|   – Aldo 
          Romeo Luigi MORO  (Maglie, Lecce 23 settembre 1916 – Roma 9 maggio 1978, assassinato 
          dalle BR)  uomo politico italiano, esponente della Democrazia 
          cristiana, attivo fin da giovane nelle organizzazioni cattoliche; [Di famiglia della media borghesia (i genitori sono 
          originari di Gemini, frazione di Ugento), nel 1945 sposa Eleonora 
          [Noretta] Chiavarelli 
          (Montemarciano, 25 set 1915 - Roma, 17 lug 2010). La coppia ha quattro figli:
 . Maria Fida (Roma, 17 
          dicembre 1946),
 . Anna (1949),
 . Agnese (1952),
 . Giovanni (Roma, 1958).]
 * 
          * * consegue la Maturità Classica al Liceo "Archita" di 
          Taranto;
 si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza presso l'Università 
          di Bari;
 durante gli anni universitari partecipa ai Littoriali della cultura 
          e dell'arte;
 1935entra a far parte della FUCI (Federazione 
          Universitaria Cattolici Italiani) di Bari, segnalandosi ben presto anche 
          a livello nazionale;
 
 
 1939 presa la laurea, sotto la guida del prof. Biagio 
          Petrocelli pubblica la tesi su "La capacità giuridica 
          penale";
 luglio, viene scelto, su consiglio di Giovanni 
          Battista Montini, – di cui, proprio in questi anni, diventa amico 
          come presidente (1939 luglio-1942) della FUCI 
          (Federazione Universitaria Cattolici Italiani) dove si stanno formando 
          anche  G. 
          Andreotti, G. La Pira, P.E. 
          Taviani, ecc.;
  1941 ottiene l'incarico di Filosofia del diritto (poi di Diritto penale) 
          e di Politica coloniale presso l'università di Bari;
 1942sviluppa la sua seconda opera La subiettivazione della norma penale 
          ottenendo così la cattedra di professore di diritto penale;
 richiamato alle armi, lascia la carica di presidente della FUCI;
 [Gli succede Giulio Andreotti, 
          sino ad ora direttore della rivista «Azione Fucina».]
 
 è prima ufficiale di fanteria, poi commissario nell'Aeronautica;
 1943fonda a Bari, con alcuni amici, il periodico «La Rassegna»
 [Uscirà fino al 1945.]
 luglio, prende parte ai lavori che portano alla redazione del 
          Codice di Camaldoli;
 1945 10 dicembre-1° luglio 1946, (I "governo 
          De Gasperi);
 diviene direttore della rivista «Studium» ed è eletto 
          presidente del Movimento Laureati dell'Azione Cattolica; nell'ambito della Dc 
          barese tenta un "avvicinamento al socialismo", presto rientrato 
          per l'intervento dell'arcivescovo di Bari Marcello 
          Mimmi cui è legatissimo;
 1946la direzione della Dc 
          invia in Puglia G. 
          Andreotti per la formazione della lista elettorale della 
          Costituente nel collegio Bari-Foggia;
 divenuto vicepresidente della Dc 
          e deputato democristiano alla Costituente, fa parte della "commissione 
          dei 75" incaricata dei lavori preparatori della carta costituzionale;
 
 
 2 giugno, Proclamazione della Repubblica;
 25 giugno-31 gennaio 1948, Assemblea costituente;
 
 13 luglio-28 gennaio 1947, (II "governo 
          De Gasperi);
 [I governo della Repubblica.]
 
 1947 2 febbraio-31 maggio, (III "governo 
          De Gasperi)
 
 31 maggio-23 maggio 1948, (IV "governo 
          De Gasperi);
 
 1948 18 aprile, eletto per la prima volta deputato 
          (I Legislatura – 1948 8 mag - 24 giu 1953) per la Dc 
          nel collegio BARI;
 23 maggio-14 gennaio 1950, sottosegretario agli Affari 
          esteri (V "governo 
          De Gasperi);
 contrario all'adesione al "Patto atlantico" voluta da A. 
          De Gasperi egli ha contatti con l'opposizione interna del 
          partito facente capo alla corrente di «Cronache sociali» di:. Giuseppe Dossetti, A. 
          Fanfani e Giorgio La Pira: ciò 
          gli vale la diffidenza di A. 
          De Gasperi e l'esclusione da ogni incarico nei suoi successivi 
          governi;
 [Corrente di «Cronache sociali» 
          : prima corrente entro la Dc 
          in sostanziale antitesi a tutto il gruppo degli ex popolari e degli 
          anziani.]
 
 Colpito da un forte attacco di artrite, lo supera con una forte dose 
          di cortisone che però ha qualche conseguenza sul suo cuore, tanto 
          che per quindici anni non intraprenderà mai un viaggio in aereo.
 195027 gennaio-19 luglio 1951, (VI "governo 
          De Gasperi);
 Nei primi anni cinquanta è nominato professore ordinario di diritto 
          penale presso l'Università di Bari.
 195126 luglio-7 luglio 1953, (VII "governo 
          De Gasperi);
 con il declino di A. 
          De Gasperi inizia la sua ascesa; 
         19537 giugno, rieletto deputato (II Legislatura – 1953 25 giu - 11 
          giu 1958) per la Dc 
          nel collegio BARI;
 [Presidente del gruppo parlamentare democristiano alla 
          Camera.]
 16 luglio-2 agosto, (VIII "governo 
          De Gasperi);
 17 agosto-12 gennaio 1954, ("governo 
          Pella);
 1954 18 gennaio-8 febbraio, (I "governo 
          Fanfani);
 10 febbraio-2 luglio 1955, ("governo 
          Scelba);
 
 1955 6 luglio-19 maggio 1957, ministro della Giustizia 
          (I "governo 
          Segni");
 1956al VI congresso nazionale della Dc 
          risulta tra i primi eletti nel consiglio nazionale del partito;
 195719 maggio-1° luglio 1958, ministro della Pubblica 
          Istruzione ("governo 
          Zoli");
 introduce lo studio dell'Educazione civica nelle scuole;
 195825 maggio, rieletto deputato (III Legislatura – 1958 12 giug 
          - 15 mag 1963) per la Dc 
          nel collegio BARI;
 1° luglio-15 febbraio 1959, ministro della Pubblica 
          Istruzione (II "governo 
          Fanfani);
 
 1959 al VII congresso nazionale della Dc, 
          dopo le dimissioni di A. 
          Fanfani, conquista la segreteria del partito;
 [Dirige il partito per quasi sei anni in cui avvia la 
          preparazione del centrosinistra.]
 15 febbraio-23 marzo 1960, (II "governo 
          Segni");
 
 1960 25 marzo-26 luglio, ("governo 
          Tambroni);
 26 luglio-21 febbraio 1962, (III "governo 
          Fanfani);
 
 1962 è un convinto assertore della necessità di un'alleanza 
          tra la Dc 
          e il PSI (Partito Socialista Italiano), per creare 
          un governo di centro-sinistra;
 al congresso democristiano di Napoli riesce a portare su questa posizione 
          l'intero gruppo dirigente del partito;
 
 
 21 febbraio-21 giugno 1963, (IV "governo 
          Fanfani);
 
 196328 aprile, rieletto deputato (IV Legislatura – 1963 16 mag - 
          4 giu 1968) per la Dc 
          nel collegio BARI;
 21 giugno-4 dicembre, ("governo 
          Leone");
 4 dicembre-22 luglio 1964, presidente del Consiglio dei 
          ministri (I "governo 
          Moro");
 [Forma il suo primo governo con una coalizione inedita: 
          DC, PSI, PSDI e PRI; 
          è il primo governo del centro-sinistra. La coalizione 
          reggerà fino alle prossime elezioni politiche del 1968.]
 Lo stesso anno ottiene il trasferimento all'Università di Roma, 
          in qualità di titolare della cattedra di Istituzioni di Diritto 
          e Procedura penale presso la Facoltà di Scienze politiche.
 1964 22 luglio-23 febbraio 1966, presidente del Consiglio 
          dei ministri (II "governo 
          Moro");
 28 dicembre-5 marzo 1965, ministro (ad interim) 
          degli Affari esteri;
 196530 dicembre-23 febbraio 1966, ministro (ad 
          interim) degli Affari esteri;
 
 1966 23 febbraio-24 giugno 1968, presidente del Consiglio 
          dei ministri (III "governo 
          Moro");
 [Batte il record di durata (833 giorni) e rimarrà 
          uno dei più longevi della Repubblica.]
 
 196819 maggio, rieletto deputato (V Legislatura – 1968 5 giu-24 mag 
          1972) per la Dc 
          nel collegio BARI;
 24 giugno-12 dicembre 1968, (II "governo 
          Leone");
 [Governo balneare in attesa del congresso democristiano, 
          previsto per l'autunno.]
  al  congresso nazionale della Dc, 
          passa all'opposizione interna al partito;  12 dicembre-5 agosto 1969, ministro degli Affari esteri 
          (I "governo 
          Rumor"); 
 1969 5 agosto-27 marzo 1970, ministro degli Affari esteri 
          (II "governo 
          Rumor");
 197027 marzo-6 agosto, ministro degli Affari esteri 
          (III "governo 
          Rumor");
 6 agosto-17 febbraio 1972, ministro degli Affari esteri 
          ("governo 
          Colombo");
 
 197217 febbraio-26 giugno, ministro degli Affari esteri 
          (I "governo 
          Andreotti");
 7-8 maggio, rieletto deputato (VI Legislatura – 1972 25 mag - 
          4 lug 1976) per la Dc 
          nel collegio BARI;
 26 giugno-7 luglio 1973, (II "governo 
          Andreotti");
 
 1973 7 luglio-14 marzo 1974, ministro degli Affari esteri 
          (IV "governo 
          Rumor");
 
 1974 14 marzo-23 novembre, ministro degli Affari esteri 
          (V "governo 
          Rumor");
 23 novembre-12 febbraio 1976, presidente del Consiglio 
          dei ministri (IV "governo 
          Moro");
 1975il suo governo conclude il Trattato di Osimo, con cui 
          si sancisce l'appartenenza della Zona B del Territorio Libero di Trieste 
          alla Jugoslavia;
 
 1976 12 febbraio-29 luglio, presidente del Consiglio dei ministri 
          (V "governo 
          Moro");
 12 febbraio [un giorno soltanto], ministro (ad 
          interim) dell'Interno;
 febbraio, chiamato a formare anche il governo successivo, venuta 
          a mancare la solidarietà dei socialisti non è in grado di ricomporre 
          una maggioranza stabile; si arriva così allo scioglimento anticipato 
          delle camere e alle elezioni del 20 giugno;
 7 marzo, comincia in Parlamento il dibattito sullo "scandalo 
          Lockheed";
 [Marco Pannella (Radicali), 
          tra i primi a parlare, sostiene la tesi che il responsabile delle tangenti 
          non sia il governo ma il Presidente della Repubblica in persona, Giovanni 
          Leone.  Ugo La Malfa si schiera 
          dalla sua parte chiedendo le dimissioni del Presidente.]
 
 9 marzo, prende la parola;
 [Egli difende il suo partito dall'accusa di aver posto 
          in essere un «regime» e difende i ministri Luigi 
          Gui (Dc) e Mario Tanassi (Psdi, 
          che sono al centro dell'inchiesta. Poi replica all'intervento di Domenico 
          Pinto, deputato di Democrazia Proletaria, che ha detto che la 
          corruzione della Dc è provata dallo "scandalo Lockheed"; 
          per questo i democristiani saranno processati nelle piazze: «Nel 
          Paese vi sono molte opposizioni (…); e quell'opposizione, colleghi della 
          Democrazia cristiana, sarà molto più intransigente, sarà 
          molto più radicale quando i processi non si faranno più 
          in un'aula come questa, ma si faranno nelle piazze, e nelle piazze vi 
          saranno le condanne».
 Egli replica: «Onorevoli colleghi che ci 
          avete preannunciato il processo nelle piazze, vi diciamo che noi non 
          ci faremo processare».
 In seguito la frase si presterà a diverse interpretazioni politiche.
 La vicenda giudiziaria si concluderà nel 1979 con l'assoluzione 
          di Luigi Gui e la condanna di Mario 
          Tanassi.]
 
 5 luglio, rieletto deputato (VII Legislatura – 1976 lug-19 giu 
          1979) per la Dc 
          nel collegio BARI;
 29 luglio-11 marzo 1978, (III "governo 
          Andreotti");
  8 ottobre, viene eletto presidente del Consiglio nazionale 
          della Dc;
  1978 Riesce a convincere la Dc 
          della necessità di un "governo di solidarietà nazionale", 
          con la presenza del PCI nella maggioranza parlamentare.
 [La sua intenzione dominante è di allargare la 
          base del sistema di governo, ossia il vertice del potere esecutivo che 
          dovrebbe rappresentare un numero più ampio di partiti e di elettori. 
          Questo sarebbe possibile solo con un gioco di alleanze aventi come fulcro 
          la Dc, seguendo così una linea politica secondo 
          il principio di democrazia consociativa.
 Nella sua attività politica si trova – secondo 
          Sandro Fontana – nella difficoltà 
          di conciliare la missione cristiana e popolare della democrazia cristiana 
          con i valori di tendenza laica e liberale della società italiana.
 Il “miracolo economico”, che ha portato l'Italia rurale a diventare 
          in pochi decenni una delle grandi potenze industriali mondiali, comporta 
          anche un cambiamento sociale, con il risveglio delle masse richiedenti 
          una presenza attiva nella vita del paese.
 Quando afferma che “di crescita si può 
          anche morire”, egli esprime un suo giudizio sui rischi di una 
          società in rapida crescita. Il risveglio delle masse ha favorito 
          nuove e più forti fasce sociali (tra cui i giovani, le donne 
          e i lavoratori) che hanno bisogno di integrazione (anche economica con 
          precise riforme) all'interno del processo politico.]
 Circa la sua scelta ci sono:
 Disaccordo degli Usa: l'ingresso al governo di persone che hanno 
          stretti contatti con il partito comunista sovietico consentirebbe loro 
          di venire a conoscenza, in piena guerra fredda, di piani militari e 
          di postazioni strategiche supersegrete della Nato. Inoltre, una partecipazione 
          comunista in un paese d'influenza americana sarebbe una sconfitta culturale 
          degli Usa nei confronti del resto del mondo, e soprattutto dell'Urss;
 
 Disaccordo dell'Urss: la partecipazione al governo del PCI 
          sarebbe interpretabile come una forma di emancipazione del partito dal 
          controllo sovietico e di avvicinamento autonomo agli USA.
 
 
 marzo, il PCI (Partito comunista italiano) entra 
          nella maggioranza parlamentare;
 11 marzo-20 marzo 1979, (IV "governo 
          Andreotti");[Governo appoggiato da DC , PRI, 
          PSDI, PSI e PCI.]
 
 16 marzo, mentre si sta recando a Montecitorio per presentarsi 
          al nuovo "governo Andreotti", la macchina su cui viaggia e 
          quella della sua scorta vengono bloccate da un gruppo di terroristi: 
          i cinque uomini della scorta vengono assassinati ed egli sequestrato;
 [L'operazione è rivendicata dalle Brigate 
          rosse che lo terranno prigioniero per 54 giorni.]
 9 maggio, il suo corpo viene rinvenuto in una automobile [Renault 
          4] lasciata in sosta in una strada del centro di Roma a breve 
          distanza dalla sede del PCI e da quella della Dc;
 [16 marzo, sin dalle nove, tutti i componenti 
          del commando delle Br 
          sono in posizione; gli uomini della scorta attendono il presidente della Dc 
          in via del Forte Trionfale per poi dirigersi con lui in via Fani;
 all'interno di una Fiat 128 targata Cd (Corpo diplomatico) sta 
          alla guida Mario Moretti; questi, avvertito 
          da Rita Algranati*, ferma all'angolo della 
          strada con un mazzo di fiori in mano, che il convoglio è in arrivo, 
          si mette davanti alle auto blu, ne regola l'andatura e si ferma allo 
          stop di traverso;
 Barbara Balzerani 
          è in mezzo all'incrocio con via Stresa;
 Alessio Casimirri* e Alvaro 
          Lojacono sono a bordo della Fiat 128 bianca che si pone 
          dietro l'ultima vettura della scorta del presidente e impedisce ogni 
          fuga; sulla Fiat 132, poco accanto, c'è Bruno 
          Seghetti;
 si scatena l'inferno!!
 Raffaele Fiore, Prospero 
          Gallinari, Valerio Morucci e Franco 
          Bonisoli aprono il fuoco; il presidente della Dc 
          viene rapito ed uccisi gli agenti Domenico Ricci, 
          Raffaele Jozzino, Giulio 
          Rivera, Francesco Zizzi e Oreste 
          Leopardi: l'azione dura 4 minuti esatti: 6 armi utilizzate e 
          93 bossoli ritrovati.
 [* marito e moglie].]
 9 maggio, viene assassinato; __________________________
 19814 aprile, Milano, viene arrestato Mario 
          Moretti;
 198324 gennaio, sentenza processo Moro1;
 198515 marzo, sentenza di appello Moro2;
 15 novembre, sentenza della Corte di Cassazione senza particolari 
          modifiche;
 19888 giugno, Svizzera, arresto di Alvaro Lojacono;
 12 ottobre, sentenza processo Moro3 poi confermata in Cassazione;
 199313 ottobre, arresto di Germano Maccari;
 1994 1° dicembre, sentenza Moro4;
 199616 luglio, sentenza Corte d'Assise Moro5;
 1997 14 maggio, sentenza della Cassazione che rende definitivo il 
          procedimento Moro4;
 2001 22 marzo, chiude i lavori la Commissione Stragi. Non produce 
          relazioni conclusive da trasmettere al Parlamento;
 200414 gennaio, Egitto,
 . Rita Algranati
 [46 anni, rifugiatasi col marito Alessio 
          Casimirri a Managua, in Nicaragua, (1981-inizi '90) e poi , assieme 
          al nuovo compagno Maurizio Falessi, in 
          vari Paesi mediorientali, ultimo l'Algeria, pena da scontare: ergastolo, 
          con isolamento diurno per 1 anno];
 . Maurizio Falessi
 [50 anni, latitante dal 1979, pena da scontare: 11 anni 
          e due mesi.]
 vengono arrestati all'aeroporto del Cairo;
 ai due brigatisti, prelevati nella loro abitazione dalla polizia algerina 
          e forniti di documenti di identità e biglietti aerei con destinazione 
          Cairo, Beirut e Addis Abeba, viene intimato di lasciare il paese, pur 
          con la garanzia che non avrebbero corso pericolo; sull'aereo per il 
          Cairo, dove sono imbarcati, trovano però 20 poliziotti ad attenderli, 
          che li lasciano poi per  4-5 ore in una stanza in attesa dell'arrivo 
          della polizia italiana.
   _______________________   I GOVERNO MORO ComposizioneCamera dei Deputati Seggi
 Democrazia Cristiana
 Partito Socialista Italiano
 Partito Socialdemocratico Italiano
 Partito Repubblicano Italiano
 Südtiroler Volkspartei
 Union Valdôtaine
 Totale Maggioranza 260
 87
 33
 6
 3
 1
 390
 Partito Comunista Italiano
 Partito Liberale Italiano
 Movimento Sociale Italiano
 PDI di Unità Monarchica
 Totale Opposizione 166
 39
 27
 8
 240
 Totale 630
 Senato della Repubblica Seggi
 Democrazia Cristiana
 Partito Socialista Italiano
 Partito Socialdemocratico Italiano
 Südtiroler Volkspartei
 Partito Repubblicano Italiano
 Union Valdôtaine
 Totale Maggioranza 132
 44
 14
 2
 1
 1
 194
 Partito Comunista Italiano
 Partito Liberale Italiano
 Movimento Sociale Italiano
 PDI di Unità Monarchica
 Totale Opposizione 85
 19
 15
 2
 121
 Totale 315
 
 Presidente del Consiglio dei ministriAldo Moro
 
 Vicepresidente del Consiglio dei ministriPietro Nenni
 
 Segretario del Consiglio dei ministriAngelo Salizzoni
 
 Ministeri senza portafoglio
 Presidenti del comitato dei ministri per il Mezzogiorno e le 
          zone depresse Attilio Piccioni, Giulio Pastore
 
 Rapporti con il Parlamento Umberto Delle Fave
 
 Ricerca scientifica Carlo Arnaudi
 
 Riforma della pubblica amministrazione Luigi Preti
 
 MINISTERI Affari esteri
 Ministro Giuseppe Saragat
 Sottosegretari Arialdo Banfi, Giuseppe Lupis, Ferdinando Storchi
 
 InternoMinistro Paolo Emilio Taviani
 Sottosegretari Leonetto Amadei, Guido Ceccherini, Crescenzo Mazza
 
 Grazia e GiustiziaMinistro Oronzo Reale
 Sottosegretari Riccardo Misasi
 
 BilancioMinistro Antonio Giolitti
 Sottosegretari Giuseppe Caron
 
 FinanzeMinistro Roberto Tremelloni
 Sottosegretari Cesare Bensi, Athos Valsecchi, Mario Vetrone
 
 TesoroMinistro Emilio Colombo
 Sottosegretari Luigi Silvestro Anderlini, Giuseppe Belotti, Lorenzo 
          Natali
 
 DifesaMinistro Giulio Andreotti
 Sottosegretari Mario Marino Guadalupi, Guglielmo Pelizzo, Natale Santero
 
 Pubblica IstruzioneMinistro Luigi Gui
 Sottosegretari Maria Badaloni, Giorgio Fenoaltea, Domenico Magrì
 
 Lavori PubbliciMinistro Giovanni Pieraccini
 Sottosegretari Emilio Battista, Pier Luigi Romita
 
 Agricoltura e ForesteMinistro Mario Ferrari Aggradi
 Sottosegretari Dario Antoniozzi, Ludovico Camangi, Venerio Cattani
 
 Trasporti e Aviazione CivileMinistro Angelo Raffaele Jervolino
 Sottosegretari Orlando Lucchi, Salvatore Mannironi
 
 Poste e TelecomunicazioniMinistro Carlo Russo
 Sottosegretari Luigi Angrisani, Remo Gaspari
 
 Industria, Commercio e ArtigianatoMinistro Giuseppe Medici
 Sottosegretari Danilo De' Cocci, Franco Maria Malfatti, Maria Vittoria 
          Mezza
 
 SanitàMinistro Giacomo Mancini
 Sottosegretari Dante Graziosi
 
 Commercio con l'EsteroMinistro Bernardo Mattarella
 Sottosegretari Girolamo Messeri
 
 Marina MercantileMinistro Giovanni Spagnolli
 Sottosegretari Mariano Pintus
 
 Partecipazioni StataliMinistro Giorgio Bo
 Sottosegretari Carlo Donat-Cattin
 
 Lavoro e Previdenza SocialeMinistro Giacinto Bosco
 Sottosegretari Ettore Calvi, Simone Gatto, Anselmo Martoni
 
 Turismo e SpettacoloMinistro Achille Corona
 Sottosegretari Ruggero Lombardi, Pietro Micara
 
 Eventi4 dicembre 1963. Dopo la fase transitoria del "governo ponte" 
          guidato da Giovanni Leone, si raggiunge l'accordo storico fra Dc e Psi 
          - tanto voluto da Aldo Moro - che porta alla costituzione del primo 
          governo della nuova storia repubblicana italiana con partecipazione 
          dei socialisti. Pietro Nenni, leader del Psi, è vicepresidente 
          del Consiglio; 6 sono i ministri socialisti. Al momento di porre la 
          fiducia, però, alcuni parlamentari socialisti manifestano il 
          loro disaccordo (25 deputati e 13 senatori escono dall'aula) e fonderanno 
          il nuovo Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (PSIUP). 
          Fra i dissidenti, tuttavia, c'è anche qualche democristiano, 
          come ad esempio Mario Scelba, capofila della corrente Centrismo. Consumate 
          tutte le polemiche, il governo ottiene la fiducia (alla Camera 350 sì, 
          233 no, 4 astensioni; al Senato 175 sì, 111 no).
 27 dicembre 1963. Viene istituita la Regione Molise, la ventesima regione 
          d'Italia, dallo scorporo dalla precedente ripartizione denominata Abruzzi 
          e Molise.
 26 gennaio 1964. Il presidente del Consiglio, Aldo Moro, si dimette 
          da segretario della Dc, lasciando l'eredità a Mariano Rumor (della 
          corrente dorotea) e al vice Arnaldo Forlani (fanfaniano).
 22 febbraio 1964. Scattano i nuovi provvedimenti del governo: viene 
          disciplinata la vendita a rate e viene varata una riforma finanziaria 
          per trattenere la fuga di capitali (tra le altre cose, il governo riduce 
          al 5% la quota di possesso sui titoli nominativi e mantiene al 30% quella 
          sui titoli anonimi).
 27 maggio 1964. I provvedimenti governativi suscitano la crisi: il ministro 
          socialista del Bilancio, Antonio Giolitti, dice di non essere d'accordo 
          e di prevedere un aggravamento della situazione; anche il collega democristiano 
          del Tesoro, Emilio Colombo, afferma di prevedere un collasso dell'economia 
          a causa dell'eccessivo aumento dei salari rispetto al reddito. Pochi 
          giorni dopo, ad avallare questa situazione è il governatore della 
          Banca d'Italia, Guido Carli, il quale afferma che a pagarne le conseguenze 
          sarebbe stato l'intero sistema produttivo.
 25 giugno 1964. Il governo cade su un provvedimento che riguarda l'istruzione 
          privata. Solo 7 voti di scarto determinano il rifiuto del progetto governativo 
          di assegnare fondi per 149 milioni di lire (una cifra irrisoria, ma 
          gli oppositori la prendono come questione di principio). Nel calderone 
          ci sono anche la tassa sulle automobili, l'aumento della benzina e soprattutto 
          il nuovo piano urbanistico pensato dal ministro socialista Giovanni 
          Pieraccini.
 26 giugno 1964. Lo scontro è infuocato: socialisti, socialdemocratici, 
          repubblicani, ma anche una parte della stessa Dc non sostengono i provvedimenti. 
          Il governo non può più stare in piedi e Moro si dimette.
   II GOVERNO MORO ComposizioneCamera dei Deputati Seggi
 Democrazia Cristiana
 Partito Socialista Italiano
 Partito Socialdemocratico Italiano
 Partito Repubblicano Italiano
 Südtiroler Volkspartei
 Union Valdôtaine
 Totale Maggioranza 260
 87
 33
 6
 3
 1
 390
 Partito Comunista Italiano
 Partito Liberale Italiano
 Movimento Sociale Italiano
 PDI di Unità Monarchica
 Totale Opposizione 166
 39
 27
 8
 240
 Totale 630
 Senato della Repubblica Seggi
 Democrazia Cristiana
 Partito Socialista Italiano
 Partito Socialdemocratico Italiano
 Südtiroler Volkspartei
 Partito Repubblicano Italiano
 Union Valdôtaine
 Totale Maggioranza 132
 44
 14
 2
 1
 1
 194
 Partito Comunista Italiano
 Partito Liberale Italiano
 Movimento Sociale Italiano
 PDI di Unità Monarchica
 Totale Opposizione 85
 19
 15
 2
 121
 Totale 315
 Composizione del governo:
 Democrazia Cristiana
 Partito Socialista Italiano
 Partito Socialista Democratico Italiano
 Partito Repubblicano Italiano
 
 Presidente del Consiglio dei ministriAldo Moro
 
 Vicepresidente del Consiglio dei ministriPietro Nenni
 
 Segretario del Consiglio dei ministriAngelo Salizzoni
 
 Ministeri senza portafoglio
 Interventi straordinari nel Mezzogiorno e nelle aree depressive 
          del Centro-Nord Attilio Piccioni, Giulio Pastore
 
 Rapporti fra Governo e Parlamento Giovanni Battista Scaglia
 
 Ricerca scientifica Carlo Arnaudi
 
 Riforma della pubblica amministrazione Luigi Preti
 
 MINISTERI Affari esteri
 Ministro Giuseppe Saragat fino al 28/12/64, (è stato eletto Presidente 
          della Repubblica)
 Aldo Moro interim fino al 05/03/65
 Amintore Fanfani fino al 30/12/65
 Aldo Moro interim dal 30/12/65
 Sottosegretari Giuseppe Lupis, Ferdinando Storchi, Mario Zagari
 
 InternoMinistro Paolo Emilio Taviani
 Sottosegretari Leonetto Amadei, Guido Ceccherini, Crescenzo Mazza
 
 Grazia e GiustiziaMinistro Oronzo Reale
 Sottosegretari Riccardo Misasi
 
 BilancioMinistro Giovanni Pieraccini
 Sottosegretari Giuseppe Caron
 
 FinanzeMinistro Roberto Tremelloni
 Sottosegretari Cesare Bensi, Athos Valsecchi, Mario Vetrone
 
 TesoroMinistro Emilio Colombo
 Sottosegretari Francesco Albertini, Giuseppe Belotti, Renato Cappugi, 
          Eugenio Gatto
 
 DifesaMinistro Giulio Andreotti
 Sottosegretari Luigi Angrisani, Mario Marino Guadalupi, Guglielmo Pelizzo
 
 Pubblica IstruzioneMinistro Luigi Gui
 Sottosegretari Maria Badaloni, Piero Caleffi, Domenico Magrì
 
 Lavori PubbliciMinistro Giacomo Mancini
 Sottosegretari Danilo De' Cocci, Pier Luigi Romita
 
 Agricoltura e ForesteMinistro Mario Ferrari Aggradi
 Sottosegretari Dario Antoniozzi, Ludovico Camangi, Venerio Cattani
 
 Trasporti e Aviazione CivileMinistro Angelo Raffaele Jervolino
 Sottosegretari Orlando Lucchi, Salvatore Mannironi
 
 Poste e TelecomunicazioniMinistro Carlo Russo
 Sottosegretari Remo Gaspari
 
 Industria, Commercio e ArtigianatoMinistro Giuseppe Medici fino al 05/03/65
 Edgardo Lami Starnuti dal 05/03/65
 Sottosegretari Maria Vittoria Mezza, Giorgio Oliva, Vincenzo Scarlato
 
 SanitàMinistro Luigi Mariotti
 Sottosegretari Calogero Volpe
 
 Commercio con l'EsteroMinistro Bernardo Mattarella
 Sottosegretari Girolamo Messeri (fino al 16/12/64), Emilio Battista 
          (dal 15/03/65)
 
 Marina MercantileMinistro Giovanni Spagnolli
 Sottosegretari Stefano Riccio
 
 Partecipazioni StataliMinistro Giorgio Bo
 Sottosegretari Carlo Donat-Cattin
 
 Lavoro e Previdenza SocialeMinistro Umberto Delle Fave
 Sottosegretari Ettore Calvi, Giorgio Fenoaltea, Anselmo Martoni
 
 Turismo e SpettacoloMinistro Achille Corona
 Sottosegretari Emilio Battista (fino al 15/03/65), Pietro Micara (dal 
          15/03/65)
 
       Eventi3 luglio 1964. Poco dopo le dimissioni del precedente governo, il presidente 
          della Repubblica, Antonio Segni, riaffida l'incarico ad Aldo Moro:
 22 luglio 1964. A seguito di numerose consultazioni, la coalizione di 
          centrosinistra (Dc, Psi, Psdi, Pri) riesce a compattarsi, nonostante 
          emerga la dissidenza della sinistra socialista che sostiene si debba 
          dare soltanto l'appoggio esterno al governo. Moro, dunque, vara il suo 
          secondo esecutivo, che lascia da parte i democristiani della corrente 
          di Fanfani e la sinistra Psi che fa capo a Riccardo Lombardi.
 1º agosto 1964. Il Senato vota la fiducia (163 sì, 120 no, 
          1 astenuto). Cinque giorni dopo, c'è la fiducia della Camera 
          (344 sì, 238 no, 3 astenuti).
 7 agosto 1964. In seguito ad un diverbio con il Ministro degli Esteri 
          Saragat e con il presidente del Consiglio Moro, il presidente Antonio 
          Segni è colpito da un ictus cerebrale. Per alcune settimane, 
          resterà tra la vita e la morte.
 21 agosto 1964. Muore Palmiro Togliatti, segretario del Pci, colpito 
          da emorragia cerebrale.
 1º settembre 1964. Si ripropone lo scontro che aveva infervorato 
          il governo precedente: temi di dibattito sono il piano urbanistico, 
          le Regioni e le nazionalizzazioni.
 28 dicembre 1964. Il presidente della Repubblica si dimette per le sue 
          condizioni di salute. Le nuove elezioni portano alla proclamazione di 
          Giuseppe Saragat, socialdemocratico, che lascia dunque il governo (dove 
          ricopriva l'incarico di Ministro degli Esteri).
 5 marzo 1965. Amintore Fanfani ritorna sulla scena politica. Il premier 
          Moro gli affida il dicastero precedentemente ricoperto da Saragat, quello 
          degli Esteri, in una situazione particolare per lo scenario mondiale, 
          quando scoppia, cioè, la guerra del Vietnam.
 11 marzo 1965. Vengono approvati provvedimenti per i finanziamenti straordinari 
          alle aziende in crisi: nascono così le cooperative, le società 
          e i gruppi immobiliari.
 21 maggio 1965. Si prorogano per 15 anni le misure straordinarie per 
          interventi economici al Sud, previsti dalla cosiddetta "Cassa del 
          Mezzogiorno".
 24 giugno 1965. Nasce la Legge sul Cinema: quando ormai la produzione 
          cinematografica ha raggiunto livelli da record, vengono prodotti film 
          di ogni genere con una variegata libertà di espressione. Alcuni 
          di essi, secondo il governo, rischiano di creare disagi nelle coscienze 
          dei cittadini, dei cristiani, degli uomini virtuosi. Pertanto si decide 
          di regolamentarne l'uscita: è scontro nella stessa maggioranza 
          fra Dc e Psi, ma alla fine si riesce a trovare l'accordo.
 15 luglio 1965. Viene inaugurato il Traforo del Monte Bianco.
 21 settembre 1965. Il ministro degli Esteri, Amintore Fanfani, viene 
          nominato presidente dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite.
 30 ottobre 1965. Approvata la legge sui patti agrari e sull'abolizione 
          della mezzadria.
 21 gennaio 1966. A far cadere il governo è il voto sull'istituzione 
          della Scuola Materna Statale. Gran parte della Dc, con voto segreto, 
          respinge il provvedimento (ci sono 250 no e 221 sì; il voto è 
          condizionato dal fatto che molti istituti infantili privati erano guidati 
          da ordini religiosi), ma quando il presidente Moro chiede di votare 
          a scrutinio palese, i franchi tiratori fanno un passo indietro: 317 
          sì, 232 no. Moro, davanti allo strappo evidente, si dimette.
 III GOVERNO MORO ComposizioneCamera dei Deputati Seggi
 Democrazia Cristiana
 Partito Socialista Italiano
 Partito Socialdemocratico Italiano
 Partito Repubblicano Italiano
 Südtiroler Volkspartei
 Union Valdôtaine
 Totale Maggioranza 260
 87
 33
 6
 3
 1
 390
 Partito Comunista Italiano
 Partito Liberale Italiano
 Movimento Sociale Italiano
 PDI di Unità Monarchica
 Totale Opposizione 166
 39
 27
 8
 240
 Totale 630
 Senato della Repubblica Seggi
 Democrazia Cristiana
 Partito Socialista Italiano
 Partito Socialdemocratico Italiano
 Südtiroler Volkspartei
 Partito Repubblicano Italiano
 Union Valdôtaine
 Totale Maggioranza 132
 44
 14
 2
 1
 1
 194
 Partito Comunista Italiano
 Partito Liberale Italiano
 Movimento Sociale Italiano
 PDI di Unità Monarchica
 Totale Opposizione 85
 19
 15
 2
 121
 Totale 315
 Composizione del governo:
 Democrazia Cristiana: presidente del consiglio, segretario del consiglio 
          dei ministri, 14 ministri, 26 sottosegretari;
 Partito Socialista Italiano: vicepresidente del consiglio, 5 ministri, 
          13 sottosegretari;
 Partito Socialista Democratico Italiano: 2 ministri, 5 sottosegretari;
 Partito Repubblicano Italiano: 1 ministri, 1 sottosegretario.
 
 Presidente del Consiglio dei ministriAldo Moro (DC)
 
 Vicepresidente del Consiglio dei ministriPietro Nenni (PSI)
  Segretario del Consiglio dei ministriAngelo Salizzoni (DC)
 
 Ministeri senza portafoglio
 Interventi straordinari nel Mezzogiorno e nelle aree depressive 
          del Centro-Nord Attilio Piccioni (DC), Giulio Pastore (DC)
 
 Rapporti fra Governo e Parlamento Giovanni Battista Scaglia (DC)
 
 Ricerca scientifica Leopoldo Rubinacci (DC)
 
 MINISTERI Affari esteri
 Ministro Amintore Fanfani (DC)
 Sottosegretari Giuseppe Lupis (PSDI), Giorgio Oliva (DC), Mario Zagari 
          (PSI)
 
 InternoMinistro Paolo Emilio Taviani (DC)
 Sottosegretari Leonetto Amadei (PSI), Guido Ceccherini (PSDI), Remo 
          Gaspari (DC)
 
 Grazia e GiustiziaMinistro Oronzo Reale (PRI)
 Sottosegretari Riccardo Misasi (DC)
 
 BilancioMinistro Giovanni Pieraccini (PSI)
 Sottosegretari Giuseppe Caron (DC)
 
 FinanzeMinistro Luigi Preti (PSDI)
 Sottosegretari Cesare Bensi (PSI), Vittorino Colombo (DC), Giovanni 
          Gioia (DC), Athos Valsecchi (DC)
 
 TesoroMinistro Emilio Colombo (DC)
 Sottosegretari Alessandro Agrimi (DC), Francesco Albertini (PSI), Giorgio 
          Braccesi (DC), Eugenio Gatto (PSI)
 
 DifesaMinistro Roberto Tremelloni (PSDI)
 Sottosegretari Francesco Cossiga (DC), Mario Marino Guadalupi (PSI), 
          Natale Santero (DC)
 
 Pubblica IstruzioneMinistro Luigi Gui (DC)
 Sottosegretari Maria Badaloni (DC), Piero Caleffi (PSI), Giovanni Elkan 
          (DC), Pier Luigi Romita (PSI)
 
 Lavori PubbliciMinistro Giacomo Mancini (PSI)
 Sottosegretari Luigi Angrisani (PSDI), Danilo De Cocci (DC), Luigi Giglia 
          (DC)
 Agricoltura e ForesteMinistro Franco Restivo (DC)
 Sottosegretari Dario Antoniozzi (DC), Ludovico Camangi (PRI), Francesco 
          Principe (PSI), Dante Schietroma (PSDI)
 
 Trasporti e Aviazione CivileMinistro Oscar Luigi Scalfaro (DC)
 Sottosegretari Arcangelo Florena (DC), Orlando Lucchi (PSI)
 
 Poste e TelecomunicazioniMinistro Giovanni Spagnolli (DC)
 Sottosegretari Crescenzo Mazza (DC)
 
 Industria, Commercio e ArtigianatoMinistro Giulio Andreotti (DC)
 Sottosegretari Franco Maria Malfatti (DC), Maria Vittoria Mezza (PSI), 
          Bonaventura Picardi (DC)
 
 SanitàMinistro Luigi Mariotti (PSI)
 Sottosegretari Calogero Volpe (DC)
 
 Commercio con l'EsteroMinistro Giusto Tolloy (PSI)
 Sottosegretari Dante Graziosi (DC), Mario Vetrone (DC)
 
 Marina MercantileMinistro Lorenzo Natali (DC)
 Sottosegretari Mario Martinez (PSI)
 
 Partecipazioni StataliMinistro Giorgio Bo (DC)
 Sottosegretari Carlo Donat-Cattin (DC)
 
 Lavoro e Previdenza SocialeMinistro Giacinto Bosco (DC)
 Sottosegretari Ettore Calvi (DC), Raffaele Di Nardo (PSI), Anselmo Martoni 
          (PSDI)
 
 Turismo e SpettacoloMinistro Achille Corona (PSI)
 Sottosegretari Adolfo Sarti (DC)
 
   IV GOVERNO MORO ComposizioneCamera dei Deputati Seggi
 Democrazia Cristiana
 Partito Socialista Italiano
 Partito Socialdemocratico Italiano
 Partito Repubblicano Italiano
 Südtiroler Volkspartei
 Union Valdôtaine
 Totale Maggioranza 266
 61
 29
 15
 3
 1
 375
 Partito Comunista Italiano
 Movimento Sociale Italiano
 Partito Liberale Italiano
 Totale Opposizione 179
 56
 20
 255
 Totale 630
 Senato della Repubblica Seggi
 Democrazia Cristiana
 Partito Socialista Italiano
 Partito Socialdemocratico Italiano
 Partito Repubblicano Italiano
 Südtiroler Volkspartei
 Union Valdôtaine
 Totale Maggioranza 135
 33
 11
 8
 2
 1
 190
 Partito Comunista Italiano
 Movimento Sociale Italiano
 PSI di Unità Proletaria
 Sinistra Indipendente
 Partito Liberale Italiano
 Totale Opposizione 74
 26
 11
 9
 5
 125
 Totale 315
 Composizione del governo:
 Democrazia Cristiana
 Partito Repubblicano Italiano
 
 Presidente del Consiglio dei ministriAldo Moro
 
 Vicepresidente del Consiglio dei ministriUgo La Malfa
 
 Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministriAngelo Salizzoni
 
 Ministeri senza portafoglio
 Coordinamento delle iniziative per la ricerca scientifica e 
          tecnologicaMario Pedini
 
 Organizzazione della pubblica amministrazione Francesco Cossiga
 
 Problemi relativi alle regioni Tommaso Morlino
 
 Beni culturali e ambiente (* il 14/12/74 viene istituito 
          il Ministero dei Beni Culturali e Ambientali) Giovanni Spadolini
 
 MINISTERI
 Affari esteriMinistro Mariano Rumor
 Sottosegretari Adolfo Battaglia, Francesco Cattanei, Luigi Granelli
 
 InternoMinistro Luigi Gui
 Sottosegretari Girolamo La Penna, Decio Scardaccione, Giuseppe Zamberletti
 
 Grazia e GiustiziaMinistro Oronzo Reale
 Sottosegretari Renato Dell'Andro
 
 Bilancio e Programmazione EconomicaMinistro Giulio Andreotti (con incarico agli interventi straordinari 
          nel Mezzogiorno)
 Sottosegretari Salvatore Lima
 
 FinanzeMinistro Bruno Visentini
 Sottosegretari Giuseppe Cerami, Luigi Michele Galli, Filippo Maria Pandolfi
 
 TesoroMinistro Emilio Colombo
 Sottosegretari Lucio Gustavo Abis, Francesco Fabbri, Antonio Mario Mazzarrino
 
 DifesaMinistro Arnaldo Forlani
 Sottosegretari Onorio Cengarle, Luigi Dalvit, Luciano Radi
 
 Pubblica IstruzioneMinistro Franco Maria Malfatti
 Sottosegretari Francesco Smurra, Giorgio Spitella, Giacinto Urso
 
 Lavori PubbliciMinistro Pietro Bucalossi
 Sottosegretari Gian Aldo Arnaud
 
 Agricoltura e ForesteMinistro Giovanni Marcora
 Sottosegretari Arcangelo Lo Bianco, Carlo Felici
 
 TrasportiMinistro Mario Martinelli
 Sottosegretari Costante Degan, Giuseppe Sinesio
 
 Poste e TelecomunicazioniMinistro Giulio Orlando
 Sottosegretari Giuseppe Fracassi
 
 Industria, Commercio e ArtigianatoMinistro Carlo Donat-Cattin
 Sottosegretari Egidio Carenini, Adolfo Nino Cristofori
 
 SanitàMinistro Antonino Pietro Gullotti
 Sottosegretari Franco Foschi, Biagio Pinto
 
 Commercio con l'EsteroMinistro Ciriaco De Mita
 Sottosegretari Ignazio Vincenzo Senese
 
 Marina MercantileMinistro Giovanni Gioia
 Sottosegretari Gianmario Carta, Primo Lucchesi
 
 Partecipazioni StataliMinistro Antonio Bisaglia
 Sottosegretari Francesco Bova, Aristide Gunnella
 
 Lavoro e Previdenza SocialeMinistro Mario Toros
 Sottosegretari Tina Anselmi, Manfredi Bosco, Alberto Del Nero
 
 Beni Culturali e AmbientaliMinistero istituito con decreto-legge del 14/12/74
 Ministro Giovanni Spadolini
 Sottosegretari Alberto Spigaroli
 
 Turismo e SpettacoloMinistro Adolfo Sarti
 Sottosegretari Antonino Drago
 
 V GOVERNO MORO ComposizioneCamera dei Deputati Seggi
 Democrazia Cristiana
 Partito Socialista Italiano
 Partito Socialdemocratico Italiano
 Partito Liberale Italiano
 Partito Repubblicano Italiano
 Südtiroler Volkspartei
 Union Valdôtaine
 Totale Maggioranza 266
 61
 29
 20
 15
 3
 1
 395
 Partito Comunista Italiano
 Movimento Sociale Italiano
 Totale Opposizione 179
 56
 235
 Totale 630
 Senato della Repubblica Seggi
 Democrazia Cristiana
 Partito Socialista Italiano
 Partito Socialdemocratico Italiano
 Partito Repubblicano Italiano
 Partito Liberale Italiano
 Südtiroler Volkspartei
 Union Valdôtaine
 Totale Maggioranza 135
 33
 11
 8
 5
 2
 1
 195
 Partito Comunista Italiano
 Movimento Sociale Italiano
 PSI di Unità Proletaria
 Sinistra Indipendente
 Totale Opposizione 74
 26
 11
 9
 120
 Totale 315
 Composizione del governo:
 Democrazia Cristiana
 
 Presidente del Consiglio dei ministriAldo Moro
 
 Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministriAngelo Salizzoni
 
 Ministeri senza portafoglio
 Organizzazione della pubblica amministrazione e regioniTommaso Morlino
 Francesco Cossiga (con Dpr 12 febbraio 1976 assunse la carica di ministro 
          dell'interno, cessando da quella di ministro senza portafoglio)
 
 MINISTERI
 Affari esteriMinistro Mariano Rumor
 Sottosegretari Francesco Cattanei, Luigi Granelli
 
 InternoMinistro Aldo Moro (ad interim) (con Dpr 12 febbraio 1976 cessa dalla 
          carica di ministro dell'interno, ad interim) Francesco Cossiga (con 
          Dpr 12 febbraio 1976 assunse la carica di ministro dell'interno, cessando 
          da quella di ministro senza portafoglio)
 Sottosegretari Girolamo La Penna, Decio Scardaccione, Giuseppe Zamberletti
 
 Grazia e GiustiziaMinistro Francesco Paolo Bonifacio
 Sottosegretari Renato Dell'Andro
 
 Bilancio e Programmazione EconomicaMinistro Giulio Andreotti (con incarico agli interventi straordinari 
          nel Mezzogiorno)
 Sottosegretari Salvatore Lima
 
 FinanzeMinistro Gaetano Stammati
 Sottosegretari Giuseppe Cerami, Luigi Michele Galli, Filippo Maria Pandolfi
 
 TesoroMinistro Emilio Colombo
 Sottosegretari Lucio Gustavo Abis, Francesco Fabbri, Antonio Mario Mazzarrino
 
 DifesaMinistro Arnaldo Forlani
 Sottosegretari Onorio Cengarle, Luigi Dalvit, Luciano Radi
 
 Pubblica IstruzioneMinistro Franco Maria Malfatti
 Sottosegretari Francesco Smurra, Giorgio Spitella, Giacinto Urso
 
 Lavori PubbliciMinistro Antonino Pietro Gullotti
 Sottosegretari Gian Aldo Arnaud, Guglielmo Nucci
 
 Agricoltura e ForesteMinistro Giovanni Marcora
 Sottosegretari Arcangelo Lo Bianco, Carlo Felici
 
 TrasportiMinistro Mario Martinelli
 Sottosegretari Costante Degan, Giuseppe Sinesio
 
 Poste e TelecomunicazioniMinistro Giulio Orlando
 Sottosegretari Giuseppe Fracassi
 
 Industria, Commercio e ArtigianatoMinistro Carlo Donat-Cattin
 Sottosegretari Egidio Carenini, Adolfo Nino Cristofori
 
 SanitàMinistro Luciano Dal Falco
 Sottosegretari Franco Foschi
 
 Commercio con l'EsteroMinistro Ciriaco De Mita
 Sottosegretari Ignazio Vincenzo Senese
 
 Marina MercantileMinistro Giovanni Gioia
 Sottosegretari Primo Lucchesi
 
 Partecipazioni StataliMinistro Antonio Bisaglia
 Sottosegretari Francesco Bova
 
 Lavoro e Previdenza SocialeMinistro Mario Toros
 Sottosegretari Tina Anselmi, Manfredi Bosco, Alberto Del Nero
 
 Beni Culturali e AmbientaliMinistro Mario Pedini (delega Ricerca scientifica)
 Sottosegretari Alberto Spigaroli
 
 Turismo e SpettacoloMinistro Adolfo Sarti
 Sottosegretari Antonino Drago
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