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Alcide DE GASPERI

(Pieve Tesino, Trento 3 aprile 1881 – Val di Sella (Borgo Valsugana, Trento) 19 agosto 1954)

uomo politico italiano,
[Esponente dei seguenti partiti politici:
[(1911-1919), Partito popolare trentino,
(1919-1926), PPI (Partito Popolare Italiano),
(1942-1954), DC (Democrazia Cristiana).]

[Alcide Amedeo Francesco De Gasperi o, più propriamente, Degasperi.
Nel 1922 sposa Maria Francesca Romani (1894-1998) nella chiesa arcipretale di Borgo Valsugana.
Nasceranno quattro figlie, una delle quali entrerà in monastero. ]

Viene oggi considerato come uno dei padri della Repubblica Italiana e, insieme al francese Robert Schuman, al tedesco Konrad Adenauer e all'italiano Altiero Spinelli, uno dei padri fondatori dell'Unione europea. La Chiesa cattolica lo venera come servo di Dio ed è in corso la causa di beatificazione.

laureato in filologia, giornalista;



[ Presidente del Consiglio
I Governo De Gasperi (10.12.1945 - 13.07.1946)
II Governo De Gasperi (13.07.1946 - 02.02.1947)
III Governo De Gasperi (02.02.1947 - 31.05.1947)
IV Governo De Gasperi (31.05.1947 - 23.05.1948)
V Governo De Gasperi (23.05.1948 - 27.01.1950)
VI Governo De Gasperi (27.01.1950 - 26.07.1951)
VII Governo De Gasperi (26.07.1951 - 16.07.1953)
VIII Governo De Gasperi (16.07.1953 - 17.08.1953)]

 

___________________________________

si forma nel Welschtirol (Tirolo Italiano, ovvero Trentino), regione che è parte dell'Impero austro-ungarico;

1896
si iscrive nell'anno scolastico 1896/1897 all'Imperial Regio Ginnasio superiore di Trento, dimostrandosi studente capace soprattutto in latino, greco, italiano, lingua tedesca e propedeutica filosofica;

1900
3 giugno, (XXI Legislatura 1900 16 giu - 18 ott 1904)

24 giu - 15 feb 1901, ("governo Saracco")

1901
15 feb - 3 nov 1903, ("governo Zanardelli")

1902

-

1903
nel periodo degli studi universitari, a Vienna e a Innsbruck (capitale della Contea del Tirolo), è leader del movimento studentesco e protagonista delle lotte degli studenti trentini, che mirano a ottenere un'università in lingua italiana per le minoranze italofone del Tirolo e dell'impero;
dopo una di queste manifestazioni, sconta a Innsbruck venti giorni di carcere assieme a Cesare Battisti e altri giovani;
a Vienna segue i corsi del tomista E. Commer che lo introduce nella redazione del giornale cattolico «Reichspost»;

3 nov - 12 mar 1905, (II "governo Giolitti")

1904

6 novembre, (XXII Legislatura 1904 30 nov - 8 feb 1909)

1905
laureatosi in filosofia all'Università di Vienna, torna a Trento dove entra a far parte della redazione del giornale «Il Giusto» e in breve tempo assume la carica di direttore, scribe una serie di articoli con cui difende l'autonomia culturale del Trentino a fronte del Tirolo tedesco, ma non mette mai in discussione l'appartenenza di tutto il Tirolo all'Impero austro-ungarico;

a Trento fonda il Partito popolare trentino e prende la direzione del quotidiano «La Voce cattolica» (poi «Il Trentino») che dirigerà per vent'anni;

1905
12 - 28 mar, ("governo Tittoni");
28 mar - 24 dic, (I "governo Fortis")
24 dic - 8 feb 1906, (II "governo Fortis")

1906
8 feb - 29 mag, (I "governo Sonnino")
29 mag - 11 dic 1909, (III "governo Giolitti")

1907

1908

1909

7 marzo, (XXIII Legislatura (1909 24 mar - 29 set 1913)

11 dic - 31 mar 1910) (II "governo Sonnino") [dei "cento giorni"]

1910
31 mar - 30 mar 1911, (I "governo Luzzatti")

1911
30 mar - 21 mar 1914, (IV "governo Giolitti")

13-20 giugno, eletto deputato al Reichsrat (Camera dei Deputati Austriaca) tra le file dei Popolari per il collegio elettorale uninominale della Val di Fiemme nella Contea del Tirolo, difende i diritti del suo popolo;
[Nel suo collegio elettorale di Fiemme-Fassa-Primiero-Civezzano, di 4275 elettori, ottiene ben 3116 voti.]

1912
maggio
, la nuova legge elettorale, appena approvata, estende il diritto di voto a tutti i cittadini maschi, anche se analfabeti (purché abbiano compiuto 30 anni).
[Con la nuova legge gli elettori passano da gli elettori passano da 3.329.147 a 8.672.249.]

1913

26 ottobre, (XXIV Legislatura 1913 27 nov - 29 set 1919)

1914
21 mar - 5 nov 1914, (I "governo Salandra")

27 aprile, ottiene un seggio nella Dieta Tirolese di Innsbruck;
[Anche il suo impegno di Parlamentare è legato alla difesa dell'autonomia delle popolazioni trentine. La sua attività propagandistica finisce con l'essere tenacemente avversata dagli organi polizieschi in seguito al precipitare degli eventi internazionali: l'attentato di Sarajevo che determina lo scoppio della prima guerra mondiale e soprattutto l'adesione dell'Italia alla Triplice intesa.
Inizialmente egli spera che l'Italia entri in guerra a fianco dell'Austria-Ungheria e della Germania sulla base della Triplice alleanza. Quando ciò non avviene, s'impegna perché sia almeno mantenuta la neutralità italiana, poi sa dell'opinione popolare trentina legata alla casa d'Asburgo.
In questo modo la sua politica è in aspro contrasto con quella di Cesare Battisti, che lo stesso anno si reca a Roma.
Prova della sua posizione di lealtà nei confronti dell'Austria è la dichiarazione resa a Roma nel settembre del 1914 all'ambasciatore asburgico, barone Karl von Macchio, che se si fosse tenuto un plebiscito, il 90% dei trentini avrebbe votato per l'Austria-Ungheria.]


25 luglio-30 maggio 1917, il Parlamento di Vienna rimane inoperoso;
[Durante questo periodo egli si dedica soprattutto ai profughi di guerra. A tal fine viene nominato delegato per l'Austria Superiore e per la Boemia occidentale del Segretariato per i profughi e rifugiati.

5 nov - 18 giu 1916, (II "governo Salandra")

1915-18 I guerra mondiale

[Durante la I guerra mondiale gli è vietato il suo ritorno a Trento ed è trattenuto a Vienna.
Anche dopo la riapertura del Parlamento continua a occuparsi del tema profughi e rifugiati, tanto che presenta e fa approvare una legge per regolare il trattamento loro riservato.
Alla luce delle forti repressioni operate dalle autorità asburgiche, le sue posizioni in merito alla questione nazionale trentina cambiano e si fa fautore del diritto all'autodeterminazione dei popoli.]

1916
18 giugno-29 ottobre 1917, ("governo Boselli"), governo di coalizione nazionale;

1917
29 ott-23 giu 1919, ("governo Orlando");

1918

poco prima dell'armistizio raggiunge Roma per sollecitare urgenti soccorsi per il suo popolo ed il suo Paese;

maggio, quando ormai l'impero austro-ungarico sta crollando, è tra i promotori di un documento comune sottoscritto dalle rappresentanze dei polacchi, dei cechi, degli slovacchi, dei rumeni, degli sloveni, dei croati e dei serbi;
24 ottobre, partecipa alla formazione del Fascio nazionale, comprendente popolari liberali trentini e liberali giuliani e adriatici;

1919
aderisce al PPI (Partito Popolare Italiano) promosso da don Luigi Sturzo;

23 giugno-21 maggio 1920, (I "governo Nitti");

16 novembre, (XXV Legislatura 1919 1° dic - 7 apr 1921)

1920
22 maggio- 15 giugno (II "governo Nitti");
16 giugno-4 luglio 1921, (V "governo Giolitti");

1921
15 maggio, eletto deputato (XXVI Legislatura (1921 11 giu - 25 gen 1924) nel PPI (Partito Popolare Italiano), e presidente del gruppo;
[Viene eletto solo ora in quanto il Trentino è stato finora sottoposto a regime commissariale.]

4 luglio-26 febbraio 1922, (I "governo Bonomi");

1922
sposa Francesca Romani nella chiesa arcipretale di Borgo Valsugana (Trento);

26 feb-1º ago, (I "governo Facta");


1º ago-31 ott
, (II "governo Facta");

1922 31 ottobre-25 lug 1943, ("governo Mussolini");


16 novembre, a seguito del "discorso del bivacco" vota la fiducia al "governo Mussolini";

1923
luglio, segretario del PPI al posto di don Luigi Sturzo (in esilio forzato dai fascisti);
15 luglio, dopo l'iniziale sostegno del suo partito nella prima parte del "governo Mussolini" – lo stesso anno i popolari cercano inizialmente di trovare un compromesso sulla "legge Acerbo" – egli tiene un discorso alla Camera dei Deputati esplicando il suo atteggiamento verso quella legge;

successivamente si oppone all'avvento del fascismo;

1924
6 aprile, rieletto deputato (XXVII Legislatura 1924 24 mag - 21 gen 1929) nel collegio unico nazionale (?), listone fascista;

1925

assume la segreteria del PPI;

dicembre, è costretto a dimettersi dalla segreteria del PPI;

1926
novembre, dichiarato decaduto dal mandato parlamentare;

1927
11 marzo, isolato dal regime, mentre si sta recando in treno a Trieste viene fatto arrestare insieme alla moglie dai fascisti;
al processo che segue viene condannato a 4 anni di carcere e a una forte multa;
passa sedici mesi in carcere;

1928
luglio, verso la fine del mese viene scarcerato ma è continuamente sorvegliato dalla polizia e deve trascorrere un periodo di grandi difficoltà economiche e isolamento sia morale che politico;
[Ansioso di riunirsi con la moglie e i figli nella loro casa nel trentino, prepara un appello a B. Mussolini. I suoi amici lo convincono che il Duce respingerà il suo appello a meno che non riesca a far si che p. P. Tacchi Venturi lo rechi personalmente al Duce medesimo.
In una nota a mano scarabocchiata ai margini del suo appello dattiloscritto al Duce si leggerà: «Non accettata da Padre Tacchi (Venturi) perché non contiene il ringraziamento per l'amnistia e manca di parole di omaggio!»]

ottobre, senza un impiego stabile, prova a presentare domanda presso la Biblioteca Apostolica Vaticana, contando sull'interessamento del vescovo di Trento, mons. Celestino Endrici, e di alcuni amici ex popolari. Lo stesso capo bibliotecario Igino Giordani si adopera presso p. P. Tacchi Venturi affinché i pedinamenti della polizia abbiano termine.

1929
24 marzo, (XXVIII Legislatura 1929 20 apr - 19 gen 1934) collegio unico nazionale;

3 aprile, viene assunto - come collaboratore soprannumerario (impiegato al catalogo degli stampati) - presso la Biblioteca Apostolica Vaticana;
[Quindi dopo la firma dei Patti Lateranensi (11 febbraio 1929).]

In questa sede passa lunghi anni di studio e di osservazione degli avvenimenti politici italiani e internazionali, nonché di approfondimento della storia del partito cristiano del Centro in Germania e delle teorie economiche e sociali maturate in seno alle varie correnti della cultura cattolica europea.
In questo periodo scrive articoli regolari su una rivista vaticana chiamata «Illustrazione italiana» e mostra un evidente coinvolgimento nella lotta tra cattolicesimo e comunismo anche a scapito della perspicacia delle sue valutazioni sul Nazismo tedesco.

1930

1931

1932

1933

1934
18 gennaio, viene sciolta alla Camera la XXVIII Legislatura;
23 gennaio, altra "infornata" di senatori;
24 febbraio, altra "infornata" di senatori;

25 marzo, è convocato il collegio unico nazionale per l'approvazione della lista dei deputati designati, formata dal Gran Consiglio del Fascismo;
25 marzo, eletto deputato/senatore (XXIX Legislatura (1934 28 apr - 2 mar 1939) nel collegio unico nazionale;
6 aprile, altra "infornata" di senatori;
27 aprile, altra "infornata" di senatori;
28 aprile, sono convocati il Senato e la nuova Camera;

marzo, (XXX Legislatura – (1939 23 mar - 2 ago 1943 - I della Camera dei fasci e delle corporazioni)

1937
giustifica l'annessione dell'Austria al Reich criticando il "processo di scristianizzazione" portato avanti a suo dire dal Partito Socialdemocratico austriaco e appoggia le posizioni della chiesa tedesca favorevoli al Nazismo in opposizione ai comunisti tedeschi;

1940

17 maggio, data dell'ultima seduta pubblica del Senato del Regno;

1940-45 II guerra mondiale

1941

 

1942

 

1943

Idee ricostruttive della Democrazia Cristiana (1943, programma del partito cattolico in fase di organizzazione)
[Vi esprime le idee alla base del futuro partito della Dc (Democrazia Cristiana) di cui sarebbe cofondatore.]

– 25 luglio 1943 - 23 maggio 1948, Ordinamento provvisorio –

 

25 lug-17 apr 1944, (I "governo Badoglio");

– 1943 23 set - 25 apr 1945 –
RSI (Repubblica Sociale Italiana)
[o Repubblica di Salò]

 

1944
una volta liberato il sud Italia a opera delle forze anglo-americane, entra a far parte in rappresentanza della Dc (Democrazia Cristiana) nel CLN (Comitato di Liberazione Nazionale);

22 apr-5 giu, (II "governo Badoglio");

18 giugno-12 dicembre, ministro senza portafoglio (II "governo Bonomi");


12 dicembre-21 giugno 1945, ministro degli Affari esteri (III " governo Bonomi");

 

1945
21 giugno-10 dicembre, ministro degli Affari esteri ("governo Parri);

Nello stesso anno fonda il Centro Nazionale Sportivo Libertas.

22 set-2 giu 1946, Consulta nazionale;
[Organismo a carattere consultivo istituito dal (III "governo Bonomi") con decreto luogotenenziale n. 146 del 5 aprile 1945 – composta da membri designati dai partiti del Cln o da altri partiti o scelti, sempre attraverso nomina governativa, tra personalità del periodo prefascista; egli ricopre la carica di Presidente fino al termine dei lavori nel giugno 1946.
Presidente della Consulta: conte Carlo Sforza.]

10 dicembre-13 luglio 1946, presidente del Consiglio dei Ministri e ministro degli Affari esteri (I "governo De Gasperi);
[Governo – l'ultimo del Regno d'Italia – formato sulla base del CLN (Comitato di Liberazione Nazionale).]


1946
eletto deputato all'Assemblea Costituente;

2-3 giugno, referendum, Proclamazione della Repubblica Italiana;

13 giugno, esilio di Umberto II;

18-28 giugno
, Capo provvisorio dello Stato (ad interim);
[Quando il consiglio dei ministri da lui presieduto procede alla proclamazione della repubblica prima che la Corte di cassazione ratifichi i risultati definitivi del referendum del 2 e 3 giugno, alla sua carica è connessa la funzione accessoria di capo provvisorio dello Stato: in queste ore si ha il drammatico scambio di battute con Falcone Lucifero, in cui egli afferma: «O lei verrà a trovare me a Regina Coeli, o io verrò a trovare lei».
I poteri accessori della Presidenza del Consiglio avranno termine contestualmente all'elezione di Enrico De Nicola come Capo provvisorio dello Stato il 28 giugno da parte dell'Assemblea Costituente.]


– 25 giugno-31 gennaio 1948, Assemblea costituente

28 giugno, l'Assemblea Costituente nomina Capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola;

10 luglio-2 febbraio 1947, ministro dell'Interno;

13 luglio-2 febbraio 1947, presidente del Consiglio dei Ministri e ministro degli Affari esteri (fino al 18 ottobre 1946) (II "governo De Gasperi);
[I governo della Repubblica, è un governo di unità nazionale che durerà fino al 1947 allorquando il Presidente degli Stati Uniti Harry Truman ordinerà l'espulsione dei partiti socialcomunisti dai governi dell'Europa Occidentale.]

10 agosto, interviene a Parigi alla Conferenza di pace;
[Ha modo di contestare, attraverso un elegante e impeccabile discorso, le dure condizioni inflitte all'Italia dalla Conferenza.
« Prendendo la parola in questo consesso mondiale sento che tutto, tranne la vostra personale cortesia, è contro di me [...] »]

1947
gennaio, missione negli Stati Uniti;
[Consegue un importante successo politico con l'ottenere dalle autorità americane un prestito Eximbank di 100 milioni di dollari. L'apertura di un dialogo costruttivo tra i due paesi gli conferisce la motivazione e il sostegno necessari ad attuare l'ambizioso disegno di un nuovo governo senza le sinistre e con l'apporto di un gruppo di "tecnici" guidati da Luigi Einaudi.]

2 febbraio-31 maggio, presidente del Consiglio dei Ministri (III "governo De Gasperi)

31 maggio-23 maggio 1948, presidente del Consiglio dei Ministri e ministro (ad interim) dell'Africa italiana (IV "governo De Gasperi);
[La formazione di questo governo contribuirà a ripristinare la credibilità dell'azione di governo, consentendo l'adozione della strategia antinflazionistica nota come "linea Einaudi".]

1948
18 aprile, eletto deputato (I Legislatura – 1948 8 mag - 24 giu 1953) per la Dc nel collegio TRENTO;
23 maggio-27 gennaio 1950, presidente del Consiglio dei Ministri e ministro (ad interim) dell'Africa italiana (V "governo De Gasperi);

[Queste elezioni sono state tra le più accese della storia repubblicana, visto lo scontro tra la Dc e il Fronte popolare, composto da socialisti e comunisti.
Egli riesce a guidare la Dc a uno storico successo, ottenendo il 48% dei consensi (il risultato più alto che qualsiasi partito abbia mai raggiunto in Italia) ed è nominato Presidente del primo Consiglio dei ministri dell'Italia repubblicana. Con una tale maggioranza, la Dc è in grado di governare da sola, ma egli sollecita invece la collaborazione di laici liberali, socialdemocratici e repubblicani.
Secondo Indro Montanelli, «De Gasperi li aveva imbarcati nel suo ministero appunto per sottrarre il suo partito al pericolo di diventare vassallo della Chiesa e per sottrarre la Chiesa alla tentazione di servirsi del partito per governare l'Italia come una parrocchia».
In un'Italia oberata dal ricordo di vent'anni di dittatura fascista e spaventosamente logorata dalla Seconda guerra mondiale, egli affronta con dignità politica le trattative di pace con le potenze vincitrici, riuscendo a confinare le inevitabili sanzioni principalmente all'ambito del disarmo militare, ed evitando la perdita di territori di confine come l'Alto-Adige e la Valle d'Aosta.
Cerca inoltre di risolvere a vantaggio dell'Italia la questione della sovranità di Trieste e dell'Istria, ove ha meno fortuna.
Finanzia una rivista, «Terza generazione», il cui scopo è di unire i giovani di là dai partiti e superare la divisione tra fascisti e antifascisti.
Sempre in politica estera conclude importanti accordi con le potenze occidentali per finanziare la ricostruzione e il riassetto dell'economia italiana.]

 

1950
27 gennaio-26 luglio 1951, presidente del Consiglio dei Ministri e ministro (ad interim) dell'Africa italiana (VI "governo De Gasperi);

1951
26 luglio-16 luglio 1953, presidente del Consiglio dei Ministri e ministro degli Affari esteri (VII "governo De Gasperi);
26 luglio-29 aprile, ministro (ad interim) dell'Africa italiana;

[La situazione precaria del paese migliora molto lentamente, provocando il malcontento del movimento operaio e sindacale; ad alimentare la protesta e i disagi è anche una spaventosa alluvione del Po che fa molte vittime nella zona agricola delle province di Rovigo e Venezia (1951).]

Incidente diplomatico con il Vaticano.
[Per il timore di un'affermazione in Italia delle posizioni marxiste, il Vaticano avalla per le elezioni amministrative del comune di Roma l'iniziativa di don Luigi Sturzo che prospetta un'ampia alleanza elettorale che coinvolga, oltre ai quattro partiti governativi anche il MSI (Movimento Sociale Italiano) e il PNM (Partito Nazionale Monarchico=;
[La Santa Sede non accetta che la "Città Eterna", in quanto sede della Cristianità Cattolica, possa essere amministrata da un sindaco comunista.
Egli si oppone nettamente a questa ipotesi per motivi morali e per il suo passato antifascista, e anche per sostenere la sua visione laica dello stato. Afferma con decisione:
«Se mi verrà imposto, dovrò chinare la testa, ma rinunzierò alla vita politica
La coalizione con le destre non viene accettata ed egli sa resistere sulle sue posizioni sino a quando papa Pio XII – che ha persino mandato da lui il famoso predicatore Riccardo Lombardi, nell'intento di persuaderlo – si arrende di fronte all'impraticabilità della proposta.
L'incidente diplomatico con il Vaticano, d'altra parte, turbaprofondamente il suo animo; ai suoi collaboratori scrive:
« Proprio a me, un povero cattolico della Valsugana, è toccato dire di no al Papa
Di lì a poco, nello stesso anno, Pio XII non lo riceve in Vaticano in occasione del trentennale delle sue nozze con Francesca Romani.
Egli ne è molto amareggiato e, all'ambasciatore Mameli che gli ha comunicato il rifiuto, risponde ufficialmente:
« Come cristiano accetto l'umiliazione, benché non sappia come giustificarla. Come Presidente del Consiglio italiano e Ministro degli Esteri, l'autorità e la dignità che rappresento e dalla quale non posso spogliarmi neanche nei rapporti privati, m'impongono di esprimere lo stupore per un gesto così eccezionale e di riservarmi di provocare dalla segreteria di Stato un chiarimento.»

1952

-

1953
7 giugno, rieletto deputato (II Legislatura – 1953 25 giu - 11 giu 1958) per la Dc nel collegio CUN;
16 luglio-17 agosto, presidente del Consiglio dei Ministri e ministro degli Affari esteri (VIII "governo De Gasperi);
si dimette a causa del fallimento della legge elettorale, denominata dai suoi avversari "legge truffa", dopo la sfiducia della Camera a un governo monocolore Dc;

17 agosto-18 gennaio 1954, ("governo Pella);

Gli uomini e i tempi che prepararono la "Rerum Novarum" (?, SELI, Roma)
Studi e appelli della lunga vigilia (1953, Cappelli, Bologna)

1954
1º gennaio, presidente (1º gennaio-19 agosto) dell'Assemblea comune europea;
[È convinto sostenitore della necessità di un'integrazione europea, ma critico nei confronti dell'ingresso dell'Italia nella NATO, cui preferirebbe di gran lunga la creazione di una Comunità europea di difesa.]

18 gennaio-10 febbraio, (I "governo Fanfani);

gennaio, scandalo Guareschi:
[- 1954, gennaio, Giovannino Guareschi, direttore del «Candido», fa pubblicare due lettere datate 1944 e firmate dall'ex presidente del Consiglio:
- una dattiloscritta su carta intestata della Segreteria di Stato vaticana e
- una manoscritta.
Contengono una richiesta diretta al Comando alleato di Salerno di effettuare il bombardamento della periferia di Roma, per causare una reazione della popolazione e affrettare il ritiro dei tedeschi.
Giovannino Guareschi
(che imputa al presidente un atteggiamento troppo poco deciso verso il comunismo) vi aggiunge un proprio commento politico, in toni assai pesanti;
febbraio, il presidente lo denuncia per diffamazione.
Il Tribunale di Milano dopo tre giorni di udienze condanna Giovannino Guareschi per diffamazione a mezzo stampa a un anno di reclusione senza disporre alcuna perizia calligrafica. Nella sentenza viene scritto che la perizia non avrebbe potuto far diventare credibile e certo, ciò che obiettivamente è risultato impossibile ed inverosimile, avendo lo statista dichiarato false le lettere.
Una perizia richiesta dal «Candido» a un perito accreditato presso il tribunale aveva dichiarato autentiche le lettere.

Il giornalista e scrittore, che si riferisce alla vicenda chiamandola il "ta-pum del cecchino", aveva già subito quattro anni prima una condanna a otto mesi con la condizionale per vilipendio a mezzo stampa del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi. Si rifiuta di chiedere l'appello o la grazia o di escogitare altri modi per sfuggire alla pena.
maggio, alla fine del mese Giovannino Guareschi si presenta volontariamente al carcere di Parma, dove sconterà 409 giorni, uscendo in libertà vigilata per buona condotta.
La vicenda avrà una coda a cavallo tra luglio e agosto: esce la notizia di una richiesta di grazia operata dalla moglie di Giovannino Guareschi, Ennia, che risulta falsa e alla quale il giornalista reagisce violentemente.
La Procura di Roma dà seguito alla richiesta di grazia effettuata da un gruppo di grandi invalidi di guerra medagliati e Alcide De Gasperi, interpellato dalla Procura, risponde meno di un mese prima di morire di non opporsi.
In realtà, non venendo dal condannato o da suoi congiunti, la richiesta avrebbe dovuto non avere seguito da subito ai sensi dell'art. 595 del Codice di Procedura Penale.

- 1956, in un processo intentato in contumacia presso lo stesso Tribunale nei confronti del presunto fornitore delle lettere, una serie di perizie danno risultati contraddittori (i periti della difesa sostengono che le lettere periziate presentano diversità palesi con quelle pubblicate sul «Candido»);
- 1957, maggio, Giovannino Guareschi scrive che a confronto dei politici dell'epoca Alcide De Gasperi è un gigante.]
- 1958, i giudici decidono di non tener conto di alcuna perizia e di assolvere dal reato di truffa l'imputato, mentre quello di falso è estinto per amnistia.]
[Rivedere meglio, date non proprio coincindenti!]

 

 

 

 


10 febbraio-6 luglio 1955, ("governo Scelba);

19 agosto, muore nella sua casa in Val di Sella (situata nel territorio comunale di Borgo Valsugana, Trento).

[Cinque giorni prima della morte, disse alla figlia Maria Romana:
« Adesso ho fatto tutto ciò ch'era in mio potere, la mia coscienza è in pace. Vedi, il Signore ti fa lavorare, ti permette di fare progetti, ti dà energia e vita. Poi, quando credi di essere necessario e indispensabile, ti toglie tutto improvvisamente. Ti fa capire che sei soltanto utile, ti dice: ora basta, puoi andare. E tu non vuoi, vorresti presentarti al di là, col tuo compito ben finito e preciso. La nostra piccola mente umana non si rassegna a lasciare ad altri l'oggetto della propria passione incompiuto
La sua scomparsa improvvisa, lontano dal clamore e dall'attenzione dei palazzi romani, suscita vasta commozione in tutta Italia; il lungo tragitto in treno con cui la salma raggiunge Roma per le esequie di Stato, è rallentato da numerose soste impreviste perché la gente comune è accorsa da ogni parte per rendere omaggio allo statista. Dentro e fuori la chiesa dove si celebra il funerale sono presenti rappresentanze di tutti i partiti (fatta eccezione per i deputati del MSI non dimentichi del suo passato di antifascista).
Attualmente si trova sepolto a Roma, nel porticato della Basilica di San Lorenzo fuori le mura. La tomba è opera dello scultore Giacomo Manzù.
Poco dopo la sua morte, iniziarono le richieste di avviare per lui il processo di beatificazione.
È in corso a Trento la fase diocesana del processo di canonizzazione, che è stata aperta nel 1993, per cui la Chiesa cattolica gli ha assegnato il titolo di Servo di Dio.]

Postumi:

Lettere dalla prigione (1927-1928) (1955, Mondadori, Milano)
I cattolici dall'opposizione al governo (1955, Laterza, Bari)
Discorsi politici (1956, prefazione di Amintore Fanfani, ed. 5 Lune, Roma)

**************************

La sua figura è la protagonista di:
- Anno uno (1974, film neorealista diretto da Roberto Rossellini);
[Il suo ruolo è interpretato da Luigi Vannucchi, in cui si trova una ricostruzione del periodo storico che va dalle operazioni del Comitato di Liberazione Nazionale a Roma]

- De Gasperi, l'uomo della speranza (2004, "fiction Rai", girata dalla regista Liliana Cavani e trasmessa in due parti su Rai 1)
[Interprete dello statista il giovane attore italiano Fabrizio Gifuni, figlio di Gaetano, ex Segretario Generale della Presidenza della Repubblica.]

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I Governo De Gasperi 1945 10 dicembre-13 luglio 1946

Il Governo De Gasperi I fu l'ultimo governo del Regno d'Italia (nominato da Umberto II di Savoia allora Luogotenente del Re) e presentò le proprie dimissioni dopo il Referendum istituzionale del 1946 e contestualmente all'insediamento del Capo provvisorio dello Stato eletto dall'Assemblea Costituente. Restò in carica fino a quando il 14 luglio 1946 Il Capo provvisorio De Nicola nominò il II Governo De Gasperi. Tra l'esilio del Re, e l'insediamento di De Nicola, De Gasperi ebbe anche funzioni di Capo provvisorio dello Stato (13 giugno - 1º luglio).[1]
Fu in carica dal 10 dicembre 1945 al 14 luglio 1946,[2] per un totale di 216 giorni, ovvero 7 mesi e 4 giorni.
Indice [nascondi]
1 Composizione
2 Presidente del Consiglio dei ministri
3 Vicepresidente del Consiglio dei ministri
4 Sottosegretari alla Presidenza del Consiglio dei ministri
5 Ministeri
5.1 Aeronautica
5.2 Affari Esteri
5.3 Africa Italiana
5.4 Agricoltura e Foreste
5.5 Assistenza Postbellica
5.6 Commercio con l'Estero
5.7 Consulta Nazionale
5.8 Costituente
5.9 Finanze
5.10 Grazia e Giustizia
5.11 Guerra
5.12 Industria e Commercio
5.13 Interno
5.14 Lavori Pubblici
5.15 Lavoro e Previdenza Sociale
5.16 Marina
5.17 Poste e Telecomunicazioni
5.18 Pubblica Istruzione
5.19 Ricostruzione
5.20 Tesoro
5.21 Trasporti
6 Note
Composizione
Composizione del governo:
Democrazia Cristiana (DC)
Partito Comunista Italiano (PCI)
Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (PSIUP)
Partito Liberale Italiano (PLI)
Partito d'Azione (PdA)
Partito Democratico del Lavoro (DL)

Presidente del Consiglio dei ministri 1945 10 dicembre-13 luglio 1946
Alcide De Gasperi (DC), anche Capo provvisorio dello Stato dal 13 giugno al 1º luglio 1946.

Vicepresidente del Consiglio dei ministri
Pietro Nenni (PSIUP)

Sottosegretari alla Presidenza del Consiglio dei ministri
Giustino Arpesani (PLI)
Giorgio Amendola (PCI)

MINISTERI

Aeronautica
Ministro Mario Cevolotto (DL)
Sottosegretari Ernesto Pellegrino (militare)

Affari Esteri
Ministro Alcide De Gasperi (DC)
Sottosegretari Celeste Negarville (PCI)
Renato Morelli (PLI), con delega per gli Italiani all'estero

Africa Italiana
Ministro Alcide De Gasperi (DC), ad interim

Agricoltura e Foreste
Ministro Fausto Gullo (PCI)
Sottosegretari Antonio Segni (DC)

Assistenza Postbellica
Ministro Luigi Gasparotto (DL)
Sottosegretari Enrico Berardinone (indipendente)
Antonio Cifaldi (PLI)

Commercio con l'Estero
Istituito per scorporo dal Ministero dell'Industria e del Commercio il 9 gennaio 1946.
Ministro Ugo La Malfa (PdA), dal 9 gennaio al 20 febbraio 1946
Mario Bracci (PdA), dal 20 febbraio 1946
Sottosegretari Enzo Storoni (PLI), dal 9 gennaio 1946

Consulta Nazionale
Soppressa con decreto legislativo luogotenenziale del 22 dicembre 1945, n. 826.
Ministro Emilio Lussu (PSd'Az), fino al 20 febbraio 1946
Alberto Cianca (PdA), dal 20 febbraio 1946

Costituente
Ministro Pietro Nenni (PSIUP)

Finanze
Ministro Mauro Scoccimarro (PCI)
Sottosegretari Bruno Visentini (PdA)

Grazia e Giustizia
Ministro Palmiro Togliatti (PCI)
Sottosegretari Dante Veroni (DL)

Guerra
Ministro Manlio Brosio (PLI)
Sottosegretari Pompeo Colajanni (PCI)
Luigi Chatrian (DC)

Industria e Commercio
Ministro Giovanni Gronchi (DC)
Sottosegretari Enzo Storoni (PLI), fino al 9 gennaio 1946
Rosario Pasqualino Vassallo junior (PDL), dal 16 gennaio 1946
Ivan Matteo Lombardo (PSIUP)

Interno
Ministro Giuseppe Romita (PSIUP)
Sottosegretari Giuseppe Spataro (DC)

Lavori Pubblici
Ministro Leone Cattani (PLI)
Sottosegretari Giuseppe Bruno (PdA)

Lavoro e Previdenza Sociale
Ministro Gaetano Barbareschi (PSIUP)
Sottosegretari Gennaro Cassiani (DC)

Marina
Ministro Raffaele De Courten (militare)
Sottosegretari Pasquale Schiano (PdA)
Angelo Corsi (PSIUP), con delega per la 'Marina mercantile'

Poste e Telecomunicazioni
Ministro Mario Scelba (DC)
Sottosegretari Mario Fano (indipendente)

Pubblica Istruzione
Ministro Enrico Molè (DL)
Sottosegretari Achille Marazza (DC)
Enrico Paresce (DL), con delega per le Belle arti e spettacolo

Ricostruzione
soppresso con decreto luogotenenziale del 22 dicembre 1945, n. 824 ed accorpato al Ministero dell'Industria e del Commercio.
Ministro Ugo La Malfa (PdA), fino al 22 dicembre 1945

Tesoro
Ministro Epicarmo Corbino (PLI)
Sottosegretari Giovanni Persico (DL)
Pietro Mastino (PSd'Az), con delega per i Danni di guerra

Trasporti
Ministro Riccardo Lombardi (PdA)
Sottosegretari Antonio Priolo (PCI)

II Governo De Gasperi 1946 13 luglio-2 febbraio 1947

Il Governo De Gasperi II è stato il primo governo della Repubblica Italiana, costituito, cioè, dopo il referendum del 2 giugno 1946, nel quale il popolo italiano votò a favore della Repubblica. Rimase in carica dal 14 luglio 1946 al 2 febbraio 1947, per un totale di 203 giorni, ovvero 6 mesi e 19 giorni.
Il governo era presieduto da Alcide De Gasperi e formato da esponenti della Democrazia Cristiana, del Partito Comunista Italiano, del Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (già, e poi nuovamente, PSI) e del Partito Repubblicano Italiano; vi partecipava inoltre il liberale Epicarmo Corbino, a titolo di esperienza pregressa personale e nel quadro di unità nazionale derivato dal Comitato di Liberazione Nazionale. Diede le dimissioni andando in crisi il 20 gennaio 1947, in seguito alla scissione socialista di Palazzo Barberini che aveva dato origine a quello che diverrà il Partito Socialista Democratico Italiano.
Indice [nascondi]
1 Composizione
2 Presidente del Consiglio dei ministri
3 Sottosegretari alla Presidenza del Consiglio dei ministri
4 Ministri senza portafoglio
5 Ministeri
5.1 Affari esteri
5.2 Africa Italiana
5.3 Interno
5.4 Grazia e Giustizia
5.5 Finanze
5.6 Tesoro
5.7 Guerra
5.8 Aeronautica
5.9 Marina Militare
5.10 Assistenza Postbellica
5.11 Industria e Commercio
5.12 Commercio con l'Estero
5.13 Agricoltura e Foreste
5.14 Lavori Pubblici
5.15 Lavoro e Previdenza Sociale
5.16 Trasporti
5.17 Marina Mercantile
5.18 Poste e Telecomunicazioni
5.19 Pubblica Istruzione
6 Note
7 Collegamenti esterni
Composizione
Assemblea Costituente Seggi
Democrazia Cristiana
PSI di Unità Proletaria
Partito Comunista Italiano
Unione Democratica Nazionale
Partito Repubblicano Italiano
Partito d'Azione
Concentrazione Democratica
Fronte Democratico Progressista
Partito Democratico del Lavoro
Partito Cristiano Sociale
Partito dei Contadini d'Italia
Totale Maggioranza 207
115
104
41
23
7
2
1
1
1
1
503
Fronte dell'Uomo Qualunque
Blocco Nazionale della Libertà
Movimento Indipendentista Siciliano
Partito Sardo d'Azione
Movimento Unionista Italiano
Totale Opposizione 30
16
4
2
1
53
Totale 556
Presidente del Consiglio dei ministri 1946 13 luglio-2 febbraio 1947
Alcide De Gasperi (DC)

Sottosegretari alla Presidenza del Consiglio dei ministri
Paolo Cappa (DC)

Ministri senza portafoglio

Ministro Pietro Nenni (PSIUP)

Incarico per la Costituente soppresso con decreto legislativo del capo provvisorio dello Stato del 02/08/46.
Cino Macrelli (PRI)

MINISTERI


Affari esteri
Ministro Alcide De Gasperi interim fino al 18/10/46
Pietro Nenni (PSIUP) dal 18/10/46
Sottosegretari Antonio Giolitti (PCI) (fino al 18/10/46), Giuseppe Brusasca (DC) (dal 18/10/46), Giuseppe Lupis (PSIUP)

Africa Italiana
Ministro Alcide De Gasperi (DC), ad interim

Interno
Ministro Alcide De Gasperi (DC), ad interim
Sottosegretari Angelo Corsi (PSIUP)

Grazia e Giustizia
Ministro Fausto Gullo (PCI)
Sottosegretari Achille Marazza (DC)

Finanze
Ministro Mauro Scoccimarro (PCI)
Sottosegretari Salvatore Scoca (DC) (fino al 18/10/46), Giuseppe Pella (DC) (dal 18/10/46)

Tesoro
Ministro Epicarmo Corbino (PLI) fino al 18/09/46
Giovanni Battista Bertone (DC) dal 18/09/46
Sottosegretari Raffaele Pio Petrilli (DC), Vincenzo Cavallari (PCI)

Guerra
Ministro Cipriano Facchinetti (PRI)
Sottosegretari Enrico Martino (PRI), Luigi Chatrian (DC) (fino al 18/10/46)

Aeronautica
Ministro Mario Cingolani (DC)
Sottosegretari Giosuè Fiorentino (PSIUP)

Marina Militare
Ministro Giuseppe Micheli (DC)
Sottosegretari Vito Mario Stampacchia (PSIUP) (dal 18/10/46)

Assistenza Postbellica
Ministro Emilio Sereni (PCI)
Sottosegretari Luigi Cacciatore (PSIUP), Giovanni Carignani (DC)

Industria e Commercio
Ministro Rodolfo Morandi (PSIUP)
Sottosegretari Roberto Tremelloni (PSIUP), Giuseppe Brusasca (DC) (fino al 18/10/46), Mario Assennato (PCI) (dal 18/10/46)

Commercio con l'Estero
Ministro Pietro Campilli (DC)
Sottosegretari Giuseppe Chiostergi (PRI)

Agricoltura e Foreste
Ministro Antonio Segni (DC)
Sottosegretari Velio Spano (PCI)

Lavori Pubblici
Ministro Giuseppe Romita (PSIUP)
Sottosegretari Pier Carlo Restagno (DC)

Lavoro e Previdenza Sociale
Ministro Ludovico D'Aragona (PSIUP)
Sottosegretari Gennaro Cassiani (DC)

Trasporti
Ministro Giacomo Ferrari (PCI)
Sottosegretari Angelo Raffaele Jervolino (DC)

Marina Mercantile
Ministro Salvatore Aldisio (DC)
Sottosegretari Giuseppe Montalbano (PCI)

Poste e Telecomunicazioni
Ministro Mario Scelba (DC)
Sottosegretari Luigi De Filpo (PCI)

Pubblica Istruzione
Ministro Guido Gonella (DC)
Sottosegretari Giuseppe Salvatore Bellusci (PRI)

III Governo De Gasperi 1947 2 febbraio-31 maggio

Il Governo De Gasperi III è stato il secondo governo della Repubblica Italiana. È stato in carica dal 2 febbraio 1947 al 1º giugno 1947 per un totale di 119 giorni, ovvero 3 mesi e 30 giorni. Si dimise il 13 maggio per la rottura politica fra i democristiani ed i socialcomunisti voluta dagli Stati Uniti[senza fonte].
Indice [nascondi]
1 Composizione
2 Presidente del Consiglio dei ministri
3 Sottosegretari alla Presidenza del Consiglio dei ministri
4 Ministeri
4.1 Affari esteri
4.2 Interno
4.3 Africa Italiana
4.4 Grazia e Giustizia
4.5 Finanze e Tesoro
4.6 Difesa
4.7 Pubblica Istruzione
4.8 Lavori Pubblici
4.9 Agricoltura e Foreste
4.10 Trasporti
4.11 Poste e Telecomunicazioni
4.12 Industria e Commercio
4.13 Commercio con l'Estero
4.14 Marina Mercantile
4.15 Lavoro e Previdenza Sociale
5 Note
6 Collegamenti esterni
Composizione
Assemblea Costituente Seggi
Democrazia Cristiana
PSI di Unità Proletaria
Partito Comunista Italiano
Unione Democratica Nazionale
Partito Repubblicano Italiano
Partito d'Azione
Concentrazione Democratica
Fronte Democratico Progressista
Partito Democratico del Lavoro
Partito Cristiano Sociale
Partito dei Contadini d'Italia
Totale Maggioranza 207
115
104
41
23
7
2
1
1
1
1
503
Fronte dell'Uomo Qualunque
Blocco Nazionale della Libertà
Movimento Indipendentista Siciliano
Partito Sardo d'Azione
Movimento Unionista Italiano
Totale Opposizione 30
16
4
2
1
53
Totale 556
Composizione del governo:
Democrazia Cristiana (DC)
Partito Comunista Italiano (PCI)
Partito Socialista Italiano (PSI)
vi partecipava inoltre il repubblicano Carlo Sforza, a titolo di esperienza pregressa personale e nel quadro di unità nazionale derivato dalla Resistenza.

Presidente del Consiglio dei ministri 1947 2 febbraio-31 maggio
Alcide De Gasperi (DC)

Sottosegretari alla Presidenza del Consiglio dei ministri
Paolo Cappa (DC), Vincenzo Moscatelli (PCI)

MINISTERI

Affari esteri
Ministro Carlo Sforza (PRI)
Sottosegretari Eugenio Reale (PCI), Giuseppe Lupis (PSI)

Interno
Ministro Mario Scelba (DC)
Sottosegretari Ernesto Carpano Maglioli (PSI)

Africa Italiana
Ministro Alcide De Gasperi (DC), ad interim

Grazia e Giustizia
Ministro Fausto Gullo (PCI)
Sottosegretari Umberto Merlin (DC)

Finanze e Tesoro
Con decreto del Capo provvisorio dello Stato del 02/02/47, Ministero delle Finanze e quello del Tesoro furono riuniti nel Ministero delle Finanze e del Tesoro
Ministro Piero Campilli (DC)
Sottosegretari Giuseppe Pella (DC), Raffaele Pio Petrilli (DC), Giovanni Braschi (DC), Vincenzo Cavallari (PCI)

Difesa
Con Decreto Legislativo del Capo Provvisorio dello Stato 4 febbraio 1947, n. 17 il Ministero della Guerra, il Ministero dell'Aeronautica ed il Ministero della Marina Militare furono accorpati nel Ministero della Difesa.
Ministro Luigi Gasparotto (PDL) Dal 14 febbraio 1947.
Sottosegretari Giuseppe Brusasca (DC), Luigi Chatrian (DC), Francesco Moranino (PCI), Vito Mario Stampacchia (PSI)

Pubblica Istruzione
Ministro Guido Gonella (DC)
Sottosegretari Ferdinando Bernini (PSI)

Lavori Pubblici
Ministro Emilio Sereni (PCI)
Sottosegretari Pier Carlo Restagno (DC)

Agricoltura e Foreste
Ministro Antonio Segni (DC)
Sottosegretari Luigi De Filpo (PCI)

Trasporti
Ministro Giacomo Ferrari (PCI)
Sottosegretari Angelo Raffaele Jervolino (DC)

Poste e Telecomunicazioni
Ministro Luigi Cacciatore (PSI)
Sottosegretari Vito Giuseppe Galati (DC)

Industria e Commercio
Ministro Rodolfo Morandi (PSI)
Sottosegretari Vannuccio Faralli (PSI), Antonio Cavalli (DC)

Commercio con l'Estero
Ministro Ezio Vanoni (DC)
Sottosegretari Mario Assennato (PCI)

Marina Mercantile
Ministro Salvatore Aldisio (DC)
Sottosegretari Giosuè Fiorentino (PSI)

Lavoro e Previdenza Sociale
Ministro Giuseppe Romita (PSI)
Sottosegretari Giuseppe Togni (DC)

IV Governo De Gasperi 1947 31 maggio-23 maggio 1948

Il Governo De Gasperi IV è stato il terzo governo della Repubblica Italiana. È stato in carica dal 1º giugno 1947 al 23 maggio 1948 per un totale di 357 giorni, ovvero 11 mesi e 22 giorni. Il governo aveva dato le dimissioni il 12 maggio non appena il Presidente Luigi Einaudi aveva giurato di fronte al Parlamento, ma il Capo dello Stato le respinse prendendo atto che l'Esecutivo aveva vinto le elezioni del 18 aprile: questo governo non andò quindi mai in crisi, ma il passaggio al nuovo dicastero non fu che uno speciale rimpasto.
Indice [nascondi]
1 Composizione
2 Presidente del Consiglio dei ministri
3 Vicepresidenti del Consiglio dei ministri
4 Sottosegretari alla Presidenza del Consiglio dei ministri
5 Ministeri senza portafoglio
6 Ministeri
6.1 Affari esteri
6.2 Interno
6.3 Africa Italiana
6.4 Grazia e Giustizia
6.5 Bilancio
6.6 Finanze
6.7 Tesoro
6.8 Difesa
6.9 Pubblica Istruzione
6.10 Lavori Pubblici
6.11 Agricoltura e Foreste
6.12 Trasporti
6.13 Poste e Telecomunicazioni
6.14 Industria e Commercio
6.15 Commercio con l'Estero
6.16 Marina Mercantile
6.17 Lavoro e Previdenza Sociale
7 Note
8 Collegamenti esterni
Composizione
Camera dei Deputati Seggi
Democrazia Cristiana
Unità Socialista
Blocco Nazionale
Partito Repubblicano Italiano
Südtiroler Volkspartei
Totale Maggioranza 305
33
19
9
3
369
Fronte Democratico Popolare
Partito Nazionale Monarchico
Movimento Sociale Italiano
Partito dei Contadini d'Italia
Partito Sardo d'Azione
Totale Opposizione 183
14
6
1
1
205
Totale 574
Senato della Repubblica Seggi
Democrazia Cristiana
Unità Socialista
Blocco Nazionale
Partito Repubblicano Italiano
Südtiroler Volkspartei
Totale Maggioranza 131
10
7
6
2
156
Fronte Democratico Popolare
Indipendenti
Partito Nazionale Monarchico
Movimento Sociale Italiano
Partito Sardo d'Azione
Totale Opposizione 72
4
3
1
1
81
Totale 237
Composizione del governo:
Democrazia Cristiana (DC)
Partito Socialista dei Lavoratori Italiani (PSLI)
Partito Repubblicano Italiano (PRI)
Partito Liberale Italiano (PLI)

Presidente del Consiglio dei ministri 1947 31 maggio-23 maggio 1948
Alcide De Gasperi

Vicepresidenti del Consiglio dei ministri
Luigi Einaudi, Randolfo Pacciardi, Giuseppe Saragat

Sottosegretari alla Presidenza del Consiglio dei ministri
Giulio Andreotti, Edoardo Martino

Ministeri senza portafoglio
Giuseppe Togni (dal 15/12/47)

MINISTERI


Affari esteri
Ministro Carlo Sforza
Sottosegretari Giuseppe Brusasca

Interno
Ministro Mario Scelba
Sottosegretari Achille Marazza

Africa Italiana
Ministro Alcide De Gasperi, Ad interim.

Grazia e Giustizia
Ministro Giuseppe Grassi
Sottosegretari Gennaro Cassiani, Vittorio Badini Confalonieri

Bilancio
Dicastero istituito con decreto legislativo del capo provvisorio dello Stato il 04/06/47.
Ministro Luigi Einaudi

Finanze
Con decreto del capo provvisorio dello Stato del 04/06/47 viene soppresso il Ministero delle Finanze e Tesoro e sono costituiti due distinti dicasteri.
Ministro Giuseppe Pella
Sottosegretari Piero Malvestiti (dal 25/10/47)

Tesoro
Con decreto del capo provvisorio dello Stato del 04/06/47 viene soppresso il Ministero delle Finanze e Tesoro e sono costituiti due distinti dicasteri.
Ministro Gustavo Del Vecchio
Sottosegretari Antonio Cifaldi

Difesa
Ministro Mario Cingolani fino al 15/12/47
Cipriano Facchinetti dal 15/12/47
Sottosegretari Luigi Chatrian (fino al 22/12/47), Ugo Rodinò (dal 22/12/47), Luigi Meda (dal 15/02/48)

Pubblica Istruzione
Ministro Guido Gonella
Sottosegretari Giuseppe Perrone Capano (dal 22/12/47)

Lavori Pubblici
Ministro Umberto Tupini
Sottosegretari Emilio Canevari (dal 22/12/47)

Agricoltura e Foreste
Ministro Antonio Segni
Sottosegretari Giovanni Cartia (dal 22/12/47)

Trasporti
Ministro Guido Corbellini
Sottosegretari Angelo Raffaele Jervolino

Poste e Telecomunicazioni
Ministro Umberto Merlin fino al 15/12/47
Ludovico D'Aragona dal 15/12/47
Sottosegretari Francesco De Vita (dal 22/12/47)

Industria e Commercio
Ministro Giuseppe Togni fino al 15/12/47
Roberto Tremelloni dal 15/12/47
Sottosegretari Antonio Cavalli (dal 12/09/47)

Commercio con l'Estero
Ministro Cesare Merzagora
Sottosegretari Pietro Bulloni

Marina Mercantile
Ministro Paolo Cappa

Lavoro e Previdenza Sociale
Ministro Amintore Fanfani
Sottosegretari Luciano Magrini (dal 22/12/47)

V Governo De Gasperi 1948 23 maggio-27 gennaio 1950

Il Governo De Gasperi V è stato il quarto governo della Repubblica Italiana, il primo della I legislatura. È rimasto in carica dal 23 maggio 1948 al 27 gennaio 1950 per un totale di 614 giorni, ovvero 1 anno, 8 mesi e 5 giorni.
Indice [nascondi]
1 Composizione
2 Presidente del Consiglio dei ministri
3 Vicepresidenti del Consiglio dei ministri
4 Sottosegretari alla Presidenza del Consiglio dei ministri
5 Ministeri senza portafoglio
6 Ministeri
6.1 Affari esteri
6.2 Interno
6.3 Africa Italiana
6.4 Grazia e Giustizia
6.5 Bilancio
6.6 Finanze
6.7 Tesoro
6.8 Difesa
6.9 Pubblica Istruzione
6.10 Lavori Pubblici
6.11 Agricoltura e Foreste
6.12 Trasporti
6.13 Poste e Telecomunicazioni
6.14 Industria e Commercio
6.15 Commercio con l'Estero
6.16 Marina Mercantile
6.17 Lavoro e Previdenza Sociale
7 Collegamenti esterni
Composizione
Camera dei Deputati Seggi
Democrazia Cristiana
Unità Socialista
Blocco Nazionale
Partito Repubblicano Italiano
Südtiroler Volkspartei
Totale Maggioranza 305
33
19
9
3
369
Fronte Democratico Popolare
Partito Nazionale Monarchico
Movimento Sociale Italiano
Partito dei Contadini d'Italia
Partito Sardo d'Azione
Totale Opposizione 183
14
6
1
1
205
Totale 574
Senato della Repubblica Seggi
Democrazia Cristiana
Unità Socialista
Blocco Nazionale
Partito Repubblicano Italiano
Südtiroler Volkspartei
Totale Maggioranza 131
10
7
6
2
156
Fronte Democratico Popolare
Indipendenti
Partito Nazionale Monarchico
Movimento Sociale Italiano
Partito Sardo d'Azione
Totale Opposizione 72
4
3
1
1
81
Totale 237
Composizione del governo:
Democrazia Cristiana
Partito Socialista dei Lavoratori Italiani
Partito Repubblicano Italiano
Partito Liberale Italiano

Presidente del Consiglio dei ministri 1948 23 maggio-27 gennaio 1950
Alcide De Gasperi (DC)

Vicepresidenti del Consiglio dei ministri
Attilio Piccioni (DC), Giovanni Porzio (PLI), Giuseppe Saragat (PSLI)

Sottosegretari alla Presidenza del Consiglio dei ministri
Giulio Andreotti, Edoardo Martino

Ministeri senza portafoglio
Roberto Tremelloni (PSLI) (fino al 07/11/49), Alberto Giovannini (PLI)

MINISTERI

Affari esteri
Ministro Carlo Sforza (PRI)
Sottosegretari Giuseppe Brusasca, Aldo Moro

Interno
Ministro Mario Scelba (DC)
Sottosegretari Achille Marazza

Africa Italiana
Ministro Alcide De Gasperi (DC), ad interim

Grazia e Giustizia
Ministro Giuseppe Grassi (PLI)
Sottosegretari Gennaro Cassiani

Bilancio
Ministro Giuseppe Pella (DC), ad interim

Finanze
Ministro Ezio Vanoni (DC)
Sottosegretari Edgardo Castelli, Girolamo Bellavista (fino al 05/04/49), Francesco Colitto (dal 05/04/49)

Tesoro
Ministro Giuseppe Pella (DC)
Sottosegretari Piero Malvestiti, Ezio Vigorelli (fino al 05/04/49), Giovanni Giavi (dal 05/04/49 all' 08/11/49), Antonio Cifaldi, Silvio Gava (dal 12/11/49)

Difesa
Ministro Randolfo Pacciardi (PRI)
Sottosegretari Luigi Meda, Ugo Rodinò (deceduto il 23/11/49), Enrico Malintoppi

Pubblica Istruzione
Ministro Guido Gonella (DC)
Sottosegretari Giuseppe Perrone Capano (fino al 05/04/49), Mario Venditti (dal 05/04/49)

Lavori Pubblici
Ministro Umberto Tupini (DC)
Sottosegretari Ludovico Camangi

Agricoltura e Foreste
Ministro Antonio Segni (DC)
Sottosegretari Emilio Canevari (fino all' 08/11/49), Emilio Colombo

Trasporti
Ministro Guido Corbellini (DC)
Sottosegretari Bernardo Mattarella

Poste e Telecomunicazioni
Ministro Angelo Raffaele Jervolino (DC)
Sottosegretari Giovanni Uberti

Industria e Commercio
Ministro Ivan Matteo Lombardo (PSLI) fino al 07/11/49
Giovanni Battista Bertone (DC)interim dal 07/11/49
Sottosegretari Antonio Cavalli

Commercio con l'Estero
Ministro Cesare Merzagora (Ind.) fino al 01/04/49
Giovanni Battista Bertone (DC) dal 01/04/49
Sottosegretari Pietro Bulloni

Marina Mercantile
Ministro Giuseppe Saragat (PSLI) fino al 07/11/49
Guido Corbellini (DC)interim dal 07/11/49
Sottosegretari Nicola Salerno (fino all'08/11/49)

Lavoro e Previdenza Sociale
Ministro Amintore Fanfani (DC)
Sottosegretari Giorgio La Pira

VI Governo De Gasperi 1950 27 gennaio-26 luglio 1951

Il Governo De Gasperi VI è stato il quinto governo della Repubblica Italiana, il secondo della I legislatura. È rimasto in carica dal 27 gennaio 1950 al 26 luglio 1951 per un totale di 545 giorni, ovvero 1 anno, 5 mesi e 29 giorni.
Indice [nascondi]
1 Composizione
2 Presidente del Consiglio dei ministri
3 Sottosegretari alla Presidenza del Consiglio dei ministri
4 Ministeri senza portafoglio
5 Ministeri
5.1 Affari esteri
5.2 Interno
5.3 Africa Italiana
5.4 Grazia e Giustizia
5.5 Bilancio
5.6 Finanze
5.7 Tesoro
5.8 Difesa
5.9 Pubblica Istruzione
5.10 Lavori Pubblici
5.11 Agricoltura e Foreste
5.12 Trasporti
5.13 Poste e Telecomunicazioni
5.14 Industria e Commercio
5.15 Commercio con l'Estero
5.16 Marina Mercantile
5.17 Lavoro e Previdenza Sociale
6 Collegamenti esterni
Composizione
Camera dei Deputati Seggi
Democrazia Cristiana
Unità Socialista
Partito Repubblicano Italiano
Südtiroler Volkspartei
Totale Maggioranza 305
33
9
3
350
Fronte Democratico Popolare
Blocco Nazionale
Partito Nazionale Monarchico
Movimento Sociale Italiano
Partito dei Contadini d'Italia
Partito Sardo d'Azione
Totale Opposizione 183
19
14
6
1
1
224
Totale 574
Senato della Repubblica Seggi
Democrazia Cristiana
Unità Socialista
Partito Repubblicano Italiano
Südtiroler Volkspartei
Totale Maggioranza 131
10
6
2
149
Fronte Democratico Popolare
Blocco Nazionale
Indipendenti
Partito Nazionale Monarchico
Movimento Sociale Italiano
Partito Sardo d'Azione
Totale Opposizione 72
7
4
3
1
1
88
Totale 237
Composizione del governo:
Democrazia Cristiana
Partito Repubblicano Italiano
Partito Socialista dei Lavoratori Italiani

Presidente del Consiglio dei ministri 1950 27 gennaio-26 luglio 1951
Alcide De Gasperi

Sottosegretari alla Presidenza del Consiglio dei ministri
Giulio Andreotti, Edoardo Martino

Ministeri senza portafoglio
Pietro Campilli, Ugo La Malfa, Raffaele Petrilli

MINISTERI

Affari esteri
Ministro Carlo Sforza
Sottosegretari Giuseppe Brusasca, Francesco Maria Dominedò

Interno
Ministro Mario Scelba
Sottosegretari Teodoro Bubbio

Africa Italiana
Ministro Alcide De Gasperi, ad interim

Grazia e Giustizia
Dal 10 al 23 marzo 1951 incaricato di esercitare le funzioni del Presidente del Consiglio e Ministro ad interim dell'Africa italiana in assenza di De Gasperi.
Ministro Attilio Piccioni
Sottosegretari Egidio Tosato

Bilancio
Ministro Giuseppe Pella, ad interim
Sottosegretari Silvio Gava

Finanze
Ministro Ezio Vanoni
Sottosegretari Edgardo Castelli, Ferdinando Casardi

Tesoro
Ministro Giuseppe Pella
Sottosegretari Piero Malvestiti, Domenico Chiaramello (fino al 05/04/51), Ennio Avanzini, Tiziano Tessitori (dal 19/04/51)

Difesa
Ministro Randolfo Pacciardi
Sottosegretari Giovanni Bovetti, Enrico Malintoppi, Nicola Vaccaro

Pubblica Istruzione
Ministro Guido Gonella
Sottosegretari Carlo Vischia, Virginio Bertinelli (fino al 05/04/51)

Lavori Pubblici
Ministro Salvatore Aldisio
Sottosegretari Ludovico Camangi

Agricoltura e Foreste
Ministro Antonio Segni
Sottosegretari Emilio Canevari, Emilio Colombo

Trasporti
Ministro Ludovico D'Aragona fino al 05/04/51
Pietro Campilli dal 05/04/51
Sottosegretari Bernardo Mattarella, Emilio Battista

Poste e Telecomunicazioni
Ministro Giuseppe Spataro
Sottosegretari Giuseppe Galati

Industria e Commercio
Ministro Giuseppe Togni
Sottosegretari Vinicio Ziino, Edoardo Di Giovanni (fino al 05/04/51)

Commercio con l'Estero
Ministro Ivan Matteo Lombardo fino al 05/04/51
Ugo La Malfa dal 05/04/51
Sottosegretari Edoardo Clerici

Marina Mercantile
Ministro Alberto Simonini fino al 05/04/51
Raffaele Petrilli dal 05/04/51
Sottosegretari Fernando Tambroni

Lavoro e Previdenza Sociale
Ministro Achille Marazza
Sottosegretari Leopoldo Rubinacci, Vittorio Pertusio (fino al 01/02/50)

VII Governo De Gasperi 1951 26 luglio-16 luglio 1953

Il Governo De Gasperi VII è stato il sesto governo della Repubblica Italiana, il terzo della I legislatura. È rimasto in carica dal 26 luglio 1951 al 16 luglio 1953 per un totale di 721 giorni, ovvero 1 anno, 11 mesi e 20 giorni.
Indice [nascondi]
1 Composizione
2 Presidente del Consiglio dei ministri
3 Vicepresidente del Consiglio dei ministri
4 Sottosegretari alla Presidenza del Consiglio dei ministri
5 Ministeri senza portafoglio
6 Ministeri
6.1 Affari esteri
6.2 Interno
6.3 Africa Italiana
6.4 Grazia e Giustizia
6.5 Bilancio
6.6 Finanze
6.7 Tesoro
6.8 Difesa
6.9 Pubblica Istruzione
6.10 Lavori Pubblici
6.11 Agricoltura e Foreste
6.12 Trasporti
6.13 Poste e Telecomunicazioni
6.14 Industria e Commercio
6.15 Commercio con l'Estero
6.16 Marina Mercantile
6.17 Lavoro e Previdenza Sociale
7 Collegamenti esterni
Composizione
Camera dei Deputati Seggi
Democrazia Cristiana
Partito Repubblicano Italiano
Südtiroler Volkspartei
Totale Maggioranza 305
9
3
317
Fronte Democratico Popolare
Unità Socialista
Blocco Nazionale
Partito Nazionale Monarchico
Movimento Sociale Italiano
Partito dei Contadini d'Italia
Partito Sardo d'Azione
Totale Opposizione 183
33
19
14
6
1
1
257
Totale 574
Senato della Repubblica Seggi
Democrazia Cristiana
Partito Repubblicano Italiano
Südtiroler Volkspartei
Totale Maggioranza 131
6
2
139
Fronte Democratico Popolare
Unità Socialista
Blocco Nazionale
Indipendenti
Partito Nazionale Monarchico
Movimento Sociale Italiano
Partito Sardo d'Azione
Totale Opposizione 72
10
7
4
3
1
1
98
Totale 237
Composizione del governo:
Democrazia Cristiana
Partito Repubblicano Italiano

Presidente del Consiglio dei ministri 1951 26 luglio-16 luglio 1953
Alcide De Gasperi

Vicepresidente del Consiglio dei ministri
Attilio Piccioni (dal 7 al 17 set. 1952 incaricato di esercitare le funzioni di Presidente del Consiglio e Ministro ad interim dell'Africa italiana in assenza di De Gasperi)

Sottosegretari alla Presidenza del Consiglio dei ministri
Giulio Andreotti, Edoardo Martino, Giorgio Tupini, Roberto Lucifredi

Ministeri senza portafoglio
Carlo Sforza deceduto il 04/09/52

MINISTERI

Affari esteri
Ministro Alcide De Gasperi, ad interim
Sottosegretari Francesco Maria Dominedò, Paolo Emilio Taviani

Interno
Ministro Mario Scelba
dall'11/07/52 al 18/09/52 le funzioni vengono esercitate da Giuseppe Spataro in assenza di Scelba per motivi di salute
Sottosegretari Teodoro Bubbio

Africa Italiana
Dicastero soppresso con legge 19/04/1953 n. 430.
Ministro Alcide De Gasperi, ad interim
Sottosegretari Giuseppe Brusasca

Grazia e Giustizia
Ministro Adone Zoli
Sottosegretari Egidio Tosato

Bilancio
Ministro Giuseppe Pella
Sottosegretari Ennio Avanzini (fino al 28/04/52), Tommaso Zerbi

Finanze
Ministro Ezio Vanoni
Sottosegretari Edgardo Castelli, Gesumino Mastino

Tesoro
Ministro Ezio Vanoni interim fino al 02/02/52
Giuseppe Pella interim dal 02/02/52
Sottosegretari Silvio Gava, Mario Martinelli, Tiziano Tessitori, Gennaro Cassiani, Ennio Avanzini (dal 28/04/52)

Difesa
Ministro Randolfo Pacciardi
Sottosegretari Enrico Malintoppi, Silvano Baresi, Onofrio Jannuzzi

Pubblica Istruzione
Ministro Antonio Segni
Sottosegretari Carlo Vischia, Raffaele Resta

Lavori Pubblici
Ministro Salvatore Aldisio
Sottosegretari Ludovico Camangi

Agricoltura e Foreste
Ministro Amintore Fanfani
Sottosegretari Luigi Gui, Mariano Rumor

Trasporti
Ministro Piero Malvestiti
Sottosegretari Bernardo Mattarella, Basilio Focaccia

Poste e Telecomunicazioni
Ministro Giuseppe Spataro
Sottosegretari Giuseppe Galati

Industria e Commercio
Ministro Pietro Campilli
Sottosegretari Antonio Carcaterra, Emilio Battista, Angela Maria Guidi Cingolani

Commercio con l'Estero
Ministro Ugo La Malfa
Sottosegretari Lodovico Benvenuti

Marina Mercantile
Ministro Paolo Cappa
Sottosegretari Lodovico Benvenuti

Lavoro e Previdenza Sociale
Ministro Leopoldo Rubinacci
Sottosegretari Filippo Murdaca, Giovan Battista Raja, Rinaldo Del Bo (fino al 29/07/52), Giovanni Bersani (dal 29/07/52)

VIII Governo De Gasperi 1953 16 luglio-17 agosto

Il Governo De Gasperi VIII è stato il settimo governo della Repubblica Italiana, il primo della II legislatura. È rimasto in carica dal 16 luglio 1953 al 17 agosto 1953 per un totale di appena 32 giorni, ovvero 1 mese e 1 giorno. Fu il primo governo repubblicano a vedersi respinta la fiducia dal parlamento, vanificando l'incarico conferito dal presidente Luigi Einaudi. Votarono contro: comunisti, socialisti, monarchici, missini; si astennero: liberali, socialdemocratici, repubblicani; votarono a favore i democristiani.
Indice [nascondi]
1 Composizione
2 Presidente del Consiglio dei ministri
3 Vicepresidente del Consiglio dei ministri
4 Sottosegretari alla Presidenza del Consiglio dei ministri
5 Ministeri senza portafoglio
6 Ministeri
6.1 Affari esteri
6.2 Interno
6.3 Grazia e Giustizia
6.4 Tesoro
6.5 Bilancio
6.6 Finanze
6.7 Difesa
6.8 Pubblica Istruzione
6.9 Lavori Pubblici
6.10 Agricoltura e Foreste
6.11 Trasporti
6.12 Poste e Telecomunicazioni
6.13 Industria e Commercio
6.14 Commercio con l'Estero
6.15 Marina Mercantile
6.16 Lavoro e Previdenza Sociale
7 Collegamenti esterni
Composizione
Camera dei Deputati Seggi
Democrazia Cristiana
Totale Maggioranza 263
263
Partito Comunista Italiano
Partito Socialista Italiano
Partito Nazionale Monarchico
Movimento Sociale Italiano
Partito Socialdemocratico Italiano
Partito Liberale Italiano
Partito Repubblicano Italiano
Südtiroler Volkspartei
Totale Opposizione 143
75
40
29
19
13
5
3
327
Totale 590
Senato della Repubblica Seggi
Democrazia Cristiana
Totale Maggioranza 116
116
Partito Comunista Italiano
Partito Socialista Italiano
Partito Nazionale Monarchico
Movimento Sociale Italiano
Unità Popolare
Partito Socialdemocratico Italiano
Partito Liberale Italiano
Südtiroler Volkspartei
Altri
Totale Opposizione 51
26
16
9
9
4
3
2
1
121
Totale 237
Composizione del governo:
Democrazia Cristiana

Presidente del Consiglio dei ministri 1953 16 luglio-17 agosto
Alcide De Gasperi

Vicepresidente del Consiglio dei ministri
Attilio Piccioni

Sottosegretari alla Presidenza del Consiglio dei ministri
Giulio Andreotti, Giorgio Tupini, Roberto Lucifredi

Ministeri senza portafoglio

Presidente del comitato dei ministri della Cassa per il Mezzogiorno e per l'esecuzione di opere straordinarie di pubblico interesse nell'Italia settentrionale e centrale
Pietro Campilli

MINISTERI

Affari esteri
Ministro Alcide De Gasperi, ad interim
Sottosegretari Francesco Maria Dominedò, Lodovico Benvenuti

Interno
Ministro Amintore Fanfani
Sottosegretari Guido Bisori

Grazia e Giustizia
Ministro Guido Gonella
Sottosegretari Fernando Tambroni

Tesoro
Ministro Giuseppe Pella (ad interim)
Sottosegretari Ennio Avanzini, Rodolfo Vicentini, Mario Zotta, Gennaro Cassiani

Bilancio
Ministro Giuseppe Pella
Sottosegretari Mario Ferrari Aggradi

Finanze
Ministro Ezio Vanoni
Sottosegretari Edgardo Castelli, Angelo Motta

Difesa
Ministro Giuseppe Codacci Pisanelli
Sottosegretari Edoardo Martino, Giacinto Bosco, Gaetano Vigo

Pubblica Istruzione
Ministro Giuseppe Bettiol
Sottosegretari Raffaele Resta, Angelo Di Rocco

Lavori Pubblici
Ministro Giuseppe Spataro
Sottosegretari Emilio Colombo

Agricoltura e Foreste
Ministro Rocco Salomone
Sottosegretari Luigi Gui, Mariano Rumor

Trasporti
Ministro Giuseppe Togni
Sottosegretari Giovanni Bovetti

Poste e Telecomunicazioni
Ministro Umberto Merlin
Sottosegretari Enrico Carboni

Industria e Commercio
Ministro Silvio Gava
Sottosegretari Emilio Battista, Gioacchino Quarello

Commercio con l'Estero
Ministro Paolo Emilio Taviani
Sottosegretari Mario Martinelli

Marina Mercantile
Ministro Bernardo Mattarella
Sottosegretari Basilio Focaccia

Lavoro e Previdenza Sociale
Ministro Leopoldo Rubinacci
Sottosegretari Rinaldo Del Bo, Umberto Delle Fave

 

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