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Papa
Clemente XIII

(1758-69)

segretario di Stato: cardinale Torrigiani;

1760
Gennaio
10
, in occasione dell'intensificarsi dell'antisemitismo, specie in Polonia, il consultore del Sant'Uffizio fra Lorenzo Ganganelli legge dinanzi al papa un rapporto (approvato dalla congregazione il 24 dicembre scorso) sulla tradizionale accusa, rivolta contro gli ebrei, di omicidio rituale ai danni di fanciulli cristiani.
In risposta alla memoria presentata a Roma a Benedetto XIV dal polacco Jacob Selig o Selek, l'anno precedente, e sulla base di ulteriori informazioni inoltrate dal nunzio a Varsavia, ricordati i numerosi interventi della chiesa sulla questione sino all'enciclica A quo primum, (19 giu 1752) dello stesso Benedetto XIV, fa appello al pontefice per la scelta dei mezzi più opportuni per affrontare la questione.
Incaricato di fornire adeguate istruzioni al nunzio di Varsavia, riesce ad ottenere dal re Federico Augusto III l'impegno di più larga tutela delle consistenti minoranze ebraiche polacche;

Iniziano i primi dissapori con Vienna: il papa si rifiuta infatti di riconoscere a Maria Teresa la facoltà di proporre una terna di candidati alle nomine episcopali in Lombardia.
[Questo privilegio si basava su una consuetudine mai formalizzata in un trattato e per questo Roma si ritiene autorizzata a non tenerne conto. A Vienna se ne attribuisce la responsabilità al Torrigiani che comincia a non essere più molto gradito.]

 

cardinali:
Guidobbono Cavalchini Carlo Alberto (1683-1774)
(dal 1742).

Gesuiti

«segue da 1759»
1760,
Provincia Veneta
:
[p. provinciale ? (?-?)]
Dal 1703 sono in Dalmazia (con sede a Spalato dal 1740);
dal 1711 sono a Feltre (fino al 1768);
dal 1759 sono nell'isola ionica di Corfù.
Gennaio
9,
Venezia, Paolo Colombani ottiene la licenza per una Raccolta di opuscoli interessanti e curiosi intorno agli affari presenti del Portogallo; lo stesso giorno Giuseppe Bettinelli ha la revisione di altri dieci opuscoli, in buon parte tradotti dal francese o dal portoghese. Nei giorni successivi altre operette sono poste sul mercato da Gianmaria Bassaglia e dallo stesso Giuseppe Bettinelli.
Febbraio
15
, la risposta di Antonio Zatta non si fa attendere; con lo pseudonimo di Gino Bottagriffi inaugura la sua collezione di opuscoli filogesuitici, sotto la falsa data di Fossombrone, con uno scritto anonimo ma sicuramente di p. Francesco Antonio Zaccaria, le Lettere dell'abate N.N. milanese ad un prelato romano (prima risposta alle Riflessioni… di Urbano Tosetti) inserite poi nel primo dei 18 tomi della Raccolta di apologie edite e inedite della dottrina e condotta de' padri gesuiti.
Ed è un continuo botta e risposta.
[vedi Domicilia]
Giugno
15
, Portogallo, dopo le continue proteste della Santa Sede presso la corte di Lisbona, il nunzio pontificio viene immediatamente espulso;
Francia, i processi sostenuti nell'affaire del padre Lavallette (da 1753 al 1761) è il primo segnale della loro cacciata da questo regno; il papa accusa quindi l'Entità di non aver comunicato le operazioni condotte da padre Lavallette, mentre gli agenti negano ogni loro responsabilità affermando che le attività erano da tempo diminuite;
Dicembre
15
, il duca di Choiseul, senza essere stato invitato dal nunzio, scrive al re di Spagna a nome di Louis XV una lettera dettagliata nella quale lo invita a far da mediatore tra il re di Portogallo e la Santa Sede; lo avverte pure del pericolo che corre la Spagna, il regno più prossimo, se venisse introdotto in Portogallo il giansenismo di Olanda dopo che il famoso padre Norbat ha ricevuto dalla corte di Lisbona un compenso per studiare il modo di introdurre il giansenismo e attuare l'espulsione dei gesuiti; scrive nello stesso senso al ministro di Spagna e al marchese d'Ossun, ambasciatore di Francia a Madrid;
«segue 1761»

 

Congregazione
dell'Indice dei libri proibiti

«segue da 1759»
1760, alla svolta degli anni Sessanta, si assiste ad un'ulteriore e più vivace ripresa del pensiero sarpiano, attraverso le Memorie anedote del Griselini ed una più completa raccolta di scritti del padre servita in corso di stampa per il tipografo Bortolo Baronchello, un prestanome che, molto probabilmente, cela patrizi della corrente giurisdizionalista.
Venezia,
Maria Donadoni, responsabile peraltro del controllo in dogana dei libri importati a Venezia dall'estero, traduce la Lettre à un premier commis di Voltaire una delle prime esplicite perorazioni della libertà di stampa.
Dicembre, lo stampatore Nicolò Pagliarini viene incarcerato, condannato alla galera; graziato, ripara prima a Napoli e poi in Portogallo;
«segue 1761»

"frankismo"

«segue da 1759»
1760, scoperto poco dopo il carattere eretico e criptogiudaico dei frankisti, Jacob Frank (1726ca-1791) viene arrestato e imprigionato per tredici anni;
«segue 1772»

 

 
 

 

ANNO 1760





Guerra dei sette anni
[1756-1763]
- Inghilterra e Prussia
«»
Francia, Austria, Russia, Polonia, Svezia 
e molti principi dell'impero -

«segue da 1759»
1760
Giugno
23
, battaglia di Landshut, in Baviera;
[I prussiani perdono tutti i loro 10.400 uomini impegnati contro 38.000 austriaci.]

 

Agosto
15
, Liegnitz (Slesia): Federico II sconfigge austriaci e russi.
Forze in campo:
- 70.000 austriaci, al comando del mar.llo L.G.M. von Daun; oltre ai suoi sottoposti gen. Laudon e gen. Lacsy;
- 30.000 prussiani, al comando del re Federico II e del suo sottoposto gen. Zieten.
Il mar.llo L.G.M. von Daun ordina la ritirata su Striegau mentre Federico II costringe i russi a sgomberare Berlino.
Perdite:
- austriaci: 10.000 uomini e 86 cannoni;
- prussiani: 2.000 uomini.

[Sia Leuthen che Liegnitz sono state vittorie più gloriose che decisive dal punto di vista militare, giacché annullate dagli scacchi subiti dai luogotenenti di Federico II:
- tale la perdita della Slesia da parte di Bevern, immediatamente però ripresa a prezzo di sanguinosi combattimenti;
- tale l'evacuazione di Memel da parte di Lehwaldt davanti ai russi.
Invano assediando Olmütz, Federico II tenta d'aprirsi la strada per Vienna; giacché i russi a loro volta penetrano nella Nuova Marca accerchiando la città di Cüstrin, chiave della capitale prussiana.]

Ottobre
27
, davanti alla minaccia dei russi che avanzano da est, Federico II è costretto ad arretrare in Sassonia ed è seguito dalle truppe austriache del mar.llo L.G.M. von Daun che ora si accampano nei pressi di Torgau;

Novembre
3
, Torgau (Distretto di Lipsia): Federico II sconfigge gli austriaci.
Forze in campo:
- 46.000 prussiani, al comando del re Federico II e del suo sottoposto gen. Zieten.
- 60.000 austriaci, al comando del mar.llo L.G.M. von Daun.
Il re di Prussia obbliga gli austriaci a ripassare in disordine l'Elba.
Perdite:
- prussiani: 11.000, tra morti e feriti, e 5.000 prigionieri;
- austriaci: 12.000, tra morti e feriti, e 8.000 prigionieri.







1760
Unione Elvetica
Confederazione dei tredici cantoni elvetici:

CATTOLICI
- Uri (1291),
- Schwyz (1291),
- Unterwalden (1291),
- Lucerna (1332),
- Zug (1353),
- Glarus (1353) [in parte],
- Friburgo (1481),
- Soletta (1481).

PROTESTANTI
- Zurigo (1351),
- Berna (1353),
- Glarus (1353) [in parte],
- Basilea (1501),
- Sciaffusa (1501),
- Appenzell (1513).

1760
Gennaio
-


1760
SACRO ROMANO IMPERO
Francesco I
Albero genealogico

(Lunéville 1708-Innsbruck 1765)
figlio di Leopoldo duca di Lorena e di Elisabetta Carlotta d'Orléans;
1729-36, duca di Lorena e di Bar (Francesco III Stefano);
1736, 12 febbraio, sposa Maria Teresa d'Absburgo, arciduchessa d'Austria;
1737-65, granduca di Toscana (Francesco II);
a Firenze, dove non risiede, si fa rappresentare da un consiglio di reggenza;
1738-48, duca di Parma e Piacenza (Francesco II);
1745-65, imperatore del Sacro Romano Impero;
[l'imperatrice e consorte Maria Teresa gli ha affidato l'organizzazione del debito pubblico e la direzione delle finanze.]


1760
-
TOSCANA
-
 
1760
REGNO di BOEMIA e d'UNGHERIA
Maria Teresa d'Absburgo
Albero genealogico

(Vienna 1717-1780)
figlia primogenita dell'imperatore Carlo VI e della principessa Elisabetta di Brunswick-Wolfenbüttel;
1736, 12 febbraio, sposa il duca di Lorena Francesco Stefano, ora granduca di Toscana e duca di Parma e Piacenza (futuro imperatore Francesco I);
1740-80, regina di Boemia e d'Ungheria;
[arciduchessa d'Austria e sovrana sotto vari titoli dei domini asburgici]
. cancelliere di stato (1750-53): conte A.W. von Kaunitz-Rietberg; dal 1753 è il direttore della politica estera austriaca;
1756-63, guerra dei sette anni;



1760
-
LOMBARDIA
-



1760
REGNO di PRUSSIA
Federico II [il Grande]
Albero genealogico

(Berlino 1712 - Sans-Souci, Potsdam 1786)
figlio di Federico Guglielmo I e di Sofia Dorotea di Hannover;
1740-86, re di Prussia;
1740-48, guerra di successione austriaca;
guerra dei sette anni (1756-63);



1760
SASSONIA - REGNO di POLONIA
Augusto III
Albero genealogico

(Dresda 1696-1763)
figlio di Augusto II e di Cristiana di Brandeburgo-Bareith;
1733-63, principe elettore di Sassonia (Ferdinando Augusto II);
1733-63, re di Polonia;
ridotta dal 1738 a un protettorato della Russia;



1760
BAVIERA
Massimiliano III Giuseppe di Wittelsbach
Albero genealogico

(† 1777)
figlio dell'imperatore Carlo VII e di Maria Amelia d'Austria († 1756)
1745-77, elettore di Baviera;


1760
Brunswick-Lüneburg
Giorgio
Albero genealogico

[vedi Inghilterra]








1760
IMPERO OTTOMANO

Mustafà III

Albero genealogico

(1717-1774)
figlio di Ahmed III;
1757-74, sultano;
1760
-

1760
-





1760
RUSSIA
Elisabetta II
Albero genealogico

(Kolomenskoe, presso Mosca 1709 - Pietroburgo 1762)
figlia di Pietro [il Grande] e di Caterina I;
1741-62, imperatrice di Russia;




Ministro degli Esteri
-
1760
1756-63, guerra dei sette anni: con l'Austria e la Francia contro la Prussia;
le armate russe occupano Berlino;







1760
REGNO di FRANCIA
Louis XV

(Versailles 1710-74)
figlio di Luigi duca di Borgogna e di Maria Adelaide di Savoia;
1715-74, re di Francia;
a soli cinque anni, sotto la reggenza del duca di Orléans imposta dal parlamento contro l'esplicita volontà del re scomparso;
1726 11 giu-19 gen 1743, affida gran parte della politica del regno al proprio ex precettore, il card. A.-H. de Fleury;
dal 1744 la favorita è Mme de Pompadour;
guerra dei sette anni (1756-63);


Principal ministre d'État
duca É.-F. de Choiseul
(1758 3 dic - 24 dic 1770)
Guardasigilli
Louis XV
(1757 1° feb - 13 ott 1761)
Sovrintendente
delle Finanze
Henri Léonard Jean Baptiste Bertin
(1759 23 nov - 14 dic 1763)
Segretario di stato
agli Affari Esteri
duca É.-F. de Choiseul
(1758 3 dic - 13 ott 1761)
 
1760
La corona francese non soltanto rifiuta di onorare i suoi debiti – li onorerà in seguito, soltanto in parte – ma cerca di convincere l'opinione pubblica che i fallimenti della sua politica nordamericana e gli enormi costi della guerra sono stati causati da una cinquantina di funzionari di livello medio-alto che hanno rubato e speculato sugl appalti pubblici, nonchè male amministrato la colonia che è stata loro affidata.

[Intanto la feconda produzione letteraria del periodo 1750-60 non ha ancora saputo guadagnare l'opinione pubblica e scuotere il mondo ufficiale di Francia. Ancora una volta c'è bisogno che scoppi uno di quegli affaires che tanta parte hanno avuto e avranno nella storia di questo paese.]

CANADA
[Il nome deriva dalla parola huron kanata – villaggio o insediamento – che venne utilizzata in riferimento agli indiani di Stadaconé dal navigatore bretone Jacques Cartier (1491-1557). Essa viene quindi applicata dai francesi anche al territorio di Micmac e Montagnais.
Il toponimo Nuova Francia è caduto progressivamente in disuso e nel sec. XVIII è sostituito da Canada o dai nomi delle altre regioni.]
Governatore generale della Nuova Francia
Pierre de Rigaud de Vaudreuil de Cavagnial
marchese di Vaudreuil
(1755 - 1760)

Intendente
François Bigot
(1748 - 1760)
 

1760
Aprile
28
, nonostante la vittoriosa battaglia di Sainte-Foy, un villaggio a pochi km a ovest dell'ex capitale della Nuova Francia, i francesi non riconquistano Québec a causa del tempestivo arrivo della flotta britannica;

Maggio
16
, arrivo della flotta britannica a Québec;

Settembre
8
, la caduta di Montréal completa la vittoria delle forze armate britanniche e, da questo momento in poi, simboleggia l'atto finale di quella che, per la comunità francocanadese sarà nota come "la Conquista".
Da entrambe le parti l'iniziativa militare si trasferisce definitivamente dalle mani delle autorità locali a quelle metropolitane.

Gli Articoli di Capitolazione sono particolarmente moderati. Si è in fondo, in regime di occupazione militare. Poiché la guerra prosegue, la preoccupazione maggiore dei conquistatori non può che essere quella della sicurezza, tanto nell'eventualità di nuove azioni francesi, quanto in quella di una possibile rivolta della popolazione francocanadese.
Gli Articoli di Capitolazione non prevedono alcuna rappresaglia e rendono agli sconfitti tutti gli onori che questi richiedono. Inoltre essi:
- garantiscono agli ex sudditi della corona di Francia il mantenimento di tutte le loro proprietà, inclusi gli schiavi africani e indiani,
- non toccano il "regime signorile",
- concedono il libero esercizio della religione cattolica e la sostanziale conservazione della struttura ecclesiastica (ciò che non è consentito nemmeno in Gran Bretagna).
Il gen. Jeffery Amherst, firmatario britannico a Montréal, oppone però un netto rifiuto alla richiesta dell'ex governatore generale, Pierre de Rigaud de Vaudreuil de Cavagnial che i francocanadesi continuassero a godere del Costume di Parigi per quanto riguarda tanto le leggi e gli usi quanto le imposte.
Egli ribadisce seccamente che i francocanadesi «diventano sudditi del Re», sottolineando con ciò il fatto che sono gli sconfitti a doversi assoggettare alle condizioni dei vincitori, e non viceversa.

Ottobre
La corona britannica affida al gen. James Murray (1722-1794) l'incarico di governare il distretto di Québec durante il regime militare (1760-63);
31, questi organizza subito dei tribunali militari che amminsitrano la giustizia secondo l'uso britannico;
[Opereranno per quasi quattro anni, fino al 17 settembre 1764 con lo stabilimento dei tribunali civili.
In pratica, in attesa del futuro trattato di pace definitivo (più volte menzionato negli Articoli di Capitolazione), la sorte e il trattamento dei francocanadesi dipenderà sostanzialmente da come il gen. James Murray userà dei suoi ampi poteri.]
Il passaggio al sistema giudiziario britannico è meno brusco di quanto potrebbe essere, le nuove istituzini vengono modellate sulle vecchie, molte posizioni di carattere amministrativo vengono offerte ai cattolici francocanadesi, e alla chiesa viene consentito l'arrivo di un nuovo vescovo, Jean-Olivier Briand (1715-1794), anche se il suo titolo è quello di "Sovrintendente della Religione Romana".
[Il vescovo precedente, François-Marie Dubreil de Pontbriand (1708-† 8 giugno 1760), era morto tre mesi prima della Conquista.]

[Gli schiavi conosciuti nel Canada propriamente detto e nell'ovest – secondo lo storico Marcel Trudel (1990) che si baserà però su stime non affidabili – sono 4.092, di cui 2.692 indiani e 1.400 africani, con un numero di donne leggermente superiore a quello degli uomini.
Alla fine del regime francese essi sono più numerosi soprattutto nella regione di Montréal e all'Ile Royale.
Essi vengono acquistati soprattutto per motivi di prestigio e impiegati con mansioni di domestici.

Nella regione del Mississippi dove vengono impiegati nell'agricoltura, nelle miniere e anche nella tratta, vi sono, verso la metà del sec. XVIII, 450 schiavi africani e 150 schiavi indiani di contro a una popolazione di 800 francesi.

[Il regime signorile – inteso come sistema di ripartizione e sfruttamento della terra – applicato inizialmente alla Nuova Francia, sopravviverà dopo la Conquista (1760) e sarà ufficialmente abolito nel 1854.
I problemi relativi a questo regime sono sostanzialmente due:
- il primo concerne le somiglianze e le differenze tra il regime signorile canadese e quello francese;
- il secondo discute se e fino a che punto il ruolo economico del signore e del censuario si siano invertiti nella Nuova Francia rispetto alla Francia, favorendo i secondi – in un rapporto che lo storico William J. Eccles non esiterà (1987) a definire «l'incubo [degli storici di scuola] marxista» per l'assenza di un proletariato «e quindi di [una classe di] capitalisti».]

Alla fine del regime francese sull'intero territorio della Nuova Francia ci sono 250 signorie, a loro volta divise in un numero imprecisato di censive (censives). Ai confini di quest'ultime, e non delle signorie, corrispondono quei caratteristici rettangoli con fronte sul fiume visibili anche in futuro sulle rive dei fiumi della provincia del Québec.
[Le signorie furono concesse dalla Compagnie des Cents-Associés, a nome della corona, tra il 1627 e il 1663, e direttamente dall'intendente, sempre a nome della corona, dal 1663 in poi.
Tutte hanno accesso diretto al fiume. In assenza di altre vie di comunicazione è infatti il fiume a consentire la circolazione delle persone e delle cose, inclusi i prodotti della terra.
A partire dal 1663 la loro estensione fu notevolmente ridotta e regolarizzata. In generale una signoria è larga circa 4 km e lunga circa 12 (ma con molte eccezioni) e la sua forma tende ad essere rettangolare.
Anche le censive al suo interno tendono a essere rettangolari. Le più ambite sono quelle che godono di un accesso diretto al fiume, da cui il fatto che queste furono note in un primo tempo come côtes. Successivamente il termine côte venne sostituito da rang, a indicare la differete posizione delle censive rispetto al fiume.
Le signorie furono concesse sin dall'inizio su entrambe le rive del fiume San Lorenzo a partire dall'asse Québec-Montréal, tra il 1672 e il 1743 lungo il fiume Richelieu a sud di Sorel e a sud-est di Montréal, e nel 1736 lungo il fiume Chaudière a sud di Québec. Dopo la Conquista (1760) vengono concesse soltanto 8 nuove signorie.
Formalmente il regime signorile canadese non è diverso dal regime signorile di Francia, pur con le varianti regionali di quest'ultimo. La corona si è quindi limitata a concedere feudi e signorie (fiefs et seigneuries) e, per il quadro generale, a fare riferimento alle regole del feudalesimo francese.
Quest'ultimo sarà ufficialmente abolito soltanto dai decreti dell'Assemblea Nazionale Costituente del 4-11 agosto 1789, del 15-28 marzo 1790 e del 3 maggio 1790 ed è dunque operante durante l'antico regime.
In realtà, passerà un altro ventennio prima che in Francia le regole del regime signorile lascino il posto a quelle del libero mercato già prevalenti da tempo in Gran Bretagna quanto negli Stati Uniti.]

Nella Nuova Francia il clero ha signorie un po' più ampie che non in Francia.
I gesuiti controllano le signorie di:
- Sault-Saint-Louis e Laprairie-de-La-Madeleine a sud dell'isola di Montréal,
- Cap-de-la-Madeleine e Batiscan a nord-est di Trois-Rivières,
- Bélair, Sillery, Saint-Gabriel e Notre Dame-des-Anges a nord di Québec.
Il Séminaire de Québec controlla le signorie di:
- Ile-Jésus a sud dell'isola di Montréal,
- Beaupré, grande signoria, sulla costa nord del fiume San Lorenzo,
- Ile-aux-Coudres,
- Petite-Nation,
a nord del fiume Ottawa.
Le orsoline controllano le signorie di:
- Saint-Jean a ovest di Trois-Rivières,
- Portneuf a ovest di Québec.
I sulpiziani controllano le signorie di:
- isola di Montréal,
- di Lac-de-Deux-Montagnes,
- Saint-Sulpice a nord dell'isola.
Comunque, le terre del San Lorenzo presentano ben poche attrattive per investitori e speculatori. Nessun prodotto del suolo infatti sembra presentare sufficienti garanzie di profitto iniziale (come il tabacco al sud) e gli immigrati sono comunque insufficienti.
Pur con queste novità, il regime signorile non snatura affatto il modello sociale prevalente in Francia. La colonia si propone come una variante regionale della madrepatria, con la stessa divisione in ordini, lo stesso regime signorile, la stessa composizione sociale del ristretto gruppo dei signori.
La natura dei rapporti tra un ordine e l'altro e in particolare il rapporto tra i signori e i loro censuari rimane identico, al di là del fatto che vi siano alcuni signori "poveri" o che il livello della qualità della vita dei censuari sia particolarmente elevato.
Il regime signorile è dunque uno strumento della politica colonizzatrice della corona e il mezzo che garantisce alla nuova società coloniale lo stesso quadro socialmente ordinato e gerarchizzato esistente nella madrepatria.
Esso non è un modo per favorire la nobiltà terriera. Laddove le signorie non siano sufficienti a tale scopo, i signori mantengono buona parte del loro potere, nonché delle loro fonti di reddito, attraverso la partecipazione all'élite della società coloniale nei loro altri, svariati ruoli.
Il regime signorile non viene applcato soltanto in Canada, ma anche nell'Acadia (ma non in Louisiana).
In Acadia esso viene integralmente applicato nella forma ma risulta essere molto diverso nella sostanza. Il sottosviluppo acadiano favorisce l'indipendenza dei censuari i quali riconoscono in teoria l'esistenza di un'autorità superiore, ma nei fatti non se ne preoccupano. Il signore peraltro non ha modo di far valere eventuali suoi diritti in una regione che è spesso oggetto di guerra civile e di conquista da parte degli anglo-americani e che si caratterizza soprattutto per la scarsità di popolazione europea.

La popolazione della Nuova Francia è di 63.100 persone di origine europea. Ciò significa che il tasso di incremento annuo della popolazione della Nuova Francia è stato, nel periodo 1608-1760, del 19,8‰ contro il 39‰ della Francia più o meno nello stesso periodo.
[Nello stesso arco di tempo le province britanniche del continente, prese nel loro complesso e dopo aver scartato le impennate iniziali, hanno incremntato la propria popolazione del 30‰.
Il paragone tra Nuova Francia e il complesso delle province britanniche del continente può però portare fuori strada. In queste ultime infatti vi sono differenti fasce climatiche e quindi una maggiore varietà di prodotti del suolo.]
[Secondo gli storici statunitensi John J. McCusker e Russell R. Menard (1991).]
Nello stesso periodo 1608-1760 la nuova Francia ha accolto in tutto 8.527 immigrati "fondatori", i quali cioè hanno dato origine a una famiglia. Di questi 6.908 erano uomini e 1.619 donne.
Questo numero 8.527 però è complicato dal fatto che così tanti immigrati rientrarono in Francia dopo alcuni mesi o anni trascorsi nella colonia.
Così, aggiungendo agli immigrati "fondatori" – secondo la sintesi della storica americana Leslie P. Choquette (1997) – gli immigrati isolati, la stima sale a circa 20.000 immigrati.
Se però si tiene conto anche dell'Acadia (per la quale non esistono praticamente dati), dei lavoratori stagionali e dell'altissimo numero di emigranti che poi tornarono in Francia (il 70%) ecco che si arriva alla stima di ben 75.000 emigranti che hanno lasciato la Francia per la Nuova Francia durante l'intero regime francese.
[È comunque dalle 1.619 donne complessivamente immigrate nella Nuova Francia che trae origine il patrimonio genetico di quasi tutti i futuri (1999) 4.800.000 quebecchesi di lingua francese.]

Alla fine del regime francese la chiesa ha ancora in concessione il 25% di tutte le signorie della colonia, sulle quali vive il 34% della popolazione.
Le parrocchie sono 114. Dal punto di vista amministrativo, l'unità di base è rappresentata dalla parrocchia, non dalla signoria.
Nel 1759 nella Nuova Francia c'è un prete per ogni 350 fedeli.
[Per fare un confronto, si pensi che a Roma, fino al 1740, c'era un prete per quasi quindici persone, nel Basso Canada nel 1790 ci sarà un prete ogni 1.400 persone e nell'Irlanda del 1800, un paese ritenuto di stretta osservanza cattolica, uno ogni 2.676 persone.]
[L'alto livello del clero cattolico durante l'antico regime è proprio anche della chiesa cattolica delle province britanniche continentali. Quest'ultimo è però molto limitato nel numero poiché i fedeli non rappresentano che l'1% della popolazione complessiva e saranno, fino alla Guerra civile Nordamericana (1775-83), perseguibili a termine di legge.
Alla fine del XVIII secolo, quando l'influsso di sacerdoti inglesi e soprattutto irlandesi moltiplicherà a dismisura il numero dei sacerdoti noti per essere ubriaconi, o troppo attaccati al denaro, o dediti alle pratiche sessuali illecite, quello che è stato l'alto livello del clero del periodo francese diverrà ancora più evidente.]

Nell'antico regime ciascuno può parlare per se stesso, ma nessuno deve arrogarsi il diritto di parlare a nome di una collettività, a qualsiasi livello sociale. Nella Nuova Francia non esistono né elezioni né organismi rappresentativi istituzionali.
[Del resto non esistono neppure in Francia, se non per le assemblee dell'alto clero, i capitoli degli ordini religiosi e, quando vengono convocati, gli "stati generali".
Si deve anche ricordare che il 60% degli immigrati non ha scelto la Nuova Francia in piena libertà. Come ben riassumerà Charbonneau: i soldati seguirono gli ordini, le mogli e i figli seguirono i mariti e i padri, quasi tutti i funzionari dell'amministrazione civile venivano mandati oltreoceano contro la loro volontà, e il clero, i servi a contratto e le filles du Roy, seppure volontariamente, erano assoggettati a un regime di obbedienza gerarchica molto stretta.
Non esistendo dunque nella colonia istanze collettive né di rappresentanza ufficiale, l'unica azione possibile al privato cittadino per ottenre soddisfazione è il ricorso alla giustizia. Secondo la legge francese, che applica il sistema inquisitorio e non quello accusatorio (quest'ultimo è in uso nei paesi anglosassoni) sono gli individui a iniziare le cause civili.
Le cause penali possono essere iniziate soltanto dai giudici della corona, i quali in tale funzione rappresentano la società nel suo insieme. In linea di massima, pur in assenza di veri e propri professionisti, coloro che fanno funzionare la legge sono di buon livello e la loro competenza non viene mai messa in discussione.
L'unico boia risiede a Québec e la pena capitale è riservata ai colpevoli di omicidio. Rapinatori e falsari sono marchiati a fuoco, banditi dalla colonia o condannati ai lavori forzati sulle galere regie. I semplici ladri sono frustati e i colpevoli di crimini minori (rissa, disturbo della quiete pubblica, importuni sessuali) puniti con ammende.
L'uso della prigionia è limitato dal fatto che in Canada non ci sono né una polizia giudiziaria (tranne, nelle città, pochi funzionari alle dipendeze del tribunale) né vere e proprie carceri all'europea (i prigionieri morirebbero di freddo), per cui la carcerazione preventiva è di scarsa importanza e i processi tendono a essere rapidi.
La maggior parte dell'attività criminale – secondo lo storico John A. Dickinson (1993) – viene compiuta nelle città (60% dei casi tra quelli che arrivano in tribunale), e Montréal, città di frontiera, è più pericolosa (64% dei crimini totali) che Québec (30%).
Dell'attività criminale sono responsabili soprattutto gli uomni (80%), in particolare gli scapoli e i soldati tra i 24 e i 34 anni.

Crimini commessi nella Nuova Francia
Tipo
sec. XVII
sec. XVIII
- contro Dio, contro la bestemmia e la stregoneria
4%
1 caso
- di natura sessuale, dallo stupro all'adulterio alla prostituzione
20%
5%
- contro la corona, come i reati di falso e la resistenza a pubblico ufficiale
6%.
15%
- contro la persona, come omicidi, risse e insulti
28%
35%
- omicidi ***
5%
n. 12
- contro la proprietà, soprattutto furti
per il resto
per il resto

* quando l'equilibrio tra i sessi si assesta.
** Il numero di omicidi (5% dei casi, in linea con le statistiche di Francia e Inghilterra) non è molto elevato. In tutto vi sono stati 12 omicidi nel sec. XVIII, di cui 6 infanticidi, quattro legati a rapine e due a motivi familiari.

[Luca Codignola-Luigi Bruti Liberati, Storia del Canada, Bompiani 1999.]



Nel complesso il sistema giudiziario funziona relativamente bene in rapporto alle esigenze dei ceti inferiori della società. Le cause costano un po' meno che in Francia e le sentenze vengono emesse più rapidamente.
[L'uso della tortura o della pena capitale e il maggior peso dato a testimonianze rese da persone appartenenti all'élite possono apparire inumani e ingiusti, se misurati con gli standard comunemente accettati alcuni secoli dopo. Eppure gli abusi furono pochi e la repressione ingiustificata non significativa. In appello le pene sono generalmente ridotte: dei 77 individui condannati a morte nel corso del sec. XVIII soltanto 41 condanne vengono effettivamente eseguite.
A parte l'uso della gogna, molto comune nelle colonie britanniche e praticamente sconosciuto nella Nuova Francia (due casi soltanto), la vera differenza tra le due esperienze è nella maggiore severità con cui, nelle prime vengono puniti i crimini contro la proprietà, una differenza che peraltro contraddistingue anche Francia e Gran Bretagna.]

Matrimoni misti*

1644-1699

33
1700-1729
78
1730-1760
69
Totale
180
* Anche se non è quantificabile il numero delle donne indiane, certamente molto numerose, che coabitano con uomini francesi.
In 145 casi si tratta di uomini francesi che sposano donne indiane, nei restanti 35 casi di uomini indiani che sposano donne francesi. Di 12 di queste ultime si sa che hanno una madre indiana.
[Luca Codignola-Luigi Bruti Liberati, Storia del Canada, Bompiani 1999.]

Al contrario che in Canada, in Louisiana e nell'Illinois i matrimoni misti sono molti.

Questa "Conquista" – come si dibatterà tra gli storici – non è stata provocata:
- né dal differente numero degli abitanti (1.628.700 delle province britanncihe del Nord America (da Terranova alla Georgia) contro 63.100 canadesi (1760),
- né dal maggior numero di soldati anglo-americani in rapporto a quelli franco-canadesi,
- né dalle difficoltà nelle comunicazioni e nei trasporti tra la Francia e la colonia,
ma dalla concomitanza di due fattori:
1) - l'incapacità degli alti comandi francesi, di gran lunga inferiori ai loro colleghi britannici;
2) - dall'improvvisa cessazione di quel rapporto privilegiato che ha finora segnato il rapporto tra colonia e madrepatria.
[Tra gli storici da consultare: lo statunitense Francis Parkman, Charlkes P. Starcey (1906-1989), ecc.]

Ma fin dall'indomani della "Conquista" gli storici canadesi e soprattutto quelli di origine francocanadese si interrogano non soltanto sulla sua inevitabilità ma anche e soprattutto sul suo significato e sulle sue conseguenze.
Per gli storici anglofoni, soprattutto canadesi e statunitensi, si tratta essenzialmente di mostrare la superiorità della civiltà di origine anglosassone rispetto a quella di origine latina. Essi dunque intrpretano la Conquista come un fatto certamente traumatico, ma anche sostanzialmetne positivo. Essa avrebbe infatti finalmene integrato una colonia di antico regime alla dinamica del mercato occidentale e aun sistema politico basato sulla rappresentatività.
Più complesso e niente affatto univoco l'atteggiamento della storiografia francocanadese.

[Tra il 1840 e il 1960 la storiografia francocanadese, dominata da membri della chiesa cattolica che sono spesso anche dei sacerdoti, adotterà una visione provvidenzialistica della Conquista. Tale visione nasce dalla giustificazione di una società in cui è molto forte il peso della gerarchia cattolica e degli intellettuali che a essa si rifanno. Secondo tale corrente del pensiero, nella sua apparente tragedia la Conquista avrebbe permesso alla nazione francocanadese di purificarsi dei suoi elementi negativi, che le sono venuti soprattutto dalla Francia di Luigi XV, corrotta e sempre più anticlericale. La separazione avrebbe quindi evitato alla comunità francocanadese l'immane tragedia della Rivoluzione Francese (1789-99).
Secondo Lionel Groulx (1878-1967), ultimo importante esponente di tale scuola, essa soprattutto le avrebbe consentito di sopravvivere e anzi di rinforzarsi grazie al suo sentimento nazionale. Quest'ultimo nasce dall'unità e dall'identità etnica, linguistica, storica e soprattutto religiosa della comunità francocanadese, le quali vanno di pari passo con l'attaccamento alla terra e il rifiuto di dividere con anglocanadesi e statunitensi i valori dell'economia di mercato.
Si tratta di un punto di vista che accomunerà:
. Étienne-Michel Faillon (1799-1870,
. Jean-Baptiste-Antoine Ferland (1805-1865),
. Henri-Raymond Casgrain (1831-1900),
. Frédéric-Ernest-Amédée Gagnon [più noto come Ernest] (1834-1915),
- Auguste-Honoré Gosselin (1843-1918),
. Narcisse-Eutrope Dionne (1848-1917),
. Thomas Chapais (1858-1946).
Pur nel loro anticlericalismo, che sostituisce ai valori della religione quelli del parlamentarismo liberale, anche François-Xavier Garneau e Benjamin Sulte (1841-1923) non si discostano dalla tesi della sostanziale positività della Conquista.
Negli anni 1960-1970, in concomitanza con la laicizzazione della società quebecchese, il dibattito sulla Conquista perderà i suoi connotati provvidenzialistici e si collegherà al problema del "ritardo" della nazione franco canadese.
Questo avrebbe consentito la dominazione economica, politica e culturale anglocanadese nonché provocato l'incapacità dei francocanadesi di farsi nazione libera, autonoma o addirittura indipendente.
A tale scuola, originariamente nota nel suo complesso come Scuola di Québec, apparterranno:
. Marcel Trudel,
. Fernand Ouellet e
. Jean Hamelin (1931-1998).
A partire dagli anni 1980 il dibattito sul significato e le conseguenze della Conquista perderà molto della sua valenza ideologica. Il successo politico del Parti Québécois, che pure ufficialmente sposterà le tesi neonazionaliste nel suo manifesto del 1980, esaurirà la loro utilità direttamente politica.

 

[Si conosce l'identità di alcuni militari di origine italiana delle truppe regolari della colonia, anche se soltanto in alcuni casi si può risalire al cognome originale. Si tratta di:
. Domenico Bregante [Jean-Lourd] (1737-1769), di Genova;
. François April [Francisque] († post 1771), di Genova;
. Antoine Bertrnad [Duroy o Dubois] (1738-post 1762), di Torino;
. Jean-Bapriste Milock [Turin] (1718-1758], di Torino;
. Carlo Luciniani [de Lusignan] [fl.1758-1780], di Firenze.
Tutti si fermano in Canada dopo la guerra.
Essi sono stati preceduti da:
. Jean-Baptiste Bondy [Laverdure] (1675/6-1729), di Roma;
. Antoine Londevie [Larammée] (1731-1751), di Piacenza.]


LOUISIANA
Governatore
-
Commissaire-ordonnateur
-

1760
-

 

ILLINOIS
[Regione vagamente definita dai futuri stati americani di Illinois, Kentucky, Missouri e Iowa.]
Governatore
-
Commissaire-ordonnateur
-

1760
-

 

 

 

1760
Repubblica delle Sette Province Unite dei Paesi Bassi
Willelm V [il Batavo]
(The Hague 1748 - Braunschweig 1806)
figlio di Willelm IV d'Orange-Nassau e della p.ssa reale Anne di Gran Bretagna, Irlanda e Hannover, etc.;
principe di Nassau-Dietz
principe d’Orange
1751-95, statholder dei Paesi Bassi;
(22.10.1751-18.1.1795)
[Reggente: Maria Luisa d'Assia-Kassel (1759-65)]

Olanda

 

Zelanda

 

Uthrecht

 

Frisia
 
Gheldria

 

Groninga

 

Overijssel

 

1760
-

 

 


1760
Gran Bretagna e Irlanda
Giorgio II
Albero genealogico
(† 1760)
figlio di re Giorgio I e di Sofia Dorotea di Lüneburg-Celle;
1714-27, principe di Galles;
1727-60, elettore di Hannover;
1727-60, re di Gran Bretagna e Irlanda;
vedovo dal 1737, nel 1751 gli è morto anche il primogenito Federico Luigi principe di Galles;
1760
muore.  


Giorgio III
Albero genealogico

(Londra 1738 - Windsor 1820)
figlio di Federico Luigi principe di Galles e di Augusta di Sassonia-Gotha;
1751-60, duca di Brunswick-Lüneburg (Giorgio);
1760-1820, elettore di Hannover;
1760-1815, re di Gran Bretagna e Irlanda;


1814-20, re di Hannover;


 
Primo lord
del Tesoro
[First Lord
of the Treasury
]
Th. Pelham-Holles whig
1° duca di Newcastle
(1757 2 lug - 26 mag 1762)
Cancelliere
dello Scacchiere
[Chancellor
of the Exchequer
]
Segretari di Stato
-
Affari Esteri e Commonwealth
-
 
Affari Interni    
Giustizia    

1760
guerra dei sette anni (1756-63);


 


 
SCOZIA [dal 1° maggio 1707 è unita a Inghilterra e Galles]
-
-
-
-

1760
-


 
IRLANDA
-
-
-
-

1760
dal 1729 al parlamento di Dublino è stata riconosciuta dall'Inghilterra l'indipendenza legislativa;

Nord America Britannico
Governatore generale
-
Jeffery Amherst
(1760 - 1763)
-
-

1760
guerra dei sette anni (1756-63);

Filadelfia raggiunge i 23.000 abitanti;
New York ha 18.000 abitanti;
Charleston e Newport hanno ca 8.000 abitanti;

 

[Luca Codignola-Luigi Bruti Liberati, Storia del Canada, Bompiani 1999.]

 

 

 




Governatore militare del distretto di Québec
gen. James Murray
(1760 - ago 1764)
1760
Ottobre
La corona britannica affida al gen. James Murray (1722-1794) l'incarico di governare il distretto di Québec durante il regime militare (1760-63);

Dopo la conquista del Canada, gli ultimi acadiani sopravvissuti si arrendono alle autorità britanniche.
Le privazioni e gli stenti di cinque anni di wilderness hanno fatto di loro, tra tutti gli acadiani, coloro che hanno sofferto maggiormente.
La deportazione degli acadiani è certamente il fatto più devastante per coloro che vi sono stati coinvolti dell'intera guerra dei Sette anni (1754-63).
[Sarà però il loro nucleo, liberato dagli inglesi alla fine della guerra, quello che rifonderà la presenza acadiana nella regione e che consentirà l'aggregazione di quegli acadiani che ritroveranno, in seguito, l'antica via di casa.]

[Luca Codignola-Luigi Bruti Liberati, Storia del Canada, Bompiani 1999.]

TERRANOVA
Governatore della provincia
James Webb
(1760)

1760
-

 

ISOLA DEL PRINCIPE EDOARDO
Governatore della provincia
-

1760
-

 

NEW BRUNSWICK
Governatore della provincia
-

1760
-

 

NOVA SCOTIA
Governatore della provincia
-

1760
-

 

ISOLA DI CAPO BRETONE
Governatore della provincia
-

1760
-

 

Nord America (2)
-
-
-
-

1760
-



COLONIE DELLA CORONA
VIRGINIA
Governatore
-
-

1760
Jamestown, sul fiume James;

 






MASSACHUSETTS [Colonia reale dal 1750 ]
Governatore
-
-

1760
-


NEW ENGLAND
[Confederazione dal 1643; Dominion 1686-88; Confederazione dal 1688.
La religione di stato è il congregazionalismo puritano.]
Governatore
-
-

1760
-


PLYMOUTH
Governatore
-
-

1760
-

NEW HAVEN
Governatore
-
-

1760
-

CAROLINA
[Vasto tratto di terre immediatamente a sud della Virginia.
[La concessione è geograficamente distinta in:
- parte settentrionale: attorno allo stretto di Albemarle;
- parte meridionale.]
Governatore
-
-

1760
-
Alla fine dell'anno, nel NORTH CAROLINA i contadini dell'interno costituiscono un'associazione, soprannominata "i Regolatori", che si oppone con la forza alle angherie dei funzionari della costa.


NEW YORK
[L'anglicanesimo è la religione di stato in quattro contee.]
Governatore
-
-

1760
-

 

NEW JERSEY
[Non esistono collegamenti fra chiesa e stato e una grande libertà religiosa si è affermata sin dall'inizio.]
Governatore
-
-

1760
-

 

COLONIE DI PROPRIETÀ
PENNSYLVANIA
[Non esistono collegamenti fra chiesa e stato e una grande libertà religiosa si è affermata sin dall'inizio.]
Governatore
-
-

1760
-

 

MARYLAND [Colonia reale dal 1750 ]
Governatore
-
-

1760
-






DELAWARE
[Non esistono collegamenti fra chiesa e stato e una grande libertà religiosa si è affermata sin dall'inizio.]
Governatore
-
-

1760
-

 

COLONIE DI COMPAGNIA
CONNECTICUT
Governatore
-
-

1760
-

RHODE ISLAND
[Non esistono collegamenti fra chiesa e stato e una grande libertà religiosa si è affermata sin dall'inizio.]
Governatore
-
-

1760
-

a

1760
REGNO di DANIMARCA e di NORVEGIA
Federico V
Albero genealogico
(Copenaghen 1723 - 1766)
figlio di Cristiano VI e di Sofia di Brandeburgo-Kulmbach;
1746-66, re di Danimarca e di Norvegia;



1760
-
NORVEGIA
1760
-
ISLANDA
1760
-


1760
REGNO di SVEZIA
Adolfo Federico II
Albero genealogico

(Gottorp 1710 - Stoccolma 1771)
figlio di Cristiano Augusto duca di Holstein-Gottorp, vescovo luterano di Lubecca, e di Albertina Federica di Baden-Durlach;
1744, 29 agosto, sposa la p.ssa Luise Ulrike di Prussia (1720-1782), sorella di Federico [il Grande];
1751-71, re di Svezia;




1760
-

 



1760
REGNO di PORTOGALLO
Giuseppe I
Albero genealogico

(Lisbona 1714-1777)
figlio di Giovanni V di Braganza [il Magnanimo] e di Marianna d'Austria;
1729, sposa Maria Vittoria, infante di Spagna;
1750-77, re di Portogallo;
capo del governo: marchese di Pombal;


1760
Giugno
15
, dopo le continue proteste della Santa Sede presso la corte di Lisbona, mons. Acciajoli, nunzio apostolico alla corte di Lisbona e arcivescovo di Naupacte, viene espulso; Almade de Mendoza, ambasciatore portoghese a Roma, viene richiamato in patria;


a

1760
Spagna
Carlos III

(Madrid 1716-1788)
quintogenito di Filippo V re di Spagna e di Elisabetta Farnese;
1732-34, duca di Parma e Piacenza (Carlo);
1735-59, re di Napoli e di Sicilia (Carlo VII);
[vedi sotto]
1759-88, re di Spagna;
[reggente la madre Elisabetta Farnese]


1760
-


a






1760
SAVOIA - REGNO DI SARDEGNA
Carlo Emanuele III
Albero genealogico

(Torino 1701-1773)
figlio di Vittorio Amedeo II di Savoia e di Anna Maria d'Orléans;
1715-30, principe di Piemonte;
1730-73,
- conte di Aosta, Maurienne, Nizza e Asti;
- marchese di Saluzzo e Monferrato;
- re di Cipro e Gerusalemme [titolare];
- re di Sardegna e duca di Savoia;
1746-73, marchese di Finale e Oneglia;

- il Piemonte confina a est con il Ticino -

1760
-



1760
REPUBBLICA DI GENOVA
[Denominazione ufficializzata nel 1528 per iniziativa di Andrea Doria]
Matteo Franzoni
Albero genealogico

(? - ?)
figlio di
1758 22 ago - 22 ago 1760, doge di Genova;


Agostino Lomellini
Albero genealogico

(? - ?)
figlio di
1760 22 set - 10 set 1762, doge di Genova;


1760
-


1760
REPUBBLICA DI VENEZIA
Francesco Loredan 
Albero genealogico
(Venezia 9 feb 1685 - Venezia 19 mag 1762)
figlio di Andrea e di Caterina Grimani;
1752-62, doge di Venezia; [116°]

1760
Maggio
a Giuseppe Bettinelli vengono sequestrati oltre 3000 opuscoli antigesuitici che però ha stampato senza licenza… la fretta nel seguire un filone vincente ha i suoi alti e bassi!!
Giugno
6
, tutti i libri sequestrati sono pubblicamente bruciati, «baretta in testa», dal pubblico comandador nella piazzetta di San Marco (ma due giorni dopo gli stessi titoli gli vengono regolarmente autorizzati con la solita falsa data di Lugano).
Maggior rigore invece viene usato per gli opuscoli gesuitici…
Novembre
gli Inquisitori di Stato, venuti a conoscenza che Antonio Zatta intende stampare «certe osservazioni sopra la condotta tenuta dal ministro del Portogallo nell'affare de' gesuiti» gli impongono la consegna del manoscritto. Oltre a scoprirne l'imprudenza, andando più a fondo scoprono che è stato il gesuita Francesco Saverio Bianchi ad interessarsi dell'edizione.
[In effetti Antonio Zatta aveva prima sottoposto il libro all'esame del Pujati che l'aveva sconsigliato di stamparlo; Francesco Saverio Bianchi gli procurava in seguito la stampa ad Ancona, prima di ritentare con lui a Venezia.]



1760
ducato di Modena
Francesco III d'Este
Albero genealogico
(Modena 1698 - Varese 1780)
figlio di Rinaldo I e di Carlotta Felicita di Brunswick-Lüneburg;
1737-80, duca di Modena;
1760
dal 1755, capitano generale delle truppe austriache in Italia e amministratore della Lombardia [fino all'arrivo dell'arciduca Ferdinando], lasciato a Modena un consiglio di reggenza, vive tra Milano e Varese dove si fa costruire una splendida villa;




1760
-

1760
Ducato di Parma e Piacenza
Felipe di Borbone

(Madrid 15 mar 1720 - Alessandria, Italy 18 lug 1765?)
figlio di Filippo V e di Elisabetta Farnese;
1738, 16 agosto, sposa la p.ssa Louise-Elisabeth di Borbone, sorella di Louis XV;
1748-65, duca di Parma e Piacenza;
valendosi dell'opera del ministro G.-L. du Tillot;



1760
-


1760
REGNO di NAPOLI e SICILIA
Ferdinando IV
Albero genealogico
(Napoli 1751 - 1825)
figlio di Carlo III re di Spagna e di Maria Amalia di Sassonia;
1759-99, 1799-1806, 1815-16, re di Napoli;
1759-1816, re di Sicilia (Ferdinando III);



1816-25, re delle Due Sicilie (Ferdinando I di Borbone);

NAPOLI
Primo ministro
B. Tanucci
(1759 - 1768)

1760
-




SICILIA
Viceré
G. Fogliani
(1755 - 1773)
1760
-
 

a




Albrizzi Teotochi, Isabella (Corfù 1760-Venezia 1836) gentildonna italiana. Al suo salotto: Pindemonte, U. Foscolo, G. Byron e V. Alfieri, Canova etc.
Ritratti (1807, dei su citati personaggi)
Opere di scultura e plastica (1831, del Canova).

Babeuf, François-Noël o Gracchus (Saint-Quentin 1760-Vendôme 1797, 27 maggio, pugnalatosi in carcere) politico francese, socialista;
Cadastre perpétuel (1789, Catasto perpetuo; progetto già formulato nel 1787)
dopo il 9 termidoro è antirobespierriano, ma con la reazione termidoriana;
1793, 3 settembre, fonda il giornale «La défense de la liberté de la presse», poi ribattezzato «Le tribun du peuple», attraverso cui mira al ripristino della costituzione del 1793 come punto di partenza per successive esperienze socialistiche;
1794, pubblica:
Du système de dépopulation ou La vie et les crimes de Carrier (1794, Il sistema di spopolamento e i crimini di J.-B. Carrier)
[Vi riporta alcune vicende della I guerra di Vandea e gli atti dell'intero processo di J.-B. Carrier. Nel suo libro egli si scaglia duramente contro la "convenzione termidoriana", che ritiene colpevole del terrore e del "populicidio", un neologismo, che in futuro si potrebbe considerare un sinonimo di "genocidio".
Dopo di lui e la sua tesi sul "populicidio", non saranno formulati altri studi in tal senso per quasi due secoli… fino al 1986 quando Reynald Secher pubblicherà Le génocide franco-français: la Vendée-Vengé.]

27 luglio (9 Termidoro, Anno II), da questo momento diventa antirobespierriano, ma sta con la reazione termidoriana;
1797, per aver organizzato una cospirazione viene arrestato e condannato a morte;
prima di salire il patibolo si suicida con un pugnale.

Beauharnais, Alexandre visconte di (1760-1794) militare francese;
[Marito di Josephine Tascher de la Pagerie e padre di Eugène e di Hortense. ]
militare sotto il vecchio regime, aderisce presto al nuovo e viene eletto deputato agli Stati generali;
diviene quindi capo di S.M. dell'esercito del Reno;
1793, comandante in capo;
1794, accusato della perdita di Magonza, viene giustiziato.

Beckford, William (Fonthill-Gifford, Wilshire 1760-Bath 1844) viaggiatore e scrittore inglese
Vathek (1785, composto in francese, pubblicato a Losanna nel 1787).

Bonchamps, Charles Melchior Artus de (Juvardeil 10 maggio 1760 – 18 ottobre 1793) generale francese, controrivoluzionario;
[Figlio di Anne-Artus, marchese de Bonchamps.]
fu generale dell'armata vandeana e combatté nelle Guerre di Vandea.
serve con distinzione nella guerra d'indipendenza americana;
1789, è capitano del reggimento di fanteria d'Aquitania, quando la Rivoluzione francese, che disapprova, gli fa lasciare questo posto; si ritira in un castello a Saint-Florent-le-Vieil; è in questa occasione che gli insorti della Vandea vengono a cercarlo per farlo diventare loro capo;
1793, viene scelto con M.-L.-J. Gigot d'Elbée come il generale dell' "Esercito cattolico e reale" di Vandea; ottiene inizialmente alcuni successi in Angiò, e contribuisce alla presa di Bressuire e di Thouars;
17 settembre, l'esercito della bassa Vandea, comandato da lui e da F.-A. de Charette, fermo sul bordo della grande strada di Tiffauges a Cholet, di fronte a Torfou, viene attaccato dai repubblicani sotto gli ordini di J.-B. Kléber;
[Quest'ultimo, già seriamente ferito e sentendosi sempre più pressato dai vandeani, arriva al ponte di Boussay, vi fa mettere due pezzi di artiglieria. Dopo questo fallimento, il generale in capo J.-B.-C. de Canclaux ordina al gen. Beysser di dare supporto alle truppe a Boussay. Lui e F.-A. de Charette decidono di attaccarlo e lo raggiungono a Montaigu, e là, a seguito di un combattimento dove il generale repubblicano, viene raggiunto da una pallottola, passa per morto per alcuni istanti, la sua colonna si fa completamente prendere dal panico e si dà ad una fuga scomposta, che continua fino a Aigrefeuille-sur-Maine. Da Montaigu, F.-A. de Charette va a Saint-Fulgent, dove batte nuovamente i repubblicani, prende 22 dei loro cannoni, i loro bagagli e numerose munizioni.]
18 settembre, lui e M.-L.-J. Gigot d'Elbée assaltano vicino a Clisson il gen. J.-B.-C. de Canclaux;
già egli ha preso dei carri, delle ambulanze e una parte dell'artiglieria repubblicana; ma F.-A. de Charette non viene all'appuntamento, e i vandeani sono superati a loro volta;
30 settembre, J.-B. Kléber, messo agli ordini di J.-B.-C. de Canclaux, incontra, a due miglia da Montaigu, gli avamposti suoi e di M.-L.-J. Gigot d'Elbée; i due generali si sono accampati con 40mila uomini ed una numerosa artiglieria; J.-B. Kléber dà il segnale dell'attacco; dopo una dura battaglia di due ore, i vandeani, travolti dall'impeto di un assalto a sorpresa alla baionetta, si sfaldano e sono messi in rotta;
ai combattimenti di Saint-Christophe-du-Ligneron e di Tremblaie, i vandeani, comandati da lui, M.-L.-J. Gigot d'Elbée, il marchese di Lescure e il conte de La Rochejaquelein, sono nuovamente sconfitti dopo una sanguinosa battaglia; il marchese di Lescure è mortalmente ferito;
17 ottobre, nella seconda battaglia di Cholet, 24mila repubblicani combattono contro 40mila vandeani scoraggiati, molto male equipaggiati e poco disciplinati; ci sono poche battaglie dove le due parti si battono con una tale furia; i vandeani hanno a lungo il vantaggio; è il giovane gen. Marceau che decide la vittoria;
le perdite tra i vandeani sono di circa 10.000 uomini; M.-L.-J. Gigot d'Elbée rimane ferito gravemente e lui mortalmente;
[Anche le perdite dei repubblicani sono considerevoli, soprattutto tra gli ufficiali.]
portato a Saint-Florent, vi muore il giorno dopo mentre i vandeani passano la Loira.
[Viene sepolto sulla spiaggia di Varades. De Barante, redattore delle memorie della moglie del conte de La Rochejaquelein, sosterrà che alcuni giorni dopo i repubblicani lo hanno esumato per tagliargli la testa, ed inviarla alla Convenzione nazionale.
Fra i 5000 soldati repubblicani, di cui lui e il marchese di Lescure hanno chiesto la grazia il 18 ottobre a Saint-Florent-le-Vieil, si trova il padre dell'artista David d'Angers. Quest'ultimo creerà la famosa statua "Il perdono di Bonchamps"; l'originale si trova a Saint-Florent-le-Vieil ed una copia alla galleria "David di Angers" ad Angers.]


Bonneville, Nicolas de (Evreux, Eure 1760-Parigi 1828) scrittore politico francese, fondatore de «Le bouche de fer  (stampava lettere e articoli che il pubblico infilava in una apposita imboccatura di ferro).
Storia dell'Europa moderna (1789-92)
Lo spirito delle religioni (1791).

Boyer-Fonfrède, Jean-Baptiste (Bordeaux 5 dicembre 1760 – Parigi 31 ottobre 1793, ghigliottinato) politico francese;
[Figlio di Pierre Fonfrède, signore de La Tour Blanche, e di Marie-Caroline Journu (n. 1735), una delle principali famiglie di negozianti di Bordeaux.
Fratello di François Bernard Boyer-Fonfrède.
Coniuge: Jeanne Justine Ducos (1767-1820);
Figli:
. Henri Fonfrède (1788-1841), maggiore, si fa un nome nel giornalismo: durante la Rivoluzione difende le idee liberali nei principali giornali di Bordeaux;
. ? ecc.
Zio, quindi, del ministro Théodore Ducos.
La sua famiglia, vicina all'ambiente massonico, possiede delle piantagioni a Santo Domingo e delle navi che praticano il commercio tra le isole, le città anseatiche e Bordeaux. Di conseguenza essa è molto vicina ai Journu, altra grande famiglia di commercianti, della quale Bernard Journu-Auber e Antoine-Auguste Journu d’Artiguevieille, barone di Saint-Magne (1753-1794), sono i membri più in vista.]

contrariamente al suo ambiente, si dimostra molto contrario allo schiavismo; mentre segue un corso di formazione per diventare commerciante, si reca qualche mese in Olanda;
1789, a Bordeaux , sin dai primi giorni della Rivoluzione, si fa molto notare come oratore;
1790, diviene membro del Musée de Bordeaux e della loggia massonica "de l’Amitié";
1792, deputato alla Convenzione nazionale, si fa notare per la sua eloquenza e per il suo coraggio: denuncia i massacri di settembre, si oppone all'istituzione del Tribunale rivoluzionario e accusa J.-P. Marat; lo si ritrova quindi molto attivo in seno alla Commissione di commercio e delle colonie (alla quale apparterrà presto Bernard Journu-Auber);
31 maggio, essendosi opposto, nella Commissione dei Dodici, all'arresto di J.-R. Hébert e di Dumas, viene salvato dallo stesso J.-P. Marat;
ciò nonostante continua a combattere la Montagna con vigore;
infine, sulla "proposta d'Amar", viene condotto davanti al Tribunale rivoluzionario;
30 ottobre (9 Brumaio, Anno II), viene condannato a morte con gli altri venti girondini;
31 ottobre, viene ghigliottinato assieme agli altri.
[Tra di loro c'è anche suo cognato J.-F. Ducos, e sua moglie è incinta del quarto figlio.]

Buzot, François Nicolas Léonard (Évreux, Eure 1º marzo 1760 – Saint-Émilion, 18 giugno 1794) politico francese;
1789, avvocato nella sua città natale, viene eletto deputato agli Stati Generali dove diviene noto per le sue opinioni radicali;
[Chiede la nazionalizzazione di tutti i beni della Chiesa cattolica e il diritto a detenere e portare le armi.]
dopo lo scioglimento della Assemblea nazionale costituente, torna ad Évreux, dove viene nominato presidente del tribunale criminale;
1792, viene eletto deputato alla Convenzione nazionale e si unisce ai Girondini sotto l'influenza della sua amica Madame Roland, divenuta poi la sua amante;
entra in polemica con il principale avversario dei girondini, J.-P. Marat, e chiede l'istituzione della Guardia Nazionale per difendere la Convenzione contro i sanculotti;
[La sua proposta viene accettata ma non andrà mai in vigore ed i parigini lo scelgono come bersaglio del loro odio.]
1792, nel processo a re Luigi XVI, votò in favore della pena capitale, ma con l'appello al popolo e il rinvio dell'esecuzione; ottiene la condanna a morte pronunciata contro i membri emigrati della casa di Borbone, che non devono tornare in Francia, e contro chiunque chieda il ristabilimento della monarchia; allo stesso tempo, si oppone a G.-J. Danton e ai Montagnardi e respinge la creazione di un Comitato di salute pubblica e dei Tribunali rivoluzionari (ma si astiene quando la questione del processo a J.-P. Marat viene portata dai Girondini).
1793, 2 giugno, proscritto con i Girondini, fugge rifugiandosi nel dipartimento del Calvados in Normandia, dove contribuisce all'organizzazione di un'insurrezione girondina contro la Convenzione, che viene stroncata poco dopo;
[La Convenzione lo processa, e decreta che la casa da lui occupata debba essere demolita e mai più ricostruita sullo stesso terreno, dove dovrà essere innalzata una colonna su cui dovrà essere scritto: «Qui era il santuario di Buzot, furfante che, nella veste di rappresentante del popolo, cospirava per il rovesciamento della Prima Repubblica francese».]
fugge quindi assieme a J. Pétion de Villeneuve a Saint-Émilion, vicino Bordeaux, e vi rimane nascosto;
[Entrambi poi si suicidano nella foresta che circonda la località. I loro corpi saranno rinvenuti, un mese più tardi, sbranati dai lupi.]
Memorie (1823).

Caffarelli du Falga, Louis-Marie-Joseph-Maximilien de (1760-1845) militare francese, di origine italiana;
[Fratello minore del gen. Louis-Marie-Joseph-Maximilien.]
1793, ufficiale del Genio nell'esercito dei Pirenei Orientali;
1810, viene creato conte;
1814, viene incaricato da Napoleone I di difendere la regione di Tolosa contro l'invasione;
dopo la resa di Parigi, è nominato da Louis XVIII maresciallo di campo e consigliere di Stato onorario.

Carra Saint Cyr, Jean-François (1760--1834) militare francese;
generale sotto N. Bonaparte, si distingue a Marengo;
1803, è promosso generale di divisione;
1805, viene incaricato di occupare il territorio di Venezia;
1807, il suo comportamento alla battaglia di Eylau gli merita la nomina a barone dell'Impero;
con la Restaurazione è nominato governatore della Guaiana ma due anni dopo lascia il servizio.

Cesari, Antonio (Verona 1760-Ravenna 1828) letterato italiano, sacerdote
Dissertazione sullo stato presente della lingua italiana (1810)
Le Grazie (1813)
Vocabolario della Crusca (1806-11, nuova edizione).

Choiseul, Claude-Antoine-Gabriel – duca di Choiseul-Stainville detto Choiseul (1760-1838) militare francese;
1789, colonnello dei dragoni all'inizio della Rivoluzione;
dopo il fallimento del tentativo di Varennes, viene arrestato a Verdun;
per l'amnistia che segue la Costituzione di Louis XVI, viene rimesso in libertà;
N. Bonaparte lo toglie dalla lista degli emigrati e gli accorda una pensione;
sotto la Restaurazione viene ammesso alla Camera dei Pari.

Colley, Richard – marchese di Wellesley (castello di Dangan, Dublino 1760-Londra 1842) politico britannico;
[Fratello maggiore di Arthur (1769-1852) futuro duca di Wellington.]
1784, entra nella carriera politica come deputato al parlamento;
1797, sostenitore di W. Pitt, è nominato, grazie anche al suo appoggio,  governatore generale dell'India;
1798, impone il protettorato sull'Audh e sullo Hyderabad;
1799, occupa e sottomette i territori di Mysore;
1801, annette il Carnatico e porta il governo di Poona all'interno del protettorato inglese; 
1803, di fatto la sovranità inglese viene ora riconosciuta su tutto il Deccan e nella pianura del Gange;
1805, divenuta troppo dispendiosa la sua politica per il governo inglese, è costretto alle dimissioni; rientrato in Inghilterra, è nominato ambasciatore in Spagna;
1809-12, ministro degli esteri nel governo Perceval;
1821-28, lord luogotenente in Irlanda;
1833-34, ancora lord luogotenente in Irlanda.

Colli, barone di (1760-1812) militare italiano;
1793, comandante dell'esercito sardo che combatte contro i francesi per difendere la contea di Nizza;
dopo Mondovì, costretto a deporre le armi, passa al servizio dell'Austria; incaricato dal papa della difesa dello Stato della Chiesa, viene battuto ad Ancona.
Negli ultimi anni della vita è aiutato da Napoleone che gli assegna una pensione.

Crescentini, Girolamo (1760-1846) sopranista italiano e compositore di musica molto apprezzato in Italia e all'estero, divenne il cantante preferito della Corte di Napoleone I.

Dambray, Charles-Henri (Rouen 9 octobre 1760 – château de Montigny 13 dicembre 1829) politico francese.

Debry o De Bry, Jean Antoine Joseph (Vervins, Picardie 25 novembre 1760 – Parigi 6 gennaio 1834 [a.f. 1836]) politico francese;
[Nonno del barone Jean de Bry, a lungo prefetto del dipartimento della Côte-d'Or.]
1789, avvocato allo scoppio della Rivoluzione;
Essai sur l'éducation nationale (1790)
Éloge de Mirabeau (1790)
1791, eletto deputato per L'Aisne all'Assembela Legislativa,
siede al "Comitato d'Istruzione pubblica" con N. de Condorcet;
1792, viene rieletto alla Convenzione nazionale;
1793, gennaio, ardente repubblicano vota per l'esecuzione di Luigi XVI;
fa parte del "Comitato di sicurezza generale" e del "Comitato di salute pubblica";
21 marzo-4 aprile, presidente della Convenzione;
fa decidere la translazione al Panthéon dei resti di J.-J. Rousseau;
1795, 14 luglio (26 Messidoro) fa stabilire con decreto "la Marseillaise" come inno ufficiale della Repubblica;
eletto al Consiglio dei Cinquecento, sarà appagato da Napoleone;
1797, al congresso di Rastadt è nominato plenipotenziario con Bonnier e Roberjot;
1799, sulla via di ritorno sfugge per miracolo al massacro di cui sono vittime gli altri due suoi colleghi (egli sopravvive a tredici colpi di sciabola) e chiede vendetta per questo attentato;
9-10 novembre (18 Brumaio, Anno VII), asseconda il colpo di Stato di N. Bonaparte e in seguito fa parte del Tribunato;
1800, sotto l'Impero è nominato prefetto di Doubs; dimostratosi un buon amministratore, viene creato come ricompensa barone dell'Impero;
1814, si riavvicina ai Borboni, tuttavia, durante i Cento Giorni ritrova la prefettura del Bas-Rhin;
1816, esiliato come regicida, vive a Mons (Belgio) fino alla caduta di Carlo X;
1830, solo ora fa rientro in Francia.

Delaporte, Sébastien detto Laporte (1760-1823) politico e militare francese;
deputato all'Assemblea legislativa e alla Convenzione, entra nell'esercito delle Alpi;
in seguito si mette d'accordo con Flachat, uno dei più cinici profittatori di guerra;
N. Bonaparte li fa esiliare entrambi.

Des Moulins o Desmoulins, Camille (Guise, Aisne 1760-Parigi 1794) giornalista e politico francese; 
1785, avvocato senza clientela a Parigi;
1789, 12 luglio, al Palais-Royal arringa la folla parigina in tumulto per il licenziamento di J. Necker;
novembre, fonda il settimanale «Les Révolutions de France et de Brabant» (fino al luglio 1791);
in seguito fonda il giornale «Tribune de patriotes» accentuando la sua posizione estremista;
membro dei Cordelieri e amico di G.-J. Danton che lo nomina segretaro generale al ministero della giustizia;
1792, settembre, segretario generale di G.-J. Danton al ministero della Giustizia, viene eletto deputato alla Convenzione; siede alla Montagna e partecipa alle lotte contro la Gironda;
Histoire des Bressotins (1792, pamphlet)
1793, autunno, costernato per il processo ai girondini si stacca dal governo rivoluzionario, ritorna al giornalismo e fonda (dicembre) il nuovo giornale «Le Vieux Cordelier» che, predicando la riconciliazione e la clemenza, attacca M. Robespierre e il Comitato di salute pubblica;
1794, 31 marzo, arrestato assieme a G.-J. Danton e agli altri "indulgenti", viene processato e ghigliottinato (5 aprile); pochi giorni dopo la stessa fine tocca alla moglie Lucile per aver protestato con M. Robespierre.

Duprat, Jean (Avignon 22 dicembre 1760 – Parigi 31 ottobre 1793, ghigliottinato) politico francese;
[Fratello minore di Jean Étienne Benoît. Costui, colonnello della Guardia Nazionale, poi aiutante generale dell'armata d'Italia (11 Germinale, Anno III) è più moderato. Divenuto generale di brigata, resta ucciso nella battaglia di Wagram (1809).]
commerciante di sete;
1791, eletto deputato d'Avignon all'Assemblea Legislativa, non ha neppure il tempo di farvi parte in quanto sospettato di aver partecipato ai "massacres de la Glacière" (ottobre);
[Suo fratello Jean Étienne Benoît, che dirigeva la Guardia Nazionale, vi ha svolto un ruolo importante a fianco di Mathieu Jouve Jourdan [Jourdan Coupe-Tête].]
1792, 12 giugno, viene eletto sindaco d'Avignon, poco prima della sua unione alla Francia;
4 settembre, viene eletto deputato (1° su 11, all'unanimità dei 742 votanti) del dipartimento di Bouches-du-Rhône alla Convenzione Nazionale; 21 settembre, nella prima seduta egli vota l'abolizione della monarchia e la proclamazione della repubblica;
1793, gennaio, al processo di Luigi XVI egli vota per l'appello al popolo, per la morte del re e contro il rinvio;
13 aprile, vota la messa in stato d'accusa di J.-P. Marat;
29 aprile, denuncia suo fratello come «mauvais père, mauvais ami, mauvais frère», così come due dei suoi colleghi;
31 ottobre, non essendo compreso nella prima serie dei deputati girondini arrestati, egli li difende con coraggio e viene così aggiunto al numero dei proscritti;
30 luglio, viene decretato d'arresto;
24-30 ottobre (3-9 Brumaio, Anno II), fa parte dei 21 deputati girondini che compaiono davanti al Tribunale rivoluzionario;
30 ottobre, (9 Brumaio, Anno II), viene condannato a morte;
31 ottobre (10 Brumaio, Anno II), viene ghigliottinato assieme agli altri.

Durand, Jean-Nicolas-Louis (Parigi 1760-Thiais, Parigi 1834) architetto e teorico francese
Compendio di lezioni d'architettura tenute all'Ecole polytechnique (1802-05).

Gneisenau, August Wilhelm conte Neidhardt von (Schildau, Torgau 1760-Poznan 1831) militare prussiano
1782-86, presta la sua opera in un corpo di servizio dell'Inghilterra
1807, nelle guerre contro Napoleone si distingue nella difesa di Kolberg; promuove con G. von Scharnhorst un radicale cambiamento dell'esercito prussiano che viene trasformato in esercito nazionale e molto più efficiente
1813-14, capo di stato maggiore di G.L. Blücher collabora attivamente alla definitiva sconfitta di Napoleone
1816, si dimette per il contrasto tra le sue idee liberal.costituzionali e quelle reazionarie dei circoli dirigenti prussiani
1818, è richiamato in servizio
1825, è nominato feldmaresciallo
1831, muore al comando del corpo d'osservazione inviato ai confini orientali durante l'insurrezione polacca.

Hebel, Johann Peter (Basilea 1760-Schwetzingen 1826) scrittore tedesco, divenuto vicario evangelico nel 1780 dopo gli studi in seminario
Alemannische Gedichte (1803, Poesie alemanne)
Schatzkästlein des rheinischen Hausfreundes (1811, Scrignetto dell'amico renano; "storie da calendario").

Jourdeuil, Didier detto Leautey (Mussy-l'Évêque (in seguito una frazione di Charleville-sous-Bois) 14 aprile 1760 – Parigi 1801 ca) rivoluzionario francese.

Lameth, Alexandre (1760-1829) politico francese;
[Fratello di:
. Théodore (1756-1854);
. Charles (1757-1832).]

1789, il più brillante dei tre fratelli, viene eletto per la nobiltà di Péronne agli Stati generali; si unisce poi al Terzo stato;
1792, 10 agosto, si distingue per il suo ardore e combatte il conte di Mirabeau;
dopo Varennes si riunisce alla Corte e si consegna, con il marchese di La Fayette, agli austriaci;
serve N. Bonaparte che lo crea barone dell'Impero;
termina la sua carriera come deputato dell'opposizione liberale sotto la Restaurazione.

Le Peletier, Louis-Michel – marchese di Saint-Fargeau (anche con la grafia Lepeletier o Lepelletier) (Parigi 29 maggio 1760 – Parigi 20 gennaio 1793) politico francese;
[Anche con la grafia Lepeletier o Lepelletier, comunque nel 1790, dopo l'abolizione dei titoli nobiliari da parte dell'Assemblea Costituente, egli comincia a firmarsi con solo nome e cognome, come Michel Lepeletier.
Nasce da una ricca famiglia della nobiltà di toga francese; è il bisnipote di Michel-Robert Le Peletier des Forts, conte di Saint-Fargeau, controllore generale delle finanze del Regno di Francia nel periodo 1726-30.]

ricopre la carica di presidente al Parlamento di Parigi, una delle posizioni più importanti della magistratura nell' Ancien Régime;
1789, 16 maggio, viene eletto come rappresentante della nobiltà agli Stati Generali e, dopo un periodo di titubanza rispetto alla posizione da prendere negli eventi che stanno precipitando, diviene uno dei più accalorati sostenitori delle istanze popolari; luglio, diviene membro dell'Assemblea Nazionale Costituente, l'organo preposto alla stesura di una costituzione;
1790, nel contesto di un progetto di riforme in ambito legislativo, presenta, a nome del comitato per la giurisprudenza criminale di cui è membro, un progetto di codice penale assai avanzato, che comprende anche l'abolizione della pena di morte in favore delle pene detentive; continuando a svolgere un ruolo notevole nelle discussioni su diversi temi legati alla politica interna ed estera, diviene presidente dell'Assemblea Nazionale e membro e presidente dell'amministrazione dell'Yonne;
1792, 6 settembre, diviene membro della Convenzione Nazionale come rappresentante di quel dipartimento;
divenuto segretario dell'Assemblea, ne rimane un elemento particolarmente influente: 30 ottobre, tiene un notevole discorso sulla libertà di stampa; dicembre, interessatosi alla questione dell'istruzione pubblica (per regolamentare la quale è stato presentato un piano basato sul lavoro di N. de Condorcet) redige un importante saggio nel quale riassume le sue idee sull'educazione, le quali tendono a dare molta più importanza all'istruzione collettiva in strutture statali che al ruolo educativo dei genitori;
1793, 20 gennaio, in occasione della votazione sulla condanna a morte del re Luigi XVI, si esprime a favore dell'esecuzione accompagnando il suo voto con un discorso il quale probabilmente convince a votare per la condanna a morte molti degli indecisi;
[Proprio il fatto di aver infiammato gli animi nel corso di tale votazione, con l'aggravante della sua origine nobiliare, suscita contro di lui l'ira dei sostenitori della monarchia.]
la sera stessa del voto, Ph.-N.-M. de Pâris – una ex guardia del corpo del re – gli si avvicina nel momento in cui costui si sta sedendo a tavola nel ristorante di Février al Palais-Royal, lo trafigge con una sciabola che nascondeva sotto la pellanda e fugge; trasportato subito nel suo alloggio nel Marais, egli muore dopo poche ore.
[La figlia, che ha 8 anni al momento della morte del padre, sarà adottata.
I funerali, che per volontà della Convenzione si svolgono con la massima solennità, hanno luogo il 24 gennaio. La salma è tra le prime a essere deposte nel Panthéon di Parigi, la chiesa che i rivoluzionari hano scelto di dedicare alla memoria dei grandi francesi nel 1791. Il corpo sarà rimosso nel febbraio 1795 per volontà della famiglia.
Dieci giorni dopo, il 31 gennaio, Ph.-N.-M. de Pâris sarà raggiunto dalle forze dell'ordine a Forges-les-Eaux; lì lì per essere arrestato, si suiciderà con un colpo di arma da fuoco alla testa.
Il suo lavoro nel campo dell'istruzione pubblica sarà reso noto sei mesi dopo la sua morte. Il manoscritto sarà recuperato da M. Robespierre e letto alla Convenzione il 13 luglio, avviando vivaci discussioni in merito alla politica da adottare a proposito del problema dell'istruzione.
Il programma da lui concepito, che si pone come un completamento di quello di N. de Condorcet, ha come obiettivo principale la riforma delle scuole primarie: esse dovrrebbero diventare delle maisons d'éducation, cioè dei collegi pubblici nei quali tutti i ragazzi tra i 5 e i 12 anni sarebbero educati, a spese dello Stato, in condizioni di uguaglianza assoluta; in seguito, tra i giovani dotati di mezzi economici insufficienti per coprire le spese necessarie a proseguire attraverso i livelli successivi della propria istruzione, dovrebbero essere selezionati in proporzioni fisse i più meritevoli; ad essi la Repubblica continuerebbe a pagare gli studi fino ai massimi livelli dell'istruzione. Questo suo programma sarà adottato dalla Convenzione il 13 agosto, con alcune modifiche: l'accesso ai collegi pubblici sarà riservato ai maschi e la decisione se avvalersi o meno dell'educazione statale in questa forma sarà lasciata alle singole famiglie.
Il 20 ottobre dello stesso anno 1793, tuttavia, la Convenzione revocherà la riforma e ripristinerà il sistema di istruzione primaria tradizionale.
Considerato un martire della Rivoluzione per via delle circostanze della sua morte, diverrà un eroe popolare come, più tardi, lo sarà J.-P. Marat. I suoi ultimi istanti di vita diverranno il soggetto di un quadro di Jacques-Louis David, che sarà giudicato tra i suoi più belli; esso sarà collocato nella sala della Convenzione ma, ritirato dalla sua posizione dopo il colpo di Stato del 9 termidoro, andrà poi distrutto.]


Louvet, Jean-Baptiste detto Louvet de Couvray o Louvet de Couvrai (Parigi 12 giugno 1760 – Parigi 25 agosto 1797) scrittore, politico e giornalista francese;
Aventures de Faublas (?)
1789, con la Rivoluzione si fa strada;
ben introdotto presso Madame Roland arriva a farsi eleggere alla Convenzione;
contrario a M. Robespierre è costretto a fuggire in Svizzera;
dopo la caduta di questi, torna a Parigi e riprende il suo posto alla Convenzione;
in seguito viene eletto al Consiglio dei Cinquecento.

Moratin, Leandro Fernández de (Madrid 1760-Parigi 1828) drammaturgo e poeta spagnolo;
[Figlio di Nicolás poeta di gusto neoclassico.]
come il nonno e il padre fu avviato alla professione di famiglia: gioielliere della casa reale; fu amico di Goya;
1785, dopo la morte della madre si dedica quasi esclusivamente alla letteratura e pubblica il primo saggio, per l'edizione di un'opera del padre;
1786, da G.M. de Jovellanos viene introdotto come segretario al seguito del conte di Cabarrús che lo porta con sé a Parigi;
1789, grazie alla protezione del conte di Floridablanca e poi di M. Godoy ottiene alcuni benefici ecclesiastici, grazie ai quali può viaggiare in Francia, in Inghilterra e Italia (dove conosce, tra gli altri, C. Goldoni);
El viejo y la niña (1790, Il vecchio e la ragazza)
La comedia nueva o el café (1792, La commedia nuova o il caffè)
1796, in Spagna è segretario di interpretación de lenguas;
1799 è addetto alla junta de teatros;
El sì de las niñas (1806, Il sì delle ragazze; suo capolavoro)
1811, tornato in Spagna con i francesi, ottiene l'incarico di direttore della Biblioteca Nacional di Madrid in cui vigono le regole riformatrici dettate nel 1788 da Jovellanos;
1818, costretto alla fuga perché afrancesado cioè colpevole di "collaborazionismo" con il governo di Giuseppe Bonaparte decide, per evitare ulteriori persecuzioni dell'inquisizione, di stabilirsi in Francia;
1821, torna in patria ma deve ancora riparare in Francia (questa volta per fuggire la febbre gialla) e qui muore: sepolto al Père Lachaise, accanto a Molière, i suoi resti saranno riportati in Spagna venticinque anni dopo per decreto governativo.

Paradisi, Giovanni (Reggio Emilia 1760-1826) politico e poeta italiano;
[Figlio di Agostino (1736-1783).]
1797, membro del direttorio cisalpino, ricopre cariche importanti nella Repubblica Italiana e nel Regno Italico chiudendo la carriera come presidente del senato;
Opere scelte di Agostino e Giovanni Paradisi (1828, postumo, comprende le liriche: La Passione, A san Pietro e le commedie
Il vitalizio e I versi fortunati).

Regnaud de Saint-Jean d'Angély, Michel Louis Etienne (Saint-Fargeau 3 novembre 1760 – Parigi 19 marzo 1819) giornalista e politico francese;
[Figlio di Claude Regnaud, avvocato, e di Marie Allenet.
Ha per padrino Michel-Étienne Le Peletier de Saint-Fargeau e per madrina la moglie di questi, Suzanne-Louise Le Peletier de Beaupré.
La sua famiglia materna possiede dei beni a Saint-Jean-d'Angély.
Padre del mar.llo Auguste Regnaud de Saint-Jean d'Angély.]


Ramel, Dominique-Vincent detto [Ramel de Nogaret] o [Ramel-Nogaret] (Montolieu, Aude 3 novembre 1760 – Bruxelles 31 marzo 1829) politico francese.

Rouvroy, Claude-Henri de – conte di Saint-Simon (Parigi 1760-1825) filosofo e sociologo francese, nato dal ramo collaterale di una nobile famiglia, resa famosa da Louis de Rouvroy duca di Saint-Simon (1675-1755), ma economicamente decaduta.
[I suoi discepoli sono detti sansimoniani.]

Sapinaud de La Rairie, Charles Henri Félicité (château du Sourdis, La Gaubretière-Vendée 3 dicembre 1760 – 12 agosto 1829) militare francese.
[Nipote del cavaliere di La Verrie.]

Tyler, Charles (1760-1835) ammiraglio inglese, comandante della squadra del Capo.
[Padre di George.]


Wilks, Mark (1760-1831) funzionario inglese;
1813-16, governatore dell'isola di Sant'Elena.
[Padre della bellissima Laura (1798-1888).]

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«segue da 1759»
1760-80, si rinnova la popolarità dei fregi tipografici (dopo P.-S. Fournier) per merito degli innumerevoli imitatori e plagiari sparsi per tutta Europa, fra cui emergono per la loro inventiva:
. il tedesco Johann Michael Fleischmann e la ditta olandese J. Enschedé, per cui il tedesco aveva lavorato dal 1743 al 1768.
La stamperia dei Froschauer [marchio: "rana sul prato"], viene ora acquistata da Conrad Orell, l'editore di
. J.J. Bodmer,
. J.J. Breitinger,
. Wieland; sopravviverà nella casa Orell, Füssli e soci di reputazione europea.
«segue 1761»

Encyclopédie

«segue da 1759»
1760, 
«segue 1761»

«Storia letteraria d'Italia»

«segue da 1759»
1760, rotti i rapporti con i Remondini, stampatori-editori di Bassano (Vicenza), p. Francesco Antonio Zaccaria non demorde, visto pure il momento tragico dell'espulsione dei gesuiti dal Portogallo;
egli si lega al giovane stampatore veneziano Antonio Zatta che diventa pertanto, a tutti gli effetti, l'autore ufficiale dei gesuiti specializzato nella pubblicistica polemica.
È intanto imminente la pubblicazione degli «Annali letterari d'Italia».
«segue 1760»

«Gazzetta Veneta»

1760, Venezia, 6 febbraio,
Gasparo Gozzi (1713-1786) fonda e scrive questo periodico di cronaca cittadina stampato il mercoledì ed il sabato di ogni settimana fino al 31 gennaio 1761;
«segue 1762»

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