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– Mario Clemente MASTELLA

(Ceppaloni, Benevento 5 febbraio 1947)

uomo politico italiano, esponente della Democrazia cristiana;

Partito politico:
- (fino al 1994) Dc (Democrazia cristiana),
- (1994-1998) CCD (Centro Cristiano Democratico),
- (1998) CDR (Cristiani Democratici per la Repubblica),
- (1998-1999) UDR (Unione Democratica per la Repubblica),
- (1999-2013) UDEUR (Unione Democratica per l'Europa)
- (dal 2013) FI (Forza Italia).

laureato in storia e filosofia; giornalista;

 

1975
19 maggio, diventa giornalista;
grazie al democristiano C. De Mita, entra alla sede RAI di Napoli, dove lavora per la Radio;
[La redazione locale ove egli prende servizio proclama tre giorni di sciopero contro l'ingresso in ruolo di un giornalista assunto senza regolare concorso e per nomina politica diretta.]

1976
12 febbraio-30 aprile (V "governo Moro");
[In vista delle imminenti elezioni politiche – come racconterà lui stesso –, nelle pause pranzo dei dipendenti della Rai, chiede «ai centralinisti di telefonare nei comuni del mio collegio elettorale. Mi facevo introdurre come direttore della Rai e segnalavo questo nostro bravo giovane da votare: Clemente Mastella.
Funzionò
».]

5 luglio, eletto per la prima volta deputato (VII Legislatura – 1976 lug-19 giu 1979) per la Dc nel collegio Benevento;
luglio-gennaio 1978 (III "governo Andreotti");

1978
marzo-gennaio 1979 (IV "governo Andreotti");


1979
20-31 marzo (V "governo Andreotti");
20 giugno, rieletto deputato (VIII Legislatura – 1979 20 giu-11 lug 1983) per la Dc nel collegio Benevento;
agosto-marzo 1980 (I "governo Cossiga");

1980
4 aprile-27 settembre (II "governo Cossiga");
ottobre-maggio 1981 ("governo Forlani");

1981
giugno-agosto 1982 (I "governo Spadolini");

1982
23 agosto-13 novembre (II "governo Spadolini");
dicembre-aprile 1983 (V "governo Fanfani);

1983
12 luglio, eletto deputato (IX Legislatura – 1983 12 lug-1 lug 1987) per la Dc nel collegio Benevento;
agosto-giugno 1986 (I "governo Craxi");

1986
agosto-marzo 1987 (II "governo Craxi");

sindaco di Ceppaloni, suo paese natale, dal 1986 al 1992

[Nel 1986 a Clemente Mastella, allora nell'ufficio stampa della Democrazia Cristiana, venne mostrato in una proiezione privata il film di Giuseppe Ferrara Il caso Moro. Terminata la proiezione Mastella inveì contro la produzione. Il giorno successivo la stampa riportò l'opinione negativa di Mastella, grazie alla quale il film, in un primo momento accolto freddamente dal pubblico, divenne un successo. Verificare!!!]

1987
17 aprile-luglio (VI "governo Fanfani);
2 luglio, eletto deputato (X Legislatura – 1987 2 lug-22 apr 1992) per la Dc nel collegio Benevento;
luglio-marzo 1988 ("governo Goria");

1988
aprile-luglio 1989 ("governo De Mita");

1989
23 luglio-12 aprile 1991, sottosegretario alla Difesa (VI "governo Andreotti");

1991
17 aprile-28 giugno 1992, sottosegretario alla Difesa (VII "governo Andreotti");

1992
23 aprile, eletto deputato (XI Legislatura – 1992 23 apr-14 apr 1994) per la Dc nel collegio Benevento;
giugno-aprile 1993 (I "governo Amato");

1993
aprile-aprile 1994 ("governo Ciampi");

1994
fonda il CCD (Centro Cristiano Democratico), di cui diviene presidente, condividendone la leadership con Pier Ferdinando Casini;
[Al progetto aderisce immediatamente Lorenzo Cesa, che viene messo a capo della segreteria politica.
In questo periodo Lorenzo Cesa è, da pochi mesi, sotto processo (nonché reo confesso) per un importante caso di corruzione legato al ministero dei Lavori Pubblici.]

15 aprile, rieletto deputato (XII Legislatura – 1994 15 aprile-8 mag 1996) nella lista FI (Forza Italia), XX (CAMPANIA 2), Collegio: 9 - Sant'Agata De' Goti;
21 aprile-8 maggio 1996, iscritto al gruppo parlamentare CCD (Centro Cristiano Democratico), di cui è capogruppo fino al 19 maggio 1995;
10 maggio-17 gennaio 1995, ministro del Lavoro e Previdenza sociale (I "governo Berlusconi");

1995
gennaio-gennaio 1996 ("governo Dini");

1996
9 maggio, eletto deputato (XIII Legislatura – 1996 9 mag-29 mag 2001) nella lista CCD-CDU, circoscrizione XX CAMPANIA 2;
Iscritto al gruppo parlamentare UDEUR (Unione Democratici per l'Europa);
maggio-ottobre 1998 (I "governo Prodi");


1998
febbraio, 1998 è protagonista di una scissione interna al CCD, raccogliendo l'appello dell'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga di costituire una nuova formazione politica di centro, alternativa alle due coalizioni;
egli fonda così il CDR (Cristiano Democratici per la Repubblica), che si unisce al CDU nella formazione di gruppi parlamentari unitari;
giugno, il CDR confluisce con altre formazioni nel progetto politico dell'UDR (Unione Democratica per la Repubblica), di cui egli diventa segretario nazionale;
[La storia dell'UDR terminerà dopo appena un anno.]

ottobre-dicembre 1999 (I "governo D'Alema");

1999
fonda l'UDEUR (Unione Democratici per l'Europa), partito politico spiccatamente di centro;

dicembre-aprile 2000, (II "governo D'Alema");

2000
aprile-giugno 2001 (II "governo Amato");

insieme a Salvatore Cuffaro, è testimone di nozze del braccio destro di Bernardo Provenzano, Francesco Campanella;
[Francesco Campanella è l'uomo che fornisce a Bernardo Provenzano i documenti falsi per andare in Francia a operarsi alla prostata. È il segretario dei giovani dell'UDEUR.
Ex-presidente del consiglio comunale di Villabate, è condannato per mafia.
Salvatore Cuffaro, presidente della Regione Siciliana, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa sarà poi condannato in primo grado nel gennaio del 2008 a 5 anni di carcere per favoreggiamento semplice ad uomini vicini al superboss Bernardo Provenzano.]

2001
30 maggio, eletto deputato (XIV Legislatura – 2001 30 mag-27 apr 2006) nella lista La Margherita, circoscrizione XX (CAMPANIA 2);
4 giugno-27 giugno 2002, iscritto al gruppo parlamentare MARGHERITA, DL-L'ULIVO;
11 giugno-23 aprile 2005 (II "governo Berlusconi");

2002
27 giugno-27 aprile 2006, iscritto al gruppo parlamentare MISTO-POPOLARI-UDEUR:
[- fino al 26 novembre 2003 - MISTO-UDEUR-POPOLARI PER L'EUROPA,
- fino al 15 febbraio 2004, MISTO-UDEUR-ALLEANZA POPOLARE,
- fino all'8 settembre 2004 - MISTO-ALLEANZA POPOLARE-UDEUR.]

2003
si candida a sindaco di Ceppaloni (Benevento), appoggiato da Forza Italia e SDI, nella lista "Ceppaloni al centro";
vincendo le elezioni contro il candidato appoggiato dal centro-sinistra e Rifondazione Comunista, viene rieletto sindaco (2003-2008) di Ceppaloni (Benevento);

2005
23 aprile–17 maggio 2006 (III "governo Berlusconi");

a seguito dell'organizzazione delle consultazioni primarie per scegliere il capo della coalizione dell'Unione, egli presenta la sua candidatura per "presidiare il centro" della coalizione;
Il Centro della politica non è un luogo astratto ma è un progetto per il futuro, un'idea, un percorso, un metodo, una storia, un'identità. La mia candidatura alle primarie del centro-sinistra, nasce con questa ostinata convinzione.»]
16 ottobre, si svolgono le elezioni primarie dell'Unione;
[Arriva terzo, raccogliendo 196.014 voti (il 4,6% dei consensi), alle spalle di Romano Prodi, che ha ricevuto l'investitura di capo della coalizione, e di Fausto Bertinotti.
Nella giornata delle votazioni, ha criticato l'organizzazione dell'evento, definendo le primarie come un "gioco fasullo".
A scatenare la miccia è stato il fatto che, a metà mattinata, proprio a Ceppaloni, le schede erano già terminate e molta gente non ha potuto votare: «Se non ci vogliono, ce lo dicano», ha incalzato lui, accusando altresì di essere venuto a conoscenza che in diversi seggi di Roma erano pronte schede già votate per Romano Prodi e pronte per essere inserite nelle urne.
Già in precedenza, egli aveva denunciato incongruenze nell'allestimento dei seggi sostenendo che erano stati costituiti in numero inferiore al Sud, dove lui è più forte.]

L'UDEUR, pertanto, minaccia di garantire soltanto l'appoggio esterno alla coalizione di centro-sinistra, ma nei mesi successivi i rapporti con la coalizione si ricompongono e l'UDEUR firma il programma dell'Unione.

Il giornale di partito «Il Campanile» è oggetto di diverse indagini giornalistiche che ne evidenziano la funzione "privata".
[In altri termini, oltre un milione e trecentomila euro di finanziamenti pubblici (limitandosi al solo 2005) sono serviti per pagare il contributo fattivo del deputato, viaggi e trasferte della sua famiglia (98.000 euro nel 2005), liberalità e spese di rappresentanza (141.000 euro), liberalità (22.000), pacchi, dolciumi e torroni (17.000).
In sostanza, secondo un'inchiesta de «L'Espresso», "all'ombra del "Campanile" il deputato, i suoi familiari e le loro società hanno ottenuto soldi e vantaggi grazie a un giornale finanziato con i soldi dei contribuenti".]

2006
28 aprile, eletto senatore (XV Legislatura – 2006 28 apr-28 apr 2008) come candidato dell'UDEUR;
[Presentatosi sia nella regione Campania (dove il partito ha raccolto il 5,2% dei voti, ottenendo due seggi) sia nella regione Calabria (4,23%, un seggio), ha optato per rappresentare quest'ultima.]
28 aprile-28 aprile 2008, membro del gruppo misto (Pop-Udeur);
17 maggio-16 gennaio 2008, ministro della Giustizia (II "governo Prodi");
[Egli aveva chiesto per sé il Ministero della Difesa contrapponendosi a Emma Bonino; il Ministero della Difesa è infine stato assegnato ad Arturo Parisi.]

luglio, viene varato dal Parlamento un provvedimento di indulto, che è causa di divergenze tra lui e il collega Antonio Di Pietro, ministro delle Infrastrutture;
[In qualità di ministro della Giustizia, egli è tra i favorevoli alla misura, che prevede la scarcerazione di circa 15 000 carcerati; Antonio Di Pietroè aspramente contrario e lo definisce «un colpo di spugna immorale e inaccettabile».]
Nello stesso periodo si esprime a favore della completa impunità per tutti i personaggi e le società coinvolte nell' "inchiesta Calciopoli".
29 luglio, dopo l'approvazione definitiva da parte del Senato, che sancisce l'entrata in vigore dell'indulto come legge, egli dedica questo provvedimento a papa Giovanni Paolo II che, in occasione di una sua visita al Parlamento, ha chiesto un provvedimento di clemenza per i carcerati;
23 ottobre, la Camera dei deputati approvato in via definitiva la legge 24 ottobre 2006 n. 269 (meglio nota come "Ddl Mastella") che modifica e sospende alcuni aspetti della riforma dell'ordinamento giudiziario licenziata nella XIV legislatura, in particolare per quanto riguarda le disposizioni sulla separazione della carriere dei magistrati e sull'accesso in magistratura;

Le nuove nomine da lui fatte ai vertici del Ministero della Giustizia sono aspramente criticate dalla Corte dei conti, che rifiuta il visto al decreto di nomina di un nuovo direttore generale delle risorse materiali, beni e servizi.
[Finora egli ha nominato un dirigente di ruolo di seconda fascia alla Direzione dell'Ufficio Speciale Napoli; al Dipartimento Affari di Giustizia, Direzione generale del Contenzioso e dei Diritti Umani, Gianpaolo Nuvoli, già deputato di Forza Italia poi passato al suo partito, l'UDEUR; ed infine un dirigente dell'INPS a direttore delle risorse materiali, nomina annullata dalla Corte dei conti.
Ha poi nominato componente esterno della Commissione di valutazione dei dirigenti l'ex senatore Alfredo D'Ambrosio che durante la legislatura 2006-2008 è passato da Forza Italia all'UDEUR.
Un dossier del 2007 sul sito del Partito Radicale sostiene che tali nomine siano state fatte secondo criteri esclusivamente politici come anche sostiene che siano state lottizzate tra le varie correnti della magistratura anche le nomine dei magistrati nei posti chiave dell'amministrazione.]

2007
febbraio, viene raggiunto da un avviso di garanzia da parte della Procura della Repubblica di Napoli;
[L'ipotesi formulata dagli inquirenti è quella di concorso in bancarotta fraudolenta per il fallimento del "Napoli Calcio", dichiarato nel 2004 con sentenza del Tribunale di Napoli. L'iscrizione nel registro degli indagati rappresenta un fatto dovuto, dal momento che, all'epoca della commissione dei presunti illeciti (2002), egli era vicepresidente della società e membro del consiglio di amministrazione.
Interpellato al riguardo, egli si dichiara estraneo al crac, sostenendo di non aver mai partecipato direttamente alla gestione della Società.]

8 marzo, partecipa ad "Anno Zero", trasmissione televisiva condotta da Michele Santoro;
[Dopo un acceso dibattito con il presentatore, decide di abbandonare lo studio, tacciando Michele Santoro di uso improprio della televisione pubblica.
Successivamente, decide di intraprendere un'azione legale contro Rai 2.]

10 aprile, dichiara: «Se c'è referendum si rischia la crisi di governo»;

settembre, chiede al Consiglio Superiore della Magistratura di disporre il trasferimento cautelare d'ufficio nei confronti del pubblico ministero di Catanzaro Luigi de Magistris, il quale sta indagando su un presunto comitato d'affari composto da politici e magistrati lucani;
[Per questo motivo al magistrato viene avocata l'inchiesta dalla procura.
Per l'opinione pubblica c'è il sospetto che il ministro abbia richiesto il trasferimento appositamente per bloccare sul nascere l'inchiesta nei suoi confronti. Solidale nei confronti del ministro, invece, tutto il mondo politico ad eccezione di Antonio Di Pietro.
Dopo l'avocazione delle indagini, la Procura Generale chiede quindi l'archiviazione delle accuse nei suoi confronti, richiesta poi accolta dal Gip, che specifica che il ministro non avrebbe dovuto essere indagato.
Gli stessi magistrati che hanno accusato i coniugi Mastella (oltre a Luigi de Magistris, poi trasferito e sottoposto a censura da parte del CSM) finiranno anch'essi sotto inchiesta.]

14 ottobre, viene iscritto nel registro degli indagati della procura di Catanzaro nell'ambito dell' "inchiesta Why Not" del sostituto procuratore Luigi De Magistris: l'ipotesi di reato è abuso di ufficio;
[È sospettato di essere coinvolto in una "rete" costituita da politici, imprenditori, giudici e massoni finalizzata ad ottenere finanziamenti dallo Stato e dall'Unione Europea.
Il coinvolgimento del ministro nell'inchiesta è motivato dai suoi rapporti con l'imprenditore Antonio Saladino. L'indagine coinvolge l'attività imprenditoriale di Antonio Saladino, titolare in passato di una società di lavoro interinale denominata "Why Not". Agli atti figurano, tra l'altro, intercettazioni di colloqui telefonici proprio tra il ministro e Antonio Saladino.]


Nell'ottobre 2007 viene iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Catanzaro per l'inchiesta Why Not, condotta dal PM Luigi de Magistris. Poche settimane prima, in qualità di Ministro della Giustizia, Mastella aveva chiesto il trasferimento cautelare dello stesso de Magistris. Per questo motivo al magistrato viene avocata l'inchiesta dalla procura. Per l'opinione pubblica c'è il sospetto che Mastella abbia richiesto il trasferimento appositamente per bloccare sul nascere l'inchiesta nei suoi confronti. Solidale nei confronti del ministro, invece, tutto il mondo politico ad eccezione di Antonio Di Pietro.[36] Dopo l'avocazione delle indagini, la Procura Generale chiede quindi l'archiviazione delle accuse per Mastella[37], richiesta poi accolta dal Gip, che specifica che Mastella non avrebbe dovuto essere indagato[38]. Gli stessi magistrati che avevano accusato i coniugi Mastella (oltre a de Magistris, poi trasferito e sottoposto a censura da parte del CSM) sono finiti anch'essi sotto inchiesta.[39]

2008
16 gennaio, la Corte Costituzionale dà il via libera al referendum;
lo stesso giorno, dopo il provvedimento di arresti domiciliari nei confronti della moglie Sandra Lonardo (presidente del Consiglio regionale della regione Campania), da parte della procura di Santa Maria Capua Vetere, egli presenta le dimissioni da ministro, motivate dalla "mancata solidarietà politica" da parte del centro-sinistra rispetto alla vicenda che lo vede indagato, sostenendo di essere vittima, insieme alla sua famiglia, di un attacco della magistratura;
le dimissioni vengono respinte dal Presidente del Consiglio Romano Prodi e nel tardo pomeriggio della stessa giornata le agenzie di stampa scrivono che anche lui stesso sarebbe indagato nell'ambito dell'inchiesta riguardante la moglie;
17 gennaio, conferma le proprie dimissioni ed annuncia che il suo partito, l'UDEUR, darà "appoggio esterno" al governo;
21 gennaio, modifica la propria posizione dichiarando di uscire dalla maggioranza e di voler votare no alla questione di fiducia; apre quindi la crisi di governo durante un comunicato stampa dalla sede dell'UDEUR dichiarando di lasciare la maggioranza dopo 2 anni;
23 gennaio, l'UDEUR si astiene sul voto di fiducia alla Camera dei deputati;
24 gennaio, in seguito al voto di sfiducia, cade il II "governo Prodi";
[Votano contro la fiducia due dei senatori dell'UDEUR (tra cui egli stesso), due dei senatori dei Liberal Democratici, Domenico Fisichella, Franco Turigliatto e Sergio De Gregorio, tutti eletti nello schieramento di centro-sinistra.]

6 febbraio, nel corso della trasmissione televisiva "Porta a porta", egli si dichiara pronto a partecipare alle elezioni politiche indette per il 13 aprile 2008 con il PdL (Popolo della Libertà) anche a costo di rinnegare il simbolo del suo partito, affermando: «Quando c'è una evoluzione nel corso delle cose, bisogna saperle prendere per il verso giusto e andare avanti in quella direzione».
Silvio Berlusconi aveva già fatto trapelare nei mesi precedenti contatti con lui che ora sembrano concretizzarsi nella promessa del leader di Forza Italia di una posizione di rilievo all'interno della nuova formazione politica del PdL.
Ancora una volta egli cambia coalizione passando dal centro-sinistra al centro-destra.
Il capogruppo della Lega Nord al Senato, Roberto Castelli, tuttavia, si dichiara immediatamente contrario.
Nei giorni a seguire Silvio Berlusconi, nonostante la sua iniziale disponibilità a collocarlo in una posizione di rilievo, decide di escluderlo dal suo schieramento affermando che, secondo alcuni sondaggi, la sola sua presenza nelle liste dell'alleanza farebbero perdere quasi il 12% dei consensi; analogo trattamento gli viene riservato nella neonata formazione di centro Rosa Bianca, rimanendo così completamente isolato.

26 febbraio, nella sua ultima seduta della XV Legislatura, il Senato approva il cd. «Decreto Milleproroghe», contenente, tra l'altro, un emendamento che consente la stabilizzazione come dirigenti di alcuni funzionari classificatisi ultimi ad un concorso per dirigenti del 1997;
[La graduatoria di questo concorso, originariamente bandito per soli 23 posti, è stata tenuta aperta e fatta scorrere fino a ricomprendere il 148º in graduatoria.
Autore dell'emendamento, l'on. Francesco Adenti dell'UDEUR.]

 

6 marzo, dopo un paio di giorni di riflessione, decide quindi di non candidarsi alle elezioni politiche, per la prima volta dopo 32 anni, e ciò nonostante l'offerta di un posto nelle liste del Partito Socialista fattagli dal segretario Enrico Boselli.
Allo stesso modo, scaduto il mandato di sindaco a Ceppaloni, decide di non ripresentarsi nemmeno alle elezioni comunali.

8 marzo, la Procura Generale di Catanzaro, che ha avocato a sé le indagini dopo la dichiarazione d'incompatibilità del sostituto procuratore Luigi De Magistris, chiede l'archiviazione delle accuse ipotizzate a suo carico; egli esce quindi dall'inchiesta;
[Nelle motivazioni, depositate il 1º aprile, il Gip afferma che «non vi erano neanche gli estremi per poter iscrivere Mastella nel registro degli indagati».
L'ex Guardasigilli annuncia che intende «valutare tutte le possibili azioni giudiziarie e amministrative a tutela della mia persona» e dichiara di voler «chiedere il risarcimento dei danni a chi ha lavorato, sul piano giudiziario, quello mediatico e quello politico, per la mia eliminazione politica».]

29 aprile, elezioni politiche (XVI Legislatura – 2008 29 apr-14 mar 2013);
8 maggio-16 novembre 2011 (IV "governo Berlusconi");

ottobre, viene ingaggiato (senza percepire alcun compenso) dalla RAI come inviato per seguire le partite del Napoli nella trasmissione "Quelli che il calcio";

2009
14 febbraio, fa ritorno in politica cambiando nuovamente schieramento;
in questa data il PdL (Popolo della libertà) comunica la sua candidatura nelle proprie liste alle elezioni europee, puntualizzando che il sodalizio con l'UDEUR verrà esteso anche alle elezioni amministrative in Campania, dove i due partiti presenteranno candidati comuni;
giugno, eletto al parlamento europeo tra le file del PdL;
luglio, torna all'attenzione della stampa nazionale per alcune dichiarazioni fatte riguardo alla diaria giornaliera percepita al parlamento europeo di Strasburgo: «Una diaria di 290 euro!» - ha dichiarato in un ascensore ai suoi assistenti - «Sta miseria. Non ci si sta dentro. Questi non sanno cosa si prende al Parlamento italiano».

Nei primi mesi dell'attuale legislatura (2009-2014) del Parlamento europeo risulta essere uno dei parlamentari del gruppo PPE meno presenti alle votazioni nel corso delle sedute plenarie.

19 dicembre, dà mandato ai suoi legali di citare in giudizio lo Stato italiano per l'archiviazione dell' "inchiesta Why Not";
[La richiesta di risarcimento ammonta a 10 Mni di euro.]
[Il 26 febbraio 2009, appare su «l'Espresso» la notizia che il giudice GianDomenico Lepore ha inviato gli avvisi di chiusura delle indagini per l'inchiesta riguardante l'ex ministro della giustizia.
Nei mesi seguenti, la vicenda si capovolge, giudicando illegittima l'avocazione dell' "inchiesta Why Not", legittime le intercettazioni, e l'inchiesta di Santa Maria Capua Vetere passa alla procura di Napoli che, in maggio 2009 ritiene fondate molte delle accuse, rinviando a giudizio lui e sua moglie Sandra Lonardo.]

2010
25 giugno, nella sala dell'Assunta della Chiesa del Gesù a Roma, annuncia la fine della storia ultradecennale dell'UDEUR e la nascita di un nuovo soggetto politico denominato Popolari per il Sud;
[Il movimento, secondo quanto da lui stesso detto, «intende colmare il vuoto politico nel sud a livello locale, confermando al contempo la strategica alleanza con il PdL».]

Pochi giorni dopo le regionali, egli afferma che ormai «ci sono le condizioni per fare un Partito del Sud».

18 settembre, in una manifestazione a Napoli, ufficializza l'intenzione a candidarsi a sindaco della città alle prossime amministrative;

2011
gennaio, poi il partito Popolari per il Sud muta di nuovo nome, diventando UDEUR-Popolari per il Sud;
marzo, viene rinviato a giudizio, assieme alla moglie Sandra Lonardo, per tre capi di imputazione:
- truffa e appropriazione indebita, in merito all'acquisizione al patrimonio familiare di due appartamenti a Roma di proprietà dell'Udeur e della testata giornalistica «Il Campanile»;
- abuso d'ufficio, per l'assegnazione di incarichi da parte dell'Arpac;


maggio, alle elezioni comunali di Napoli l'UDEUR ottiene il 2,48%;
lui, candidato a sindaco con l'appoggio anche di una lista civica, ottenendo il 2,17%, non viene eletto neanche in Consiglio Comunale;
dopo il primo turno delle elezioni amministrative egli annuncia "un rapporto di collaborazione politica tra l'UDEUR e le altre forze politiche di Centro" e che per il ballottaggio per l'elezione del sindaco di Napoli "l'UDEUR terrà un atteggiamento analogo a quello del Terzo Polo".
L'annuncio avviene dopo un incontro con i leader dell'UdC (Pier Ferdinando Casini e Lorenzo Cesa), di Futuro e Libertà (Gianfranco Fini) e dell'API (Francesco Rutelli).
Nel frattempo il partito cambia nome in Popolari UDEUR.

16 novembre-28 aprile 2013 ("governo Monti");

22 dicembre, il GUP di Benevento Flavio Cusani lo rinvia a giudizio per corruzione nell'ambito dell' "inchiesta "Iside Nova"";
[L'indagine è condotta dal procuratore Antonio Clemente il quale sarà in seguito sostituito dal procuratore capo Giuseppe Maddalena.]

2012
23 marzo, dopo anni in cui si è sempre opposto a qualsiasi forma di riconoscimento delle coppie omosessuali, ora dichiara di condividere quanto affermato dalla sentenza n. 4184/2012 della Cassazione ossia che le coppie gay hanno diritto ad un trattamento famigliare uguale a quello delle coppie sposate e di aver, quindi, cambiato la sua posizione sulle tematiche omosessuali;

2013
alle prossime elezioni politiche decide di non candidarsi in nessuna lista dei principali schieramenti e rimane fuori dalla campagna elettorale;
25 febbraio, elezioni politiche (XVII Legislatura – 2013 25 feb-…);
28 aprile-22 febbraio 2014 ("governo Letta");

24 novembre, con lo scioglimento del PdL (Popolo della Libertà) e la rinascita di Forza Italia, l'UDEUR, riunitosi a Ceppaloni, decide di aderire alla ricostituita formazione;
[Egli spiega che sarà «con Forza Italia, senza rinunciare affatto a quello che è il nostro Dna: restiamo una forza moderata e attenta al territorio. Gli estremismi non ci appartengono e non ci apparterranno».]

2014
22 febbraio, ("governo Renzi");

nominato nel Comitato di Presidenza di Forza Italia, viene ricandidato per le Elezioni europee nella Circoscrizione Sud;
[Pur con 50.440 preferenze, non viene rieletto.]

 

 

Fonti
- Altre

 

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