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STATO PONTIFICIO
Innocenzo XI
(1676-89)
Segreteria di stato
- direttore:
card. Alderano Cybo-Malaspina
[legato Pontificio ad Avignone (1677 -90), spia francese stipendiata da Louis XIV]
altri incarichi
- vicelegato ad Avignone: B. Cenci;  

- segretario delle Lettere cifrate o della Cifra : Lorenzo Casoni, suo cugino;

 
- segretario dei Memoriali:
. Giovan Battista de Luca
 
- segretario dei Brevi:
. Johan Walter Slusius
 
- sottodatario, datario:
. Francesco Liberati,
 
 

 

1687

erige il Collegio sant'Anselmo come istituto di studi teologici benedettino;
introduce la sospensione a divinis per i sacerdoti che fumano in sacrestia;

Maggio
11
, due agenti dell'Entità seguono uno scriptor della Biblioteca Vaticana addetto alla trascrizione e alla copia dei documenti della Segreteria di Stato;
16, Roma, mentre la Spagna e Venezia si sono piegate alla disposizione papale circa la questione delle libertà di quartiere, questo provvedimento scatena una guerra segreta tra la Francia e lo Stato pontificio per il "caso della rete Scipion".
La Francia non intende cedere e il papa dichiara soppressi, con una bolla, i contestati privilegi. I cardinali Maidalchini e d'Estrées rifiutano di sottoscriverla e Louis XIV ordina all'ambasciatore designato per Roma, marchese di Lavardin, di partire immediatamente per la sua nuova sede col compito di estendere al massimo il proprio quartiere.
19, lo scriptor viene catturato vivo, arrestato e inviato alla sede dello spionaggio dove è interrogato; torturato, egli rivela il nome delle altre due spie che agiscono a Roma per conto di Luigi XIV;
21, il cadavere seviziato del frate viene trovato impiccato a un ponte sul Tevere;
23, un sacerdote che lavora agli ordini del cardinale Alderano Cybo-Malaspina chiede asilo all'ambasciata di Francia, dopo essere stato inseguito da due agenti dell'Entità, ma essendo stato abolito il diritto di asilo, gli agenti penetrano a palazzo Farnese e lo prelevano; in seguito al suo interrogatorio si viene a sapere che Scipion, figlio di un cittadino di Venezia e di una donna fiorentina, è stato educato nella Francia di Mazarino;
26, otto membri dell'Ordine Nero uccidono la spia francese;
i cadaveri dei due ultimi sacerdoti vengono appesi a un ponte sul Tevere come monito per tutti quei cittadini di Roma e quegli stranieri che dubitino ancora dell'efficienza della vendetta di Dio che si compie attraverso l'Entità e Ordine Nero.
Agosto
il papa stabilisce che 68 proposizioni di M. de Molinos ["quietismo"] vanno considerate eretiche.
Settembre
3
, alla Minerva, M. de Molinos abiura pubblicamente (morirà in prigione nel 1696).
Novembre
16
, Roma, l'ambasciatore francese marchese di Lavardin, entra in città da porta del Popolo con il suo seguito armato. Palazzo Farnese viene trasformato in fortezza.
Il papa decide allora di scomunicare il marchese di Lavardin e di non concedergli udienza.
Louis XIV, in cambio, minaccia di occupare Avignone e Castro.
20, con la bolla Coelestis pastor il papa condanna le proposizioni di M. de Molinos.
[Non impedisce tuttavia che in Francia le tendenze quietiste proseguano ad opera di M.me Guyon e del suo confessore P. La Combe, prive però delle accentuazioni di M. de Molinos e incentrate sulla dottrina del "puro amore", della morte mistica e della resurrezione di Dio.]
Si apre così, inevitabilmente, il processo contro il neo card. P.M. Petrucci. Ad esaminare la questione viene deputata una congregazione di cardinali, tra i quali D. Azzolini, che invita il cardinale a cercare l'assoluzione per i suoi errori.
Dicembre
17, il card. P.M. Petrucci ritratta;
26
, il papa decreta l'interdetto contro la romana chiesa di S. Luigi dove la notte di Natale si era comunicato il marchese di Lavardin.
Mentre Inghilterra e Spagna prendono la difesa del papa prospettandogli pure un aiuto militare, in Francia si fanno progetti per indebolire la figura del pontefice.
[da: Eric Frattini, L'Entità, 2008 Fazi Editore, e da Treccani]

1687, escono a Firenze le Osservazioni intorno a' Pellicelli del corpo umano di Giovanni Cosimo Bonomo, il quale dimostra sperimentalmente il ruolo dell'acaro nell'eziologia della scabbia.

 

ANNO 1687





1687
Sacro Romano Impero
Leopoldo I
Albero genealogico

(Vienna 1640 - 1705)
figlio di Ferdinando III e di Maria Anna d'Absburgo-Spagna;
1655-1705, arciduca d'Austria;
1655-1705, re d'Ungheria;
1655-1705, re di Boemia;
1658-1705, imperatore del Sacro Romano Impero;





1687
-


AUSTRIA
 
BOEMIA
 
UNGHERIA


Il decadimento della potenza turca dà buon gioco ai dominatori austriaci per opprimere i protestanti ungheresi con eccessi di persecuzioni (p.es. Tribunale sangunario di Eperies) ma non vengono a capo peraltro di sopprimerne del tutto le immunità religiose.
Tuttavia i protestanti, in numero di circa due milioni, vengono man mano sempre più esclusi dai pubblici uffici e sempre più ristretti nelle loro prerogative onde – dirà Döllinger – l'Ungheria, soggetta agli austriaci, ha ragione di invidiare la Transilvania finché rimane soggetta ai turchi.

Ottobre
27
, in Transilvania gli austriaci sono costretti a giurare fedeltà ai suoi ordinamenti religiosi;


1687
Brandeburgo
Federico Guglielmo [il Grande Elettore]
Albero genealogico

(Berlino 1620 - Potsdam 1688)
figlio dell'elettore Giorgio Guglielmo e di Elisabetta Carlotta del Palatinato, fu educato nei Paesi Bassi presso Federico Enrico d'Orange;
1640-88, elettore di Brandeburgo;
nel 1641 ha ottenuto lo sgombero dei suoi territori da parte degli svedesi in cambio della rinuncia alla Pomerania occidentale;
nel 1648 la pace di Vestfalia gli ha assegnato i vescovati di Minden, Cammin e Halberstadt e la successione all'arcivescovato di Magdeburgo [poi unito ai suoi domini nel 1680];
1654-60, prima guerra del nord;
1660-88, duca indipendente di Prussia;
nel 1661, con la pace di Oliva, ha ottenuto la piena sovranità sulla Prussia, già feudo polacco;
1672-88, guerra d'Olanda: si schiera con le Province Unite contro la Francia e la Svezia;
nel 1679 le clausole del trattato di Saint-Germain-en-Laye non gli hanno permesso di recuperare la Pomerania occidentale ceduta a suo tempo agli svedesi;
nel 1680 ha unito ai suoi domini l'arcivescovato di Magdeburgo (in seguito al diritto di successione assegnatogli dalla pace di Vestfalia);
nel 1682 ha creato la Compagnia d'Africa;
dopo la revoca dell'editto di Nantes l'immigrazione nel 1685 di oltre 20.000 ugonotti francesi stimola le attività commerciali;




1687
Sassonia
Albero genealogico

(Dresda 1647 - Tubinga 1691)
figlio di Giovanni Giorgio II e di Maddalena di Brandeburgo-Bareith;
1680-91, principe elettore di Sassonia;
nel 1680 ha abbandonato l'alleanza con la Francia per quella con l'imperatore; riorganizza militarmente la Sassonia costituendo un esercito permanente;
nel 1682 ha partecipato alla liberazione di Vienna dai turchi;

 

S. von Pufendorf pubblica l'opera, dedicata al Grande Elettore, De habitu religionis christianae ad vitam civilem (Brema 1687)

1687
ducato di Sassonia-Gotha
Albero genealogico

-

1687
Baviera
Albero genealogico

(1662 - 1726)
figlio di Ferdinando Maria e di Enrichetta di Savoia († 1675);
1679-1706, principe elettore di Baviera;
[dal 1648 la Baviera ha incorporato l'Alto Palatinato]



1714-26, principe elettore di Baviera;


 

1687
REGNO di POLONIA
Jan III Sobieski
Albero genealogico

(Olesko, Leopoli 1624 - Wilanów 1696)

1674-96, re di Polonia;
nel 1681, con la pace di Karlowitz, ha ottenuto l'Ucraina e la Podolia;

 

1687
-

 

 



1687
IMPERO OTTOMANO

Mehmet IV [Avci-il cacciatore]

Albero genealogico

(1642 - 1692)
figlio di Ibrahim e di Tarhan;
1648-87, sultano;
1687
l'avanzata imperiale in Croazia, Moldavia e Valacchia lo screditano presso le truppe;
da queste egli viene deposto e imprigionato ad Edirne, vicino alle sue riserve di caccia favorite, e al suo posto viene messo sul trono il fratello Solimano III.



Solimano II

(1642 - 1691)
figlio di Ibrahim I e fratello minore di Mehmet IV;
1687-91, sultano;
1687
nomina suo gran visir Fazil Mustafa Köprülü;



Gran Visir
-
Fazil Mustafa Köprülü
(1687 - ago 1691)

1687
nel 1685 i veneziani hanno invaso Bosnia, Albania e Morea;
nel 1686 Carlo di Lorena è entrato in Buda e i polacchi hanno occupano parte della Podolia e dell'Ucraina;
sotto la guida del gran visir Fazil Mustafa Köprülü i Turchi arrestano un'avanzata degli Austriaci in Serbia e reprimono una rivolta in Bulgaria;


 




1687
RUSSIA
Ivan V [il Semplice]
Albero genealogico

(Mosca 1666 - 1696)
figlio dello zar Alessio;
1682-89, zar di Russia;
assieme al fratellastro Pietro I ma di fatto non ha alcuna parte nel governo retto fino al 1689 dalla sorella Sofia;



Pietro I [il Grande]
Albero genealogico

(Kolomenskoe, Mosca 1672 - Pietroburgo 1725)
quartogenito dello zar Alessio Michajlovic e di Natalia Kirillovna Naryškina;
1682-1725, zar di Russia;
assieme al fratellastro Ivan V il Semplice e sotto la reggenza della sorella Sofia;


 
-
1687
-


 




1687
Francia e Navarra
Luigi XIV [il Re Sole]

(Saint-Germain-en-Laye-1638-Versailles 1715)
figlio di Luigi XIII e di Anna d'Austria;
1643-1715, re di Francia e di Navarra;
a 5 anni sotto la reggenza della madre;
1653-61, la sua formazione politica è opera di G. Mazarino.
1672-78, guerra franco-olandese;

 

Primo ministro
-
Cancelliere
Louis Boucherat
conte di Compans
(1685 1° nov - 2 set 1699)
Sovrintendente delle Finanze
Claude Le Peletier
(1683 set - 1689)
Segretario di stato agli Affari Esteri
J.-B. Colbert
marchese di Torcy
(1679 26 lug - 23 set 1715)
 

1687
-

 

Nord America
ACADIA
Governatore    

1687
Port Royal,

 

CANADA
[Il nome deriva dalla parola huron kanata – villaggio o insediamento – che venne utilizzata in riferimento agli indiani di Stadaconé dal navigatore bretone Jacques Cartier (1491-1557). Essa viene quindi applicata dai francesi anche al territorio di Micmac e Montagnais.]
Governatore generale della Nuova Francia
Jacques-René de Brisay de Denonville
marchese di Denonville
(1685 - 1689)
Intendente
Jean Bochart de Champigny
signore di Noroy e di Verneuil
(1686 - 1702)

1687
-
Il governatore Jacques-René de Brisay de Denonville (siamo ancora in tempo di pace) attacca i Seneca con 832 regolari della colonia (troupes de la marine), 1.030 miliziani e 300 indiani alleati.
[Trattasi, finora, della più vasta operazione militare condotta dai francesi in Nord America.]
I Seneca si ritirano, il governatore – come il marchese Alexandre de Prouville de Tracy due decenni prima – incendia le loro provviste e quattro villaggi (posti tra i Lago Seneca e il fiume Genesee, nel futuro stato di New York) ma non ottiene alcuna vittoria sostanziale.
[Alle campagne contro gli Iroquois partecipano anche, in qualità di ufficiali delle truppe regolari della colonia, i fratelli Antonio Crisafi († 1709) e Tommaso Crisafi († 1696), degli esiliati politici originari di Messina i quali hanno raggiunto la colonia nel 1684; Antonio Crisafi diventerà poi governatore di Trois-Rivières.]

 



1687
Province Unite e dei Paesi Bassi
WILLEM III
[Willem III Hendrik van Oranje]
(L'Aia 1650 - Londra 1702)
figlio di Willem II d'Orange e della p.ssa Mary Stuart, primogenita di Charles I d'Inghilterra;
1672-1702, statolder delle Province Unite e dei Paesi Bassi;
[nel novembre 1677 ha sposato sua cugina Mary, figlia dell'erede al trono inglese James Stuart.]
1687
ormai il suo gran pensiero è di riunire in un solo corpo le numerose parti del popolo che lo considerano come capo comune; a compiere quest'opera viene aiutato da G. Burnet e da Dykvelt, allievo della scuola di Jan de Witt.
La cortesia con cui G. Burnet è stato accettato all'Aia desta la rabbia di James II il quale scrive alla figlia Mary varie lettere di invettive contro l'insolente e sedizioso teologo da lei protetto. Poiché queste lettere hanno poco effetto, il re invia Skelton, ambasciatore inglese alle Provincie Unite, a Parigi e lo sostituisce all'Aia con Albeville;
[Il più debole e il più vile della cabala gesuitica, accetta denaro da qualunque parte provenga, persino umili mance da facchino; è pagato dalla Francia e dall'Olanda; baronetto inglese, è insignito di un marchesato in paese straniero.]
Proprio Albeville viene incaricato di chiedere a Willem III d'Orange che G. Burnet non venga più tollerato all'Aia.
Per oltre diciotto mesi quest'ultimo non compare mai davanti al principe o alla principessa, anche se abita vicino a loro. Contro di lui viene istituito un processo a Edimburgo ma ormai è naturalizzato olandese, ha sposato un'olandase e sa bene che la patria adottiva non lo consegnerà mai a James II. Questi mette allora una taglia di 3.000 lire sterline per rapirlo. Luigi XIV dimostra interesse al progetto e assicura asilo sicuro in Francia agli esecutori.
Mentre G. Burnet è segretario degli affari inglesi in Olanda, con un pretesto Dykvelt viene inviato in Inghilterra per una commissione speciale, munito di credenziali degli Stati Generali ma in verità non come ambasciatore al governo bensì all'opposizione; in merito riceve istruzioni particolari scritte da G. Burnet e approvate da William III d'Orange.

Febbraio
Manifesto d'Argyle.
Appena promulgata la prima "Dichiarazione d'Indulgenza" a Edimburgo, un certo James Stewart (uno scozzese rifugiatosi in Olanda anni prima per sottrarsi allo stivaletto e alle forche e qui aveva stretto amicizia con il gran pensionario Fagel il quale godeva grandemente della fiducia dello statholder) pensa di cogliere il momento - non solo per ottenere il perdono da Londra ma pure una ricompensa - offrendo al governo inglese i suoi servigi che vengono accettati.
Invia quindi una lettera a Fagel dicendo di averla scritta per ordine di James II. In essa viene chiesto al pensioario di usare tutta la sua influenza sul principe e la principessa per indurli ad assecondare la politica del padre loro. Poco dopo Fagel invia una lettera in cui dice che Willem e Mary approverebbero volentieri l'abrogazione di ogni legge penale contro ogni inglese di qualunque classe se fosse per causa di opinioni religiose. Ma bisogna distinguere punizione da incapacità. Ammettere agli uffici i cattolici romani non sarebbe vantaggioso né al bene dell'Inghilterra né a quello dei cattolici romani.
Il manifesto, tradotto in varie lingue, viene diffuso in tutta Europa e ottiene un esito felice.
I protestantii inglesi fanno plauso alla mirabile fermezza con cui Willem III dichiara di non poter assentire che i papisti abbiano partecipazione alle cose del governo; ai principi cattolici romani piace lo stile mite e sobrio con cui viene espresso il desiderio del principe e nutrono la speranza che sotto il suo governo nessun credente della chiesa di Roma verrà molestato per motivo di religione.
[Molto probabilmente il manifesto è stato letto anche dal pontefice che non è contento né della politica interna né di quella estera inglesi.]

Giugno
Dikvelt fa ritorno all'Aia e presenta agli Stati Generali una lettera di James II re d'Inghilterra che encomia la condotta da lui tenuta nella dimora di Londra;
[encomi prettamente formali mentre nelle lettere private si lamenta che il legato è vissuto in intimità con i più faziosi del regno]
allo stesso tempo egli porta delle lettere dei più eminenti tra coloro con cui ha avuto colloqui: G.S. Halifax, il conte di Danby, J. Churchill ecc.
visto il felice risultato dell'operazione, si decide di inviare a Londra un altro inviato, questa volta un militare, un cugino illegittimo di Willem III e precisamente il 38enne Willem Henry, Heer van Zuylenstein [figlio di Willem II d'Orange e di Margareta Katharina Bruyne], che al ritorno reca poi lettere e messagi orali non meno importanti di quelli di Dikvelt; inizia così un carteggio regolare tra Willem III e l'opposizione inglese. Agenti di varie condizioni fanno la spola tra Londra e l'Aia. Tra loro anche un intelligente scozzese, Johnstone, cugino di G. Burnet e figlio di un illustre convenzionista (condannato a morte dopo la restaurazione come reo di alto tradimento e ora considerato un martire dal suo partito).

Luglio
G. Burnet, appena sa di essere in grave pericolo, stampa una coraggiosa risposta alle colpe di cui è accusato dai tribunali di Edimburgo: Risposta alle Lettere d'Accusa emanate contro il Dott. Burnet.

Trascorse alcune settimane di discussione tra Whitehall e Versailles, Barillon viene incaricato di promettere a James II che se richiamerà dall'Olanda i soldati inglesi Louis XIV pagherà la spesa a mantenerne duemila in Inghilterra. Tale offerta viene accettata da James II con calde espressioni di gratitudione e chiede così agli Stati Generali di inviargli i sei reggimenti, cosa subito rifiutata perché contraria ai trattati in corso.
Purtroppo Amsterdam, che aveva votato per tenere le predette milizie in Olanda, mentre James II ne aveva bisogno contro gli insorti delle Contrade Occidentali, adesso fa ogni sforzo perché si ceda alla richiesta del re. In ambedue i casi è chiaro che lo scopo di coloro che reggono questa grande città è quello di opporsi ai desideri di Willem III d'Orange. Ma all'Aia vengono stampati di continuo libri e libercoli inglesi contro il governo di James II e migliaia di esemplari, nonostante la vigilanza, vengono introdotti di contrabbando nelle contee inglesi. Si vengono quindi subito a sapere le opinioni che il principe e la principessa d'Orange hanno intorno all'Atto di Indulgenza anche se ufficialmente essi ancora non si sbilanciano.

1689-1702, re di Gran Bretagna e Irlanda;

 

 

 

1687
Gran Bretagna e Irlanda
James II

(Londra 1633- Saint-Germain-en Laye 1701)
figlio di Charles I e di Enrichetta Maria di Borbone;
1685-88, re d'Inghilterra;
1685-88, re di Scozia (James VII);

 


1688-1701, rifugiato in Francia;

 

 

INGHILTERRA
Primo lord
del Tesoro
[First Lord
of the Treasury
]
Lawrence Hyde
I conte di Rochester
[cognato di James II]
(1679 - gen 1687)
-
Cancelliere
dello Scacchiere
[Chancellor
of the Exchequer
]
-

1687
Gennaio
, la spesa dell'armata viene stabilita in 623,104 lire sterline, 9 scellini e 11 soldi;
7, Londra, la Gazzetta annuncia al popolo che il Tesoro è stato affidato ad una Commissione;
nella sua caduta Lawrence Hyde, conte di Rochester, trascina anche il fratello maggiore Henry Hyde, II conte di Clarendon.

Il re continua ad aggiungere tasselli al suo primitivo scopo che non è altro che quello di ottenere per la propria chiesa non solo la piena immunità da tutte le pene e da tutte le incapacità civili, ma ampia partecipazione ai benefici ecclesiastici ed universitari e al tempo stesso di rinvigorire le leggi contro le sette puritane.
Tutte le dispense speciali da lui concesse sono a favore dei cattolici romani. Tutte le leggi più severe invece contro i presbiteriani, gli indipendenti, i battisti sono da lui eseguite.
Mentre Hale comanda un reggimento, mentre Powis sede in consiglio, mentre Massey è decano, mentre i breviari e i messali si stampano in Oxford muniti di regia licenza, mentre l'ostia viene esposta pubblicamente a Londra sotto la protezione delle picche e degli archibugi delle guardie reali, mentre frati e monaci vestiti degli abiti loro passeggiano per le vie della metropoli,
- Baxter, uno dei capi dei protestanti non-conformisti, è sepolto in carcere da quasi un anno e mezzo;
- John Howe è in esilio a Utrecht in Olanda;
- le leggi dette Five-Mile-Act e Conventicle Act sono in pieno vigore;
- gli scrittori puritani sono costretti a ricorrere alle tipografie straniere e clandestine;
- le congregazioni puritane possono riunirsi soltanto di notte o in luoghi vasti;
- i ministri puritani sono costretti a predicare travestiti da carbonari o da marinai.
Circa gli ugonotti, aveva loro imposto di rinunciare alla fede calvinista e di abbracciare la chiesa anglicana se volevano ottenere parte delle somme messe a suo tempo a disposizione dei fuorusciti francesi. Tale è stata la sua politica finché ha nutrito la speranza che la chiesa anglicana consentisse a predominare insieme con la chiesa di Roma, ma ora si è quasi convinto di non poter ottenere piena libertà a favore dei cattolici romani e nello stesso tempo mantenere le leggi contro i protestanti dissenzienti.
Sta quindi pensando di concedere una indulgenza generale anche se in cuor suo preferirebbe dividere la sua protezione e il suo favore tra la chiesa di Roma e quella d'Inghiltera, escludendone tutte le altre sette religiose.

Finora l'Alta Commissione Ecclesiastica ha inibito ad alcuni chierici l'esercizio delle funzioni spirituali. Ma ora viene ricordato ad ogni prete e prelato anglicano che, rifiutandosi di aiutare il governo a distruggere la chiesa di cui è ministro, verrà in un attimo ridotto alla miseria.
Ad un tratto viene quindi dichiarata guerra alle due istituzioni più venerabili del regno: le università di Oxford e Cambridge.
[Le scuole di Edimburgo e di Glasgow, di Leida e di Utrecht, di Lovanio e di Lipsia, di Padova e di Bologna, sembrano "dappoco"ai dotti educati nei magnifici istituti di Wykeham e di Wolsey, di Enrico VI e di Enrico VIII.
Ambedue le università, trattate in modo molto severo dai puritani hanno con gioia plaudito alla restaurzione (1660); hanno fermamente avversato l'Exclusion Bill (1680) e mostrato profondo orrore alla scoperta del Rye House Plot (1683); Cambridge non solo ha deposto James Scott, 1° duca di Monmouth, dall'ufficio di cancelliere ma ha dato alle fiamme il suo ritratto. Gli studenti di Oxford (più vicina agli insorti delle Contrade Occidentali) con l'approvazione dei loro insegnanti hanno a centinaia preso le armi per difendere i diritti ereditari del re.

Febbraio
il re rimane in attesa dell'effetto provocato dalla "dichiarazione d'indulgenza" promulgata in Scozia ponmendosi ad indagare personalmente l'animo di ciascun rappresentante della Camera dei Comuni che va a rendergli omaggio a Whitehall; come risultato scopre che la maggioranza è risolutamente decisa ad opporsi alle misure della corte.
Tra coloro che dimostrano la fermezza d'animo è:
. Arthur Herbert, fratello del capo giudice, rappresentante di Dover, maestro guardaroba e contrammiraglio d'Inghilterra; molto amato dai marinai, corre voce sia il più amato tra gli ufficiali appartenenti al ceto aristocratico; quando, condotto nelle segrete stanze reali, gli viene richiesta la promessa di votare contro la revoca del Test Act risponde che l'onore e la coscienza gli impediscono di farlo. Viene destituito da tutti i suoi impieghi e i suoi conti di entrata (quattromila sterline annue) e uscita come maestro guardaroba vengono sindacati con ingiusta severità.
A questo punto al re, resosi conto che è impossibile sperare in una lega tra la chiesa di Roma e quella d'Inghilterra al fine di ripartire tra di esse gli uffici e gli emolumenti, non rimane altro che tentare una coalizione tra la chiesa di Roma e le sette puritane contro la chiesa d'Inghilterra.

Nonostante parecchi atti del Parlamento abbiano provveduto che nessuno possa essere ammesso in alcun grado in ambedue le università di Oxford e di Cambridge senza aver prima prestato il giuramento di supremazia e (un atto simile) il giuramento di obbedienza, giunge ora a Cambridge una lettera del re che ingiunge venga ammesso al grado di Maestro delle Arti un monaco benedettino chiamato Albano Francis. Gli ufficiali accademici mandano un messaggio al nuovo cancelliere dell'università duca di Albemarle (successore di James Scott, 1° duca di Monmouth) con preghiera di presentare il caso nel suo vero aspetto al sovrano. Il frate, sentendosi denigrato, corre a presentare le sue doglianze a Whitehall. Poco dopo al vice-cancelliere e al Senato universitario viene formalmente intimato di comparire il giorno 21 aprile dinanzi alla Alta Commissione Ecclesiastica. Ovviamente il vice-cancelliere in persona mentre per il Senato i deputati di tutti i dottori e maestri dell'università.

Molto probabilmente il manifesto d'Argyle [vedi Olanda] è stato letto anche dal pontefice che non è contento né della politica interna né di quella estera inglesi. Ha preso atto inoltre che gli ingiusti e impolitici provvedimenti della cabala gesuitica rendono perpetue le leggi penali prima ancora che si giunga ad abrogare il Test Act.
Si acuisce pure il suo dissidio con la corte francese.
Roger Palmer, conte di Castelmaine in Irlanda, e marito della duchessa di Cleveland, conosce bene Roma e, come laico, è profondamente erudito nelle questioni teologiche ma è conosciuto purtroppo più per i suoi precedenti che altro, e il pontefice è di idee austere. Non fa insomma bella figura a Roma e viene canzonato dai protestanti di tutta Europa. Gli è stata assegnata una paga di cento sterline a settimana quando egli si lamenta che anche tre volte tanto gli sarebbero appena suffcienti. Dice sempre di rimetterci del suo. È accompagnato da vari giovani delle migliori famiglie inglesi (Ratcliffe, Arundell, Tichborne). A Roma alloggia nel palazzo Panphili a mezzogiorno della magnifica piazza Navona. Già a Roma per i preparativi alla presentazione al pontefice dalla Pasqua del 1686, è pronto solo a novembre. Il papa, simulando un ascesso, ha fatto differire la cerimonia fino a gennaio 1687 quando avviene la presentazione in pompa magna.
Trattato sempre con estrema durezza dal pontefice, alla sua richiesta di concedere un cappello cardinalizio a Petre, il papa pone fine alla questione con un semplice colpo di tosse. Pasquino fa ridere tutta Roma, tranne i gesuiti e i prelati partigiani della Francia. Divenuto furioso, egli fa correre in giro uno scritto mordace contro il pontefice il quale gli risponde, senza ambagi, che la regola che esclude i gesuiti dalle dignità ecclesiastiche non si deve violare in favore di padre Petre. Offeso, il conte di Castelmaine minaccia di andarsene da Roma. Il papa risponde che può andarsene quando vuole ma di far attenzione, durante il viaggio di ritorno, e gli consiglia di partire all'alba essendo pericoloso viaggiare durante i calori del giorno.
M entre il conte di Castelmaine fa ritorno in Inghilterra, James II al contrario colma di onori il nunzio di Roma, il conte Ferdinando d'Adda . Insignito da poco della dignità vescovile senza diocesi [gli è stato dato il titolo di vescovo d'Amasia, città del Ponto e patria di Strabone e di Mitridate] il re insiste perché la cerimonia della consacrazione avvenga dentro la cappella del palazzo di San Giacomo. Officiano il vescovo apostolico Leyburn e due prelati irlandesi. La cerimonia, cui sono presenti anche parecchi puritani, è aperta al pubblico.

Marzo
18
, il re annuncia al Consiglio Privato la sua proposta di prorogare il Parlamento fino alla fine di novembre e di concedere a tutti i suoi sudditi, di propria autorità, piena libertà di coscienza.
È chiaro che egli si è completamente assoggettato ai gesuiti.
Il suo confessore, il francescano padre Mansueto, riverito da tutti per la sua indole dolce e per la sua vita irreprensibile, ma da tempo in odio al conte di Tyrconnel e a Petre, viene messo da parte e sostituito dall'inglese Warner il quale, apostando dalla religione anglicana, si è fatto gesuita. Tale nomina non è comunque gradita ai cattolici romani moderati e al nunzio, e da ogni protestante è considerata la prova dell'assoluto predominio dei gesuiti sull'animo del re.

Muore il presidente di uno dei più cospicui istituti accademici di Oxford, il Collegio della Maddalena.
[Fondato nel XV secolo da William di Waynflete vescovo di Winchester e Lord Gran Cancelliere, si nota ancora la cappella danneggiata dai riformatori e dai puritani. Nei suoi giardini troneggia una quercia di un secolo, si dice, ancora più antica del più antico collegio dell'università. Gli statuti collegiali ordinavano che i re d'Inghilterra e i principi di Galles vi dovessero alloggiare.
Edward IV vi aveva abitato quando la fabbrica era ancora in costruzione. Richard III vi aveva tenuto la sua corte, due presunti eredi della corona, Arthur (fratello maggiore di Henry VIII) ed Henry (fratello maggiore di Charle I) erano stati membri del collegio. Un altro principe del sangue, l'ultimo e migliore degli arcivescovi cattolici romani di Canterbury, il buon Reginald Pole, vi aveva compiuo i suoi studi. Ai tempi della guerra civile il collegio era rimasto fedele alla corona. Qui Rupert aveva stabilito il suo quartier generale. La maggior parte dei collegiati erano ecclesiastici e non potevano aiutare il re che con le preghiere e il denaro, ma un loro collega, dottore in diritto civile, era caduto combattendo valorosamente contro il conte di Essex. Posate le armi e venuta l'Inghilterra sotto la dominazione delle Teste rotonde, sei settimi dei membri del collegio si erano rifiutati di sottomettersi agli usurpatori per cui erano stati cacciati dalle loro abitazioni e privati delle rendite. I sopravvissuti dalla restaurazione, avevano fatto ritorno alle loro gradite stanze. Mentre nelle Contrade Occidentali infuriava la ribellione, tutti quelli che per età o professione non erano impediti dal portare le armi erano accorsi a combattere a favore della corona.
La società è composta di un presidente, di 40 convittori (Fellows), di 30 scolari chiamati Demies, e di un convenevole numero di cappellani, chierici e coristi. Al tempo della visita di Henry VIII le rendite del collegio erano molto maggiori di quelle di ogni altro simlile istitituo del regno maggiori quadi per metà di quelle del magnifico istituto fondato da Henry VI a Cambridge e assai più deldoppio di quelle che William Wykeham aveva assegnato al suo collegio in Oxford.]
Sotto James II e ricchezze del collegio sono immense e la fama addirittura le esagera. Si dice che il collegio sia il più ricco delle più ricche abbazie del continente, e il popolo afferma che finiti i fitti esistenti, le entrate crescerebbero fino alla prodigiosa somma di 40.000 lire sterline l'anno.
Gli statuti compilati dal fondatore prevedono che siano gli studenti ad eleggere il loro presidente tra coloro che sono (o sono stati) convittori o del Collegio della Maddalena o del Collegio Nuovo. Qualche volta essi hanno comunque rispettato le scelte del re ma solo per spirito di riverenza al sovrano.
Aspirante alla successione del defunto presidente è ora uno dei convittori, il dottor Thomas Smith [Rabbi Smith], tory zelante, insigne viaggiatore, bibliofilo, antiquario ed orientalista; ex cappellano di legazione a Costantinopoli e adoperato a collazionare il Manoscritto Alessandrino, è da molti anni in stretta amicizia con Parker, vescovo di Oxford, per mezzo del quale egli spera di ottenere una lettera commendatizia al collegio. L'elezione è stabilita per il giorno 13 aprile.

Aprile
4
, giovandosi di una molto contestata potestà di dispensare delle leggi penali, che spetterebbe al re, egli promulga la Declaration of Indulgence - [la prima] nella quale esprime essere suo desiderio vedere il suo popolo rientrare in grembo alla chiesa cattolica romana ma poiché questo non è possibile annuncia che intende comunque proteggere ciascuno nel pieno esercizio della propria religione. Quindi, di propria autorità:
- annulla una lunga serie di statuti;
- sospende tutte le leggi penali contro tutte le classi dei non-conformisti;
- autorizza i cattolici romani e i protestanti dissenzienti a esercitare pubblicamente il loro culto;
- inibisce ai suoi sudditi - pena la collera sovrana - di molestare alcuna assemblea religiosa;
- abroga quegli atti che impongono la prova religiosa [Test Act] come requisito per occupare gli uffici civili e militari.
[Da un punto di vista giuridico questo atto è assolutametne incostituzionale e chi lo ha emanato è un monarca assoluto. Nessun tribunale, in riferimento alla solenne decisione parlamentare del 1673, si arrischia ad affermare che il re abbia la facoltà d'autorizzare con un solo editto tutti i suoi sudditi a disubbidire ad interi volumi di leggi.]
Molti insigni pastori dei dissenzienti vengono liberati dalla prigione, altri tornano dall'esilio; cominciano a vedersi le prime riunioni pubbliche e sorgono parecchi modesti edifici per il culto puritano.
. Henry Care, da tempo il più acre e indefesso articolista dei non-conformisti (nei giorni della congiura papale aveva osteggiato il James II con estremo furore in un giornale settimanale detto Pacco di Notizie da Roma) ora alza la voce ad adulare il re;
. Vincent Alsop, teologo, predicatore e scrittore, agente di cui si serve il governo per raggirare i presbiteriani, riesce a farottenre la grazia laproprio figliuolo reo di lesa maestà;
. Thomas Rosewell (durante la persecuzione dei dissenzienti dopo la scoperta della congiura di Rye House, era stato falsamente accusato di aver predicato contro il governo; processato da Jeffreys e da questi, contro l'evidenza dei fatti convinto da giurati corrotti, condannato a morte; era riuscito ad ottenere il perdono a patto di dare una forte cauzione di buona condotta per tutta la vita e di presentarsi periodicamente al Banco della Corte del Re) per volere del re viene liberato da questo ingrato dovere e pertanto diventa partigiano della corte.
L'incarico di portare al partito della corte gli indipendenti viene affidato a uno dei loro ministri, Stephen Lobb, uomo violento e ambizioso, già proscrittto in vari editti; fatta la pace con il governo, si collega con la cabala gesuitica e con W. Penn, uomo di non vigoroso intelletto.
A Baxter non solo viene ridata la libertà ma gli viene detto che se vuole abitare a Londra può farlo senza temere gli venga applicato il il Five-Mile-Act. Ma egli non è uomo da lasciarsi ingannare o corrompere e usa tutta la sua autorità per promuovere la concordia tra la chiesa anglicana e i presbiteriani.
Anche John Howe torna dall'esilio e mentre sembra tentennare, è mantenuto invece ben saldo alla causa della costituzione dagli Hampden con cui è legato da vecchia amicizia.
Viene pure liberato J. Bunyam, calderaio, aggregatosi ai battisti, predicatore e scrittore popolare, il primo degli scrittori allegoristi, dopo aver trascorso in carcere dodici dei ventisette anni trascorsi dalla Restaurazione. Uno degli ultimi atti della sua vita († 1688) è quello di rifiutare un convegno al quale è stato invitato dal governo.
Un altro dei battisti, il primo tra loro per ricchezza e grado, è William Kiffin. Non un predicatore ma un grande trafficante, gode molto credito alla Borsa di Londra ed ha accumulato uningente patrimonio. È forse l'unico a poter dare alla corte maggiori servigi ma tra lui e la corte non corre buon sangue.
[Ormai 70enne, è l'avo dei due giovani fratelli Hewling, i più compianti tra le vittime del Tribunale di Sangue.]
Intanto l'olandese Dykvelt, inviato in Inghilterra dalle Province Unite, s'incontra agli alti livelli con il conte di Danby e Daniel Finch, conte di Nottingham, ambedue del partito tory. Con loro sta spesso anche G.S. Halifax. Pur nemici di vecchia data, il conte di Danby e G.S. Halifax quando parlano con Dikvelt concordano nel biasimare la politica del governo e nel riverire il principe d'Orange. Anche i diversi whig dialogano con lui ma i capi delle grandi famiglie Cavendish e Russell non possono prendere quella parte attiva che ci si dovrebbe aspettare.
[In effetti il conte di Devonshire ha avuto un litigio privato in seguito al quale anche i suoi amici l'hanno biasimato. Condannato a pagare 30.000 lire sterline, per salvarsi dalla prigione ha consentito di gravare di questo pesante carico il suo patrimonio ma non ha abbandonato il partito e i suoi amici anche se, per un po' di tempo, gli è stato consigliato di tenersi in fondo alla scena politica.]
Il conte di Bedford non si è più riavuto invece dal colpo subito quattro anni prima e sia per sentimenti personali che per opinioni politiche egli si dimostra ostile verso la corte ma non ha i mezzi per contrariarla. Al suo posto, nelle riunioni in cui si manifesta il malcontento, lo supplisce il nipote, Edward Russell, che già nel regno precedente aveva occupato una posizione a palazzo ma purtroppo tutti i vincoli con i quali è legato alla famiglia reale sono stati sciolti con la vicenda di suo cugino William Russell.
Secondo Dikvelt, l'audace, irrequieto e vendicativo Edward Russell siede ora in tutti i consigli che rappresentano la più ardita e operosa parte dell'opposizione di quegli uomini che sotto le varie denominazioni (Testerotonde, Esclusionisti, Whig) hanno mantenuto con varia fortuna una contesa di quarantacinque anni con tre regnanti consecutivi.
Altri tre uomini con cui Dikvelt ha contatti e con l'aiuto dei quali egli spera di assicurarsi il buon volere di tre grandi classi di cittadini sono:
. vescovo Henry Compton, già sospeso dalle sue funzioni con una sentenza illegale (favore del clero);
. ammiraglio Herbert, caduto in un attimo dall'opulenza alla povertà (favore della flotta);
. J. Churchill, innalzato dalla povertà alla ricchezza (favore di un partito all'interno dell'esercito).
[Quest'ultimo gioverebbe all'opposizione, non solo per le sue capacità militari ma per la sua stessa posizione, essendo sua moglie Sarah Jennings confidente di Anne Stuart che in linea di successione al trono d'Inghilterra sta tra Mary Stuart, moglie di Willem III d'Orange, e lui medesimo.
La sorella di Sarah Jennings, la bella Francis, ha avuto tre mariti (nonostante le chiacchiere sulla sua esuberante leggerezza) ed ora è la moglie del conte di Tyrconnel.

13, Oxford, Collegio della Maddalena: il giorno fissato per l'elezione del nuovo presidente, i convittori si vedono recapitare - tramite il neopapista Robert Charnock [morirà poco dopo in seguito ad un orrendo delitto da lui commesso] - una lettera del re contenente il nome da lui suggerito per il posto vacante:
Antonio Farmer;
[Famoso per esser stato a capo di un tumulto ad Abingdon, libertino ma sceso al di sotto dell'ordinaria sozzura, ha ricevuto denari da giovani dissoluti per certi vizietti e servizietti…; ha apostato ed è divenuto cattolico romano. Non potrebbe aspirare all'ufficio sia per legge sia in quanto non è mai stato convittore nel collegio o nel Collegio Nuovo.].
Ritenendolo non degno di elezione, i convittori inviano espressa richiesta al re di fare eventualmente al suo posto un altro nominativo, e aggiornano l'assemblea ai due giorni successivi;
15, aggiornata ad oggi l'assemblea, non essendo giunta la risposta del re e non potendosi per statuto rinviare oltre l'elezione, i convittori eleggono alla fine John Hough, uomo di grande virtù e prudenza [morirà nel 1750 ca].
Il collegio invita il duca di Ormond (patrono dell'università) e il vescovo di Westminster (ispettore del collegio) di intercedere presso il re spiegando i motivi della scelta ma il re è talmente incollerito che non intende sentire spiegazioni.

21, è giunto il giorno, già stabilito a febbraio, per la comparizione davanti all'Alta Commissione Ecclesiastica del vice-cancelliere in persona e dei deputati del Senato accademico di Cambridge. Presiede Jeffreys e, al posto del conte di Rochester, c'è il nuovo Lord Ciambellano John Sheffield, conte di Mulgrave, soprannominato "lord Tuttorgoglio".
Davanti a questo tribunale si presentano quindi il vice-cancelliere dottor John Pechell in persona e dieci insigni accademici tra i quali Isaac Newton, convittore del collegio e professore di matematiche, all'apice della sua fama e di cui la Royal Society sta stampando i famosi Principia.
Mentre i deputati sono pronti a provare che durante il regno di Charles II parecchi ordini regali erano stati considerati come nulli poiché le persone raccomandate non si erano uniformate alla legge e che, in simili casi , il governo aveva sempre approvato l'operato dell'università, Jeffreys accusa il vice-cancelliere di essere debole, ignorante e timido facendolo cadere in una disperata agitazione mentale; gli altri li mette a tacere dicendo loro di parlare quando occuperanno il posto di vice-cancelliere e li caccia fuori della sala.
[Citati poco tempo dopo a ricomparire, viene loro annunziato che è stato deciso di sospendere John Pechell dall'ufficio togliendogli tutti gli emolumenti che sono come sua proprietà. Quanto agli astanti, essendo per la maggior parte ecclesiastici, li liquida recitando un passo delle scriiture: «Andate e non peccate mai più, perché non vi accada di peggio!».]
Il Collegio dell'università di Oxford invece, è già stato trasformato da Obadia Walker in seminario cattolico romano e governato da un decano cattolico.
La messa viene celebrata ogni giorno in ambedue i collegi.
Il re, rimasto disgustato dal comportamento rivoluzionario degli studenti in seguito alla rappresentazione dell'opera drammatica di Howard Il Comitato (componimento scritto dopo la restaurazione che dipinge i puritani in sembinanze odiose e spregevoli ma per venticinque anni applaudito dagli oxfordiani), ordina che uno dei nuovi reggimenti di dragoni venga acquartierato ad Oxford… tirandosi così la zappa sui piedi.
Oxford, sede della lealtà, quartiere generale dell'esercito dei cavalieri, luogo dove il padre e il fratello si sentivano più sicuri che nella tempestosa Londra, luogo dove sono stati di recente dati alle fiamme gli scritti dei grandi scrittori repubblicani, viene ora agitata da sinistri rumori.

Giugno
Dikvelt fa ritorno all'Aia.
La rottura tra il re d'Inghilterra e il principe d'Orange si fa sempre più grande. Una grave contesa nasce a causa di sei reggimenti al soldo delle Province Unite che il re desidera siano posti sotto il comando di ufficiali romani. Poiché il principe si oppone iniziano i contatti tra Whitehall e Versailles;

I convittori del Collegio della Maddalena sono citati a presentarsi dinanzi all'AltaCommissione Ecclesiastica in Whitehall. Cinque di loro come deputati degli altri obbediscono. Jefffreys li tratta come è suo costume. Quando poi un certo Fairfax esprime qualche dubbio sulla validità della Commissione, si irrita a tal punto che Obadia Walker e gli altri papisti di Oxford, che si trovano qui presenti a difendere gli interessi del loro proselito, rimangono profondamente confusi.
La Commissione dichiara nulla l'elezione di John Hough, sospende dall'ufficio di convittore Fairfax ma di Antonio Farmer non si parla più.

Luglio
3, ha luogo un'altra cerimonia, ancora più ostentata, in onore della Santa Sede e viene deciso che il nunzio si rechi in processione a corte. Per la prima volta, anche persone di cui il re si sentiva sicuro, esprimono la loro disubbidienza.
Charles Seymour, secondo pari secolare del regno, comunemente chiamato duca di Somerset, si rifiuta categoricamente di mischiarsi al corteggio che sta festeggiando il nunzio. Il re lo destituisce da ogni ufficio nella casa reale e nell'esercito.
[ 25enne, ciambellano del re, colonnello di uno dei reggimenti creati al tempo dell'insurrezione delle Contrade Occidentali, è d iventato signore dei più vasti possedimenti d'Inghilterra sposando la figlia ed erede dell'ultimo Percy, duca di Northumberland.]
Il re si fa prudente. Evita di esporre il nunzio agli occhi della vasta popolazione di Londra e la cerimonia viene fatta in Windsor dove il conte Ferdinando d'Adda, nunzio di Roma, arriva in corteo seguito dai principali cortigiani e ministri di stato. In mezzo al corteo gli spettatori notano con indignazione le armi e le livree di Crewe, vescovo di Durham, e di Cartwright, vescovo di Chester.
4, nella Gazzetta si legge un decreto che scioglie il Parlamento, il quale di tutti i quindici Parlamenti convocati dagli Stuart è stato il più ossequioso.

Il re ha appena formato l'esercito con l'aiuto del quale spera di compiere i propri disegni.
[In tempo di guerra, nel regno, un soldato ribelle o disertore può essere giudicato da un tribunale militare e la sentenza eseguita dal prevosto maresciallo. Ma ora, in perfetto periodo di pace, il diritto comune inglese (originato in un tempo in cui ogni uomo portava le armi secondo le occorrenze e non di continuo) non fa distinzione da un soldato ad un altro suddito qualunque; né esiste alcun atto che gli somigli, perciò l'autorità necessaria al governo delle truppe regolari annualmente si affida al sovrano.
Alcuni vecchi statuti, a dire il vero, considerano in certi casi lesa maestà la diserzione, ma questi statuti sono applicabili solo ai soldati nell'atto di prestare servizio al re in guerra e non possono senza aperta malafede essere applicati al caso si colui, il quale, in tempo di profonda pace dentro e fuori lo stato, sentendosi stanco di rimanere oltre negli accapammenti di Hounslow faccia ritorno al suo villaggio nativo.
Sembra che il governo non abbia alcuna potestà di trattenere un uomo più di quella che non ne abbia un fornaio o un sarto sopra i suoi dipendenti.
Il soldato e i suoi ufficiali secondo la legge sono in pari condizioni. Se egli bestemmia contro di loro è punito come reo di bestemmia, se li colpisce, viene processato per offesa. È vero che le milizie regolari hanno minor freno di quelle civili però queste sono un corpo istituito da un atto parlamentare che ha previsto che, per violazione di disciplina, si devono infliggere sommariamente pene leggere.]
Per quanto riguarda James II, le forze che egli mantiene in Inghilterra sono composte principalmente di soldati appartenenti alla casa reale, la cui paga è tale che la destituzione dal servizio viene considerata una autentica sciagura. Lo stipendio di un soldato comune nelle Guardie del Corpo è una somma degna del figlio di un gentiluomo. Anche le guardie a piedi sono pagate quanto i manifatturieri in tempi prosperi e sono quindi in condizioni tali da essere invidiati dalla classe dei lavoratori.]
Il ritorno del presidio di Tangeri e le leve dei nuovi reggimenti hanno apportato una seria riforma.
Ora in Inghilterra sono migliaia i soldati, ciascuno dei quali riceve 8 soldi di paga al giorno. Il timore di essere licenziati non è sufficiente a tenerli dentro gli stretti confini del dovere. e le pene corporali non possono essere inflitte legalmente dagli ufficiali. Il re ha quindi due sole alternative: lasciare che l'armata si sciolga da sé o indurre i giudici "a dichiarare che la legge sia come non è". Per far questo necessita della collaborazione di due tribunali:
- la Corte del Banco del Re (primo tribunale criminale del regno) dove è lord Capo Giudice, sir Edward Herbert, non disposto ad andare oltre la già dimostrata servilità;
- la Corte del goal-delivery (siede in Old Bailey e ha giurisdizione sopra i delitti commessi a Londra) dove Recorder [consigliere civile e giudiziario] è John Holt il quale, anche se non è mai stato fazioso, le sue opinioni politiche sanno di whig.
Ci sono dunque in ambedue queste corti grandi difficoltà che il re però annulla per sostituzione: a John Holt viene tolto l'ufficio mentre sir Edward Herbert ed un altro collega vengono cacciati.
Lord Capo Giudice d'Inghilterra viene nominato sir Robert Wright
[di proverbiale ignoranza, rovinato dai vizi, per bisogno di denaro ha falsificato persino un affidavit per ottenere un compenso di 500 lire sterline]; secondo giudice viene nominato un certo Robert Allibone, cattolico romano [non potrebbe quindi avere impieghi] e ancora più ignorante del precedente; Recorder di Londra è nominato invece sir Bartholomew Shower, tory, noto come servile e oratore noioso.
Dopo queste sostituzioni vengono fatti i processi a molti disertori dell'esercito. A dispetto di quanto stabilito dalla legge, alcuni sono considerati rei e condannati a morte nel Banco del Re, altri in Old Bailey. Vengono impiccati davanti ai loro reggimenti di appartenenza previo avviso pubblicato sulla Gazzetta di Londra [Raramente era uso dare notizia di simili fatti.]

Agosto
L'Alta Commissione Ecclesiastica, che a giugno ha dichiarato nulla l'elezione di John Hough a presidente del Collegio della Maddalena di Oxford, invia una lettera ai convittori con la quale propone loro Samuel Parker, vescovo di Oxford (mai stato convittore né del Collegio della Maddalena né del Collegio Nuovo).
I membri del collegio, seguendo i rigidi dettami dello statuto, si oppongono.
Un caso simile riguarda anche i rettori della Certosa ai quali il re ha proposto un certo Popham, cattolico romano, allo Spedale loro sottoposto. Il direttore Thomas Burnet, insigne ecclesiastico, si è opposto alla nomina perché contraria alla volontà del fondatore nonché ad un atto del parlamento. Invia pure una lettera a lord Sutherland perché convinca il re come non sia possibile obbedirgli senza violare nello stesso tempo la legge.
Dopo l'annuncio dell'istituzione di un processo nella corte del Banco del Re, che si riunirà l'Alta Commissione Ecclesiastica avocando a sé la faccenda… ogni minaccia svanisce.
D'altra parte il re medesimo non può permettersi di mancare di riverenza verso nomi come Ormond, Halifax, Danby e Nottingham, capi di tutti i partiti ai quali egli va debitore della corona.
16, come non succede da molti anni, il re compie un lungo e magnifico viaggio da Windsor a Portsmouth dove, imbarcatosi, giunge poi a Southampton e da qui fino a Bath dove rimane pochi giorni lasciandovi la regina. Ripartito, viene accompagnato dal grande sceriffo della contea di Somerset e da una numerosa corte di gentiluomini fino ai confini, dove il grande sceriffo della contea di Gloucester lo sta attendendo. Il duca di Beaufort corso ad incontrare i cocchi del re, li conduce poi a Badminton dove è apparecchiato un banchetto degno della magnificenza della sua casa. Nel pomeriggio la cavalcata procede fino a Gloucester e, a due miglia dalla città, viene salutata dal vescovo e dal clero. A Porta orientale l'aspetta il gonfaloniere portando le chiavi. Dopo aver dormito la notte al decanato, parte il giorno dopo per Worcester. Da Worcester va a Ludlow, Shrewsbury e Chester.
Qui si aggiungono al corteo reale il quacchero William Penn, che si trova qui per un giro pastorale, e il vescovo Thomas Cartwright che predica dentro il duomo.
In ogni luogo viene accolto con segni di riverenza e di gioia, dimostrazioni che egli ha la debolezza di considerare come prove che il malcontento, provocato dai suoi atti, è terminato.
[Il più sagace Barillon scrive a Louis XIV che il re d'Inghilterra si illude, che il viaggio non ha portato niente di positivo e che quegli stessi gentiluomini della corte di Worcester e di Shrop che hanno ritenuto dovuta l'accoglienza siffatta al loro ospite, saranno più disubbidienti quando verrano a sapere la questione intorno al Test Act.]

Settembre
3
, mentre il conte di Tyrconnel, arrivato da Dublino per rendere conto della propria amministrazione, riferisce che presto tutta l'Irlanda sarà in mano ai cattolici romani, da Chester il re si reca a Oxford dove, giunto inserata, viene accolto con gli onori dovuti;
4, dopo aver ordinato ai convittori di presentarsi a lui, li riceve con inoslenza e ordina loro di riunirsi subito nella cappella per eleggere il vescovo designato. Smith è assente e solo Charnock dà il voto affermativo; gli altri dichiarano di essere pronti ad obbedire al re ma di non voler violare gli statuti e i giuramenti loro.
Il re, gravemente in collerito e mortificato per la sua sconfitta, parte da Oxford per raggiunge la regina a Bath.
Il quacchero William Penn, che ha avuto l'incarico di accomodare la faccenda, fa di tutto per convincere il collegio ma non ci riesce. Il re interviene come previsto.
A Thomas Cartwright, vescovo di Chester, a Wright, capo giudice del Banco del Re, e a sir Thomas Jenner, uno dei baroni dello Scacchiere, viene data commissione speciale di esercitare potestà di ispezione sul collegio della Maddalena.

Ottobre
20
, la commissione speciale, scortata da tre compagnie di dragoni con le spade sguainate, giunge al Collegio della Maddalena;
21, dopo il discorso pronunciato dal vescovo Thomas Cartwright, il presidente John Hough difende con arte i diritti del collegio e si riuta di consegnare le chiavi delle stanze come richiestogli. I commissari lo dichiarono allora intruso e impongono ai convittori di riconoscere la sua autorità e di assistere all'insediamento del vescovo di Oxford. Charnock è pronto ad obbedire e Smith dà una risposta evasiva ma tutti gli altri dichiarano fermamente di riconoscere John Hough come loro presidente. Questi, rivolgendosi ai commissari, dice infine che avendolo privato della sua libera proprietà, egli protesta contro questo atto illegale, ingiusto e nullo e si appellerà al re nelle corti di giustizia.
Wright, accusandolo di aver turbato la pace, gli dice che ne renderà conto dinanzi al Banco del Re, imponendogli di presentarsi alla prima sessione sotto pena di mille lire sterline.
Il vescovo di Oxford viene insediato per procura ma solo due membri del collego sono presenti alla cerimonia.
Con un solo decreto il re condanna tutti i convittori all'espulsione mentre l'Alta Commissione Ecclesiastica li dichiara incapaci di occupare benefici ecclesiastici e coloro che non hanno ancora preso gli ordini sacri, incapaci di ricevere il carattere clericale.
Mentre a Londra e in tutto il regno si fanno collette per sosenere i cacciati convittori, la principessa d'Orange, con somma soddisfazine di tutti protestanti, mette a disposizione duecento lire sterline.
Alla cacciata dei convittori segue ora quella dei Demies.
[Parecchi giorni dopo morirà il vescovo Samuel Parker; sarà sepolto nella cappella del collegio ma nessun monumento ne indica il luogo.]
Il collegio viene trasformato in seminario papale. Bonaventura Giffard, vescovo cattolico di Madura, è nominato presidente. Nella cappella si celebrano i riti cattolci romani. In un solo giorno vengono ammessi come convittori dodici cattolici romani. Lo stesso Smith, realista esagerato ma sincero credente nella chiesa anglicana, viene espulso per essersi rifiutato di ritoranre alla sua residenza.
Tutto quello che succede al Collegio della Maddalena in un batter d'occhio è sentito in ogni angolo del regno.
Corre voce intanto e gira pure qualche scritto che il re stia per eseguire il finale di una trama che ha in testa sin dalla sua ascesa al trono. Un complotto per allontanare le figlie dalla successione.
[Il conte di Tyrconnel, con l'approvazione del re, trama per separare l'Irlanda dalla monarchia britannica e porla sotto la protezione di Louis XIV appena la corona passasse a un sovrano protestante. A quanto pare la Francia e pronta a sottoscrivere il suo impegno ad avallare l'operazione.]
Colpo di scena. Verso la fine di ottobre diviene noto a tutti che la regina è incinta: Niente di strano, 54 anni lui e 29 anni lei, appena compiuti da poco; ma il popolo nutre il sospetto che alcuni dei regi consiglieri nonché il re stesso cospirino per defraudare del trono la principessa Mary.
La stoltezza di alcuni cattolici romani conferma poi il pregiudizio del volgo poiché parlano del lieto evento come di un miracolo dovuto alle continue suppliche inoltrate alla Madonna dalla madre della regina prima di morire [Laura Martinozzi († 1687), nipote del cardinale Mazarino], e alla visita compiuta dal re, durante il viaggio di agosto, al Pozzo Santo dove ha preagato san Venifredo ecc..
Mentre la nascita di un figlio maschio sembra sicura, altri scommettono venti ghinee contro una. Un fanatico annuncia che nasceranno due gemelli: uno sarà re d'Inghilterra e un altro papa a Roma. Un proclama del re ordina al clero di leggere una formula di preghiera e di ringrasiamento per il lieto evento.
Ma tutto fa pensare che, in caso di convocazione della camere a Westminster, ciò avverrebbe con lo spirito del 1640 e il re cerca di correre ai ripari cercando di adulterare il parlamento stesso.
Con un proclama comparso in Gazzetta egli intende riesaminare le commissioni di Pace e di Luogotenenza con lo scopo di trattenere nei pubblici uffici solo coloro che sono pronti a sostenere la sua politica.
A Whitehall siede un comitato di sette consiglieri per "regolare" le corporazioni municipali. In esso siede Jeffreys (il solo a rappresentare gli interessi del protestantesimo) e Powis (il solo a rappresentare i cattolici moderati); tutti gli altri membri rappresentano la fazione gesuitica. Fra questi ultimi, Petre, che ha prestato giuramento di consigliere privato - un segreto per tutti, tranne che per Sunderland, finchè non si è seduto al Banco del Re - ha l'incarico di disfare e rifare i collegi elettorali del regno.
Sotto la direzione del Comitato dei Consiglieri Privati è istituito un Sotto-Comitato composto di faccendieri di grado più basso, ai quali sono affidate le minuzie dell'impresa. I Sotto-Comitati locali in tutto il paese comunicano col seggio centrale di Westminster.
A tutti i Lord Luogotenenti (sui quali confida il re) viene dato l'ordine di recarsi nella propria contea e, chiamati a raccolta i Giudici di Pace, di chiedere loro come si comporterebbero in caso di elezione. Devono annotare le risposte, presentare una lista di cattolici romani e di dissenzienti che abbiano più requisiti per occupare gli uffici civili e militari, ecc..
Metà dei Lord Luogotenenti d'Inghilterra si rifiutano di prestarsi al servizio e per questo vengono destituiti. Tra questi:
. Aubrey De Vere, XX e ultimo conte di Oxford, L.L. di Essex († 1703);
. Charle Talbot, L.L. della contea di Stafford;
. Charle Sackville, conte di Dorset, L.L. della contea di Sussex (contea tenuta particolarmente d'occhio dai regolatori in quanto nessun'altra, tranne Cornwall e Wiltshire, ha così tanti borghi);
. Charles Seymour, duca di Somerset, L.L. di East-Riding nella contea di York (il comando del reggimento gli è già stato tolto);
. visconte Fauconberg, L.L. di North-Riding;
. visconte Newport, L.L. di Shropshire;
. conte di Derby, L.L. della contea di Lancaster;
. conte di Pembroke, L.L. della contea di di Wiltshire;
. conte di Rutland, L.L. della contea di Leicester;
. conte di Bridgewater, L.L. della contea di di Buckingham;
. conte di Thanet, L.L. della contea di Cumberland;
. conte di Northampton, L.L. della contea di Warwick;
. conte di Bingdon, L.L. della contea di Oxford;
. conte di Scarsdale, L.L. della contea di Derby (e pure dall'ufficio di colonnello di cavalleria e da un altro ufficio in casa della p.ssa di Danimarca);
. conte di Gainsborough, L.L. della contea di Hampshire (e pure dal governo di Portsmouth e dalla ispezione di New-Forest, due posti acquistati pochi mesi prima per 5.000 lire sterline).
Non trovando nessuno dei grandi Lord e, a dire il vero, dei Lord protestanti di nessuna specie disposti ad accettare gli uffici vacanti, il re è costretto ad assegnare due contee a Jeffreys, uomo nuovo che possiede pochi beni territoriali, e due a Preston che non è neppure pari inglese. Le altre contee, rimaste senza governatori vengono affidate a noti cattolici romani o a cortigiani che hanno promesso in segreto al re che si faranno cattolici non appena sarà possibile. Ai Lord Luogotenenti vengono quindi inviati dei questionari, creati ad arte, con i quali devono saggiare le opinioni dei gentiluomini delle campagne.
Risultato:
. duca di Norfolk (pur protestante ha deciso di seguire da agente il re in due contee): nel Surrey non può far nulla mentre nel Norfolk dei settanta notevoli gentiluomini in ufficio in questa provincia solo sei pensano di sostenere la politica di corte;
. duca di Bedford (con autorità su quattro contee inglesi e soprattutto sulprincipato di Galles): ritorna a Whitehall con notizie altrettanto non incoraggianti;
. duca di Rochester, L.L. della contea di Hertford (vincolato alla corte da una pensione annua di 4.000 lire sterline): gli rispondono di non voler mandare al parlamento un uomo disposto a votare per la distruzione delle garanzie della fede protestante;
la medesima risposta viene data al cancelliere nella contea di Buckingham;
i gentiluomini della contea di Shrop, riuniti a Ludlow, rifiutano unanimemente di vincolarsi alla richiesta del re;
. conte di Yarmouth riferisce dal Wiltshire che di sessanta magistrati e deputati luogotenenti con i quali hanno discusso, solo sette hanno dato risposte favorevoli ma anche questi sette non sono certi;
. Peterborough, rinnegato, non fa niente di buono nella contea di Northampton;
. Dover ha la medesima sorte nella contea di Cambridge;
. Preston reca sinistre notizie da Cumberland e Westmorland;
. lo stesso dicasi per le contee di Dorset e di Huntingdon;
. il conte di Bath ritorna dalla Contrade Occidentali con tristi auguri pur avendo promesso agli abitanti che il mercato del rame verrebbe liberalizzato;
. tutti i giudici e i deputati luogotenenti del Devonshire e di Cornwall, nessuno escluso, dichiarano di essere pronti a mettere a repentaglio vita e sostanze per il re, ma la religione protestante è per loro più cara della roba e della vita.
L'unico distretto in cui il re può ancora sperare qualcosa è quello di Lancaster, anche se James Fitzjames, cattolico romano, succeduto al conte di Oxford nel grado di colonnello degli azzurri e al conte di Gainsborough come Lord Luogotenente dello Hampshire, abbia riferito che due terzi dei deputati e dei magistrati la pensino in modo contrario alla corte.
Al suo ordine impartito ai gentiluomini della contea di comparire al suo cospetto, si sono presentati solo cinque o sei. Gli altri, prima di essere destituiti, hanno deposto per propria volontà loro uffici.
[Ciò che è successo a Lancaster irrita ancor di più il re.
Suo figlio naturale e legittimato James Fitzjames [avuto da Arabella Churchill - divenuto in seguito il più grande capitano d'Europa] ora 17enne, creato duca di Berwick, ha come nemico solo la regina Maria di Modena che da tempo nutre per la concubina l'implacabile odio d'una moglie priva di figlioli.
Alcuni della fazione gesuitica, prima dell'annuncio della gravidanza della regina, avevano pensato bene di contrapporlo come rivale a Mary principessa d'Orange pur sapendo che il popolo lo conosceva già come bastardo papista.
[Occorre ricordare che anche il duca di Monmouth, sebbene fosse ritenuto legittimo dal popolo e di religione anglicana, fallì in pieno un simile tentativo… e venne decapitato nel 1685.]
. duca di Sunderland, nuovo Lord Luogotenente della contea di Northampton, trova qualche pretesto per non affrontare lo sdegno e lo spregio dei gentiluomini della contea assegnatagli.
Da notare che le commissioni di Pace e di Luogotenenza erano già state "spurgate" da tutti gli elementi repubblicani per cui i gentiluomini che ora si oppongono al re sono tutti tory e tutti vengono destituiti.

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SCOZIA
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1687
Gennaio
il re, mentre non trascura alcun sforzo per estorcere dagli stati pieno alleggiamento per i cattolici romani, chiede e ottiene nuovi statuti di severità senza esempio contro i presbiteriani;

Febbraio
12
, Edimburgo, il re promulga la prima "Dichiarazione di indulgenza" nel tentativo di ottenere l'appoggio dei protestanti non conformisti;:
- i cattolici hanno piena tolleranza;
- i quaccheri hanno poco motivo di dolersi;
- i presbiteriani (la maggioranza del popolo scozzese) vengono sottoposti a condizioni tali da renderla pressoché inutile.
Al vecchio Test Act che escludeva cattolici e presbiteriani dagli uffici, viene sostituito un nuovo Test Act che ammette i cattolici ma esclude la maggior parte dei presbiteriani.
- Ai cattolici è lecito edificare cappelle e anche portare l'ostia in processione in ogni luogo, tranne nelle strade maestre dei borghi reali;
- ai quaccheri è lecito di riunirsi nei edifici pubblici;
- ai presbiteriani viene inibito di adorare Dio fuori dalle abitazioni private; non possono edificare edifici per radunarvisi, non possono servirsi nmmeno di una loggia o di un granaio per gli esercizi religiosi ed inoltre viene loro comunicato che se avranno l'ardire di tenere conventicole all'aria aperta, la legge che punisce di morte i predicatori e gli uditori verrebbe eseguita senza misericordia.
Qualunque prete cattolico può dir messa, qualunque quacchero può predicare davanti ai suoi confratelli ma il Consiglio Privato ha l'ordine di impedire che un ministro presbiteriano predichi senza speciale licenza del governo.

Aprile
Edimburgo, sono pubblicati un secondo e un terzo proclama con i quali il re allarga la futile tolleranza concessa ai presbiteriani con l'editto di febbraio; gli ugonotti, privati finora della elemosina fatta loro dalla nazione, ricevono sollievo; il Consiglio Privato emana un ordine per destinare a loro favore la pubblica liberalità; la condizione di conformarsi al culto anglicano per ricevere l'elemosina sembra questa volta tacitamente abrogata.

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IRLANDA
Lord Luogotenente d'Irlanda
[Lord Deputato]
Richard [Dick] Talbot
conte di Tyrconnel
(1687 gen - ?)
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1687
Gennaio
8
, Dublino, da Londra arriva un dipaccio in cui si dice formalmente che entro un mese Richard [Dick] Talbot, conte di Tyrconnel, prenderà le redini del governo d'Irlanda.
[Ha molto manovrato il conte per ottenere questo incarico. Si sa che intende sterminare la colonia inglese in Irlanda ma per far ciò egli ha dovuto vincere non solo l'opposizione dei membri protestanti del governo, quella dei moderati e rispettabili capi dei cattolici romani ma altresì quella di parecchi membri della cabala gesuitica. Sunderland rifugge dal pensiero di un rivolgimento religioso, politico e sociale in Irlanda. Dalla regina il conte è personalmente detestato.
Per questi motivi viene proposto Powis come uomo più adatto alla carica di viceré; di nascita illustre, anche se cattolico romano è dagli imparziali protestanti ritenuto uomo onesto e buon inglese. Per il suo rifiuto al conte viene offerto nientemeno che un compenso di 5.000 lire sterline annue sopra l'Irlanda, redimibili col pagamento di 50.000 lire sterline.
Ma il conte insiste e se la proposta venisse respinta è pronto a rivelare al re come il Lord Presidente nelle cene abbia dipinto James II come un imbecille… Sunderland, pallido e tremante, gli offre il supremo comando delle forze armate, enormi emolumenti, qualunque cosa purché rinunci alla carica di viceré… ma deve cedere.
La stessa regina, la cattolica Maria Beatrice Eleonora d'Este, p.ssa di Modena, è tacciata di corruzione per via della storia di una collana.
[A Londra esisteva una collana di perle del valore stimato di 10.000 sterline. Apparteneva al principe Rupert dal quale era stata lasciata a Margherita Hugues, cortigiana, che verso la fine della vita di lui lo aveva grandemente dominato. Il conte di Tyrconnel si vanta col dono di questa collana di aver comperato la protezione della regina. Molti che conoscono le "verità di Dick Talbot" sono convinti che questa non abbia minor fondamento di quella di ventisei anni prima per denigrare la fama di Anne Hyde.]

Febbraio
dopo manovre di ogni tipo, tolto ogni ostacolo davanti a sé, il conte di Tyrconnel comincia a governare la sua terra natia con la potestà e gli emolumenti di Lord Luogotenente, ma con il titolo più modesto di Lord Deputato.
Il suo arrivo getta lo sgomento tra tutta la popolazione inglese.
Il conte di Clarendon viene accompagnato o sollecitatamemte seguito dai più illustri abitanti di Dublino.
In pochi giorni emigrano mille e cinquecento famiglie [si dice].
In beve tempo quasi ogni consigliere privato, giudice, sceriffo, gonfaloniere, aldermanno e giudice di pace, è celtico e cattolico romano.
Sembra che presto, in seguito ad una elezione generale, stia per sorgere una Camera dei Comuni propensa ad abrogare l'Atto di Stabilimento.
Coloro che finora sono stati padroni dell'isola, adesso lamentano di essere diventati preda e ludibrio dei propri servi.
Lo sconvolgimento è totale.
Il re e la cabala gesuitica hanno voluto l'intera caduta degli Hyde.
. lord Arundel di Wardour, cattolico romano, riceve il Sigillo Privato;
. Bellasyse, cattolico romano, è fatto Primo Lord del Tesoro;
. Dover, cattolico romano, ha un posto nello stesso ufficio;
. Godolphin è nominato commissario del Tesoro (solo perché le finanze non vengano rovinate da papisti privi di capacità ed esperienza) ma seguita a rimanere ciambellano della regina.
Dopo la caduta degli Hyde, cognati del re, zii e tutori naturali delle sue figlie, con l'unica colpa della religione, chi può ancora sentirsi sicuro?

 

Nord America
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1687
-

La Royal African Company perde il suo monopolio sul commercio degli schiavi africani e le subentrano mercanti inglesi e coloniali; il commercio degli schiavi comincia ora a registrare il suo periodo di maggior prosperità.

VIRGINIA
Governatore
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1687
Jamestown, sul fiume James;






MARYLAND [Dal nome della regina Enrichetta Maria]
Governatore
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1687
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DOMINION DEL NEW ENGLAND
[Confederazione dal 1643, Dominion dal 1686.]
Governatore
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1687
-


MASSACHUSETTS
Governatore
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1687
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La colonia, che ha costantemente violato le leggi sul commercio, viene privata della sua patente e sottoposta a un governatore reale.


PLYMOUTH
Governatore
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1687
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NEW HAVEN
Governatore
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1687
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CONNECTICUT
Governatore
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1687
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RHODE ISLAND
[Considerato dai vicini vergognosamente liberale, viene lasciato fuori dalla Confederazione del NEW ENGLAND.]
Governatore
-
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1687
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CAROLINA
[Vasto tratto di terre immediatamente a sud della Virginia.
[La concessione è geograficamente distinta in:
- parte settentrionale: attorno allo stretto di Albemarle;
- parte meridionale.]
Governatore
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1687
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NEW YORK
Governatore
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1687
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NEW JERSEY
Governatore
-
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1687
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PENNSYLVANIA
Governatore
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1687
-

 


1687
REGNO di DANIMARCA e di NORVEGIA
Cristiano V
Albero genealogico
(Flensburg, Schleswig-Holstein 1646 - Copenaghen 1699)
figlio di Federico III e di Sofia di Brunswick-Lüneburg;
1670-99, re di Danimarca e di Norvegia;
continua la politica assolutistica del padre favorendo l'ascesa di una nuova nobiltà composta in gran parte di stranieri, in particolare tedeschi;
1672-78, guerra franco-olandese;
nel 1679, con la pace, ha dovuto cedere i territori conquistati in Scania;
nel 1685 si è annesso una parte dello Schleswig;




Primo ministro
Peter Griffenfeld
(1670 - ?)
1687
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NORVEGIA
1687
-
ISLANDA
1687
-

 

1687
REGNO di SVEZIA
Cristina
Albero genealogico
(Stoccolma 1625 - Roma 1689)
figlia di Gustavo II Adolfo e di Maria di Brandeburgo;
1632-54, regina di Svezia;
sotto la reggenza di un consiglio di aristocratici presieduto da Axel Oxenstierna; direttamente al potere dal 1644;
1618-48, guerra dei trent'anni (1635-48, periodo franco-svedese);
dal 1655 si è stabilita a Roma non rinunciando alle sue ambizioni politiche;
1656-57, intrigo con il cardinale Mazarino per ottenere la corona di Napoli;
nel 1660, alla morte del cugino Carlo X Gustavo ha tentato di riacquistare il trono svedese;
nel 1667, ha posto la sua candidatura al trono di Polonia;
1669-71, avventuroso progetto di una spedizione in aiuto dei veneziani assediati dai turchi a Candia;
le sue stravaganze, i suoi amori (tra cui il lungo sodalizio con il cardinale Decio Azzolino) e i suoi rapporti con potenti e artisti fanno di lei una delle figure più note del tardo Seicento;



Carlo XI
Albero genealogico
(Stoccolma 1655 - 1697)
figlio di Carlo X;
1660-97, re di Svezia;
1660-72, regna sotto la tutela di un consiglio di sicurezza che stipula con la Polonia la pace di Oliva;




1687
nelle varie diete (1680-99) si impone il potere assoluto della monarchia;


segue



1687
REGNO di PORTOGALLO
Pietro II
Albero genealogico

(Lisbon 26 apr 1648 - Alcantara 9 dic 1706)
1667, reggente;
1668, sposa Maria di Savoia-Nemours († 1683), sua cognata;
1683-1706, re di Portogallo;
1687
sposa Maria Sofia di Baviera-Neuburg († 1699);




1687
-

a

1687
REGNI DI SPAGNA, NAPOLI e SICILIA
Carlo II
Albero genealogico

(Madrid 1661 - 1700)
figlio di Filippo IV e di Marianna d'Austria;
1665-1700, re di Spagna;
1665-1700, re di Napoli (Carlo V);
1665-1700, re di Sicilia (Carlo III);
succede al padre a soli quattro anni sotto la reggenza della madre;
nel 1668, con la pace di Aquisgrana, ha dovuto cedere a Luigi XIV una parte delle Fiandre;
debole di carattere e di salute malferma, dopo la sua emancipazione governa appoggiandosi a favoriti: per primo il fratellastro don Juan;



Primo ministro
conte di Orofese
(1685 - ?)
1687
[si sta compiendo il processo di progressiva decadenza della potenza spagnola]






NAPOLI
Viceré
duca d'Arcos
(? - ?)
Nunzio apostolico
-

1687
-


SICILIA
Viceré
-
1687
-
a

 



1687
SAVOIA
Vittorio Amedeo II
Albero genealogico

(Torino 1666 - Rivoli, Torino 1732)
figlio di Carlo Emanuele II e di Maria Giovanna Battista di Nemours;
1675-1713, principe di Piemonte
conte di Aosta, Maurienne, Nizza e Asti
marchese di Saluzzo
duca di Savoia
;
1675-1713, re di Cipro e Gerusalemme (titolare);
dal 1684 è sposato con Anna Maria d'Orléans, nipote di Louis XIV;

1708-13, marchese del Monferrato;
1713-18, re di Sicilia;
1718-30, re di Sardegna;

 

 

1687
in questo momento i francesi occupano Nizza, la Savoia, Pinerolo e anche il Monferrato ed egli intende liberarsene, sfruttando la posizione strategica del Piemonte nel contrasto franco-asburgico;

 


1687
REPUBBLICA DI GENOVA
[Denominazione ufficializzata nel 1528 per iniziativa di Andrea Doria]
Pietro Durazzo
Albero genealogico

(? - ?)
figlio di
1685 23 ago - 23 ago 1687, doge di Genova;


Luca Spinola
Albero genealogico

(? - ?)
figlio di
1687 27 ago - 27 ago 1689, doge di Genova;


1687
-

 

1687
ducato di Mantova e del Monferrato
Ferdinando Carlo I
Albero genealogico
(1652 - 1708)
figlio di Carlo II e di Isabella Klara d'Habsburg († 1685);
1665-1708, duca di Mantova e del Monferrato [Carlo III];
1665-1708, duca di Nevers e di Rethel [Carlo IV];
[Dal 1670 è sposato con Anna Caterina Gonzaga-Guastalla († 1703).]
1678-92, duca di Guastalla;



1702-04, duca di Guastalla;

1687
-

 

1687
REPUBBLICA DI VENEZIA
"La Serenissima"
Marcantonio Giustinian

(Venezia 2 mar 1619 - Venezia 23 mar 1688)
figlio di Pietro Giustinian di Girolamo [linea "delle Budelle d'Oro"] e di Marina Giustinian di Pietro [linea "dei Vescovi"];
ambasciatore presso la corte di Luigi XIV;
1684-88, doge di Venezia; [107°]

 

- nunzio pontificio: ? (1666-?);
- ambasciatore di Spagna: marchese de la Fuente (1642 - ?)
- ambasciatore di Francia: Bernard Du Plessis-Besançon (1655-?)

1687
fin dalla conquista della Morea i veneziani hanno ritenuto di doversi impegnare a favore del rito cattolico in Grecia, per distogliere le popolazioni loro soggette dall'obbedienza del patriarcato di Costantinopoli. Ora i consultori in iure escludono che un patriarca sottoposto alla Porta possa investire vescovi e abati di territori appartenenti alla Repubblica. La diffidenza, anzi l'ostilità, nei confronti della gerarchia ecclesiastica di Costantinopoli emerge dalle parole del provveditore di Morea Angelo Emo.
Dopo la sua consacrazione, seguita secondo l'uso tradizionale ad opera dei vicari del patriarca di Costantinopoli portati a Venezia su galere della Repubblica, l'arcivescovo greco di Filadelfia Melezio Tipaldo da Cefalonia (1685-1713) fa in segreto una professione di fede cattolica e compie, in presenza del nunzio pontificio, atto di sottomissione al patriarca di Venezia; ma la sua opera di persuadere la comunità di S. Giorgio non dà risultati soddisfacenti ed i rapporti con la maggioranza ostile all'unione e intransigente restano tesi.
Sta maturado tuttavia un piano più vasto, inteso a staccare i sudditi del domino oltremare dal "patriarca scismatico" del Fanar, da realizzare "senza strepito" per non irritare in questo tempo di guerra la nazione greca.

Settembre
26
, lunedì, l'Acropoli di Atene viene distrutta da un colpo di cannone, sembra veneziano. 
[Per la precisione, un mortaio dislocato dai veneziani sulla collina Museion, proprio di fronte all'Acropoli, centra in pieno il Partenone.
Il colpo è stato sparato da un giovane ufficiale tedesco.
Per colmo della fatalità, i turchi avevano sistemato dentro il Partenone un consistente deposito di polveri: si leva una fiammata enorme cui fa seguito un boato assordante; otto colonne del tempio a nord, e sei al lato sud, vanno in mille pezzi.
Lo sdegno del mondo civile è unanime e lo stesso gen. Francesco Morosini si affretta a condividerlo.
Tornato in patria, il gen. Francesco Morosini viene accolto a San Marco come il più grande dei capitani e il più formidabile degli eroi.

[a.f.: 1931, Giuseppe Volpi cerca di dimostrare, grazie a una nota commissionata a Gino Damerini, che il cannone era quello d'un sergente tedesco, agli ordini del conte Otto von Königsmark; il ministro degli esteri greco Michalacopulos gli dŕ «atto della documentazione dicendosi felice di trovarsi in grado di scagionare la Serenissima d'ogni responsabilitŕ».]

 

 

1687
ducato di Modena e Reggio
Francesco II d'Este
Albero genealogico
(Modena 1660 - Sassuolo 1694)
figlio di Alfonso IV e di Laura Martinozzi, nipote di Mazarino;
1662-94, duca di Modena e Reggio;
succeduto a soli due anni sotto la reggenza della madre, ma poi dominato dalla personalità del cugino Cesare Ignazio;

1687
-

 

1687
ducato di Parma e Piacenza
Ranuccio II Farnese

(Casalmaggiore 1630 - Parma 1694)
figlio di Odoardo I e di Margherita de' Medici (1612-79);
1646-94, duca di Parma e Piacenza;
1646-2.9.1649, duca di Castro e Ronciglione;
[dal 1684 è vedovo per la terza volta.]




1687
-

 

1687
Granducato di Toscana
Cosimo III de' Medici
Albero genealogico
(Firenze 1639 - 1723)
figlio del granduca Ferdinando II e di Vittoria della Rovere;
1670-1723, granduca di Toscana;

 
1687
-

 



Assemani, Giuseppe Simonio (Hasrun o Tripoli di Siria 1687-Roma 1768) ecclesiastico romano di origine arabo-cristiana, primo custode della Biblioteca Vaticana; per questa percorse l'Egitto e l'Asia minore in cerca di manoscritti orientali
Biblioteca orientalis (1719-28).

Bernoulli, Nikolaus I (Basilea 1687-1759) insegnante di matematica a Padova e a Parigi, docente di logica e giurisprudenza a Basilea, curatore della stampa dell'Ars coniectandi di Jakob I Bernoulli.
[Appartenente ad una famiglia di ben 8 matematici famosi.]

Rivarola, Domenico (Bastia 1687-Torino 1748) politico corso, appartenente ad una delle piů antiche famiglie della Corsica, fu dapprima al servizio della Spagna come console a Livorno; passň poi al servizio della Repubblica di Genova e fu inviato commissario in Corsica dove divampava la rivolta degli isolani contro il dominio di Genova;
1736, quando la vittoria sembra arridere agli insorti, passa dalla loro parte accettando cariche di governo offertegli da Th. Neuhoff
1738, con il ripristino del governo genovese sull'isola, si reca a Torino dove ottiene da Carlo Emanuele III l'autorizzazione ad arruolare un corpo di spedizione da inviare in Corsica; sbarcato sull'isola con il determinante appoggio delle forze sabaude ed inglesi č nominato comandante in capo delle forze ribelli, ma i contrasti e le gelosie all'interno degli insorti facilitano la repressione genovese;
1748, torna a Torino per chiedere nuovi aiuti militari ma, ammalatosi, muore.

Rolli, Paolo (Roma 1687-Todi 1765) poeta italiano
Pubblicň per primo nel 1717 il De rerum natura di Lucrezio, opera di A. Marchetti.
Tradusse:
Anacreonte (dal greco)
Virgilio (dal latino)
Gli amanti consapevoli di R. Steele (1724, dall'inglese)
Paradise Lost di J. Milton (1729-35, traduzione, Il paradiso perduto)
Osservazioni sul saggio di Voltaire intorno alla poesia epica delle nazioni europee (1728, in inglese)
Libretti d'opera, musicati da G.F. Händel:
Muzio Scevola e Floridante (1721)
Scipione e Alessandro (1726)
Riccardo I (1727)
Altre opere:
Canzonette e Cantate (1727)
De' poetici componimenti (1753)
Marziale in Albion (1776, postumo, 97 epigrammi su aspetti e figure della societŕ londinese).

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«segue da 1686»
1687,

«segue 1688»

Querelle des anciens
et
 des modernes

(controversia degli antichi
e dei moderni)

«segue da 1674»
1687, la querelle si riaccende quando Ch. Perrault legge, durante una seduta pubblica dell'Académie Française, un suo poema Il secolo di Luigi il Grande, in cui esalta senza riserve la grandezza del secolo, del suo monarca, dei suoi scrittori, della sua lingua, contrapponendoli su un piano di paritŕ, alle piů perfette manifestazioni dello spirito classico; la querelle supera cosě i limiti di una disputa specificatamente letteraria per trasformarsi in ampio dibattito sul presente e il passato alla luce dell'idea di progresso;
«segue 1688»

Comédie Française
[o Théâtre-Français]

«segue da 1680»
1687, dopo essersi installata nel Théâtre Guénégaud, questa società di attori passa a Saint-Germain-des-Prés dove rimane sino al 1770;
«segue 1804»

 

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