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Papa
Innocenzo X

(1644-55)

segretario di Stato: cardinale Fabio Chigi (1651-55) il quale dirige anche l'Entità mentre a Olimpia Maidalchini (1594-1657) è affidato il controllo di "Ordine Nero";

1653, con la bolla Cum occasione, condanna l'Augustinus di Giansenio.

Gesuiti

«segue da 1652»
[generale: Francesco Piccolomini (?-?]
1653, un esponente del gruppo veneziano, Angelo Barbarigo, si reca a Milano per incontrarsi con il "santo" Giacomo Filippo Casolo, con Alberto Alberti e con il futuro padre provinciale Alessandro Fieschi;
6 agosto, il gesuita milanese Alberto Alberti scrive al p. generale Goswin Nickel per comunicargli il buon esito dell'incontro e unisce, alla sua, due lettere di patrizi veneziani, Girolamo Bragadin e Gasparo Dandolo. La scelta non è casuale:
. Girolamo Bragadin gode di grande prestigio tra i membri del Senato veneziano;
. Gasparo Dandolo è fratello di colui che in questo momento occupa la carica di avogadore, fondamentale per la riapertura del dibattito sulla riammissione dei gesuiti a Venezia.
Spiega inoltre Alberto Alberti che tra gli affezionati alla Compagnia ci sono anche Alvise Molin e soprattutto Giovan Battista Nani, 35 enne, ma molto autorevole, appena destinato a rappresentare la Repubblica presso la corte imperiale.
Tutti costoro hanno accolto Giacomo Filippo Casolo e da lui attendono un cenno per rinnovare il loro impegno a vantaggio della Compagnia.
Ma a Madrid, diversamente che a Parigi, i confessori reali non sono scelti tra i gesuiti ma tra i domenicani, fermamente ostili alla Compagnia di Gesù.
Francia: il gesuita Philippe Labbé, nella sua Nova bibliotheca librorum manuscriptorum (1653), identifica con la parola incunabula «il periodo che va dagli inizi dell'arte della stampa fino al 1500»;
[vedi Domicilia]
«segue 1654»

Giansenismo  

«segue da 1643»
1653, Innocenzo X, con la bolla Cum occasione, condanna cinque proposizioni ricavate dall'Augustinus, ma non precisamente l'autore.
«segue a 1656»

 

 

 

 

 

ANNO 1653





1653
Sacro Romano Impero
Ferdinando III
Albero genealogico

(Graz 1608 - Vienna 1657)
figlio primogenito di Ferdinando II e di Maria Anna di Baviera;
1625-46, re d'Ungheria;
1627-46, re di Boemia;
1637-57, duca di Stiria e di Tirolo;
1637-57, imperatore del Sacro Romano Impero;




Ferdinando IV
Albero genealogico

(† 1654)
figlio primogenito di Ferdinando III e di Maria Anna d'Absburgo-Spagna († 1646);
1646-54, re d'Ungheria;
1646-54, re di Boemia;




1653
-



 

1653
Brandeburgo
Federico Guglielmo [il Grande Elettore]
Albero genealogico

(Berlino 1620 - Potsdam 1688)
figlio dell'elettore Giorgio Guglielmo e di Elisabetta Carlotta del Palatinato, fu educato nei Paesi Bassi presso Federico Enrico d'Orange;
1640-88, elettore di Brandeburgo;
nel 1641 ha ottenuto lo sgombero dei suoi territori da parte degli svedesi in cambio della rinuncia alla Pomerania occidentale;
nel 1648 la pace di Vestfalia gli ha assegnato i vescovati di Minden, Cammin e Halberstadt e la successione all'arcivescovato di Magdeburgo [poi unito ai suoi domini nel 1680];



1660-88, duca indipendente di Prussia;

1653
Sassonia
Albero genealogico

(Dresda 1585 - 1656)
figlio di Cristiano I e di Sofia di Brandeburgo;
1611-56, principe elettore di Sassonia;
succeduto al fratello Cristiano II;
1630-35, guerra dei trent'anni (periodo svedese):
nel 1634, con la pace separata di Praga, ha ottenuto in premio la Lusazia [poi confermatagli dai trattati di Vestfalia];

1653
ducato di Sassonia-Gotha
Ernesto [il Pio]
Albero genealogico

(Altenburg 1601 - Gotha 1675) - principe luterano -
figlio di Giovanni duca di Sassonia-Weimar e di Dorotea d'Anhalt;
1632-34, guerra dei trent'anni (1618-48): partecipa quale colonnello nell'esercito di Gustavo Adolfo re di Svezia, segnalandosi a Norimberga, Lützen, Nördlingen;
1640, entra in possesso del ducato di Gotha divenendo così il capostipite dei duchi di Sassonia-Gotha;
1640-75, duca di Sassonia-Gotha;

1653
Baviera
Albero genealogico

(† 1679)
figlio di Massimiliano I e di Maria Anna d'Austria († 1665);
1651-79, principe elettore di Baviera;
[dal 1648 la Baviera ha incorporato l'Alto Palatinato]



1653
REGNO di POLONIA
Giovanni II Casimiro Vasa o Casimiro V
Albero genealogico

(Cracovia 1609 - Nevers 1672)
figlio di Sigismondo III e di Costanza d'Absburgo;
intraprende la carriera ecclesiastica in Italia (come gesuita e cardinale laico);
1648-68, re di Polonia;
1653-67, conflitto con la Russia;


1653
-


 

 




1653
IMPERO OTTOMANO

Mehmet IV [Avci-il cacciatore]

Albero genealogico

(1642 - 1692)
figlio di Ibrahim e di Tarhan;
1648-87, sultano;



Gran Visir
Mehmet Köprülü;
(1648 ago - ?)

1653
-


 



1653
RUSSIA
Alessio Michajlovic
Albero genealogico

(Mosca 1629 - 1676)
figlio di Michele Fëdorovic;
1645-76, zar di Russia;



 
-
1653
1653-67, conflitto con la Polonia: i cosacchi dell'Ucraina insorgono contro il dominio polacco e chiedono l'appoggio della Russia;


 

 



1653
Francia e Navarra
Luigi XIV [il Re Sole]

(Saint-Germain-en-Laye-1638-Versailles 1715)
figlio di Luigi XIII e di Anna d'Austria;
1643-1715, re di Francia e di Navarra;
a 5 anni sotto la reggenza della madre;
1653-61, la sua formazione politica è opera di G. Mazarino.
1672-78, guerra franco-olandese;

 

Primo ministro
Giulio Mazarino
(1642 dic - 1661)
[chiamato dai nemici: il "vile di Sicilia" da quando, appena nunzio a Parigi, ha smesso di servire il papa.]
Cancelliere
Mathieu Molé (1584-1656)
(1650 7 set - 3 gen 1656)
Sovrintendente delle Finanze
Charles de La Vieuville
marchese (poi duca) di La Vieuville
(1651 - 1653)
N. Fouquet;
Abel Servien
(1653 - 1659)
Segretario di stato agli Affari Esteri
Henri Auguste de Lomenie
signore di la Ville aux Clercs
(1643 23 giu - 3 apr 1663 )
 
1653
"Fronda" [fronde=fionda] (1648-1653), seconda fase:
Fronda dei principi
Febbraio
torna a Parigi anche G. Mazarino, che non ha mai smesso di tirare i fili della politica, e così:
- sono spenti i focolai di rivolta, specie a Bordeaux (dove la fazione popolare detta l' "Ormée" ha trattato con gli inglesi) e in Alsazia dove il conte d'Harcourt ha tentato di creare un principato indipendente intorno a Breisach;
- sono gradualmente ristabiliti gli intendenti,  
- sono messi a tacere i parlamenti, 
- sono addomesticati i grandi;
profonda è ancora la miseria, ma nulla si oppone ormai all'assolutismo che coinciderà con l'ascesa al trono di Luigi XVI  (1661).
G. Mazarino, ristabilito l'ordine a Parigi, prepara una grande offensiva in Italia: un esercito franco piemontese agli ordini di Tommaso di Savoia si appresta a passare il Ticino.
Nord America
ACADIA
Governatore        

1653
Port Royal,

 

CANADA
[Il nome deriva dalla parola huron kanata – villaggio o insediamento – che venne utilizzata in riferimento agli indiani di Stadaconé dal navigatore bretone Jacques Cartier (1491-1557). Essa viene quindi applicata dai francesi anche al territorio di Micmac e Montagnais.]
Governatore generale della Nuova Francia
Jean de Lauson
(1651 - 1656)

1653
Dopo aver definitivamente cancellato la nazione huron nel 1650, gli Iroquois hanno continuato nelle loro scorrerie contro le altre nazioni indiane arrivando spesso a diretto contatto con gli insediamenti francesi.
Ora i francesi riescono a stipulare un trattato di pace con gli Iroquois (durerà fino al 1658).
Il trattato prevede la presenza di alcuni gesuiti presso gli Onondaga. Questi ultimi sperano di utilzzare i rapporti privilegiati con i francesi contro la predominanza mohawk nella confederazione.
I prescelti dieci religiosi sono guidati all'inizio dal superiore generale François-Joseph Le Mercier (1604-1690).

nuova guerra franco-spagnola (1653-59);
[Gli inglesi si alleano alla Francia nel 1657 mentre i Paesi Bassi rimangono neutrali.]

 


1653
Repubblica delle Province Unite
[sette province settentrionali]

[Lo statolderato è stato eliminato nel 1650 e sarà ristabilito solo nel 1672.]

Gran pensionario
Jan de Witt (1652 - 1668),
borgomastro di Dordrecht (fino al 1666)
[Responsabile della politica estera.]
1653
Prima guerra anglo-olandese (1652-54): le armate navali olandesi, già vincitrici contro la Spagna e guidate da ammiragli come Martino van Tromp, sono ripetutamente battute dalle britanniche guidate da Robert Blake.


1653
Paesi Bassi
[dieci province meridionali]
Leopoldo Guglielmo d'Absburgo
Albero genealogico

(† 1662)
figlio dell'imperatore Ferdinando II e di Maria Anna di Baviera († 1616);
arciduca d'Austria;
1621-62, governatore dei Paesi Bassi;




1653
1ª Guerra anglo-olandese (1652-54).

nuova guerra franco-spagnola (1653-59);
[Gli inglesi si alleano alla Francia nel 1657 mentre i Paesi Bassi rimangono neutrali.]


1653
Inghilterra e Scozia

Rivoluzione inglese [1640-60]
- dal 1649 non c'è più la monarchia -

 

lord protettore dell'Inghilterra
-
O. Cromwell
(1653 - 1658)

1653
1ª Guerra anglo-olandese (1652-54).

nuova guerra franco-spagnola (1653-59);
[Gli inglesi si alleano alla Francia nel 1657 mentre i Paesi Bassi rimangono neutrali.]

La parte più radicale, la minoranza, vorrebbe radere nettamente al suolo ogni vestigio d Chiesa ufficiale e, fedele all'antico programma separatistico, vorrebbe che anche qui, come in America, la libertà religiosa risultasse da una assoluta libertà lasciata dallo Stato alle diverse Chiese. Di questo parere è lo stesso J. Milton che nella sua seconda Difesa del popolo inglese, tenta con ogni sforzo di trascinare O. Cromwell per tale via chiedendogli di seguire un programma determinato che miri soprattutto alla separazione della Chiesa dallo Stato, sull'esempio di quanto R. Williams ha fatto nella colonia di Rhode Island.
O. Cromwell per contro, e la maggioranza con lui, non intendono dare alla questione religiosa una soluzione così radicale, meglio valutando le necessità pratiche e storiche del loro paese e ben comprendendo la differenza che corre fra esso e un piccola colonia da poco fondata. Essi quindi vogliono fare opera essenzialmente di conciliazione e di contemperamento, togliendo gli abusi della Chiesa ufficiale, senza peraltro abbatterla, ma assicurando al tempo stesso la più larga libertà ai dissidenti.
E così fanno.
Pertanto, con una singolarissima trasposizione di vedute, quello che gli indipendenti una volta giunti al potere attuano, non è il sistema di tollerazna da tanti anni vagheggiato dall'Indipendentismo, ma bensì quello escogitato e propugnato dai Latitudinari.
[Per questi è un trionfo decisivo nei secoli; poiché il separatismo deve ripiegare definitivamente in America; mentre la libertà religiosa inglese, da questa sua prima attuazione in poi [e almeno fino al 1900], rimarrà sempre unita ed assicurata al regime giurisdizionalistico.
Infatti nella costituzione che O. Cromwell giura, assumendo la qualità di Protettore, si lascia intendere chiaramente che non si vuole abbandonare la religione alla cura delle singole associazioni private ma che lo Stato riconosce come sua religione ufficiale la religione cristiana, quale è espressa nella Bibbia, con l'obbligo di sostenerla e col corrispettivo diritto di invigilarla. A tutti i cristiani però che non aderissero al dogma e al rito accolti dallo Stato, viene accordata piena libertà di culto; purché non si servano della ottenuta libertà per turbare l'ordine pubblico e offendere la morale.
Esclusi sono però i cattolici e i prelatisti, o addetti all'antica Chiesa episcopale.
Ma O. Cromwell s'illude nel suo tentativo di stabilire un accordo fra il potere militare sorto dalla rivoluzione e la rappresentanza del popolo. Da parte di questa gli vengono le più gravi difficoltà all'introduzione della tolleranza già subito quando, pochi giorni dopo il suo discorso al Parlamento, si pone in discussione l'articolo della costituzione protettoriale, relativo ad essa.
I presbiteriani infatti, di cui moltissimi sono stati mandati al Parlamento, non cercano di rovesciare detto articolo ma di indebolirne il significato e di interpretarlo a modo loro. Siccome esso pone come condizione della tolleranza la "fede in Dio per la mediazione di Cristo" essi non si contentano di escludere dai vantaggi di quella i cattolici ed i prelatisti ma vogliono tenerne lontani altri dissidenti; e nominano una commissione, composta in maggioranza di presbiteriani che illumini il Parlamento sulla portata di tale formula.
La commissione compila una lunga lista di eresie, che il Parlamento accoglie emanando un bill, nella quale si comminano pene non solo contro i papisti e i prelatisti, ma anche contro gli atei, i bestemmiatori, gli eretici e tutti coloro che impugnano le verità fondamentali della Chiesa cristiana. Delibera per di più che il Protettore non possa esercitare nessun diritto di veto su tale bill che si vuole porre subito in esecuzione incarcerando, processando e condannando un tale Giovanni Biddle, accusato di aver diffuso delle opinioni sociniane.

Aprile
poiché i parlamentari civili e i generali si trovano in dissenso, O. Cromwell scioglie con la forza il parlamento muovendo ai rappresentanti del popolo rimprovero soprattutto del contegno ostile da essi mostrato in materia di tolleranza religiosa, e prende a governare in conformità di essa secondo che egli l'intende.
Nessuna moderazione ha verso il culto cattolico. La messa gli sembra quasi un simbolo di ostilità politica.


Dicembre

un'assemblea composta di membri nominati dalle chiese indipendenti, il Barebone's Parliament, che manifesta allarmanti tendenze radicali, scompare; una nuova costituzione, l'Instrument of Governement, preparato dai generali, innalza allora O. Cromwellalla carica di lord protettore;

 

 

 

SCOZIA
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1653
-
 
IRLANDA
-
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-

1653
-

 
Nord America
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1653
-

VIRGINIA
Governatore
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-

1653
-






MARYLAND [Dal nome della regina Enrichetta Maria]
Governatore
-
-

1653
-






NEW ENGLAND [Confederazione dal 1643]
Governatore
-
-

1653
-

 


MASSACHUSETTS
Governatore
-
-

1653
-

PLYMOUTH
Governatore
-
-

1653
-

 


NEW HAVEN
Governatore
-
-

1653
-

CONNECTICUT
Governatore
-
-

1653
-

RHODE ISLAND
[Considerato dai vicini vergognosamente liberale, viene lasciato fuori dalla Confederazione del NEW ENGLAND.]
Governatore
-
-

1653
-




1653
REGNO di DANIMARCA e di NORVEGIA
Federico III
Albero genealogico
(Haderslev 1609 - Copenaghen 1670)
figlio di Cristiano IV e di Anna Caterina di Brandeburgo;
1618-48, guerra dei trent'anni;
1648-70, re di Danimarca e di Norvegia;





1653
-
NORVEGIA
1653
-
ISLANDA
1653
-

 

1653
REGNO di SVEZIA
Cristina
Albero genealogico
(Stoccolma 1625 - Roma 1689)
figlia di Gustavo II Adolfo e di Maria di Brandeburgo;
1632-54, regina di Svezia;
sotto la reggenza di un consiglio di aristocratici presieduto da Axel Oxenstierna;
1618-48, guerra dei trent'anni;
1635-48, guerra dei trent'anni: periodo franco-svedese;
dal 1644 direttamente al potere, la regina protegge le arti e le lettere, attrae alla sua corte i più celebri dotti del momento (U. Grozio, Cartesio, …) e svolge in alcuni campi una politica illuminata, incoraggiando le attività commerciali e le nascenti industrie manufatturiere e concedendo ampie libertà municipali; ma per finanziare le ingenti spese di corte aliena o ipoteca una parte rilevante delle terre della corona, suscitando l'ostilità del senato;



1653
-



segue



1653
REGNO di PORTOGALLO
JOÃO IV [il Fortunato]
Albero genealogico

(Villa Vicosa 19 mar 1604 - Lisbon 6 nov 1656)
duca di Braganza (João II )
dal 1633 è sposato con Luisa de Guzman (1613-1666);
1640-56, re di Portogallo;
[incoronato 11.12.1640, in seguito alla rivoluzione]

1653
-

a

1653
REGNI DI SPAGNA, NAPOLI e SICILIA
Filippo IV
Albero genealogico

(Valladolid 1605 - Madrid 1665)
figlio di Filippo III e di Margherita d'Austria;
1615, sposa Isabella di Borbone, figlia di Enrico IV re di Francia;
1621-1665, re di Spagna;
1621-1665, re di Napoli e Sicilia;
- 1618-48, guerra dei trent'anni: accanto agli Absburgo;
[ciò aggraverà, rendendolo poi irreversibile, il declino della potenza spagnola.]
- 1623-26, guerra di Valtellina;
- 1627-31, guerra per la successione al trono di Mantova;
dal 1651 la Catalogna è completamente pacificata;

Primo ministro
Luis Méndez de Haro
(1643 - ?)
1653
[si sta compiendo il processo di progressiva decadenza della potenza spagnola]



NAPOLI
Viceré
duca d'Arcos
(? - ?)
Nunzio apostolico
-

1653
-


SICILIA
Viceré
-
1653
-
a

 



1653
SAVOIA
Carlo Emanuele II
Albero genealogico

(Torino 1634-1675)
figlio di Vittorio Amedeo I e di Maria Cristina di Borbone-Francia;
1638-75, principe di Piemonte
conte di Aosta, Maurienne, Nizza e Asti
marchese di Saluzzo
duca di Savoia
;
1638-75, re di Cipro e Gerusalemme (titolare);
a quattro anni, sotto la reggenza della madre (Madama Reale) fino al 1648 e poi ancora a lei soggetto fino alla sua morte nel 1663;

 

 

1653
-

 


1653
REPUBBLICA DI GENOVA
[Denominazione ufficializzata nel 1528 per iniziativa di Andrea Doria]
Gerolamo De Franchi
Albero genealogico

(? - ?)
figlio di
1652 8 set - 8 set 1654, doge di Genova;


1653
-

 

1653
ducato di Mantova e del Monferrato
Carlo II
Albero genealogico

(1629 - 1665)
figlio di Carlo II e di Maria Gonzaga († 1660);
1631-54, duca di Mayenne;
1637-59, duca di Nevers e di Rethel;
1637-65, duca di Mantova e del Monferrato;
[Dal 1649 è sposato con Isabella Klara d'Habsburg, figlia di Leopoldo del Tirolo.]



1653
-


 

1653
REPUBBLICA DI VENEZIA
"La Serenissima"
Francesco da Molin
Albero genealogico

(Venezia 21 apr 1575 -– Venezia 27 feb 1655)
figlio di Marino e Paola Barbarico;
1646-55, doge di Venezia; [99°]

 

- nunzio pontificio: Francesco Vitelli (? - ?)
- ambasciatore di Spagna: marchese de la Fuente (1642 - ?)
- ambasciatore di Francia: René II d'Argenson ( 1651-55 )

1653
Nella trattativa con la Compagnia di Gesù per il rientro dei gesuiti a Venezia, il Senato comincia a cedere, ma il pontefice non mostra di voler abbandonare la sua durezza.
Entrano quindi in gioco i Barberini, e con la loro mediazione si raggiunge un compromesso sulla questione delle chiese vacanti: Venezia rimette alla decisione del papa tutte le nomine, e questi le affida al card. Pietro Ottoboni, riservando a sé solamente la scelta sulla sede di Verona.
Il momentaneo accordo non risolve comunque la questione. Alla sede veronese viene eletto mons. Sebastiano Pisani.

Marzo
15
, il p. generale dei gesuiti Goswin Nickel invia al card. Federico Corner la solita lettera (pronta per essere inviata al fratello e già indirizzata al doge) che ribadisce l'offerta di 150 mila ducati;
22, Francesco Corner scrive al fratello card. Federico Corner, per informarlo che il fronte intransigente del Senato si sta indebolendo: Giovan Battista Nani e l'eccellentissimo Emo guidano il gruppo degli amici, che comprende anche Alvise Michiel e Bertucci Venier, mentre Giorgio Contarini si è già detto disposto a collaborare.
La lettera del p. generale Goswin Nickel già indirizzata al doge viene recapitata.

Aprile
5
, dopo aver preso attento esame del bando e delle scritture, Zorzi Contarini spiega al card. Federico Corner che l'unico grave problema è il rigore della clausola finale «doverà ogni parte esser presa con tutte le balle del Collegio nostro, e poi dell'intiero numero di tutti gli ordini di detto Collegio proposto a questo Consiglio e presa con i 5 sesti delle ballotte di esso congregato al numero di 180 in su […].

Agosto
p. Beati scrive a Sforza Pallavicino prospettando sicuri progressi: Gasparo Dandolo è stato suo discepolo e proprio suo fratello Giovanni, che occupa l'ufficio di avogadore, ha ricevuto dal doge l'incarico di esaminare il processo. Loro parente è pure Nicolò Dolfin che sta per «entrare in settimana».
Intanto tra i sostenitori del rientro dei gesuiti c'è il procuratore Giovanni Pesaro, Giacomo Badoer e Giovan Battista Nani. Tutti aspettano il giorno 25 quando toccherà proprio a Giovanni Pesaro la decisione circa gli argomenti da discutere in Senato. Notizie, queste ultime, riferite dal marchese de la Fuente il quale, come da ordini ricevuti da Madrid, osserva e riferisce ma non si intromette.
25, i due savi Valerio Michel e Nicolò Contarini (come risulta da un resoconto dettagliato inviato a Roma da Domenico Magagnato) si dichiarano subito contrari alla proposta del p. generale e, al loro fianco, si schiera anche Nicolò Corner, savio di Terraferma;
il savio Nicolò Dolfin tenta allora di aggirare l'ostacolo, proponendo di estrarre il processo dall'archivio segreto per sottoporlo ad un avogadore; ma i suoi oppositori replicano che per poter «cavare» il processo dovrebbero finire nel bossolo bianco tutti i voti del collegio, cioè 27.
Per rincarare la dose alcuni fanno presente che solo gli inquisitori di stato hanno la facoltà di decidere se accogliere o meno lettere da personaggi banditi dalla Repubblica, altri ritengono inoltre poco conveniente per Venezia accettare delle somme di denaro. Il savio Nicolò Dolfin capisce che non è il caso di insistere; in queste condizioni, anche il passaggio della discussione in Senato si rivelerebbe controproducente.
Il tentativo di fine agosto non ha successo.

Settembre
il card. Francesco Barberini, pressato dagli amici veneziani di Giacomo Filippo Casolo, replica per tre volte a mons. Alfonso Litta, arcivescovo di Milano, l'istanza dei veneziani affinché conceda al "santo" il suo permesso per un viaggio a Venezia; l'arcivescovo prende tempo.
A fine estate, Du Plessis Besançon (prossimo ambasciatore francese a Venezia nel novembre del 1655), di ritorno a Parigi (è stato a Venezia per sollecitare la costituzione di una lega italiana) riferisce che la Repubblica è ormai allo stremo e che gli spagnoli potrebbero occupare il suo territorio in soli quattro giorni.

CANDIA
guerra di Candia (1645-69): la città di Candia è sotto assedio dei turchi.

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1653
ducato di Parma e Piacenza
Ranuccio II Farnese

(Casalmaggiore 1630 - Parma 1694)
figlio di Odoardo I e di Margherita de' Medici (1612-79);
1646-94, duca di Parma e Piacenza;
1646-2.9.1649, duca di Castro e Ronciglione;

 

 

1653
-

 

1653
ducato di Modena e Reggio
Francesco I d'Este
Albero genealogico

(Modena 1610 - Santhià 1658)
figlio di Alfonso III e di Isabella di Savoia;
1629-58, duca di Modena e Reggio;

 

 

1653
-


 

1653
Granducato di Toscana
Ferdinando II de' Medici
Albero genealogico
(Firenze 1610 - 1670)
figlio del granduca Cosimo II e della granduchessa Maria Maddalena d'Austria;
1621-70, granduca di Toscana;

 
1653
-


 



Fleury, André-Hercule de (Lodève, 22 giugno 1653 – Issy-les-Moulineaux, 29 gennaio 1743) cardinale e politico francese;
da giovane viene mandato a Parigi per studiare presso i gesuiti filosofia, teologia e lo studio dei classici latini;
1670, dopo aver preso i voti, grazie al patrocinio del card. Piero Bonsi ottiene la nomina a cappellano personale della regina di Francia Maria Teresa, moglie del re Luigi XIV, ruolo che continua a detenere anche dopo la morte di lei;
1679, diviene l'elemosiniere della sovrana;
1683, diviene l'elemosiniere dello stesso Luigi XIV;
1698, è nominato vescovo della Diocesi di Fréjus-Tolone, seggio che tiene per circa diciassette anni, nei quali tuttavia cerca di ottenere il modo di tornare presso la corte francese;
1715, rassegna le dimissioni dopo aver ricevuto i diritti sull'abbazia di Tournus;
1716, 1° aprile, per volere testamentario dello stesso re Luigi XIV, è nominato da questo momento reggente del duca d'Orléans precettore personale dell'erede al trono, il giovane Luigi XV, che ha solo cinque anni, del quale saprà guadagnarsi la fiducia;
1717, diviene membro dell'Académie française;
diviene quindi membro del consiglio di stato e del consiglio di reggenza;
1726, e nominato ministro di stato, sostituisce il duca di Borbone nella direzione del governo;
11 settembre, nel concistoro papa Benedetto XIII lo eleva al rango di cardinale;
[Il suo ministero corrisponde con il ritorno della stabilità in Francia: duttile e moderato ma fornito di grande energia, egli riassesta le finanze con severe misure economiche, promuove un notevole sviluppo commerciale, diminuisce le imposte e consolida la moneta sino alla Rivoluzione; inoltre, da ministro, sceglie sagaci collaboratori e riequilibra il bilancio, tanto che negli anni 1738-1739 lo stato francese ha più entrate che uscite.
[In politica interna deve combattere contro l'opposizione giansenista, protestante e parlamentare: dopo le scene di fanatismo nel cimitero di Saint-Médard a Parigi (1727), vuole approfittare della situazione per costringere il Parlamento ad approvare la bolla Unigenitus del 1713 che condanna il Giansenismo; ne segue una lunga crisi tra lui e il Parlamento.
In politica estera :
- cercò di ridurre la tensione tra Inghilterra e Spagna (trattato di Siviglia, 1729) e di riconciliare la Francia e le potenze borboniche con l'Austria (trattato di Vienna, 1731), dopo aver promosso e presieduto il congresso di Cambrai (poi Soissons, 1728);
- cerca di mantenere la pace, benché sia costretto a partecipare alla guerra di successione polacca (1733-1738), durante la quale cerca, anche all'insaputa del re, d'iniziare trattative di pace, e alla guerra di successione austriaca (1740-1748).]

1740, con la morte di Carlo VI, imperatore del S.R.I., scoppia la guerra di successione austriaca;
con l'espansione della fazione favorevole all'intervento nella guerra, il suo potere comincia a diminuire;
[Comunque il suo governo fu il periodo migliore del regno di Luigi XV.]
1743, 29 gennaio, muore all'età di 89 anni.

Gleditsch, Johann Friedrich (1653-1716) stampatore tedesco di Lipsia, fondatore della ditta omonima.
[La ditta continuerà l'attività fino a quando sarà acquistata da Brockhaus nel 1830.].

Lee, Nathaniel (Hatfield?, Hertfordshire 1653 ca-Londra 1692, in manicomio) drammaturgo inglese;
Collaborò con J. Dryden in Oedipus (1679, Edipo) e in The Duke of Guise (1682, Guisa)
Nero (1675, Nerone)
Sophonisba (1676)
Mithtridates (1678)
Brutus (1681)
The Rival Queens (1677, Le regine rivali, incentrata sulla rivalità  di Rossana e Statira, le due mogli di Alessandro Magno).

Sugimori Nobumori o Chikamatsu Monzaemon (Kyoto 1653-Osaka 1724) drammaturgo giapponese; teatro delle marionette (jöruri);
Yotsugi Soga (1683, L'erede dei Soga, dramma popolare - kabuki)
Shusse Kagekiyo (1686, Kagekiyo il vittorioso, c.s.)
Sonezaki shinju (1703, Gli amanti suicidi di Sonezaki)
Kokusenya gassen (1715, Le battaglie di Kokusenya)
Soga kaikeizan (1718, La vendetta dei Soga)
Shinju ten no Amijima (1720, Il castigo del cielo ad Amijima)
Onna goroshi abura jigoku (1721, Assassinio di una donna nella bottega infernale del mercante d'olio).

Villars, Claude-Louis-Hector duca di (Moulins 1653-Torino 1734) politico francese.

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«segue da 1652»
1653,
Francia
i controlli si allentano;
Massachusetts
Boston è la prima città del Nuovo Mondo a fondare una biblioteca pubblica.
«segue 1654»

 

 

 

 

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