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Papa
Alessandro VII

(1655-67)

suo consigliere è il cardinale Corrado pure alla guida dell'Entità;

PESTE A ROMA

1656-64, è intransigente contro i "giansenisti" contro i quali promulga diverse costituzioni.

Gesuiti

«segue da 1655»
[generale: Francesco Piccolomini (?-?]
1656, febbraio, l'arcivescovo di Milano mons. Alfonso Litta scrive a Carlo Carafa, nunzio a Venezia, che Giacomo Filippo Casolo è «huomo di santa vita…» aggiungendo che Alessandro VII (quando era cardinale), nonché il cardinale Francesco Barberini e il cardinale Pietro Ottoboni hanno cercato di chiamarlo a sé, ma il personaggio è troppo importante a Milano;
giugno, in seguito alla lettera del nunzio Carafa all'Inquisizione romana e alla Segreteria di Stato ci si preoccupa di Giacomo Filippo Casolo, fondatore degli oratori pelagini, le famigerate congregazioni.
il papa condanna i "riti cinesi";
[vedi Domicilia]
«segue 1657»

Port Royal

«segue da 1646»
1656, badessa ? (1651-?);
14 gennaio, A. Arnauld viene condannato, espulso dalla Sorbona e radiato dalla lista dei teologi;
a Port-Royal, dopo che per poco tempo vi è stato B. Pascal il quale scrive Les Provinciales, un opuscolo graffiante contro i gesuiti, i "Solitari" insieme ai maestri delle "petites écoles" e ai bambini devono lasciare la "Cascina dei granai".
24 marzo, "miracolo della santa spina": Marguerite Perier, nipote di B. Pascal, viene guarita miracolosamente da una fistola lacrimale, e il miracolo è rapidamente riconosciuto dalla Chiesa;
questa vicenda costringe l'entourage del re a limitare la pressione sul monastero e Robert Arnauld d'Andilly insieme ad altri "Solitari" hanno di nuovo il permesso di abitare a Port-Royal des Champs;
I "Solitari" che abitano nella "Cascina dei granai" sono una ventina; tra questi vi sono, oltre ai fratelli Le Maistre e a Louis-Isaac Lemaistre de Sacy,
. A. Arnauld,
. Claude Lancelot,
. Jean Hamon,
. Pierre Nicole.
Lo stesso anno è loro ospite per due brevi periodi B. Pascal.
La polemica giansenista:
Port-Royal è una delle istituzioni protagoniste della controversia giansenista.
Quando quest'anno il monastero ne è coinvolto, e idee di Giansenio sono diffuse già da un ventennio durante il quale, anche se la spiritualità delle monache è già stata informata da un agostinismo rigoroso, l'abbazia non ha mai aderito formalmente al movimento giansenista. Il motivo delle vessazioni continue del potere reale nei confronti dei "Solitari", inoltre, è dovuto più a ragioni politiche che religiose: in effetti anche se i "Solitari" appaiono, almeno esternamente, come seguaci di Giansenio, l'ostilità del re è dovuta al fatto che aderiscono al movimento dei "Solitari" alcuni ex partecipanti alla Fronda dei principi (tra questi soprattutto la duchessa di Longueville e il principe Conti).
«segue 1658»

Giansenismo  

«segue da 1653»
1656, Alessandro VII, con la bolla Cum ad sacram Petri sedem, precisa che le cinque proposizioni si trovano nell'Augustinus e che vengono condannate nel senso dato loro dall'autore;
intanto la pubblicazione de Les Provinciales di B. Pascal ridà spazio alle tesi antigesuitiche e alle correnti filogianseniste;
«segue a 1662»

 

 

 

ANNO 1656





1656
Unione Elvetica
Confederazione dei tredici cantoni elvetici:

CATTOLICI
- Uri (1291),
- Schwyz (1291),
- Unterwalden (1291),
- Lucerna (1332),
- Zug (1353),
- Glarus (1353) [in parte],
- Friburgo (1481),
- Soletta (1481).

PROTESTANTI
- Zurigo (1351),
- Berna (1353),
- Glarus (1353) [in parte],
- Basilea (1501),
- Sciaffusa (1501),
- Appenzell (1513).

1656

Marzo
7
, si ha la terza "pace territoriale" fra cantoni cattolici e cantoni evangelici;
con essa, conclusa dopo una seconda disfatta degli evangelici, si regolano alcune contestazioni sorte nella applicazione dei patti anteriori, e soprattutto si fissa più chiaramente quella perfetta parità di trattamento fra le due confessioni nei termini comuni, che essi hanno in precedenza stabilito con il trattato di Baden;


1656
Sacro Romano Impero
Ferdinando III
Albero genealogico

(Graz 1608 - Vienna 1657)
figlio primogenito di Ferdinando II e di Maria Anna di Baviera;
1625-46, re d'Ungheria;
1627-46, re di Boemia;
1637-57, duca di Stiria e di Tirolo;
1637-57, imperatore del Sacro Romano Impero;
1656
Luglio
riapre il conflitto con la Francia, preparando una spedizione in Italia;




Leopoldo I
Albero genealogico

(Vienna 1640 - 1705)
figlio di Ferdinando III e di Maria Anna d'Absburgo-Spagna;
1655-1705, arciduca d'Austria;
1655-1705, re d'Ungheria;
1655-1705, re di Boemia;



1658-1705, imperatore del Sacro Romano Impero;




1656
-



 

1656
Brandeburgo
Federico Guglielmo [il Grande Elettore]
Albero genealogico

(Berlino 1620 - Potsdam 1688)
figlio dell'elettore Giorgio Guglielmo e di Elisabetta Carlotta del Palatinato, fu educato nei Paesi Bassi presso Federico Enrico d'Orange;
1640-88, elettore di Brandeburgo;
nel 1641 ha ottenuto lo sgombero dei suoi territori da parte degli svedesi in cambio della rinuncia alla Pomerania occidentale;
nel 1648 la pace di Vestfalia gli ha assegnato i vescovati di Minden, Cammin e Halberstadt e la successione all'arcivescovato di Magdeburgo [poi unito ai suoi domini nel 1680];
1654-60, prima guerra del nord: interviene prima accanto della Svezia e poi della Polonia;



1660-88, duca indipendente di Prussia;

1656
Sassonia
Albero genealogico

(Dresda 1585 - 1656)
figlio di Cristiano I e di Sofia di Brandeburgo;
1611-56, principe elettore di Sassonia;
succeduto al fratello Cristiano II;
1630-35, guerra dei trent'anni (periodo svedese):
nel 1634, con la pace separata di Praga, ha ottenuto in premio la Lusazia [poi confermatagli dai trattati di Vestfalia];
1654-60, prima guerra del Nord: alleato con Luigi XIV aderisce alla "lega del Reno";

Giovanni Giorgio II
Albero genealogico

(Dresda 1613 - Freiberg 1680)
figlio di Giovanni Giorgio I e di Maddalena di Brandeburgo;
1656-80, principe elettore di Sassonia;

1656
ducato di Sassonia-Gotha
Ernesto [il Pio]
Albero genealogico

(Altenburg 1601 - Gotha 1675) - principe luterano -
figlio di Giovanni duca di Sassonia-Weimar e di Dorotea d'Anhalt;
1632-34, guerra dei trent'anni (1618-48): partecipa quale colonnello nell'esercito di Gustavo Adolfo re di Svezia, segnalandosi a Norimberga, Lützen, Nördlingen;
1640, entra in possesso del ducato di Gotha divenendo così il capostipite dei duchi di Sassonia-Gotha;
1640-75, duca di Sassonia-Gotha;

1656
Baviera
Albero genealogico

(† 1679)
figlio di Massimiliano I e di Maria Anna d'Austria († 1665);
1651-79, principe elettore di Baviera;
[dal 1648 la Baviera ha incorporato l'Alto Palatinato]



1656
REGNO di POLONIA
Giovanni II Casimiro Vasa o Casimiro V
Albero genealogico

(Cracovia 1609 - Nevers 1672)
figlio di Sigismondo III e di Costanza d'Absburgo;
intraprende la carriera ecclesiastica in Italia (come gesuita e cardinale laico);
1648-68, re di Polonia;
1653-67, conflitto con la Russia;



1656
-


 

 



1656
IMPERO OTTOMANO

Mehmet IV [Avci-il cacciatore]

Albero genealogico

(1642 - 1692)
figlio di Ibrahim e di Tarhan;
1648-87, sultano;
1656
cede i suoi poteri esecutivi al Gran Visir (primo ministro) Mehemet Köprülü la cui famiglia acquista un ruolo prevalente nel consiglio di stato (diwan);
solo ora cessano le lotte interne e le stragi;
per avviare una politica di riordino finanziario e politico, il gran visir propone un'espansione verso la Transilvania;
riprendendo l'offensiva contro la cristianità dall'Egeo al Danubio, prende Tenedo e Lemno a Venezia e vince più volte in Transilvania;
[Con la cessione del potere esecutivo al Gran Visir, si inaugura l'era in cui i Gran Visir diventano il vero potere dietro il trono di Istanbul.]



Gran Visir
Mehmet Köprülü;
(1648 ago - ?)

1656
-



 



 

1656
RUSSIA
Alessio Michajlovic
Albero genealogico

(Mosca 1629 - 1676)
figlio di Michele Fëdorovic;
1645-76, zar di Russia;



 
-
1656
1653-67, conflitto con la Polonia;


 



1656
Francia e Navarra
Luigi XIV [il Re Sole]

(Saint-Germain-en-Laye-1638-Versailles 1715)
figlio di Luigi XIII e di Anna d'Austria;
1643-1715, re di Francia e di Navarra;
a 5 anni sotto la reggenza della madre;
1653-61, la sua formazione politica è opera di G. Mazarino.
1672-78, guerra franco-olandese;

 

Primo ministro
Giulio Mazarino
(1642 dic - 1661)
[chiamato dai nemici: il "vile di Sicilia" da quando, appena nunzio a Parigi, ha smesso di servire il papa.]
Cancelliere
Mathieu Molé
(1584-1656)
(1650 7 set - 3 gen 1656)
P. Séguier
(11 gen - 28 gen 1672)
Sovrintendente delle Finanze
N. Fouquet;
Abel Servien
(1653 - 1659)
Segretario di stato agli Affari Esteri
Henri Auguste de Lomenie
signore di la Ville aux Clercs
(1643 23 giu - 3 apr 1663 )
 

1656
-

Luglio
18
, ancora grazie a G. Mazarino viene pubblicata un'altra dichiarazione per rassicurare i protestanti che nulla sarà tolto alla loro libertà religiosa;
[Ciò sta a dimostrare che la Francia, sotto il governo dei due cardinali duca di Richelieu e G. Mazarino, ha mantenuto e mantiene fedelmente l'Editto di Nantes dando modo agli ugonotti di prosperare in pace e in libertà e di arricchire meravigliosamente; laddove, appena sarà rigovernata da un principe laico, Luigi XIV, si abbandonerà alla più sfrenata persecuzione, che l'Evo moderno ricordi.
Francesco Ruffini, La libertà religiosa, F.lli Bocca, Torino 1901.]

 

Nord America
ACADIA
Governatore      

1656
Port Royal,

– occupazione inglese 1654-70 –

 

CANADA
[Il nome deriva dalla parola huron kanata – villaggio o insediamento – che venne utilizzata in riferimento agli indiani di Stadaconé dal navigatore bretone Jacques Cartier (1491-1557). Essa viene quindi applicata dai francesi anche al territorio di Micmac e Montagnais.]
Governatore generale della Nuova Francia
Jean de Lauson
(1651 - 1656)
Charles de Lauson de Charny
(1656 - 1657)
[ad interim]

1656
I religiosi guidati dal superiore generale François-Joseph Le Mercier (1604-1690) fondano la missione di Sainte-Marie-de-Gannentaha, che deve contemporaneamente servire da posto di commercio e da guarnigione.
I missionari hanno un certo successo e subito si ripropone nella società onondaga il conflitto tra convertiti e tradizionalisti che ha minato, nel decennio precedente la società huron.
In questo caso però vincono i tradizionalisti.

nuova guerra franco-spagnola (1653-59);
[Gli inglesi si alleano alla Francia nel 1657 mentre i Paesi Bassi rimangono neutrali.]

 


1656
Repubblica delle Province Unite
[sette province settentrionali]

[Lo statolderato è stato eliminato nel 1650 e sarà ristabilito solo nel 1672.]

Gran pensionario
Jan de Witt (1652 - 1668),
borgomastro di Dordrecht (fino al 1666)
[Responsabile della politica estera.]
1656
-


1656
Paesi Bassi
[dieci province meridionali]
Leopoldo Guglielmo d'Absburgo
Albero genealogico

(† 1662)
figlio dell'imperatore Ferdinando II e di Maria Anna di Baviera († 1616);
arciduca d'Austria;
1621-62, governatore dei Paesi Bassi;




1656
nuova guerra franco-spagnola (1653-59);
[Gli inglesi si alleano alla Francia nel 1657 mentre i Paesi Bassi rimangono neutrali.]

 


1656
Inghilterra e Scozia

Rivoluzione inglese [1640-60]
- dal 1649 non c'è più la monarchia -

 

lord protettore dell'Inghilterra
O. Cromwell
(1653 - 1658)
 

1656
-

 

 

SCOZIA
-
-
-
-
1656
-
 
IRLANDA
-
-
-
-

1656
-

 
Nord America
-
-
-
-

1656
nuova guerra franco-spagnola (1653-59);
[Gli inglesi si alleano alla Francia nel 1657 mentre i Paesi Bassi rimangono neutrali.]

VIRGINIA
Governatore
-
-

1656
-






MARYLAND [Dal nome della regina Enrichetta Maria]
Governatore
-
-

1656
-






NEW ENGLAND [Confederazione dal 1643]
Governatore
-
-

1656
-

 


MASSACHUSETTS
Governatore
-
-

1656
-

PLYMOUTH
Governatore
-
-

1656
-

 


NEW HAVEN
Governatore
-
-

1656
-

CONNECTICUT
Governatore
-
-

1656
-

RHODE ISLAND
[Considerato dai vicini vergognosamente liberale, viene lasciato fuori dalla Confederazione del NEW ENGLAND.]
Governatore
-
-

1656
-



1656
REGNO di DANIMARCA e di NORVEGIA
Federico III
Albero genealogico
(Haderslev 1609 - Copenaghen 1670)
figlio di Cristiano IV e di Anna Caterina di Brandeburgo;
1618-48, guerra dei trent'anni;
1648-70, re di Danimarca e di Norvegia;





1656
-
NORVEGIA
1656
-
ISLANDA
1656
-

 

1656
REGNO di SVEZIA
Cristina
Albero genealogico
(Stoccolma 1625 - Roma 1689)
figlia di Gustavo II Adolfo e di Maria di Brandeburgo;
1632-54, regina di Svezia;
sotto la reggenza di un consiglio di aristocratici presieduto da Axel Oxenstierna; direttamente al potere dal 1644;
1618-48, guerra dei trent'anni (1635-48, periodo franco-svedese);
1656
dal 1655 si è stabilita a Roma non rinunciando alle sue ambizioni politiche;
1656-57, intrigo con il cardinale Mazarino per ottenere la corona di Napoli;



Carlo X Gustavo
Albero genealogico
(Nyköping 1622 - Göteborg 1660)
figlio del conte palatino Giovanni Casimiro di Zweibrücken e di Caterina Vasa;
1654-60, re di Svezia;




1656
guerre del nord:




1656
REGNO di PORTOGALLO
JOÃO IV [il Fortunato]
Albero genealogico

(Villa Vicosa 19 mar 1604 - Lisbon 6 nov 1656)
duca di Braganza (João II )
dal 1633 è sposato con Luisa de Guzman (1613-1666);
1640-56, re di Portogallo;
[incoronato 11.12.1640, in seguito alla rivoluzione]

AFFONSO VI
Albero genealogico

(Lisbon 21 ago 1643 - Sintra 12 set 1683)
principe di Brasile (1653-56)
1656-83, re di Portogallo;
[a 13 anni sotto la reggenza della madre Luisa de Guzman.]


1656
-

a

1656
REGNI DI SPAGNA, NAPOLI e SICILIA
Filippo IV
Albero genealogico

(Valladolid 1605 - Madrid 1665)
figlio di Filippo III e di Margherita d'Austria;
1615, sposa Isabella di Borbone, figlia di Enrico IV re di Francia;
1621-1665, re di Spagna;
1621-1665, re di Napoli e Sicilia;
- 1618-48, guerra dei trent'anni: accanto agli Absburgo;
[ciò aggraverà, rendendolo poi irreversibile, il declino della potenza spagnola.]
- 1623-26, guerra di Valtellina;
- 1627-31, guerra per la successione al trono di Mantova;
dal 1651 la Catalogna è completamente pacificata;

Primo ministro
Luis Méndez de Haro
(1643 - ?)
1656
[si sta compiendo il processo di progressiva decadenza della potenza spagnola]
in seguito agli scandali che hanno coinvolto i gesuiti a Siviglia e a Saragozza, il re ordina a don Juan José, destinato al governo della Fiandra, di non tollerare l'intromissione di gesuiti in questioni politiche.


NAPOLI
Viceré
duca d'Arcos
(? - ?)
Nunzio apostolico
-

1656
-


SICILIA
Viceré
-
1656
-
a

 

segue




1656
SAVOIA
Carlo Emanuele II
Albero genealogico

(Torino 1634-1675)
figlio di Vittorio Amedeo I e di Maria Cristina di Borbone-Francia;
1638-75, principe di Piemonte
conte di Aosta, Maurienne, Nizza e Asti
marchese di Saluzzo
duca di Savoia
;
1638-75, re di Cipro e Gerusalemme (titolare);
a quattro anni, sotto la reggenza della madre (Madama Reale) fino al 1648 e poi ancora a lei soggetto fino alla sua morte nel 1663;

 

 

1656
-

 


1656
REPUBBLICA DI GENOVA
[Denominazione ufficializzata nel 1528 per iniziativa di Andrea Doria]
Alessandro Spinola
Albero genealogico

(? - ?)
figlio di
1654 9 ott - 9 ott 1656, doge di Genova;


Giulio Sauli
Albero genealogico

(? - ?)
figlio di
1656 12 ott - 12 ott 1658, doge di Genova;


1656
-

 

1656
ducato di Mantova e del Monferrato
Carlo II
Albero genealogico

(1629 - 1665)
figlio di Carlo II e di Maria Gonzaga († 1660);
1631-54, duca di Mayenne;
1637-59, duca di Nevers e di Rethel;
1637-65, duca di Mantova e del Monferrato;
[Dal 1649 è sposato con Isabella Klara d'Habsburg, figlia di Leopoldo del Tirolo.]



1656
-


 

1656
REPUBBLICA DI VENEZIA
"La Serenissima"
Carlo Contarini
Albero genealogico

(Venezia ? lug 1580 - 1° mag 1656)
figlio diAndrea († 1580) e di Elisabetta Morosini;
1655-56, doge di Venezia;
1656
Marzo
18
, il sig. Alvise da Molino, padre dell'abate Vincenzo, pagherebbe uno dei suoi figli per la causa dei gesuiti;

Aprile
29
, Alessandro VII emana il breve che stabilisce la soppressione di 75 conventini (poi ridotti a 59); contemporaneamente vengono abolite anche le due pingui congregazioni dei:
- Crociferi (con sede a Venezia, alle Fondamenta Nuove)
[Dei 25 monasteri un tempo posseduti ne restano solo quattro.];
- Canonici regolari di Santo Spirito, ospitati nell'isola omonima.
[Un unico monastero posseduto.]
Ai loro membri viene concessa la facoltà di passare ad altro ordine o di restare per sempre come chierici secolari sotto la giurisdizione e obbedienza di altri Ordini con una provvigione annua di 40 scudi romani ai primi e di 100 ducati veneziani ai secondi, a titolo di alimenti.]

Maggio
1
°, muore.

Concorrono al dogado i procuratori Leonardo Foscolo, Bertucci Valier e Giovanni Pesaro. Non ottenendo però nessuno di costoro la maggioranza dei voti, la scelta degli elettori cade, al 26° scrutinio, su Francesco Corner.


guerra di Candia (1645-69)

 

Francesco Corner
Albero genealogico

(Venezia il 6 mar 1585 - 5 giu 1656)
figlio del doge Giovanni I e di Chiara Dolfin;
sposa Adriana Priuli, figlia del doge Antonio, dalla quale ha sei maschi e due femmine.
1656
Maggio
17
, viene eletto doge.
1656, doge di Venezia; [101°]
Le testimonianze dei contemporanei attestano che questa elezione, pur salutata dal tripudio dei familiari, che si sono adoperati per questo, avviene contro la volontà dell'eletto, assai riluttante, per l'età, ad assumere un incarico così impegnativo. Il suo dogado dura però solo pochi giorni, poiché la morte, causata da una "febbre continua", lo coglie il 5 giugno.


guerra di Candia (1645-69)

(Venezia, 6 marzo 1585 – Venezia, 5 giugno 1656) fu il centounesimo doge della Repubblica di Venezia.
Figlio di Giovanni I Cornaro, a sua volta doge dal 1625 al 1629 e sposò Adriana Priuli, figlia del doge Antonio Priuli (doge dal 1618 al 1623), dalla quale ebbe sei maschi e due femmine.

Bertuccio Valier  

(Venezia 1º lug 1596 - Venezia 29 mar 1658)
figlio di Silvestro e Bianca Priuli;
sposa Benedetta Pisani che gli dà 11 figli, tutti premorti salvo Silvestro (1630-1700) futuro doge;
1656
Giugno
15
, viene eletto doge.
1656-58, doge di Venezia; [102°]


guerra di Candia (1645-69)

 

- nunzio pontificio: Carlo Carafa (? - ?)
- ambasciatore di Spagna: marchese de la Fuente (1642 - ?)
- ambasciatore di Francia: Bernard Du Plessis-Besançon  (1655-?)

1655

CANDIA
guerra di Candia (1645-69): la città di Candia è sotto assedio dei turchi.

Maggio
devoto alla Santa Sede, viene eletto doge;
20, Andrea Dolfin viene letto patriarca di Aquileia;

Giugno
26
, guerra di Candia: splendida impresa di Lorenzo Marcello sui Dardanelli.
[La flotta veneziana sconfigge quella nemica e blocca le forze assedianti, ma non per molto; la guarnigione comandata da F. Morosini terrà duro per ventitré anni nella speranza di soccorsi che non arriveranno mai (tranne lo sbarco di un contingente francese nel 1668).]

Luglio
15
, mons. Priuli, con i suoi amici e parenti, può giovare molto alla causa dei gesuiti;
verso la fine del mese, l'ambasciatore presso la Santa Sede Girolamo Giustinian, pur «inclinatissimo ai gesuiti» scrive che nel corso di un'udienza privata il papa gli ha accennato al suo desiderio di vedere tornare nei domini della Serenissima la Compagnia di Gesù, la cui opera è preziosa soprattutto nel settore educativo; al che egli risponde che non è questo il momento di distogliere con un così grave problema l'attenzione del Senato veneziano, tutta assorbita dalle vicende di un conflitto entrato forse nella sua fase risolutiva.
Poiché Alessandro VII non insiste, a Venezia se ne deduce che in fondo la questione non sta troppo a cuore alla Santa Sede.
Giovanni Pesaro, che vede così sfumare il premio promessogli, consistente nella sistemazione dei suoi protetti, mons. Civran e p. Columera, va su tutte le furie… ma pochi giorni dopo giunge la notizia che Girolamo Giustinian è morto di peste all'improvviso.
A questo punto il card. Marcantonio Bragadin, interpretando malamente il vuoto diplomatico verificatosi a Roma (a suo giudizio non adeguatamente colmato dal segretario Francesco Bianchi) prende su di sé l'impegno a proseguire la trattativa e, non richiesto, spedisce al Senato veneziano una lettera vibrante di patriottismo e di fede, che non ottiene risposta. Il nunzio Carlo Carafa allora scrive al segretario di Stato Rospigliosi affinché blocchi ogni iniziativa personale del card. Marcantonio Bragadin.

Nuovo insediamento dei gesuiti a Venezia
L'area del nuovo insediamento corrisponde all'attuale insula delimitata da rio dei Gesuiti, rio S. Caterina, campo dei Gesuiti e Fondamenta Nuove.
- 1656, dichiarazione di vendita a pubblico incanto;

Agosto
14
, iniziano le aste. Il nunzio Carlo Carafa, che conduce l'operazione con la massima trasparenza, inizia per prima cosa a vendere i beni delle due congregazioni, le più ricche (solo da queste otterrà il 92% degli introiti dell'intera liquidazione, che frutterà alla Repubblica circa un milione di ducati). È assistito dal cavaliere e procuratore Andrea Contarini, da Alvise Foscarini e dal procuratore Andrea Pisani.

Novembre
11
, di ritorno a Venezia, Giovanni Pesaro pone la questione in termini perentori: di fronte all'atteggiamento del papa è giunto il momento di prendere una decisione chiara, accogliendo cioè il suo invito insieme alla sua benevolenza, oppure chiudendo definitivamente il discorso.
Non si tratta più questa volta di accettare del denaro da personaggi in precedenza banditi dallo Stato, ma di aderire al desiderio del pontefice concedendo una grazia: il lungo mercanteggiamento appartiene ormai al passato.

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1656
ducato di Parma e Piacenza
Ranuccio II Farnese

(Casalmaggiore 1630 - Parma 1694)
figlio di Odoardo I e di Margherita de' Medici (1612-79);
1646-94, duca di Parma e Piacenza;

 

 

1656
-

 

1656
ducato di Modena e Reggio
Francesco I d'Este
Albero genealogico

(Modena 1610 - Santhià 1658)
figlio di Alfonso III e di Isabella di Savoia;
1629-58, duca di Modena e Reggio;

 

 

1656
-


 

 

1656
Granducato di Toscana
Ferdinando II de' Medici
Albero genealogico
(Firenze 1610 - 1670)
figlio del granduca Cosimo II e della granduchessa Maria Maddalena d'Austria;
1621-70, granduca di Toscana;

 
1656
-

 

 



Antuf'ev, Nikita (1656-1725) maestro ferraio russo;
[Figlio di Demid il capostipite della famiglia Demidoff.]
andò presto a bottega presso un fabbro che gli insegnò i più gelosi segreti del mestiere, dove rimase sette anni; 
1695, si mette in proprio fondando una piccola fabbrica e divenendo un armaiolo celebrato in tutti i dintorni; storico e leggendario il suo incontro con Pietro [il Grande] a Tula;
1696, dona al sovrano sei pistole di rara perfezione tecnica, dal quale riceve una ricompensa di 100 rubli e il dono di numerosi acri di terra vicino a Tula; incoraggiato inoltre a costruire una grande fonderia per la produzione di ghisa, dotata di macchinari idraulici, egli fonda in questo modo le basi del suo futuro regno di miniere e ciminiere;
1697, le sue due manifatture, costituenti una sorta di ciclo continuo, riescono a produrre equipaggiamenti militari a costi inferiori del 50% a quello degli altri concorrenti;
1700-1721, l'inizio della lunga grande Guerra Nordica vede così instaurarsi un forte legame tra i due personaggi; da semplice armaiolo egli diventa imprenditore, ottenendo il permesso di cambiare il suo cognome da Antuf'ev in Demidoff;
1701, 2 gennaio, il sovrano emana un editto col quale gli dà la facoltà di aumentare il numero delle fabbriche, di abbattere alberi ed estrarre carbone, di sfruttare le miniere metallifere dell'intera regione di Shcheglovskij; lo ricompensa inoltre con altro terreno vicino a Tula; tutto questo in via del tutto eccezionale se si pensa che in Russia ai privati non è possibile l'accesso alle risorse economiche, tutte di proprietà dello zar;
lo zar proibisce però anche il taglio delle grandi querce, preziose per la costruzione della flotta, e questo mette in difficoltà la fabbrica, in crisi energetica; ma un blocco di materiale ferroso, di un'eccezionale qualità, proveniente dal fiume Nieva, in Siberia, nella regione degli Urali, gli permette di lavorare il prezioso materiale in esclusiva: inizia così l'avventura siberiana; 
1702, 4 marzo, un primo editto gli consente di comperare manodopera rurale [il lavoro servile, pressoché gratuito, durerà in Russia fino al 1762] da adoperare nelle fabbriche e nelle miniere [permesso concesso ai suoi concorrenti solo nel 1721]; 8 marzo, un altro editto gli assegna in concessione la fabbrica di stato Nevjanovskij, negli Urali, una pietra miliare di sperimentazione tecnologica, poi soprannominata Stonina, l'antica;
1704, richiama il figlio Akinfij, all'estero per impratichirsi nelle tecniche in voga nel settore minerario e metallurgico, per associarlo a sé nell'impresa degli Urali, che si rivelerà di proporzioni titaniche;
per tutto il Settecento la Russia è esportatrice incontrastata di verghe e lingotti di ferro; la produzione di ferro in Occidente infatti, pur aiutato dalle grandi esportazioni di carbone di legna da parte di Svezia e Russia, deve autolimitarsi [nell'Ottocento la produzione sarà ripresa grazie all'impiego del carbon fossile];
1720, riceve il titolo nobiliare, tramandabile ai suoi discendenti
1725, Nikita muore e muore anche Pietro il Grande; oltre al titolo di nobiltà, lascia ai tre figli una fabbrica a Tula, sei negli Urali, oltre a svariate miniere di rame e di ferro, grandi estensioni di terreno e un numero ragguardevole di servi-operai; la costruzione del settimo stabilimento, l'enorme fonderia di ferro e ghisa situata a Nizhnij-Tagil, negli Urali, che si rivelerà essere l'impresa maggiore, sarà terminata dopo la sua morte.
Cooperò alla costruzione di Pietroburgo; i nipoti Prokofis (1710-1786) e Nikita (1724-1789) diedero impulso alle scienze e alla tecnica inaugurando un'attività filantropica proseguita poi da Pavel Grigor'evic (1738-1821).

Dubois, Guillaume (Brive, Limosino 1656-Versailles 1723) ecclesiastico e politico francese; mantenne la Francia fedele all'alleanza con l'Inghilterra, l'Olanda e poi l'Austria (quadruplice alleanza del 1718);
1683, sottoprecettore del futuro reggente duca di Orléans, accumula vari benefici ecclesiastici;
1714, morto Luigi XIV, diventa consigliere del reggente Philippe d'Orléans;
1716, consigliere di stato;
1717, membro del consiglio per gli affari esteri;
1722, primo ministro;
1720, presi finalmente gli ordini sacri, è nominato arcivescovo-duca di Cambrai;
1721, cardinale e presidente dell'assemblea generale del clero di Francia.

Halley, Edmund (Londra 1656-Greenwich 1742) astronomo inglese, amico di I. Newton;
Finanziò la stampa dei Principia Mathematica
Fu il primo ad eseguire osservazioni sistematiche del cielo australe, nell'isola di Sant'Elena. Scopritore della famosa cometa che porta il suo nome (ultime apparizioni: 1910-1986??).

Le Comte, Louis (1656-1729) gesuita, fu inviato da Luigi XIV a compiere una missione scientifica in Cina; con l'intento di convertire più facilmente i cinesi adattò, insieme con gli altri gesuiti che lo accompagnarono, agli usi e ai riti locali la liturgia cattolica attirando su queste pratiche la condanna di tre pontefici, ultima, perentoria, quella di Benedetto XIV (con due bolle del 1742 e del 1744)
Nouveaux Mémoires sur l'état présent de la Chine (Parigi 1696, in 3 voll.)
Lettre à M. le duc du Maine sur les Cérémonies de la Chine (Liegi 1700).

Tindal, Matthew (Beer Ferrers, Devon 1656-Oxford 1733) filosofo inglese, deista di particolare importanza.
La libertà di stampa
(1698)
I diritti della chiesa cristiana
(1706)
Cristianesimo antico quanto la creazione, ossia il Vangelo come una riedizione della legge di natura
(1730, tradotto in tedesco nel 1741).

Tonson, Jacob (1656-1736) editore inglese, il primo a dare alla sua ditta una "linea" particolare;
ex libraio in Chancery Lane;
Paradise Lost di J. Milton (1688)
[Dopo aver acquistato il copyright dall'editore originale Peter Parker, vende le 1300 copie della prima edizione fra l'agosto 1667 e l'aprile 1669, ma attende poi fino al 1674 prima di pubblicarne una nuova edizione.
Diventa l'editore di J. Dryden, T. Otway, J. Addison, R. Steele, A. Pope, Rowe, e con le loro opere e la famosa Miscellany rappresenta per l'età della ragione inglese quello che un secolo più tardi sarà Cotta per il classicismo tedesco.].


Tournefort, Joseph Pitton de (Aix-en-Provence 1656-Parigi 1708) botanico e medico francese; abbandonata la carriera ecclesiastica, studiò botanica, medicina e chimica all'università di Montpellier;
1683, è chiamato al Jardin du Roi come supplente di G.-C. Fagon;
1691, entra all'Académie Royale des Sciences;
Institutiones rei herbariae (1700, Eléments de botanique)
1700-02, compie un viaggio nel Levante;
1706, è nominato professore di medicina al Collège Royal;
Relation d'un voyage du Levant (1717, postumo, in 2 voll, sul viaggio di cui sopra).

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1656,

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