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Papa
Giulio II

(1503-1513)

1511, contrappone al concilio ribelle, riunito a Pisa e poi a Milano col sostegno di Louis XII, il "concilio Laterano";
Ottobre
5
, stipula la «Lega santa».
Sulla carta, dunque, il papa è fortissimo; ha al suo fianco:
- l'esercito spagnolo,
- quello veneziano,
- le truppe del Regno di Napoli
e, in più, la promessa del re d'Inghilterra di attaccare da nord la Francia.
Ma Luigi XII dispone in qesto momento del più forte esercito europeo.

Concilio di Pisa
(secondo)
o "conciliabolo pisano"

1511
Maggio
16
, un gruppo di cinque cardinali pubblica la bolla di indizione del secondo concilio ecumenico di Pisa, dichiarandosi autorizzato a ciò in quanto il papa non ha tenuto fede né alle disposizioni del concilio di Costanza per una convocazione decennale, né alla promessa che ha preceduto la sua elezione per una convocazione entro due anni; 
Louis XII e Massimiliano si associano alla convocazione;
Giulio II
replica fissando per il 18 luglio dello stesso anno la convocazione del concilio Lateranense V
Novembre
, si apre il concilio di Pisa alla presenza di sei cardinali, pochissimi arcivescovi e vescovi, abati e dottori quasi esclusivamente francesi;
Dicembre  
il concilio si trasferisce a Milano;
«segue 1512)

  – Petrucci, Alfonso (1492-1517) cardinale.

ANNO 1511





1511
Unione Elvetica
Dodici cantoni federati:
- Uri (1291),
- Schwyz (1291),
- Unterwalden (1291),
- Lucerna (1332),
- Zurigo (1351),
- Zug (1353),
- Glarus (1353),
- Berna (1353),
- Friburgo (1481),
- Soletta (1481),
- Sciaffusa (1501),
- Basilea (1501).

1511
-



 

1511
Sacro Romano Impero
Massimiliano I d'Absburgo
Albero genealogico

(Wiener Neustadt 1459 - Wels, Alta Austria 1519)
figlio di Federico III;
1486-1519, re dei romani;
1489-1519, arciduca del Tirolo;
1493-1519, arciduca d’Austria;
1493-1519, re di Germania;
1508-19, imperatore del Sacro Romano Impero;

Sono diversi anni che egli insegue il piano fantastico di scambiare la corona imperiale con la tiara e di diventare papa!




1511
guerra con Venezia (1508-1515)
mantiene solo Verona;

[La Germania ha cessato ormai di essere alla testa delle nazioni europee, solo perché:
- la sua monarchia centrale s'è curvata sotto la volontà del papato;
- la Santa Sede, come lo stesso Massimiliano ora riconosce, ricava dall'impero una rendita cento volte superiore a quella dello stesso imperatore;
- intervenendo incessantemente negli affari interni del paese, Roma ha preteso un'altra volta ancora al tempo del Concilio di Pisa, di ristabilire la Prammatica Sanzione di Carlo IV.
Umiliazioni ed ingiurie di cui ora Ulrich von Hutten si vendica e dal mar del Nord alle Alpi, dal Reno all'Oder, la sua diatriba non può che incontrare una potente eco.
Risvegliando il suo popolo ed annunziando la fine dei «teologi», egli prevede contemporaneamente anche il regno di quella vecchia Germania vinta, conquistata e lungamente tenuta sotto il duplice giogo d'un potere spirituale straniero e d'un impero sgermanizzato, con dei capi i quali non sanno far altro che «baciare la pantofola del pontefice»
Pierre Lafue, Storia della Germania, Cappelli 1958.]

Finora sul rendimento della Banca Fugger è stato fatto un "conto generale", ma una "descrizione", cioè un inventario preciso di tutte le attività e le passività della società con un bilancio conclusivo è stato fatto solo in circostanze particolari, che hanno portato come conseguenza ad un mutamento nella direzione.
Ora che l'anno precedente anche il fratello Ulrich è morto, Jacob II Fugger ha assunto come "guvernator" la direzione unica degli affari; a scopo di una valutazione viene fatto un altro inventario.
[Soltanto i risultati conclusivi sono conservati in due fogli allegati al grande inventario del 1527.]
Jacob II Fugger ne ha bisogno perché deve pagare gli eredi dei suoi fratelli e assumere come soci i suoi due nipoti.

Febbraio
14
, in base al nuovo inventario, il capitale della Banca Fugger consiste in:

capitale della Banca Fugger
(al 14 febbraio 1511)
Voci
fiorini
del Reno
- Beni immobili, case, arredamento e vasellame d'argento
70.884
- Crediti, merci, denaro ed effeti vari
213.207
Totale
*284.001
[Will Winker, Fugger Il Ricco, Giulio Einaudi Editore Torino 1943. (*somma errata nel testo)]


Detratta una dotazione di 15.000 fiorini e dopo aver rimborsato la parte legittima agli eredi femminili di Georg († 1506) e di Ulrich († 1510) rimane in commercio come capitale principale la somma di 196.701 fiorini del Reno.
[Nel citato bilancio egli mette a disposizione per provvidenze sociali a carico della sua società 30.000 fiorini, metà dei quali dovranno permettere di realizzare il piano, già da lungo tempo progettato, della costruzione di un lotto di abitazioni.]

[segue da 1507]. Jacob II Fugger contro il Consiglio di Innsbruck.
Alla fine, per togliere ogni titolo giuridico alle richieste dei nobili recalcitranti e rafforzare ancora la potenza di Jacob II Fugger, l'imperatore fa un passo straordinario.
In questo periodo le sue finanze sono impegnate in modo particolarmente gravi nelle grandi imprese italiane e nel suo fantastico piano di ottenere la dignità papale. Tanto più gli sta a cuore di propiziarsi il suo «imperiale ministro delle finanze».
Maggio
8
, Mindelheim, Massimiliano emana un editto per Jacob II Fugger e per il figlio di suo fratello Ulrich, in cui egli bandisce:
«Sebbene noi siamo propensi per innata bontà e imperiale generosità a far partecipare alla nostra grazia e aiuto imperiale tutti i sudditi e fedeli nostri e del Sacro Impero, tuttavia il nostro animo imperiale è molto commosso di fronte a quelli che si sono mostrati sempre in obbediente e fedele servitù verso di noi e del Sacro Impero. A causa dei fedeli e pregevoli servigi, che Jacob II Fugge, nostro consigliere e caro all'Impero, e Georg Fugger, i loro padri e cugini hanno reso in vario modo a noi e alla nostra Casa d'Austria e che anche in avvenire devono e possono renderci, noi con animo benevolo, in base ai pieni poteri imperiali e in forza di questo scrittto, abbiamo elevato, fatti degni e creati nobili i nominati Fugger per ricompensarli di tali loro servigi».
Con questo titolo nobiliare i Fugger ricevono «pieni poteri di conferire ogni specie di feudi, cavallereschi ed altri, ecclesiastici laici, ed anche quelli che essi ricevessero in avvenire, dalla contea di Kirchberg e dai restanti domini. Dai vassalii essi devono secondo l'uso ricevere omaggio e giuramento e i possessori dei feudi devono obbedire, anche se alcune leggi, libertà, statuti, tradizioni o consuetudini sono in contrasto con ciò».
Prima di tutto «gli antichi diritti, che uno di più alti natali non debba ricevere un feudo da uno di natali più bassi» non devono più aver vigore.
«Chi si oppone a questo deve aspettarsi grave sdegno e punizione nostra e dell'Impero e per di più una multa di 50 marchi di oro fino».
«Questo deve restare un diritto ereditario dei domini Fugger, fintantoché i possedimenti sono nelle loro mani. I vassalli disobbedienti devono perdere i loro feudi».
10, un'ordinanza ai principi e ai sudditi dell'Impero:
- conferma espressamente questo privilegio,
- esprime lo stupore dell'imperatore per il modo di comportarsi di alcuni vassalli,
- ordina la rigida osservanza degli ordini emanati.
Questo editto ha un'importanza che va molto al di là del caso singolo ed inferisce il colpo mortale allo stato feudale del Medioevo già in dissolvimento ed al suo ordinamento dello "scudo feudale".
Il concetto della "parità di nascita" è con ciò praticamente annullato.
Infatti giuridicamente Jacob II Fugger rimane, malgrado il suo innalzamento di stato, cio che era: un borghese con antenati che erano stati mercanti e artigiani.
Ovvio che, malgrado l'energico linguaggio del privileigo imperiale, i nobili s'irrigidiscano nella loro opposzione anzi siano ancora più sdegnati del titolo nobiliare.

Allargandosi sempre più la casa di commercio, la casa presso il Judenberg deve essere usata per gli impiegati, e quella sul Rindermarkt (mercato dei buoi, la grande casa per abitazione e uffici già costruitia in precedenza) come abitazione per quattro nipoti. Poiché per gli affari rimane poco spazio Jacob II Fugger fa costruire sul Weinmarkt (mercato del vino), il cuore del commercio e del traffico, un grande edificio nuovo, per cui egli fa abbattere la casa di sua suocera e altre due case acquistate lì accanto. Ne dà incarico a Jacob Zwitzel, discepolo di Burkhard Engelberg.
[Il "palazzo Fugger" vedrà in seguito estesa di lungo tratto la sua facciata, divenendo di fama mondiale.]

 

Settembre
18
, Massimiliano confida alla figlia Margarete [31enne]: «Noi non riteniamo affatto giusto deciderci a contrarre matrimonio, ma abbiamo riflettuto ed abbiamo deciso di non toccare mai più una donna nuda. Noi mandiamo domani il vescovo Gurk a Roma dal papa, per trovare una via di venire ad un accordo con lui, affinché egli ci prenda come coadiutore e noi possiamo essere sicuri dopo la sua morte di ottenere il papato e di diventare prete e poi santo e che tu dopo la morte dovrai adorarmi ed io avrò molta gloria».
La lettera è firmata: «Il tuo buon padre Max, futuro Papa».

Quando Giulio II giace gravemente ammalato e crede di morire, Massimiliano pensa sia venuto il suo momento.
Egli vuole rinunciare alla dignità imperiale a favore di suo nipote Carlo (Carlo V). Il preposto del capitolo del Duomo Mathaeus Lang è incaricato «di far passi a Roma, per farci avere il papato». I 300.000 fiorini necessari per guadagnarsi il Collegio cardinalizio non lo preoccupano molto: «questa somma deve esser presa a prestito, contrattata, comandata e promessa solo per mezzo dei Fugger a Roma».
Egli scrive a Paul di Lichtenstein: «Poiché in questo momento non abbiamo denaro a disposizione e non abbiamo nulla del nostro patrimonio, abbiamo intenzione di impegnare i nostri gioielli: i quattro scrigni migliori con i nostri gioielli e l'abito d'investtura del santo duca Carlo, che non ci occorre più dal momento che aspiriamo al papato».
Oltre a ciò Jacob II Fugger deve ancora ricevere 100.000 fiorini come "interessi".
«E se tutto questo non bastasse, egli avrebbe ipotecato un terzo di tutti gli introiti derivantegli dal papato fino a completo pagamento».
L'imperatore conduce questo affare con grande urgenza.


Settembre
in autunno un incendio distrugge il duomo di Costanza.
Johannes Zink, l’uomo che i Fugger hanno piazzato a Roma per oliare gli affari con la chiesa, interviene subito presso il papa Leone X per chiedere il permesso di organizzare una campagna di indulgenze nel sud della Germania, per poter ricostruire il duomo. Visto che i Fugger assicurano di assumersi tutte le spese di una tale campagna il papa la concede.
Ma il documento del papa non è mandato a Costanza, luogo del disastro e sede della raccolta dei soldi, ma ad Augsburg, nella sede dei Fugger. E i banchieri lo consegnano ai canonici di Costanza solo quando questi promettono di lasciare loro metà delle entrate. Questa generosa parcella per i banchieri di Augusta avrebbe naturalmente diminuito la quantità di soldi disponibili per la ricostruzione del duomo.
Ma Jacob II Fugger ha già pronta una soluzione: sempre tramite Johannes Zink ottiene dal papa il permesso di allargare l’area della campagna ad altre parti della Germania.
Poiché il sistema di far denaro funziona, i Fugger si inventano sempre nuovi motivi per chiedere altre indulgenze che prontamente sono concesse: per la costruzione o ricostruzione di ospedali, chiese e monasteri a Wittenberg, Strasburgo, Norimberga, Vienna, Treviri, Ingolstadt e in molte altre città.

Dicembre
verso la fine dell'anno Massimiliano scrive ancora a Paul di Lichtenstein: «E se questa richiesta ti venisse respinta dai Fugger una o più volte, ciononostante tu devi tornare ad insitere».

Jacob II Fugger
, con calma imperturbabile, lascia che giungano fino a lui tali fantasie. Poiché Giulio II guarisce rapidamente, la strana faccenda cade senz'altro. Massimiliano non vi tornerà mai più sopra.
Dal canto suo Jacob II Fugger [chiamato scherzosamente "l'imperiale giudeo di corte" dall'imperatore] non fa nulla «per l'amor di Dio» e sa prendere dei buoni interessi. Né egli si lascia indurre a prorogare le scadenze. Se lo facesse i suoi debitori tornerebbero da lui con nuove richieste e pretese: il che gli è impossibile, dato che è un mercante.
Se poi lo si vuole indurre a concedere crediti allo scoperto, egli risponde recisamente: «Io non posso pagare e soddisfare con parole i miei creditori; io devo anche tener fede».

[Will Winker, Fugger Il Ricco, Giulio Einaudi Editore Torino 1943.]


1511
BOEMIA e UNGHERIA
Ladislao II o VII - Jagellone III
Albero genealogico

(n. 1456 - Buda 1516)
figlio di Casimiro IV re di Polonia;
1471-1516, re di Boemia (Ladislao II);
1490-1516, re d'Ungheria (Ladislao VII);

1511
-

1511
Transilvania
Giovanni Szápolyai

(Szepesvár 1487 - Szászebes 1540)
di nobile famiglia transilvana;
1511-40, voivoda di Transilvania;



1526-40, re d'Ungheria;

1511
-


1511
Sassonia
Federico III [il Saggio]
Albero genealogico

(Torgau 1463 - castello di Lochau, Annaburg 1525)
figlio di Ernesto duca elettore di Sassonia (linea ernestina) e di Elisabetta di Baviera;
1486-1525, duca elettore di Sassonia;



1511
ducato di Württemberg
Ulrico di Württemberg
Albero genealogico

(Reichenweiler, Alsazoia 1487 - Tubinga 1550)
figlio di Enrico e di Elisabetta di Zweibrücken;
1498-1519, duca di Württemberg;


1534-50, duca di Württemberg;


1511
ducato di Baviera
Guglielmo IV [il Costante]
Albero genealogico

(† 1550)
figlio di Albrecht IV [il Saggio] e di Cunegonda d'Austria;
1508-50, duca di Baviera;




1511
-


1511
REGNO di POLONIA
Sigismondo I
Albero genealogico

(† 1548)
figlio di Casimiro IV Jagellone e di Elisabetta d’Absburgo;
1506-1548, re di Polonia e granduca di Lituania;
sposa in seconde nozze Bona Sforza († 1557), figlia di Gian Galeazzo duca di Milano;





1511
-

 



 





1511
IMPERO OTTOMANO
Bayezid II [il Giusto o il Pio]
Albero genealogico

(1447 - 1512)
figlio di Mehmet II;
1481-1512, sultano;

Gran Visir
-
1511
trovandosi a fronteggiare la propaganda e l'espansione di elementi sciiti, con una vittoria la blocca e la respinge;





1511
REGNO di FRANCIA
Louis XII
Albero genealogico
(Blois 1462 - Parigi 1515)
figlio di Carlo duca d'Orléans e Maria di Clèves;
1498-1515, re di Francia;


Primo ministro
[Sovrintendente delle Finanze]
-
Cancelliere-Guardasigilli
Jean de Ganay
( 1507 gen - giu 1512 )
Segretario di stato agli Affari Esteri
-
 
1511
Ottobre
5
, la "lega santa" contro la Francia;
Luigi XII dispone in questo momento del più forte esercito europeo ed inoltre può contare su un giovanissimo talento dell'arte militare: suo nipote Gaston de Foix, duca di Nemours [il Fulmine d'Italia].

Egli tenta invano di far deporre il papa da un concilio scismatico convocato a Pisa.

 
1511
ducato di Lorena e di Bar
Antonio II [il Buono]
Albero genealogico

(1508 - 1544)
figlio di Renato II e di Filippa di Gheldria;
1508-44, duca di Lorena e di Bar;
[ha ereditato il ducato di Lorena, la contea di Vaudémont e i vescovati di Metz e Verdun.]

1511
-


1511
Paesi Bassi



Governatore
-

1511
-






1511
REGNO d'INGHILTERRA e d'IRLANDA
Enrico VIII
Albero genealogico

(Greenwich 1491 - Westminster 1547)
[erede delle due Rose]
secondogenito di Enrico VII Tudor e di Elisabetta di York;
1509-47, re d'Inghilterra e d'Irlanda;
1509, subito dopo l'incoronazione, sposa la vedova del fratello Arturo, Caterina d'Aragona;



1511
-


IRLANDA
-
-
-
-

1511
-

a

1511
REGNO di SCOZIA
Giacomo IV
Albero genealogico

(n. 1473 - Flodden, Inghilterra 1513)
figlio di Giacomo III Stuart;
1488-1513, re di Scozia;
1503, sposa Margherita, figlia di Enrico VII Tudor ponendo così le premesse per la successione degli Stuart al trono d'Inghilterra [un secolo dopo];



1511
-


a

.

1511
REGNO di DANIMARCA e di NORVEGIA
Giovanni I
Albero genealogico
(† 1513)
figlio di Cristiano I e di Dorotea di Brandeburgo;
1481-1513, re di Danimarca e di Norvegia;
1497-1501, re di Svezia (Giovanni II);



1511
-
NORVEGIA
1511
-
ISLANDA
1511
-






1511
REGNO di PORTOGALLO
Emanuele [il Grande]
Albero genealogico

(Alcochete, Lisbona 1469 - Lisbona 1521)
figlio di Ferdinando duca di Viseu e di Beatrice di Portogallo;
1495-1521, re di Portogallo;



1511
-
a

1511
REGNO di ARAGONA e di SICILIA
REGNO di NAPOLI
Ferdinando II [il Cattolico]
Albero genealogico

(Sos, Aragona 1452 - Madrigalejo, Estremadura 1516)
figlio di Giovanni II d'Aragona e della sua seconda moglie Giovanna Enriquez;
1479-1516, re d'Aragona e di Sicilia;
1503-16, re di Napoli (Ferdinando III);




1512-16, re di Spagna (Ferdinando V);


1511
-

REGNO di NAPOLI
[vedi sotto]
a




1511
SAVOIA
 


 

1511
-



1511
Monferrato
Guglielmo IX Paleologo
Albero genealogico
(? - ?)
figlio del marchese Bonifacio III e di Maria Brankovic;
1494-1518, marchese di Monferrato;

1511
-

1511
REPUBBLICA DI GENOVA
"Compagna Communis Ianuensis"
[II dedizione a Louis XII re di Francia]
(1507 mag - 20 giu 1512)
Governatore
Francesco di Rochechouard
signore di Champdenier
(1508 ott - 20 giu 1512)

1511
-



1511
Mantova
Francesco II Gonzaga
Albero genealogico
(n. 1466 - m. 1519)
figlio di Federico I e di Margherita di Baviera;
1484-1519, marchese di Mantova;

1511
-

1511
REPUBBLICA DI VENEZIA
"La Serenissima"
Leonardo Loredan
Albero genealogico
(Venezia 16 nov 1436 - Venezia 21 giu 1521)
figlio di Gerolamo e di Donata Donà;
1501-21, doge di Venezia; [75°]
- nunzio pontificio: Michele Claudio (1510 set - gen 1512)
- ambasciatore di Spagna: ? (? - ?)

1511
Agosto
3
, le truppe imperiali riprendono il castello di Soave (VR) dopo aver passato a fil di spada trecentosessantasei abitanti; una nuova sommossa ispirata e condotta dal conte Guido da Rangone prende possesso definitivamente del castello a nome della Repubblica di Venezia;
[il castello di Soave (Vr) diverrà, come tanti altri fortilizi del suo genere, inutile strumento di guerra a causa del progresso conseguito nel campo della balistica, e per questo sarà dato in locazione al patrizio ceppo del doge Andrea Gritti; la stessa famiglia ne diventerà proprietaria nel 1696 quando il castello sarà venduto al pubblico incanto dalla Serenissima per fronteggiare le considerevoli spese sostenute nella guerra contro i turchi; trasformata in fattoria, la fortezza inizia il suo degrado; acquistata nel 1830 dall'avv. Antonio Cristani nonno materno di Giulio Camuzzoni, senatore del Regno e per molti anni sindaco di Verona, sarà in seguito proprietà della famiglia Camuzzoni de Saraca.]





Nantas Salvalaggio, Signora dell'acqua, Piemme, Casale Monferrato 1997.]


1511
ducato di Ferrara
ducato di Modena
ducato di Reggio
Alfonso I d'Este
Albero genealogico

(Ferrara 1476 - 1534)
figlio di Ercole I e di Eleonora d'Aragona;
sposa in prime nozze Anna Sforza († 1497)
1505-34, duca di Ferrara;
1505-10, 1526-34, duca di Modena;
1505-10, 1523-34, duca di Reggio;
dal 1501 è sposato (seconde nozze) con Lucrezia Borgia la quale ha ottenuto dal padre (papa Alessandro VI) il riconoscimento del diritto all'eredità dei beni estensi [feudo pontificio];
1511
viene scomunicato e dichiarato decaduto nonché privato (1510) da Giulio II dei ducati di Modena e Reggio;


 
1511
…alleatosi quindi ai francesi contro le truppe pontificie e spagnole di Ramón de Cardona, con la sua celebre artiglieria contribuisce in modo determinante alla vittoria di Ravenna;

con il suo piccolo esercito papa Giulio II si mette in marcia alla volta di Bologna; intende chiudere il conto sia con l'esercito del re di Francia comandato da Charles d'Amboise, signore di Chaumont, che con quello del duca Alfonso d'Este. Ma le cose no vanno nel verso giusto.
Dalla Svizzera non giungono buone notizie: i quindicimila lancieri che ha "affittato sulla parola" si sono volatilizzati (in pratica Charles d'Amboise li ha pagati sottobanco e rimandati al loro paese).
Inoltre, non appena varcata la porta sud di Bologna, il rancore verso il papato e i suoi vescovi si respira nell'aria.
Tra i più detestati c'è il suo diletto cardinale Francesco Alidosi, governatore della città: i suoi metodi amministrativi, da grande predatore, hanno inasprito tanto le classi nobili che il popolo minuto.
Un mattino papa Giulio II viene a sapere che l'esercito francese è alle porte, dopo aver aggirato le poche truppe papaline incontrate nei pressi di Modena.
E viene colto dal panico.
Appena sta per abbandonare la città, viene però informato che stanno arrivando a marce forzate le truppe veneziane, con una poderosa milizia di fanti cavalleggeri. Nello stesso tempo da sud sono segnalate le truppe di Ferdinando re di Napoli che in qualche modo vuole esprimere la propria riconoscenza al papa.
Ringalluzzito, papa Giulio II pretende che Charles d'Amboise se ne vada il che non è semplice essendo il cndottiero francese ormai a due passi dalla vittoria. Interviene tuttavia un autorevole diplomatco presso la Santa Sede, l'arcivescovo di York Christopher Bainbridge.
Dopo un nobile predicozzo, il signore ammette che sarebbe cosa grave oltre che blasfema puntare la spada contro il vicario di Cristo. E quasi in punta di piedi toglie le tende.
Nonostante ciò il papa gli lancia contro una scomunica ad personam.
[Qualche mese dopo morirà, forse di veleno e forse per mano di un sicario del papa... ma non è certo!]

Il suo posto viene assunto da Gian Giacomo Trivulzio il quale decide senza indugio di concludere la campagna che l'ingenuo Charles d'Amboise ha lasciato a metà e marcia nuovamente su Bologna.
Non appena sanno che i francesi sono alle porte, i bolognesi scendono in piazza reclamando l'impiccagione del cardinale Francesco Alidosi ma questi, senza neppure avvertire il duca di Urbino, accampato con le truppe del papa presso le mura occidentali, né l'esercito veneziano dislocato a sud, sotto gli ordini del gen. Capello, fugge da Bologna e si rifugia nel castello di Rivo con una scorta di fedelissimi; egli teme che il papa possa accusarlo della sua fallimentare condotta nella difesa di Bologna. Il papa invece se la prende, ma di brutto, con suo nipote, il duca di Urbino e minaccia di privarlo del trono.
Amareggiato, il duca di Urbino uccide in una via di Ravenna il cardinale Francesco Alidosi trovatosi lì per fornire al papa la sua versione dei fatti.
Poiché gli uomini di scorta sospettavano che il duca fosse mandato dal papa non sono intervenuti.

Restituita Bologna alla famiglia Bentivoglio, il gen. Gian Giacomo Trivulzio continua ad incalzare le truppe papaline che ormai confuse, demoralizzate, senza più guida, si disperdono per le campagne a rubar galline.
Intanto, per maggior sicurezza, il papa ha lasciato Ravenna per Rimini.
Rimini, sulla porta della chiesa di San Fracesco, papa Giulio II legge un proclama che annuncia un concilio generale per investigare sugli abusi del pontefice.
È l'aperta minaccia di uno scisma: il proclama porta la firma di dieci autorevoli cardinali, e l'avallo di Luigi XII re di Francia e dell'imperatore Massimiliano I.
Il papa viene anche a sapere che gruppi di cittadini inviperiti hanno demolito a picconate il castello che egli stesso aveva fatto erigere per la propria gloria e agiatezza.
Il giorno seguente, gli stessi cittadini, con qualche rinforzo, rovesciano dal piedistallo il superbo monumento equestre che il papa si era fatto costruire da Michelangelo.
E quasi non bastasse, i cittadini vendono sia la statua del papa che il cavallo, come "ferrivecchi", al duca di Ferrara, il quale, dopo aver fuso il bronzo, ne ricava un magnifico cannone cui viene dato il sarcastico nome di "papa Giulio".

Nantas Salvalaggio, Signora dell'acqua, Piemme, Casale Monferrato 1997.]

 

1511
Firenze
Lorenzo II
Albero genealogico

(1492-1519)
figlio di Piero e di Alfonsina Orsini;
1503-15, signore di Firenze;

1516-19, duca di Urbino;

1511
-


1511
ducato di Sora
ducato di Urbino
Francesco Maria I della Rovere
Albero genealogico
(n. 1490 - m. 1538)
figlio del duca di Sora Giovanni della Rovere e di Giovanna di Montefeltro;
1501-38, duca di Sora;
1501-38, signore di Senigallia e Mondavio;
1508-38, duca di Urbino;
1511
dopo la ribellione di Bologna che lo costringe a lasciare la città, pugnala per strada a Ravenna il cardinal legato F. Alidosi con cui è venuto in conflitto; processato per assassinio viene in seguito assolto da Giulio II;


1512-38, signore di Pesaro;

 
1511
-




1511
REGNO di NAPOLI
Ferdinando II [il Cattolico]
Albero genealogico

(Sos, Aragona 1452 - Madrigalejo, Estremadura 1516)
figlio di Giovanni II d'Aragona e della sua seconda moglie Giovanna Enriquez;
1479-1516, re d'Aragona e di Sicilia;
1503-16, re di Napoli (Ferdinando III);




1512-16, re di Spagna (Ferdinando V);


– vedi sopra –


NAPOLI
Viceré
-
Nunzio apostolico
-

1511
-


SICILIA
Viceré
-
1511
-
a





Adriani, Giovanni Battista (Firenze 1511-1579) storico fiorentino;
[Figlio di Marcello Virgilio.]
1529-30, partecipa alla difesa di Firenze contro l'esercito imperiale-pontificio; dopo un breve periodo di esilio a Padova, dove frequenta l'ambiente umanista, ritorna a Firenze riavvicinandosi ai Medici;
1540, viene ammesso all'Accademia fiorentina;
1549, ottiene la cattedra di umanità nello Studio fiorentino ed è nominato storico ufficiale da Cosimo I;
Istoria de' suoi tempi (postumo, 1583, periodo 1536-74)
Lettera a Giorgio Vasari sui pittori dell'antichità.

Gómara, Francisco López de (1511-1566) studioso delle Indie che non ha mai messo piede in America;
Historia de las Indias y conquista de México (1552-53, o Hispania victrix).

Kirchmair, Thomas o Naogeorgus Thomas (Hubelschmeiss, Starubing 1511-Wiesloch, Baden 1563) drammaturgo tedesco, seguace di M. Lutero;
Pammachius (1538)
Mercator (1540)
Incendia seu Pyrgopolinices (1541)
Tradusse in tedesco opere di Plutarco e Sofocle.

Orellana, Francisco de (Trujillo, Etramadura 1511 ca-Amazzonia 1546) conquistatore spagnolo, 
1541, compagno di G. Pizarro in una spedizione sul versante orientale delle Ande, risale il corso dei fiumi Napo, Marañon e Negro alla ricerca dei viveri
1542, sboccato in un grande fiume, che percorre fino alla foce, lo battezza Rio delle Amazzoni (forse per la presenza delle donne che combattono assieme agli indios); si reca poi in Spagna per ottenere da Carlo V il permesso di colonizzare le terre scoperte, 
1546, muore nel corso della spedizione da lui organizzata nel 1544.

Servet, Miguel o Michel de Villeneuve o Michele Serveto o MSV [Michel Servetus Villanovanus] (Vilanova de Sixena, Lérida 1511-Ginevra 1553, morto sul rogo) riformatore spagnolo;
De trinitatis erroribus libri septem (1531)
[Consapevole della possibilità che la sua dottrina venga accusata, per ragioni polemiche, di rinnovare la eresia ariana, si distacca da questa nettamente, dichiarando che Ario: «Christi gloriae incapacissimus, novam creaturam homine excellentiorem introduxit», mentre a lui preme soprattutto di fare intendere le possibilità divine dell'uomo, attraverso Cristo.
Delio Cantimori, Eretici italiani del Cinquecento, Sansoni Spa, Firenze 1967.]

Geografia di Tolomeo (1535, versione aggiornata, stampata a Lione dai fratelli Melchior e Caspar Trechsel, con una preesistente descrizione della Palestina ben diversa da quella delineata nell'Antico Testamento. Pagina lasciata in bianco nell'edizione del 1541)
Bibbia di S. Pagnini (ne cura l'edizione)
Restitutio Christianismi (1552-53, pubblicato a Vienne da Balthasar Arnoullet e causa della sua morte sul rogo)
[La scelta della stampa è forse dettata dal fatto che luogo e stampatore sono del tutto sconosciuti.
In questo libro egli descrive la circolazione polmonare, ma questa sua scoperta rimarrà sconosciuta, poiché il libro viene bruciato (ne sopravvivranno segretamente soltanto tre copie). Vedi William Harvey.]
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Vasari, Giorgio (Arezzo 1511-Firenze 1574) pittore, architetto e scrittore d'arte italiano
Vite dei più eccellenti architetti, pittori e scultori italiani (1550 I ediz; 1568 II ediz.).

Vicentino, Nicola (Vicenza 1511-Milano 1576) teorico e compositore italiano, allievo di A. Willaert a Venezia, prese gli ordini sacri;
1535 ca, entra al servizio degli Estensi di Ferrara;
Madrigali a cinque voci composti nel nuovo modo (1546)
1551, è a Roma al servizio di Ippolito d'Este;
L'antica musica ridotta alla moderna pratica (1555)
1563-65, maestro di cappella a Vicenza;
1570, rettore della chiesa di san Tommaso a Milano, dove muore di peste.

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«segue da 1510»
1511 
Austria
Vienna, gli Alantsee stampano un Sallustio in 1000 copie.
«segue 1512»

Lega santa

1511
Ottobre
5
, viene stipulata la "lega santa", alleanza tra: 
- il pontefice Giulio II,
- il re di Spagna Ferdinando [il Cattolico],
- l'Austria,
- Mantova,
- la Repubblica di Venezia, 
(cui poco dopo si aggiungono Henry VIII re d'Inghilterra e gli svizzeri),
contro Louis XII di Francia, padrone dello stato di Milano dal 1499, che ha occupato Bologna con l'appoggio del duca di Ferrara e ha promosso a Pisa un concilio scismatico;
malgrado l'intenzione, proclamata dal papa, di cacciare i "barbari" dall'Italia, la guerra che ne segue è di fatto una fase della lunga lotta tra Francia e Spagna per il predominio nella penisola.
«segue 1512»

Consiglio delle Indie

1511,  in seguito al trasferimento di alcune competenze della Casa de contratación de las Indias, sorge questa istituzione spagnola, con funzioni di controllo politico-amministrativo sui possedimenti in America;
«segue 1524»

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