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189-180 a.C.

GALLIA

Gli antichi designavano con questo nome le regioni abitate dai galli;
nel mondo romano:
- Gallia Cisalpina (l'Italia settentrionale a nord del Po;
- Gallia Transalpina (il territorio compreso tra le Alpi, il Reno, l'oceano Atlantico, i Pirenei e il Mediterraneo.

Vi sono presenti circa 300 tribù galliche; alcune popolazioni maggiori esercitano un'egemonia di fatto su vasti territori imponendo rapporti di clientela alle tribù minori;
gli arverni dominano su tutta la Gallia centrale e premono sulle tribù meridionali raggruppate intorno alla federazione dei volci (tra Tolosa, Narbona e Nîmes) e a quella dei salluvi (intorno a Marsiglia); gli edui controllano il territorio tra la Senna e la Loira, i sequani tra la Saona e il Giura, i remi la valle della Senna;

SPAGNA

dal 197 a.C., Roma ha diviso i possedimenti spagnoli in due province:
- Hispania Citerior,
- Hispania Ulterior;

 


EGITTO
305-30 a.C.: Epoca tolemaica.
- Tolomeo V [Epifane] 205-180 a.C.

CINA

195-179 a.C., reggenza dell'imperatrice Lu, vedova del defunto Kao-Ti [Dinastia Han] ;
essa si preoccupa quasi esclusivamente di sostituire, nel governo dell'impero, i membri della famiglia dello sposo con quelli della propria;

 



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Apollodoro di Atene (180 ca-115 ca a.C.) filologo greco, studiò ad Atene, ad Alessandria (dove fu discepolo di Aristarco di Samo) e a Pergamo;
Sulle navi (commento al secondo libro dell'Iliade)
Sugli dei (compilazione di notizie mitologiche)
Cronache (4 libri di trimetri giambici che ricordano gli avvenimenti storici e letterari del periodo che va dalla presa di Troia al 119 a.C.)
Sulla terra (opera in versi di argomento geografico).

Panezio (Rodi 185 ca-Atene 110 ca a.C.) filosofo greco, figura principale dello stoicismo medio assieme a Posidonio;
studiò ad Atene alla scuola di Diogene di Seleucia, che lo convinse ad abbracciare la filosofia stoica;
durante la sua lunga permanenza a Roma diventò amico di Scipione l'Emiliano della cui cerchia filoellenica fu uno dei principali esponenti;
129, diventa scolarca della stoa, succedendo ad Antipatro;
Della provvidenza
Dei doveri

[Molti passi del De officiis di Cicerone ricalcano l'opera da vicino.]
Della sua produzione ci restano solo frammenti e testimonianze.

Scipione Emiliano Africano Minore, Publio Cornelio il "Numantino" (n. 185/184-Roma 129 a.C.) uomo politico e generale romano;
figlio di Lucio Emilio Paolo, venne adottato nella famiglia degli Scipioni da Publio Cornelio, figlio dell'Africano;
168, combatte a Pidna col padre;
in gioventù, riceve in dono la biblioteca dei re di Macedonia;
151, combatte come tribuno militare in Spagna con il console Lucullo;
147, eletto console con una dispensa dall'età legale, ha il comando della guerra in Africa;
146, distrugge la ribelle Cartagine fondando la provincia d'Africa;
[Polibio, lo storico greco (suo maestro e amico), racconta che egli pianse sulle rovine della città.]
142, censore, esercita influenza preminente sulla politica romana, presentandosi come esponente della fazione meno conservatrice del senato anche se legato ad una concezione tradizionale del potere aristocratico;
134, dopo una serie di ambascerie in oriente, viene ancora eletto console per risolvere la guerra in Spagna che si sta trascinando da anni;
133, arruolato un gruppo di suoi clienti per colmare la mancanza di uomini di leva, distrugge Numanzia dopo una lunga e tenace resistenza (di qui il soprannome);
aperto ai gravi problemi di Roma, marito di Sempronia, sorella dei Gracchi, si oppone al movimento di Tiberio quando questo si scontra contro gli interessi degli italici ricchi che vengono espropriati; ma mentre prepara l'intervento in assemblea che dovrebbe decidere l'esclusione degli italici dalle confische, in quanto contrarie ai trattati, egli muore, forse in seguito ad un infarto (anche se si diffonde il sospetto di assassinio).
[Considerato da Cicerone l'uomo di stato ideale, diventa l'interlocutore principale del De re publica e viene introdotto anche nel De senectute.]

Scipione Nasica Corcolum, Publio Cornelio (sec. II a.C.) uomo politico e generale romano, tipico esponente dell'aristocrazia senatoria e anche noto giurista;
[Genero di Scipione Africano, era figlio di Publio Cornelio Scipione Nasica;
Publio Cornelio Scipione Nasica: console nel 191, nel 204 aveva accolto a Roma il simulacro della Magna Mater, introducendo così ufficialmente nella repubblica il primo culto straniero.]
168, terza guerra macedonica: prende parte alla battaglia di Pidna, lasciandone un resoconto riportato da Plutarco;
162, eletto console, è costretto a lasciare la carica perché le elezioni si sono svolte senza gli auspici prescritti;
159, censore;
155, ancora console, pone fine alla guerra contro i dalmati;
150, pontefice massimo;
147, princeps senatus;
si batte in questi anni contro Catone per la sopravvivenza di Cartagine.

Terenzio Afro, Publio (Cartagine 185 ca-Stimfalo o Leucade 159 ca a.C.) commediografo latino;
di razza libica, non cartaginese, schiavo del senatore C. Terenzio Lucano, da costui ricevette non solo un'educazione liberale ma anche la libertà; visse in familiarità con molti nobili, fra cui Gaio Lelio e Scipione l'Emiliano;
160 ca, si reca in Grecia per una sorta di viaggio culturale dove si dedica alla composizione di altre commedie, ma la nave che trasporta in patria questo prezioso bagaglio naufraga ed egli, forse già malato, ne muore di dolore (o forse muore egli stesso nel naufragio);
lascia un piccolo podere nella via Appia e una figlia che va in sposa a un cavaliere romano; di lui restano sei commedie:
Andria (La fanciulla di Andro, ripresa da Menandro, rappresentata nel 165)
[Sottoposta, secondo la tradizione, al giudizio del vecchio poeta comico Cecilio Stazio, un gallo di Milano, vissuto all'incirca tra il 230 e il 168. Schiavo, era stato allevato a Roma, poi affrancato. Di gusti più letterari di Plauto, imitava di preferenza le opere di Menandro, il più conforme ai canoni classici della "commedia nuova". Delle sue opere non conosciamo che alcuni titoli: Meretrix (La cortigiana), Portitor (Il doganiere), Pugil (Il pugil), Epistula (La lettera), Exul (L'esule), Fallacia (l'inganno), ecc.]
Hecyra (La suocera, da Apollodoro, rappresentata per la prima volta nel 165)
[Fallita la prima rappresentazione, viene ripresa nel 160, con un nuovo fallimento: il capocomico Ambivio Turpione riesce a rappresentarla integralmente solo alla terza volta, ancora nel 160.]
Heautontimoroumenos (Il punitore di se stesso, da Menandro, rappresentata nel 163)
Eunuchus (L'eunuco, da Menandro, rappresentata nel 161)
Phormio (Formione, dall'Epidikazómenos di Apollodoro, rappresentata nel 161)
Adelphoe (I fratelli, da Menandro, rappresentata nel 160)
[Le date sono desunte da didascalie apposte alle singole commedie.]

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ROMA e Atene

193-188, guerra contro Antioco III re di Siria;

189, dopo alcuni successi contro gli etoli in Grecia, i romani, sotto la guida di L. Cornelio Scipione sconfiggono Antioco III a Magnesia sul Sipilo;

188, pace di Apamea con Antioco III: ridimensionamento della Siria; i romani divengono padroni dell'Asia Minore sino al Tauro;

187, finita la guerra celtica il console Caio Flaminio fa costruire ai suoi legionari una nuova strada militare [via Flaminia] che da Arezzo a Bologna collega l'Etruria settentrionale con la Valle padana assicurando il passaggio dell'Appennino verso le colonie romane della Gallia cisalpina.
[Già come in passato la "via Aurelia", la strada segue nei tratti principali il tracciato di un'antica via commerciale etrusca.]

186, il senato con un senatoconsulto (de bacchanalibus) decreta la repressione dei culti dionisiaci in Italia;
[Anche se provenienti dalla Grecia e celebrati con ugual diffusione sia a Roma che altrove, l'onta degli eccessi religiosi di questi riti rimane addossata agli etruschi.]
Un'azione poliziesca che porta a numerosi arresti e anche a condanne a morte mette fine a queste cerimonie esotiche.

183, morte di Scipione [l'Africano] e Annibale; morte di Filopemene, capo della lega achea. Gli succede Licorta.
Nelle campagne di Vulci viene fondata Saturnia e a ogni colono vengono assegnati dieci iugeri.

180, legge Villia sulla regolamentazione del cursus honorum.
Vengono insediati coloni a Graviscae, nei fondi tolti un tempo agli abitanti di Tarquinia. Ognuno riceve qui cinque iugeri di terra.
Con queste due città fortificate Roma completa la linea difensiva lungo la costa tirrenica.

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