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Papa
Leone X

(1513-1521)

1515, tiene una condotta incerta circa la spedizione di Francesco I contro Milano;
con la bolla Inter multiplices sancisce la liceità della richiesta di interesse sui prestiti: iniziano così a diffondersi gli istituti di pegno (Monti di pietà);


Wolsey, Thomas
(1475-1530) cardinale legato.

Concilio Ecumenico Lateranense V
(1512-17)

1515
Maggio
3
, Roma, nel corso del Concilio, la bolla Inter sollicitudines estende a tutta la cristianità la censura preventiva, già adottata da Alessandro VI.
La bolla prende atto della pubblicazione di libri pieni di errori dottrinali, contrari alla religione cristiana o diffamatori del buon nome di particolari individui e dispone che a Roma il maestro del Sacro Palazzo (il teologo personale del papa) ed il cardinal vicario sottopongano tutti gli scritti da pubblicare ad un esame preventivo da affidare altrove a vescovi ed inquisitori.
I tipografi che non ottengono l'autorizzazione a stampare incorreranno nella scomunica e ammende fino a cento ducati, da devolvere alla fabbrica di San Pietro, la quale, tuttavia, non ne beneficerà granché, dato che la bolla è più l'espressione di preoccupazioni che un tentativo serio di introdurre la censura.

 

ANNO 1515



1515
Unione Elvetica
Confederazione dei tredici cantoni elvetici:
- Uri (1291),
- Schwyz (1291),
- Unterwalden (1291),
- Lucerna (1332),
- Zurigo (1351),
- Zug (1353),
- Glarus (1353),
- Berna (1353),
- Friburgo (1481),
- Soletta (1481),
- Basilea (1501),
- Sciaffusa (1501),
- Appenzell (1513).

1515
la Confederazione ha una forza militare notevole, grazie soprattutto al valore dei suo soldati [non per niente saranno la guardia scelta dei Papi e dei re di Francia];

Settembre
13-14
, tra le truppe francesi e le truppe asburgiche si combatte la "battaglia di Melegnano" (Marignano) per il possesso dello stato di Milano;
Francesco I, coadiuvato dai più celebri capitani del tempo, come Giangiacomo Trivulzio, P. Bayard, La Trémoille, Lautrec) ha il comando supremo delle forze francesi, cui Venezia ha concesso assistenza e aiuti;
gli svizzeri, alleati di Massimiliano Sforza, sono comandati dal cardinale di Sion, Matteo Schiner;
da parte francese lo scontro è propiziato da alcune trattative diplomatiche preliminari, in virtù delle quali Francesco I ottiene la neutralità del pontefice Leone X
gli svizzeri, pur inferiori di numero (22.200 uomini contro 33.500) e isolati, muovono all'attacco avviando a loro vantaggio le sorti dello scontro, ma l'arrivo di un contingente di veneziani, il giorno dopo, decide l'esito della battaglia in favore dei francesi e la conclusione di un combattimento protrattosi ininterrottamente due giorni e due notti; 
la sconfitta, la prima subita dagli svizzeri in campo aperto, infligge un duro colpo alle loro mire espansionistiche e al prestigio della loro forza militare;




1515
Sacro Romano Impero
Massimiliano I d'Absburgo
Albero genealogico

(Wiener Neustadt 1459 - Wels, Alta Austria 1519)
figlio di Federico III;
1486-1519, re dei romani;
1489-1519, arciduca del Tirolo;
1493-1519, arciduca d’Austria;
1493-1519, re di Germania;
1508-19, imperatore del Sacro Romano Impero;


1515
guerra con Venezia (1508-1515)
mantiene solo Verona;

Presburgo, si aprono i preliminari con i re d'Ungheria e di Polonia.
Essi hanno un andamento favorevole.
È invitato anche il margravio Kasimir von Brandeburg al quale i Fugger hanno mandato 1000 fiorini perché egli possa comparirvi in modo consono al suo grado.

congresso di Vienna: i trattati matrimoniali stipulati con Ladislao Jagellone, re di Boemia e d'Ungheria, preparano al fratello di suo nipote Carlo (Carlo V), Ferdinando, la successione in queste due corone.
L'imperatore Massimiliano è accompagnato anche da Jacob II Fugger e da Hans Thurzo che distribuiscono dispendiosamente doni da tutte le parti (anelli d'oro con pietre preziose, collane, perle, abiti di seta e altri gioielli).
[Nei libri contabili della Società commerciale Fugger-Thurzo viene registrata una somma di quasi 10.000 fiorini come "spese d'azienda"; ma d'altra parte il commercio ungherese richiede questo gesto.]


In quest'anno di carestia, quando l'imperatore ha bisogno per il congresso di Vienna di forti somme e i mercenari svizzeri minacciano di andarsene se non ricevono le cambiali della Jacob Fugger e figli di fratelli, stavolta anche Jacob II Fugger dichiara: «Io sono talmente esausto e spogliato di denaro, che non sono disposto a raccogliere e ad anticipare a Sua Maestà ulteriori somme rilevanti. Inoltre la Maestà Imperiale mi è ancora debitrice di somme notevolmente elevate, in base a parecchi contratti».

Per il congresso di Vienna concede 54.000 fiorini ed ha in cambio «tutto quanto il rame dalle fonderie di Rattenbereg e altri luoghi per 6 anni» a così favorevoli condizioni che i consiglieri di Innsbruck se ne sdegnano grandemente, ma egli deve riconoscere ben presto che nemmeno i suoi enormi mezzi finanziari bastano per rispondere alle sempre maggiori richieste di prestiti dell'imperatore.
Così anche il monopolio del rame di Jacob II Fugger si trova in pericolo.
Perciò egli ritorna alla forma, fallita precedentemente, del contratto consorziale e sotto le forti pressioni dell'imperatore nel 1515 conclude con il principale concorrente sul mercato del rame, la società degli Hoechstetter, un cartello, in base al quale viene loro promesso tutto il rame delo Schwaz dal 1520 al 1523 in cambio di un forte prestito all'imperatore. Per escludere ogni reciproca concorrenza vengono delimitate le zone di smercio e Jacob II Fugger è invitato a non «esportare nella Germania meridionale e nei paesi latini» il suo rame ungherese. Può servirsi di questi paesi solo come di zone di transito verso i Paesi Bassi. Così Anversa acquista ora un'importanza preminente per il rame dei Fugger.
Ovviamente le condizioni più particolari di questo cosiddetto "grande contratto del rame" trovano una forte opposizione da parte della popolazione del Tirolo e del suo "governo".

Maggio
Augusta, ai consiglieri imperiali Blasius Hoelzl e Johann Zott giunti in città, Jacob II Fugger concede un grosso prestito.

Poco dopo, quando si rifanno vivi, risponde loro sdegnato: «Non mi aspettavo davvero che mi si chiedesse un nuovo prestito subito dopo quello che ho concesso recentemente a Sua Maestà in occasione del viaggio da Vienna a qui. Io ho prestato fino a 300.000 fiorini sull'argento e sul rame di Rattenberg e dello Schwaz: non mi sono ancora stati restituiti. Con ciò ho spogliato di denaro non solo me ma anche i miei amici».
I messi imperiali, imbarazzati, accennano ai tempi difficili e al grande bisogno di denaro. Dicono che la fiducia dell'imperatore e del governo tirolese nella compiacenza di Jacob II Fugger è sconfinata. Invano. Essi non ottengono nulla.
Il giorno successivo si presentano con un nuovo contratto per argento e rame. Ma Jacob II Fugger dichiara loro «che l'argento è assegnato a lui per 7-8 anni, il rame per 4 anni. Nelle fonderie si fonde solo la metà d'argento dell'anno precedente, cosicché egli dovrebbe attendere a lungo l'estinzione del suo credito.
Inoltre non sa quanto tempo avrà ancora da vivere e quali mutamenti porteranno per lui le vicende della guerra. Per di più il suo commercio si estende sempre più ed oggi gli si vengono ad offrire a casa affari ai quali prima è corso dietro.
Deve quindi rifiutare, perché è in età avanzata e senza figli. Vuole sbrigare gli affari che ha iniziato e non intraprenderne più altri di vasta portata. Tuttavia, se avesse il denaro, il che non è, aiuterebbe l'imperatore.
».
Così i consiglieri sono costretti ad andarsene senza aver concluso nulla. Altri tentativi rimangono senza successo.

Neppure da altri mercanti gli agenti imperiali riescono ad ottenre qualcosa. Ambrosius Hoechstetter dichiara: «Se io avessi denaro da prestare, troverei facilmente un principe che mi dia in cambio il 10% con un castello o una città come pegno e in più 1000 fiorini come regalo: tanto è caro e difficile oggi ottenere denaro in prestito!».

[Nella pace di Bruxelles a Massimiliano rimarrà il doloroso espediente di cedere a Venezia, a Milano e alla Francia la disputatissima Verona e tirare un frego sulle sue imprese guerresche.
Una volta in più ha rivelato a tutto il mondo la sua "maestria nel fiasco".]

Schwaz, sull'Inn, per l'estrazione di «argento bruno» e di rame, particata finora con un sistema di gallerie, si devono ora impiantare dei pozzi che raggiungono persino la profondità di 660 metri.
Mentre nelle sue miniere ungheresi Jacob II Fugger fa allontanare le infiltrazioni d'acqua con l'invenzione di Hans Thurzo, la cosiddetta pompa idraulica (ruota doppia con argano), qui a Falkenstein invece (e fino alla metà del XVI secolo) l'acqua deve venire allontanata a forza d'uomo con una specie di secchia da estintore: circa 600 uomini sono impiegati in questo lavoro giorno e notte.
Dopo l'Ungheria è questo il centro di metalli dei Fugger ma mentre là essi compaiono subito come padroni di miniere, qui invece per decenni Jacob II Fugger si occupa soltanto del traffico come commerciante di metalli, lasciando il vero sfruttamento delle miniere ad altri commercianti, quali Hans Baumgartner, Hans Knoll con le loro società e parenti.
[Negli archivi di Vienna e di Innsbruck si trovano grosse pandette, in cui gli impiegati arciducali hanno registrato ogni anno la produzione dei minerali, che erano estratti dai monti tirolesi. Vi è registrata anche l'infinita serie di prestiti, che sono stati concessi dai Fugger – a partire dal 1487 – all'arciduca Sigismund e più tardi a Massimiliano e a Ferdinando e «per cui essi dovevano rivalersi sul rame e sull'argento dello Schwaz».
Il Tirolo, ricco di moneta, deve sopportare il peso maggiore della politica di dominazione mondiale degl Absburgo.]

L'innalzamento alla classe di conti che l'imperatore proclama ora per Jacob II Fugger e i suoi eredi, sulla base del loro possedimento della contea di Kirchberg, non fa titubare i nobili nella loro opposizione.

[Will Winker, Fugger Il Ricco, Giulio Einaudi Editore Torino 1943.]


SLOVENIA
1515

Slovenia, le vessazioni dei nobili nei confronti dei contadini suscita un vasto movimento insurrezionale che si diffonde, a parte il Carso, in tutte le regioni abitate dagli sloveni.

Marzo
a difesa dell' "antico diritto" sorge una lega che già conta 80.000 membri (più di un decimo della popolazione delle zone interessate) e che elabora ben presto richieste radicali:
prima fra tutte quella di non pagare più tasse se non quelle concordate direttamente con l'imperatore.

Nella tarda primavera Massimiliano, decidendo di sfruttare l'insoddisfazione delle masse rurali per rafforzare la propria autorità sui nobili riottosi, accoglie con favore i deputati dei ribelli giunti fino a lui promettendo l'invio di commissari straordinari per esaminare la situazione, aiutandoli a riconquistare l "antico diritto".

Maggio
convinti della promessa dell'imperatore, i contadini si fanno più forti e la rivolta si allarga a macchia d'olio nella Carniola, in Stiria, in Carinzia e nel Goriziano con assalti ai castelli che vengono saccheggiati e dati alle fiamme. I loro padroni, se riescono a slavarsi, si rifugiano a Lubiana e in altri cetnri urbani, mentre i contadini sentendosi ormai padroni del paese estendono il proprio controllo anche ai dazi e alle gabelle "imperiali", e ai tribunali ecclesiastici e civili.
[in una cronaca del tempo – il primo testo a stampa sloveno – si legge alla fine «[…] A raccolta, a raccolta, a raccolta, voi tutti, poveri e derelitti».

Giugno
all'esercito dei nobili si aggiungono ora anche truppe imperiali.
Il castigo è spietato.
Perché i contadini trovino nuovamente il coraggio di insorgere contro i padroni, bisognerà attendere almeno due generazioni.

[Joze Pirjevec, Serbi, Croati, Sloveni - Storia di tre nazioni, Universale Paperbacks, Il Mulino, Bologna 1995]


1515
BOEMIA e UNGHERIA
Ladislao II o VII - Jagellone III
Albero genealogico

(n. 1456 - Buda 1516)
figlio di Casimiro IV re di Polonia;
1471-1516, re di Boemia (Ladislao II);
1490-1516, re d'Ungheria (Ladislao VII);

1515
-

1515
Transilvania
Giovanni Szápolyai

(Szepesvár 1487 - Szászebes 1540)
di nobile famiglia transilvana;
1511-40, voivoda di Transilvania;



1526-40, re d'Ungheria;

1515
-

1515
Sassonia
Federico III [il Saggio]
Albero genealogico

(Torgau 1463 - castello di Lochau, Annaburg 1525)
figlio di Ernesto duca elettore di Sassonia (linea ernestina) e di Elisabetta di Baviera;
1486-1525, duca elettore di Sassonia;



1515
ducato di Württemberg
Ulrico di Württemberg
Albero genealogico

(Reichenweiler, Alsazoia 1487 - Tubinga 1550)
figlio di Enrico e di Elisabetta di Zweibrücken;
1498-1519, duca di Württemberg;



1534-50, duca di Württemberg;


1515
ducato di Baviera
Guglielmo IV [il Costante]
Albero genealogico

(† 1550)
figlio di Albrecht IV [il Saggio] e di Cunegonda d'Austria;
1508-50, duca di Baviera;



1515
Mainz [Magonza]
Albrecht
Albero genealogico

(n. 1490 - Magonza 1545)
figlio di Giovanni [il Cicerone], elettore di Brandeburgo;
1513, vescovo di Magdeburgo e amministratore del vescovado di Halberstadt;
1514-45, arcivescovo elettore di Mainz [Magonza] ;
eletto a condizione di versare una grossa somma alla curia romana, è stato costretto ad indebitarsi con i Fugger ;




1515
REGNO di POLONIA
Sigismondo I
Albero genealogico

(† 1548)
figlio di Casimiro IV Jagellone e di Elisabetta d’Absburgo;
1506-1548, re di Polonia e granduca di Lituania;
sposa in seconde nozze Bona Sforza († 1557), figlia di Gian Galeazzo duca di Milano;





1515
-









1515
IMPERO OTTOMANO
Selim I [Yavuz-il Ponderato]
Albero genealogico

(1467 - 1520)
figlio di Beyazid II;
1512-20, sultano;



Gran Visir
-
1515
come il suo predecessore, proibisce la riproduzione meccanica di qualsiasi testo arabo e turco cso il Corano; il farlo è sempre considerato blasfemo e meritevole della pena capitale; lo scopo, specie per quanto riguarda il Corano, è impedirne la diffusione nonché la libera lettura e interpretazione critica;
[Tale divieto sarà abolito, ma non per il Corano, solo nel 1727.]

 



1515
REGNO di FRANCIA
Louis XII
Albero genealogico
(Blois 1462 - Parigi 1515)
figlio di Carlo duca d'Orléans e Maria di Clèves;
1498-1515, re di Francia;
1515
Gennaio
, muore a Parigi; in mancanza di figli maschi, la corona passa a suo genero, Francesco d'Angoulème (Francesco I di Valois).


Francesco I
Albero genealogico
(Cognac 1494 - Rambouillet 1547)
figlio di Carlo di Orléans conte di Angoulême e di Luisa di Savoia;
nel momento in cui la perdita del milanese e la costante pressione degli svizzeri da un lato, la fortunata politica dinastica degli Absburgo dall'altro, minacciano di bloccare l'espansione politica e territoriale della Francia, sposa Claudia († 1524) figlia di Louis XII;
1515-47, re di Francia;



Primo ministro
[Sovrintendente delle Finanze]
-
Cancelliere-Guardasigilli
Etienne Poncher
vescovo di Parigi
(1512 giu - 1515)
Antoine Duprat (primo presidente del Parlamento di Parigi)
(1515 - 1535)
Segretario di stato agli Affari Esteri
-
 
1515
Agosto
poiché la ripresa delle guerre d'Italia gli è apparsa subito il primo dei suoi compiti, raccolto un esercito di 30.000 uomini (un terzo di francesi e due terzi di lanzichenecchi), cala in Piemonte con meta Milano dove solo l'appoggio dei cantoni elvetici sostiene il duca Massimiliano Sforza;
[a.f.: con 50.000 cavalieri e 60.000 tra fanti e arcieri.]



Settembre
13-14
, Marignano [oggi Melegnano], l'esercito francese, cui giunge tempestivamente in aiuto quello veneziano, sbaraglia gli svizzeri;

Ottobre
4
, costringe il duca Massimiliano Sforza ad abdicare e consegna alla Francia il conteso stato di Milano;

 
1515
ducato di Lorena e di Bar
Antonio II [il Buono]
Albero genealogico

(1508 - 1544)
figlio di Renato II e di Filippa di Gheldria;
1508-44, duca di Lorena e di Bar;
[ha ereditato il ducato di Lorena, la contea di Vaudémont e i vescovati di Metz e Verdun.]

1515
-




1515
Paesi Bassi
Carlo V
Albero genealogico

[vedi Carlo V]
1515-56, principe dei Paesi Bassi;
[Olanda, Brabante, Limbourg, Fiandre e Hainaut]


Governatore
-

1515
-






1515
REGNO d'INGHILTERRA e d'IRLANDA
Enrico VIII
Albero genealogico

(Greenwich 1491 - Westminster 1547)
[erede delle due Rose]
secondogenito di Enrico VII Tudor e di Elisabetta di York;
1509-47, re d'Inghilterra e d'Irlanda;
1509, subito dopo l'incoronazione, sposa la vedova del fratello Arturo, Caterina d'Aragona;
1514 concede la sorella Maria Tudor in matrimonio a Louis XII;



1515
1515-29, di fatto la politica inglese e il governo sono diretti in suo nome da Th. Wolsey nella sua triplice veste di cardinale arcivescovo di York, lord cancelliere e legato papale a latere, colui che riuscirà a restituire all'Inghilterra un certo prestigio tra le potenze europee;


IRLANDA
-
-
-
-

1515
-

a

1515
REGNO di SCOZIA
Giacomo V
Albero genealogico

(Linlithgow, Scozia 1512 - Falkland 1542)
figlio di Giacomo IV Stuart e di Margherita Tudor;
1513-42, re di Scozia;
sotto la reggenza della madre, mentre il paese è travagliato dalle lotte tra i nobili scozzesi, sostenitori gli uni dell'Inghilterra e gli altri della Francia;



1515
-


a

1515
REGNO di DANIMARCA e di NORVEGIA
Cristiano II [il Crudele]
Albero genealogico
(Nyborg, Svendborg 1481 - Kalundborg, Holbaek 1559)
figlio di Giovanni I e di Cristina di Sassonia;
1513-23, re di Danimarca e di Norvegia;


1520-21, re di Svezia;

1515
-
NORVEGIA
1515
-
ISLANDA
1515
-




1515
REGNO di PORTOGALLO
Emanuele [il Grande]
Albero genealogico

(Alcochete, Lisbona 1469 - Lisbona 1521)
figlio di Ferdinando duca di Viseu e di Beatrice di Portogallo;
1495-1521, re di Portogallo;



1515
-
a

1515
REGNO di ARAGONA e di SICILIA
REGNO di NAPOLI
REGNO di SPAGNA
Ferdinando II [il Cattolico]
Albero genealogico

(Sos, Aragona 1452 - Madrigalejo, Estremadura 1516)
figlio di Giovanni II d'Aragona e della sua seconda moglie Giovanna Enriquez;
1479-1516, re d'Aragona e di Sicilia;
1503-16, re di Napoli (Ferdinando III);
1512-16, re di Spagna (Ferdinando V);


1515
-

REGNO di NAPOLI
[vedi sotto]
a




1515
SAVOIA
 


 

1515
-



1515
Monferrato
Guglielmo IX Paleologo
Albero genealogico
(? - ?)
figlio del marchese Bonifacio III e di Maria Brankovic;
1494-1518, marchese di Monferrato;

1515
-

1515
ducato di Milano
Massimiliano Sforza
Albero genealogico
(Milano 1493 - Parigi 1530)
primogenito di Ludovico Sforza [il Moro] e di Beatrice d'Este;
1512-15, duca di Milano;
ha ripreso la città ai francesi con l'appoggio della Lega santa che gli ha affidato la città;


 

1515
Agosto
ad aspettare al varco l'esercito di Francesco I re di Francia, che nel comando è assistito dal vecchio ed esperto gen. Gian Giacomo Trivulzio, La Palice e il signore di Lautrec, sono ben quattro gli eserciti della Sacra Lega:
- le truppe di papa Leone X, comandate dal fratello Giuliano de' Medici;
- gli spagnoli del viceré di Napoli, Ramon de Cardona;
- i milanesi del duca Massimiliano Sforza;
- un poderoso reggimento di svizzeri, già noti per la loro audacia in combattimento.

La strategia dei "papisti" è chiara: Ramon de Cardona si dispone lungo la strada di accesso a Verona, per impedire ai veneziani di Bartolomeo d'Alviano di congiungersi ai francesi; mentre i milanesi e gli svizzeri hanno bloccato i due passi alpini del Moncenisio e del Monginevro per cogliere i francesi di sorpresa.
Ma l'astuto Gian Giacomo Trivulzio, milanese di nascita, arriva in Lombardia dalla valle dello Stura ed aspetta, prima di attaccare frontalmente Milano, assai ben difesa, che il nemico gli vada incontro e dispone i suoi soldati a cuneo, nei pressi di Marignano (la futura Melegnano).

battaglia di Marignano:
Viene affidato ai duri e spinosi svizzeri il compito del primo attacco frontale all'esercito di Francesco I e, come a Novara, essi attaccano all'improvviso in un'ora insolita con le prime ombre della sera. Ma questa volta i francesi li stanno aspettando e la battaglia va avanti per alcune ore, con estrema ferocia. Poi a mezzanotte, di comune intesa, gli scontri vengono interrotti.
All'alba del mattino seguente la battaglia riprende più feroce che mai e ad un certo punto sembra che i francesi siano sul punto di cedere e di arrendersi. Ma da oriente ecco arrivare i cavalleggeri dell'armata veneziana di Bartolomeo d'Alviano che almeno stavolta sono ben preparati e desiderosi di combattere e di farsi onore.
Vittoria piena dei franco-veneti: gli svizzeri si consegnano, alquanto decimati e malconci, prigioneri.
Probabilmente disorientato da messaggi incompleti e imprecisi, papa Leone X è convinto che i francesi siano stati battuti dagli svizzeri e con tono di sottile derisione, manda a chiamare l'ambasciatore veneziano Marino Zorzi per informarlo che «gli dispace, ma i franco-veneti le hanno buscate di santa ragione».
Nel giro di qualche ora però Marino Zorzi riceve un dispaccio assai dettagliato da Venezia dove gli si comunica quali siano stati il reale svolgimento e l'esito della battaglia. Allora si precipita dal papa che è appena sceso dal letto e lo riceve in vestaglia e gli dice: «Santo Padre, ieri mi avete dato una notizia che era cattiva e falsa; ora io ve ne do una buona e vera: gli svizzeri hanno perso».
Leone X, abituato fin dall'infanzia a mantenere il controllo dei nervi si segna con pia rassegnazione e mormora: «Che ne sarà di noi? E di voi?. Non ci resta che metterci nelle mani del divino Redentore, e chiedergli di aver pietà di noi».


Sconfitti gli svizzeri a Marignano, Massimiliano Sforza deve arrendersi.

Ottobre
4
, rinuncia a ogni suo diritto al ducato a favore di Francesco I in cambio di un congruo appannaggio e trascorre il resto della sua vita in Francia.



1515
Mantova
Francesco II Gonzaga
Albero genealogico
(n. 1466 - m. 1519)
figlio di Federico I e di Margherita di Baviera;
1484-1519, marchese di Mantova;

1515
Settembre
13-14
, dopo la battaglia di Marignano (oggi Melegnano), che riapre ai francesi le porte di Milano, è costretto a cedere Asola e Lonato e a lasciare che suo figlio Federico, già ostaggio di papa Giulio II a Roma, sia portato in Francia da Francesco I;

1515
REPUBBLICA DI VENEZIA
"La Serenissima"
Leonardo Loredan
Albero genealogico
(Venezia 16 nov 1436 - Venezia 21 giu 1521)
figlio di Gerolamo e di Donata Donà;
1501-21, doge di Venezia; [75°]
- nunzio pontificio:
. Bernardo Clesio (1514 feb - 1515)
. Sebastiano Maradini (1515 - apr 1517)
- ambasciatore di Spagna: ? (? - ?)

1515
l'uomo d'affari cristiano di origine tedesca, Daniel Bomberg, ottiene dal Senato un privilegio per stampare libri in ebraico (fino al 1549) estromettendo con ciò Gerson Soncino dal mercato;



1515
ducato di Ferrara
ducato di Modena
ducato di Reggio
Alfonso I d'Este
Albero genealogico

(Ferrara 1476 - 1534)
figlio di Ercole I e di Eleonora d'Aragona;
sposa in prime nozze Anna Sforza († 1497)
1505-34, duca di Ferrara;
1505-10, 1526-34, duca di Modena;
1505-10, 1523-34, duca di Reggio;
dal 1501 è sposato (seconde nozze) con Lucrezia Borgia la quale ha ottenuto dal padre (papa Alessandro VI) il riconoscimento del diritto all'eredità dei beni estensi [feudo pontificio];
nel 1510 è stato scomunicato e dichiarato decaduto nonché privato da Giulio II dei ducati di Modena e Reggio…


 
1515
inutili le trattative, condotte anche dal fratello cardinale Ippolito e da Ludovico Ariosto, per recuperare i ducati;

 

1515
Firenze
Lorenzo II
Albero genealogico

(1492-1519)
figlio di Piero e di Alfonsina Orsini;
1503-15, signore di Firenze;

1516-19, duca di Urbino;

1515
-

 

 
1515
ducato di Sora
ducato di Urbino
Francesco Maria I della Rovere
Albero genealogico
(n. 1490 - m. 1538)
figlio del duca di Sora Giovanni della Rovere e di Giovanna di Montefeltro;
1501-38, duca di Sora;
1501-38, signore di Senigallia e Mondavio;
1508-38, duca di Urbino;
1512-38, signore di Pesaro;


 
1515
-



1515
REGNO di NAPOLI
Ferdinando II [il Cattolico]
Albero genealogico

(Sos, Aragona 1452 - Madrigalejo, Estremadura 1516)
figlio di Giovanni II d'Aragona e della sua seconda moglie Giovanna Enriquez;
1479-1516, re d'Aragona e di Sicilia;
1503-16, re di Napoli (Ferdinando III);
1512-16, re di Spagna (Ferdinando V);


– vedi sopra –


NAPOLI
Viceré
-
Nunzio apostolico
-

1515
-


SICILIA
Viceré
-
1515
-
a





Alciati della Motta, Giovanni Paolo (Savigliano, Cuneo 1515 ca-Danzica 1573 ca) eretico piemontese, membro di un gruppo di anabattisti di Vicenza.

Ascham, Roger (Kirby Wiske, Yorkshire 1515-Londra 1568) scrittore e umanista inglese, studente e poi docente di greco a Cambridge; precettore e poi segretario della regina Elisabetta I, fu uno dei maestri della prosa inglese;
Toxophilus (1545, trattato sul tiro con l'arco)
The schoolmaster (1570, postumo, Il maestro di scuola, in cui polemizza contro i romanzi cavallereschi francesi e la "corrotta" Italia pontificia).

Berze, Gaspare [Maestro Barzaeus] (1515-?) gesuita delle Fiandre;
[Figlio di Francesco e di Giovanna Agnese ? della città di Goes nell'isola di Zuid-Beveland, tra le due bocche della Schelda.]
17enne conquista a Lovanio il grado di maestro in arti, ma in seguito si arruola nell'esercito di Carlo V;
dopo aver provat a vivere da eremta sul sacro monte di Monserrato si reca in Portogallo dove, spinto da un sermone quaresimale di p. Strada a Coimbra, chiede di essere ammesso nella Compagnia di Gesù;
1546, 20 aprile , diventa gesuita;
1548, 17 marzo, dopo aver completato per due anni con successo gli studi teologici, s'imbarca a Lisbona per le Indie dove lo sta aspettando Francesco Saverio; 4 settembre, arriva a destinazione;
1549, nella sinagoga di Ormuz, nel Golfo Persico, fa un discorso sulla Trinità che lo rende celebre nel suo ambiente;
1552, secondo le istruzioni dei padri superiori, rinuncia a tutti i beni che possano toccargli alla morte del padre;
1553, 13 agosto, chiamato ormai "il gran Caziz dei Franchi", viene invitato dal p.gen. Ignazio di Loyola a inviare relazioni più precise e particolareggiate possibile;
lo stesso anno nella sua famiglia a Goes sorgono delle noie circa un'eredità;
[Si pone il quesito se, facendo la professione nella Compagnia di Gesù, egli non si sia reso radicalmente inidoneo a tale rinuncia. È dunque necessario redigere per la vedova un documento che attesti chiaramente che maestro Gaspare non ha fatto finora professione solenne nella Compangia e che di conseguenza la sua rinuncia è valida a pieno diritto. La lettera, firmata dal p.gen e da p. Polanco, viene inviata il 4 ottobre 1554 alla vedova Berze.
Ma egli è già morto il 18 ottobre 1553, crollando durante una predica.]


Borghini, Vincenzo Maria (Firenze 1515-1580) linguista e filologo italiano, tra i maggiori del Cinquecento, considerato il vero fondatore della filologia italiana, amico fraterno del Vasari
1531, entra nell'ordine benedettino;
Studio sulle famiglie romane (in latino, inedito)
Dei conviti degli antichi (inedito)
1552, è nominato Spedalingo degli Innocenti ed entra in contatto con Cosimo I;
1563, viene nominato luogotenente dell'Accademia del disegno;
1565, ha l'incarico di trovare i soggetti per gli affreschi di Palazzo Vecchio;
Decameron di Boccaccio (1573, edizione "espurgata" che non avrà alcuna ristampa e sarà invece sostituita nel 1582 da un'altra ben più pesantemente espurgata a cura di Leonardo Salviati)
[Il suo scrupolo filologico e le resistenze di fronte alle insistenti richieste del Maestro del Sacro Palazzo non consentono la messa a punto di una versione delle novelle in grado di soddisfare tutte le esigenze dei censori.]
Annotazioni e discorsi sopra alcuni luoghi del "Decameron" (1574)
Lettera sui manoscritti antichi
Annotazioni sopra G. Villani
Postumi:
Discorsi (1584-85)
Opuscoli inediti o rari di classici e approvati scrittori (1844)
Ruscelleide (?, saggio dantesco)
Studi sulla "Divina Commedia" (1845)
Ricordi autobiografici (1909)
Carteggio artistico (1913).

Brancaccio, Giulio Cesare (Napoli 1515-m. 1586 ca) militare e letterato napoletano
Il Brancatio, della vera disciplina et arte militare sopra i Comentari di Giulio Cesare (1582).

Castellion, Sèbastien (Saint-Martin-du-Fresne, Savoia 1515-Basilea 1563) umanista e riformatore francese.
[Rappresentante del filone umanistico (detto anche liberale, dialogico) della teologia cristiana.]

Cordus, Valerio (Erfurt 1515-Roma 1544) naturalista e chimico tedesco, considerato uno dei fondatori della farmacognosia.

Falcão, Cristóvão de Sousa (Portalegre 1515?-1553?) poeta portoghese
Ecloga de Crisfal (1554, compresa nell'edizione di Ferrara delle opere del suo maestro B. Ribeiro).

Franco, Niccolò (Benevento 1515-Roma 1570, impiccato) poligrafo italiano, segretario di P. Aretino divenne poi suo acerrimo nemico per avergli costui prestato dei soldi;
Dialoghi piacevoli (?)
[L'opera subirà vari interventi da parte degli espurgatori e sarà ristampata nella versione corretta fino al XX secolo.
Nella prefazione, l'espurgatore domenicano Girolamo Giovannini sostiene che essi sono divenuti piacevolissimi a seguito del suo meticoloso intervento e che le opere proibite sono da considerarsi morte. Egli è invece in grado di farle rivivere, al punto d'aver la tentazione di pubblicarle a suo nome, essendo ormai più sue che dell'autore originario.]

Pistole volgari 1538)
Rime (1541, contro P. Aretino)
Priapea (1541, raccolta di 100 sonetti, contro Paolo III, per la quale sarà fatto impiccare da Pio V).
Nel 1777 uscirà in Francia La vie de Nicolò Franco ou les dangeurs de la satyre (La vita di Niccolò Franco o i pericoli della satira).

Teresa d'Ávila o Teresa de Cepeda y Ahumada (Ávila 1515-Alba de Tormes, Salamanca 1582) carmelitana, mistica spagnola, santa;
Vita (1562-65, autobiografia)
Cammino di perfezione (1562-69)
Fondazioni (1576-82)
Pensieri sull'amore di Dio (1574)
Castello interiore (1577, suo capolavoro)
Relazioni spirituali
Poesie
Esclamazioni dell'anima a Dio
Avvisi spirituali
Costituzioni delle carmelitane scalze
Modo di visitare i monasteri delle carmelitane scalze.


Pierre de la Ramée o Pietro Ramo (Cuth, Soissons, 1515-Parigi 1572) umanista e filosofo francese.

Tinódi, Sebestyén (1515-1556) compositore e poeta ungherese;
Cronica (1554, Cronaca, raccolta di canti in forma epica su avvenimenti militari e religiosi coevi).

Willer, Georg (1515-1594) grossista di libri;
1565, in uno degli elenchi semestrali delle novità librarie (dei pubblicati tra il 1564 e il 1627) compaiono 318 volumi pubblicati da editori tedeschi e 226 da editori stranieri.

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«segue da 1514»
1515
Venezia, Daniel Bomberg ottiene dal Senato un privilegio per stampare libri in ebraico (fino al 1549); con ciò Gerson Soncino viene estromesso dal mercato e, fino alla fine del Cinquecento la stampa in ebraico rimarrà in mani cristiane.
«segue 1516»

 

Monti di pietà

«segue da 1500»
1515, con la bolla Inter multiplices Leone X sancisce la liceità dell'interesse per far fronte alle spese di esercizio degli istituti.
Anche se qualche fondazione nasce in Germania e nei Paesi Bassi prima della riforma, è un fenomeno prettamente italiano.

 



1515: prima edizione di Dil Ulenspiegel.

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