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Gianfranco FINI

(Bologna, 3 gennaio 1952)

uomo politico italiano,
[Esponente di:
- (1969-95) MSI (Movimento Sociale Italiano);
- 1995-2009) AN (Alleanza Nazionale);
- (2009-10) PdL (Popolo della Libertà);
- (2010-13) Futuro e Libertà per l'Italia (2010-2013).]

laureato in pedagogia presso l'Università di Roma La Sapienza, giornalista;

[Figlio di Argenio [Sergio] Fini (Bologna, 1923 - Roma, 1998), volontario della Repubblica Sociale Italiana nella Divisione di Fanteria San Marco, e più tardi iscritto all'Associazione nazionale dei combattenti. Prima dell'ascesa politica del figlio, si dichiarò vicino al Psdi, ma dopo l'iscrizione del figlio nel MSI (Movimento Sociale Italiano) abbandonò la militanza politica, per gli impegni correlati al suo nuovo lavoro in una compagnia petrolifera: prima presso l'Agip e poi, per più di quindici anni, in Libia per conto dell'olandese Shell.
Il nonno paterno, morto nel 1970, faceva parte del PCI, e fu per anni segretario di una sezione provinciale dello stesso.
La madre, Erminia Marani (Ferrara, 1926 - Roma, 2008), era figlia di Antonio Marani (Ferrara, 1898 - Modena, 1977), presente assieme a Italo Balbo alla marcia su Roma, oltre che, alla fine delle guerra, tra i più assidui organizzatori delle sezioni e dei circoli dell'allora neonato MSI (Movimento Sociale Italiano) nell'area emiliana.
Il nome Gianfranco fu scelto per ricordare un cugino ucciso a vent'anni dai partigiani nei pressi di Sasso Marconi, quando era da poco passato il 25 aprile del 1945.
Ha un fratello, Massimo, nato nel 1956 (da non confondere con l'omonimo giornalista e scrittore) per anni anch'egli militante del MSI.
Negli anni ottanta incontra Daniela Di Sotto, allora moglie di Sergio Mariani, amico (tenterà il suicidio poco dopo) e dirigente del partito. La signora Daniela Di Sotto si separa dal marito per unirsi a lui.
Nel 1985 nasce Giuliana, la loro unica figlia.
Tre anni più tardi si sposa con rito civile.
Nel giugno 2007, annuncia la separazione dalla moglie.
Dopo la separazione, viene resa pubblica la relazione con l'avv. Elisabetta Tulliani.
Dalla relazione sono nate le figlie Carolina (il 2 dicembre 2007) e Martina.]

 

frequenta l'istituto magistrale "Laura Bassi";

1968
5 giugno, elezioni politiche (V Legislatura – 1968 5 giu-24 mag 1972);
giugno-dicembre 1968 (II "governo Leone");
dicembre-luglio 1969 (I "governo Rumor");

si ritrova coinvolto in alcuni scontri davanti ad un cinema dove un gruppo di militanti di sinistra sta contestando la proiezione del film "Berretti verdi", favorevole alla guerra del Vietnam;

1969
spinto da questo episodio, inizia così la sua carriera politica, iscrivendosi alla Giovane Italia, l'associazione studentesca legata al MSI (Movimento Sociale Italiano);

agosto-febbraio 1970 (II "governo Rumor");

1970
27 marzo-6 luglio (III "governo Rumor");
agosto-gennaio 1972 ("governo Colombo");

1972
17-26 febbraio 1972 (I "governo Andreotti");
25 maggio, elezioni politiche (VI Legislatura – 1972 25 mag - 4 lug 1976);
giugno-giugno 1973 (II "governo Andreotti");

si trasferisce con la famiglia a Roma;

1973
luglio-marzo 1974 (IV "governo Rumor");

diviene dirigente della federazione provinciale romana del FdG (Fronte della Gioventù), da poco costituitosi;

1974
14 marzo-3 ottobre  (V "governo Rumor");
novembre-gennaio 1976 (IV "governo Moro");

entra in Direzione nazionale del FdG (Fronte della Gioventù);

1976
12 febbraio-30 aprile (V "governo Moro");
5 luglio, elezioni politiche (VII Legislatura – 1976 lug-19 giu 1979);
luglio-gennaio 1978 (III "governo Andreotti");
agosto, assolve agli obblighi di leva, prima a Savona nell'89º Reggimento Fanteria Salerno (Caserma Bligny), poi al distretto militare di Roma e quindi al ministero della Difesa;

1977
gennaio, all'XI congresso nazionale del MSI viene eletto nel Comitato centrale;
giugno, diviene segretario nazionale (1977-88) del FdG (Fronte della Gioventù), per volontà del segretario missino Giorgio Almirante;
[Al congresso nazionale giovanile era arrivato quarto su sette eletti nella segreteria; è stato Giorgio Almirante a sceglierlo, come prevede lo statuto, segretario.]

Nel frattempo consegue la laurea in pedagogia, senza frequentare i corsi.

In questi anni diviene anche redattore (1977-83) del quotidiano di partito «Il Secolo d'Italia» e dirige il quindicinale del FdG «Dissenso»;
[Allo stipendio da dirigente di partito preferisce il tesserino da giornalista professionista.]

1978
marzo-gennaio 1979 (IV "governo Andreotti");

1979
20-31 marzo (V "governo Andreotti");
20 giugno, elezioni politiche (VIII Legislatura – 1979 20 giu-11 lug 1983);
agosto-marzo 1980 (I "governo Cossiga");

1980
4 aprile-27 settembre (II "governo Cossiga");
ottobre-maggio 1981 ("governo Forlani");

1981
giugno-agosto 1982 (I "governo Spadolini");

1982
23 agosto-13 novembre (II "governo Spadolini");
dicembre-aprile 1983 (V "governo Fanfani);

1983
consigliere comunale di San Felice Circeo;

12 luglio, eletto per la prima volta deputato (IX Legislatura – 1983 12 lug-1 lug 1987) per il MSI-DN (Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale), nel collegio di ROMA ;
agosto-giugno 1986 (I "governo Craxi");

1986
agosto-marzo 1987 (II "governo Craxi");

1987
17 aprile-luglio (VI "governo Fanfani);
2 luglio, rieletto deputato (X Legislatura – 1987 2 lug-22 apr 1992);
luglio-marzo 1988 ("governo Goria");

settembre, alla festa del partito a Mirabello, Giorgio Almirante lo candida pubblicamente come suo successore alla segreteria del partito;
[Secondo un retroscena emerso nel 2009, Giorgio Almirante avrebbe pensato sin dal 1980 a individuare una persona «giovane, non fascista, non nostalgica, che creda, come ormai credo anch'io, in queste istituzioni, in questa Costituzione. Perché solo così il MSI può avere un futuro».]

dicembre, nel congresso di Sorrento, candidato della corrente almirantiana, sconfigge l'ala di sinistra e movimentista del MSI, di Pino Rauti e Beppe Niccolai, e viene eletto nuovo segretario (1987-gen 1990) del MSI-DN, dopo Giorgio Almirante ;
[Giorgio Almirante morirà pochi mesi dopo, il 22 maggio 1988.]

1988
aprile-luglio 1989 ("governo De Mita");

1989
luglio-marzo 1991 (VI "governo Andreotti");

parlamentare europeo;

1990
gennaio, al congresso di Rimini, Pino Rauti viene eletto nuovo segretario nazionale del MSI-DN;

1991
aprile-aprile 1992 (VII "governo Andreotti");

alle elezioni amministrative e alle regionali in Sicilia, Pino Rauti subisce una forte sconfitta;
giugno-settembre, consigliere comunale di Aprilia;

luglio, viene rieletto segretario (1991 lug-gen 1995) del MSI-DN dal Comitato centrale del partito;

dicembre-maggio 1992, consigliere comunale di Brescia;

1992
23 aprile, rieletto deputato (XI Legislatura – 1992 23 apr-14 apr 1994);
giugno-aprile 1993 (I "governo Amato");

1993
febbraio-ottobre, consigliere comunale di Reggio Calabria;

aprile-aprile 1994 ("governo Ciampi");

autunno, decide di correre per la carica di sindaco di Roma, arrivando al ballottaggio contro Francesco Rutelli;
[Per la prima volta un esponente del MSI riceve un largo suffragio.
L'imprenditore Silvio Berlusconi, non ancora attivo protagonista della politica italiana, a Casalecchio di Reno afferma in questa occasione la propria scelta elettorale, asserendo: «Se votassi a Roma, la mia preferenza andrebbe a Fini».]


consigliere comunale (1993-2001) a Roma;

1994
15 aprile, rieletto deputato (XII Legislatura – 1994 15 aprile-8 mag 1996) per la lista Forza Italia, circoscrizione XV (LAZIO 1), Collegio 24 Roma-Della Vittoria;
[È iscritto ai gruppi parlamentari:
- AN-MSI dal 21 aprile 1994 al 7 febbraio 1995;
- AN dal 7 febbraio 1995 all'8 maggio 1996.]


10 maggio-17 gennaio 1995 (I "governo Berlusconi");
[Per la prima volta nella storia della Repubblica l'esecutivo conta quattro ministri appartenenti ad AN, tra cui il vice presidente del Consiglio "Pinuccio" Tatarella.]

deputato (membro della commissione affari esteri) e parlamentare europeo;
propone e ottiene la nascita di AN (Alleanza Nazionale); alle elezioni politiche si allea con Forza Italia e si presenta al Sud come parte del "Polo del buon governo";

1995
gennaio-gennaio 1996 ("governo Dini");
25-29 gennaio, la svolta nel congresso di Fiuggi [svolta di Fiuggi] segna una radicale trasformazione del MSI con l'assunzione della carica di presidente di AN (Alleanza Nazionale), al posto del precedente coordinatore Adolfo Urso;
[Coronamento di un'iniziativa di "Pinuccio" Tatarella e Adolfo Urso nata nel 1993.
Pino Rauti, Erra, Staiti e pochi altri vanno via dal partito per fondare il Movimento Sociale-Fiamma Tricolore.]

1996
9 maggio, rieletto deputato (XIII Legislatura – 1996 9 mag-29 mag 2001) per AN (Alleanza Nazionale), circoscrizione XV (LAZIO 1), Collegio 24 Roma-Della Vittoria;
deputato, rafforza l'alleanza con Forza Italia e le altre forze del "Polo delle libertà" c passata ora all'opposizione;
maggio-ottobre 1998 (I "governo Prodi");

1998
ottobre-dicembre 1999 (I "governo D'Alema");

1999
dicembre-aprile 2000, (II "governo D'Alema");

2000
aprile-giugno 2001 (II "governo Amato");

2001
30 maggio, rieletto deputato (XIV Legislatura – 2001 30 mag-27 apr 2006) per AN (Alleanza Nazionale), circoscrizione XV (LAZIO 1), Collegio 24 Roma-Della Vittoria;
[AN, nell'ambito della coalizione del centrodestra della Casa delle libertà, vincitrice delle elezioni, raccoglie circa il 12 % dei suffragi.]
11 giugno-23 aprile 2005, vicepresidente del Consiglio dei ministri (II "governo Berlusconi");

2002
febbraio, è nominato rappresentante del governo italiano alla Convenzione europea, per la stesura della bozza di costituzione europea;

Si deve a lui, tra l'altro, la "Legge Bossi-Fini" – molto contestata – sulla regolamentazione degli extracomunitari.

2004
18 novembre-17 maggio 2006, ministro degli Affari esteri ;
[Al posto di Franco Frattini, entrato nella Commissione europea.]

2005
23 aprile–17 maggio 2006, vicepresidente del Consiglio dei ministri (III "governo Berlusconi");

estate, all'indomani di un'Assemblea Nazionale che gli ha riconfermato la fiducia e ha deliberato lo scioglimento delle correnti interne, lui e il suo partito ritrovano l'unità e la concordia;

in vista delle elezioni politiche italiane del 2006 per la prima volta il suo cognome compare nel simbolo elettorale di AN, così come è stato richiesto da alcuni suoi sostenitori;

2006
febbraio, fa approvare una modifica al D.P.R. n. 309/1990 (Testo Unico sugli stupefacenti), la cosiddetta "Legge Fini-Giovanardi", inserita nel pacchetto sicurezza per i XX Giochi olimpici invernali svoltisi a Torino;
[Questa legge abolisce la distinzione giuridica tra droghe leggere, quali la cannabis, e droghe pesanti, quali eroina o cocaina e punisce in base alla quantità di principio attivo contenuto nelle droghe.]

28 aprile, rieletto deputato (XV Legislatura – 2006 28 apr-28 apr 2008) per AN (Alleanza Nazionale), circoscrizione XI (EMILIA-ROMAGNA);
maggio-aprile 2008 (II "governo Prodi");


estate, annuncia l'imminente eliminazione della fiamma e della scritta "M.S.I." dal simbolo di AN (Alleanza Nazionale), ponendo come termine ultimo le elezioni europee del 2009;
[Questa dichiarazione segna l'atto conclusivo di un'azione di rinnovamento dell'identità del partito, già avviata nel 1995 a Fiuggi, volta a scrollarsi l'eredità del fascismo e rendendo così AN un partito esponente di una destra moderata e moderna, soprattutto in vista di una possibile fusione col partito di Forza Italia.
Nel corso della XV legislatura fanno discutere le sue posizioni sul tema della fecondazione assistita, che sembrano in contrasto con lo spirito conservatore di AN: in particolare, l'annuncio del voto favorevole (tre sì e un no) ai referendum sulla stessa del giugno 2005.]

dicembre, dichiara la propria apertura a discutere sul tema del riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto, comprendendo in esse le unioni omosessuali:
« Se ci sono diritti o doveri delle persone che non sono tutelati perché fanno parte di un'unione e non di una famiglia servirà un intervento legislativo per rimuovere la disparità. Naturalmente quando parlo di persone mi riferisco a tutti. »
In ogni caso si dice contrario al disegno di legge presentato dal centrosinistra per regolamentare la materia (i DICO).

2007
gennaio, a fine mese Silvio Berlusconi lo dichiara come suo successore in caso di creazione di un partito unico, incontrando i dissensi della Lega e dell'UDC;

2008
[Dopo la nascita del nuovo soggetto politico Il Popolo della Libertà ad opera di Silvio Berlusconi, il quale ha dichiarato di auspicare una nuova legge elettorale alla tedesca (cioè proporzionale con sbarramento), in un primo tempo egli riferisce che AN non vi farà parte, giudicando confuso e superficiale il modo in cui il PdL è nato, e manifestando così un aperto dissenso verso l'alleato della ormai "ex coalizione".]

aprile, contrariamente a quanto dichiarato in precedenza, ora la caduta del II "governo Prodi" lo fa riavvicinare a Silvio Berlusconi, con cui si accorda per presentare alle imminenti elezioni del 13 e 14 aprile, AN e FI sotto il simbolo del Popolo della Libertà, passo iniziale per la costruzione di un unico soggetto politico di centrodestra. [Così egli spiega la sua scelta di far aderire AN al neonato Popolo delle Libertà, dopo le incomprensioni degli ultimi mesi:
« È cambiato il patto politico. Ero e sono contrario a confluire in un partito deciso unilateralmente da Berlusconi, della serie: prendere o lasciare. Così non è: tutto quello che stiamo costruendo e che costruiremo fa parte di un progetto condiviso assieme. Il Popolo della libertà che stiamo proponendo agli italiani non nasce a San Babila, sul predellino o ai gazebo: nascerà nell'urna il 13 e 14 aprile. »
Intesa ratificata all'unanimità all'Assemblea nazionale del suo partito del 15 febbraio 2008.]

 

29 aprile, rieletto deputato (XVI Legislatura – 2008 29 apr-14 mar 2013) per il PdL (Popolo della Libertà), circoscrizione XI (EMILIA-ROMAGNA);
[Iscritto al gruppo parlamentare: PdL (Popolo della Libertà)' dal 5 maggio 2008 all'8 settembre 2010.]

30 aprile–14 marzo 2013
, eletto Presidente della Camera dei Deputati;
[Al quarto scrutinio con 335 voti, su 611 votanti e maggioranza richiesta di 306 voti.]

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Con l'elezione annuncia di lasciare la presidenza di AN, la cui reggenza viene affidata l'11 maggio 2008 ad Ignazio La Russa, nell'attesa del congresso che porterà alla nascita ufficiale del partito del Popolo della Libertà.
Nell'occasione, commentando l'omaggio che il presidente Giorgio Napolitano aveva rivolto pochi giorni prima a tutte le vittime del terrorismo, senza distinzione tra quelle di destra e sinistra, egli sostiene «la chiusura del dopoguerra», «la fine della frattura della destra con la società», «il superamento della condizione di minorità»:
«Si onorano i nostri morti, la nostra politica diventa centrale. È la dimostrazione che abbiamo davvero vinto

Nel suo discorso di insediamento al vertice di Montecitorio egli si è richiamato alle festività del 25 aprile e del 1º maggio affermando che «celebrare la ritrovata libertà dell'Italia e la centralità del lavoro è un dovere cui nessuno deve sottrarsi». Ha inoltre fatto riferimento al superamento degli schemi ideologici del passato, ammonendo che «un'insidia alla nostra libertà e alla democrazia esiste tuttora. Non viene dalle ideologie antidemocratiche del secolo scorso ormai superate, ma dal diffuso e crescente relativismo culturale». Centrale è stato il passaggio sui temi da affrontare per il nuovo Parlamento, in cui egli ha detto che «la XVI dovrà essere davvero una legislatura Costituente».
Ha quindi reso omaggio al tricolore e agli ex-presidenti della Repubblica Cossiga e Ciampi.

Pochi giorni dopo la sua elezione, a proposito del pestaggio a opera di alcuni naziskin a Verona, che portò alla morte del giovane Nicola Tommasoli, e delle bandiere di Israele bruciate da giovani dei centri sociali durante la manifestazione del 1º maggio 2008 a Torino, egli, pur premettendo che si tratta di "fenomeni non paragonabili”, ha sostenuto, suscitando reazioni polemiche, che l'episodio di Torino è molto più grave perché non è la prima volta che frange della sinistra radicale danno vita ad azioni contro Israele che cercano di giustificare con una politica antisionista.
Proseguendo sempre più nel suo percorso di revisione dei valori della destra, nel 2008 ha ribadito, durante la festa di Azione Giovani Atreju 08 a Roma, che la destra deve riconoscersi in quei valori «presenti nella Costituzione: la libertà, l'uguaglianza e la giustizia sociale. Valori che hanno guidato e ancora guidano il cammino della destra e che sono valori di ogni democrazia e sono a pieno titolo antifascisti.»
Durante l'esercizio del suo nuovo ruolo di Presidente della Camera ha ammonito il governo per la sua decisione di ricorrere più volte ai voti di fiducia, criticandone l'uso a suo giudizio eccessivo.
A seguito di alcune sue dichiarazioni, con le quali ha giudicato negativamente la decisione del governo di intervenire per decreto sul caso di Eluana Englaro, o quando ha sostenuto l'esigenza di difendere la laicità dello Stato, egli ha ricevuto critiche da parte di esponenti dell'UdC e del suo stesso partito, ma ottenendo la solidarietà di altri come Gianfranco Rotondi della nuova DC.
In seguito ha ricevuto parole di elogio anche da parte del radicale Marco Pannella, che lo ha ringraziato per la sua imparzialità e il suo senso dello Stato.

La battaglia contro l'assenteismo parlamentare
In qualità di Presidente della Camera si è battuto contro il costume dei parlamentari assenteisti, promuovendo un sistema di voto digitale che impedisca ai deputati presenti in aula di votare anche per conto degli assenti. Giudicando «immorale e censurabile» il comportamento dei cosiddetti "pianisti" (cioè di coloro che votano usando due mani, una per il proprio voto e l'altra per quello di un collega assente), ha stabilito che dal 9 marzo 2009 non si voterà più con un semplice pulsante, ma solo con le impronte digitali.
Il nuovo sistema anti-pianisti è stato quindi sperimentato il 4 marzo. Egli stesso si è recato personalmente a farsi prelevare le impronte digitali, anche se egli per prassi non partecipa alle votazioni in quanto Presidente della Camera.
Il nuovo sistema da lui introdotto ha incontrato le obiezioni di 19 parlamentari che rifiutano di sottoporsi al rilevamento delle proprie impronte. Egli si è detto tuttavia ottimista sostenendo che si tratta di un gruppo esiguo che non potrà sollevare casi politici tali da ostacolare il nuovo regime di voto.]

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8 maggio-16 novembre 2011 (IV "governo Berlusconi");

luglio, si riaccende la tensione con i vertici del partito, a cui egli contesta la linea sui temi della giustizia e della legalità e accusa di appiattirsi troppo sui temi della Lega, rinunciando al ruolo di protagonista dell'agenda governativa;

2010
29 luglio, un documento votato dalla maggioranza dei componenti dell'ufficio di presidenza del PdL, ad eccezione dei tre esponenti finiani, sfiducia il presidente della Camera decretandone, di fatto, l'espulsione dal partito che aveva contribuito a fondare, e sancisce la rottura tra lui e Silvio Berlusconi, che afferma: "I comportamenti di Fini sono incompatibili con i valori del PdL e con i nostri elettori. Viene quindi meno la fiducia anche per il suo ruolo di garante come presidente della Camera";
30 luglio, egli annuncia che, essendo stato di fatto espulso dal partito, creerà un nuovo gruppo parlamentare, denominato Futuro e Libertà per l'Italia;
[Ad esso aderiscono 34 deputati e 10 senatori uscenti da Il Popolo della Libertà, così smentendo alcuni ex colonnelli di AN (Alleanza Nazionale), che avevano garantito a Silvio Berlusconi che egli non sarebbe mai stato in grado di costituire gruppi autonomi.]

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agosto, è al centro di un'aspra campagna di stampa, capeggiata proprio dai quotidiani «Il Giornale», «Libero» e dal settimanale «Panorama»
[Oggetto della campagna è un alloggio di 45 m² a Monte Carlo lasciato in eredità dalla contessa Anna Maria Colleoni ad Alleanza Nazionale nel 1999.
Tale alloggio, venduto dal partito nel 2008 ad una società off shore dell'isola Santa Lucia, per la cifra di euro 300.000, risulta affittato con regolare contratto all'imprenditore immobiliare Giancarlo Tulliani, fratello minore della sua compagna.
- 30 luglio, viene presentata una denuncia da Storace e la Procura di Roma apre un fascicolo sulla vicenda, quale atto dovuto: l'indagine è contro ignoti;
- 8 agosto, con una nota diffusa dalla Presidenza della Camera e stilata in collaborazione con l'avv. Giulia Bongiorno, egli offre la sua versione dei fatti, ma la campagna di stampa continua con ulteriori smentite e la raccolta di testimonianze;
- 25 settembre, in un comunicato video egli dichiara: «Se dovesse emergere che l'appartamento di Montecarlo appartiene a Giancarlo Tulliani lascerò la presidenza della Camera»;
- 26 ottobre, la Procura di Roma annuncia che non risulta esserci nessuna frode nell'affare, e chiede l'archiviazione delle indagini su di lui. (segue 2011)]

 

5 settembre, dopo un'estate di aspre polemiche tra Il Popolo della Libertà e il gruppo dei finiani, accompagnate da un'accesa campagna di stampa guidata dal «Giornale» di Vittorio Feltri, egli tiene un lungo intervento nel corso della Festa Tricolore di Mirabello; [Egli ribadisce il suo sostegno al "governo Berlusconi", ma sancisce, di fatto, la fine dell'esperienza rappresentata dal PdL; rivendica quindi il diritto ad esprimere il dissenso suo e del suo gruppo all'interno della maggioranza e l'importanza di non appiattirsi sulla Lega su molte questioni e soprattutto in materia di federalismo; prende poi apertamente le distanze dalla politica economica del governo in materia di giustizia e di legalità. Infine replica alla campagna dei giornali che si sono scagliati contro la sua famiglia, i cui metodi vengono da lui definiti da "lapidazione islamica".]

8 settembre, alla ripresa dei lavori parlamentari, lascia il gruppo parlamentare del PdL e aderisce al gruppo di Futuro e Libertà per il Terzo Polo;
[Vi rimarrà fino al 14 marzo 2013.]

7 novembre, in occasione della prima convention di Futuro e Libertà a Bastia Umbra, ratifica la crisi del governo, chiedendo a Silvio Berlusconi di rassegnare le dimissioni, annunciando che in caso contrario la delegazione del suo partito lascerà il governo;
15 novembre, la delegazione finiana abbandona, come da avviso, il governo;
dicembre, la decisione di votare una mozione di sfiducia verso il IV "governo Berlusconi", poi fallita, provoca il dissenso e la fuoriuscita da FLI da parte di Silvano Moffa, da sempre considerato un suo fedelissimo;

2011
27 gennaio, si riapre la polemica (mai sopita) dell'appartamento a Monte Carlo;
[Il ministro degli Esteri Franco Frattini, rispondendo ad un'interrogazione parlamentare, si pronuncia in Senato in merito ad alcuni documenti arrivati alla Farnesina dall'isola caraibica di Santa Lucia dicendo che «il primo ministro di Santa Lucia gli avrebbe certificato l'autenticità del documento» che testimonierebbe come Giancarlo Tulliani sarebbe il proprietario di una società che deterrebbe il bene, ma forti dubbi emergeranno successivamente sull'autenticità di questo documento caraibico, anche in relazione al particolare attivismo intorno a tutta la vicenda del faccendiere Valter Lavitola, legato proprio a Silvio Berlusconi.
In seguito la Procura dichiarerà che il contenuto della carta proveniente da Santa Lucia appare del tutto irrilevante ai fini delle indagini, confermando quindi la richiesta di archiviazione.
La richiesta sarà accolta dal presidente dei Gip del Tribunale di Roma che disporrà l'archiviazione dell'inchiesta dato che nella vicenda non è ravvisabile alcun reato.]

13 febbraio, nel corso dell'assemblea fondativa di Milano, viene eletto presidente (2011 13 feb-8 mag 2013,) del nuovo partito Futuro e Libertà per l'Italia;

novembre, cade il "governo Berlusconi";

16 novembre-28 aprile 2013 ("governo Monti");

insieme al cosiddetto Terzo polo di cui FLI è entrato a far parte, egli si schiera a favore dell'insediamento del nuovo governo;
[Continuerà ad appoggiarlo anche in vista delle elezioni 2013, auspicando «una grande lista civica nazionale, una grande lista per l'Italia che chiami a raccolta le energie sane del paese senza personalismi».]

2012
-

2013
24-25 febbraio, alle elezioni politiche (XVII Legislatura – 2013 25 feb-…) è capolista di FLI alla Camera dei Deputati in tutte le circoscrizioni, in coalizione con la lista di Mario Monti, Scelta Civica, e con l'UdC;
[Il risultato elettorale del suo partito, lo 0,47%, non consente l'elezione di alcun deputato.]
14 marzo, cessa dalla carica di Presidente della Camera dei Deputati;

28 aprile-22 febbraio 2014 ("governo Letta");

8 maggio, l'Assemblea nazionale di Futuro e Libertà accetta le sue dimissioni presentate all'indomani delle elezioni, e il coordinatore Roberto Menia resta di fatto alla guida del partito;

più tardi diventerà presidente dell'associazione culturale "Libera Destra";

2014
22 febbraio, ("governo Renzi");

 










 

 

 

Fonti
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