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ATENE

239, alla morte di Antigono Gonata, diventa re di Macedonia Demetrio II;
235, con l'adesione di Megalopoli alla lega achea il Peloponneso si libera dei macedoni;

239-230 a.C.

Tra il 301 a.C. (data alla quale si interrompe la parte che ci rimarrà dell'opera di Diodoro Siculo) e il 221 a.C. (inizio delle storie di Polibio) non ci rimarrà alcun resoconto storico continuato.

[Lucio Russo, La rivoluzione dimenticata, Feltrinelli 1996.]

EGITTO
305-30 a.C.: Epoca tolemaica.
- Tolomeo III [Evergete] 246-222 a.C.

 

CINA

Periodo dei Regni combattenti
(529-222 a.C.)

Nan-wang
?-222 a.C., Ton Chou-klun [duca dei Chou orientali]
? successore di Wen Wang.

Nel conglomerato di piccoli stati si distinguono tre stelle di prima grandezza, i regni di:
- Ts'i;
- Ch'u (di derivazione militare);
- Ts'in.
Seguono numerosi principati di minore importanza ma che svolgono tutavia un ruolo politico e militare non trascurabile: Wei, Chao, Han, Lu, Song, Yen, Ch'in.

230 a.C., Shih, re del Ts'in, compie la conquista dello Han;



_________________________

Catone, Marco Porcio [il Censore] (Tusculo [oggi Frascati] 234-Roma 149 a.C.) uomo politico romano;
di origine plebea, figlio di contadini benestanti e strenuo difensore della piccola proprietà, fu il primo della sua famiglia a compiere la carriera senatoria grazie all'appoggio della gens Valeria;
218-201, combattente durante la seconda guerra punica;
195, console, combatte con successo in Spagna dove è governatore;
190, come legato, combatte nella guerra contro Antioco III;
189, è battuto nell'elezione a censore;
187-184, con una serie di processi riesce a esiliare Scipione [l'Africano] e a far condannare il fratello Lucio sotto l'accusa di peculato;
184, viene eletto censore; in questi anni conduce un'aspra lotta contro gli Scipioni e il loro gruppo, fautori di una politica orientale che avrebbe provocato profonde modifiche nella società romana; in questa lotta si schiera con i conservatori del senato, preoccupati di non alterare l'orientamento occidentale e italico dell'impero nascente e l'equilibrio di potere dei gruppi dirigenti;
combatte il lusso e l'immoralità che ne deriva;
168, si oppone alla creazione della provincia di Macedonia e all'annessione di Rodi;
149, propugna la distruzione di Cartagine;
Origines (prima opera storica in latino, di cui restano solo frammenti)
[Lavorò alla stesura dell'opera fino alla morte perché vi sono riferiti eventi accaduti nel 151. È importante perché include non solo Roma ma anche le altre città dell'Italia in una visione più ampia della storia più antica della penisola. Rivelano chiaramente l'influenza di un'impostazione greca.]
Libri (o Praecepta) ad Marcum filium (manuale di pedagogia, in opposizione alla moda dei maestri greci).
[Personaggio contraddittorio: si oppone al lusso, ma si arricchisce col commercio (ed è per questo accusato dai suoi avversari politici). Ostile alle influenze culturali greche, le subisce parzialmente. La polemica contro la filosofia greca (che causa la cacciata da Roma dell'accademico Carneade) si svolge su un piano politico perché i greci vengono considerati potenziali creatori di sette, non su quello specificamente culturale. Circola perfino l'aneddoto che egli stesso abbia studiato in tarda età il greco; il suo motto è «discere, non perdiscere» (imparare, non assorbire)]
De agri cultura (trattato, conservatosi, facente parte dell'enciclopedia Ad filium)
[Redatto in forma di aridi precetti, è un libro prezioso per tutto ciò che ci tramanda dell'antico "Latium", riti religiosi, preghiere agli dèi campestri, ricette d'ogni genere, ecc. Propone a modello un campo di medie proporzioni, in contrasto col nascente latifondo. Egli deve molto tuttavia alle idee dell'agronomo cartaginese Magone.
Usa in pratica conquiste della tecnica greca; la terminologia stessa è in gran parte greca.
Sono andate perdute tuttavia le opere sulla medicina, l'arte militare e, probabilmente, il diritto, che completavano l'enciclopedia Ad filium.]
Carmen de Moribus
[Qui egli non è sicuramente debitore, in nulla, allo stile dei "filosofi popolari" greci, i "predicatori" cinici che andavano di città in città rimproverando agli uomini i loro vizi, ricorrendo a parabole e a similitudini familiari. È l'esperienza quotidiana di un piccolo proprietario attento al suo patrimonio quella che gli detta le parole con le quali si esprime.]

Cecilio Stazio (230 ca-166 ca a.C.) commediografo latino, nato forse a Milano da una famiglia della Gallia Cisalpina;
222, fatto prigioniero, viene condotto schiavo a Roma dove, affrancatosi, prende dal padrone il nome di Cecilio;
della sua ampia produzione rimangono 42 titoli e ampi frammenti, soprattutto della commedia:
Plocium (La collana, tratta dall'originale greco di Menandro).

Ennio, Quinto (Rudiae, od. Rugge, Lecce 239-169 ca a.C.) poeta latino, più filosofo che "teologo", il più "ellenistico" dei primi poeti romani;
[A lui spetta la vera creazione della "satira". (vedi Lucilio)]
Il nome di questo genere significa probabilmente "opera mista" (satura), e non è senza rapporto con quello della satura drammatica, che è forse il modello dal quale deriva la satira letteraria. Come quella, infatti, questa conteneva battute, apostrofi rivolte a un pubblico reale o immaginario, e si sviluppava in totale libertà, passando dall'uno all'altro ritmo, dalla prosa ai versi senza alcun vincolo formale.
La sua satira, in particolare, era una specie di rapsodia in cui s'intrecciavano scene di mimo, favole, racconti dai quali si ricavava una morale. Fu lui a narrare per primo l'apologo dell' "allodola e i suoi piccoli".]

[L'alter Homerus (nel proemio l'immagine del poeta greco appare in sogno al poeta romano per annunciargli che la sua anima si è trasferita in lui) si vantava di parlare e di scrivere in tre lingue: il greco, il latino e l'osco, che era la lingua del suo paese natale.
Fu lui che sospinse la letteratura romana sulle tracce della letteratura greca, avvicinandosi ai modelli contemporanei.]

204, milita fra le truppe ausiliarie romane in Sardegna, donde poi Catone [il Censore] lo trae a Roma; qui si guadagna la stima e l'amicizia della classe aristocratica, ma conduce sempre vita modesta nella sua dimora sull'Aventino;
189, nella cohors praetoria, al seguito di M. Fulvio Nobiliore (console nel 191) nella guerra contro gli etoli, assiste alla presa di Ambracia, la capitale nemica, che celebra appunto nella:
Ambracia (forse una tragedia praetexta)
184, ottiene la cittadinanza romana;
Scipio (carme, in cui celebra le gesta dell'amico
Scipione [l'Africano])
Epicharmus (poema in tetrametri trocaici sulla natura)
[perduto]
Euhemerus (poema in cui spiega che gli dei altro non sono che uomini dai meriti eccezionali)
[perduto; vi espone la dottrina di Evemero di Messina secondo il quale gli dèi e le dee del pantheon tradizionale altro non sono che re e principesse del tempo antico, divinizzati per i servizi resi all'umanità]
Annales (poema epico in 18 libri che in circa 30.000 versi celebra la storia di Roma dalle origini ai suoi giorni; iniziato probabilmente nel 203, un anno prima della battaglia di Zama, quando Roma è ormai sicura della vittoria)
[Con questi versi (ne sopravvivono circa 600) il poeta introduce per la prima volta, adattato al latino, l'esametro dattilico (in luogo del saturnio di Nevio) che era, da Omero in poi, il verso epico greco e che resterà per sempre il metro dell'epica; rimarranno fino all'Eneide di Virgilio un modello indiscusso dell'epopea romana.]
Di scarsa e mediocre vena comica (possediamo solo due titoli):
Caupuncula o Tabernaria
Pancratiastes
coltivò invece validamente la tragedia: restano frammenti e i titoli di 19 [20?] coturnate:
del ciclo troiano
- Achilles,
- Aiax,
- Alexander (soprannome dato a Paride tra i pastori),
- Hectoris lytra (Il riscatto di Ettore),
- Iphigenia,
- Hecuba,
- Andromacha aechmalotis (Andromaca prigioniera di guerra),
- Telamo,
- Telephus,
leggende di origini diverse:
- Alcmeo,
- Andromeda,
- Athamas,
- Cresphontes,
- Erechtheus,
- Eumenides,
- Medea exul,
- Melanippa,
- Nemea,
- Phoenix,
- Thyestes;
rassegna nella quale si riconoscono titoli (e senza dubbio soggetti) ripresi da Euripide.
Sabinae (praetexta)
Saturae (su argomenti vari)
Sota (in versi sotadei improntati al poeta osceno Sotade)
Epigrammi
Protrepticus (libro di precetti in tetrametri trocaici)
Hedyphagetica (manualetto di gastronomia, forse in esametri).

Lelio Maggiore, Gaio (n. 235 ca-m. 160 ca a.C.) uomo politico e generale romano,
[Padre di Gaio Lelio Minore.]
homo novus estraneo all'aristocrazia senatoria, emerse al seguito di Scipione [l'Africano] cui lo legò un'amicizia divenuta proverbiale;
210-206, combatte in Spagna dove conquista Cartagena; in Africa contribuisce a sconfiggere Siface di Numidia, che accompagna prigioniero a Roma, e guida la cavalleria a Naraggara (Zama);
190, console;
189, proconsole in Gallia Cisalpina.
[Alla fine della sua vita incontra Polibio al quale dà molte informazioni su Scipione [l'Africano] e la politica del tempo.]

Scipione [Africano Maggiore], Publio Cornelio (n. 236-Literno 183 a.C.) uomo politico e generale romano;
[Figlio di Publio Cornelio Scipione e nipote di Paolo Emilio Macedonico.]
218, prende parte alla battaglia del Ticino;
216, … e a quella di Canne, nella seconda guerra punica;
210, alla morte del padre e dello zio, viene inviato in Spagna a sostituirli come comandante dell'esercito impegnato nella conquista della regione;
[Primo caso di concessione di un comando militare a un privato che non ha ancora rivestito le cariche (cum imperio) necessarie alla funzione (egli è stato infatti soltanto edile).]
209, espugna Carthago Nova;
208, vince Asdrubale Burca a Becula;
206, sconfigge altre due armate nemiche a Ilipa, togliendo così ai cartaginesi la Spagna;
205, eletto console, riesce ad organizzare un esercito composto di volontari e con esso si dirige in Sicilia per realizzare il suo piano di guerra contro i cartaginesi che prevede una spedizione in Africa; supera in tal modo l'opposizione al piano da parte del senato, guidato da Fabio Massimo, che fa inviare nell'isola una commissione d'inchiesta per controllare il comportamento del suo esercito accusato di crudeltà e rilassatezza;
203, sbarcato in Africa con 35.000 uomini, vince Asdrubale e Siface ai Campi Magni;
202, con l'appoggio del re di Numidia Massinissa, sconfigge lo stesso Annibale, rientrato dall'Italia, a Zama;
[La vittoria gli procura il soprannome di Africano.]
199, al sommo del potere, diventa censore e principe del senato;
194, secondo consolato; di cultura ellenizzante, si oppone all'evacuazione della Grecia, patrocinando una politica protettiva contro le ambizioni di Antioco III di Siria, ma la guerra da lui proposta contro il re siriaco non è approvata dal senato;
190, quando la guerra diventa inevitabile egli vi partecipa come legato del fratello Lucio.
[In quest'occasione ottiene dal nemico la restituzione, prima della battaglia decisiva, del figlio Lucio precedentemente catturato, cosa che provoca sospetti di accordi segreti con Antioco III. L'oligarchia romana, insofferente delle posizioni di potere personale, attacca duramente lui ed il fratello.]
187-184, "processi degli Scipioni"; Catone [il Censore], principale rappresentante del tradizionalismo senatorio, ostile al filellenismo e all'individualismo degli Scipioni, intenta ai due fratelli una serie di processi;
egli interviene allora in favore del fratello Lucio stracciando i rendimenti finanziari per i quali è accusato; processato quindi egli stesso, preferisce ritirarsi a Literno dove muore poco dopo.

Scipione Asiatico, Lucio Cornelio (secc. III e II a. C.) uomo politico e generale romano;
[Fratello di Publio Cornelio Scipione [Africano Maggiore].]
207-202, serve come legato, sotto il fratello, durante le guerre in Spagna e in Africa contro i cartaginesi;
193, pretore in Sicilia;
190, console, durante la guerra contro Antioco III di Siria;
189, fattosi accompagnare dal fratello con la nomina di legato, sconfigge Antioco III a Magnesia al Sipilo;
187-184, "processi degli Scipioni"; Catone [il Censore], principale rappresentante del tradizionalismo senatorio, ostile al filellenismo e all'individualismo degli Scipioni, intenta ai due fratelli una serie di processi;
accusato di essersi rifiutato di consegnare il rendiconto finanziario del suo consolato, evita l'arresto per l'intervento del fratello e del tribuno Sempronio Gracco che pone il veto, ma la carriera dei due fratelli è irrimediabilmente compromessa;
184, Catone [il Censore] lo priva del diritto di servire nelle centurie equestri.

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ROMA

238, occupazione romana della Sardegna;
subito dopo il trattato di pace con i cartaginesi, i romani devono affrontare una guerra contro i falisci; in pochi giorni quattro legioni al comando dei consoli Q. Lutazio e Aulo Manlio Torquato conducono la campagna-lampo contro la lucumonìa ribelle: Falerii, che fa la stessa fine di Volsinii.
La nuova città Falerii novae sorge poi a circa sei km dall'antica capitale. [Civita Castellana, una borgata vicino alla via Flaminia, 54 km a nord di Roma, custodisce nel sottosuolo il sito dell'antica città faliscia.]
Dopo il successo contro i cartaginesi nel meridione, Roma si appresta ad espandersi verso nord.
A ovest, per la prima volta, un esercito romano avanza contro i liguri. Presso la foce dell'Arno a Pisa si inizia la costruzione di un solido porto di rifornimento destinato anche alla protezione della via di mare.
Sulla costa adriatica invece i romani decidono di dedurre colonie nei territori conquistati.
237, i cartaginesi iniziano l'occupazione della Spagna;
232, il tribuno della plebe Gaio Flaminio distribuisce ai cittadini romani l'agro piceno;
quando iniziano a spartire fra i loro concittadini i campi del territorio gallico a sud di Ariminum, l'odierna Rimini, tutti i galli scendono in rivolta preparandosi a restituire il colpo. I boî a Bologna e gli ìnsubri di Milano cominciano ad armarsi, chiedendo altresì aiuto alle tribù consanguinee d'oltralpe.

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