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Papa
Pio V
, santo
(1566-1572).

Luglio
9
, con la bolla Quod a nobis, annuncia la riforma del breviario mentre la stampa del testo prosegue di pari passo a Roma e a Venezia.
Con la stessa bolla annuncia la nuova versione – come parte della riforma del breviario – dell' «Officiuolo» (Piccolo Ufficio della Madonna) (Officium Beatae Mariae Virginis, nuper reformatum & Pij V Pont. Max iussu editum)
– con origini nel VI secolo, ebbe presto grande diffusione tanto che nel Trecento oltre ad essere in uso tra il laicato, ragazzi compresi, era considerato obbligatorio per il clero regolare.
Nonostante l'obbligo della recitazione venga revocato, l' «Officiuolo» conserva la sua popolarità e la sua funzone di sostituto dell'ufficio completo per frati e monaci di vari ordini.
Agosto
scoperto che l'edizione romana del breviario è lontana dall'auspicata perfezione, ordina la sospensione anche di quella veneziana ormai a buon punto.

cardinali:
Paleotti, Gabriele (1522-1597) (dal 1565);
Della Chiesa Gian Paolo (1521-1575) (dal 1566).

Anabattisti

«segue da 1564»
1568
al posto del pastore di Chiavenna, il fervente calvinista Girolamo Zanchi (genero di C.S. Curione), uno dei principali emigrati italiani ortodossi (tollerante) arriva il duro Scipione Lentulo, napoletano di patria, valdese di origine, ostilissimo agli eretici, contro i quali ha già proceduto rigorosamente a Monte presso Sondrio, dove da ultimo era predicatore;
accanto a nomi noti, come Ludovico Fieri, ritornato dalla Moravia, e G.P. Alciati della Motta, troviamo molti nomi nuovi, di ogni parte d'Italia:
. Antonio da Padova, sarto,
. Giovanni da Modena,
. Filippo Valentino da Modena, «eruditus», di idee ariane e anabattiste, si rifugia a Priur dove poi si sposa e resta tranquillo,
. Francesco Vacca da Bagnacavallo,
. Battista da Serravalle,
. Battista Bovio, di famiglia agiata bolognese (condannato, dichiara che il collegio dei ministri di Chiavenna è peggiore dell'Inquisizione spagnola),
. Giovanni Fratini, processato,
. Giacomo Veneto,
. Camillo Carrara,
. Pietro di Paolo, romano,
. ecc.,
tutti rifugiati a Priur;
«segue 1570»

 

Gesuiti

«segue da 1567»
generale: Francesco Borgia (1565-72);
1568,
[vedi Domicilia]
«segue 1569»

Teatini
(Teate = Chieti)

«segue da 1555»
1568, hanno una parte primaria nella riforma del Breviario voluta da Pio V;
«segue 1641»

moriscos
(musulmani della Spagna cristiana)

«segue 1567»
1568-70, alla conseguente rivolta nelle Alpujarras, repressa da don Giovanni d'Austria, segue il decreto di deportazione e internamento, in gruppi dispersi, nei villaggi della Castiglia;
«segue 1569»

ANNO 1568



1568
Unione Elvetica
Confederazione dei tredici cantoni elvetici:

CATTOLICI
- Uri (1291),
- Schwyz (1291),
- Unterwalden (1291),
- Lucerna (1332),
- Zug (1353),
- Glarus (1353) [in parte],
- Friburgo (1481),
- Soletta (1481).

PROTESTANTI
- Zurigo (1351),
- Berna (1353),
- Glarus (1353) [in parte],
- Basilea (1501),
- Sciaffusa (1501),
- Appenzell (1513).

1568
-

 



 
1568
Sacro Romano Impero
Massimiliano II
Albero genealogico

(Vienna 1527 - Ratisbona 1576)
figlio di Ferdinando I e di Anna Jagellone, fu educato in Spagna;
1544, partecipa alla campagna di Carlo V contro la Francia;
1547, partecipa alla campagna di Carlo V contro la Lega di Smalcalda;
1548, sposa Maria, figlia di Carlo V;
1548-50, luogotenente in Spagna;
1562-75, re dei romani e di Boemia;
1563-72, re di Ungheria;
1564-76, arciduca di Alta e Bassa Austria, Carinzia, Stiria e Carniola
1564-76, imperatore del Sacro Romano Impero;
cerca di assicurare la libertà religiosa ai luterani con un compromesso che scontenta sia i cattolici sia i protestanti;

1568
Gennaio
13
, Editto di Torda: la Dieta di Transilvania riunitasi a Torda dichiara la piena libertà religiosa;
la Transilvania è il primo paese dell'Europa cristiana, dilaniata dalle guerre di religione, a garantire in via ufficiale la libertà di culto per cattolici e protestanti.
[Comprende non solo cattolici, luterani, riformati, ma ancora, ed è merito dell'italiano Blandrata, gli unitari come quarta confessione esplicitamente riconosciuta.

 

pace di Adrianopoli; deve continuare a pagare tributi all'impero ottomano;

Agosto
18
, Massimiliano II consente verbalmente alla sua nobiltà il libero esercizio del culto luterano;
[La concessione sarà rinnovata nel 1571.]

Con l'Editto di Torda, la Transilvania è il primo paese dell'Europa cristiana, dilaniata dalle guerre di religione, a garantire in via ufficiale la libertà di culto per cattolici e protestanti.

1568
ducato di Sassonia
Augusto I
Albero genealogico

(Freiberg, Chemnitz 1526 - Dresda 1586)
figlio secondogenito di Enrico [il Pio] e di Caterina di Meclemburgo;
1548, sposa Anna, figlia di Cristiano III di Danimarca;
1553-86, principe elettore di Sassonia;



1568
ducato di Prussia
Alberto di Brandeburgo
Albero genealogico

(Ansbach, Baviera 1490 - Tapiau, Königsberg 1568)
figlio di Federico margravio di Brandeburgo-Ansbach;
1525-68, duca di Prussia; (il primo)


Alberto II
Albero genealogico

(† 1618)
figlio di Alberto I e di ?;
1568-1618, duca di Prussia;
caduto in demenza, i suoi stati sono governati dal parente, l’elettore di Brandeburgo


1568
ducato di Württemberg
Cristoforo (o Cristiano) di Württemberg
Albero genealogico

(† 1568)
figlio di Ulrico e di Sabina di Baviera;
1550-68, duca di Württemberg;


Albero genealogico




1568
ducato di Baviera
Albrecht V [il Magnanimo]
Albero genealogico

(Munich 1528 - Munich 1579)
figlio di Guglielmo IV [il Costante] e di Marie Jakobäa di Baden-Sponheim ;
1546, sposa l'arcid.ssa Anna d’Austria;
1550-79, duca di Baviera;

1568
Palatinato
Federico III [il Pio]
Albero genealogico

(Simmern 1515 - Heidelberg 1576)
figlio di Giovanni II di Simmern;
1557-76, conte di Simmern;
1559-76, elettore del Palatinato;
nel 1561 si è convertito dal luteranesimo al calvinismo ed è il primo principe dell'impero ad adottare il credo ginevrino, ponendosi così in contrasto con le clausole della pace di Augusta [unica scelta concessa tra luteranesimo e cattolicesimo];
nei suoi domini perseguita luterani e cattolici, favorisce con sovvenzioni economiche gli ugonotti francesi;







1568
Mainz [Magonza]








1568
REGNO di POLONIA
Sigismondo II Augusto
Albero genealogico

(† 1572) (s.f.)
figlio di Sigismondo I Jagellone e di Bona Sforza († 1557);
sposa in prime nozze Elisabetta d’Absburgo († 1545);
sposa in seconde nozze Barbara Radziwillówna (1520-1551)
[forse avvelenata da Bona Sforza]
sposa in terze nozze Caterina d’Absburgo († 1572)
[sorella di Elisabetta]
1548-72, re di Polonia e granduca di Lituania;
sposa in seconde nozze Bona Sforza († 1557), figlia di Gian Galeazzo duca di Milano;
nel 1561 acquista la Livonia;



1568
-

 




1568
IMPERO OTTOMANO
Selim II [Mast-l'Ubriaco]
Albero genealogico
(1524 - 1574)
figlio di Solimano [il Magnifico];
sultano: 1566-74;
succeduto al padre, tralascia per l'Harem ogni cura di governo; preferisce infatti i piaceri del vino agli affari dello stato (controllati dal gran visir Sokollu Mehmet Pascià) ed inoltre è debole e poco determinato;


Gran Visir
Sokollu Mehmet Pascià
(1566 - ?)
1568
pace di Adrianopoli con Massimiliano II, in base alla quale gli ottomani acquisiscono la Moldavia e la Valacchia e l'imperatore accetta di pagare un tributo.
Annessione dello Yemen (1568-70);





Principati
[principati autonomi (costituenti il futuro Regno di Romania) ma tributari della Porta, retti da un governatore cristiano detto "hospodar", sempre scelto tra i greci di Costantinopoli, detti "Fanarioti" (perché vivono nel quartiere detto del Fanar).
Per ottenere la carica di hospodar il candidato deve sborsare forti somme in regalie ai ministri turchi; è quindi interesse di questi mutare gli hospodar il più spesso possibile perché si rinnovino i relativi bakscisc ed è interesse dell'hospodar, una volta nominato, di arricchirsi alle spese delle popolazioni affidategli il più presto possibile, sapendo che la sua carica può cessare da un momento all'altro, secondo i capricci del Vizir o le più generose regalie di un rivale; raramente quindi gli hospodar si interessano al benessere dei sudditi o al progresso del paese; essi di solito investono i loro lauti risparmi, fatti lecitamente o illecitamente, in latifondi nei principati stessi, onde oggi molte delle famiglie più cospicue di Romania sono loro discendenti e portano cognomi greci; solo esse hanno il titolo principesco.
Il sistema fanariota durerà fino al 1821]
MOLDAVIA
1568
-
BUCOVINA
BESSARABIA [regione fra i fiumi Pruth e Nistro]
VALACCHIA
1568
-







1568
REGNO di FRANCIA
Carlo IX
Albero genealogico
(Saint-Germain en Laye 1550 - Vincennes 1574)
quartogenito di Enrico II e di Caterina de' Medici;
1560-74, re di Francia;
già maggiorenne dal 1563, è ancora dominato dalla regina madre;

Primo ministro
[Sovrintendente delle Finanze]
René de Birague
(1568 - 1571)
Cancelliere-Guardasigilli
M. de l'Hospital
consigliere al Parlamento di Parigi
(1560 30 giu - feb 1568)
Jean de Morvilliers
vescovo di Orléans
(1568 24 mag - apr 1571)
Segretari di stato agli Affari Esteri
Claude de l'Aubespine
conte d'Hauterive
(1567 8 lug - set 1570)
Florimond III Robertet
barone d'Alluye
(1567 - 1569)

Simon Fizes
barone di Sauves
(1567 22 ott - 1579)
Nicolas de Neufville
signore di Villeroy
(1567 28 ott - 1588) 
 

1568
-

Marzo
la pace di Longjumeau, ponendo termine alla "seconda guerra di religione";

Agosto
già inizia la "terza guerra di religione";


 

  
1568
REGNO di NAVARRA
Giovanna III d'Albret
Albero genealogico

(Pau 1528 - Parigi 1572)
figlia di Enrico II d'Albret e di Margherita di Valois, sorella di Francesco I;
1541, sposa Guglielmo di Cleve (le nozze vengono poi annullate);
1548, sposa Antonio di Borbone;
1553, nasce il suo figlio Enrico (futuro Enrico IV);
1555-72, regina di Navarra;
nel 1556 si è convertita al calvinismo imponendolo nel suo regno e al figlio;

1568
assieme al figlio difende il caposaldo ugonotto di La Rochelle;

 

 
1568
ducato di Lorena e di Bar
Carlo III (o II) [il Grande]
Albero genealogico

(1542 - 1608)
figlio di François I e di Christine di Danimarca;
1545-1608, duca di Lorena e di Bar;
sotto la tutela della madre e dello zio;
1548-50, il breve scontro con l'Inghilterra si conclude con l'acquisto di Boulogne da parte della Francia;
nel 1557 è entrato nella maggiore età;

1568
-


1568
Olanda, Zelanda e Utrecht
Guglielmo I [il Taciturno]
Albero genealogico

(Dillenburg, Nassau 1533 - Delft 1584)
figlio di Guglielmo VIII di Nassau-Dillenburg;
1559-84, statolder di Olanda, Zelanda e Utrecht;
nominato statolder (governatore) da Filippo II;
nel 1564 ha allontanato il cardinale Granvelle cui era affidata l'organizzazione ecclesiastica dei Paesi Bassi;



governatore
[inviato da Filippo II]
duca d'Alba
(1565 - 1573)

1568
rivolta dei gueux: i gueux de la mer stanno conducendo sotto la guida di Guglielmo I [il Taciturno] e con il tacito consenso inglese, un'aspra guerra di corsa contro la Spagna;
dal principato di Nassau in Germania fallisce il primo tentativo di occupare l'Olanda per la superiorità militare del duca d'Alba;

 

 

segue



1568
REGNO d'INGHILTERRA e d'IRLANDA
Elisabetta I
Albero genealogico
(Greenwich 1533 - Richmond, Surrey 1603)
figlia di Enrico VIII e di Anna Bolena;
1558-1603, regina d'Inghilterra;
dal 1559 è in vigore l' Uniformity Act;



1568
la ribellione dei "conti del nord" è l'ultimo soprassalto dell'Inghilterra cattolica e feudale contro il nuovo ordine monarchico;
intanto Maria [Stuarda], costretta a trovare rifugio in Inghilterra, comincia a complottare e intrigare contro di lei;


IRLANDA
-
-
-
-

1568
dal 1560 è in vigore l' Uniformity Act;

a

1568
REGNO di SCOZIA
Maria [Stuarda]
Albero genealogico

(Linlithgow, Edimburgo 1542 - Fotheringhay, Northamptonshire 1587)
figlia di Giacomo V e di Maria di Guisa;
1542-67, regina di Scozia;
sotto la reggenza della madre;
dal 1548 vive in Francia dove viene educata;
nel 1558 ha sposato il delfino Francesco (ora Francesco II);
nel 1560, dicembre, è morto il marito;
dal 1561 si trova in Scozia;
nel 1566 ha sposato il giovane lord Henry Stuart Darnley, cattolico e imparentato con le famiglie reali d'Inghilterra e di Scozia;
1567
Maggio
riesce a sottrarsi ai suoi carcerieri e a raccogliere un esercito che viene però sconfitto a Langside il giugno seguente; a questo punto non le rimane che attraversare la frontiera sperando nell'aiuto di Elisabetta I;
certo è ora imbarazzante la sua presenza sul suolo inglese: regina di Scozia [è ancora tale, essendole stata estorta l'abdicazione], erede presuntiva della corona inglese e perdipiù cattolica; viene pertanto tenuta costantemente sotto sorveglianza e trasferita da un castello all'altro mentre diventa il punto di riferimento inevitabile delle trame ordite dai cattolici inglesi insieme ad agenti francesi e spagnoli;



Giacomo VI
Albero genealogico

(Edimburgo 1566 - Londra 1625)
figlio di lord Henry Stuart Darnley e di Maria [Stuarda];
1567-1625, re di Scozia;
incoronato a un anno, dopo la deposizione della madre;
Reggente (1567-70): J. Stewart, conte di Moray;
Precettore: G. Buchanan;




1603-25, re d'Inghilterra (Giacomo I);



1568


a


1568
REGNO di DANIMARCA e di NORVEGIA
Federico II
Albero genealogico
(Haderslev 1534 - Antvorskov 1588)
figlio di Cristiano III e di Dorotea di Sassonia-Lauenburg;
1559-88, re di Danimarca e di Norvegia;



1568
1563-70, "guerra dei sette anni";
NORVEGIA
1568
-
ISLANDA
1568
-

1568
REGNO di SVEZIA
Erik XIV
Albero genealogico
(Stoccolma 1533 - Örbyhus, Uppsala 1577)
figlio di Gustavo I e di Caterina di Sassonia-Lauenburg;
1560-68, re di Svezia;
nel 1563, per paura di essere spodestato, ha fatto imprigionare il fratello Giovanni III, duca di Finlandia;
nel 1567 comincia a dare segni di squilibrio mentale;
1568
viene deposto e imprigionato a seguito di una ribellione nobiliare;
[morirà, probabilmente avvelenato, una decina di anni dopo.].


Giovanni III Vasa
Albero genealogico
(Stegeborg 1537 - Stoccolma 1592)
figlio di Gustavo I e di Margherita Lauenhaupt;
1556-92, duca di Finlandia;
dal 1563 è tenuto in prigione dal fratello Erik XIV, re di Svezia;
1568-92, re di Svezia;


1568
1563-70, "guerra dei sette anni";

tentativo di restaurazione in senso cattolico;









1568
REGNO di PORTOGALLO
Sebastiano
Albero genealogico

(Lisbona 1554 - Alcázarquivir, odierna Ksar el-Kebir, Marocco 1578)
figlio postumo dell'erede al trono Giovanni di Braganza;
1557-78, re di Portogallo;
sotto la reggenza del prozio cardinale Enrico;




1568
-
a

1568
REGNO di SPAGNA
Filippo II [il re prudente]
Albero genealogico
(Valladolid 1527 - Escorial, Madrid 1598)
primogenito di Carlo V e di Isabella di Portogallo;
1539, muore la madre;
1540-98, duca di Milano;
dal 1543 è reggente della Castiglia e dell'Aragona, dal 1545 è vedovo e dal 1548 si trova presso il padre a Bruxelles;
nel 1550 ha fatto ritorno in Spagna;
nel 1551 ha ricevuto il giuramento del regno di Navarra;
1554-98, re di Napoli e di Sicilia (Filippo I);
dopo l'incoronazione ricevuta dal padre, ha lasciato la Spagna per sposare la regina d'Inghilterra Maria Tudor;
1556-98, re di Spagna;
nel 1559 è morta la seconda moglie Maria Tudor;
1559-60, agisce contro il protestantesimo in Spagna e contro ogni supposto eretico assicurato dall'ortodossia tridentina;
nel 1561 Madrid è stata elevata al rango di residenza reale;
nel 1567 ha attuato l'assimilazione religiosa forzata dei mori dell'Andalusia e di Granada;
1568
la morte della terza moglie Elisabetta di Valois allenta i rapporti con la corte francese; si aggiunge pure la tragedia domestica che lo costringe a imprigionare il figlio primogenito don Carlos (Carlo d'Austria).
Si esamina pure l'opportunità di prendere come reggente Giovanna di Spagna, quando Filippo II pensa di partire per le Fiandre.



1580-98, re di Portogallo;

 
1568
1568-71, conduce contro i mori insorti dell'Andalusia e di Granada una vera e propria guerra che don Giovanni d'Austria conclude con il consueto rigore;
alla fine solo una minoranza dei mori è lasciata nelle sue sedi, la maggior parte viene invece trasferita in Castiglia e nelle province settentrionali.







1568
ducato di SAVOIA
Emanuele Filiberto [Testa di Ferro]
(Chambéry 1528 - Torino 1580)
figlio di Carlo III [il Buono] e di Beatrice di Portogallo;
1536-80, principe di Piemonte;
1538-80, conte d'Asti;
1553-80, conte di Aosta, Maurienne e Nizza;
1553-80, duca di Savoia;
1553-80, re di Cipro e Gerusalemme (titolare);
nel 1553 è stato nominato luogotenente generale e comandante supremo dell'esercito spagnolo in Fiandra;
1556, governatore dei Paesi Bassi;
nel 1560 la pace di Cateau-Cambrésis gli ha restituito i suoi stati (ad eccezione di alcune fortezze, rimaste ancora in mano francese e spagnola, e del territorio ginevrino a cui è riconosciuta l'indipendenza); la pacificazione è stata sancita dal suo matrimonio con Margherita d'Angoulême, duchessa di Berry, figlia di Francesco I, re di Francia. 
nel 1560 ha trasferito la capitale da Chambéry a Torino;
nel 1562 ha recuperato Torino;
il 7 febbraio 1563 è entrato ufficialmente a Torino;

 
1568
-



1568
REPUBBLICA DI GENOVA
[Denominazione ufficializzata nel 1528 per iniziativa di Andrea Doria]
Simone Spinola
Albero genealogico

(? - ?)
figlio di
1567 11 ott - 3 ott 1569, doge di Genova;


1568
-


1568
ducato di Milano

dal 1535 il ducato,
come previsto dal congresso di Bologna,
è stato devoluto all'impero [in pratica agli Absburgo].



Filippo II [il re prudente]
Albero genealogico

(Valladolid 1527 - Escorial, Madrid 1598)
primogenito di Carlo V e di Isabella di Portogallo;
1539, muore la madre;
1540-98, duca di Milano;
1554-98, re di Napoli e di Sicilia (Filippo I);
1556-98, re di Spagna;



1580-98, re di Portogallo;



– vedi Spagna –

 

1568
-



1568
ducato di Mantova
Guglielmo I
Albero genealogico
(1538 - 1587)
figlio di Federico II e di Margherita Paleologo, e fratello di Francesco III;
1550-87, duca di Mantova e marchese del Monferrato;
[dal 1561 è sposato con Eleonora von Habsburg.]



1574-87, 1° duca del Monferrato;



1568
-
a

1568
REPUBBLICA DI VENEZIA
"La Serenissima"
Pietro Loredan

(Venezia 1482 - Venezia 3 mag 1570)
figlio di Alvise e di Isabella Barozzi;
1567-70, doge di Venezia; [84°]


- nunzio pontificio: Giovanni Antonio Facchinetti (1566 6 mag - 15 giu 1573)
- ambasciatore di Spagna: ? (? - ?)

1568
sono dati alle fiamme 8.000 volumi comprendenti, oltre al Talmud, una edizione poliglotta del Vecchio Testamento, libri di Midrash, di liturgia e cabala, perché non corretti e senza le espunzioni dovute; undici ebrei che hanno fatto stampare i libri pagano un'ammenda di 1.805 ducati;
l'azine censoria sui libri si allarga, proprio come appare nelle diverse edizioni del'Indice dei libri proibiti;

Il nunzio sollecita dal governo provvedimenti più energici contro i sospetti eretici che si danno alla fuga, ma invano, e, non appena viene eletto tra i capi del Consiglio dei Dieci Lorenzo Da Mula «zelantissimo», da deputato laico, della causa della fede, ritorna alla carica.

Finora inattivi, gli Esecutori sopra la bestemmia, tra il 1566 e il 1568 condannano sei librai a pagare sanzioni da 25 ducati in su e ad un mese di carcere per violazioni delle norme sui permessi di stampa.
Inoltre, dato che i libri di favole, di poesie e di profezie sono spesso stampati senza imprimatur per essere poi venduti sul ponte del Rialto, gli Esecutori incaricano un vecchio tipografo, Alvise Zio (già prima della nomina collaboratore del Sant'Uffizio e degli Esecutori; ha pubblicato un solo titolo nel 1564, mentre la casa di Domenico Zio e fratelli ha stampato quattro libri nel 1538), di individuare i protagonisti di questo commercio illecito.
In un modo o nell'altro gli Esecutori sopra la bestemmia sono quindi sempre all'erta e sempre pronti…

Marzo
7
, su ordine degli Esecutori sopra la bestemmia, Alvise Zio visita il magazzino di Girolamo Calepin, e vi rinviene, oltre alla Tariffa delle puttane, alcuni titoli proibiti, di cui riferisce al Sant'Uffizio. Incaricato di esaminare i libri di Girolamo Calepin, Alvise Zio si reca, in compagnia dell'Auditore del nunzio in casa del libraio, il quale però, dicono i vicini, non abita più lì.
Ritornato sul posto il mattino seguente, Alvise Zio viene a sapere che Girolamo Calepin ha tagliato la corda del campanello e raccomandato ai vicini di annunciare la sua partenza, approfittando della notte per far sparire i suoi libri.
Secondo la testimonianza, oltre che dei vicini, dei commessi di Girolamo Calepin e di alcuni suoi colleghi, il libraio fuggito possiede ancora parecchi titoli proibiti: varie opere dell'Aretino, del Berni, del Machavelli, dell'Agrippa, il Mercurio e Caronte del Valdés e più manuali di magia.
È risaputo, afferma un librario (deposizione dello zio del 20 marzo e di altri testi), che Girolamo Calepin vendeva le opere dell'Aretino: si è a suo tempo occupato della distribuzione dei libri stampati dal vecchio Francesco Marcolini († 1559), il principale editore dell'Aretino.
E con degli scritti del «flagello dei principi» Girolamo Calepin è fuggito senza che l'Inquisizione possa far nulla.
Egli operava in calle Fiubera, a S. Zulian e ha pubblicato almeno quattro libri tra il 1550 e il 1554]

Maggio
Domenico Basa stipula con Luc'Antonio Giunti degli accordi preliminari in vista dell'edizione veneziana del breviario riformato; il papa dà la sua approvazione;

Luglio
ai primi del mese, il Sant'Uffizio arresta Mac'Antonio di Giacomo Da Canal (1519-1587); in una lettera il nunzio se ne duole: l'Inquisizione si mostra scarsamente rispettosa del rango.
[Ha sposato una Bembo ed è stato eletto tra i giudici della Quarantia, ma l'institutore dei suoi tre figli, capo dii una setta protestante, l'ha chiamato in causa, mentre altri testi hanno sostenuto che ha preso parte alle conventicole eterodosse per un decennio e più.]
3, (e poi 10, 13, 15, 29 luglio, del 3 agosto e del 6 settembre) nelle udienze egli continua a protestare la sua innocenza;
[Ad un certo punto tutti i sei membri della corte si levano in piedi supplicando l'imputato di dire la verità, se non vuole dannarsi l'anima e gettare il disonore sui suoi discendenti, ma egli continua a protestare la sua innocenza.]
10, viene arrestato di nuovo l'ecclesiastico Alvise di Marino Mocenigo; viene presentato dal nunzio come «persona ecclesiastica et figlio d'un monsignor Marino Mocenigo»;
12, (e poi 19 settembre) deposizioni di Alvise di Marino Mocenigo;
31, deposizione di Ludovico Albioso davanti all'Inquisizione veneziana.

Agosto
2
, deposizione di Ludovico Albioso davanti all'Inquisizione veneziana.
Lo stesso mese, scoperto che l'edizione romana del breviario è lontana dall'auspicata perfezione, Pio V ordina la sospensione anche di quella veneziana ormai a buon punto.
Il nunzio solidarizza coi tipografi ed insiste col pontefice sulle gravi perdite che essi rischiano. Per garantire la correttezza dell'impressione del breviario riformato, il nunzio designa a soprintedervi due correttori.

Settembre
2
, deposizione di Andrea di Francesco Dandolo (1548-1571);
[Non ci sono rimaste né la sua abiura né la sentenza contro di lui, ma sappiamo che ha ammesso apertamente, al pari degli altri, i suo convincimenti e che è stato condannato ad esser relagato in qualche luogo della città. L'anno dopo il Sant'Uffizio, di fronte all'abbandono dei suoi affari, gli permetterà di trascorrere il mese di settembre nella sua villa.
In altre fonti si legge «fu ammazzato».]
7, deposizione di Bartolomeo Bartocci davanti all'Inquisizione romana;

Lo stesso mese gli Esecutori contro la bestemmia ordinano il sequestro di almeno sedici o diciassette titoli, stampati dal 1566 in avanti, per un totale di circa ventimila volumi.
Tra questi una gran varietà di opere del pensiero e della religione ebraici: un Vecchio Testamento poliglotta, manuali liturgici, libri della Midrash e scritti cabalistici.
Sette-ottomila sono i volumi gettati alle fiamme ed intere tirature vanno distrutte.
Vengono confiscate e bruciate ben ottocento copie in folio della Midrash Rabboth, uscite nel 1566 dalla tipografia di Giorgio de' Cavalli.
Di altri titoli si ordina l'esportazione fuori del territorio della Repubblica e d'Italia, di pochi si autorizza il possesso previa correzione.
Ognuno degli undici ebrei ritenuti responsabili d'aver commissionato la stampa di queste opere è colpito da sanzioni pecuniarie da un minimo di 5 ad un massimo di 500 ducati a testa, per un totale di 1.805 ducati.
Parimenti multati e costretti a pagare da 50 a 100 ducati atesta, per un totale di 400, sono gli editori:
. Cavalli,
. Gara,
. Griffio,
. Zanetti
. Niccolò Bevilacqua (ha svolto una parte del lavoro di impressione).
Quasi tutto il ricavato delle condanne va devoluto all'Arsenale.
La causa diretta di questa massiccia distruzione è difficile da determinare.
Il papa non ha emanato nuove restrizioni per la letteratura ebraica né il Consiglio dei Dieci, il cui consenso è necessario agli Esecutori contro la bestemmia, ha impartito nuove istruzioni.
Improbaile che, in un periodo di antisemitismo montante, i tipografi si siano arrischiati d'ignorare – come sembrano sottindendere gli Esecutori – le norme della censura.
È forse il governo che cerca cinicamente di procurarsi denaro per la guerra alle porte punendo gli ebrei di infrazioni precedentemente ignorate? Ma la repubblica di solito tiene fede ai patti e solo alle scadenze alza il prezzo del rinnovo della condotta.
Più ragionevole è pensare che gli Esecutori contro la bestemmia e gli esperti al loro servizio siano ora più sensibili a pretese proposizioni anticristiane, più sospettosi nei confronti della tipografia ebraica avvertita come una minaccia incombente allal sicurezza dello Stato.
La repubblica si sente ripagata con il tradimento dell'asilo offerto agli ebrei perseguitati e risponde con la censura retroattiva e le sanzioni pecuniarie.
Mai formalmente proibita, a Venezia, la tipografia in caratteri ebraici entrerà comunque tra poco in clandestinità.

Ottobre
9
, dopo aver finora protesato la sua innicenza, Mac'Antonio di Giacomo Da Canal alla fine si arrende e confessa di aver negato il Purgatorio, la validità delel indulgenze ecc.
Viene condannato a quattro anni di relegazione in un monastero e a far penitenza.

Venezia, viene giustiziato Giovanni Sambeni da Brescia.

Inquisizione: Venezia, muore in carcere (agosto) Fedele Vico (Vigo), dopo aver subito la tortura.

A seguito dei processi la Repubblica dà assicurazione alla Sede Apostolica che i «sospetti della fede» saranno tenuti lontani dalle cariche pubbliche e che il governo e l'Inquisizione metteranno d'ora in avanti alla prova l'ortodossia di maestri ed istitutori. Chiunque intenda insegnare privatamente o pubblicamente a Venezia dovrà sottoporsi ad un esame del patriarca e far professione della fede conforme i deliberati tridentini.
Nel Dominio l'approvazione degli insegnanti sarà affidata ai vescovi.
Entro breve tempo il governo veneziano irrigiderà pure la censura sulle stampe ed intraprenderà la lotta contro il contrabbando autorizzando il Sant'Uffizio ad entrare nelle botteghe dei librai.

Ma non è solo il timore del diffondersi del protestantesimo tra il patriziato a far accettare anche a Venezia la Controriforma.
La sensibilità collettiva stessa sta mutando
.

Nel 1568, Alvise Bragadin, Giorgio de' Cavalli, Giovanni di Gara, che ha acquistato quasi tutti i caratteri del Blomberg e viene spesso designato come suo erede, Giovanni Griffio, Me'ir ben Jacob Parenzo e Cristoforo Zanetti hanno pubblicato tutti qualche titolo.
Ma i tempi non sono propizi agli ebrei e Pio V ha dato, per parte sua, a tutti gli stati della penisola, un esempo di persecuzione.
A Venezia gli strali antisemitici si appuntano su Don Giuseppe Nasi (João Miquez), un ricco mercante d'origine portoghese.
[Nel 1550 ha cercato di acquistare dalla Repubblica un'isola da adibire a rifugio degli ebrei profughi ma la richiesta è stata respinta. Tre anni dopo, anzi, il Consiglio dei Dieci ha accusato lui ed alcuni suoi compagni del reato di ratto, per quella che in apparenza non era che la messa in salvo di una sua zia da un carcere di Venezia. Condannato in absentia all'impiccagione, egli è passato nel 1554 alla corte ottomana, ove è divenuto ben presto uno dei principali finanziatori ed esattori del sultano.
Ora, profondamente antiveneziano, mette in piedi una rete di traffici tra il Levante e l'Occidente in aperta concorrenza con la Repubblica.
Alla fine degli anni Sessanta a Venezia si crede che egli intenda farsi re di Cipro e su di lui si vorrà far ricadere in seguito la responsabilità dell'invasione turca dell'isola.
Nel 1567 il governo ha intercettato alcune lettere in ebraico, che, in codice, riferiscono i dettagli di un complotto organizzato tra Costantinopoli e Venezia per corrompere un ambasciatore straordinario veneziano (arrestato in seguito a queste lettere probabilmente false, l'ambasciatore viene processato e quindi assolto dal Senato).]


[Paul F. Grendler, L'Inquisizione Romana e l'Editoria a Venezia 1540-1605, Il Veltro Editrice, Roma 1983.]



1568
ducato di Ferrara, Modena e Reggio
Alfonso II d'Este
Albero genealogico

(Ferrara 1533 - 1597)
figlio di Ercole II e di Renata di Francia;
1552-54, in contrasto col padre, fugge e combatte nelle Fiandre;
1557-58, combatte contro gli spagnoli in Italia;
1559-97, duca di Ferrara, Modena e Reggio;
nel 1560 ha allontanato da corte la madre, per le sue tendenze protestanti, che fa ritorno in Francia ritirandosi nel proprio feudo di Montargis;
nel 1567 è morta la prima moglie Lucrezia de' Medici;


 
1568
-


1568
ducato di Firenze
Cosimo I de' Medici
Albero genealogico

(Firenze 1519 - Villa di Castello, Firenze 1574)
figlio di Giovanni [dalle Bande Nere] (ramo dei "popolani") e di Maria Salviati;
1537-69, duca di Firenze;
nel 1539 ha sposato Eleonora Álvarez de Toledo y Zúñiga († 1562);
nel 1562 ha istituito l'Ordine militare religioso di Santo Stefano;



1569-74, granduca di Toscana;

1568
-


1568
ducato di Urbino
Guidobaldo II
Albero genealogico
(Pesaro 1514 - 1574)
figlio di Francesco Maria I Della Rovere e di Eleonora Gonzaga;
1538-74, duca di Urbino;
1538-39, duca di Camerino;
nel 1548 ha sposato Vittoria Farnese;
dal 1553 è capitano generale della chiesa;
dal 1555 è prefetto di Roma;
dal 1558 è passato al servizio di Filippo II di Spagna;





 
1568
-



1568
REGNO di NAPOLI e di SICILIA
Filippo II [il re prudente]
Albero genealogico

(Valladolid 1527 - Escorial, Madrid 1598)
primogenito di Carlo V e di Isabella di Portogallo;
1539, muore la madre;
1540-98, duca di Milano;
1554-98, re di Napoli e di Sicilia (Filippo I);
dopo l'incoronazione ricevuta dal padre, ha lasciato la Spagna per sposare la regina d'Inghilterra Maria Tudor;
1556-98, re di Spagna;



1580-98, re di Portogallo;



– vedi sopra –


NAPOLI
Viceré
-
Nunzio apostolico
-

1568
-
L'Inquisizione comincia a far visite a sorpesa nelle librerie.


SICILIA
Viceré
G. Toledo
(1564 - 1577)
1568
-





Alva Ixtlilxóchitl Fernando (1568-1648) cronista indio;
Historia de la nación Chichimeca.

Banchieri, Adriano (Bologna 1568-1634) compositore, teorico musicale e letterato;
Cacasenno (continuazione del Bertoldo e Bertoldino di G.C. Croce).

Balbuena, Bernardo de (Valdepeñas, Nuova Castiglia 1568-Puerto Rico 1627) poeta spagnolo, vescovo di Puerto Rico;
El Bernardo o la victoria de Roncesvalles (1624, Il Bernardo o la vittoria di Roncisvalle; vi narra la vittoria di Bernardo del Carpio sui paladini di Carlo Magno).

Buonarroti, Michelangelo [il Giovane] (Firenze 1568-1646) scrittore italiano, nipote di Michelangelo; accademico della Crusca;
Tancia (1611, favola rusticale)
Vocabolario (1612 e 1623, collaboratore alle prime due edizioni)
Fiera (1619, formata da cinque commedie, per un totale di oltre 25.000 versi).

Campanella, Tommaso (Stilo, Reggio Calabria 1568 - ventisette anni di carcere a Napoli 1599-1626- Parigi 1639) filosofo italiano.
Philosophia sensibus demonstrata (1592)
De monarchia christianorum
De regimine ecclesiae
Dialogo politico contro luterani, calvinisti e altri eretici
Discorsi ai principi d'Italia
Monarchia di Spagna
Monarchia del Messia
Antiveneti
(1606)
Del senso delle cose e della magia
(1620)
Apologia pro Galilaeo (1622)
Philosophia realis
(1623)
La Città del sole (1623)
Cantica
 Atheismus triumphatus
(1630)
Quod reminiscentur
Monarchie delle nazioni
Ecloga
Philosophia rationalis
(1638)
Metaphysica
(1638)
Theologia
(inedito sino al 1936)
Astrologia 

La possanza dell'uomo.

Carrara, Giovanni Battista o Giannantonio da Bergamo (Bergamo 1568-Verona 1630) frate cappuccino, padre;
avviato all'inizio dal padre a Venezia per apprendere l'arte della mercatura, entra poi nei cappuccini;
infuocato predicatore, specie nei monasteri, viene, su richiesta delle religiose di alcuni monasteri veneziani, nominato da Roma loro assistente al confessionale; in particolare svolge il suo compito in quello di S. Martino di Murano, in quello della Croce ella Giudecca e della Croce di Venezia;
1615, manifestatasi una malattia contagiosa nell'esercito veneziano (sta assediando Gradisca a causa degli Uscocchi) viene inviato in aiuto ricevendo pieni poteri sui soldati, da parte del Generale dell'armata, del comandante di Palma e del luogotenente di Udine Francesco Erizzo;
quando l'imperatore spedisce un esercito in Italia all'assedio di Mantova, il comandante dell'esercito della Serenissima Zaccaria Sagredo lo vuole con sé per l'assistenza spirituale;
1630, quando nel suo passaggio l'esercito allemanno, oltre che in Lombardia, infesta con la peste anche il territorio limitrofo di Verona e Verona stessa, egli viene nominato presidente del Lazzaretto della città;
pochi giorni dopo che la peste è cessata, lascia il Lazzaretto e muore in convento.

Urfé, Honoré de (Marsiglia 1568-Villefranche-sur-Mer, Nizza 1625) scrittore francese, nato da una nobile famiglia franco-savoiarda;
1584, educato nel collegio di Tournon, entra nell' Ordine di Malta rimanendovi per pochi anni; rientrato nel Forez, si schiera con la lega cattolica, combattendo e venendo catturato per due volte;
1595, sostenitore del duca di Nemours, alla sua morte passa al servizio del duca di Savoia, ritirandosi in Piemonte; si riavvicina alla corte di Enrico IV in seguito al matrimonio con Diane de Châteaumorand, già sposa del fratello Anne, e amata fin dall'adolescenza; suddito della Francia in conseguenza del trattato di Lione, vive fra Torino e Fontainebleau svolgendo un ruolo importante di mediazione tra i due sovrani compiendo numerosi viaggi a Parigi, Venezia e Roma;
Sireine (1604, Sirena, poema pastorale ispirato alla Diana di Montemayor)
Epistres morales (Epistole morali (in tre libri: 1598, 1603, 1608)
Savoysiade (Savoieide, poema epico in onore dei Savoia, tuttora inedito)
Astrée (Astrea, romanzo in prosa e in versi in 6 parti: I, 1607; II 1610; III 1619; IV 1624; V 1625; VI completata dal suo segretario B. Baro 1627, postuma)
Sylvanire (1627, postuma, tragicommedia pastorale).

Zuccolo, Ludovico (Faenza 1568-1630 ca) scrittore italiano, iscritto alla Accademia dei Filoponi di Faenza;
Considerazioni politiche e morali sopra cento oracoli d'illustri personaggi antichi (1621, tra cui Della ragion di stato)
Discorso della ragion del numero del verso italiano (1623)
Dialoghi (1625).

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«segue da 1567»
Verso il 1568 un medico di Haarlem, Adriaan van Jonghe riferisce in una cronaca d'Olanda (da stamparsi dopo la sua morte) una tradizione locale secondo la quale un abitante di questa città avrebbe inventato prima del 1441 l'arte di comporre insieme caratteri mobili di metallo fuso per la riproduzione meccanica di un testo; avrebbe stampato uno Speculum humane salvationis, un Donato, altri libri e il suo segreto sarebbe stato divulgato nel 1442 a Amsterdam, poi a Colonia e a Magonza da un operaio licenziatosi.
Alcuni accenni ad acquisti di Dottrinali «gittati in stampo» (Mémoriaux di Jean le Robert, abate di Saint-Aubert di Cambrai dal 1445 al 1451), fanno venire il dubbio.
Esiste inoltre una serie di libri tipografici non datati, di probabile provenienza olandese, tra i quali due fogli di un Abecedarium e quattro fogli di un Donato, conservati nella Biblioteca di Haarlem. Forse sono posteriori, ma la tecnica usata si pensa sia anteriore a quella dei magontini.
Germania
Francoforte, nel catalogo della Fiera del libro si inziano a dare anche i nomi di editori e tipografi e ben presto ogni editore o libraio di una certa fama si premura di stampare appositamente cataloghi per Francoforte.
Tra il 1501 e il 1568, anno della compilazione del breviario tridentino, i tipografi veneziani hanno pubblicato 107 edizioni note del breviario romano, 64 delle quali recano il nome dei Giunti;
63 edizioni ne tirano gli stampatori parigini,
62 edizioni quelli di Lione, mentr altre 29 edizioni sono stampate in undici diverse città europee.
Se i classici latini e italiani danno lustro alle tipografie, i manuali liturgici pagano le spese.
Ad Anversa Christophe Plantin ha stampato la Bibbia poliglotta in soli 1200 esemplari che non riesce mai ad esaurire, ma quando si assicura i diritti di stampa dei breviari e dei messali nei paesi della corona di Spagna ne pubblica e ne vende a migliaia e fa una fortuna.
E che altro, se non la produzione e lo smercio dei libri di culto, ha permesso a Luc'Antonio Giunti di mantenere la sua grande rete commerciale e di costruirsi il ricco palazzo veneziano?
Le fortune di uno stampatore protestante dipendono, parimenti, dai salteri.
«segue 1569»

Index librorum proibitorum

«segue da 1567»
1568, Lucca, eccezionalmente viene pubblicata un'opera di E. da Rotterdam (del quale nessuno si avvale più nemmeno della facoltà di pubblicare), subito denunciata dall'Inquisizione;
«segue 1570»

Monte dei Paschi

«segue da 1472»
1568, Cosimo I de' Medici attribuisce agli organi di gestione del Monte della Pietà di Siena giurisdizione penale verso soggetti che siano clienti o dipendenti dell'impresa;
«segue 1624»

Nuova Ricerca