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Papa
Adriano VI

(1522-23)

Adriaan Florisz Boeyens (Utrecht 1459-Roma 1523)
1492, professore di teologia scolastica all'università di Lovanio;
1507, l'imperatore Massimiliano I gli affida la cura dell'educazione del nipote (futuro Carlo V);
1515, viene inviato in Spagna per assicurare a Carlo l'eredità al trono;
1516, alla morte di Ferdinando [il Cattolico] regge con il cardinale F. Jiménez de Cisneros i regni di Castiglia e di Aragona; vescovo di Tortosa;
1517, cardinale;
1520, diviene governatore generale della Spagna; incapace a reprimere la «rivolta dei comuneros» gli viene affiancato come reggente da Carlo V, Iñigo Velasco;
1521, muore Leone X;
1522, eletto papa con l'appoggio del cardinal Caetano e del gran cancelliere di Carlo V, marchese di Gattinara;
si propone: di riformare internamente la chiesa, cominciando dalla corte romana; di reprimere il luteranesimo e di comporre i contrasti tra l'imperatore e Francesco I di Francia;
denuncia le colpe del papato nella corruzione della chiesa (istruzione al nunzio presso la dieta di Norimberga) senza ottenere alcun effetto presso i luterani;
si mantiene neutrale nella lotta tra Francesco I e Carlo V;
1523, aderisce alla coalizione antifrancese solo quando ha le prove della congiura di Pier Soderini per una nuova discesa in Italia dei francesi;
ultimo papa non italiano (a parte Wojtila).

Sovrano Militare Ordine Gerosolimitano di Malta

«segue da 1480»
1522, Rodi, Solimano [il Magnifico], forte di centinaia di navi e decine di migliaia di uomini, ha ragione della pur strenua resistenza dell'ordine (600 cavalieri, con poche centinaia di rodioti e mercenari).
I gerosolimitani vengono cacciati ed inizia la loro peregrinazione (in compagnia dell'immagine della Signora di Filerno e delle reliquie la destra di san Giovanni Battista e la santa spina offerta al gran maestro d'Aubusson dal sultano Bayazet):
Candia, Citera, Messina, Baia, Cuma, Civitavecchia, Viterbo, Corneto, Nizza, Villafranca e Siracusa.
Intanto con la riforma protestante si staccano dall'ordine i rami inglesi e tedeschi.
«segue 1529»

ANNO 1522





1522
Unione Elvetica
Confederazione dei tredici cantoni elvetici:
- Uri (1291),
- Schwyz (1291),
- Unterwalden (1291),
- Lucerna (1332),
- Zurigo (1351),
- Zug (1353),
- Glarus (1353),
- Berna (1353),
- Friburgo (1481),
- Soletta (1481),
- Basilea (1501),
- Sciaffusa (1501),
- Appenzell (1513).

1522
La Riforma porta un grave seme di dissenso nel corpo dello stato svizzero. I princìpi di essa si diffondono in seguito alla predicazione di M. Butzer [Martino Bucero] da Strasburgo, e soprattutto grazie all'opera di J. Hussgen [G. Ecolampadio] a Basilea (da quest'anno) e di H. Zwingli a Zurigo.
Fra i cantoni passati al protestantesimo (Berna e parte di Glarona, Sciaffusa e Appenzell, oltre che Zurigo e Basilea) e quelli rimasti cattolici scoppia un conflitto armato a cui non sono estranee motivazioni di carattere economico (nei cantoni riformati si pretende la cessazione dell'invio di milizie mercenarie agli eserciti stranieri, mentre le zone cattoliche più povere, non intendono rinunciare a tale notevole fonte di ricchezza).




1522
Sacro Romano Impero
Carlo V
Albero genealogico
(Gand 1500 - Yuste, Estremadura 1558)
secondogenito di Filippo d'Absburgo [il Bello] e di Giovanna [la Pazza];
1515-56, principe dei Paesi Bassi;
1516-56, re di Spagna (Carlo I)
1516-54, re di Napoli (Carlo IV);
1519-56, imperatore del Sacro Romano Impero;



1522
prima guerra con la Francia (1521-26);

Intanto Ulrich von Hutten (34enne) comincia a dare al movimento da lui stesso lanciato – e che l'intervento di M. Lutero ha notevolmente fortificato – un aspetto politico sempre più marcato. Dopo essersi assicurato il concorso di Franz von Sickingen, ritornato irritato e deluso da una spedizione fallita contro la fortezza francese di Mezières, ed aver così trovato il capo militare capace di comandare l'immenso esercito degli oppressi, si rivolge allora alle città minacciate nella loro indipendenza dall'invadenza del governo imperiale ed ai malcontenti usciti dalle classi medie, ai quali sa tenere un linguaggio quanto mai appropriato.
In un dialogo intitolato I briganti, indica come più nocivi ancora dei tagliaborse e dei banditi da strada, i grandi ricchi, i Fugger per esempio, che con la loro sostanza tentacolare schiacciano il piccolo mercante, concludendo col denunziare insieme gli scribi ed i giuristi, «nuova specie di gente dal tocco rosso, che hanno ormai invaso la Germania e circondato Carlo dopo Massimiliano».
In seguito, con sempre maggiore audacia, d'accordo col profeta Hartmuth von Kronenberg, indirizza all'imperatore in persona un'epistola che sotto il titolo di Lamenti ed avvertimenti presenta effettivamente le esigenze della nazione. Dopo aver definito la Germania terra madre della stampa, come la Giudea lo era dell'Europa moderna, prega il sovrano di scegliere quali consiglieri J. Reuchlin, M. Lutero e lui stesso e di dare l'incarico di condurre gli affari pubblici al duca di Baviera ed al conte Palatino che godono del favore del popolo.
Così governato, allo scopo di completare il proprio rinnovamento e di togliere Roma e l'Italia al papa, il paese non dovrà far altro che rompere ogni relazione con la Santa Sede, dichiarare i vescovi decaduti dalle loro funzioni di Elettori e di signori temporali, sopprimere i conventi ed abolire infine l'impiego dei soldati mercenari «senza onore e senza Dio».
Programma certo ambizioso, che è pero solo quello della lega fra cavalieri formata da Franz von Sickingen a Landau per «l'aiuto e la difesa reciproca» di tutti i membri della casta cavalleresca.
Per compiere il passo decisivo occore poi guadagnare al movimento l'ultima classe, ossia i contadini.
Appunto per loro Ulrich von Hutten scrive, in tedesco e non in latino, un opuscolo in cui fa conversare insieme Franz von Sickingen e Karthaus, un predicatore luterano assai influente presso le genti di campagna, il quale, dopo aver imperiosamente reclamato la soppressione delle decime, conclude con incitazioni all'assassinio e al saccheggio, che il cavaliere è costretto a temperare.
Non è ancora spenta l'eco sollevata da questo scritto incendiario nelle valli del Taunus e dell'Harz, che la guerra scoppia, non desiderata da M. Lutero, ma neppur decisamente sconsigliata ai suoi discepoli.
L'attacco atteso con tanta impazienza è lanciato da Franz von Sickingen contro l'arcivescovo Elettore di Treviri e da questo momento tutta la Germania ha gli occhi fissi sull'audace che ha promesso agli abitanti di Treviri di liberarli «dall'Anticristo» e di apportar loro la libertà evangelica. Il vessillo della rivoluzione è dunque alzato, ma si tratta tuttavia di un movimento politico e tutto dipende ora dalla condotta della borghesia.
Indirizzandosi alle città libere e specialmente a Francoforte ed a Worms, Ulrich von Hutten ha tentato di trascinare i loro abitanti nella lotta a fianco della cavalleria.
Ma le città libere non si muovono e neppure i contadini, diffidenti della piccola nobiltà. Ridotto alle sue uniche forze, messo al bando dell'impero, Franz von Sickingen (isolato, non è che una sopravvivenza del medio evo) deve rifugiarsi nel suo castello dove muore dopo un'eroica resistenza.
[La fine di Franz von Sickingen segna anche quella della cavalleria.]
Ulrich von Hutten si rifugia invece in Svizzera presso H. Zwingli.

Aprile
29
, vittoria della Bicocca;

Ora che Martin Baumgartner si trova indebitato con i Fugger per una somma di 20.000 fiorini, Jacob II Fugger si unsce con un importante impresario di miniere, Hans Stoeckle, e rileva dapprima «quale amministratore temporaneo» e poi per acquisto, le cointeressenze minerarie di Martin Baumgartner nello Schwaz, a Kufstein, a Rattenberg ed a Linz. Seguono altri acquisti.
Di tutte le cointeressenze (come da inventario del 1527) acquistate dai Fugger e riunite nello Schwaz, i 45 pozzi del cosiddetto Falkenstein sono di gran lunga i più importanti. Numerosi pozzi si trovano nella vicina Rattenberg; altri pozzi sono:
- presso Klausen sul Pfundererberg,
- in Val Ridanna sullo Schneeberg,
- presso il castello di Garnstein,
- nelle valli del Lafatscha, del Vomper e dell'Adige.
Da principio i Fugger non hanno qui fonderie proprie: essi forniscono solo il piombo ai possessori di fonderie e praticano il commercio delle merci a buon mercato.
La fusione viene eseguita da fonditori o padroni di fonderie come imprenditori indipendenti, i quali per lo più gestiscono anche miniere.
Ma ben presto entrano in azione anche fonderie di proprietà dei Fugger.

Dopo lo Schwaz, Hall è la più importante agenzia del Tirolo.
Qui è la sede della zecca di stato, delle caldaie per l'estrazione del sale, e della direzione delle saline. . Vi è anche la l'amministrazione delle entrate che Jacob II Fugger riceve in pegno per i prestiti fatti agli Absburgo. In Hall è un importante posto di smistamento per i trasporti di metallo che vanno verso il sud. Per giungere fin là si segue il corso dell'Inn; poi vengono trasportati su muli.

Anche Bolzano è una base per il traffico di metalli con l'Italia: ma gli affari si svologno solo in uno studio preso in affitto, perché non vi è là un agente apposito. Da secoli i mercanti di Bolzano sono celebri come intermediari tra il sud e il nord. Vino e frutta sono le merci preferite; vi si praticano anche affari di denaro. Infine i Fugger acquistano una casa propria a Innsbruck, poiché i continui affari con il governo e le classi elevate esigono una rappresentanza decorosa. Da principio si ricavano ancora forti guadagni grazie all'intensa attività dei successori e alla fondazione del «commercio minerario, di fusione e di merci a buon mercato dello Schwaz».
[Ma dopo il 1550 il rendimento delle miniere diminuirà. Anche compagnie ben organizzate come il Commercio minerario e di fusione di Jenbach e il Commerico in proprio del Tirolo e della Carinzia non potranno arrestare la lenta decadenza, finché la guerra dei trent'anni metterà fine del tutto all'industria mineraria tirolese.]

Dal Tirolo Jacob II Fugger varca anche le Alpi orientali ed esercita la sua attività nelle miniere di Salisburgo, di Steiemark e della Carinzia come provveditore, commerciante di metalli ed infine anche come cointeressato. Qui Gastein è lo stabilimento principale per l'argento che l'agente dei Fugger, Hans Mairhofen, acquista a Tottemann, a Rauris, a Gastein ed a Villach. Egli concede anticipi a coloro che esercitano miniere e riceve in cambio la loro produzione di metalli. Ma poiché i conduttori di miniere nelle Alpi orientali non hanno molta disponibilità di capitali come in Tirolo, spesso essi danno ai Fugger in pagamento dei loro debiti le loro quote di interessenza nelle miniere. Così i Fugger vengono in possesso di numerose azioni minerarie: nella sola Gastein ne hanno 21.
L'argento estratto qui va, specialmente passando per Venezia, a Roma, dove i fastosi papi ne hanno un desiderio quasi insaziabile.
La miniera e la fondera di piombo che a Fuggerau presso Villach in Carinzia che da principio era stata impiantata solo per il rame ungherese, costituisce anche un importante punto d'appoggio per lo smercio dell'argento di Carinzia. Ma i Fugger estraggono e smerciano metalli in Carinzia e a Salisburgo per appena mezzo secolo. Contemporaneamente al commercio ungherese si abbandona anche questa attività. Fuggerau con tutte le fonderie, le fucine e la proprietà terriera annessa viene venduta al Chiostro di Arnoldstein.

Al fianco di Jacob II Fugger opera uno stato maggiore di collaboratori, tra cui gli impiegati più anziani, Ulrich Hegstein, Georg Vittel e Anton Mangolt. A ciascuno è affidata la contabilità per una o parecchie agenzie e la corrispondenza con quelle. Particolare fiducia Jacob II Fugger concede a Anton Mangolt che è anche il suo rappresentante negli affari giudiziari.
Per il resto gli impiegati della centrale sono interamente sottoposti al capo.
Dopo Jacob II Fugger la personalità più spiccata della ditta è il capo contabile Mathaeus Schwarz.
[Stufo della scuola già a dieci anni, si dedicò agli studi commerciali. Dopo aver studiato per parecchi anni nei paesi latini la partitia doppia, nel settembre 1516 torna da Venezia di nuovo ad Augusta dal signor Fugger.
È autore di due opere letterarie: Kostümkunde (Notizie sul costume) con 137 illustrazioni di nuovi costumi (pubblicato a sue spese) e della Musterbuchhaltung (Contabilità modello).
Egli tiene la contabilità della centrale e controlla con meticolosa esattezza i rendiconti annuali che ogni agenzia deve rimettere in dicembre alla centrale con i relativi documenti probativi.
Cassieri e contabili vengono scelti con molta circosspezione. Solo raramente si commettono degli errori (Hans Alber ad Ofen e Marx Zimmermann a Lisbona). Ogni agente ha pieni poteri per tutti gli affari in contanti che rientrano nel suo raggio d'azione. Per i prestiti e per gli affari straordinari occorre il consenso di Jacob II Fugger. Per ogni acquisto bisogna comunicare esattamente il tipo di valuta e il tempo e il luogo del pagamento.
Con le ditte e i singoli commercianti che non sono in stretta relazione, gli affari a contanti sono la regola; spesso anche si barattano merci contro merci. Con gli amici della ditta si usa mettere in conto dall'una e dall'altra parte.
I valori equivalenti sono rappresentati per lo più da verghe di rame o da moneta coniata. i mercanti stessi devono salvaguardarsi dall'essere ingannati. Poiché vige ancora l'antico detto: «Affare pattuito rompe ogni diritto», in seguito non si può più reclamare. Perciò ad ogni contratto si consiglia sempre la circospezione: «Bada di non dare un cavallo in cambio di una pipa!».
Gli agenti hanno stipendio fisso, alloggio e vitto gratuito e cointeressenza. Essi possono anche investire capitali nell'azienda con pieno guadagno, senza essere soci responsabili.
In certi posti – come per esempio a Roma – all'agente si concede persino il diritto di esercitare un commercio proprio.
Gli stipendi sono in parte veramente rilevanti. Così l'agente di Breslavia, Hans Metzler, certamente uno dei privilegiati, ha vitto e alloggio gratuiro per tutta la sua famiglia e servitù e inoltre 400 fiorini (quasi 10.000 marchi a metà del XX secolo).
Le succursali vengono adattate alle esigenze economiche delle diverse città commerciali e all'estensione degli affari.
- Grandi edifici rappresentativi: Roma e Anversa.
- Case più semplici: Innsbruck, Schwaz, Ofen;
- Case d'affitto: Vienna, Lipsia, Reichenstein, Hall e Lisbona.
Un corrispondente o "commesso", in rapporti fissi di dipendenza, è presente a Vienna, Lubecca, Colonia e Bolzano.
Nei centri poco importanti ci sono collaboratori occasionali, amici, parenti e altre persone di fiducia della casa. Ad esempio, a Mainz, c'è un canonico.
Jacob II Fugger ha alle dipendenze anche commessi viaggiatori che operano in luoghi diversi a seconda del bisogno.
Egli tiene il Journal, il "libro giornale" che registra tutti i fatti dell'azienda secondo l'ordine degli avvenimenti. In più, rispetto a quanto appreso a Venezia, egli divide il libro dei debitori, tenuto da due scrivani, in un libro delle cose detto anche "Kapus", che esegue tutti i conti degli articoli e in un libro dei conti (futuro partitario dei debitori) che contiene un conto personale dei debitori e creditori. L'introduzione di un libro cassa, di un libriccino spese e di un memoriale dimostrano in quale forma perfetta venga eseguita la mercatura.

Accade intanto un avvenimento di risonanza mondiale: la Vittoria, unica delle cinque navi con cui tre anni prima Ferdinando Magellano aveva salpato verso occidente con 280 uomini, attracca di nuovo al molo di S. Luca.
Si è circumnavigata l'America meridionale, si è trovato il ricercatissimo passaggio verso il mare del sud, si sono raggiunte le Molucche, la patria dei garofani, che sono cari il triplo del pepe e che finora si possono importare dalla Malacca soltanto con un commercio di commissione.
Da questo viaggio ha una luminosa conferma l'affermazione di Martin Behaim che la Terra è una sfera e che può essere abitata in tutte le sue parti.
Tra l'Asia e l'Europa si trova ancora un grande continente e il più vasto mare del mondo, l'Oceano Pacifico.
Il «vecchio mondo» è soltanto una parte della Terra. Bisogna imparare a pensare planetariamente.

Ora gli spagnoli credono di poter ora adire l'eredità dei portoghesi, prendere possesso delle isole delle spezie ed esercitare da soli il lucroso «commercio delle Indie».
Infatti i piloti affermano che in base alla linea di demarcazione, che Alessadnro VI aveva fissato il 6 maggio 1483 e con cui aveva assegnato agli spagnoli tutte le nuove scoperte dell'emisfero occidentale le isole recentemente scoperte sono possedimento spagnolo.
Carlo V vede nello sfruttamento di queste possibilità coloniali una fonte inesauribile di nuovi mezzi finanziari, che gli occorrono per i suoi piani di dominazione mondiale.
Si aprono allo spirito d'iniziativa spagnolo prospettive fantastiche. Carlo V comincia senz'altro ad intraprendere l'armamento accelerato di una flotta delle Molucche per istituire un collegamento regolare con le isole delle spezie.
Con uno scritto di suo pugno, l'imperatore invita Jacob II Fugger a mettere la sua casa al servizio della spedizione. Egli promette un guadagno proporzionale all'investimento e il diritto di partecipare alle quattro spedizioni successive. Ogni mercante può mandare un proprio agente, se egli vi investe 10.000 ducati. Jacob II Fugger adempie a questa condizione, nomina Hans Wendler suo rappresentante e fa di tutto per promuovere la spedizione. Per l'armamento delle navi egli acquista per incarico e per conto dell'imperatore a Lubecca e a Bremen otto carichi completi di rame, legno per alberi, catrame, e altri articoli e li trasporta a La Coruña, il nuovo scalo e porto all'estremità nord-occidentale della Spagna dove viene impiantata un'agenzia imperiale sotto la direzione del grande ammiraglio Cristobal de Haro.
[La flotta partirà soltanto il 25 luglio 1525.]

L'accusa di «far rincarare i viveri con le tendenze monopolistiche e di raggiungere una potenza pericolosa e dannosa per il popolo» si rivolge soprattutto contro le grandi società commerciali.
Le società commerciali sono considerate responsabili di ogni inconveniente, del peggioramento del titolo della moneta, del rincaro generale delel merci, delle frodi. Perciò dappertutto si leva «un grido comune» contro le società, chiamate brevemente Fuggereien.
Esse si accordano segretamente – così ci si lagna – per concertare alti prezzi, affinché nessuno venda a buon mercato.
Il Consiglio provinciale riunitosi a Innsbrick dichiara nell'articolo 8: «Per colpa delle socetà noi siamo venuti in gran rovina e per opera loro il lavoro è diventato più caro e quindi più scarso per l'uomo del popolo, cosicché le merci di poco prezzo sono tanto aumentate che quello che poco tempo fa costava 18 carantani, ora bisogna pagarlo un fiorino».
Il popolo è sdegnato perché al contrario il pepe negli anni dal 1516 fino al 1522 è salito da 18 a 44 carantani, e cento libbre di zucchero in due anni sono aumentate da 11 a 20 fiorini.
Siccome in seguito all'aumentato sfruttamento delle mineire si è molta accresciuta la produzione di metalli nobili, si coniano anche più monete.
È quindi un processo economico naturale il rincaro delle merci. Si incolpano tuttavia le società commerciali del rincaro generale.

È la conseguenza di un generale odio popolare che si era già destato nella dieta di Koeln-Trier che ha portato ad energici divieti e divampa ora (1522-1525) in un grande incendio.
Poiché la potenza delle società è in continuo aumento, alla Dieta di Worms (1522 o 1521??) che è sotto l'influsso fortemente ostile al commercio, si vuole procedere il più duramente possibile contro di esse e si accoglie con gioia ogni possibilità di farlo. Nessuna società – così si dice nella raccolta di deliberazioni prese dalla dieta — può avere più di 50.000 fiorini di capitale e di tre succursali. Ogni anno esse devono compilare un bilancio e sottoporlo alle autorità. Intorno all'impero si devono collocare barriere doganali e con i diritti doganali preventivati si devono coprire le spese dlell'Impero.

Il pericolo è grande: dappertutto la rivolta cova sotto la cenere e basta una scintilla perché si trasformi in incendio distruttore.
In effetti, ora che l'economia capitalistica ha accumulato in mano di pochi enormi ricchezze e l'uomo povero è diventato ancora più povero, i contrasti si sono acutizzati al massimo.


[Will Winker, Fugger Il Ricco, Giulio Einaudi Editore Torino 1943.]

REGNO di SPAGNA
[vedi sotto]
REGNO di NAPOLI
[vedi sotto]

1522
AUSTRIA
Ferdinando I
Albero genealogico

(Alcalá de Henares 1503 - Vienna 1564)
figlio di Filippo d'Absburgo [il Bello] e di Giovanna [la Pazza], fratello minore di Carlo V, fu educato in Spagna;
1516, il nonno Massimiliano I gli procura la mano di Anna Jagellone;
1521-64, arciduca di Alta e Bassa Austria, Carinzia, Stiria e Carniola
1522
per il suo insediamento come governatore dei paesi ereditari asburgici, sono necessarie alcune esecuzioni capitali per imporre l'obbedienza;



1526-64, re di Boemia e d'Ungheria;
1556-64, imperatore del Sacro Romano Impero;

1522
-

1522
REGNO di BOEMIA e d'UNGHERIA
Lajos II Jagellone
Albero genealogico

(1506 – Mohacs 1526, ucciso nella battaglia contro i turchi)
figlio di re Ladislao II o VII e di Anna di Foix;
1516-26, re di Boemia e d’Ungheria;
[ultimo re a cui la Transilvania obbedisce come facente parte del regno]
nel 1521 (maggio) sua sorella p.ssa Anna Jagellone († 1547), ha sposato Ferdinando I d'Absburgo;
1522
Gennaio
13
, sposa Marie d'Absburgo († 1558), sorella di Carlo V;




1522
-

1522
Transilvania
Giovanni Szápolyai

(Szepesvár 1487 - Szászebes 1540)
di nobile famiglia transilvana;
1511-40, voivoda di Transilvania;



1526-40, re d'Ungheria;

1522
-

1522
Sassonia
Federico III [il Saggio]
Albero genealogico

(Torgau 1463 - castello di Lochau, Annaburg 1525)
figlio di Ernesto duca elettore di Sassonia (linea ernestina) e di Elisabetta di Baviera;
1486-1525, duca elettore di Sassonia;
nel 1521 ha offerto a M. Lutero, messo al bando, un rifugio sicuro nella fortezza della Wartburg;



1522
ducato di Württemberg
Ulrico di Württemberg
Albero genealogico

(Reichenweiler, Alsazoia 1487 - Tubinga 1550)
figlio di Enrico e di Elisabetta di Zweibrücken;
1498-1519, duca di Württemberg;
dal 1520 si trova in esilio a Montbéliard mentre il governo del ducato è stato affidato a Ferdinando I d'Austria;




1534-50, duca di Württemberg;


1522
ducato di Baviera
Guglielmo IV [il Costante]
Albero genealogico

(† 1550)
figlio di Albrecht IV [il Saggio] e di Cunegonda d'Austria;
1508-50, duca di Baviera;



1522
Mainz [Magonza]
Albrecht
Albero genealogico

(n. 1490 - Magonza 1545)
figlio di Giovanni [il Cicerone], elettore di Brandeburgo;
1513, vescovo di Magdeburgo e amministratore del vescovado di Halberstadt;
1514-45, arcivescovo elettore di Mainz [Magonza] ;
dal 1518 è cardinale;





1522
REGNO di POLONIA
Sigismondo I
Albero genealogico

(† 1548)
figlio di Casimiro IV Jagellone e di Elisabetta d’Absburgo;
1506-1548, re di Polonia e granduca di Lituania;
sposa in seconde nozze Bona Sforza († 1557), figlia di Gian Galeazzo duca di Milano;





1522
-










1522
IMPERO OTTOMANO
Solimano [il Magnifico]
Albero genealogico

(1494 - 1566)
figlio di Selim I;
1520-66, sultano;




Gran Visir
-
1522
con 200.000 uomini e 400 navi contro 7000 "cavalieri di S. Giovanni" [da notare la differenza delle fonti] conquista l'isola di Rodi;
i superstiti (circa la metà) sono costretti ad abbandonare l'isola rifugiandosi prima a Tripoli e poi a Malta;





1522
REGNO di FRANCIA
Francesco I
Albero genealogico
(Cognac 1494 - Rambouillet 1547)
figlio di Carlo di Orléans conte di Angoulême e di Luisa di Savoia;
1515-47, re di Francia;



Primo ministro
[Sovrintendente delle Finanze]
Jacques de Beaune
signore di Semblanéay
(1518 - 1524)
Cancelliere-Guardasigilli
Antoine Duprat
(primo presidente del Parlamento di Parigi)
(1515 - 1535)
Segretario di stato agli Affari Esteri
-
 
1522
istituisce l'Ufficio delle partite casuali che, pur assegnando al fisco una tangente, riconosce la venalità delle cariche consentendo così ai titolari di negoziare i propri "offici" come beni patrimoniali; si assicura in questo modo la fedeltà dei funzionari;

 
1522
ducato di Lorena e di Bar
Antonio II [il Buono]
Albero genealogico

(1508 - 1544)
figlio di Renato II e di Filippa di Gheldria;
1508-44, duca di Lorena e di Bar;
[ha ereditato il ducato di Lorena, la contea di Vaudémont e i vescovati di Metz e Verdun.]

1522
-



1522
Paesi Bassi
Carlo V
Albero genealogico

[vedi Carlo V]
1515-56, principe dei Paesi Bassi;
[Olanda, Brabante, Limbourg, Fiandre e Hainaut]


Governatore
-

1522
-






1522
REGNO d'INGHILTERRA e d'IRLANDA
Enrico VIII
Albero genealogico

(Greenwich 1491 - Westminster 1547)
[erede delle due Rose]
secondogenito di Enrico VII Tudor e di Elisabetta di York;
1509-47, re d'Inghilterra e d'Irlanda;
1509, subito dopo l'incoronazione, sposa la vedova del fratello Arturo, Caterina d'Aragona;
1514 concede la sorella Maria Tudor in matrimonio a Louis XII;



1522
1515-29, di fatto la politica inglese e il governo sono diretti in suo nome da Th. Wolsey nella sua triplice veste di cardinale arcivescovo di York, lord cancelliere e legato papale a latere, colui che riuscirà a restituire all'Inghilterra un certo prestigio tra le potenze europee;


IRLANDA
-
-
-
-

1522
-

a

1522
REGNO di SCOZIA
Giacomo V
Albero genealogico

(Linlithgow, Scozia 1512 - Falkland 1542)
figlio di Giacomo IV Stuart e di Margherita Tudor;
1513-42, re di Scozia;
sotto la reggenza della madre, mentre il paese è travagliato dalle lotte tra i nobili scozzesi, sostenitori gli uni dell'Inghilterra e gli altri della Francia;



1522
-


a

1522
REGNO di DANIMARCA e di NORVEGIA
REGNO di SVEZIA
Cristiano II [il Crudele]
Albero genealogico
(Nyborg, Svendborg 1481 - Kalundborg, Holbaek 1559)
figlio di Giovanni I e di Cristina di Sassonia;
1513-23, re di Danimarca e di Norvegia;
1520-21, re di Svezia;
nel 1521 è stato cacciato dalla Svezia che sotto la guida di Gustavo Vasa ha proclamato la propria indipendenza;

1522
-
NORVEGIA
1522
-
ISLANDA
1522
-
SVEZIA
1522
-








1522
REGNO di PORTOGALLO
Giovanni III [il Pio]
Albero genealogico

(Lisbona 1502 - 1557)
primogenito di Emanuele I e di Maria, figlia dei sovrani spagnoli Ferdinando e Isabella;
1521-57, re di Portogallo;
pur dovendo abbandonare talune posizioni precedentemente conquistate in Africa, consolida ed estende l'impero coloniale portoghese in Asia (Macao, Diu) e nel Brasile, che divide in capitanias;



1522
-
a


1522
REGNO di SPAGNA
Carlo I
Albero genealogico

[vedi Carlo V]
1516-56, re di Spagna; (Carlo I)


1522
Gennaio
si pensa ancora seriamente di trasferire la regina Giovanna [la Pazza] e la p.ssa Caterina nella fedele fortezza d'Arévalo dove risiede donna Maria de Velasco (vedova in lutto del gran tesoriere Velásquez e amica materna di Ignazio di Loyola);






1522
SAVOIA
 


 

1522
-



1522
Monferrato
Bonifacio IV Paleologo
Albero genealogico
(Casale 1512 - 1530)
figlio del marchese Guglielmo IX e di Anna d'Alençon;
1518-30, marchese di Monferrato;
sotto la reggenza della madre e dello zio Giangiorgio;

1522
-

1522
ducato di Milano
Francesco II Sforza
Albero genealogico
(Milano 1495 - 1535)
secondogenito di Ludovico [il Moro] e di Beatrice d'Este;
1499, dopo la cacciata del padre, trascorre molti anni in esilio;
1521-35, duca di Milano;

 

1522
-



1522
Mantova
Federico II Gonzaga
Albero genealogico
(Mantova 1500 - 1540)
figlio di Francesco II e di Isabella d'Este;
1519-40, marchese di Mantova;




1530-40, duca di Mantova;
1536-40, marchese del Monferrato;

1522
-

1522
REPUBBLICA DI VENEZIA
"La Serenissima"
Antonio Grimani
Albero genealogico

(Venezia 28 dic 1434 - Venezia, 7 mag 1523)
figlio di Marino e di Agnesina Montanar;
1521-23, doge di Venezia; [76°]


- nunzio pontificio: Altobello Averoldi (1517 set - 1523)
- ambasciatore di Spagna: ? (? - ?)

1522
-



1522
ducato di Ferrara
ducato di Modena
ducato di Reggio
Alfonso I d'Este
Albero genealogico

(Ferrara 1476 - 1534)
figlio di Ercole I e di Eleonora d'Aragona;
sposa in prime nozze Anna Sforza († 1497)
1505-34, duca di Ferrara;
1505-10, 1526-34, duca di Modena;
1505-10, 1523-34, duca di Reggio;
dal 1501 è sposato (seconde nozze) con Lucrezia Borgia la quale ha ottenuto dal padre (papa Alessandro VI) il riconoscimento del diritto all'eredità dei beni estensi [feudo pontificio];
nel 1510 è stato scomunicato e dichiarato decaduto nonché privato da Giulio II dei ducati di Modena e Reggio…


 
1522
inutili le trattative, condotte anche dal fratello cardinale Ippolito e da Ludovico Ariosto, per recuperare i ducati;
[la Garfagnana è una zona di banditismo e di contrabbando difficilmente governabile, come documentato dalle lettere di L. Ariosto, governatore della regione per conto degli Estensi nel periodo 1522-25.]

 

1522
Firenze
Alessandro de' Medici
Albero genealogico

(1512 ca - Firenze 1537)
figlio naturale di Lorenzo [ramo di Cafaggiolo] duca di Urbino [secondo altri, di Giulio (papa Clemente VII)];
1519-27, duca di Urbino;


1531-37, duca di Firenze;


1522
-


1522
ducato di Sora
ducato di Urbino
Francesco Maria I della Rovere
Albero genealogico
(n. 1490 - m. 1538)
figlio del duca di Sora Giovanni della Rovere e di Giovanna di Montefeltro;
1501-38, duca di Sora;
1501-38, signore di Senigallia e Mondavio;
1508-38, duca di Urbino [toltogli da Leone X dal 1516];
1512-38, signore di Pesaro;


 
1522
-



1522
REGNO di NAPOLI
Carlo V
Albero genealogico

(Gand 1500 - Yuste, Estremadura 1558)
secondogenito di Filippo [il Bello] e di Giovanna [la Pazza];
1515-56, principe dei Paesi Bassi;
1516-56, re di Spagna (Carlo I)
1516-54, re di Napoli (Carlo IV);
1519-56, imperatore del Sacro Romano Impero;

– vedi sopra –

NAPOLI
Viceré
-
Nunzio apostolico
-

1522
-


SICILIA
Viceré
-
1522
SICILIA in rivolta:

viene avanzata al re una nuova petizione, in cui il Parlamento chiede che venga posto un freno al Tribunale dell'Inquisizione, senza capire che l'Inquisizione è uno strumento per tenere la Sicilia e condizionare e sorvegliare il Vicerè e i suoi ufficiali.

a





Aldrovandi, Ulisse [anche Aldovrandi] (Bologna 1522– 1605), naturalista, botanico ed entomologo, esploratore italiano.

Calzolari (o Calzolaris), Francesco (Verona 1522-1609) speziale e naturalista italiano;
[Una moglie, due figli maschi e due femmine, rari spostamenti da Verona… una vita tranquilla.]
alla morte del padre gli subentra come speziale titolare della farmacia "La campana d'oro";
mantiene una continua corrispondenza con i principali botanici e naturalisti dell'epoca;
[G. Fracastoro (considerato il maestro), il bolognese Ulisse Aldrovandi, Luca Ghini (medico di Imola), Anguillara, Andrea Alpaso (tiene cattedra a Padova) con i quali egli erborizza le pendici del monte Baldo.]
1561, entrato in stretti rapporti con Pierandrea Mattioli, medico primario dell'arciduca Ferdinando d'Austria, raggiunge la fama europea con la composizione della teriaca, un elettuario ben presto apprezzato ovunque come contravveleno, per la cui scoperta riceve il plauso di K. von Gesner;
Il viaggio di Monte Baldo della magnifica città di Verona (Venezia 1566, il più importante dei suoi trattati, dedicato alla flora medicinale del monte Baldo)
autore di molti altri trattati, sistema al primo piano della propria casa un museo – simile per alcuni aspetti al Wunderkammern – che costituisce sino all'inizio della guerra dei trent'anni una meta obbligata per gli scienziati di passaggio nei domini della Serenissima;
1584, morti prematuramente i due figli maschi, cieco per una cataratta, si ritira in una proprietà alle falde del monte Baldo;
1609, 5 marzo, qui muore.
[Il catalogo della sua biblioteca – composta da opere prevalentemente di carattere scientifico e naturalistico – illustrato con 43 incisioni, uscirà nel 1622.
Nel 1931 il paleontologo W.N. Edwards nota che questo catalogo riporta la prima formulazione a stampa data da G. Fracastoro alla propria teoria sull'origine dei fossili, che risale al 1517.
Nel 1989 questo catalogo sarà in vendita a New York per 4500 $.]


Chemnitz, Martin (1522-1586) scrittore, antigesuita;
Theologiae jesuitarum praecipua capita (Lipsia 1563; 1580, ristampa)
Doctrinae iesuitarum praecipua capita (Rupellae, 1580)
[Comprende:
- Assertio veteris ac veri christianismi adversus novum et fictum Iesuitismum seu societate Iesu;
- Fides Iesu et Iesuitarum, hoc est Antitheon seu collatio doctrinae Iesuitarum et papisticorum ex S. literis, Patrum scriptis et Iesuitarum farraginibus collecta.]

Postumo:
De origine iesuitarum et quo consilio secta illa recens instituta sit (1611)
[Stampato in Tractatus de proprietatibus iesuitarum praecipua capita, a doctis quibusdam theologis retexta (1611, Oppenheimii, S. Galleri) che contiene due scritti:
- Asseritur vetus et verus Christianismus adversus novum et fictum iesuitismum, per Petrum Boquinum Bituringen;
- Aliquot praelectiones G. Whitakeri contra Bellarminum, che svolge tre trattazioni contro l'evocazione dei santi, contro il culto delle reliquie e contro il culto delle immagini.
[Se questo De origine… fosse la prima edizione si tratterebbe di una pubblicazione postuma avvenuta trentun'anni dopo la sua morte.
Fonte: Vittorio Frajese in I Gesuiti e Venezia, 1994.].


Volkertszoon Coornhert, Dirk o Teodoro Coornhert (Amsterdam 1522 - Gouda 29 Ottobre 1590) politico olandese, umanista e traduttore di classici, precursore dell'arminianesimo.

Cordovero, Mosheh (1522-Safed 1570) filosofo e mistico ebreo spagnolo
Il giardino dei melograni (1549; postuma 1592)
Commenti allo Zohar.

Cousin, Jean [il Giovane] (1522 ca-1594 ca) incisore francese, figlio del pittore e incisore Jean Cousin (Sens, Champagne 1490 ca-1560 ca)
Libro della Fortuna
Metamorfosi d'Ovidio
.

Cujas, Jacques o Cuiacio (Tolosa 1522-Bourges 1590) maggiore giureconsulto francese del XVI secolo, fondatore della moderna scuola storica, in opposizione quindi ai glossatori e ai commentatori definiti "verbosi in re facili, in difficili muti, in angusta diffusi"
Opera omnia (Parigi 1658; Venezia 1758 ristampa; Prato 1834 ristampa; comprendente:
Observationes et emendationes (28 libri)
Commentaria ad Papinianum
Paratitla ad Codicem Iustiniani
Observationes et recitationes.

Du Bellay, Joachim (Liré, Anjou 1522-Parigi 1560) poeta e scrittore francese
Difesa e illustrazione della lingua francese (1549)
A la louange de l'Olive (1550, In lode dell'Oliva)
Antérotique
Vers lyriques
(Versi lirici)
Recueil de poésie (Raccolta di poesia)
Musagnaecomaquie (1550, Il Combattimento delle Muse contro l'ignoranza)
Tombeau de Marguerite de Valois (1552, La tomba di Margherita di Valois)
Traduzione del IV libro dell'Eneide (1552)
Traduzione del Simposio di Platone
Les Regrets (1558, I rimpianti)
Divers jeux rustiques (Giochi rustici)
Inventions (1552)
Les Antiquitez de Rome (1558, Le antichità di Roma)
Xenia
Poemata
Poête courtisan (Il poeta cortigiano)
Discours sur la poésie (Discorso sulla poesia).

Egmont, Lamoral (castello di La Hamaide, Hainaut 1522-Bruxelles 1568) politico fiammingo, discendente di un ramo cadetto della famiglia dei conti di Gheldria;
1541, per la Spagna combatte ad Algeri;
1553, principe di Gavre; 
1557, ancora per la Spagna combatte a San Quintino e a Gravelines (1558);
1559, nominato da Filippo II governatore generale del Brabante e dell'Artois, è membro del consiglio di stato per il governo dei Paesi Bassi dove sostiene i diritti delle autonomie locali contro il cardinale Granvelle, fautore dell'assolutismo spagnolo;
1567, arrestato dal duca d'Alba, inviato nei Paesi Bassi per reprimere la rivolta antispagnola, viene giudicato dal Consiglio dei torbidi;
1588, viene decapitato insieme al conte di Horn;
[Ispirò a J.W. Goethe la tragedia Egmont (1788), per la quale Beethoven compose poi la musica di scena.].

Paleotti, Gabriele (Bologna 1522-Roma 1597) ecclesiastico italiano, già uditore di rota e celebrato docente all'università di Bologna, ebbe l'incarico di consulente pontificio dei presidenti dell'assemblea, durante la terza fase del concilio di Trento;
Diario sul Concilio di Trento (interessante la caratterizzazione dei protagonisti)
1565, cardinale;
1566, vescovo (poi arcivescovo) di Bologna;
Discorso sulle immagini sacre e profane (1582)
1589, lasciata la sede bolognese è nominato vescovo di Albano;
1591, vescovo di Sabina;
De bono senectutis (1595).

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«segue da 1521»
1522,
Germania
:
produzione annua di libri: 347 titoli.
Johann Grüninger, unico stampatore di Strasburgo rimasto fedele alla vecchia Chiesa cattolica, pubblica il Beschwörung des grossen lutherischen Narren di Thomas Murner, il più importante documento del campo cattolico.
Spagna:
Alcalá, lo stampatore reale Arnão Guillén de Brocar, stampa
Poliglotta Complutense (6 voll., con carattere greco), una Bibbia plurilingue in ebraico, caldeo, greco e latino) su progetto del cardinale Francesco Ximenes; segna l'inizio della riforma cattolica.
«segue 1523»

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