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Papa
Clemente XII

(1730-40)

- segretario di stato:
card.
G. Firrao (dal 1733);

rottura tra Madrid e Roma;

1734
Gennaio
14
, come conseguenza del rapporto ricevuto dall'Entità il dicembre scorso, approva una nuova costituzione dello Stato pontificio in cui si proibisce a tutti i cittadini di partecipare ai riti massonici, pena la morte e la confisca di tutti i beni; la nuova legge ordina a tutti i religiosi di denunciare ai magistrati ecclesiastici le cerimonie e chi le frequenta;
[questo si ripeterà ancora nel 1751, 1814, 1825, 1865, 1884, …]
diventato completamente cieco, anche se continua ad occuparsi delle questioni di governo, delega gran parte degli affari di Stato al nipote card. Neri Corsini.
Riceve l'omaggio feudale di Napoli (la "chinea" e i 7000 ducati) dal rappresentante dell'Austria principe don Scipione Poblicola di Santa Croce e rifiuta invece la "chinea" di don Carlos, che egli ritiene usurpatore di Parma e Piacenza, feudi della Chiesa, e soprattutto non ancora saldamente fermo nel regno di Napoli.

 

Gesuiti

«segue da 1733»
[padre generale: ?]
Provincia Veneta:
[p. provinciale Donato Mora (1713-?)]
1734
, dal 1711 si sono stabiliti anche Feltre (fino al 1768).
[vedi Domicilia]
«segue 1735»

 

Paradisi fiscali

«segue da 1670»
Isole Cayman
(Svizzera dei Caraibi)
1734, cominciano ad essere abitate;
«segue 1977»  

 

ANNO 1734




1734
SACRO ROMANO IMPERO
Carlo VI
Albero genealogico

(Wien 1685-Wien 1740)
figlio di Leopoldo I e della p.ssa Eleonora Maddalena von Neuburg;
1708, 23 aprile, sposa la duchessa Elisabeth Christine di Braunschweig-Wolfenbüttel (1691-1750)
1711-1740, arciduca d'Austria;
1711-1740, re d'Ungheria (Károly III);
1711-1740, re di Boemia (Karel II);
1711-1740, imperatore del Sacro Romano Impero;
[incoronato il 22.5.1712]
1711-14, guerra di successione spagnola;
1721-35, re di Napoli e di Sicilia;
[investito da papa Innocenzo XIII;
[viceré di Napoli: Giulio Visconti (? - ?)]
[viceré di Sicilia: marchese Rubbi (? - ?)]





1734
-
LOMBARDIA
battaglia di Parma: cadono ca 10.000 austriaci;
NAPOLI
1734, 19 febbraio, mentre don Carlos si appresta a scendere nel regno, il viceré bandisce la guerra e convoca gli "Eletti delle Piazze"; mentre le fortezze sono munite e i presìdi preparati, le milizie napoletane sono al comando del conte Traun; il viceré attende rinforzi dalla Sicilia ma sopratturro dagli imperiali che si apprestano a inviare ventimila uomini al comando del maresciallo Mercy alle spalle degli spagnoli;
convocato un altro consiglio di guerra, il viceré ascolta le diverse opinioni espresse dal conte Traun e dal generale napoletano Caraffa (stipendiato dagli imperiali), forma un reggimento di napoletani volontari o ingaggiati con spese e cura di Pignatelli, duca di Monteleone, ed infine arruola i prigionieri e i fuggiaschi rei di delitti. Molto denaro privato depositato nei "banchi" o nei tribunali per liti civili viene incamerato dal fisco; la città, minacciata, sborsa 150.000 ducati; gli archivi della monarchia vengono mandati per sicurezza a Gaeta e a Terracina; la viceregina, sebbene inferma, parte con la famiglia cercando riparo a Roma;
19 marzo, le isole di Procida e Ischia, sguarnite di presìdi ed impossibili da difendere, si arrendono agli spagnoli del conte di Clavijo, ammiraglio dell'armata spagnola salpata dai porti di Longone e Livorno;
mentre il conte Traun, con 5.000 soldati, tiene le trincee di Mignano il viceré, incassando dallo stato nuovi denari, rimane in attesa degli avvenimenti;
3 aprile, dopo i fatti di Mignano [vedi sotto] il viceré, i suoi ministri e i suoi soldati tedeschi prendono la via di fuga verso Avellino e di qui in Puglia. Alla città, senza capo e senza difesa, provvedono i magistrati e le milizie civili.
All'arrivo in Puglia dell'esercito spagnolo il viceré fugge con le navi portando con sé il generale Caraffa, accusato dal conte Traun, e convocato a Vienna dall'imperatore per essere giudicato.
Antonio Pignatelli, principe di Belmonte e marchese di San Vincenzo, a capo di ottomila soldati tedeschi, dopo aver occupato con i suoi accampamenti la Basilicata e le Puglie prende posizione a Bari. Lasciatovi un piccolo presidio accampa l'esercito a Bitonto e aspetta gli spagnoli.
25 maggio, arrivato il conte di Montemar con gli spagnoli, i tedeschi si disperdono disordinatamente verso Bari mentre il colonnello Villani con duecento ussari fugge in maniera ordinata verso gli Abruzzi e si rifugia a Pescara. Anche il principe di Belmonte e Ferdinando Pignatelli, principe di boli, altro generale al servizio degli imperiali lasciato il campo seguono i fuggitivi.
Il principe di Belmonte sceglie gli Abruzzi come base con la ben munita fortezza di Pescara ed i forti castelli d'Aquila e di Civitella.
24 novembre, cade la fortezza di Capua; il presidio, 5.100 soldati, raggiunge i porti dell'Adriatico e salpa verso Trieste, tranne ca 2.000 soldati che passano al servizio degli spagnoli.
SICILIA
[viceré di Sicilia: marchese Rubbi (? - ?)]
1734, le cittadelle fortificate sono comandate da:
- Messina: principe di Lobkowitz;
- Siracura: marchese Orsini di Roma;
- Trapani: generale Carrera;
- castello di Palermo e altri dell'isola sono difesi da pochi tedeschi;
23 agosto, quando il viceré vede la flotta spagnola a Palermo, s'imbarca per Malta mentre gli imperiali si trincerano nel castello;
a Messina, viste le navi spagnole, il principe di Lobkowitz abbandona due castelli per accrescere le forze della cittadella e del castello di Gonzaga; la città, liberata dal presidio tedesco, si consegna agli spagnoli;



1734
REGNO di PRUSSIA
Federico Guglielmo I
Albero genealogico

[il re Sergente] (Berlino 1657 - Potsdam 1740)
figlio di Federico I e di Sofia Carlotta di Hannover;
1713-40, re di Prussia;
1734
sempre al riguardo della ricostruzione dell'apparato militare, istituisce un "sistema cantonale" che assicura il completamento dei singoli reggimenti mediante la suddivisione del territorio nazionale in cantoni di circa 5000 famiglie, tenuti a fornire quote fisse di uomini;





1734
SASSONIA - REGNO di POLONIA
Augusto III
Albero genealogico

(Dresda 1696 - 1763)
figlio di Augusto II e di Cristiana di Brandeburgo-Bareith;
1733-63, principe elettore di Sassonia (Ferdinando Augusto II);
1733-63, re di Polonia;
guerra di successione polacca (1733-38);
1734
Giugno
29
, gli austriaci, che hanno tentato di approfittare della controversia tra gli alleati per Mantova, sono sconfitti a Parma; nel frattempo don Carlos di Borbone, al comando di un esercito spagnolo, si impadronisce senza difficoltà del regno di Napoli di cui assume la corona con il nome di Carlo VII; da questo momento le operazioni ristagnano; 




1734
BAVIERA
Albero genealogico

(† 1745)
figlio di Massimiliano II Emanuele e di Maria d'Austria († 1694);
1726-45, elettore di Baviera;



1742-45, imperatore (Carlo VII);


1734
LORENA e BAR
Francesco III Stefano
Albero genealogico

(Lunéville 1708 - Innsbruck 1765)
figlio di Leopoldo duca di Lorena e di Elisabetta Carlotta d'Orléans;
1729-36, duca di Lorena e di Bar;



1737-65, granduca di Toscana (Francesco II)
1738-48, duca di Parma e Piacenza (Francesco II)
1745-65, imperatore del Sacro Romano Impero (Francesco I);






1734
IMPERO OTTOMANO

Mahmud I

Albero genealogico

(1696-1754)
figlio di Mustafa II;
1730-54, sultano;
1734
-

1734
-






1734
RUSSIA
Anna Ivanovna
Albero genealogico

(Mosca 1693 - 1740)
figlia di Ivan V, fratellastro di Pietro il Grande;
1710, sposa Federico Guglielmo, duca di Curlandia;
1730-40, zarina di Russia;





Ministro degli Esteri
-
1734
estende il dominio russo fino a Danzica;












1734
REGNO di FRANCIA
Louis XV

(Versailles 1710-74)
figlio di Luigi duca di Borgogna e di Maria Adelaide di Savoia;
1715-74, re di Francia;
a soli cinque anni, sotto la reggenza del duca di Orléans imposta dal parlamento contro l'esplicita volontà del re scomparso;
1726 11 giu-19 gen 1743, affida gran parte della politica del regno al proprio ex precettore, il card. A.-H. de Fleury;


Principal ministre d'État
card. A.-H. de Fleury
(1726 11 giu - 29 gen 1743)
Guardasigilli
Germain Louis Chauvelin
(1726 23 ago - 20 feb 1737)
Sovrintendente
delle Finanze
Philibert Orry
(1730 19 mar - 5 dic 1745)
Segretario di stato
agli Affari Esteri
Germain Louis Chauvelin
(1727 23 ago - 20 feb 1737)
 
1734
1733-38, guerra di successione polacca:
CANADA
[Il nome deriva dalla parola huron kanata – villaggio o insediamento – che venne utilizzata in riferimento agli indiani di Stadaconé dal navigatore bretone Jacques Cartier (1491-1557). Essa viene quindi applicata dai francesi anche al territorio di Micmac e Montagnais.
Il toponimo Nuova Francia è caduto progressivamente in disuso e nel sec. XVIII è sostituito da Canada o dai nomi delle altre regioni.]
Governatore generale della Nuova Francia
Charles de Beauharnois de la Boische
marchese di Beauharnois
(1726 - 1746)
Intendente
Gilles Hocquart
(1731 - 1748)

1734
-

 

 


1734
Repubblica delle Province Unite
Olanda
Statolder
vacante
[2° periodo: 1702-47]
 
Zelanda
Statolder
vacante
[2° periodo: 1702-47]
 
Uthrecht
Statolder
vacante
[2° periodo: 1702-47]
 
Frisia
Statolder Willelm IV d'Orange-Nassau (1711-47)
Gheldria
Statolder

Willelm IV d'Orange-Nassau (1722-47)

Groninga
Statolder Willelm IV d'Orange-Nassau (1718-47)
Overijssel
Statolder
vacante
[2° periodo: 1702-47]
 
Durante i periodi di vacanza dello statolderato, le province di Olanda, Zelanda e Uthrecht vengono governate esclusivamente dai loro stati, liberi da interventi autocratici.
Questo secondo periodo di vacanza dello statolderato terminerà con il passaggio ereditario agli statolder di Frisia del titolo ereditario di "statolder generale" di tutte le repubbliche.

 

1734
-

 


1734
Gran Bretagna e Irlanda
Giorgio II
Albero genealogico
(† 1760)
figlio di re Giorgio I e di Sofia Dorotea di Lüneburg-Celle;
1714-27, principe di Galles;
1727-60, elettore di Hannover;
1727-60, re di Gran Bretagna e Irlanda;


 
Primo lord
del Tesoro
[First Lord
of the Treasury
]
-
Cancelliere
dello Scacchiere
[Chancellor
of the Exchequer
]
Segretari di Stato
-
Affari Esteri e Commonwealth
-
 
Affari Interni    
Giustizia    

1734
dal 1707 è in vigore l'Atto d'unione che ha ratificato l'istituzione del nuovo parlamento della Gran Bretagna;




 
SCOZIA [dal 1° maggio 1707 è unita a Inghilterra e Galles]
-
-
-
-

1734
-


 
IRLANDA
-
-
-
-

1734
dal 1729 al parlamento di Dublino è stata riconosciuta dall'Inghilterra l'indipendenza legislativa;

Nord America Britannico
-
-
-
-

1734
-




TERRANOVA
Governatore della provincia
Robert MacCarthy
visconte Muskerry
(1733 - 1734)

1734
-

 

ISOLA DEL PRINCIPE EDOARDO
Governatore della provincia
-

1734
-

 

NEW BRUNSWICK
Governatore della provincia
-

1734
-

 

NOVA SCOTIA
Governatore della provincia
-

1734
-

 

ISOLA DI CAPO BRETONE
Governatore della provincia
-

1734
-

 

a

 



1734
REGNO di DANIMARCA e di NORVEGIA
Cristiano VI [il Pio]
Albero genealogico
(† 1746)
figlio di Federico IV e di Luisa di Mecklenburg-Güstrow;
1730-46, re di Danimarca e di Norvegia;





1734
-
NORVEGIA
1734
-
ISLANDA
1734
-

 

1734
REGNO di SVEZIA
Federico I
Albero genealogico
(Kassel 1676 - Stoccolma 1751)
figlio di Carlo I langravio d'Assia-Kassel;
1720-51, re di Svezia;
dal 1721 si è sfasciato il grande impero baltico svedese;




1734
-




1734
REGNO di PORTOGALLO
Giovanni V [il Magnanimo]
Albero genealogico

(Lisbona 1689 - 1750)
figlio di Pietro II di Braganza e di Maria Sofia di Baviera-Neuburg;
1701-14, guerra di successione spagnola: alleato con gli Absburgo;
1707-50, re di Portogallo;



1734
-

a

1734
REGNI DI SPAGNA, NAPOLI e SICILIA
Filippo V

(Versailles 1683 - Madrid 1746)
nipote di Luigi XIV di Francia e di Maria Teresa (figlia del re di Spagna Filippo IV);
duca d'Angiò (Filippo);
1700-06, duca di Brabante (Filippo);
1700-46, re di Spagna;
[suo tutore è il marchese di Louville]
1700-13, re di Napoli e Sicilia;
- dal 1701 è sposato con Maria Luisa Gabriella (1688-1714), principessa di Savoia;
- dal 1714 è sposato con Elisabetta Farnese (1692-1766), principessa di Parma, al cui seguito il card. G. Alberoni è diventato il consulente del re;
- 1724, 31 agosto, muore il figlio Luigi, già proclamato re di Spagna;
1733-38, guerra di successione polacca;



Primo ministro
-
1734
-

a





1734
SAVOIA - REGNO DI SARDEGNA
Carlo Emanuele III
Albero genealogico

(Torino 1701-1773)
figlio di Vittorio Amedeo II di Savoia e di Anna Maria d'Orléans;
1715-30, principe di Piemonte;
1730-73,
- conte di Aosta, Maurienne, Nizza e Asti;
- marchese di Saluzzo e Monferrato;
- re di Cipro e Gerusalemme [titolare];
- re di Sardegna e duca di Savoia;

1746-73, marchese di Finale e Oneglia;


1734
1733-38, guerra di successione polacca: alleato con Francia e Spagna contro l'Austria, ha occupato il milanese;



1734
REPUBBLICA DI GENOVA
[Denominazione ufficializzata nel 1528 per iniziativa di Andrea Doria]
Domenico Maria Spinola
Albero genealogico

(? - ?)
figlio di
1732 29 gen - 29 gen 1734, doge di Genova;


Stefano Durazzo
Albero genealogico

(? - ?)
figlio di
1734 3 feb - 3 feb 1736, doge di Genova;


1734
-


1734
REPUBBLICA DI VENEZIA
"La Serenissima"

Carlo Ruzzini

(Venezia 11 nov 1653 - Venezia 5 gen 1735)
figlio di Marco e di Caterina Zeno; ha due fratelli;
1732-35, doge di Venezia; [113°]


- nunzio pontificio: ? (?-?);
- ambasciatore di Spagna: ? (? - ?)
- ambasciatore di Francia: ? (?-?)
1734
-


1734
ducato di Modena
Rinaldo III d'Este
Albero genealogico
(1655 - 1737)
figlio di Francesco I e di Lucrezia Barberini;
cardinale, rinuncia alla porpora per succedere al nipote Francesco II,
1694-1737, duca di Modena;
1733-36, durante l'occupazione austro-sarda si rifugia a Bologna;


1734
-


1734
ducato di Parma e Piacenza
don Carlos
Albero genealogico

(Madrid 1716-1788)
quintogenito di Filippo V re di Spagna e di Elisabetta Farnese;
1732-34, duca di Parma e Piacenza;
grazie ai diritti ereditari fatti valere dalla madre;


1735-59, re di Napoli e di Sicilia (Carlo VII);
1759-88, re di Spagna (Carlo III);



1734
guerra di successione polacca (1733-38): è a capo dell'esercito spagnolo che riconquista l'Italia meridionale;
arrivato a Livorno, passa per Firenze mentre le schiere spagnole si riuniscono nei campi di Siena e di Arezzo e il naviglio di Spagna trasporta soldati, cavalli e artiglierie; convoca a Parma i generali più illustri per decidere la spedizione di Napoli; nominata una reggenza e promulgate le ordinanze per un buon governo del ducato si dirige verso sud;
Marzo
attraverso Siena e Arezzo arriva a Perugia dove passa in rassegna i 16.000 fanti e 5.000 cavalieri (soldati spagnoli, francesi e italiani) guidati dal conte di Montemar; tra questi militano anche l'inglese duca di Liria (figlio del duca di Berwick), il conte di Marsillac, francese, molti grandi di Spagna e i napoletani duca di Eboli, il principe Caracciolo Torella e don Niccolò di Sangro.
Alla rassegna sono presenti in pompa magna anche il conte di Santo Stefano (ex precettore ed ora consigliere dell'infante) il principe Bartolomeo Corsini, nipote del papa, il conte di Charny (discendente da Gastone d'Orléans ed almeno cento altri duchi e baroni; è presente pure B. Tanucci, l'anno prima avvocato a Pisa e professore di ius publicus e suo consigliere dal 1732 (ha già difeso con successo gli affari spagnoli in vertenze contro l'Austria e contro la Curia di Roma) ed ora nominato auditore dell'esercito spagnolo.
Dopo la rassegna di Perugia, l'esercito viene mandato verso Napoli, entra negli Stati pontifici dove è accolto, mantenuto e onorato. Tuttavia Montemar, sospettando l'arrivo improvviso di truppe imperiali, crea una fortissima retroguardia.
Passa per Roma (senza entrare in città, pregato dal pontefice onde evitargli rogne con gli ambasciatori imperiali) e per via di Valmontone e Frosinone arriva quasi alla frontiera del regno (sul Liri, pochi chilometri oltre Frosinone).
14, emana un editto (dopo quello di Filippo V del 7 febbraio emanato dal Pardo) nel quale, tra l'altro, afferma che le discipline ecclesiastiche dureranno con le stesse buone regole di governo e che nessun altro tribunale verrà aggiunto agli esistenti [svanisce così il pericolo di un nuovo tribunale dell'Inquisizione].
30, montanari di Sesto (frazione di Mignano), esperti delle zone sovrastanti Mignano, offrono al duca di Eboli, a capo di quattromila spagnoli, di condurli inosservati a fianco della truppe tedesche; avvisato il conte di Montemar e presi i dovuti accordi per l'attacco al campo nemico, una vedetta tedesca scopre tutto e riferisce al conte Traun che, la notte stessa, bruciati i carretti e inchiodate le artiglierie, conduce le proprie truppe all'interno di Capua abbandonando tutto il resto che rimane preda del duca di Eboli;
Rimane un giorno ad Aquino, tre a San Germano.
Aprile
9
, arriva a Maddaloni;
10, fissa il comando ad Aversa; crea proprio luogotenente il conte di Charny per gli ordini civili della città e delle province e invita i tribunali, inoperosi per causa di guerra, di riprendere il loro compito;
invia il conte di Marsillac, con seimila soldati, ad occupare la città, sbarcare le artiglierie per gli assedi, assediare Baia e i tre forti della città, stando il quarto (il Carmine) senza presidio a porte schiuse. Accampa altre squadre nelle pianure di Sessa, per impedire ai presidi di Capua e di Gaeta di comunicare assieme e munirsi di vettovaglie. Muove infine contro le Puglie per affrontare il viceré che, unite alle proprie forze quelle del generale Carafa e del principe Pignatelli ed altre giunte dalla Sicilia, altre da Trieste, si trova in campo con 8.000 soldati.
23, si arrende il forte di Baia;
25, si arrende il castello di Santelmo;
Maggio
2
, cade il Castel dell'Ovo;
6, cade il Castel Nuovo;
10, la città è libera di ogni segno del passato;
Il conte di Montemar, visitati e stretti i blocchi di Capua e di Gaeta marcia verso la Puglia dove, unendosi al duca di Eboli, riunisce un esercito di 12.000 soldati.
Maggio
25
, il conte di Montemar sconfigge i tedeschi in Puglia. Espugna i due conventi, si arrendono nello stesso giorno la città e il castello di Bitonto;
26, si arrende Bari. Mille tedeschi tra morti e feriti, gli altri fuggitivi, contro circa trecento morti nella fila spagnole.
Caduti senza combattere i castelli delle Puglie, eccetto Brindisi e Lecce, una nutrita schiera di spagnoli si dirige negli Abruzzi mentre il conte di Montemar con altre fa ritorno a Napoli dove viene accolto trionfalmente e premiato con onori e il titolo di duca di Castelnuovo.
Uno dietro l'altro, tutti i castelli del regno cedono alle armi spagnole e le piccole guarnigioni tedesche passano al servizio del nuovo re. Cede anche l'isola di Lipari, minacciata da navi spagnole. Resistono ancora Pescara, Capua e Gaeta.
Giugno
15
, don Carlos rende pubblico il decreto con cui Filippo V gli cede i propri diritti, antichi e nuovi, sulle Sicilie, unite in un regno libero. Si fa quindi chiamare "Carlo per la grazia di Dio re delle Due Sicilie e di Gerusalemme, infante di Spagna, duca di Parma e Piacenza e Castro, gran principe ereditario della Toscana". E disegna le armi annestando alle nazionali delle due Sicilie tre gigli d'oro per la Casa di Spagna, sei di azzurro per la Farnese, e sei palle rosse per quella de' Medici. Si ripetono le feste civili, le ecclesiastiche e il re ne aggiunge un'altra popolare, la "cuccagna".
[Più tardi, in seguito ad un incidente dove muoiono molte persone e centinaia rimangono ferite, con decreto vieterà questa festa.]
Come primo atto nomina B. Tanucci ministro della giustizia.
Luglio
29
, capitola Pescara;
Agosto
6
, dopo l'assedio subito dai 1000 tedeschi e 500 napoletani del battaglione del duca di Montelone sotto l'azione dei sedicimila spagnoli del conte di Liria, con l'arrivo del conte di Montemar ed in seguito dello stesso re capitola Gaeta e il suo governatore conte di Tattembach.
Solo Capua resiste: il conte di Traun (tedeschi) contro il conte Marsillac (spagnoli) (tra di loro amici e in altre guerre compagni o su fronti opposti). 

SICILIA
1734
dal 1720 ormai, il trattato dell'Aia ha escluso la Spagna dalla Sicilia, cedendo l'isola agli Absburgo d'Austria.
Di fatto tuttavia, dopo la vittoria degli eserciti francese e spagnolo a Parma e Guastalla contro gli austriaci e la vittoria del duca di Parma e Piacenza contro gli austriaci a Bitonto, la flotta spagnola occupa l'isola.
Agosto
23
, l'armata spagnola, forte di 14.000 soldati, guidata dal conte di Montemar, comandante supremo e viceré per don Carlos, si appresta a conquistare l'isola salpando dai porti di Napoli e Baia; comandanti in secondo sono il conte di Marsillac ed il marchese di Grazia Reale;
a metà percorso il conte di Montemar si dirige verso Palermo ed il conte di Marsillac verso Messina;
29, anche don Carlos arriva al porto di Sòlanto, a una ventina di chilometri a est di Palermo;
il conte di Montemar, richiamato nella guerra in Lombardia, lascia al proprio posto nell'isola il marchese di Grazia Reale;



1734
Granducato di Toscana
Gian Gastone de' Medici
Albero genealogico
(Firenze 1671-1737)
figlio del granduca Cosimo III e di Margherita d'Orléans;
1723-37, granduca di Toscana;

 
1734
- 





Calonne, Charles-Alexandre de (Doual 1734-Parigi 1802) politico francese;
1766, avvocato di Duai - Fiandre - e procuratore generale del parlamento della stssa città, è intendente della generalità di Metz e poi di Lille;
ricchissimo, grazie anche ad un matrimonio vantaggioso, occupa diversi posti di intendente;
1783, nemico di J. Necker, dopo aver lavorato per la sua disgrazia e dopo i brevi ministeri di Joly de Fleury e di d'Ormesson, è finalmente promosso Controllore generale;
è chiamato da Louis XVI a dirigere le finanze francesi, in dissesto dopo le spese sostenute per aiutare i coloni nordamericani in lotta contro l'Inghilterra;
1787, febbraio, per aggirare l'opposizione del parlamento alla sua idea di tassare i beni fondiari del clero e della nobiltà, convoca un'assemblea di notabili;
aprile, respinte le sue idee pure da quest'ultimi è costretto a rifugiarsi in Inghilterra [è il primo emigrato] per evitare il procedimento giudiziario intentatogli contro dal parlamento;
gli succede Lomenie de Brienne;
in esilio, è ministro dei principi di sangue e dei nobiili emigrati e attivo agente della Controrivoluzione perla quale spende tutti i suoi enormi averi;
De l'Etat de la France Present et a venir (1790)
1802, torna a Parigi sotto il Consolato e vi muore.

Cigna, Giovanni (Mondovì 1734-Torino 1790) medico italiano, studioso in particolare dei vasi sanguigni e dell'utero; fondatore, con J.B. Lagrange di una società scientifica, la futura «Accademia delle Scienze» di Torino.

Cossé-Brissac, Louis Hercule Timoléon de – duca di Brissac (Parigi, 14 febbraio 1734 – Parigi, 9 settembre 1792) militare francese;
[VIII duca di Brissac, barone di La Motte-Saint-Jean e Pregny, Gran panettiere e Pari di Francia; intellettuale, bibliofilo e amante dell'arte: la collezione della sua casa di Parigi contiene molti quadri di maestri olandesi, che saranno sequestrati durante la Rivoluzione e più tardi collocati al Museo del Louvre.]
1775-91, governatore della città di Parigi;
1777, massone, membro della loggia del Collège de Clermont, succede al principe di Conti come Gran maestro dell'Ordine del Tempio;
1791, maresciallo di campo, comandante in capo della Guardia costituzionale del re e della Cavalleria leggera; capitano colonnello dei cento Svizzeri della Guardia del Re e cavaliere dell'Ordine dello Spirito Santo;
1792, 29 maggio 1792, l'Assemblea costituente decreta lo scioglimento del corpo della Guardia costituzionale, sospetta di un'eccessiva tendenza monarchica, accusando il suo capo di infondere uno spirito antirivoluzionario nelle sue truppe facendole giurare completa fedeltà al re; imprigionato ad Orléans in attesa del giudizio della Corte, viene trasferito a Versailles;
[Confuso con qualche altro suo parente, viene registrato tra gli emigranti del dipartimento della Senna; poiché l'emigrazione significa la confisca di tutti i beni, le sue ricchezze sono sequestrate. La moglie riuscirà, dopo molti sforzi, a ottenere di ritorno i beni del marito.]
9 settembre, durante questo viaggio i prigionieri vengono allontanati dalla loro scorta e consegnati ad un gruppo di popolani inferociti che li ha richiesti; dopo aver resistito a lungo ai suoi carnefici, riceve numerose ferite e alla fine viene ucciso da un fendente di spada;
[Il suo corpo è mutilato e smembrato. La sua testa mozzata viene gettata fuori da una finestra e si ferma nel salone della contessa du Barry, sua amante; lo stesso giorno viene sepolto nel cimitero di San Luigi a Versailles.]

Jervis, John – conte di Saint-Vincent (1734-1824) ammiraglio inglese;
1797, vince la flotta spagnola vicino al capo Saint-Vincent, da cui il titolo onorifico.

Marbeuf, Yves-Alexandre de (1734-1799) prelato francese;
vescovo di Autun, emigra all'inizio della Rivoluzione.

Matteo da Cornale (1734) frate cappuccino, padre;
[Villaggio ameno in Val Seriana, posto su un poggetto a poca distanza da Nembro, ma sulla sponda sinistra del fiume.]
vestito l'abito cappuccino, compiuto l'anno di prova e parecchia anni di chiericato, viene ammesso allo studio delle sacre lettere sotto il magistero del professore p. Mauro da Bergamo [Migliorini];
studia poi filosofia e teologia nelle facoltà conventuali di Albino, Sovere e Trescore per il corso di tredici anni;
diventa quindi Segretario Provinciale, più volte Prelato locale, più volte Definitiore di provincia;
1792, viene eletto Ministro Provinciale e dalla Sacra Congregatio de Propaganda Fide ha lettere patenti di Prefetto Apostolico per le Missioni Retiche;
1795, compiuto appena il suo ufficio di Provinciale comincia ad insegnare nel convento di Almenno;
1799, avendo l'Ospedale di Bergamo bisogno di un parroco viene qui inviato dal suo Superiore;
1800, 6 ottobre, colpito da un'improvvisa e potente febbre, muore nel convento di Albino.

Mesplet, Fleury (Lione 1734- ? 1794) editore canadese;
appresa l'arte a Lione, si reca a Parigi dove i suoi sentimenti repubblicani e anticlericali lo mettono in conflitto con le autorità;
1773, apre una bottega a Londra;
1774, persuaso da Benjamin Franklin, emigra a Filadelfia;
1776, si trasferisce a Montreal, di cui i ribelli si aspettano l'unione con gli Stati Uniti, ma finisce in prigione a causa del suo zelo rivoluzionario;
1788, Montreal, pubblica la «Gazette du Commerce et Littéraire», il futuro «Montreal Gazette»: il secondo giornale più antico delle Americhe.
Riesce comunque, nonostante la sua vita avventurosa, a stampare settanta libri in latino, francese, inglese e in lingua iroquois.

Mourgue, Jacques Antoine (conosciuto per errore anche come Jacques Augustin e Jacques Aoûtin) (Marsillargues, Hérault 2 giugno 1734 – Parigi 15 gennaio1818) politico francese;
[Figlio di Jacques e Claudine Mourgue.
Figli:
.
Scipion Mourgue, fattosi notare nel commercio e nell'alta amministrazione francese;
. Jeanne Eglé Fulcrande Catherine Mourgue sposata con Philippe Panon Desbassayns de Richemont (1774-1840), alto funzionario, uomo politico, amministratore, proprietario terriero, conte nel 1827.]

enologo, membro della "Société royale des sciences", è autore di una monografia sul vino:
Observations sur les Mémoires qui ont concouru: et Analyse de celui qui a été couronné sur cette question: Déterminer par un moyen fixe, simple, et à portée de tout cultivateur, le moment auquel le vin en fermentation dans la cuve aura acquis toute la force et toute la qualité dont il est susceptible (Montpellier, Jean Martel [il vecchio], 1781)
Vues d'un citoyen sur la composition des États-Généraux (1788)
1789, allo scoppio della Rivoluzione francese è direttore dei lavori del porto di Cherbourg ed è legato a Dumouriez che comanda questa piazza;
1792, 13 giugno, presentato da Dumouriez a Louis XVI, viene dal re chiamato a succedere a J.-M. Roland de la Platière nelle funzioni di ministro dell'Interno; 18 giugno, si dimette;
vive in seguito al di fuori della politica attiva e si dedica completamente a opere filantropiche: amministratore del Monte di Pietà di Parigi, membro del Consiglio generale degli ospedali civili, cercando di introdurre in questi istituti dei significativi miglioramenti, ed esponendo il piano di una Cassa di previdenza per gli operai;
De la France relativement à l'Angleterre et à la maison d'Autriche (1797)
Plan d'une caisse de prévoyance et de secours présenté à l'administration des hospices et secours à domicile (1809)
[Saggio di statistica contenente delle osservazioni sulle nascite, i matrimoni e i decessi, dei calcoli relativi alle probabilità della vita, e delle tavole metereologiche.]
1814, 5 agosto, viene farro cavaliere della Legion d'onore da Luigi XVIII;
1818, 15 gennaio, muore a Parigi ed è sepolto nel cimitero Père-Lachaise (39ª divisione).
[Nel 2008 gli archivi che lo riguardano (Fondo Morgue) sono depositati negli archivi dipartimentali dell'Hérault.]

Orlov, Grigorij Grigor'evic (n. 1734-Mosca 1783) politico russo, appartenente ad una nobile ed antica famiglia, combatté nella guerra dei sette anni;
[zio di Aleksej Fëdorovic (1786-1861).]
1760, è nominato aiutante di campo del generale Suvalov  e poco dopo capitano;
1762, organizza per la granduchessa Caterina il colpo di stato che culmina nell'arresto dello zar Pietro III; divenuto il favorito di Caterina II esercita funzioni importanti (direzione dell'artiglieria e del corpo degli ingegneri, prendendo parte ai lavori del consiglio imperiale;
1771, è incaricato di condurre i negoziati di pace con la Turchia;
1774, caduto in disgrazia dopo l'ascesa del nuovo favorito G.A. Potëmkin, trascorre lunghi periodi in Italia e in Austria.

Restif de la Bretonne, Nicolas (Sacy, Auxerrois 1734-Parigi 1806) scrittore francese, ottavo di quattordici figli di una famiglia contadina, cominciò a lavorare fin dall'adolescenza come artigiano tipografo; divenne poi funzionario di polizia addetto alla censura epistolare; autore di 194 volumi tra romanzi e racconti (50 titoli), annunciò con la sua opera il realismo del romanzo ottocentesco, offrendo una documentazione di gran valore sulla Francia prerivoluzionaria;
1755, si trasferisce a Parigi dove continua ad esercitare il proprio mestiere presso la tipografia reale
La famille vertueuse (1764, La famiglia virtuosa)
Le pornographe (1769, Il pornografo)
Le paysan perverti (1775, Il contadino pervertito)
La vie de mon père (1778, La vita di mio padre)
Les contemporaines (1780-85, Le contemporanee)
L'andrographe (1782, L'andrografo)
La dernière aventure d'un homme de quarant-cinq ans (1783, L'ultima avventura di un uomo di quarantacinque anni)
La paysanne pervertie (1785, La contadina pervertita)
Les nuits de Paris (1788-94, Le notti di Parigi, novelle)
La découverte australe (1789, La scoperta australe, curioso romanzo utopico)
Monsieur Nicolas (1794-97, autobiografico)
Mes inscriptions (1889, postumo, riflessioni e ricordi).

Rohan-Guéménée, Louis-René-Édouard de (Parigi, 25 settembre 1734 – Ettenheim, 16 febbraio 1803) cardinale, vescovo cattolico e diplomatico francese, membro del potente casato dei Rohan;
[Terzogenito di Ercole Mériadec de Rohan, principe di Guéméné, e di Louise Gabrielle Julie de Rohan.
Pronipote del card. Armand I de Rohan-Soubise, vescovo di Strasburgo.
Nipote dei card.li Armand II de Rohan-Soubise e di Louis-César-Constantin de Rohan-Guémené-Montbazon, entrambi vescovi di Strasburgo.
Cugino di Charles de Rohan, principe di Soubise, e del marchese de Launay (l'ultimo governatore della Bastiglia).]

1743, 20 aprile, destinato dalla famiglia sin dalla giovinezza allo stato ecclesiastico, diviene canonico della cattedrale di Strasburgo, iniziando poco dopo la frequentazione del Collège du Plessis di Parigi e poi il seminario di Saint-Magloire ove ottenne la licenza in utroque iure;
ordinato sacerdote, ottiene una dispensa non avendo ancora l'età per essere eletto vescovo coadiutore di Strasburgo (ha cinque anni di meno) il 22 giugno 1759.
1760, 24 marzo, preconizzato vescovo titolare di Canopo e nominato coadiutore con diritto di successione,
18 maggio, ottiene la consacrazione episcopale nella cattedrale di Parigi ad opera di Christophe de Beaumont, arcivescovo di Parigi, assistito da Jean-Georges Le Franc de Pompignan, vescovo di Le Puy, e da Gilbert de May de Termont, vescovo di Blois;
1761, 27 aprile, membro dell'Académie Française;
1771-74, ambasciatore francese presso la corte austriaca a Vienna;
[Mentre ricopre questo incarico a causa dei suoi comportamenti e delle sue maldicenze nei confronti dell'imperatrice Maria Teresa si inimica la figlia di questa e regina di Francia, Maria Antonietta.
È, inoltre, vicino all'ultima favorita di Luigi XV, la potentissima contessa du Barry, tanto da poter essere considerato uno dei membri di punta del partito dei "barristes".]
1778, 1° giugno, nel concistoro Pio VI lo eleva al rango di cardinale (ma non gli è mai assegnato un titolo cardinalizio né imposta la berretta rossa) ed ottiene il titolo di grande elemosiniere di Francia;
per la sua nomina a cardinale viene dispensato dall'avere uno zio nel Sacro Collegio dei Cardinali;
1779, succede alla sede episcopale di Strasburgo e si oppone vivamente alla Costituzione civile del Clero promulgata dalla Rivoluzione;
si ritira dunque in esilio a Ettenheim, nell'area germanica della sua diocesi;
1784, è uno dei protagonisti dell' "Affaire du Collier de la Reine" (1774-86) della regina Maria Antonietta;
[In seguito al quale, nonostante la sentenza di assoluzione emanata dal pontefice (13 febbraio 1786), si vede togliere tutte le sue cariche ed esiliare a La Chaise-Dieu, nell'omonima abbazia, della quale dal 1756 era divenuto abate commendatario, carica che terrà fino al 1790, quando i rivoluzionari s'impadroniranno dell'abbazia, ne distruggeranno la parte conventuale cacciando via i monaci rimasti: egli è quindi l'ultimo degli abati di quest'abbazia.]
1799-1800, non prende parte al conclave che elegge Pio VII.
1801, 29 novembre, per facilitare i rapporti ancora molto tesi tra Francia e Stato della Chiesa, si dimette dalla propria carica di vescovo di Strasburgo;
1803, 16 febbraio, muore a Ettenheim.
[La sua salma viene esposta e sepolta poi nella chiesa di San Bartolomeo di Ettenheim. Lascia tutti i suoi beni in eredità alla nipote Charlotte de Rohan-Rochefort.]

Roland, Jean-Marie - visconte de la Platière [detto Roland de la Platière] (Thizy 1734-Bourg-Beaudouin, Roven 1793) politico francese;
1768, ha compiuto lunghi viaggi all'estero;
1776, visita l'Italia per descrivere luoghi sinora poco noti senza riferirsi alle notizie fornite dai notabili e governanti locali ma intervistando la popolazione del luogo; 11 gennaio, di ritorno in Francia, ormai quarantaduenne, conosce la 22enne M.-J. Philipon; i due si frequentano sino al 1779 senza che egli si decida al matrimonio tanto che la giovane scioglie il fidanzamento e si ritira nel convento della Congregation;
[Qui avverrà un incontro decisivo tra i due che porterà al loro matrimonio.]
1780, febbraio, sposa Marie [Manon]-Jeanne Philipon, la celebre Madame Roland il cui fascino e le cui relazioni risultano determinanti per la sua carriera;
diventa ispettore delle manifatture della Piccardia a Lione negli ultimi anni dell'Ancien régime;
1791, si trasferisce a Parigi dove si lega con J.-P. Brissot e con gli altri girondini;
1792, 10 marzo, entra a far parte del gabinetto di Dumouriez come ministro degli Iinterni ed è tra i più risoluti oppositori del re e del suo continuo ricorso all'arma del veto per paralizzare i decreti del governo; 23 giugno, viene congedato; 10 agosto, richiamato in carica, dirige la lotta dell'assemblea legislativa contro il comune insurrezionale di Parigi, e di fronte all'avanzata nemica propone di trasferire il governo a Blois; anche nella convenzione è tra i capi più autorevoli della corrente girondina; difende la libertà di commercio contro le richieste di una regolamentazione dell'economia, si oppone alla condanna del re schierandosi a favore dell'appello al popolo, ed esamina personalmente i documenti trovati nel famoso "armadio di ferro"; è anzi accusato di averne fatto sparire i più compromettenti per se stesso;
1793, 22 gennaio, si dimette, il giorno dopo l'esecuzione di Louis XVI; giugno, quando viene arrestata sua moglie, si rifugia a Rouen; dopo aver appreso la notizia della morte di Madame Roland, si uccide.

Waring (Shrewsbury 1734-Plealey 1798) matematico e medico inglese;
Miscellanea analytica (contenente questioni interessanti di algebra e teoria dei numeri).
[Formule di Waring.]



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«segue da 1733»
1734
Italia
Verona, esce il catalogo della biblioteca di Saibante (Stamperia della Fenice a S. Maria Antica) alla cui stesura ha pure contribuio lo stesso proprietario.
Parte della biblioteca passerà in quella del marchese Gianfilippi e sarà poi smembrata in due aste (apr-mag 1842 e gen 1843): i manoscritti, acquistati da Guglielmo Libri, tornano in Italia con il fondo Ashburnham-Libri [ora alla Laurenziana di Firenze].

«placito di Capua»

«segue da 960»
1734, l'abate Erasmo Gattola pubblica questo documento, scoperto nell'archivio cassinese e risalente all'anno 960; trattasi del primo documento ufficiale contenente un'intera frase in volgare italiano;
redatto dal giudice di Capua, Arechisi, riguarda una lite per confini di proprietà tra il monastero di Montecassino, retto dall'abate Aligerno, e un piccolo feudatario locale, Rodelgrimo d'Aquino;
è in volgare la formula pronunciata dai testimoni a favore del monastero e ripetuta nel testo quattro volte: «Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contiene, trenta anni le possette parte sancti Benedicti»; la stessa formula torna in altri tre atti conservati a Montecassino ed emessi uno a Sessa Aurunca (marzo 963), due a Teano (luglio e ottobre 963).
Francia
François Boucher illustra un'edizione di Molière;
«segue 1735»

Almanacchi

«segue da 1724»
1734,
Almanacco popolare:
- raggiunto l'apice della sua fortuna nel Settecento, per tutto il secolo successivo, sia in forma di volume che di tabella illustrata, costituisce la principale lettura istruttiva e dilettevole delle famiglie borghesi e popolane, non solo in Europa, ma anche in America: basti ricordare il Poor Richard's Almanac fondato da B. Franklin nel 1734, e da lui diretto per 25 anni, con lo pseudonimo di Richard Saunders (centomila copie vendute fino al 1764).
Almanacco speciale o Annuario:
-
«segue 1735»

 

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