ladislao.
In seguito al suo intervento Jacob II Fugger è costretto a far scalo di nuovo a Breslavia e a servirsi di nuovo della «alta strada provinciale» che porta a Lipsia passando per Liegnitz.

L'agenzia dei Fugger di Breslavia sovrintende anche all'esercizio delle miniere nel Reichenstein in Slesia.
[Le miniere d'oro della Slesia prima della comparsa dei Fugger erano in una situazione simile a quella dell'industria mineraria in Ungheria. I piccoli principi avevano ceduto ai cittadini di Breslavia e di Cracovia il diritto di scavo e si accontentavano di «decime per il tesoro ducale». Fintantoché i metalli auriferi venivano estratti con lavori eseguiti a cielo scoperto o dalla ghiaia dei fiumi, questa forma primitva poteva bastare. Ma nel momento in cui bisognava penetrare più profondamente nel terreno, occorrevano nuove macchine e nuovi sistemi di fusione, cce non ci si poteva procurare senza considerevoli spese. Allora si ebbe bisogno dell'imprenditore fornito di capitali e il piccolo minatore perdette la sua indipendenza.]
Jacob II Fugger ha già investito denari indirettamente nella Slesia per mezzo del suo rappresentante Leopold Vogel e fatto prestiti a possessori di miniere.
Anche i Thurzo hanno investito qui il loro denaro e acquistato il dominio di Pless, poiché l'Ungheria a causa del pericolo turco e delle discordie interne era malsicura. Johann Thurzo, che è diventato vescovo di Breslavia per l'interessamento di Jacob II Fugger, come ringraziamento ha rimandato i Fugger ai giacimenti d'oro in Freiwalden (Altvatergebirge) e nel 1510 li ha dati come pegno contro un prestito al giovane Anton Fugger che ha fatto lì i primi passi della sua carriera.
Il capitale dei Fugger è entrato in azione anche nel territorio di Reichenstein, sul versante nord-orientale della contea di Glatz. [Quando i piccoli possessori di scavi di Breslavia non possono soddisfare le loro obbligazioni verso i duchi di Münsterberg loro padroni, Jacob II Fugger si precipita e conclude con loro un contratto, in base al quale egli diviene «in eterno» e con decime ridotte possessore con privilegi principeschi della miniera di Reichenstein, alla quale appartengono 60 scavi e 10 fonderie.]
Così Jacob II Fugger aggiunge all'argento, al rame e al piombo anche l'oro.
[Antiche firme intagliate nella roccia attesteranno ancora nel XX secolo l'arditezza di questa impresa dei Fugger.]
Come commesso dei Fugger, nel Reichenstein opera Hans Doering, di eccezionale abilità. Egli copre la sua carica con pieni poteri, applica tutte le innovazioni tecniche delle miniere e crea qui delle istituzioni sociali, che precorrono di gran lunga le realizzazioni dell'avvenire. Fonda così una cassa per minatori invalidi e istituisce una carica di arbitro per i contrasti tra lavoratori e imprenditori. Buone strade portano prima di tutto a Breslavia dove le verghe d'oro vengono raccolte, registrate, avvolte in panni, chiuse in casse e poi portate sulla via di Augusta.
Malgrado tutti gli sforzi però la produzione dell'oro è troppo scarsa perché possa essere praticata durevolmente con vantaggio. Perciò i Fugger approfittano di una grossa frana per ritirasi completamente.
Ha così fine l'estrazione dell'oro che viene sostituita dall'estrazione di carbon fossile.
Oltre a Breslavia, le basi principali del commercio ungherese sono Lipsia ed Ofen, se si prescinde dai veri centri di produzione e di lavorazione di Neusohl, Georgenthal e Fuggerau.
Il centro di affari di Ofen è una base per i trasporti di rame che vanno a Venezia passando per Zengg o per Trieste e per il traffico interno ungherese sia di merci che di denari con la corte e la nobiltà magiara.
Quando più tardi Jacob II Fugger sarà padrone di miniere sue in Tirolo e il rame ungherese non si dirigerà più a Venezia, questa filiale decadrà rapidamente.

[Will Winker, Fugger Il Ricco, Giulio Einaudi Editore Torino 1943.]


1520
Transilvania
Giovanni Szápolyai

(Szepesvár 1487 - Szászebes 1540)
di nobile famiglia transilvana;
1511-40, voivoda di Transilvania;



1526-40, re d'Ungheria;

1520
-

1520
Sassonia
Federico III [il Saggio]
Albero genealogico

(Torgau 1463 - castello di Lochau, Annaburg 1525)
figlio di Ernesto duca elettore di Sassonia (linea ernestina) e di Elisabetta di Baviera;
1486-1525, duca elettore di Sassonia;




1520
ducato di Württemberg
Ulrico di Württemberg
Albero genealogico

(Reichenweiler, Alsazoia 1487 - Tubinga 1550)
figlio di Enrico e di Elisabetta di Zweibrücken;
1498-1519, duca di Württemberg;
1520
si ritira in esilio a Montbéliard, dove si converte al protestantesimo, mentre il governo del ducato viene affidato da Carlo V al proprio fratello minore Ferdinando I d'Austria;




1534-50, duca di Württemberg;


1520
ducato di Baviera
Guglielmo IV [il Costante]
Albero genealogico

(† 1550)
figlio di Albrecht IV [il Saggio] e di Cunegonda d'Austria;
1508-50, duca di Baviera;



1520
Mainz [Magonza]
Albrecht
Albero genealogico

(n. 1490 - Magonza 1545)
figlio di Giovanni [il Cicerone], elettore di Brandeburgo;
1513, vescovo di Magdeburgo e amministratore del vescovado di Halberstadt;
1514-45, arcivescovo elettore di Mainz [Magonza] ;
dal 1518 è cardinale;





1520
REGNO di POLONIA
Sigismondo I
Albero genealogico

(† 1548)
figlio di Casimiro IV Jagellone e di Elisabetta d’Absburgo;
1506-1548, re di Polonia e granduca di Lituania;
sposa in seconde nozze Bona Sforza († 1557), figlia di Gian Galeazzo duca di Milano;





1520
-

 








1520
IMPERO OTTOMANO
Selim I [Yavuz-il Ponderato]
Albero genealogico

(1467 - 1520)
figlio di Beyazid II;
1512-20, sultano;
1520
Luglio
18
, lascia Istanbul diretto a Edirne;
[alcune fonti sostengono per organizzare una nuova campagna, questa volta contro il regno d'Ungheria, o forse contro Cipro o Rodi]
giunto nei pressi del piccolo villaggio di Sirt, si ammala gravemente;
Settembre
21
, muore, forse per le conseguenze di un cancro.



Solimano [il Magnifico]
Albero genealogico

(1494 - 1566)
figlio di Selim I;
1520-66, sultano;
1520
succeduto senza difficoltà al padre, eredita:
- un impero esteso ormai a quasi tutto il mondo arabo,
- un'amministrazione efficiente,
- un forte esercito permanente che ha il suo nerbo nel corpo dei giannizzeri e nella cavalleria dei sipahi,
- una marina da guerra rafforzata con il contributo determinante dei corsari nordafricani, il più famoso dei quali, Khayr al-Din detto Barbarossa, riveste sotto di lui la carica di qapudan pascià (grande ammiraglio).
Agli inizi del suo regno, Istanbul conta 400.000 abitanti (alla fine del XVI secolo saranno ca 700.000). In Europa occidentale nessuna città raggiunge la stessa popolazione, Londra ne conta 120.000 e Parigi circa un terzo.
Istanbul viene via via ingrandita da un afflusso ininterrotto di popolazioni che vi si insediano sia volontariamente sia perché portate dai sultani che scelgono nei territori di nuova conquista i migliori operai e artigiani per abbellire la propria capitale.



Gran Visir
-
1520
-





1520
REGNO di FRANCIA
Francesco I
Albero genealogico
(Cognac 1494 - Rambouillet 1547)
figlio di Carlo di Orléans conte di Angoulême e di Luisa di Savoia;
nel momento in cui la perdita del milanese e la costante pressione degli svizzeri da un lato, la fortunata politica dinastica degli Absburgo dall'altro, minacciano di bloccare l'espansione politica e territoriale della Francia, sposa Claudia († 1524) figlia di Louis XII;
1515-47, re di Francia;



Primo ministro
[Sovrintendente delle Finanze]
Jacques de Beaune
signore di Semblanéay
(1518 - 1524)
Cancelliere-Guardasigilli
Antoine Duprat (primo presidente del Parlamento di Parigi)
(1515 - 1535)
Segretario di stato agli Affari Esteri
-
 
1520
-

 
1520
ducato di Lorena e di Bar
Antonio II [il Buono]
Albero genealogico

(1508 - 1544)
figlio di Renato II e di Filippa di Gheldria;
1508-44, duca di Lorena e di Bar;
[ha ereditato il ducato di Lorena, la contea di Vaudémont e i vescovati di Metz e Verdun.]

1520
-


1520
Paesi Bassi
Carlo V
Albero genealogico

[vedi Carlo V]
1515-56, principe dei Paesi Bassi;
[Olanda, Brabante, Limbourg, Fiandre e Hainaut]


Governatore
-

1520
-

 

segue



1520
REGNO d'INGHILTERRA e d'IRLANDA
Enrico VIII
Albero genealogico

(Greenwich 1491 - Westminster 1547)
[erede delle due Rose]
secondogenito di Enrico VII Tudor e di Elisabetta di York;
1509-47, re d'Inghilterra e d'Irlanda;
1509, subito dopo l'incoronazione, sposa la vedova del fratello Arturo, Caterina d'Aragona;
1514 concede la sorella Maria Tudor in matrimonio a Louis XII;
1520
Giugno
nel Campo del drappo d'oro ha uno sfarzoso incontro con Francesco I;



1520
1515-29, di fatto la politica inglese e il governo sono diretti in suo nome da Th. Wolsey nella sua triplice veste di cardinale arcivescovo di York, lord cancelliere e legato papale a latere, colui che riuscirà a restituire all'Inghilterra un certo prestigio tra le potenze europee;


IRLANDA
-
-
-
-

1520
-

a

1520
REGNO di SCOZIA
Giacomo V
Albero genealogico

(Linlithgow, Scozia 1512 - Falkland 1542)
figlio di Giacomo IV Stuart e di Margherita Tudor;
1513-42, re di Scozia;
sotto la reggenza della madre, mentre il paese è travagliato dalle lotte tra i nobili scozzesi, sostenitori gli uni dell'Inghilterra e gli altri della Francia;



1520
-


a

1520
REGNO di DANIMARCA e di NORVEGIA
REGNO di SVEZIA
Cristiano II [il Crudele]
Albero genealogico
(Nyborg, Svendborg 1481 - Kalundborg, Holbaek 1559)
figlio di Giovanni I e di Cristina di Sassonia;
1513-23, re di Danimarca e di Norvegia;
1520-21, re di Svezia;
1520
impadronitosi della corona dopo molti anni di lotta, manda al patibolo – non certo per fanatismo religioso – numerosi alti dignitari dell'aristocrazia ecclesiastica e laica [bagno di sangue di Stoccolma] e, fatti venire dalla Germania dei predicatori luterani, tenta di introdurre un governo assolutistico servendosi del clero come strumento politico;

1520
-
Il e f venire dalla GErmania dei predicatori luterani
NORVEGIA
1520
-
ISLANDA
1520
-
SVEZIA
1520
-






1520
REGNO di PORTOGALLO
Emanuele [il Grande]
Albero genealogico

(Alcochete, Lisbona 1469 - Lisbona 1521)
figlio di Ferdinando duca di Viseu e di Beatrice di Portogallo;
1495-1521, re di Portogallo;



1520
-
Carlo V ha mostrato ripetutamente l'intenzione di sposare la sorella di re Emanuele per stabilire così dei rapporti tollerabili con il suo vicino. Già da ora un agente imperiale opera in questo senso alla corte di Lisbona.
Come dote il re vuole dare alla sorella 3.000.000 di libbre di pepe, che sono valutate circa 600.000 fiorini. Il pepe deve essere consegnato a Jacob II Fugger in tre rate di 1.000.000 di libbre ciascuna. Poiché quest'ultimo deve ancora esigere dall'imperatore una gran parte dei denari anticipati per l'elezione e gli era stato promesso che oltre al suo aggio gli sarebbe stata consegnata la metà del ricavo per copertura dei suoi crediti, egli appoggia il progetto con tutti i mezzi.
[Purtroppo, per l'indecisione del re, irresoluto in tutte le questioni personali, il contratto matrimoniale avrà luogo solo dopo sette anni e senza i sacchi pepe. Così a Jacob II Fugger è sfuggito un buon affare.]

(Altro affare andato a monte!)
A causa dei numerosi viaggi in India scarseggiano le navi.
Perciò i materiali per la costruzione delle navi rappresentano uno dei principali articoli d'importazione: ne derivano quindi anche strette relazioni commerciali con Danzica, città esportatrice di legname per la costruzione delle navi, di rame e simili.
Spesso la stessa nave con i cereali importati dall'hinterland di Danzica viene lasciata a Lisbona e venduta vantaggiosamente. Per ovviare alla continua scarsità si fa a Jacob II Fugger la proposta di fornire ai portoghesi tante navi allestite, quante ne occorrono per il commerico coloniale. In compenso egli solo tra i tedeschi otterrebbe una partecipazione diretta al commercio coloniale. La proposta è allettante.
Ma Jacob II Fugger dovrebbe impegnarsi più a fondo nel commercio coloniale. Con saggia ponderazione egli sa che dovrebbe stanziare molto denaro per questi piani; il rischio del trasporto marittimo e dell'acquisto speculativo dei prodotti coloniali rende ancor più difficile il commercio.
Così egli abbandona il progetto.
L'esacerbarsi del principio monopolistico nell'acquisto delle spezie gli toglie tosto il desiderio dell'iniziativa.
Perciò Jacob II Fugger si ritira sempre più dal commercio portoghese. Gli sembra che la vicina Spagna, grazie alle nuove scoperte, offra possibilità molto maggiori.
a


1520
REGNO di SPAGNA
Carlo I
Albero genealogico

[vedi Carlo V]
1516-56, re di Spagna; (Carlo I)


1520

Quanto più crescono i bisogni di denaro per la corte imperiale di Madrid e l'amministrazione del regno che abbraccia tutto il mondo, tanto meno i mercanti spagnoli sono in grado di soddisfarli. Inoltre essi, senza aiuto, non possono sfruttare le ricchezze economiche del loro paese.
Perciò Jacob II Fugger deve considerare una fortuna particolare prendere sempre più piede qui.
Egli deve inoltre tentare di esigere sul posto i 200.000 fiorini prestati per le elezioni per cui è stato invitato a rivalersi sulla Spagna, perché, dato il continuo bisogno di denaro di Carlo V, c'è poca speranza di riaverli.
Per questo motivo e come garanzia degli asientos concessi in altre occasioni Jacob II Fugger si fa dare in appalto i cosiddetti maestrazgos: le entrate dei numerrosi beni distribuiti in tutto il paese appartenenti ai tre ordini cavallereschi spagnoli:
- San Jago,
- Calastrava,
- Alkantara,
di cui l'imperatore è Gran Maestro.
Queste entrate consistono innanzitutto nel "canone perpetuo", che devono pagare gli abitanti domiciliati sulle terre dell'Ordine, e nelle decime di tutti i prodotti del suolo.
Jacob II Fugger si getta con particolare ardore su questo campo di attività che da poco gli è stato aperto (vista anche la precaria situazione nelle altre piazze!).
Egli assume l'amministrazione dei maestrazgos e in breve tempo accresce notevolmente la superficie coltivabile dei fondi e la loro produttività.
La cerealicoltura è il cespite principale: egli trasforma annualmente in denaro parecchie centinaia di migliaia di moggia. Inizialmente egli vende i cereali non macinati; più tardi impianta dei propri mulini a vento e ad acqua e fa costruire, specialmente a Cordova, dei forni, per provvedere direttamente alla cottura e alla vendita del pane.
Per ciascuno degli 8 dipartimenti della "amministrazione dei maestrazgos" occorre un rappresentante, che da principio dipende da un agente direttivo residente in Almagro, dove i Fugger hanno acquistato una casa per i loro impiegati.
[Più tardi essi sono sottoposti ad un agente-capo in Madrid, che è in stretta relazione con l'imperatore e ha porta aperta a corte. Questo deve far impiantare depositi di grano, sovrintendere al traffico in terra straniera ed esaminare i bilanci che gli devono esser rimessi annualmente.]

Molto presto Jacob II Fugger rivolge la sua attenzione anche alle miniere di mercurio appartenenti all'Ordine di Caltrava che si trovano nelle almaden (arabo-miniere) della Sierra Morena e che finora sono state sfruttate imperfettamente dai precedenti appaltatori italiani.
Valendosi delle esperienze fatte in Ungheria e in Tirolo, egli li fa perfezionare tecnicamente, cosicché vengono considerati un esercizio modello e diventano un esempio istruttivo per tutti i conduttori di miniere della Spagna.
Numerosi minatori tedeschi sono fatti andare là dal Tirolo per ammaestrare gli spagnoli: infatti essi sono considerati i migliori minatori del mondo.
L'imperatore appoggia molto volentieri le iniziative dei Fugger. Jacob II Fugger è esentato da tutti i dazi interni e dalla imposte, può a piacere tagliare legna e impiantare spacci di vendita a buon mercato, come in Ungheria, infine ottiene l'esclusività per la vendita del mercurio in tutta la Spagna e può esportare in tutto il mondo i quantitativi non smerciati là.
I depositi principali sono a Siviglia e a Lisbona.

Si è trovato nel frattempo un nuovo procedimento per l'affinamento e lo si è introdotto in tutte le miniere europee perché è più redditizio di quello praticato finora.
Per questo viene impiegato del mercurio: perciò Jacob II Fugger può smerciarlo facilmente su tutti i mercati.
Così egli ottiene presto ricchi guadagni nelle almaden: per ogni 100 libbre di mercurio e dei suoi composti, cinabro e sublimato, egli ricava 20 ducati. Poiché le spese di estrazione comportano circa 10 ducati, a cui si aggiungono ancora 4 ducati di appalto, su ogni 100 libbre si guadagnano 6 ducati. Certo si devono anche affrontare grandi spese, perché vi è troppo poco legname per la sistemazione delle gallerie. Gru, alte fino a sette piani, azionate da schiavi e da galeotti addetti a questo lavoro, procurano l'acqua necessaria. Anche la preparazione dei metalli, che vengono estratti in blocchi giganteschi persino di 10.000 libbre, richiede un procedimento minuzioso e l'impianto di speciali forni fusori.
«In Spagna se la carretta non va, la si unge!» dice un agente dei Fugger scherzando su tale spesa.
L'investimento di mezzi così rilevanti si giustifica solo se i contratti d'affitto sono validi per lungo tempo.
Inizialmente i Fugger hanno i maestrazgos per un affitto annuo di 50 milioni di maravedis (circa 135.000 fiorini) per tre anni.
Alla scadenza si può ottenere un rinnovo solo dietro concessione di ulteriori prestiti. In questo Jacob II Fugger deve tener conto della più aspra concorrenza spagnola e genovese, alla quale talvolta riesce di prendere per sé le imprese per uno spazio di cinque anni. Ma poi le miniere rimangono per quasi cento anni in possesso dei Fugger, anche se i genovesi fanno salire il canone d'affitto in modo che in infine ammonta a più del doppio del prezzo iniziale.


Agosto
29
, le bande dei Comuneros occupano la fortezza di Tordesillas per impadronirsi della regina Giovanna [la Pazza] e della principessa Caterina a fini politici;

Dicembre
5
, le truppe reali rientrano nel castello di Tordesillas;







1520
SAVOIA
 


 

1520
-



1520
Monferrato
Bonifacio IV Paleologo
Albero genealogico
(Casale 1512 - 1530)
figlio del marchese Guglielmo IX e di Anna d'Alençon;
1518-30, marchese di Monferrato;
sotto la reggenza della madre e dello zio Giangiorgio;

1520
-

1520
Mantova
Federico II Gonzaga
Albero genealogico
(Mantova 1500 - 1540)
figlio di Francesco II e di Isabella d'Este;
1519-40, marchese di Mantova;
continua l'attività di condottiero esercitata dal padre, ottenendo la nomina a capitano generale della chiesa;



1530-40, duca di Mantova;
1536-40, marchese del Monferrato;

1520
-

1520
REPUBBLICA DI VENEZIA
"La Serenissima"
Leonardo Loredan
Albero genealogico

(? - ?)
1501-21, doge di Venezia;
nel 1517, con la pace di Bruxelles, le è stata restituita Verona e lasciata Pordenone ma ha dovuto asciare agli Absburgo Trieste, Gorizia e Gradisca;


- nunzio pontificio: . Altobello Averoldi (1517 set - 1523)
- ambasciatore di Spagna: ? (? - ?)

1520
Agosto
25
, Venezia, Marin Sanudo annota che il vicario del patriarca Antonio Contarini è stato ricevuto in Collegio e vi ha presentato un breve pontificio (forse la bolla Exsurge Domine del 15 giugno?) che condanna l'opera di M. Lutero, chiedendo al governo veneziano autorizzazione a procedere contro uno «Zordan tedesco marchadante di libri» che a San Maurizio vende testi di ispirazione luterana. Il governo ha ordinato il sequestro di tutte le copie. E Marin Sanudo scrive trionfante: «Tamen io ne havia auto una e l'ho nel mio studio»;

Settembre
un monaco tedesco riferisce di aver portato delle copie di scritti di M. Lutero, subito vendute.
Ci sono probabiilmente:
- Alla nobiltà cristiana di nazione tedesca,
- La cattività babilonese della Chiesa,
- Della libertà del cristiano.

Qualche mese più tardi un fra Andrea Bauria o Bauro da Ferrara, predica le dottrine di M. Lutero ad un affollatissimo campo Santo Stefano, uno dei più grandi della città. Il papa protesta e chiede che a fra Andrea Bauria venga proibito di pubblicare una sua opera.

Tre settimane dopo la repubblica assicura che il ferrarese è partito e che il manoscritto non è stato dato alle stampe.

 

Nel territorio della Repubblica (con il dominio veneto era nato il "Magistrato per li Beni Inculti" e incominciato un grande lavoro di bonifica) ci sono ancora 800.000 campi paludosi e incolti che saranno bonificati nell'arco di un cinquantennio.


1520
ducato di Ferrara
ducato di Modena
ducato di Reggio
Alfonso I d'Este
Albero genealogico

(Ferrara 1476 - 1534)
figlio di Ercole I e di Eleonora d'Aragona;
sposa in prime nozze Anna Sforza († 1497)
1505-34, duca di Ferrara;
1505-10, 1526-34, duca di Modena;
1505-10, 1523-34, duca di Reggio;
dal 1501 è sposato (seconde nozze) con Lucrezia Borgia la quale ha ottenuto dal padre (papa Alessandro VI) il riconoscimento del diritto all'eredità dei beni estensi [feudo pontificio];
nel 1510 è stato scomunicato e dichiarato decaduto nonché privato da Giulio II dei ducati di Modena e Reggio…


 
1520
inutili le trattative, condotte anche dal fratello cardinale Ippolito e da Ludovico Ariosto, per recuperare i ducati;

 

1520
Firenze
Alessandro de' Medici
Albero genealogico

(1512 ca - Firenze 1537)
figlio naturale di Lorenzo [ramo di Cafaggiolo] duca di Urbino [secondo altri, di Giulio (papa Clemente VII)];
1519-27, duca di Urbino;


1531-37, duca di Firenze;


1520
-


1520
ducato di Sora
ducato di Urbino
Francesco Maria I della Rovere
Albero genealogico
(n. 1490 - m. 1538)
figlio del duca di Sora Giovanni della Rovere e di Giovanna di Montefeltro;
1501-38, duca di Sora;
1501-38, signore di Senigallia e Mondavio;
1508-38, duca di Urbino [toltogli da Leone X dal 1516];
1512-38, signore di Pesaro;


 
1520
-



1520
REGNO di NAPOLI
Carlo V
Albero genealogico

(Gand 1500 - Yuste, Estremadura 1558)
secondogenito di Filippo [il Bello] e di Giovanna [la Pazza];
1515-56, principe dei Paesi Bassi;
1516-56, re di Spagna (Carlo I)
1516-54, re di Napoli (Carlo IV);
1519-56, imperatore del Sacro Romano Impero;

– vedi sopra –

NAPOLI
Viceré
-
Nunzio apostolico
-

1520
-


SICILIA
Viceré
-
1520
-

a





Acuña, Hernando de (Valladolid 1520?-Granada 1580 ca) poeta spagnolo, uno degli "imitatori" di Garcilaso de la Vega; motivo centrale della sua opera è la celebrazione dell'impero spagnolo
1546-47, combatte valorosamente in Piemonte e in Germania;
Varias poesias (1591, postumo, Poesie varie, di gusto petrarchesco)
Fábula de Narciso
(Favola di Narciso, d'ispirazione ovidiana)
Contienda de Ayax Telamonio y de Ulises sobre las armas de Aquiles (Contesa di Aiace Telamonio e Ulisse per le armi di Achille)
Orlando innamorato di Boiardo (traduzione di IV canti)
Un poema di Olivier de la Marche (traduzione).

Alvarado Tezozómoc, Hernando de (1520-1600) cronista indio
Crónica mexicáyotl.

Cecil, William - lord Burghley (Bourne, Lincolnshire 1520-1598) politico inglese, discendente di una famiglia della gentry le cui fortune furono create sotto Enrico VII;
[Padre di Robert (1563-1612).

Cetina, Gutierre de (Siviglia 1520-Puebla de los Angeles, Messico 1557) poeta spagnolo
Madrigali, stanze, epistole, sonetti, canzoni e vari dialoghi.

Di Tarsia, Galeazzo o Barone di Belmonte (Napoli 1520 ca-1553) poeta italiano, ucciso in strane circostanze.
Canzoniere (postumo 1617).

Galilei, Vincenzo (Santa Maria a Monte, Firenze 1520 ca- Firenze 1591) compositore e teorico della musica italiano, una delle figure dominanti della "Camerata fiorentina";
[Padre di Galileo.]
pubblica gli inni di Mesomede, del II sec. d.C.;
Fronimo (1581, sulle regole della musica per liuto)
Dialogo della musica antica et della moderna (1581)
Discorso intorno all'opere di Zarlino (1589).

Mansueto da Valle Camonica (1520-?) frate cappuccino,;
1550, entra nell'istituto dei cappuccini della provincia monatica di Ilano;
1596, comincia a perdere la vista e poco dopo rimane infermo;
[Il conte di Fuentes, governatore di Milano, passa molte ore con lui.]
1616, 3 settembre, muore nel convento di Bergamo.

Masseo da Bergamo (XVI-XVII) frate cappuccino, laico, della monastica provincia veneta;
muore nella prima metà del sec. XVII nel convento di Vicenza.

Mauro da Bergamo († 1615) frate cappuccino, padre, allievo della monastica provincia veneta;
1615, muore a Venezia.

Michele da Bergamo († 1660) frate cappuccino, laico;
1660, 31 ottobre, muore a Lanciano.

Montemajor, Jorge de (Montemôr-o-Velho, Coimbra 1520-Torino? 1561) scrittore spagnolo di origine portoghese; fu cantore di cappella per doña Maria, sorella di Filippo II
Cancionero (1554, Canzoniere)
Los siete libros de la Diana (1559, I sette libri della Diana).

Nazario da Bergamo († 1635) frate cappuccino, padre, della nobile famiglia Salvagni;
1592-1635, Guardiano e Definitore a Romano, Crema, Drugolo, Trescorre, Bergamo, Brescia, ecc.;
1635, 21 dicembre, muore nel convento di Bergamo dove era Guardiano.

Paolino da Clusone († 1603) frate cappuccino, padre;
1603, 7 dicembre, muore nel convento di Crema.

Piccolomini, Francesco (Siena 1520-1604) filosofo italiano; dopo aver compiuto gli studi nella città natale, si recò a Padova dove ebbe a maestro M.A. Zimara; insegnò poi a Siena, Macerata e Perugia
1561-1601, insegna a Padova; sostenitore dell'aristotelismo
Universa philosophia de moribus (1583, in polemica con I. Zabarella)
De rerum definitionibus liber unus (1600)
Commenti agli scritti di Aristotele.

Plantin, Christophe (Saint-Avertin, Tours 1520 ca-Anversa 1589) tipografo francese, emigrato ad Anversa.

Sigonio, Carlo (Modena 1520-Ponte Basso, Modena 1584) storico e umanista italiano; compiuti gli studi a Bologna e a Pavia, fu per breve tempo al servizio della famiglia Grimani; esperto in filologia classica, è considerato un precursore di L.A. Muratori;
1546, inizia la carriera di professore di eloquenza, ottenendo la cattedra prima Modena, poi a Venezia, a Padova e infine a Bologna; 
De nominibus romanorum
(1553-56)
Fragmenta e libris deperditis Ciceronis collecta (1559-60)
De republica atheniensium (1564)
De regno Italiae (1574, dalla discesa dei longobardi sino al 1268, dove il Medioevo è rivissuto per la prima volta come realtà storica e non più secolo di barbarie o di semplice trapasso dalla civiltà antica a quella umanistica)
Historiarum bononiensium libri VI (1578)
De republica hebraeorum (1582).
Le sue opere saranno pubblicate dalla "Società Palatina" di Milano costituita da Filippo Argelati.

Sisto da Siena (Siena 1520-Genova 1569) religioso italiano;
Bibliotheca sancta (1566, in 8 libri; a lui si deve la distinzione dei libri biblici in: protocanonici, deuterocanonici e apocrifi).

Versteghe, Jan Gerritszoon o Joannes Anastasio Veluanus (Garderen 1520 ca – Bacharach, nei pressi di Coblenza 1570) riformatore olandese.

Vlacic, Matthias o Flacio Illirico (Albona, Istria 1520-Francoforte sul Meno 1575) gnesioluterano, controversista e storico luterano;
Clavis Scripturae sacrae (1567)
Glossa compendiaria in Novo Testamento (1570)
Historia ecclesiastica integram Ecclesiae ideam continens…secundum singulas centurias… per aliquot studiosos et pios viros in urbe Magdeburgica (Basilea, 1559-74, 13 centurie in otto volumi; una risposta celebre a quest'opera è Annales ecclesiastici del cardinale Cesare Barone [Baronio]).

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«segue da 1519»
Eludere la sorveglianza della censura diventa ormai un'arte. Il sotterfugio più comune è l'impiego di una soscrizione falsa, che può essere falsa del tutto oppure adottare l'indirizzo "di comodo" d'un editore straniero o semplicemente omettere qualunque indicazione circa il nome dello stampatore e il luogo d'edizione.
1520-22
Italia
Venezia [vedi].
Germania
Norimberga, il maestro di calligrafia Johann Neudörffer (1497-1563) e il punzonista Hieronymus Andreae rifiniscono questo proto-Fraktur e gli danno la sua forma definitiva;
[rimarrà per oltre quattrocento anni il tipico carattere tedesco.]
deve in gran parte la sua affermazione come principale carattere tedesco al favore incontrato presso l'editore di Francoforte Sigmund Feyerabend (1528-90)
La Lettera alla nobiltà cristiana di nazione tedesca di M. Lutero esce in 4000 copie andate a ruba.
Francia:
Parigi:
. Simon de Colines;
. Geoffroy Tory;
. Robert Estienne;
. Michel Vascosan;
sono i tipografi francesi grazie ai quali il regno di Francesco I (1515-1547) merita l'appellativo di "età dell'oro della tipografia".
Essi introducono in Francia i principi lanciati dalla stamperia aldina:
- uso esclusivo dei caratteri latini, tondi e corsivi,
- formato maneggevole,
- prezzo basso.
Lione:
. Johann Trechsel;
. Johann Klein;
. Melchior e Caspar Trechsel;
ecc.
[Fino a questo momento l'unica opera colpita dalla censura francese è stata l'Apologia di G. Pico della Mirandola del 1488.]
Ora, su domanda di Francesco I, il parlamento di Parigi impone una revisione preliminare da parte della Sorbona per le opere di carattere religioso. Diversi sono però gli organi che si contendono il diritto di sovrintendere alla produzione editoriale:
- i teologi dell'Università (con il compito di rivedere le opere e di decretarne le proibizioni),
- il Parlamento di Parigi (con funzioni esecutive di polizia),
- la monarchia,
e proprio i mai ben definiti ambiti giurisdizionali e i violenti conflitti religiosi impediranno per decenni che si determini un ferreo sistema di controllo.
La Francia poi non è solo Parigi e Lione, per esempio, dove università e parlamento non esistono, non viene toccata dai conflitti che riguardano i tre organi.
Olanda
Gli stampatori olandesi che in questi anni pubblicano saggi protestanti celano a volte il luogo d'edizione sotto il nome di "Utopia" (mostrando incidentalmente quanto sia popolare il libro di Tommaso Moro stampato nel 1516 a Lovanio).
Altri fanno comparire nel frontespizio città come Wittenberg, Marburgo o Strasburgo da cui potrebbero benissimo venire questi scritti luterani; o, viceversa, la più che improbabile dizione "Roma, alla corte di S. Pietro".
Altri ancora, aggravando questa voluta confusione, uniscono al nome autentico di uno stampatore quello errato del luogo d'edizione, come potrebbe essere il caso d'una soscrizione "Hans Lufft, Marpurgo", quando Lufft ha sempre lavorato a Wittenberg.
Nessuno di quelli che usano false soscrizioni viene mai scoperto, mentre un certo umero d'altri stampatori olandesi andrà al rogo per aver pubblicato libri protestanti.
Inghilterra
all'indomani della bolla contro i luterani, il vescovo di Londra prescrive il divieto di importazione di libri dall'estero e l'obbligo della licenza per i titoli nuovi da richiedere a una specifica commissione presieduta dall'arcivescovo di Canterbury.
«segue da 1521»

Comuneros

1520, gli abitanti delle città castigliane si ribellano a Carlo V, a causa dei corregidores che sottopongono a stretto controllo, per ordine del re, le amministrazioni locali;
«segue 1521»

Del Banco
(Warburg)

«segue da 1300»
1520, i Del Banco si trasferiscono in Germania, a Kassel, cittadina della Westfalia sul fiume Fulda, proprio nella zona degli ashkenazi, nel momento in cui l'Europa si apre alla ricchezza;
come tutti gli ebrei, sono invitati a cambiare il loro nome con quello della città che li ha ricevuti e diventano von Kassel;
«segue 1557»

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