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Aldo Romeo Luigi MORO

(Maglie, Lecce 23 settembre 1916 – Roma 9 maggio 1978, assassinato dalle BR)

uomo politico italiano, esponente della Democrazia cristiana, attivo fin da giovane nelle organizzazioni cattoliche;

[Di famiglia della media borghesia (i genitori sono originari di Gemini, frazione di Ugento), nel 1945 sposa Eleonora [Noretta] Chiavarelli (Montemarciano, 25 set 1915 - Roma, 17 lug 2010).
La coppia ha quattro figli:
. Maria Fida (Roma, 17 dicembre 1946),
. Anna (1949),
. Agnese (1952),
. Giovanni (Roma, 1958).]

* * *

consegue la Maturità Classica al Liceo "Archita" di Taranto;

si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza presso l'Università di Bari;
durante gli anni universitari partecipa ai Littoriali della cultura e dell'arte;

1935
entra a far parte della FUCI (Federazione Universitaria Cattolici Italiani) di Bari, segnalandosi ben presto anche a livello nazionale;

1939
presa la laurea, sotto la guida del prof. Biagio Petrocelli pubblica la tesi su "La capacità giuridica penale";
luglio, viene scelto, su consiglio di Giovanni Battista Montini, – di cui, proprio in questi anni, diventa amico come presidente (1939 luglio-1942) della FUCI (Federazione Universitaria Cattolici Italiani) dove si stanno formando anche G. Andreotti, G. La Pira, P.E. Taviani, ecc.;

1941
ottiene l'incarico di Filosofia del diritto (poi di Diritto penale) e di Politica coloniale presso l'università di Bari;

1942
sviluppa la sua seconda opera La subiettivazione della norma penale ottenendo così la cattedra di professore di diritto penale;
richiamato alle armi, lascia la carica di presidente della FUCI;
[Gli succede Giulio Andreotti, sino ad ora direttore della rivista «Azione Fucina».]

è prima ufficiale di fanteria, poi commissario nell'Aeronautica;

1943
fonda a Bari, con alcuni amici, il periodico «La Rassegna»
[Uscirà fino al 1945.]
luglio, prende parte ai lavori che portano alla redazione del Codice di Camaldoli;

1945
10 dicembre-1° luglio 1946, (I "governo De Gasperi);

diviene direttore della rivista «Studium» ed è eletto presidente del Movimento Laureati dell'Azione Cattolica;

nell'ambito della Dc barese tenta un "avvicinamento al socialismo", presto rientrato per l'intervento dell'arcivescovo di Bari Marcello Mimmi cui è legatissimo;

1946
la direzione della Dc invia in Puglia G. Andreotti per la formazione della lista elettorale della Costituente nel collegio Bari-Foggia;
divenuto vicepresidente della Dc e deputato democristiano alla Costituente, fa parte della "commissione dei 75" incaricata dei lavori preparatori della carta costituzionale;


2 giugno, Proclamazione della Repubblica;
25 giugno-31 gennaio 1948, Assemblea costituente;

13 luglio-28 gennaio 1947, (II "governo De Gasperi);
[I governo della Repubblica.]

1947
2 febbraio-31 maggio, (III "governo De Gasperi)

31 maggio-23 maggio 1948, (IV "governo De Gasperi);

1948
18 aprile, eletto per la prima volta deputato (I Legislatura – 1948 8 mag - 24 giu 1953) per la Dc nel collegio BARI;
23 maggio-14 gennaio 1950, sottosegretario agli Affari esteri (V "governo De Gasperi);

contrario all'adesione al "Patto atlantico" voluta da A. De Gasperi egli ha contatti con l'opposizione interna del partito facente capo alla corrente di «Cronache sociali» di:
. Giuseppe Dossetti, A. Fanfani e Giorgio La Pira: ciò gli vale la diffidenza di A. De Gasperi e l'esclusione da ogni incarico nei suoi successivi governi;
[Corrente di «Cronache sociali» : prima corrente entro la Dc in sostanziale antitesi a tutto il gruppo degli ex popolari e degli anziani.]

Colpito da un forte attacco di artrite, lo supera con una forte dose di cortisone che però ha qualche conseguenza sul suo cuore, tanto che per quindici anni non intraprenderà mai un viaggio in aereo.

1950
27 gennaio-19 luglio 1951, (VI "governo De Gasperi);


Nei primi anni cinquanta è nominato professore ordinario di diritto penale presso l'Università di Bari.

1951
26 luglio-7 luglio 1953, (VII "governo De Gasperi);

con il declino di A. De Gasperi inizia la sua ascesa;

1953
7 giugno, rieletto deputato (II Legislatura – 1953 25 giu - 11 giu 1958) per la Dc nel collegio BARI;
[Presidente del gruppo parlamentare democristiano alla Camera.]
16 luglio-2 agosto, (VIII "governo De Gasperi);
17 agosto-12 gennaio 1954, ("governo Pella);

1954
18 gennaio-8 febbraio, (I "governo Fanfani);
10 febbraio-2 luglio 1955, ("governo Scelba);

1955
6 luglio-19 maggio 1957, ministro della Giustizia (I "governo Segni");

1956
al VI congresso nazionale della Dc risulta tra i primi eletti nel consiglio nazionale del partito;

1957
19 maggio-1° luglio 1958, ministro della Pubblica Istruzione ("governo Zoli");

introduce lo studio dell'Educazione civica nelle scuole;

1958
25 maggio, rieletto deputato (III Legislatura – 1958 12 giug - 15 mag 1963) per la Dc nel collegio BARI;
1° luglio-15 febbraio 1959, ministro della Pubblica Istruzione (II "governo Fanfani);

1959
al VII congresso nazionale della Dc, dopo le dimissioni di A. Fanfani, conquista la segreteria del partito;
[Dirige il partito per quasi sei anni in cui avvia la preparazione del centrosinistra.]
15 febbraio-23 marzo 1960, (II "governo Segni");

1960
25 marzo-26 luglio, ("governo Tambroni);
26 luglio-21 febbraio 1962, (III "governo Fanfani);

1962
è un convinto assertore della necessità di un'alleanza tra la Dc e il PSI (Partito Socialista Italiano), per creare un governo di centro-sinistra;
al congresso democristiano di Napoli riesce a portare su questa posizione l'intero gruppo dirigente del partito;


21 febbraio-21 giugno 1963, (IV "governo Fanfani);

1963
28 aprile, rieletto deputato (IV Legislatura – 1963 16 mag - 4 giu 1968) per la Dc nel collegio BARI;
21 giugno-4 dicembre, ("governo Leone");
4 dicembre-22 luglio 1964, presidente del Consiglio dei ministri (I "governo Moro");
[Forma il suo primo governo con una coalizione inedita: DC, PSI, PSDI e PRI; è il primo governo del centro-sinistra. La coalizione reggerà fino alle prossime elezioni politiche del 1968.]

Lo stesso anno ottiene il trasferimento all'Università di Roma, in qualità di titolare della cattedra di Istituzioni di Diritto e Procedura penale presso la Facoltà di Scienze politiche.

1964
22 luglio-23 febbraio 1966, presidente del Consiglio dei ministri (II "governo Moro");
28 dicembre-5 marzo 1965, ministro (ad interim) degli Affari esteri;

1965
30 dicembre-23 febbraio 1966, ministro (ad interim) degli Affari esteri;

1966
23 febbraio-24 giugno 1968, presidente del Consiglio dei ministri (III "governo Moro");
[Batte il record di durata (833 giorni) e rimarrà uno dei più longevi della Repubblica.]

1968
19 maggio, rieletto deputato (V Legislatura – 1968 5 giu-24 mag 1972) per la Dc nel collegio BARI;
24 giugno-12 dicembre 1968, (II "governo Leone");
[Governo balneare in attesa del congresso democristiano, previsto per l'autunno.]

al congresso nazionale della Dc, passa all'opposizione interna al partito;

12 dicembre-5 agosto 1969, ministro degli Affari esteri (I "governo Rumor");

1969
5 agosto-27 marzo 1970, ministro degli Affari esteri (II "governo Rumor");

1970
27 marzo-6 agosto, ministro degli Affari esteri (III "governo Rumor");
6 agosto-17 febbraio 1972, ministro degli Affari esteri ("governo Colombo");

1972
17 febbraio-26 giugno, ministro degli Affari esteri (I "governo Andreotti");
7-8 maggio, rieletto deputato (VI Legislatura – 1972 25 mag - 4 lug 1976) per la Dc nel collegio BARI;
26 giugno-7 luglio 1973, (II "governo Andreotti");

1973
7 luglio-14 marzo 1974, ministro degli Affari esteri (IV "governo Rumor");

1974
14 marzo-23 novembreministro degli Affari esteri (V "governo Rumor");
23 novembre-12 febbraio 1976, presidente del Consiglio dei ministri (IV "governo Moro");

1975
il suo governo conclude il Trattato di Osimo, con cui si sancisce l'appartenenza della Zona B del Territorio Libero di Trieste alla Jugoslavia;

1976
12 febbraio-29 luglio, presidente del Consiglio dei ministri (V "governo Moro");
12 febbraio [un giorno soltanto], ministro (ad interim) dell'Interno;
febbraio, chiamato a formare anche il governo successivo, venuta a mancare la solidarietà dei socialisti non è in grado di ricomporre una maggioranza stabile; si arriva così allo scioglimento anticipato delle camere e alle elezioni del 20 giugno;
7 marzo, comincia in Parlamento il dibattito sullo "scandalo Lockheed";
[Marco Pannella (Radicali), tra i primi a parlare, sostiene la tesi che il responsabile delle tangenti non sia il governo ma il Presidente della Repubblica in persona, Giovanni Leone. Ugo La Malfa si schiera dalla sua parte chiedendo le dimissioni del Presidente.]

9 marzo, prende la parola;
[Egli difende il suo partito dall'accusa di aver posto in essere un «regime» e difende i ministri Luigi Gui (Dc) e Mario Tanassi (Psdi, che sono al centro dell'inchiesta. Poi replica all'intervento di Domenico Pinto, deputato di Democrazia Proletaria, che ha detto che la corruzione della Dc è provata dallo "scandalo Lockheed"; per questo i democristiani saranno processati nelle piazze: «Nel Paese vi sono molte opposizioni (…); e quell'opposizione, colleghi della Democrazia cristiana, sarà molto più intransigente, sarà molto più radicale quando i processi non si faranno più in un'aula come questa, ma si faranno nelle piazze, e nelle piazze vi saranno le condanne».
Egli replica: «Onorevoli colleghi che ci avete preannunciato il processo nelle piazze, vi diciamo che noi non ci faremo processare».
In seguito la frase si presterà a diverse interpretazioni politiche.
La vicenda giudiziaria si concluderà nel 1979 con l'assoluzione di Luigi Gui e la condanna di Mario Tanassi.]


5 luglio, rieletto deputato (VII Legislatura – 1976 lug-19 giu 1979) per la Dc nel collegio BARI;
29 luglio-11 marzo 1978, (III "governo Andreotti");

8 ottobre, viene eletto presidente del Consiglio nazionale della Dc;

1978
Riesce a convincere la Dc della necessità di un "governo di solidarietà nazionale", con la presenza del PCI nella maggioranza parlamentare.
[La sua intenzione dominante è di allargare la base del sistema di governo, ossia il vertice del potere esecutivo che dovrebbe rappresentare un numero più ampio di partiti e di elettori. Questo sarebbe possibile solo con un gioco di alleanze aventi come fulcro la Dc, seguendo così una linea politica secondo il principio di democrazia consociativa.
Nella sua attività politica si trova – secondo Sandro Fontananella difficoltà di conciliare la missione cristiana e popolare della democrazia cristiana con i valori di tendenza laica e liberale della società italiana.
Il “miracolo economico”, che ha portato l'Italia rurale a diventare in pochi decenni una delle grandi potenze industriali mondiali, comporta anche un cambiamento sociale, con il risveglio delle masse richiedenti una presenza attiva nella vita del paese.
Quando afferma che “di crescita si può anche morire”, egli esprime un suo giudizio sui rischi di una società in rapida crescita. Il risveglio delle masse ha favorito nuove e più forti fasce sociali (tra cui i giovani, le donne e i lavoratori) che hanno bisogno di integrazione (anche economica con precise riforme) all'interno del processo politico.]

Circa la sua scelta ci sono:

Disaccordo degli Usa
: l'ingresso al governo di persone che hanno stretti contatti con il partito comunista sovietico consentirebbe loro di venire a conoscenza, in piena guerra fredda, di piani militari e di postazioni strategiche supersegrete della Nato. Inoltre, una partecipazione comunista in un paese d'influenza americana sarebbe una sconfitta culturale degli Usa nei confronti del resto del mondo, e soprattutto dell'Urss;

Disaccordo dell'Urss
: la partecipazione al governo del PCI sarebbe interpretabile come una forma di emancipazione del partito dal controllo sovietico e di avvicinamento autonomo agli USA.


marzo, il PCI (Partito comunista italiano) entra nella maggioranza parlamentare; 

11 marzo-20 marzo 1979, (IV "governo Andreotti");
[Governo appoggiato da DC , PRI, PSDI, PSI e PCI.]

16 marzo, mentre si sta recando a Montecitorio per presentarsi al nuovo "governo Andreotti", la macchina su cui viaggia e quella della sua scorta vengono bloccate da un gruppo di terroristi: i cinque uomini della scorta vengono assassinati ed egli sequestrato;
[L'operazione è rivendicata dalle Brigate rosse che lo terranno prigioniero per 54 giorni.]
9 maggio, il suo corpo viene rinvenuto in una automobile [Renault 4] lasciata in sosta in una strada del centro di Roma a breve distanza dalla sede del PCI e da quella della Dc;

[16 marzo, sin dalle nove, tutti i componenti del commando delle Br sono in posizione; 
gli uomini della scorta attendono il presidente della Dc in via del Forte Trionfale per poi dirigersi con lui in via Fani; 
all'interno di una Fiat 128 targata Cd (Corpo diplomatico) sta alla guida Mario Moretti; questi, avvertito da Rita Algranati*, ferma all'angolo della strada con un mazzo di fiori in mano, che il convoglio è in arrivo, si mette davanti alle auto blu, ne regola l'andatura e si ferma allo stop di traverso; 
Barbara Balzerani
è in mezzo all'incrocio con via Stresa;
Alessio Casimirri* e Alvaro Lojacono sono a bordo della Fiat 128 bianca che si pone dietro l'ultima vettura della scorta del presidente e impedisce ogni fuga; sulla Fiat 132, poco accanto, c'è Bruno Seghetti;
si scatena l'inferno!!
Raffaele Fiore, Prospero Gallinari, Valerio Morucci e Franco Bonisoli aprono il fuoco; il presidente della Dc viene rapito ed uccisi gli agenti Domenico Ricci, Raffaele Jozzino, Giulio Rivera, Francesco Zizzi e Oreste Leopardi: l'azione dura 4 minuti esatti: 6 armi utilizzate e 93 bossoli ritrovati.
[* marito e moglie].]

9 maggio, viene assassinato;

__________________________

1981
4 aprile, Milano, viene arrestato Mario Moretti;

1983
24 gennaio, sentenza processo Moro1;

1985
15 marzo, sentenza di appello Moro2;
15 novembre, sentenza della Corte di Cassazione senza particolari modifiche;

1988
8 giugno, Svizzera, arresto di Alvaro Lojacono;
12 ottobre
, sentenza processo Moro3 poi confermata in Cassazione;

1993
13 ottobre, arresto di Germano Maccari;

1994
1° dicembre, sentenza Moro4;

1996
16 luglio, sentenza Corte d'Assise Moro5;

1997
14 maggio, sentenza della Cassazione che rende definitivo il procedimento Moro4;

2001
22 marzo, chiude i lavori la Commissione Stragi. Non produce relazioni conclusive da trasmettere al Parlamento;

2004
14 gennaio, Egitto, 
. Rita Algranati
[46 anni, rifugiatasi col marito Alessio Casimirri a Managua, in Nicaragua, (1981-inizi '90) e poi , assieme al nuovo compagno Maurizio Falessi, in vari Paesi mediorientali, ultimo l'Algeria, pena da scontare: ergastolo, con isolamento diurno per 1 anno];
. Maurizio Falessi
[50 anni, latitante dal 1979, pena da scontare: 11 anni e due mesi.]
vengono arrestati all'aeroporto del Cairo; 
ai due brigatisti, prelevati nella loro abitazione dalla polizia algerina e forniti di documenti di identità e biglietti aerei con destinazione Cairo, Beirut e Addis Abeba, viene intimato di lasciare il paese, pur con la garanzia che non avrebbero corso pericolo; sull'aereo per il Cairo, dove sono imbarcati, trovano però 20 poliziotti ad attenderli, che li lasciano poi per  4-5 ore in una stanza in attesa dell'arrivo della polizia italiana.

 

_______________________

 

I GOVERNO MORO

Composizione
Camera dei Deputati Seggi
Democrazia Cristiana
Partito Socialista Italiano
Partito Socialdemocratico Italiano
Partito Repubblicano Italiano
Südtiroler Volkspartei
Union Valdôtaine
Totale Maggioranza 260
87
33
6
3
1
390
Partito Comunista Italiano
Partito Liberale Italiano
Movimento Sociale Italiano
PDI di Unità Monarchica
Totale Opposizione 166
39
27
8
240
Totale 630
Senato della Repubblica Seggi
Democrazia Cristiana
Partito Socialista Italiano
Partito Socialdemocratico Italiano
Südtiroler Volkspartei
Partito Repubblicano Italiano
Union Valdôtaine
Totale Maggioranza 132
44
14
2
1
1
194
Partito Comunista Italiano
Partito Liberale Italiano
Movimento Sociale Italiano
PDI di Unità Monarchica
Totale Opposizione 85
19
15
2
121
Totale 315

Presidente del Consiglio dei ministri
Aldo Moro

Vicepresidente del Consiglio dei ministri
Pietro Nenni

Segretario del Consiglio dei ministri
Angelo Salizzoni

Ministeri senza portafoglio

Presidenti del comitato dei ministri per il Mezzogiorno e le zone depresse
Attilio Piccioni, Giulio Pastore

Rapporti con il Parlamento
Umberto Delle Fave

Ricerca scientifica
Carlo Arnaudi

Riforma della pubblica amministrazione
Luigi Preti

MINISTERI


Affari esteri
Ministro Giuseppe Saragat
Sottosegretari Arialdo Banfi, Giuseppe Lupis, Ferdinando Storchi

Interno
Ministro Paolo Emilio Taviani
Sottosegretari Leonetto Amadei, Guido Ceccherini, Crescenzo Mazza

Grazia e Giustizia
Ministro Oronzo Reale
Sottosegretari Riccardo Misasi

Bilancio
Ministro Antonio Giolitti
Sottosegretari Giuseppe Caron

Finanze
Ministro Roberto Tremelloni
Sottosegretari Cesare Bensi, Athos Valsecchi, Mario Vetrone

Tesoro
Ministro Emilio Colombo
Sottosegretari Luigi Silvestro Anderlini, Giuseppe Belotti, Lorenzo Natali

Difesa
Ministro Giulio Andreotti
Sottosegretari Mario Marino Guadalupi, Guglielmo Pelizzo, Natale Santero

Pubblica Istruzione
Ministro Luigi Gui
Sottosegretari Maria Badaloni, Giorgio Fenoaltea, Domenico Magrì

Lavori Pubblici
Ministro Giovanni Pieraccini
Sottosegretari Emilio Battista, Pier Luigi Romita

Agricoltura e Foreste
Ministro Mario Ferrari Aggradi
Sottosegretari Dario Antoniozzi, Ludovico Camangi, Venerio Cattani

Trasporti e Aviazione Civile
Ministro Angelo Raffaele Jervolino
Sottosegretari Orlando Lucchi, Salvatore Mannironi

Poste e Telecomunicazioni
Ministro Carlo Russo
Sottosegretari Luigi Angrisani, Remo Gaspari

Industria, Commercio e Artigianato
Ministro Giuseppe Medici
Sottosegretari Danilo De' Cocci, Franco Maria Malfatti, Maria Vittoria Mezza

Sanità
Ministro Giacomo Mancini
Sottosegretari Dante Graziosi

Commercio con l'Estero
Ministro Bernardo Mattarella
Sottosegretari Girolamo Messeri

Marina Mercantile
Ministro Giovanni Spagnolli
Sottosegretari Mariano Pintus

Partecipazioni Statali
Ministro Giorgio Bo
Sottosegretari Carlo Donat-Cattin

Lavoro e Previdenza Sociale
Ministro Giacinto Bosco
Sottosegretari Ettore Calvi, Simone Gatto, Anselmo Martoni

Turismo e Spettacolo
Ministro Achille Corona
Sottosegretari Ruggero Lombardi, Pietro Micara

Eventi
4 dicembre 1963. Dopo la fase transitoria del "governo ponte" guidato da Giovanni Leone, si raggiunge l'accordo storico fra Dc e Psi - tanto voluto da Aldo Moro - che porta alla costituzione del primo governo della nuova storia repubblicana italiana con partecipazione dei socialisti. Pietro Nenni, leader del Psi, è vicepresidente del Consiglio; 6 sono i ministri socialisti. Al momento di porre la fiducia, però, alcuni parlamentari socialisti manifestano il loro disaccordo (25 deputati e 13 senatori escono dall'aula) e fonderanno il nuovo Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (PSIUP). Fra i dissidenti, tuttavia, c'è anche qualche democristiano, come ad esempio Mario Scelba, capofila della corrente Centrismo. Consumate tutte le polemiche, il governo ottiene la fiducia (alla Camera 350 sì, 233 no, 4 astensioni; al Senato 175 sì, 111 no).
27 dicembre 1963. Viene istituita la Regione Molise, la ventesima regione d'Italia, dallo scorporo dalla precedente ripartizione denominata Abruzzi e Molise.
26 gennaio 1964. Il presidente del Consiglio, Aldo Moro, si dimette da segretario della Dc, lasciando l'eredità a Mariano Rumor (della corrente dorotea) e al vice Arnaldo Forlani (fanfaniano).
22 febbraio 1964. Scattano i nuovi provvedimenti del governo: viene disciplinata la vendita a rate e viene varata una riforma finanziaria per trattenere la fuga di capitali (tra le altre cose, il governo riduce al 5% la quota di possesso sui titoli nominativi e mantiene al 30% quella sui titoli anonimi).
27 maggio 1964. I provvedimenti governativi suscitano la crisi: il ministro socialista del Bilancio, Antonio Giolitti, dice di non essere d'accordo e di prevedere un aggravamento della situazione; anche il collega democristiano del Tesoro, Emilio Colombo, afferma di prevedere un collasso dell'economia a causa dell'eccessivo aumento dei salari rispetto al reddito. Pochi giorni dopo, ad avallare questa situazione è il governatore della Banca d'Italia, Guido Carli, il quale afferma che a pagarne le conseguenze sarebbe stato l'intero sistema produttivo.
25 giugno 1964. Il governo cade su un provvedimento che riguarda l'istruzione privata. Solo 7 voti di scarto determinano il rifiuto del progetto governativo di assegnare fondi per 149 milioni di lire (una cifra irrisoria, ma gli oppositori la prendono come questione di principio). Nel calderone ci sono anche la tassa sulle automobili, l'aumento della benzina e soprattutto il nuovo piano urbanistico pensato dal ministro socialista Giovanni Pieraccini.
26 giugno 1964. Lo scontro è infuocato: socialisti, socialdemocratici, repubblicani, ma anche una parte della stessa Dc non sostengono i provvedimenti. Il governo non può più stare in piedi e Moro si dimette.

 

II GOVERNO MORO

Composizione
Camera dei Deputati Seggi
Democrazia Cristiana
Partito Socialista Italiano
Partito Socialdemocratico Italiano
Partito Repubblicano Italiano
Südtiroler Volkspartei
Union Valdôtaine
Totale Maggioranza 260
87
33
6
3
1
390
Partito Comunista Italiano
Partito Liberale Italiano
Movimento Sociale Italiano
PDI di Unità Monarchica
Totale Opposizione 166
39
27
8
240
Totale 630
Senato della Repubblica Seggi
Democrazia Cristiana
Partito Socialista Italiano
Partito Socialdemocratico Italiano
Südtiroler Volkspartei
Partito Repubblicano Italiano
Union Valdôtaine
Totale Maggioranza 132
44
14
2
1
1
194
Partito Comunista Italiano
Partito Liberale Italiano
Movimento Sociale Italiano
PDI di Unità Monarchica
Totale Opposizione 85
19
15
2
121
Totale 315
Composizione del governo:
Democrazia Cristiana
Partito Socialista Italiano
Partito Socialista Democratico Italiano
Partito Repubblicano Italiano

Presidente del Consiglio dei ministri
Aldo Moro

Vicepresidente del Consiglio dei ministri
Pietro Nenni

Segretario del Consiglio dei ministri
Angelo Salizzoni

Ministeri senza portafoglio

Interventi straordinari nel Mezzogiorno e nelle aree depressive del Centro-Nord
Attilio Piccioni, Giulio Pastore

Rapporti fra Governo e Parlamento
Giovanni Battista Scaglia

Ricerca scientifica
Carlo Arnaudi

Riforma della pubblica amministrazione
Luigi Preti

MINISTERI


Affari esteri

Ministro Giuseppe Saragat fino al 28/12/64, (è stato eletto Presidente della Repubblica)
Aldo Moro interim fino al 05/03/65
Amintore Fanfani fino al 30/12/65
Aldo Moro interim dal 30/12/65
Sottosegretari Giuseppe Lupis, Ferdinando Storchi, Mario Zagari

Interno
Ministro Paolo Emilio Taviani
Sottosegretari Leonetto Amadei, Guido Ceccherini, Crescenzo Mazza

Grazia e Giustizia
Ministro Oronzo Reale
Sottosegretari Riccardo Misasi

Bilancio
Ministro Giovanni Pieraccini
Sottosegretari Giuseppe Caron

Finanze
Ministro Roberto Tremelloni
Sottosegretari Cesare Bensi, Athos Valsecchi, Mario Vetrone

Tesoro
Ministro Emilio Colombo
Sottosegretari Francesco Albertini, Giuseppe Belotti, Renato Cappugi, Eugenio Gatto

Difesa
Ministro Giulio Andreotti
Sottosegretari Luigi Angrisani, Mario Marino Guadalupi, Guglielmo Pelizzo

Pubblica Istruzione
Ministro Luigi Gui
Sottosegretari Maria Badaloni, Piero Caleffi, Domenico Magrì

Lavori Pubblici
Ministro Giacomo Mancini
Sottosegretari Danilo De' Cocci, Pier Luigi Romita

Agricoltura e Foreste
Ministro Mario Ferrari Aggradi
Sottosegretari Dario Antoniozzi, Ludovico Camangi, Venerio Cattani

Trasporti e Aviazione Civile
Ministro Angelo Raffaele Jervolino
Sottosegretari Orlando Lucchi, Salvatore Mannironi

Poste e Telecomunicazioni
Ministro Carlo Russo
Sottosegretari Remo Gaspari

Industria, Commercio e Artigianato
Ministro Giuseppe Medici fino al 05/03/65
Edgardo Lami Starnuti dal 05/03/65
Sottosegretari Maria Vittoria Mezza, Giorgio Oliva, Vincenzo Scarlato

Sanità
Ministro Luigi Mariotti
Sottosegretari Calogero Volpe

Commercio con l'Estero
Ministro Bernardo Mattarella
Sottosegretari Girolamo Messeri (fino al 16/12/64), Emilio Battista (dal 15/03/65)

Marina Mercantile
Ministro Giovanni Spagnolli
Sottosegretari Stefano Riccio

Partecipazioni Statali
Ministro Giorgio Bo
Sottosegretari Carlo Donat-Cattin

Lavoro e Previdenza Sociale
Ministro Umberto Delle Fave
Sottosegretari Ettore Calvi, Giorgio Fenoaltea, Anselmo Martoni

Turismo e Spettacolo
Ministro Achille Corona
Sottosegretari Emilio Battista (fino al 15/03/65), Pietro Micara (dal 15/03/65)

 

 

 

Eventi
3 luglio 1964. Poco dopo le dimissioni del precedente governo, il presidente della Repubblica, Antonio Segni, riaffida l'incarico ad Aldo Moro:
22 luglio 1964. A seguito di numerose consultazioni, la coalizione di centrosinistra (Dc, Psi, Psdi, Pri) riesce a compattarsi, nonostante emerga la dissidenza della sinistra socialista che sostiene si debba dare soltanto l'appoggio esterno al governo. Moro, dunque, vara il suo secondo esecutivo, che lascia da parte i democristiani della corrente di Fanfani e la sinistra Psi che fa capo a Riccardo Lombardi.
1º agosto 1964. Il Senato vota la fiducia (163 sì, 120 no, 1 astenuto). Cinque giorni dopo, c'è la fiducia della Camera (344 sì, 238 no, 3 astenuti).
7 agosto 1964. In seguito ad un diverbio con il Ministro degli Esteri Saragat e con il presidente del Consiglio Moro, il presidente Antonio Segni è colpito da un ictus cerebrale. Per alcune settimane, resterà tra la vita e la morte.
21 agosto 1964. Muore Palmiro Togliatti, segretario del Pci, colpito da emorragia cerebrale.
1º settembre 1964. Si ripropone lo scontro che aveva infervorato il governo precedente: temi di dibattito sono il piano urbanistico, le Regioni e le nazionalizzazioni.
28 dicembre 1964. Il presidente della Repubblica si dimette per le sue condizioni di salute. Le nuove elezioni portano alla proclamazione di Giuseppe Saragat, socialdemocratico, che lascia dunque il governo (dove ricopriva l'incarico di Ministro degli Esteri).
5 marzo 1965. Amintore Fanfani ritorna sulla scena politica. Il premier Moro gli affida il dicastero precedentemente ricoperto da Saragat, quello degli Esteri, in una situazione particolare per lo scenario mondiale, quando scoppia, cioè, la guerra del Vietnam.
11 marzo 1965. Vengono approvati provvedimenti per i finanziamenti straordinari alle aziende in crisi: nascono così le cooperative, le società e i gruppi immobiliari.
21 maggio 1965. Si prorogano per 15 anni le misure straordinarie per interventi economici al Sud, previsti dalla cosiddetta "Cassa del Mezzogiorno".
24 giugno 1965. Nasce la Legge sul Cinema: quando ormai la produzione cinematografica ha raggiunto livelli da record, vengono prodotti film di ogni genere con una variegata libertà di espressione. Alcuni di essi, secondo il governo, rischiano di creare disagi nelle coscienze dei cittadini, dei cristiani, degli uomini virtuosi. Pertanto si decide di regolamentarne l'uscita: è scontro nella stessa maggioranza fra Dc e Psi, ma alla fine si riesce a trovare l'accordo.
15 luglio 1965. Viene inaugurato il Traforo del Monte Bianco.
21 settembre 1965. Il ministro degli Esteri, Amintore Fanfani, viene nominato presidente dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite.
30 ottobre 1965. Approvata la legge sui patti agrari e sull'abolizione della mezzadria.
21 gennaio 1966. A far cadere il governo è il voto sull'istituzione della Scuola Materna Statale. Gran parte della Dc, con voto segreto, respinge il provvedimento (ci sono 250 no e 221 sì; il voto è condizionato dal fatto che molti istituti infantili privati erano guidati da ordini religiosi), ma quando il presidente Moro chiede di votare a scrutinio palese, i franchi tiratori fanno un passo indietro: 317 sì, 232 no. Moro, davanti allo strappo evidente, si dimette.

III GOVERNO MORO

Composizione
Camera dei Deputati Seggi
Democrazia Cristiana
Partito Socialista Italiano
Partito Socialdemocratico Italiano
Partito Repubblicano Italiano
Südtiroler Volkspartei
Union Valdôtaine
Totale Maggioranza 260
87
33
6
3
1
390
Partito Comunista Italiano
Partito Liberale Italiano
Movimento Sociale Italiano
PDI di Unità Monarchica
Totale Opposizione 166
39
27
8
240
Totale 630
Senato della Repubblica Seggi
Democrazia Cristiana
Partito Socialista Italiano
Partito Socialdemocratico Italiano
Südtiroler Volkspartei
Partito Repubblicano Italiano
Union Valdôtaine
Totale Maggioranza 132
44
14
2
1
1
194
Partito Comunista Italiano
Partito Liberale Italiano
Movimento Sociale Italiano
PDI di Unità Monarchica
Totale Opposizione 85
19
15
2
121
Totale 315
Composizione del governo:
Democrazia Cristiana: presidente del consiglio, segretario del consiglio dei ministri, 14 ministri, 26 sottosegretari;
Partito Socialista Italiano: vicepresidente del consiglio, 5 ministri, 13 sottosegretari;
Partito Socialista Democratico Italiano: 2 ministri, 5 sottosegretari;
Partito Repubblicano Italiano: 1 ministri, 1 sottosegretario.

Presidente del Consiglio dei ministri
Aldo Moro (DC)

Vicepresidente del Consiglio dei ministri
Pietro Nenni (PSI)

Segretario del Consiglio dei ministri
Angelo Salizzoni (DC)

Ministeri senza portafoglio

Interventi straordinari nel Mezzogiorno e nelle aree depressive del Centro-Nord
Attilio Piccioni (DC), Giulio Pastore (DC)

Rapporti fra Governo e Parlamento
Giovanni Battista Scaglia (DC)

Ricerca scientifica
Leopoldo Rubinacci (DC)

MINISTERI


Affari esteri
Ministro Amintore Fanfani (DC)
Sottosegretari Giuseppe Lupis (PSDI), Giorgio Oliva (DC), Mario Zagari (PSI)

Interno
Ministro Paolo Emilio Taviani (DC)
Sottosegretari Leonetto Amadei (PSI), Guido Ceccherini (PSDI), Remo Gaspari (DC)

Grazia e Giustizia
Ministro Oronzo Reale (PRI)
Sottosegretari Riccardo Misasi (DC)

Bilancio
Ministro Giovanni Pieraccini (PSI)
Sottosegretari Giuseppe Caron (DC)

Finanze
Ministro Luigi Preti (PSDI)
Sottosegretari Cesare Bensi (PSI), Vittorino Colombo (DC), Giovanni Gioia (DC), Athos Valsecchi (DC)

Tesoro
Ministro Emilio Colombo (DC)
Sottosegretari Alessandro Agrimi (DC), Francesco Albertini (PSI), Giorgio Braccesi (DC), Eugenio Gatto (PSI)

Difesa
Ministro Roberto Tremelloni (PSDI)
Sottosegretari Francesco Cossiga (DC), Mario Marino Guadalupi (PSI), Natale Santero (DC)

Pubblica Istruzione
Ministro Luigi Gui (DC)
Sottosegretari Maria Badaloni (DC), Piero Caleffi (PSI), Giovanni Elkan (DC), Pier Luigi Romita (PSI)

Lavori Pubblici
Ministro Giacomo Mancini (PSI)
Sottosegretari Luigi Angrisani (PSDI), Danilo De Cocci (DC), Luigi Giglia (DC)

Agricoltura e Foreste
Ministro Franco Restivo (DC)
Sottosegretari Dario Antoniozzi (DC), Ludovico Camangi (PRI), Francesco Principe (PSI), Dante Schietroma (PSDI)

Trasporti e Aviazione Civile
Ministro Oscar Luigi Scalfaro (DC)
Sottosegretari Arcangelo Florena (DC), Orlando Lucchi (PSI)

Poste e Telecomunicazioni
Ministro Giovanni Spagnolli (DC)
Sottosegretari Crescenzo Mazza (DC)

Industria, Commercio e Artigianato
Ministro Giulio Andreotti (DC)
Sottosegretari Franco Maria Malfatti (DC), Maria Vittoria Mezza (PSI), Bonaventura Picardi (DC)

Sanità
Ministro Luigi Mariotti (PSI)
Sottosegretari Calogero Volpe (DC)

Commercio con l'Estero
Ministro Giusto Tolloy (PSI)
Sottosegretari Dante Graziosi (DC), Mario Vetrone (DC)

Marina Mercantile
Ministro Lorenzo Natali (DC)
Sottosegretari Mario Martinez (PSI)

Partecipazioni Statali
Ministro Giorgio Bo (DC)
Sottosegretari Carlo Donat-Cattin (DC)

Lavoro e Previdenza Sociale
Ministro Giacinto Bosco (DC)
Sottosegretari Ettore Calvi (DC), Raffaele Di Nardo (PSI), Anselmo Martoni (PSDI)

Turismo e Spettacolo
Ministro Achille Corona (PSI)
Sottosegretari Adolfo Sarti (DC)

 

IV GOVERNO MORO

Composizione
Camera dei Deputati Seggi
Democrazia Cristiana
Partito Socialista Italiano
Partito Socialdemocratico Italiano
Partito Repubblicano Italiano
Südtiroler Volkspartei
Union Valdôtaine
Totale Maggioranza 266
61
29
15
3
1
375
Partito Comunista Italiano
Movimento Sociale Italiano
Partito Liberale Italiano
Totale Opposizione 179
56
20
255
Totale 630
Senato della Repubblica Seggi
Democrazia Cristiana
Partito Socialista Italiano
Partito Socialdemocratico Italiano
Partito Repubblicano Italiano
Südtiroler Volkspartei
Union Valdôtaine
Totale Maggioranza 135
33
11
8
2
1
190
Partito Comunista Italiano
Movimento Sociale Italiano
PSI di Unità Proletaria
Sinistra Indipendente
Partito Liberale Italiano
Totale Opposizione 74
26
11
9
5
125
Totale 315
Composizione del governo:
Democrazia Cristiana
Partito Repubblicano Italiano

Presidente del Consiglio dei ministri
Aldo Moro

Vicepresidente del Consiglio dei ministri
Ugo La Malfa

Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri
Angelo Salizzoni

Ministeri senza portafoglio

Coordinamento delle iniziative per la ricerca scientifica e tecnologica
Mario Pedini

Organizzazione della pubblica amministrazione
Francesco Cossiga

Problemi relativi alle regioni
Tommaso Morlino

Beni culturali e ambiente (* il 14/12/74 viene istituito il Ministero dei Beni Culturali e Ambientali)
Giovanni Spadolini

MINISTERI

Affari esteri
Ministro Mariano Rumor
Sottosegretari Adolfo Battaglia, Francesco Cattanei, Luigi Granelli

Interno
Ministro Luigi Gui
Sottosegretari Girolamo La Penna, Decio Scardaccione, Giuseppe Zamberletti

Grazia e Giustizia
Ministro Oronzo Reale
Sottosegretari Renato Dell'Andro

Bilancio e Programmazione Economica
Ministro Giulio Andreotti (con incarico agli interventi straordinari nel Mezzogiorno)
Sottosegretari Salvatore Lima

Finanze
Ministro Bruno Visentini
Sottosegretari Giuseppe Cerami, Luigi Michele Galli, Filippo Maria Pandolfi

Tesoro
Ministro Emilio Colombo
Sottosegretari Lucio Gustavo Abis, Francesco Fabbri, Antonio Mario Mazzarrino

Difesa
Ministro Arnaldo Forlani
Sottosegretari Onorio Cengarle, Luigi Dalvit, Luciano Radi

Pubblica Istruzione
Ministro Franco Maria Malfatti
Sottosegretari Francesco Smurra, Giorgio Spitella, Giacinto Urso

Lavori Pubblici
Ministro Pietro Bucalossi
Sottosegretari Gian Aldo Arnaud

Agricoltura e Foreste
Ministro Giovanni Marcora
Sottosegretari Arcangelo Lo Bianco, Carlo Felici

Trasporti
Ministro Mario Martinelli
Sottosegretari Costante Degan, Giuseppe Sinesio

Poste e Telecomunicazioni
Ministro Giulio Orlando
Sottosegretari Giuseppe Fracassi

Industria, Commercio e Artigianato
Ministro Carlo Donat-Cattin
Sottosegretari Egidio Carenini, Adolfo Nino Cristofori

Sanità
Ministro Antonino Pietro Gullotti
Sottosegretari Franco Foschi, Biagio Pinto

Commercio con l'Estero
Ministro Ciriaco De Mita
Sottosegretari Ignazio Vincenzo Senese

Marina Mercantile
Ministro Giovanni Gioia
Sottosegretari Gianmario Carta, Primo Lucchesi

Partecipazioni Statali
Ministro Antonio Bisaglia
Sottosegretari Francesco Bova, Aristide Gunnella

Lavoro e Previdenza Sociale
Ministro Mario Toros
Sottosegretari Tina Anselmi, Manfredi Bosco, Alberto Del Nero

Beni Culturali e Ambientali
Ministero istituito con decreto-legge del 14/12/74
Ministro Giovanni Spadolini
Sottosegretari Alberto Spigaroli

Turismo e Spettacolo
Ministro Adolfo Sarti
Sottosegretari Antonino Drago

V GOVERNO MORO

Composizione
Camera dei Deputati Seggi
Democrazia Cristiana
Partito Socialista Italiano
Partito Socialdemocratico Italiano
Partito Liberale Italiano
Partito Repubblicano Italiano
Südtiroler Volkspartei
Union Valdôtaine
Totale Maggioranza 266
61
29
20
15
3
1
395
Partito Comunista Italiano
Movimento Sociale Italiano
Totale Opposizione 179
56
235
Totale 630
Senato della Repubblica Seggi
Democrazia Cristiana
Partito Socialista Italiano
Partito Socialdemocratico Italiano
Partito Repubblicano Italiano
Partito Liberale Italiano
Südtiroler Volkspartei
Union Valdôtaine
Totale Maggioranza 135
33
11
8
5
2
1
195
Partito Comunista Italiano
Movimento Sociale Italiano
PSI di Unità Proletaria
Sinistra Indipendente
Totale Opposizione 74
26
11
9
120
Totale 315
Composizione del governo:
Democrazia Cristiana

Presidente del Consiglio dei ministri
Aldo Moro

Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri
Angelo Salizzoni

Ministeri senza portafoglio

Organizzazione della pubblica amministrazione e regioni
Tommaso Morlino
Francesco Cossiga (con Dpr 12 febbraio 1976 assunse la carica di ministro dell'interno, cessando da quella di ministro senza portafoglio)

MINISTERI

Affari esteri
Ministro Mariano Rumor
Sottosegretari Francesco Cattanei, Luigi Granelli

Interno
Ministro Aldo Moro (ad interim) (con Dpr 12 febbraio 1976 cessa dalla carica di ministro dell'interno, ad interim) Francesco Cossiga (con Dpr 12 febbraio 1976 assunse la carica di ministro dell'interno, cessando da quella di ministro senza portafoglio)
Sottosegretari Girolamo La Penna, Decio Scardaccione, Giuseppe Zamberletti

Grazia e Giustizia
Ministro Francesco Paolo Bonifacio
Sottosegretari Renato Dell'Andro

Bilancio e Programmazione Economica
Ministro Giulio Andreotti (con incarico agli interventi straordinari nel Mezzogiorno)
Sottosegretari Salvatore Lima

Finanze
Ministro Gaetano Stammati
Sottosegretari Giuseppe Cerami, Luigi Michele Galli, Filippo Maria Pandolfi

Tesoro
Ministro Emilio Colombo
Sottosegretari Lucio Gustavo Abis, Francesco Fabbri, Antonio Mario Mazzarrino

Difesa
Ministro Arnaldo Forlani
Sottosegretari Onorio Cengarle, Luigi Dalvit, Luciano Radi

Pubblica Istruzione
Ministro Franco Maria Malfatti
Sottosegretari Francesco Smurra, Giorgio Spitella, Giacinto Urso

Lavori Pubblici
Ministro Antonino Pietro Gullotti
Sottosegretari Gian Aldo Arnaud, Guglielmo Nucci

Agricoltura e Foreste
Ministro Giovanni Marcora
Sottosegretari Arcangelo Lo Bianco, Carlo Felici

Trasporti
Ministro Mario Martinelli
Sottosegretari Costante Degan, Giuseppe Sinesio

Poste e Telecomunicazioni
Ministro Giulio Orlando
Sottosegretari Giuseppe Fracassi

Industria, Commercio e Artigianato
Ministro Carlo Donat-Cattin
Sottosegretari Egidio Carenini, Adolfo Nino Cristofori

Sanità
Ministro Luciano Dal Falco
Sottosegretari Franco Foschi

Commercio con l'Estero
Ministro Ciriaco De Mita
Sottosegretari Ignazio Vincenzo Senese

Marina Mercantile
Ministro Giovanni Gioia
Sottosegretari Primo Lucchesi

Partecipazioni Statali
Ministro Antonio Bisaglia
Sottosegretari Francesco Bova

Lavoro e Previdenza Sociale
Ministro Mario Toros
Sottosegretari Tina Anselmi, Manfredi Bosco, Alberto Del Nero

Beni Culturali e Ambientali
Ministro Mario Pedini (delega Ricerca scientifica)
Sottosegretari Alberto Spigaroli

Turismo e Spettacolo
Ministro Adolfo Sarti
Sottosegretari Antonino Drago

 

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