©

Il Viandante

in rete dal 1996


Se ti siamo stati utili effettua una

Nuova Ricerca

ANNO 1951

STORIA e POLITICA RELIGIONE e FILOSOFIA ARTE

Bancarella Libri usati

SCIENZE ECONOMIA LETTERE e TEATRO CINEMA
Radio-TV

Papa Pio XII
(1939-58)

1951
Giugno
2
, emana l'enciclica Evangelii praecones: sulle Missioni.
[Vedi Politica]

 

Torna su


Cardinali

Ordine dei vescovi
- Francesco Marchetti Selvaggiani (1871 - giu 1930 - † gen 1951)

Ordine dei preti
- Alessio Ascalesi (1872 - dic 1916 - † mag 1952)
- M. von Faulhaber (1869 - mar 1921 - † giu 1952)
- Dionisio Dougherty (1865 - mar 1921 - † mag 1951)
- Giovanni Battista Nasalli Rocca di Corneliano (1903 - mag 1923 - † mar 1952)
- Alessandro Verde (1865 - dic 1925 - † mar 1958)
- Ernesto (Giuseppe) van Roey (1874 - giu 1927 - † ago 1961)
- Pietro Segura y Saenz (1880 - dic 1927 - † apr 1957)
- Alfredo Ildefonso Schuster (1880 - lug 1929 - † ago 1954) (beatificato mag 1996)
- Emanuele Goncalves Cerejeira (1888 - dic 1929 - † ago 1977)
- Achille Liénart (1884 - giu 1930 - † feb 1973)
- Pietro Fumasoni Biondi (1872 - mar 1933 - † lug 1960)
- Federico Tedeschini (1873 - mar 1933 - † nov 1959)
- Maurilio Fossati (1876 - mar 1933 - † mar 1965)
- Elia Dalla Costa (venerabile) (1872 - mar 1933 - † dic 1961)
- Teodoro Innitzer (1875 - mar 1933 - † ott 1955)
- Ignace Gabriel Tappouni (1879 - dic 1935 - † gen 1968)
- Giacomo Copello (1880 - dic 1935 - † feb 1967)
- Eugenio Tisserant (1884 - giu 1936 - † feb 1972)
- G. Piazza (1884 - dic 1937 - † nov 1957)
- G. Pizzardo (1877 - dic 1937 - † ago 1970)
- Pierre Gerlier (1880 - dic 1937 - † gen 1965)
- Gregorio Pietro XV Agagianian (1895 - feb 1946 - † mag 1971)
- Benedetto Aloisi Masella (1826 - feb 1946 - † set 1970)
- C. Micara (1879 - feb 1946 - † mar 1965)
- Adam Stefan Sapieha (1867 - feb 1946 - † lug 1951)
- Edoardo Mooney (1882 - feb 1946 - † ott 1958)
- Giulio Saliège (1870 - feb 1946 - † nov 1956)
- James Mc Guigan (1894 - feb 1946 - † apr 1974)
- Samuel Stritch (1887 - feb 1946 - † mag 1958)
- Clemente Roques (1880 - feb 1946 - † set 1964)
- Giovanni De Jong (1885 - feb 1946 - † 8 set 1955)
- Carlos De Vasconcellos Motta (1890 - feb 1946 - † set 1982)
- Norman Gilroy (1896 - feb 1946 - † ott 1977)
- Francis Spellman (1889 - feb 1946 - † dic 1967)
- José Rodriguez (? - feb 1946 - † dic 1958)
- Clemente De Gouveia (1889 - feb 1946 - † feb 1962)
- Jaime De Barros Camara (1894 - feb 1946 - † feb 1971)
- Enrique Pla y Deniel (1876 - feb 1946 - † lug 1968)
- Emanuele Arteaga y Betancourt (1879 - feb 1946 - † mar 1963)
- Joseph Frings (1887 - feb 1946 - † dic 1978)
- Gualberto Guevara (1882 - feb 1946 - † nov 1954)
- Bernard Griffin (1899 - feb 1946 - † ago 1956)
- Jozsef Mindszenty (venerabile) (1892 - feb 1946 - † mag 1975)
- Ernesto Ruffini (1888 - feb 1946 - † giu 1967)
- Antonio Caggiano (1889 - feb 1946 - † ott 1978)
- Tomaso Tien Ken Sin (1890 - feb 1946 - † lug 1967)
- Giuseppe Bruno (1875 - feb 1946 - † nov 1954)

Ordine dei diaconi
- N. Canali (1874 - dic 1935 - † ago 1961)
- Domenico Jorio (1867 - dic 1935 - † ott 1954)
- Massimo Massimi (1877 - dic 1935 - † mar 1954)
- Giovanni Mercati (1866 - giu 1936 - † ago 1957)



1951

Sovrano Militare Ordine Gerosolimitano di Malta

«segue da 1950»
sede: Roma, via Condotti;
Gran maestro: don Ludovico Chigi Albani della Rovere (1931-14.11.1951).

Come gli altri ordini, neppure l'Ordine di Malta è mai stato approvato, né dal fascismo prima (nonostante i legami del gran maestro con alti personaggi del regime, B. Mussolini lo aveva invitato a costruire un lebbrosario a Tselaclacla in Abissinia, risparmiandogli di rasentare il ridicolo rivendicando l'isola di Malta come da molti auspicato) né ora dal governo italiano che ha deciso di fondare un Ordine al merito della repubblica, proibendo ai cittadini l'uso di tutti gli altri che non abbiano l'approvazione del capo dello Stato.

Altri membri:
. marchese Luigi Rangoni, 81enne, cancelliere;

. conte Cattaneo di Sedrano, segretario della cancelleria;

. balì conte Ferdinando Thun Hohenstein (nipote dell'ex gran maestro Thun Hohenstein), discendente di una delle più grandi famiglie d'Austria, membro del sovrano consiglio; abita nel castello di Povo (Trento)
[per la bega del grano argentino ha inoltrato un ricorso segreto alla congregazione dei religiosi];

. duca Caffarelli, decano dei balì gran croce d'onore e di devozione;

. marchese Alberto Teodoli, vice decano, senatore della Repubblica;

. marchese Dragonetti de Torres, ministro plenipotenziario;

. conte Antonio Hercolani Fava Simonetti, 67enne, diventato professo una volta vedovo;

. conte Conestabile della Staffa, 89enne, assessore delegato alle opere di assistenza civile;

. avvocato Gazzoni, legale dell'Ordine;
[spedito in Argentina riesce a risolvere l'affare el grano]

. marchese Pallavicini, 42enne, cavaliere di giustizia, maestro di cerimonie.

- Gran priorato di Roma:
unica carica di balì del gran priorato di Roma è quella di San Sebastiano del Palatino, costituita e dichiarata ereditaria da Urbano VIII;
. cardinale Nicola Canali (1948-?) pur essendo gran priore dell'Ordine di Malta è anche gran maestro dell'Ordine del Santo Sepolcro;
[è rivale di mons. G.B. Montini]
Gennaio
Il card. N. Canali è assorbito dalla causa di beatificazione di Pio X, restaratore e gran maestro transitorio dell'Ordine del Santo Sepolcro, causa di cui non s'immischia personalmente ma che ha affidato al cardinale Micara.
Di ritorno dall'America arriva a Roma un cavaliere francese, amico di Hercolani, il quale stupisce il tesoriere parlandogli dei milioni di dollari versati dai cavalieri americani [50.000 dollari annuali secondo Hercolani, ben 200.000 da un unico unico cavaliere, secondo l'amico]; stuzzicato da questa notizia, il gran magistero prende informazioni negli Stati Uniti e le completa altrove. Apprende così che:
- al loro ingresso i cavalieri americani danno al cardinale Francis Spellman un minimo di 50.000 dollari, la maggior parte 100.000, molti anche 200.000;
- in seguito, i più ricchi fanno regolarmente al cardinale delle donazioni quasi altrettanto generose che, come le precedenti, avrebbero dovuto andare all'ospedale del Bambin Gesù di Roma;
- ogni anno al Wardolf Astoria di New York, il cardinale offriva un banchetto, e al dessert, circolava con un piatto, dove nessuno si sarebbe permesso di deporre meno di mille dollari;
- il cardinale non sosteneva finanziariamente alcuna opera di assistenza negl Stati Uniti a nome del "capitolo americano dei cavalierie di Malta";
- il cardinale si faceva passare laggiù per il vero capo dell'Ordine, le cui bolle, conformemente ad una vecchia usanza, erano firmate da un vecchio signore di Roma;
- il cardinale proibiva ai cavalieri americani, diretti alla capitale, di presentarsi a questo vecchio signore, che non sapeva l'inglese e che non voleva essere disturbato;
- il cardinale aveva assoldato un impiegato del palazzo magisteriale per fare distruggere le copie della rivista mensile illustrata, riservata all'associazione americana;
- il progetto di essere riconosciuto negli Stati Uniti come società di beneficienza faceva temere al cardinale che il gran magistero cercasse di recuperare per le sue proprie opere, le somme destinate all'ospedale del Bambin Gesù;
- quelle somme, che rappresentavano effettivamnte dei milioni di dollari, erano inviate per l'ospedale del Bambin Gesù al card. G. Pizzardo, assessore del santo uffizio.
Pur avendo molte argomenti con cui controbattere al cardinale, il gran maestro, intende procedere per gradi.
Informa innanzitutto il cardinale Francis Spellman che il "capitolo americano dei cavalieri di Malta" deve chiamarsi "associazione americana" e che il master MacDonald si deve chiamare presidente; aggiunge inoltre che l'Ordine si farà riconoscere negli Stati Uniti come società di beneficienza.
In una seconda lettera il gran maestro lo prega di fornire l'elenco delle opere dell'associazione americana; in una terza lettera lo invita a comunicare, secondo le regole, il bilancio annuale della sua associazione, e, non essendo mai stato fatto, anche i bilanci approvati da quando era stata fondata.
Il cardinale Francis Spellman non risponde.
Settembre
il gran maestro parte per Madrid e Lisbona, assieme al cardinal Tedeschini, legato pontificio alle cerimonie di Fatima; passa in rivista battaglioni d'onore, visita gli antichi castelli dell'Ordine, riceve la visita di re Umberto, viene vezzeggiato dagli altri quattro cardinali presenti a Fatima, in particolare dal cardinal Pierre Gerlier , primate delle Gallie, che spera la gran croce di Malta;
Ottobre
il gran maestro torna a Roma; il giorno dopo gli arrivano tre lettere con le quali:
- il cardinale Francis Spellman lo invita a far sapere che cosa accade delle migliaia di dollari che l'associazione americana gli manda tutti gli anni;
- il card. N. Canali gli chiede "un atto di giustizia, si saggezza e di magnanimità, in favore di fra' Ferdinando Thun Hohenstein";
[il g.m. risponde che non lo sapeva sostegno dei professi ribelli e degli imprudenti amministratori.]
- padre Larraona lo avvisa che la "sacra congregazione dei religiosi, data la particolare situazione del priorato di Lombardia e Veneto, avrebbe giudicato inopportuno ogni nuovo decreto relativo a quel gran priorato".
[il g.m. risponde che il sovrano consiglio avrebbe deciso come meglio avrebbe inteso riguardo una divisione amministrativa dell'Ordine.]
31, la congregazione dei religiosi annuncia che rifiuta ad Angelo de Mojana, rappresentante del gran priorato al sovrano consiglio, il permesso di fare i voti solenni;
Novembre
4
, l' «Osservatore Romano» pubblica che il papa ha ricevuto in udienza privata sua eminenza reverendissima il signor card. N. Canali, penitenziere maggiore, presidente della commissione pontificia per lo Stato della città del Vaticano;
nel pomeriggio, nella basilica vaticana, il papa proclama che la beata Maria Vittoria Teresa Couderc, fondatrice dell'Ordine di Nostra Signora del Cenacolo, sia ammessa alla gloria di salire sugli altari.
5, lunedì, il g.m., sconvolto, comunica al sovrano consiglio una sorprendente lettera del padre Larraona, e un'altra, ancora più sorprendente, del card. N. Canali; quest'ultima (le prime sette pagine sono letteralmente un esposto storico, di manifesta parzialità, mirante a provare che l'Ordine di S. Giovanni era sempre stato in stretta dipendenza dei sommi pontefici [in particolare che nel 1119, con Pasquale II, l'Ordine aveva ereditato una parte dei beni dell'Ordine del Tempio, grazie all'intervento della Chiesa]) avvisa il gran maestro che il papa si è degnato di costituire, nell'ambito della congreazione dei religiosi, una commissione cardinalizia, incaricata degli affari di Malta, e che i membri sono:
. card. N. Canali, presidente;
. cardinale Clemente Mìcara,
. card. G. Pizzardo;
. mons Scapinelli di Leguigno, sottosegretario della sacra congregazione dei religiosi, segretario.
La lettera precisa inoltre che devono essere loro sottomesse tutte le deliberazioni dell'Ordine, presentato l'esatto inventario ecc.. Infine, mons. Ilario Alcini, visitatore dei seminari d'Italia, nuovo arcivescovo titolare di Nicea, riprenderà la sua visita ad inquirendum et referendum.
Appena conosciuto il tenore delle due lettere, i membri dell'Ordine provano disgusto. Del loro contenuto viene avvisato Angelo de Mojana, che si trova a Milano, affinché si unisca al duca Raimondo del Balzo il quale, incaricato di preparare una relazione, stima indispensabile avvertire subito Pecci, pronipote di Leone XIII.
Il ministro dell'Ordine dichiara che bisogna ricorrere al papa, essendo questo l'unico mezzo per disarmare i tre cardinali e padre Larraona. Anche se scopre, grazie alle sue entrée, che di tutta questa faccenda mons. G.B. Montini, sottosegretario di stato, è stato tenuto all'oscuro e pure mons. Tardini, segretario per gli affari straordinari, non ne sa nulla, decide di far firmare il ricorso al gran maestro, dandosi anche da fare affinché il papa riceva la lettera nel tempo ancora disponibile.
6, ore 08:45, il papa può leggere il ricorso che gli ha appena consegnato mons. Nasalli Rocca di Corneliano, canonico di san Pietro, cameriere segreto partecipante;
[è fratello del conte Nasalli Rocca, aggiunto alle opere di assistenza, che aveva sposato una nipote del gran maestro; si è adattato per l'occasione a subire una violenta sfuriata da parte del card. N. Canali ed è stato minacciato di essere spedito come vicario a Frosinone;
ore 10:00, alla data prevista per l'apposizione dei sigilli al palazzo di Malta, mons. Ilario Alcini è costretto a fare marce indietro.
9, mentre padre Larraona risponde al gran maestro, che gli ha inviato copia del ricorso, e il cardinale Micara viene nominato vicario generale di sua santità per la città di Roma, il sovrano consiglio di Malta convince il gran maestro ad aggiuungere ai due legali Angelo de Mojana e Raimondo del Balzo, e all'avvocato dell'Ordine, Gazzoni, anche uno specialista in questioni ecclesiastiche. Pecci ha la buona idea di far designare Ferrata, avvocato concistoriale e, come tale, dignitario del Vaticano (lo stesso che a giugno aveva perorato la causa di beatificazione di Pio X); come Rossi Stockalper, anche l'avv. Ferrata è amico sia del cardinal Nicola Canali sia del gran maestro; gode infine anche della stima del papa a cui chiede il permesso di accettare l'incarico; il papa, accogliendo la sua richiesta, dimostra che non giudica insostenibile la difesa dell'Ordine di Malta; l'avv. Ferrata aggiunge alla difesa anche un altro avvocato concistoriale, il deputato Corsanego il quale, vantandosi di non essre amico del card. N. Canali, assume volentieri la parte aggressiva.
10, il gran maestro don L. Chigi Albani della Rovere, 85enne, è colpito da una sincope;
12, su suggerimento dei suoi legali, il g.m. invia una lettera a papa Pio XII affinché sia sollecitata la creazione di un tribunale speciale;
13, il g.m. riceve una lettera con cui il presidente A. De Gasperi lo informa che il governo italiano riconosce l'Ordine di Malta e che, senza prevedere per il momento lo scambio dei rappresentanti diplomatici, sarebbe gradito da questo momento un delegato ufficiale;
nello stesso tempo, quando padre Castellani gli annuncia, da parte del card. N. Canali, che il papa lo sta per scomunicare, il g.m. è colpito da una nuova sincope;
14, Cattaneo prepara tutti gli atti e i telegrammi, pronti per essere spediti, che designano come luogotenente il membro più anziano del consiglio, il conte Hercolani Fava Simonetti, 67enne; il g.m. muore.
Cattaneo chiama in successione: il conte Nasalli Rocca (come parente del g.m. deve avvisare la famiglia), il cancelliere marchese Luigi Rangoni (come esecutore testamentario deve effettuare la chiusura dell'appartamento magistrale) e Pecci.
Hercolani fa chiamare il balì professo Franchi de' Cavalieri che non abita più al gran magistero non avendo incarichi (era stato lui il luogotente al momento del ritiro del gran maestro Thun Hohestein nel 1931; eletto al suo posto aveva declinato l'onore e fatto così portare la scelta sul principe Chigi).
Alla presenza di Franchi de' Cavalieri, il neo luogotenente Hercolani riceve una telefonata del card. N. Canali il quale, in qualità di presidente della commissione cardinalizia, nominata dal santo padre, gli proibisce di assumere la luogotenenza; quello che ha fatto lo considera un abuso di potere.
15, subito dopo la deposizione del g.m. nella tomba di famiglia, al cimitero di Roma, rispettando la sua volontà, padre Larraona notifica ad Hercolani, da parte dei tre cardinali, che l'elezione del nuovo gran maestro deve essere "temporaneamente rimandata".
16, mons. Ilario Alcini, da parte degli stessi, gli notifica che quello stesso giorno, alle 16:30, riprenderà la sua visita apostolica ad inquirendum et referendum.
Dopo avergli chiesto di rinviare la visita di 24 ore, Hercolani prepara una bolla che gli fa solennemente consegnare. Essa reca il testo di un decreto del sovrano consiglio, il quale specifica che la visita apostolica di monsignore, sino alle decisioni del santo padre, sarà "strettamente limitata alle questioni spirituali, e, per quello che riguarda il patrimonio, alle sole commende dei professi".
Mentre mons Ilario Alcini informa che riferirà il tutto agli eminenti cardinali e alla congregazione dei religiosi, in attesa delle decisini del papa il gran magistero si dedica a raccogliere la documentazione necessaria per replicare all'esposto storico di padre Larraona.
Dicembre
8
, il sovrano consiglio stabilisce di riunire tutto il Consiglio di Stato per il 2 febbraio prossimo, in vista di procedere all'elezione del gran maestro. Lo stesso giorno la cancelleria manda agli elettori le convocazioni de eligendo magno maestro. Sono dirette ai membri del sovrano consiglio, ai gran priori, ai balì professi, e ai presidenti delle associazioni nazionali che hanno preso il posto degli antichi gran priorati dell'Ordine. Quest'ultimo particolare esclude i paesi non europei, ma porta in linea la vecchia aristocrazia europea. Per di più, i tre grandi priorati italiani, e quelli di Austria e Boemia, eleggeranno due cavalieri professi per completare le loro delegazioni.
10, mons. G.B. Montini comunica a Pecci la decisione che si sta attendendo da oltre un mese, e cioè che il papa si è degnato di costituire un tribunale composto di cinque eminentissimi porporati per risolvere tutte le difficoltà, e che nello stesso tempo ha sospeso l'elezione del gran maestro, sino alla sentenza del tribunale.
12, mons. G.B. Montini trasmette copia del chirografo con i nomi dei cinque cardinali designati:
. card. N. Canali, presidente;
. card. C. Micara;
. card. G. Pizzardo;
. cardinale Eugène Tisserant, decano del sacro collegio;
. cardinale Benedetto Aloisi Masella, pro-prefetto alla congregazione della disciplina dei sacramenti e amministratore del suo piccolo Ordine di S. Giovanni in Laterano.

- Gran priorato d'Austria: balì Adamovich de Csepin, cavaliere professo; a volte sostituito dal barone Gudenus, 28enne, cavaliere di giustizia;

- Gran priorato di Boemia: duca Raimondo del Balzo, commendatore professo, cameriere di cappa e spada di Pio XII, alto magistrato della Repubblica Italiana, capo di una delle sette più grandi famiglie del regno di Napoli, e 11° duca di Presenzano (malvisto da Canali);
[discendente dai signori di Baux, in Provenza, che avevano seguito a Napoli Carlo d'Angiò.]

- Gran priorato della Lombardia e Veneto:
rappresentante del gran priorato Angelo de Mojana; giovane giurista e avvocato, già candidato ai voti semplici;

- Gran priorato di Napoli e Sicilia: balì marchese Taccone di Sitizano, 82enne;

- Gran priorato di Podolia: sta prosperando felicemente vendendo croci di Malta (ovviamente, tra le centinaia di falsi ordini cavallereschi, tra cui un Ordine sovrano e militare di Santa Rita, si distinguono le decorazioni conferite dalla Santa Sede, dal Santo Sepolcro e dall'Ordine di Malta), le più ricercate, in virtù dell'apparente attributo di nobiltà.

Associazioni dei cavalieri di Malta

- Associazione americana dei cavalieri di Malta: presidente master MacDonald; "grande protettore" nonché "consigliere spirituale" [gran protector and spiritual advisor] cardinale Francis Spellman (1889-1967);

– Associazione francese: presidente conte di Rohan-Chabot, duca di Ravèse;
[non si vedono più i nomi che avevano illustrato le tre lingue di Provenza, di Francia e di Alvernia, né i Villeneuve (88 cavalieri), i Sabran (43 cavalieri), i Forbin (32 cavalieri in un solo secolo).]
Il conte di Rohan-Chabot, duca di Ravèse, non potendo partecipare, deve dimettersi; nominato presidente onorario, viene sostituito dal principe Guy de Polignac, il quale si mette in viaggio assieme ai cavalieri magistrali duca di Decazes e Morriere-Bernadotte.

– Associazione ungherese: presidente (ormai solo nominalmente) il venerabile arciduca Giuseppe.

– Associazione polacca: presidente principe Czartoryski.

– Associazione renano westfaliana:presidente barone Twickel;

– Associazione della Slesia: presidente principe di Hatzfeldt; presidente onorario principe Federico di Hohenzollern-Sigmaringen;
[dopo l'occupazione russa, l'associazione era ripiegata a Monaco.]

[Entrambe le associazioni tedesche vanno orgogliose della loro prova, detta di Germania: di fronte ai sedici quarti per cento anni (adottata dalla maggior parte delle associazioni) impallidiscono gli otto quarti per cento anni della prova di Francia e i quattro quarti per cento anni della prova d'Italia. Inoltre sono ancora più rigorosi in quanto bazzicavano i cavalieri teutonici usciti dall'Ordine di S. Giovanni e i cavalieri protestanti di Malta, quelli cioè del baliato di Brandemburgo. Sette commende di questo baliato, distaccatesi al momento della Riforma, erano nominalmente sopravvissute presso alcuni nobili di alto lignaggio, come quelle del gran priorato russo ortodosso di Parigi.
Benché il gran magistero di Roma non sia in relazione né con i primi, né con gli altri, le considera tuttavia legittime (è la sua piccola "Chiesa scismatica"), perché non hanno mai avuto discontinuità, mentre invece il gran priorato protestante d'Inghilterra, dove l'Ordine era stato soppresso da Enrico VIII, data dalla regina Vittoria.]



[Roger Peyrefitte, Cavalieri di Malta, 1957]
«segue 1952»



Torna su

Manoscritti di Qumran
[o Rotoli del Mar Morto]
(I a.C. – I d.C.)

«segue da 1947»
1951, gli scavi iniziati sotto la direzione di G.L. Harding e R. de Vaux nelle rovine di Qumran hanno messo in luce una serie di importanti reperti archeologici che permettono di riconoscere la sede della comunitΰ degli Esseni e di articolarne la storia in diversi periodi: dal suo insediamento avvenuto poco dopo la metΰ del II sec. a.C. in un sito occupato da precedenti costruzioni ebraiche, sino all'abbandono definitivo nel 135 d.C. quando ormai gli edifici erano solo rifugio di qualche ebreo insorto nella seconda rivolta contro i romani; tra i reperti archeologici vanno annoverati tre cimiteri dei quali il principale contiene ben 1100 tombe.
«segue 1956»

Azione Cattolica
(italiana)

«segue da 1948»
- Presidente nazionale:
. Vittorino Veronese (1946-52)
- Ass.te eccles.co gen.le:
. arcivescovo Giovanni Urbani (1946 26 ott-14 apr 1955)
[1 - FIUC (Federazione italiana uomini cattolici);
2 - UFCI (Unione femminile cattolica italiana);
3 - FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana);
4 - GIAC (Gioventù Italiana di Azione Cattolica).]
1951
elezioni comunali di Roma: socialisti e comunisti si presentano alleati, con forti probabilità di vittoria.
Il papa lancia un nuovo appello alle forze cristiane affinché si presentino unite alle urne.
Il dott. L. Gedda, ancora in prima linea, lancia un'alleanza politica tra Dc, Msi e Pnm (Partito Nazionale Monarchico).
Il progetto di coalizione fallisce per l'opposizione di A. De Gasperi e per il dissenso di molti aderenti dell'AC.
«segue 1952»

 

Nuova Ricerca