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Robert BRASILLACH

(Perpignano, 31 marzo 1909 – Arcueil, 6 febbraio 1945, fucilato)

scrittore, giornalista e critico cinematografico francese;

 


[Nato da genitori di origine catalana.]

1914

1914 luglio - novembre 1918I Guerra Mondiale

lo stesso anno il padre, ufficiale dell'Armata coloniale francese, rimane ucciso in Marocco;
egli si trasferisce con la madre e la sorella Suzanne prima a Sens dove frequenta il liceo, poi a Parigi per entrare al liceo Louis-le-Grand;
[Suoi compagni sono: Jacques Talagrand conosciuto come Thierry Maulnier, Roger Vailland, Paul Nizan e Maurice Bardèche che diventerà suo cognato sposando la sorella Suzanne).]

1928
approdato alla prestigiosa "École normale supérieure", si fa presto conoscere come critico cinematografico e letterario scrivendo per la «Revue française» e la «Revue universelle»;

1931
inizia la collaborazione alla pagina letteraria dell’ «Action française», il celebre quotidiano di Charles Maurras;
[Salvo prenderne le distanze nel momento in cui le loro strade differiranno: Charles Maurras si sposterà a metà del decennio verso una maggiore diffidenza nei confronti dei tedeschi mentre gli uscirà dallo scetticismo antigermanico per abbracciare in modo più diretto le politiche fasciste e naziste. Questa adesione rimarrà tuttavia su un piano ideale più che concreto, sul piano di un giovane anti-borghese e anticonformista che vede nel fascismo «la poesia stessa del secolo XX».]


Présence de Virgile (1931, saggio critico)

novembre, inizia la sua collaborazione con il settimanale «Je suis partout»;

1932

Le Voleur d'étincelles (1932, romanzo)

Le Procès de Jeanne d'Arc (1932

negli anni Trenta è già considerato come uno dei più grandi talenti della Francia letteraria, apprezzato soprattutto per l'acutezza e la capacità di analisi espressa con eleganza nei contenuti e nella prosa;
le sue simpatie ideologiche lo avvicinarono all'Italia di B. Mussolini e alla Spagna dove si reca diverse volte;

1933
30 gennaio, A. Hitler è nominato cancelliere dal presidente del Reich P.L. von Hindenburg;
27 febbraio, incendio del Reichstag;
[I nazisti accusano immediatamente il partito comunista di aver preparato e commesso il crimine. L'incendio è l'inizio della rivoluzione… nasce una nuova era nella storia della Germania.]

1934
6 febbraio, si reca al teatro per assistere ad un'opera del celebre attore Louis Jouvet;
[Lo stesso giorno vi è una sommossa di piazza guidata dall'estrema destra che, duramente repressa dalle forze dell'ordine, vede cadere sedici manifestanti; egli rimane molto colpito dall'evento e lo citerà nella sua ultima poesia quando già si troverà incarcerato a Fresnes nel 1945.]

30 giugno, "notte dei lunghi coltelli";

L'enfant de la nuit (1934, Il fanciullo della notte)

1935

Histoire du cinéma (1935, scritta in collaborazione con il cognato Maurice Bardèche; 1943, nuova edizione)
[Contrariamente ai critici contemporanei, egli adotta per il cinema un punto di vista politicamente neutro, tranne qualche aggiunta antisemita di circostanza nel 1943. La sua sete di cinema lo porta a frequentare assiduamente Henri Langlos del Circolo del cinema. Benché entusiasta dei classici (Charles Chaplin, Georg Wilhelm Pabst, René Clair, Jean Renoir...) e dei film hollywoodiani (John Ford, Frank Borzage, King Vidor...) fa prova di gusti originali e mostra una insaziabile curiosità per il cinema straniero. È anche il primo a parlare in Francia del cinema giapponese e particolarmente di Yasujiro Ozu, Kenji Mizoguchi e Heinosuke Gosho.]

Portraits (1935, Ritratti)

1936


Le marchand d'oiseaux o Le méridien de Paris (1936)

Animateurs de Théâtre (1936, Animatori di teatro)

Les Cadets de l'Alcazar (1936, L'assedio dell'Alcazar, con Henri Massis)

Léon Degrelle et l'Avenir de Rex (1936, saggio sul belga che fu alla guida del movimento rexista)

1937
diviene redattore capo del settimanale «Je suis partout», organo fascista diretto da Pierre Gaxotte;
[Incarico che manterrà quasi ininterrottamente fino al 7 giugno 1940.]

è presente al congresso di Norimberga;
[Di cui riferirà in Cent heures chez Hitler.]

5 novembre, Berchtesgaden, nel corso di una riunione A. Hitler comunica che la Germania deve conquistarsi il Lebensraum [spazio vitale] in Europa orientale facendo uso della forza militare;
[Sono presenti anche W. von Fritsch, E. Raeder, W. von Blomberg e il ministro degli esteri K. von Neurath.]

Comme le temps passe (1937)
[La ruota del tempo, Milano, Sette colori, 1985.]

Cent heures chez Hitler (1937, Cento ore da Hitler)

Pierre Corneille (1937)

1938
gennaio, scoppia lo "scandalo Blomberg-Fritsch";
marzo, A. Hitler procede all'annessione al Reich dell'Austria;

29 settembre, viene firmato il patto di Monaco;

9-10 novembre, Kristallnacht "notte dei cristalli", progrom antisemita;
[Si dice che questa improvvisa violenza contro le proprietà degli ebrei sia stata causata dall'assassinio di Ernst von Rath, terzo segretario presso l'Ambasciata tedesca a Parigi.]

1939

1939 settembre – aprile 1945 - II Guerra Mondiale

1° settembre, A. Hitler attacca la Polonia;

Les sept couleurs (1939, romanzo)
[I sette colori, traduzione di Orsola Nemi, Milano, Edizioni del Borghese, 1966; Napoli, Guida, 1989.]

Histoire de la Guerre d'Espagne (1939, in collaborazione con Maurice Bardèche)

1940

maggio-giugno, campagna di Francia

Notre avant-guerre (1939-40, libro di memorie)
[Il nostro anteguerra, Roma, Ciarrapico, 1986.]

7 giugno, viene richiamato alle armi e la rivista «Je suis partout» sospende le pubblicazioni;

caduto prigioniero dei tedeschi, viene internato in un campo di concentramento;

dalla prigionia egli non interrompe la propria collaborazione con il settimanale cui continua a inviare articoli in sostegno della politica di collaborazionismo nel frattempo inaugurata dal maresciallo Philippe Pétain;
[Saranno proprio questi articoli inviati durante la prigionia a costituire durante il processo uno dei più importanti capi d'accusa.]

1941
sostenitore del Fascismo e del Nazionalsocialismo già prima della guerra, dopo la liberazione dalla prigionia diviene ora un fautore della più completa cooperazione con l'occupante tedesco al fine di creare un unico partito fascista francese da lui definito come "fascismo immenso e rosso";
7 febbraio, rapidamente ricostituito il gruppo originale, «Je suis partout» riprende le pubblicazioni;

[Secondo i redattori della rivista la Francia non si sarebbe dovuta limitare ad un armistizio con i tedeschi ma sarebbe dovuta entrare in guerra al loro fianco:
«Noi siamo per la collaborazione nella dignità. Francesi profondamente colpiti dalla disfatta, francesi addolorati, francesi che non sanno sopportare le gravi conseguenze, noi restiamo francesi che intendono vedere chiaro, salvare l'essenziale; è per questo che vogliamo entrare nell'ordine europeo.». Il suo pensiero su «Je suis partout» del 21 marzo 1941.]

La linea collaborazionista della rivista comporta anche l'adesione alle politiche antisemite del Terzo Reich su «Je suis partout».
[In riferimento al "decreto Marchandeau" che protegge le minoranze etniche, con particolare riferimento alla minoranza ebraica, egli scrive:
«Bisogna risolvere il problema ebraico, perché l'ebreo è lo straniero, è il nemico che ci ha spinti alla guerra ed è quindi giusto che paghi. Si, noi vogliamo salvaguardare la razza francese, proteggerla dai nocivi fermenti che la ingombrano ed avviliscono, noi vogliamo che in Francia vi siano dei francesi.». Lui su «Je suis partout» del 2 giugno 1941.]

La collaborazione di «Je suis partout» con i tedeschi occupanti si realizza anche nella pratica e non solamente nella teoria: la rivista, di cui egli è caporedattore, pubblica infatti (con palesi finalità delatorie) i dati segnaletici e i recapiti di ebrei, di esponenti della Resistenza e di oppositori politici, in modo da permetterne la cattura da parte dei nazisti.

invasione dell'Unione Sovietica

22 giugno, inizia la campagna di Russia;

 

1942

 

1943
in qualità di giornalista, su invito di Fernand de Brinon intraprende un viaggio sul Fronte orientale per visitare i volontari francesi della "Légion des Volontaires Français"; per l'occasione, insieme al giornalista Claude Jeantet chiede di potersi recare anche a Katyn' dove la Wehrmacht ha appena rinvenuto le vittime polacche di un eccidio compiuto dai sovietici;
30 giugno, rientra in Francia e dalla sua esperienza in Russia e a Katyn scaturiscono alcuni dei suoi ultimi articoli per «Je suis partout»;
lo stesso anno viene sopravanzato da Pierre-Antoine Cousteau, un collaboratore e militante, alla testa del settimanale e decide di lasciare la rivista;
27 agosto, pubblica il suo ultimo articolo come capo redattore;
[Convinto della giustezza delle sue idee, egli è paradossalmente allontanato a causa della sua linea: fascista convinto, rivendica la nascita di un fascismo francese che sia alleato col nazionalsocialismo tedesco e non un semplice clone, pur favorevole alla vittoria del Terzo Reich, la giudica sempre meno probabile e rifiuta di annunciarla pubblicamente come certa.]

La conquérante (1943, romanzo)

1944
6 giugno, D-Day, inizio dell'invasione finale ad ovest;

Dopo lo sbarco in Normandia egli si rifiuta di fuggire all'estero, nascondendosi nel Quartiere latino a Parigi.


20 luglio, Rastenburg, fallisce il colpo di stato tentato contro A. Hitler;

14 settembre, dopo che è stata arrestata sua madre con l'accusa di collaborazionismo, si costituisce alla Prefettura di polizia di Parigi, consegnandosi alle autorità per salvare l'anziana donna;
intanto il nuovo governo francese guidato dal gen. Ch. de Gaulle inizia i procedimenti contro i rappresentanti del governo di Vichy e dei collaborazionisti;
ottobre, viene pronunciata la prima condanna contro l'editore della rivista antisemita «Aujourd'hui» Georges Suarez;
[Sarà eseguita il 9 novembre successivo.]

lo stesso anno ha luogo il processo contro il direttore politico (1928-43) della rivista antisemita «Gringoire», Henri Béraud;

incarcerato nella prigione di Fresnes (futura Val-de-Marne), egli prepara dettagliatamente la propria autodifesa che viene raccolta in un Memorandum;
[L'accusa che lo riguarda è quella di “intelligenza col nemico” mossa sulla base dell'art. 75 del Codice penale francese, utilizzato dal governo presieduto da Ch. de Gaulle per avviare l'epurazione dei collaborazionisti in Francia in riferimento alla sua attività delatoria svolta sulle pagine di «Je suis partout». Nel suo Memorandum egli cerca di immaginare quali potrebbero essere le domande alle quali dovrà rispondere nel corso del processo ma senza nutrire alcuna speranza sulla sentenza convinto che questa sia già scritta. Durante la prigionia a Fresnes egli si dedica anche alla poesia, forse ispirato dall'esempio di altri letterati anch'essi imprigionati come Villon e Chénier, e a quest'ultimo dedica il suo André Chénier.

In prigione, lavora anche alla terza edizione della sua Histoire du cinéma e prepara un adattamento del "Falstaff" che spera di girare con Raimu.

Les Quatre Jeudis (1944, I quattro giovedì)

Poèmes (1944)

1945
19 gennaio, ore 13:00, inizia il processo nei suoi confronti davanti alla corte di assise della Senna;
[Davanti alle domande dell'accusa si dimostra un buon oratore rivendicando con orgoglio le proprie scelte. L'accusa guidata dal pubblico ministero Reboul punta a dimostrare che l'imputato, data la cultura e le grandi qualità letterarie ha scientemente posto le proprie capacità al servizio dell'occupante mentre la difesa di Jacques Isorni – che qualche mese più tardi sarà anche l'avvocato difensore del mar.llo Pétain – pone l'accento sul patriottismo dell'imputato ribadendo che nella sua scelta a favore dell'occupante non haa obbedito a un ordine ma ha seguito le proprie convinzioni.]
La giuria emette la sentenza di condanna a morte dopo una deliberazione di venti minuti. Alla lettura della sentenza una voce dal pubblico urla indignata: «È una vergogna!»; calmissimo, egli ribatte: «È un onore!».
ore 19:00, si conclude il processo.
[Secondo Alice Kaplan almeno inizialmente il processo poteva anche finire senza una condanna a morte ma contro lo scrittore giocò il proprio intendimento di non venire meno alle proprie idee e la inefficace difesa imbastita da Jacques Isorni che non riuscì ad adeguarsi efficacemente alla personalità dell'imputato trasformando così la sua arringa difensiva quasi in una dissertazione di critica letteraria.
Anche secondo il critico Emanuele Trevi se l'imputato avesse ammesso le accuse mossegli forse si sarebbe salvato ma posto davanti ai suoi scritti si rifiutò di rinnegarli ritenendo che così avrebbe invece rinnegato se stesso.
Secondo il critico Massimo Raffaeli, Jacques Isorni evitando di entrare nel merito delle accuse mosse all'imputato riuscì a presentare il suo assistito come un capro espiatorio accusato solamente per la colpa di essere fascista e riuscì a fondare la leggenda postuma di uno ucciso per le sue idee, pertanto l'imputato, durante il dibattimento, aderì alla linea difensiva concordata con Jacques Isorni e si comportò complessivamente in modo dignitoso.
Per lo scrittore Moreno Marchi la sentenza in realtà era già stata decisa e lo stesso imputato non si illudeva sulle possibilità di salvarsi soprattutto dopo le virulente proteste seguite alla commutazione in ergastolo della pena di morte inizialmente inflitta a Henri Béraud.]

Lettre à un soldat de la classe 40 (1945)
[Lettera ad un soldato della classe 40, traduzione di Mario Prisco, in appendice Berenice, regina di Cesarea: tragedia in cinque atti, versione di Giovanni Calendoli, introduzione di Adriano Romualdi, Roma, Caravelle, 1964; Roma, G. Volpe, 1975; Roma, Settimo sigillo, 1997.]

Les Frères ennemis (1945)
[I fratelli nemici, Parma, All'insegna del Veltro, 1986.]

La condanna esemplare provoca la reazione di molti intellettuali di cui anche alcuni ex resistenti, che in essa vedono un atto di ingiustizia che condanna a morte uno scrittore sulla base delle proprie opinioni espresse. Dalla parte del condannato si schiera tra gli altri anche F. Mauriac, il principale artefice della grazia a Henri Béraud, che si impegna per la salvezza dello scrittore con uguale forza. Il condanato, che aveva spesso pubblicato attacchi, talvolta anche violenti, contro F. Mauriac riconoscente lascerà scritto nelle sue disposizioni testamentarie il desiderio che ogni critica sia espunta dalle sue ristampe future.
Nei giorni successivi, una petizione di famosi intellettuali tra cui F. Mauriac, P. Valery, Paul Claudel, Daniel-Rops, A. Camus, Marcel Aymé, Jean Paulhan, Roland Dorgelès, J. Cocteau, Colette, Arthur Honegger, Maurice de Vlaminck, Jean Anouilh, Jean-Louis Barrault, Thierry Maulnier, L. Aragon e tanti altri – sostenuta anche dagli studenti parigini e molti accademici – implora al gen. Ch. de Gaulle la grazia per il condannato a morte: il nuovo Capo dello Stato respinge la domanda.
[Sembra in base ai documenti del gen. Ch. de Gaulle depositati negli "Archives nationales", vi fosse una nota relativa a “l'affare Brasillach” recante una lista delle accuse pendenti sullo scrittore. Tra di esse, quella di essere “uno dei responsabili dell'assassinio del ministro e deputato Mandel”, personalità di cui egli invocava la morte nel suo giornale «Je suis partout» (per contromisura all'uccisione di Philippe Henriot) e per cui il gen. Ch. de Gaulle provava stima e rispetto.]

5 febbraio, il giorno prima dell'esecuzione, egli scrive l'ultima poesia in carcere dedicata ai manifestanti caduti durante la sommossa di undici anni prima: «Con undici anni di ritardo sarò dunque fra voi? Penso a voi, stasera, o morti di febbraio»;
6 febbraio, all'alba viene fucilato al Forte di Montrouge (Arcueil).
[Un attimo prima di cadere a Forte di Montrouge sotto i colpi del plotone d'esecuzione aveva appena gridato «Vive la France!».]
Viene sepolto nel cimitero di Charonne, nel XX arrondissement di Parigi.

 

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Pubblicazioni postume:

André Chénier (1947, trad. it. Andrea Chénier, Milano, Scheiwiller, 1974)
[André Chénier, traduzione di Clara Morena, introduzione di Franco Maestrelli, Milano, All'insegna del pesce d'oro, 1974.]

Poèmes de Fresnes (1950)
[Poemi di Fresnes, Roma, Edizioni del solstizio, 1966; Caserta, Aurora, 1977; Roma, Settimo sigillo, 1998.]

Anthologie de la poésie grecque (1950)

Six heures à perdre (1953, romanzo)

La Reine de Césarée (1954, teatro, dramma, messo in scena per la prima volta nel 1957)

Bérénice (1954, teatro, dramma)
[Berenice, Parma, All'insegna del Veltro, 1986.]

Poètes oubliés (Singuliers et mal connus) (1954)

Journal d'un homme occupé (1955)

Les Captifs (1974, romanzo incompiuto)

Suo cognato Maurice Bardèche curerà la pubblicazione, per il Club de l'Honnête Homme, delle Œuvres complètes (con molti inediti) in 12 volumi, dal 1963 al 1966.


Altre traduzioni italiane:

- Domrémy (?, a cura di Mario M. Merlino e R. Sideri, Roma, Settimo Sigillo, 2010.
- La questione ebraica in Francia (?, con Pierre Antoine Cousteau, Marcel Jouhandeau, Genova, Effepi, 2013)
- Memorandum. La mia autodifesa (?, a cura di Riccardo De Benedetti, traduzione di Giulia Rossi, Milano, Edizioni Medusa, 2014)


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