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Papa
Gregorio XIII

(1572-85)

1573, 7 ottobre, viene istituita la festa del Santo Rosario.

cardinali:
Paleotti, Gabriele (1522-1597) (dal 1565);
Della Chiesa Gian Paolo (1521-1575) (dal 1566).

Gesuiti

«segue da 1572»
generale: Everardo Mercuriano o Mercurián (1573-81);
1573, 24 maggio, Gregorio XIII li autorizza a scegliersi dei giudici conservatori, anche per cause civili, criminali o miste e nel caso in cui siano attori in giudizio, facendo divieto ad ogni giudice, anche se cardinale, di agire derogatoriamente.
- Provincia di Lombardia:
nel collegio di Milano insegnano:
. Manuel Sá (Prefetto, portoghese), Sacra Scrittura;
. Pedro Alvarado (spagnolo), Umanità;
. Bonifacio Cannobio, Teologia;
. Giacomo Croce, Teologia;
. Ludovico Mansone, Filosofia;
. Agostino Giustiniano, Logica;
. Giovanni Botero, Retorica;
. Paolo Comitoli, Retorica.
Nel Seminario insegnano inoltre:
. Lelio Bisciola,
. Bernardino Zanoni,
. Andrea della Valle,
. Salutio Guarini,
. Giovanni Sebastiani Sertorio.
[vedi Domicilia]
«segue 1574»

ANNO 1573



1573
Unione Elvetica
Confederazione dei tredici cantoni elvetici:

CATTOLICI
- Uri (1291),
- Schwyz (1291),
- Unterwalden (1291),
- Lucerna (1332),
- Zug (1353),
- Glarus (1353) [in parte],
- Friburgo (1481),
- Soletta (1481).

PROTESTANTI
- Zurigo (1351),
- Berna (1353),
- Glarus (1353) [in parte],
- Basilea (1501),
- Sciaffusa (1501),
- Appenzell (1513).

1573
-

 



 
1573
Sacro Romano Impero
Massimiliano II
Albero genealogico

(Vienna 1527 - Ratisbona 1576)
figlio di Ferdinando I e di Anna Jagellone, fu educato in Spagna;
1544, partecipa alla campagna di Carlo V contro la Francia;
1547, partecipa alla campagna di Carlo V contro la Lega di Smalcalda;
1548, sposa Maria, figlia di Carlo V;
1548-50, luogotenente in Spagna;
1562-75, re dei romani e di Boemia;
1563-72, re di Ungheria;
1564-76, arciduca di Alta e Bassa Austria, Carinzia, Stiria e Carniola
1564-76, imperatore del Sacro Romano Impero;
cerca di assicurare la libertà religiosa ai luterani con un compromesso che scontenta sia i cattolici sia i protestanti;
1573
gli viene offerta anche la corona di Polonia, ma vani sono i suoi sforzi per assicurarsela;

Rodolfo II
Albero genealogico

(Vienna 1552 - Praga 1612)
primogenito di Massimiliano II e di Maria d'Absburgo figlia di Carlo V;
1563, inviato in Spagna viene educato in senso rigidamente cattolico dallo zio Filippo II;
1572-1608, re d'Ungheria;



1575-1611, re dei romani e di Boemia;
1576-1608, arciduca di Alta e Bassa Austria, Carinzia, Stiria e Carniola; 
1576-1612, imperatore del Sacro Romano Impero;

1573
Gennaio
Slovenia, la lega di contadini, sorta l'anno prima, passa all'azione sotto la guida di un gruppo di uomni di polso, non privi di capacità militari. Scoppiata proprio nei possedimenti dell'ungherse Franjo Tahi, la ribellione si estende ben presto a quasi tutte le terre slovene e croate soggette agli Absburgo, acquistando un deciso carattere antifeudale. Vi partecipano anche impiegati dei latifondi, parroci e abitanti di borghi e cittadine che raccolgono con favore l'invito ad associarsi rivolto loro dai contadini. Gli uscocchi non vi partecipano perché, in seguito a consistenti contributi finanziari, passano dalla parte dei nobili.
Il movimento insurrezionale cui partecipano circa 12.000 contadini coglie, nei territori sulla frontiera sloveno-croata, notevoli successi, suscitando fremiti rivoluzionari fin nel Goriziano, nella Carinzia superiore e in Istria.
Ma anche stavolta è un fuoco di paglia.

Febbraio
9
, lo scontro finale (a nord di Zagabria) tra fiorze nobliari e contadine dura ben quattro ore e si conclude con la rovinosa sconfitta di quest'ultime.
Durante e dopo la battaglia perdono la vita ben 3.000 ribelli, mentre a molti vengono mozzati "per ricordo" naso e orecchie.
Matija Gubec, che i contadini avevano proclamato loro re, viene fatto prigioniero e portato a Zagabria per esservi giustiziato.
[Secondo le fonti, egli viene incoronato con una corona di ferro incandescente, trascinato per le strade della città, torturato con tenaglie roventi e infine squartato.]
Nei duecento anni successivi si verificheranno oltre novanta rivolte più o meno estese, provocate dai gravami imposti dai signori locali o dalle autorità imperiali, che richiederanno spesso l'intervento delle truppe, contribuendo a minare a poco a poco l'ordine costituito.

[Joze Pirjevec, Serbi, Croati, Sloveni - Storia di tre nazioni, Universale Paperbacks, Il Mulino, Bologna 1995]



CROAZIA [dal 1096 fino al sec. XIX fa parte della corona ungherese; dal 1102 al 1918 l'Ungheria segnerà in maniera decisiva la storia croata; nel XIII secolo si stacca la Slavonia che ottiene un bano e una dieta propri.
Dal 1390 al 1409 fa parte, assieme alla Bosnia, del Regno di Croazia e di Dalmazia; dal 1409 ritorna a far parte dell'Ungheria.]
1573
Gennaio
Zagorje
(ad occidente di Zagabria), tra i contadini scoppia una violenta rivolta che si estende anche ai loro vicini sloveni;

Febbraio
la rivolta viene soffocata nel sangue dalle truppe nobiliari;

[Joze Pirjevec, Serbi, Croati, Sloveni - Storia di tre nazioni, Universale Paperbacks, Il Mulino, Bologna 1995]
BOSNIA [Dal 1390 al 1409 fa parte, assieme alla Croazia, del Regno di Croazia e di Dalmazia; dal 1409 ritorna a far parte dell'Ungheria]
1573
-

GERMANIA
1573
già amputata di importanti porzioni di territorio, la Germania potrebbe credersi anche minacciata d'una nuova invasione "romana", in quanto entro i suoi confini, come ovunque d'altronde in Europa, rianimata dalla riforma interiore che le è stata imposta dal Concilio di Trento, l'antica Chiesa ha infatti intrapreso un'efficace opera di restaurazione.
Il segnale viene ora dato dal principe abate di Fulda, imediatametne seguito dai vescovi di Treviri, Magonza, Würzbourg, Padeborn, Müster, che espellono dalle loro città il clero e gli insegannti protestanti, sostituendoli con personale dell'Ordine dei Gesuiti.
Rimaste senza capi, le comunità evangeliche devono quindi o passare al cattolicesimo oppure emigrare.
1573
ducato di Sassonia
Augusto I
Albero genealogico

(Freiberg, Chemnitz 1526 - Dresda 1586)
figlio secondogenito di Enrico [il Pio] e di Caterina di Meclemburgo;
1548, sposa Anna, figlia di Cristiano III di Danimarca;
1553-86, principe elettore di Sassonia;



1573
ducato di Prussia
Alberto II
Albero genealogico

(† 1618)
figlio di Alberto I e di ?;
1568-1618, duca di Prussia;
caduto in demenza, i suoi stati sono governati dal parente, l’elettore di Brandeburgo


1573
ducato di Württemberg




1573
ducato di Baviera
Albrecht V [il Magnanimo]
Albero genealogico

(Munich 1528 - Munich 1579)
figlio di Guglielmo IV [il Costante] e di Marie Jakobäa di Baden-Sponheim ;
1546, sposa l'arcid.ssa Anna d’Austria;
1550-79, duca di Baviera;

1573
Palatinato
Federico III [il Pio]
Albero genealogico

(Simmern 1515 - Heidelberg 1576)
figlio di Giovanni II di Simmern;
1557-76, conte di Simmern;
1559-76, elettore del Palatinato;
nel 1561 si è convertito dal luteranesimo al calvinismo ed è il primo principe dell'impero ad adottare il credo ginevrino, ponendosi così in contrasto con le clausole della pace di Augusta [unica scelta concessa tra luteranesimo e cattolicesimo];
nei suoi domini perseguita luterani e cattolici, favorisce con sovvenzioni economiche gli ugonotti francesi;







1573
Mainz [Magonza]









1573
REGNO di POLONIA
[nel 1569 è avvenuta l'unione di Lublino (unificazione della Polonia e della Lituania)]
- - - - - - - - - -

Candidati aspiranti alla corona polacca:

a) - Ivan IV [il Terribile], appoggiato dai lituani;
b) - Ernesto d’Absburgo, arciduca d'Austria, sostenuto dalla gerarchia cattolica e dalla maggior parte dei magnati, ma osteggiato dalla szlachta (piccola proprietà terriera);
c) - Enrico di Valois, fratello del re di Francia Carlo IX [eletto già nel giugno 1573, regna soltanto quattordici mesi in quanto, alla notizia che la morte del fratello lo fa re di Francia, abbandona precipitosamente il paese];
d) - Massimiliano II d’Absburgo, candidato della grande aristocrazia;
e) - Stefano Bathory, principe di Transilvania;
[sarà eletto nel 1575, grazie all’appoggio della piccola nobiltà.]


1573
alla dieta di Varsavia i nobili polacchi si costituiscono in repubblica aristocratica con un re elettivo;
in calce ai Pacta conventa, con cui si regola la nuova costituzione, viene posta una cosiddetta Pax dissidentium: viene sancita cioè – non certo una universale e illimitata libertà individuale di religione – la convivenza pacifica fra le varie confessioni cristiane in territorio polacco:
- Galizia e Rutenia: ortodosse;
- Danzica, Torun e Elblag: luterane;
- Piccola Polonia e Lituania: calviniste;
oltre a gruppi di anabattisti e correnti antitrinitarie.
[Di questa pace, comunque, grandemente si avvantaggiano gli evangelici e, in linea generale, gli acattolici.]

Da notare che la costituzione politica della Polonia si basa tutta quanta sopra la nobiltà la quale è onnipotente di fronte:
- dal popolo delle proprie terre a lei per intero soggetto;
- al sovrano che da questo momento è elettivo e deve subire i patti impostigli dai nobili nell'atto di elezione;
- allo Stato stesso, poiché si finisce per ritenere nulla ogni deliberazione delle diete in forza del veto opposto anche da un solo membro (Liberum veto) e per riconoscere ai nobili il diritto di unirsi in Confederazioni.
Questa costituzione politica ci può spiegare la non meno singolare storia ecclesiastica di questo paese e, soprattutto, questi fatti:
a) il rapido diffondersi della Riforma evangelica poiché, guadagnato ad essa il più della nobiltà che usa compiere i suoi studi in università germaniche, è pure guadagnato, almeno in apparenza, il più della nazione;
b) il vantaggio che vi ha la confessione calvinistica sulla luterana, poiché alla appassionata e insieme raffinata nobiltà meglio si confa da una parte la maggior asprezza di quella nella sua opposizione a Roma e dall'altra la sua origine francese;
c) l'inusitata fortuna che vi incontra ogni specie di sètte e soprattutto quella dei sociniani poiché in questo regime aristocratico e prettamente individualistico e in questo ambiente saturo di cultura umanistica italiana, il razionalismo che impronta di sé tutta la dottrina sociniana e la stessa provenienza di questa non possono non esserle titoli a un grande favore;
d) da ultimo, la facilità con cui ai nobili viene fatto di ottenere la tolleranza e riconoscimento per le confessioni più varie e di dar loro ricetto nelle proprie terre;
[Ciò farà dire, con un po' di esagerazione, all'Harnack che, essendo questo uno stato di permanente anarchia, anche la libertà di coscienza può nell'anarchia trovar luogo.]

Giugno
al momento di ricevere la corona, Enrico di Valois, messo su dai gesuiti, tenta di non giurare la pace; la giura solamente dopo che un nobile protestante, afferrata risolutamente la corona, gli impone: si non iurabis non regnabis!
[D'altra parte ben poco conto farebbe del giuramento poiché i gesuiti, con a capo il card. Hosius, gli vanno ripetendo che egli non si deve tenerne legato.
Abbandonerà tuttavia, dopo 14 mesi, il regno di Polonia per il trono di Francia.]

 




1573
IMPERO OTTOMANO
Selim II [Mast-l'Ubriaco]
Albero genealogico
(1524 - 1574)
figlio di Solimano [il Magnifico];
sultano: 1566-74;
succeduto al padre, tralascia per l'Harem ogni cura di governo; preferisce infatti i piaceri del vino agli affari dello stato (controllati dal gran visir Sokollu Mehmet Pascià) ed inoltre è debole e poco determinato;
1568-70, annessione dello Yemen; conquista Cipro;
1571, sconfitta di Lepanto;


Gran Visir
Sokollu Mehmet Pascià
(1566 - ?)
1573
-











1573
REGNO di FRANCIA
Carlo IX
Albero genealogico
(Saint-Germain en Laye 1550 - Vincennes 1574)
quartogenito di Enrico II e di Caterina de' Medici;
1560-74, re di Francia;
nel 1570 sposa Elisabetta d'Austria, da cui non avrà eredi;



Primo ministro
[Sovrintendente delle Finanze]
[forse posto vacante]
Cancelliere-Guardasigilli
card. René de Birague
vescovo di Soissons
(1573 17 mar - set 1578)
Segretari di stato agli Affari Esteri
Claude Pinard
signore di Comblisy e di Cramailles
(1570 13 set - 1588)
Simon Fizes
barone di Sauves
(1567 22 ott - 1579)
Nicolas de Neufville
signore di Villeroy
(1567 28 ott - 1588) 
 

1573

Giugno
l'Editto di Boulogne pone fine alle guerre seguite ancora più numerose dopo la strage di San Bartolomeo;

 

Luglio
, La Rochelle, il re riconferma l'editto di Saint-Germain;


1573
REGNO di NAVARRA
Enrico di Navarra
Albero genealogico

(Pau 1553 - Parigi 1610)
figlio di Antonio di Borbone re di Navarra e di Giovanna d'Albret regina di Navarra, fu da quest'ultima educato alla fede calvinista;
1572-1610, re di Navarra;



1589-1610, re di Francia (Enrico IV);

1573
-



1573
ducato di Lorena e di Bar
Carlo III (o II) [il Grande]
Albero genealogico

(1542 - 1608)
figlio di François I e di Christine di Danimarca;
1545-1608, duca di Lorena e di Bar;
sotto la tutela della madre e dello zio;
1548-50, il breve scontro con l'Inghilterra si conclude con l'acquisto di Boulogne da parte della Francia;
nel 1557 è entrato nella maggiore età;

1573
-



1573
Olanda, Zelanda e Utrecht
Guglielmo I [il Taciturno]
Albero genealogico

(Dillenburg, Nassau 1533 - Delft 1584)
figlio di Guglielmo VIII di Nassau-Dillenburg;
1559-84, statolder di Olanda, Zelanda e Utrecht;
nominato statolder (governatore) da Filippo II;
nel 1564 ha allontanato il cardinale Granvelle cui era affidata l'organizzazione ecclesiastica dei Paesi Bassi;



governatore
duca d'Alba

1573
rivolta dei gueux: dopo che l'insurrezione delle province del nord è sfociata in una vera e propria rivoluzione borghese e nazionale, Filippo II richiama in patria il duca d'Alba ed invia nelle Fiandre come governatore Luis de Requesens y Zúñiga [rimarrà fino alla sua morte nel 1576];
Guglielmo I [il Taciturno] rende pubblica la sua conversione al calvinismo;





1573
REGNO d'INGHILTERRA e d'IRLANDA
Elisabetta I
Albero genealogico
(Greenwich 1533 - Richmond, Surrey 1603)
figlia di Enrico VIII e di Anna Bolena;
1558-1603, regina d'Inghilterra;
dal 1559 è in vigore l' Uniformity Act;



1573
Aprile
17
, l'esercito inglese varca la frontiera scozzese;


IRLANDA
-
-
-
-

1573
dal 1560 è in vigore l' Uniformity Act;

a

1573
REGNO di SCOZIA
Maria [Stuarda]
Albero genealogico

(Linlithgow, Edimburgo 1542 - Fotheringhay, Northamptonshire 1587)
figlia di Giacomo V e di Maria di Guisa;
1542-67, regina di Scozia;
sotto la reggenza della madre;
dal 1548 vive in Francia dove viene educata;
nel 1558 ha sposato il delfino Francesco (ora Francesco II);
nel 1560, dicembre, è morto il marito;
dal 1561 si trova in Scozia;
nel 1566 ha sposato il giovane lord Henry Stuart Darnley, cattolico e imparentato con le famiglie reali d'Inghilterra e di Scozia;
dal 1568 è mantenuta sotto vari pretesti in una prigionia appena mascherata in Inghilterra da Elisabetta I;
nel 1571 viene rinchiusa in una lugubre prigione nel castello di Sheffield;
dal 1572 (dopo la notte di san Bartolomeo) è diminuito ancora il numero dei suoi sostenitori;



Giacomo VI
Albero genealogico

(Edimburgo 1566 - Londra 1625)
figlio di lord Henry Stuart Darnley e di Maria [Stuarda];
1567-1625, re di Scozia;
incoronato a un anno, dopo la deposizione della madre;
Reggente (1570-80): J. D. Morton;
Precettore: G. Buchanan;




1603-25, re d'Inghilterra (Giacomo I);



1573
Aprile
17
, l'esercito inglese varca la frontiera scozzese [il rapporto dell'agente pontificio Lamberto Macchi circa lo spiegamento di forze al confine con la Scozia arriva a Roma il giorno 28, troppo tardi];

Maggio
17
, inizia l'attacco alla fortezza di Edimburgo;
29, gli assediati si arrendono;


a


1573
REGNO di DANIMARCA e di NORVEGIA
Federico II
Albero genealogico
(Haderslev 1534 - Antvorskov 1588)
figlio di Cristiano III e di Dorotea di Sassonia-Lauenburg;
1559-88, re di Danimarca e di Norvegia;
1563-70, "guerra dei sette anni": la pace di Stettino sancisce lo status quo;




1573
tra i più floridi anni nella storia della Danimarca;.
NORVEGIA
1573
-
ISLANDA
1573
-

1573
REGNO di SVEZIA
Giovanni III Vasa
Albero genealogico
(Stegeborg 1537 - Stoccolma 1592)
figlio di Gustavo I e di Margherita Lauenhaupt;
1556-92, duca di Finlandia;
dal 1563 è tenuto in prigione dal fratello Erik XIV, re di Svezia;
1563-70, "guerra dei sette anni";
1568-92, re di Svezia;



1573
1572-83, guerra contro la Russia;






1573
REGNO di PORTOGALLO
Sebastiano
Albero genealogico

(Lisbona 1554 - Alcázarquivir, odierna Ksar el-Kebir, Marocco 1578)
figlio postumo dell'erede al trono Giovanni di Braganza;
1557-78, re di Portogallo;
[1557-68, sotto la reggenza del prozio cardinale Enrico.]




1573
-
a

1573
REGNO di SPAGNA
Filippo II [il re prudente]
Albero genealogico
(Valladolid 1527 - Escorial, Madrid 1598)
primogenito di Carlo V e di Isabella di Portogallo;
1539, muore la madre;
1540-98, duca di Milano;
dal 1543 è reggente della Castiglia e dell'Aragona, dal 1545 è vedovo e dal 1548 si trova presso il padre a Bruxelles;
nel 1550 ha fatto ritorno in Spagna;
nel 1551 ha ricevuto il giuramento del regno di Navarra;
1554-98, re di Napoli e di Sicilia (Filippo I);
dopo l'incoronazione ricevuta dal padre, ha lasciato la Spagna per sposare la regina d'Inghilterra Maria Tudor;
1556-98, re di Spagna;
nel 1559 è morta la seconda moglie Maria Tudor;
1559-60, agisce contro il protestantesimo in Spagna e contro ogni supposto eretico assicurato dall'ortodossia tridentina;
nel 1561 Madrid è stata elevata al rango di residenza reale;
nel 1567 ha attuato l'assimilazione religiosa forzata dei mori dell'Andalusia e di Granada;
nel 1568 la morte della terza moglie Elisabetta di Valois ha allentato i rapporti con la corte francese; si è pure aggiunta la tragedia domestica che lo ha costretto ad imprigionare il figlio primogenito don Carlos (Carlo d'Austria);
nel 1570 sposa (quarto matrimonio) la nipote Anna d'Austria che gli darà cinque figli [tra cui l'erede al trono Filippo III];
1568-71, conduce contro i mori insorti dell'Andalusia e di Granada una vera e propria guerra;
1571, battaglia navale di Lepanto;






1580-98, re di Portogallo;

 
1573
1573-74, Tunisi viene prima riconquistata ma poi perduta;







1573
ducato di SAVOIA
Emanuele Filiberto [Testa di Ferro]
(Chambéry 1528 - Torino 1580)
figlio di Carlo III [il Buono] e di Beatrice di Portogallo;
1536-80, principe di Piemonte;
1538-80, conte d'Asti;
1553-80, conte di Aosta, Maurienne e Nizza;
1553-80, duca di Savoia;
1553-80, re di Cipro e Gerusalemme (titolare);
nel 1553 è stato nominato luogotenente generale e comandante supremo dell'esercito spagnolo in Fiandra;
1556, governatore dei Paesi Bassi;
nel 1560 la pace di Cateau-Cambrésis gli ha restituito i suoi stati (ad eccezione di alcune fortezze, rimaste ancora in mano francese e spagnola, e del territorio ginevrino a cui è riconosciuta l'indipendenza); la pacificazione è stata sancita dal suo matrimonio con Margherita d'Angoulême, duchessa di Berry, figlia di Francesco I, re di Francia. 
nel 1560 ha trasferito la capitale da Chambéry a Torino;
nel 1562 ha recuperato Torino;
il 7 febbraio 1563 è entrato ufficialmente a Torino;

 
1573
-



1573
REPUBBLICA DI GENOVA
[Denominazione ufficializzata nel 1528 per iniziativa di Andrea Doria]
Gianotto Lomellini
Albero genealogico

(? - ?)
figlio di
1571 10 ott - 10 ott 1573, doge di Genova;


Giacomo Durazzo Grimaldi
Albero genealogico

(? - ?)
figlio di
1573 16 ott - 17 ott 1575, doge di Genova;


1573
-


1573
ducato di Milano

dal 1535 il ducato,
come previsto dal congresso di Bologna,
è stato devoluto all'impero [in pratica agli Absburgo].



Filippo II [il re prudente]
Albero genealogico

(Valladolid 1527 - Escorial, Madrid 1598)
primogenito di Carlo V e di Isabella di Portogallo;
1539, muore la madre;
1540-98, duca di Milano;
1554-98, re di Napoli e di Sicilia (Filippo I);
1556-98, re di Spagna;



1580-98, re di Portogallo;



– vedi Spagna –

 

1573
-



1573
ducato di Mantova
Guglielmo I
Albero genealogico
(1538 - 1587)
figlio di Federico II e di Margherita Paleologo, e fratello di Francesco III;
1550-87, duca di Mantova e marchese del Monferrato;
[dal 1561 è sposato con Eleonora von Habsburg.]



1574-87, 1° duca del Monferrato;



1573
-
a

1573
REPUBBLICA DI VENEZIA
"La Serenissima"
Alvise I Mocenigo
Albero genealogico

(Venezia 26 ott 1507 - Venezia 4 giu 1577)
figlio di Tommaso e di Lucrezia Marcello;
1570-77, doge di Venezia; [85°]

- nunzio pontificio:
. Giovanni Antonio Facchinetti (1566 6 mag - 15 giu 1573)
. Giovanni Battista Castagna (1573 15 giu - giu 1577)
- ambasciatore di Spagna: ? (? - ?)
1573
Gennaio
27
, il pontefice, seguendo il consiglio del nunzio, autorizza Luc'Antonio Giunti a stampare l' «Officiuolo» riformato (o Officium Mariae), nonostante il privilegio esclusivo concesso dal suo predecessore alla Stamperia del Popolo Romano.
[Una volta aperta la strada, i tipografi veneziani eseguiranno, tra il 1573 e il 1596, almeno quindici edizioni.]
Incoraggiati dal successo riportato, i membri dell'arte della stampa cominciano ad ignorare i privilegi pontifci anche per gli altri testi canonici.
Per quanto il papa e il Senato abbiano concesso diritti esclusvi per la stampa del messale a Giovanni Varisco e agli Eredi Faletti, Grazioso Percacino e Francesco Rampazetto ne realizzano un'edizione ognuno nel 1573, sollevando un'altra grave polemica.
La Stamperia del Popolo Romano, passata nelle mani di Domenico Basa e di un consorzio di tipografi romani, implora il papa di far valere il privilegio concessole.
Ma il nunzio, mons. Giambattista Castagna, riferisce che alcuni librai veneziani hanno scoperto che Giovanni Varisco e gli Eredi Faletti, ottenuto dal Senato il privilegio per una sola piccola parte del messale, l'hanno poi stampato per intero, tra l'altro a Roma e non a Venezia. Il governo ha perciò revocato il privilegio, autorizzando chiunque a stampare il messale a Venezia, e Grazioso Percacino e Francesco Rampazetto hanno colto l'opportunità loro offerta.
Mons. Giambattista Castagna chiede ufficialmente alla Repubblica di confermare a Giovanni Varisco il privilegio pontificio riaffermandone la priorità rispetto alla legislazione veneziana sui permessi di stampa, ma è tutt'altro che ottimista.

Novembre
il nunzio insiste in Collegio perché il governo proceda contro Grazioso Percacino e Francesco Rampazetto scomunicati per aver violato il privilegio pontificio.
Il difensore dei due librai si oppone con argomenti economici e giurisdizionali, alla concessione da parte del papa di diritti esclusivi. Se si impedisse loro di continuare la stampa, gli accusati perderebbero migliaia di ducati, senza contare che il pubblico dei lettori non si adatterebbe di buon grado a pagare a Giovanni Varisco 8 lire per un messale quando può averlo per 5 da un altro libraio.
La questione è puramente e semplicemente economica: si tratta del destino dell'industria veneziana del libro, non già della giurisdizione del pontefice sui libri ereticali.
Il papa ha istituito un monopolio, condannato dal Vecchio Testamento, oltre che dalle leggi canoniche e civili.
Il nunzio mons. Giambattista Castagna taccia d'esagerato il patrocinatore dei due librai.
Com'è possibile parlare di monopolio se il pontefice pretende di controlalre la produzione del breviario, del catechismo, del messale e dell'Indice, tra milioni di titoli, e si mette al sicuro conferendo un privilegio ad un tipografo noto per diligenza e precisione?
E all'obiezione dell'avvocato che il pontefice può disporre dei libri ma non dei librai, egli ribatte che tutto il mondo cattolico, Spagna e Germania comprese, ha accettato la volontà del suo capo spirituale e solo Venezia recalcitra ancora.
Un grave errore tattico quest'ultima affermazione: il doge Alvise Mocenigo si leva a difendere l'onore della Repubblica, lo Stato che, tra tutti, ha mostrato maggior disponibilità nei confronti della Sede Apostolica. Il fatto è che i privilegi vanno a vantaggio di pochi e a scapito dei più.
Il nunzio mons. Giambattista Castagna non demorde – i librai disobbedienti hanno stampato un messale pieno di errori, sostiene, su una carta di cattiva qualità e se non li si ferma in tempo riempiranno il mondo di esemplari pirata ed imperfetti del messale – ma il Collegio lo caccia.
Il giorno dopo il Senato invia all'ambasciatore a Roma una lettera che batte sulla truffa di Giovanni Varisco, sul prezzo troppo elevato che questi chiede, sull'illiceità dei monopoli e sul disagio economico dei librai non privilegiati.
27, Paolo Tiepolo († 1585), che ha fama di diplomatico abile e accorto, s'incontra con il papa; Gregorio XIII ripete che la temporanea concessione di un privilegio per la stampa di testo sacro o di culto riformato rientra tra le sue prerogative ed è diretta a garantire la correttezza dell'impressione.
Riconosciuta pienamente l'autorità del pontefice di emendare i testi Paolo Tiepolo argomenta tuttavia che nel caso in discussione il tipografo privilegiato e i suoi soci hanno utilizzato i diritti loro accordati a chiaro scopo di lucro. Il Sant'Uffizio punisca pure chi stampa errori ma in materia di prezzi deve essere lo stato a decidere.
L'udienza si conclude con un nulla di fatto, ma il pontefice rimane sorpreso dall'alto prezzo preteso dal Giovanni Varisco.
Alla fine della questione il papa incarica i membri della Congregazione dell'Indice di trovare una formula che permetta ai librai finora esclusi dal mercato di stampare e vendere i messali senza alcuna revoca formale del privilegio pontificio.
La battaglia intorno alle versioni tridentine dei testi canonici si conclude così con un pieno successo dei tipografi veneziani.
[Negli anni seguenti un po' tutti stamperanno il Breviario, il catechismo, l' «Officiuolo» riformato (o Officium Mariae) e il messale, anche se il Giunti continuerà a fare la parte del Leone. Le sue edizioni recheranno talvolta l'indicazione, solenne, ma ormai priva di sihnificato, Permittente Sede Apostolica, o quella più semplice Cum privilegiis.
Le tipografie di Venezia riacquisteranno la leadership della produzione dei testi canonici.]

Quest'anno il tribunale veneziano dell'Inquisizione può far conto su un'entrata di 200 ducati, ma chiede ugualmente un sussidio a Roma che, alla fine degli anni Settanta del secolo, gli accorderà una base finanziaria più cospicua di 300 ducati, tratti dalla rendita di benefici ecclesiastici del Dominio, e la cifra sarà poi ancora aumentata.
Il Sant'Uffizio ha tuttavia, più di una volta, difficoltà finanziarie, anche perché, secondo le leggi veneziane, i beni confiscati agli eretici confessi (esclusi i giudaizzanti) vanno allo Stato, che di solito li trasmette agli eredi. Il Consiglio dei Dieci talora passa dei fondi, ma le spese crescono continuamente.
[Il Consigli dei Dieci dà incarico ai rettori di rintracciare, se necessario, gli eredi; in nessn caso comunque le proprietà confiscate devono tornare ai colpevoli, che non è giusto continuino a goderne.
Anche il tribunale del Sant'Uffizio di Bologna si trova in difficoltà finanziarie, nonostante incameri a volte i beni confiscati dei condannati.]

Inquisizione: Venezia, viene estradato Alessandro di Giacomo da Bassano, preso a Gorizia; sarà bruciato vivo a Roma nel 1574.

L'allentarsi della tensione antisemitica ha dato vita ad un revival della tipografia ebraica.
Tra il 1569 e il 1573, il solo Giovanni di Gara ha continuato a stampare.


1573
ducato di Ferrara, Modena e Reggio
Alfonso II d'Este
Albero genealogico

(Ferrara 1533 - 1597)
figlio di Ercole II e di Renata di Francia;
1552-54, in contrasto col padre, fugge e combatte nelle Fiandre;
1557-58, combatte contro gli spagnoli in Italia;
1559-97, duca di Ferrara, Modena e Reggio;
nel 1560 ha allontanato da corte la madre, per le sue tendenze protestanti, che fa ritorno in Francia ritirandosi nel proprio feudo di Montargis;
nel 1567 è morta la prima moglie Lucrezia de' Medici;


 
1573
-


1573
Granducato di Toscana
Cosimo I de' Medici
Albero genealogico

(Firenze 1519 - Villa di Castello, Firenze 1574)
figlio di Giovanni [dalle Bande Nere] (ramo dei "popolani") e di Maria Salviati;
1537-69, duca di Firenze;
nel 1539 ha sposato Eleonora Álvarez de Toledo y Zúñiga († 1562);
nel 1562 ha istituito l'Ordine militare religioso di Santo Stefano;
1569-74, granduca di Toscana;

1573
-



1573
ducato di Urbino
Guidobaldo II
Albero genealogico
(Pesaro 1514 - 1574)
figlio di Francesco Maria I Della Rovere e di Eleonora Gonzaga;
1538-74, duca di Urbino;
1538-39, duca di Camerino;
nel 1548 ha sposato Vittoria Farnese;
dal 1553 è capitano generale della chiesa;
dal 1555 è prefetto di Roma;
dal 1558 è passato al servizio di Filippo II di Spagna;





 
1573
1572-73, rivolta di Urbino: repressa duramente;



1573
REGNO di NAPOLI e di SICILIA
Filippo II [il re prudente]
Albero genealogico

(Valladolid 1527 - Escorial, Madrid 1598)
primogenito di Carlo V e di Isabella di Portogallo;
1539, muore la madre;
1540-98, duca di Milano;
1554-98, re di Napoli e di Sicilia (Filippo I);
dopo l'incoronazione ricevuta dal padre, ha lasciato la Spagna per sposare la regina d'Inghilterra Maria Tudor;
1556-98, re di Spagna;



1580-98, re di Portogallo;



– vedi sopra –


NAPOLI
Viceré
-
Nunzio apostolico
-

1573
-


SICILIA
Viceré
G. Toledo
(1564 - 1577)
1573
-

 





Baglione, Giovanni (Roma 1573 ca-1644) pittore manierista e storico dell'arte italiano, vissuto sempre a Roma tranne due brevi permanenze a Napoli e a Mantova;
Le vite de' pittori, scultori, architetti ed intagliatori del pontificato di Gregorio XIII del 1572, in fino a' tempi di papa Urbano VIII nel 1642 (1642).

Carletti, Francesco (Firenze 1573?-1636) viaggiatore e scrittore italiano
Ragionamenti del mio viaggio intorno al mondo (1594-1606).

Laud, William (Reading 1573-Londra 1645, giustiziato) ecclesiastico anglicano, figlio di un sarto;
1601, ordinato sacerdote, è molto ostile al puritanesimo; 
1611-21, preside del St. John's College di Oxford;
1621, è nominato vescovo di St. David;
1625, l'ascesa al trono di Carlo I è decisiva per la sua carriera;
1626, vescovo di Bath e di Well;
1627, consigliere privato di Carlo I;
1628, vescovo di Londra;
1629, cancelliere dell'università di Oxford, diventa la figura dominante nella chiesa anglicana;
1633, arcivescovo di Canterbury, attacca i puritani, i cattolici e altri dissidenti controllando ogni aspetto della dottrina religiosa e del culto, cercando di estendere l'uniformità liturgica a tutta l'Inghilterra; è molto legato a Carlo I ed al ministro Th. Wentworth conte di Stafford nei loro tentativi di imporre alla nazione un assolutismo da lui definito di diritto divino; intransigente sostenitore dei tribunali della camera stellata e della commissione ecclesiastica, strumenti di repressione di ogni critica alla corona e al governo, contribuisce non poco col suo autoritarismo all'ostilità determinatasi contro Carlo I; quando la Scozia calvinista rifiuta la liturgia da lui promulgata, egli consiglia il re di imporla con la forza aggravando il già forte contrasto nazionale;
Relazione (1639, della controversia con il gesuita J. Fisher)
1639, inevitabile la guerra;
1641, durante la "rivolta del grande parlamento" viene messo in stato di accusa e imprigionato nella Torre di Londra;
Diario (degli ultimi anni)
1645, viene giustiziato.

Régnier, Mathurin (Chartres 1573-Rouen 1613) poeta francese, nipote del poeta Ph. Desportes, fu avviato dai genitori alla carriera ecclesiastica e visse per molti anni a Roma, al servizio del cardinaleFrançois de la Joyeuse e di Ph. de Béthune;
1605, a Parigi frequenta assiduamente ambienti nobili, in stretto contatto con i poeti satirici P. Motin, P. Berthelot e Ch. de Sigogne;
Satyres (1608, Satire).

Ripamonti, Giuseppe (Tegnone, od. Ravellino, Como 1573-Rovagnate, Como 1643) storico italiano, canonico del duomo di Milano, professore nel seminario e prefetto della Biblioteca Ambrosiana;
Historia ecclesiae mediolanensis (1617-1625, sotto la protezione del cardinale F. Borromeo)
De peste Mediolani quae fuit anno MDCXXX (1640, una delle fonti principali per il Manzoni nei Promessi Sposi)
Historiarum patriae in continuationem Tristani Calchi libri XXIII (1641-1643, nota anche col titolo di Storia patria).

Stigliani, Tommaso (Matera 1573-Roma 1661) poeta italiano;
Il Polifemo (1600)
Rime (1601, confluite poi nel
Canzoniere (1605 e 1623)
Il mondo nuovo (1617, 20 canti; 1628, 34 canti)
Occhiale (1627).

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«segue da 1572»
1573
Inghilterra

esce nella sua seconda traduzione inglese (la prima nel 1548) il libro anonimo De Beneficio Christi che difende la dottrina luterana della "giustificazione per fede";
Venezia
. Girolamo Scoto ha finora pubblicato 197 edizioni (1540-1573);
. Comin da Trino ha finora pubblicato 170 edizioni (1540-1572);
«segue 1574»

Index librorum proibitorum

«segue da 1572»
1573, continua l'opera degli "espurgatori":
. p. Vincenzo Borghini, benedettino, "rassetta" il Decameron di G. Boccaccio (1573);
«segue 1582»

 

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