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Il Viandante - Moravia, A.

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Alberto PINCHERLE o Alberto MORAVIA

(Roma 28 novembre 1907 – 26 settembre 1990)

scrittore italiano, di famiglia agiata;
[ebreo per parte di padre (di Venezia, architetto e pittore) e "ariano" per parte di madre Amelia Pincherle Moravia (di Ancona)]

1916
a 9 anni comincia a soffrire di una tubercolosi ossea che lo costringe a letto per tre anni e quindi ad abbandonare gli studi;

1919-21
viene ricoverato altri due anni nel sanatorio Codivilla di Cortina d'Ampezzo;
[si abbona al «Gabinetto Vieusseux» di Firenze.]

1921
gli studi brevi e irregolari gli permettono a mala pena di conseguire la licenza ginnasiale, unico suo titolo di studio;

Canzone d' autunno (Roma 1921; battesimo tipografico per il giovane quattordicenne: poesia pubblicata sulla rivista romana «Cronache d'Attualità» (1916-22) fondata e diretta da Anton Giulio Bragaglia)

1925
guarito definitivamente lascia il sanatorio e si trasferisce a Bressanone, dove però continua a camminare con le grucce;
[la malattia è durata quindi fino ai 16 anni (cinque dei quali trascorsi complessivamente a letto) ma i suoi effetti si faranno sentire ancora fino ai 25, cioè fino al 1932 ca.]

1926
comincia a scrivere sulla rivista «900» di M. Bontempelli. È qui che conosce Curzio Malaparte.

La cortigiana stanca (1926, in francese, pubblicata sulla rivista «900»).

1929

Gli indifferenti (1929, luglio, romanzo iniziato nel 1925 a Bressanone e pubblicato a spese dell'autore - Lire 5.000 -, casa editrice Alpes, diretta da Cesare Giardini, Milano)
[da cui i film:
- omonimo di Francesco Maselli nel 1964;
- omonimo di Mauro Bolognini nel 1987]


1930-31
diventa collaboratore di Curzio Malaparte a «La Stampa» di Torino su segnalazione di Corrado Alvaro;
[In seguito, e per diversi anni, le strade dei due si separano anche se non mancano occasioni di incontro.]
comincia a viaggiare e a scrivere articoli di viaggio sui giornali;
[1930-35, soggiorna a Parigi e a Londra.]

Inverno di malato (1930, novella, ricordi di Cortina, pubblicata su «Pegaso» di Ojetti e Pancrazi)

1935

La bella vita (1935, racconti, cso Inverno di malato, Carabba, Lanciano)

Le ambizioni sbagliate (1935, romanzo, iniziato nel 1928, Mondadori, Milano)
[Il Ministero della Cultura Popolare dà ordine ai giornali di non parlarne (nel 1960 non avrà avuto ancora alcuna recensione). In una lettera a Ciano chiede il suo intervento per sbloccare la pubblicazione del romanzo. Una lettera peraltro ormai inutile, avendo Mussolini già dato il via libera alla pubblicazione.]

autunno, persa contemporaneamente la collaborazione alla «Gazzetta del Popolo», parte per gli Stati Uniti;
[Nel suo diario, in data 29 luglio 1938, Leonetta Cecchi Pieraccini, testimone delle presenze moraviane nei salotti Cecchi, Sarfatti, Pecci Blunt, annota: "Moravia pare sia stato dimesso dalla «Gazzetta del popolo» per ragioni di razza. Egli avrebbe scritto a Mussolini facendo presente il suo caso".
È accertato comunque che sul registro degli ospiti della casa di Margherita Sarfatti, l' "amante di Mussolini", la sua firma ce l'ha messa più volte. ]

1936
dopo sei mesi negli Stati Uniti, rimasto per lo più a New York, fa un viaggio al Messico; torna quindi in Italia in tempo per la fine della guerra in Etiopia;
parte per la Cina dove trascorre due mesi;

1937

L'imbroglio (1937, racconti, cso La provinciale, Bompiani, Milano)
[da cui il film omonimo di Mario Soldati nel 1952]

[Cugino dei fratelli Rosselli (la madre si chiamava Amelia Pincherle Moravia) non si fa vivo con la zia nei giorni del martirio… le chiederà scusa nel dopoguerra]

1938
parte per la Grecia dove rimane sei mesi;
[dirà l'autore nel 1960 ca: «… forse per questo facevo tanti viaggi, per sottrarmi ad un'atmosfera avvelenata dalla menzogna, dalla paura e dal conformismo.»]

1939
ottobre, scrive sul primo numero di «Prospettive» (rivista fondata nel 1937) quando C. Malaparte la trasforma in una delle riviste culturali più significative e più interessanti del periodo;
[Di fatto svolge la funzione di direttore durante i periodi di assenza dall'Italia di C. Malaparte.]

1940

I sogni del pigro (1940, raccolta di scritti satirici e surrealisti, Bompiani, Milano)

1941
è colpito da un provvedimento che vieta alla stampa di pubblicarne gli scritti;

Lettera scritta da Moravia a Mussolini:

Duce,

Mi è stato ufficialmente comunicato di interrompere la mia attività professionale nei periodici di cui sono collaboratore. Non so a quale fatto specifico si debba questo provvedimento a mio danno. Da quando Voi, Duce, nel 1938 mi avete autorizzato a riprendere la mia attività professionale, ho la coscienza di non aver scritto né pubblicato cosa alcuna che potesse dispiacervi. In questi ultimi tempi, ho abbandonato molti degli elementi che costituivano la mia prima letteratura. La stessa critica l'ha ampiamente riconosciuto a proposito del mio ultimo libro, I Sogni del Pigro. Mi permetto, perciò, rivolgervi, Duce, la preghiera di potere riprendere la mia attività giornalistica dalla quale io traggo i mezzi per vivere. Anche perché tra poche settimane mi sposo e mi preparo ad assumere responsabilità, alle quali, in queste condizioni, non posso andare incontro con animo sereno.
Devotamente

Alberto Moravia

Roma, 7 marzo 1941 XIX
[Sulla lettera sta questa scritta inglese: "Letter to Mussolini which Malaparte advised Moravia not to send"; sotto una nota dello stesso C. Malaparte a matita rossa: "Da restituire a Moravia. Non approvo questa lettera. Meglio non inviarla". Spedita o no, rinvenuta dagli Alleati tra le carte dell'Ovra, essa aiuta a meglio comprendere la complessa storia dei rapporti tra fascismo e letteratura.]

 

agosto, il filonazista Robert Brasillach ospita La bella vita sulla sua rivista «Je suis partout», organo fascista diretto da Pierre Gaxotte;

sposa la scrittrice Elsa Morante;

La mascherata (1941, satira di un'immaginaria dittatura in un immaginario paese centroamericano, I ed., Bompiani, Milano; II ed., sequestrata; 1958, va in scena una riduzione)

[In effetti, da un lato è tenuto d'occhio come cugino dei fratelli Rosselli prima ancora che per ciò che scrive (semmai, per ciò che «Giustizia e Libertà» o «Stato operaio» scrivono di lui), sospettato quale loro tramite; dall'altro è nipote del gerarca De Marsanich, che lo protegge recensoriamente e lo ospita su «Lavoro fascista». È ebreo per parte di padre e ariano per parte di madre e, dal dicembre 1941, per decreto di Mussolini.
Ha libri inseriti in liste di bonifica antiebraica, che però circolano sino a esaurimento, mentre altri suoi vengono stampati (La mascherata). Quanto poi alle collaborazioni giornalistiche, si deve segnalare il suo andirivieni nell'Albo dei giornalisti del sindacato fascista, rimosso nel 1939 (ma resta in quello dei Pubblicisti), e ricomparsovi nel 1940 e 1941, indipendentemente dalla sua realtà di "bonificato" in quanto "ebreo di sette cotte".]

1942
febbraio, le sue richieste di autorizzazione a collaborare a riviste ricevono risposte positive "a condizione che gli scritti siano firmati con pseudonimo" [Pseudo];
[Una situazione tanto ibrida questa che "ad alcuni ebrei sia stato consentito di scrivere e pubblicare" contrariamente alle precise norme antiebraiche. Moravia ottiene di essere dichiarato "non ebreo" e di poter mutare il cognome in Piccinini.]

[a) da un saggio incompiuto di C. Malaparte degli anni Quaranta si legge "…che Moravia non è né antifascista né fascista, che non è mai stato perseguitato, che ha un passaporto, che può liberamente circolare all'estero, e che è personalmente bene accetto dai circoli più vicini alle alte sfere dirigenti della politica. La leggenda del suo antifascismo è stata creata ad arte da piccoli scrittorelli invidiosi della sua straordinaria fortuna, e più del favore che egli ha fin dall'inizio incontrato in un certo pubblico, così detto antifascista".
b) da una intervista del 1950 a un giornalista straniero. C. Malaparte è durissimo: "Aggiungo che Moravia (e lo posso provare) ha leccato le scarpe a Mussolini durante i vent' anni di fascismo";
c) in un brano del 1938 ("Archivio Malaparte"), C. Malaparte ricorda che Moravia, convocato in Questura dopo la pubblicazione di Gli indifferenti, ottenne dal funzionario delle scuse dopo avergli ricordato che la sua casa editrice apparteneva a importanti personalità politiche. E commenta: "Di egual natura sono le persecuzioni a cui Moravia è stato soggetto da quando si è permesso di pubblicare il suo primo romanzo".

[da Francesco Perfetti, Ermanno Paccagnini 24.1.1999 «IlSole24Ore»]

è colpito da un ulteriore provvedimento che vieta alla stampa di pubblicarne gli scritti con o senza pseudonimo; viene dato anche l'ordine di non farlo lavorare nel cinema; due film infatti di cui ha scritto la sceneggiatura (Un colpo di pistola e Zasa ambedue di Castellani) non portano la sua firma;

1943
luglio, caduto il fascismo, collabora con alcuni articoli al «Popolo di Roma» diretto da Corrado Alvaro;
settembre, si dà alla fuga sapendo di essere nella lista tedesca di coloro che devono essere arrestati; scappa verso Napoli dove passa ca nove mesi in una stalla;
[dichiarerà l'autore nel 1960: « …così la parabola dei miei rapporti con la dittatura fascista si completa dalle innocue polemiche del 1929 fino alla fuga, per salvare la pelle nel 1943. Credo che questa parabola sia inevitabile in qualsiasi regime di dittatura, almeno per gli intellettuali. La scelta è tra diventare un adulatore stipendiato oppure avvicinarsi ogni giorno di più al silenzio completo e magari alla prigione. Tutto il resto sono chiacchiere e sofismi ».
(E.F. Accrocca, Ritratti su misura, Sodalizio del Libro, Venezia, 1960)]

L'amante infelice (1943, Bompiani, Milano)
[La tempesta, Il ritorno dalla villeggiatura, L'equivoco, La solitudine, La caduta, L'avventura, Malinverno, L'amante infelice, Serata di don Giovanni, Luna di miele, sole di fiele]

1944
liberato dalla seconda armata americana giunta a Napoli, dopo un breve soggiorno in città ritorna a Roma dove riprende a lavorare e a vivere normalmente;

La speranza (1944, Documento, Roma)
L'epidemia
(1944, Documento, Roma)

1945

Agostino (1945, premio del «Corriere Lombardo», Bompiani, Milano)
[da cui il film Agostino (La perdita dell'innocenza) di Mauro Bolognini nel 1962.]

Due cortigiane (1945)

La speranza, ossia cristianesimo e comunismo (1945, in cui per la prima volta fa i conti, sostanzialmente positivi, con il marxismo)

1947
riprende a viaggiare e a collaborare a giornali e riviste;

La romana (1947, Bompiani, Milano)
[da cui i film:
- omonimo di Luigi Zampa nel 1954;
- omonimo di Giuseppe Patroni Griffi nel 1988)]

1948

La disubbidienza (1948, romanzo breve, Bompiani, Milano)
[da cui il film omonimo di Aldo Lado nel 1981]

17 ottobre, con Spia per scommessa inizia a comparire sul «Corriere della Sera» la fortunata serie di Racconti romani: ben trentaquattro sullo stesso quotidiano;

1949

L'amore coniugale (1949, Bompiani, Milano)

1951

Il conformista (1951, Bompiani, Milano)
[da cui il film omonimo di Bernardo Bertolucci nel 1970]

1952
21 luglio, I. Kristol, segretario esecutivo della sezione americana del CCF (Congress for Cultural Freedom), invia questa lettera a Nicolas Nabokov sul tema del rifiuto del visto d'ingresso allo scrittore:


Parigi, 22 gennaio 1954

Caro Nicolas Nabokov,

ho ricevuto il tuo cablogramma relativo a Moravia e ho bloccato il rilascio della dichiarazione. Inoltre, in mattinata, ho ricevuto una breve lettera del Comitato italiano che mi dice che Moravia non è un comunista, ma non è neppure un anticomunista, nel senso nostro del termine. Le sole informazioni negative sul suo conto le ho avute da Edmund Wilson, che mi ha detto che nel 1937 Moravia scrisse, per un quotidiano italiano, una serie di articoli molto critici nei confronti degli Stati Uniti. Wilson, tra l'altro, ha firmato la dichiarazione e pensa sia appropriato per il Comitato intervenire su questo argomento. Peter Viereck, che conosce Moravia, si dice indignato del fatto che gli sia stato negato il visto d'ingresso.

Non credo che le prove che abbiamo siano tali da impedirci di inviare una protesta. Dopotutto, Kingsley Martin ha appena completato un tour in questo paese che ha arrecato alla lotta al comunismo danni più considerevoli di quelli che potrebbe fare Moravia.

Se tu ritieni comunque – per qualsiasi ragione – che non sarebbe saggio per il comitato prendere una posizione pubblica su questo argomento suggerisco di inviare, in forma privata, la dichiarazione sottoscritta da una dozzina di eminenti scrittori americani alla Sezione Visti del Dipartimento di Stato. Potrebbe sortire qualche effetto. Le adesioni già ottenute comprendono: John Chamberlain, John Dos Passos, Max Eastman, James T. Farrel, Alfred Kazin, William Phillips, Katherine Anne Porter, Allen Tate, Lionel Trilling, Peter Viereck, Edmund Wilson.
Fammi immediatamnte sapere la tua posizione. Se puoi mandami un cablogramma.

Desidero anche sapere se il Congresso sta facendo qualcosa per il rapimento Linse. […]
Informami, per favore, di ogni iniziativa che intendi prendere.
Tuo,

Irving Kristol
Segretario Esecutivo

P.S.: Incidentalmente, una dichiarazione di protesta sul caso Linse ci permetterebbe di assestare un colpo alla National Lawyers' Guild che è dominata dai comunisti, ma ha molti iscritti non comunisti. Verrebbero veramente messi alle strette quando chiedessimo loro di sottoscrivere la dichiarazione di protesta.



- Frances Stonor Saunders, La guerra fredda culturale. La Cia e il mondo delle lettere e delle arti (1999 in Gran Bretagna e negli Stati Uniti; 2004, pressoché ignorato, in Italia);

 

 

tutti i suoi libri vengono messi all'Indice dal Sant'Uffizio;

Racconti 1927-51 (1952, antologia di 24 suoi racconti, premio Strega, Bompiani, Milano)
[Al suo attivo ha già, oltre agli otto romanzi, ben duecentotrenta racconti, più o meno lunghi, comparsi su vari periodici.]

1953
dà vita, insieme con A. Carocci, alla rivista «Nuovi Argomenti» e comincia la collaborazione al «Corriere della Sera» con racconti e reportages di viaggi; collabora quindi all' «Espresso» come critico cinematografico;

Questo freddo di Betlemme lo sentì il Bambino (1953, réportage per «L'Europeo»; Vicenza 1999, ed. La Locusta)

1954
22 gennaio, da Parigi M. Josselson, segretario amministrativo del CCF (Congress for Cultural Freedom), scrive a Nicolas Nabokov (pure del CCF), in questo momento a Roma, sulla condotta da tenere rispetto a una posizione assunta da Alberto Moravia:


Parigi, 22 gennaio 1954

Al signor Nicolas Nabokov
Palazzo Pecci
Via del Teatro di Marcello, 6
Roma

 

Caro Nicolas,

secondo i giornali italiani comunisti e paracomunisti, L'UNITÀ, L'AVANTI e PAESE SERA, il nostro amico Moravia ha partecipato il 17 dicembre a un dibattito su "Lukács e il problema del realismo", organizzato dall'associazione italiana per le relazioni culturali con l'Ungheria. Secondo i resoconti apparsi su questi tre giornali, il signor Moravia, in questa discussione, s'è completamente allineato, sulla questione del realismo socialista, al punto di vista dei comunisti.

A mio avviso il comitato italiano dovrebbe reagire. Sfortunatamente Silone è a Zurigo per motivi di salute, ma ritengo che lei dovrebbe parlarne a Chiaromonte e a Venturi. La mia idea è che il comitato italiano dovrebbe organizzare il più rapidamente possibile un dibattito sul realismo socialista e sui suoi riflessi in tutti i campi della creazione, ossia letteratura, pittura, ecc… Si dovrebbe invitare Moravia a partecipare a questa discussione, e di certo egli non potrà sostenere le stesse posizioni che ha tenuto con i comunisti e si rivelerà un ipocrita. Se non accetterà di prendere parte al dibattito, si dovrà discutere sulla posizione da lui assunta nell'incotnro del 17 dicembre per demolirla pubblicamente. Penso che la stampa non comunista darà a un tale dibattito almeno la stessa pubblicità conferita dalla stampa comunista a quello del 17 dicembre. Si tratta pertanto di invitare a questo convegno i rappresentanti di tutti i più importanti giornali non comunisti.

Sono desolato di darle un'altra preoccupazione, oltre a quelle che ha già, ma credo che sia molto importante reagire e tentare di smascherare il signor Moravia. Secondo me, tra l'altro, dovrebbe partecipare anche lei a un tale dibattito.

Mi tenga al corrente.

Con amizizia
M. Josselson


- Frances Stonor Saunders, La guerra fredda culturale. La Cia e il mondo delle lettere e delle arti (1999 in Gran Bretagna e negli Stati Uniti; 2004, pressoché ignorato, in Italia);

 

 

Racconti romani (1954, premio Marzotto, Bompiani, Milano)
[da cui i film:
- omonimo di Gianni Franciolini nel 1955;
- La giornata balorda di Mauro Bolognini nel 1960;
- Risate di gioia di Mario Monicelli nel 1960]

- Il fanatico, da cui il film Peccato che sia una canaglia di Sandro Blasetti nel 1954)
- Il pupo, da cui un episodio del film Tempi nostri (Zibaldone n. 2) di Sandro Blasetti nel 1954)
- L'avaro, da cui un episodio del film L'amore difficile di Alberto Bonucci e altri nel 1963)
- Appuntamento al mare, da cui il film Le ore nude di Marco Vicario nel 1964;
- La donna invisibile, da cui il film omonimo di Paolo Spinola nel 1969;

Il disprezzo (1954, romanzo, Bompiani, Milano)
[da cui il film Le mèpris (Il disprezzo) di Jean-Luc Godard nel 1963]
[Roma 2001: all'asta battuta da Christie's Italia, il dattiloscritto completo del romanzo è stato comperato per 61 milioni da Elena Pincherle Moravia, sorella dello scrittore, e dal Fondo Moravia.]

In questo periodo tutti i suoi libri vengono tradotti nelle principali lingue del mondo.

1956

Racconti surreali e satirici (1956, raccolta di una cinquantina di racconti di carattere allegorico o fantastico)

1957

La ciociara (1957, Bompiani, Milano)
[da cui i film: 
-
omonimo di Vittorio De Sica nel 1960;
- omonimo di Dino Risi nel 198, prodotto per la TV da Rete Italia.]

1958

Teatro (1958, comprende una riduzione de La mascherata e Beatrice Cenci, Bompiani, Milano)

Viaggio in URSS (1958, raccolta di reportages apparsi sul «Corriere della Sera», Bompiani, Milano)
[anche Un mese in URSS]

1959

Nuovi racconti romani (1959, Bompiani, Milano)

- Una donna sulla testa
- La raccomandazione
- Lo studente
- Lo scimpanzè
- Banca dell'amore
- L'incantesimo
- Lo zio
- I giuramenti
- La paura
- Io e lui, da cui il film omonimo di Luciano Salce nel 1973;
- Tutto per la famiglia
- Un dritto
- La vita è danza
- Il sorpasso
- La serva padrona
- Le risate di Gioia
- Capelli biondi
- Rigoletta
- Il doppio gioco
- Il vaso cinese
- Silvano e Romildo
- Buoni a nulla
- Quant'è caro
- Il verme
- Operazione Pasqualino
- Un caso fortunato
- La riparazione
- Il morso
- Fortissimo
- La confidenza
- La vita leggera
- Lasciami perdere
- Naturale
- Non sanno parlare
- Non uno ma cinque

- La marcia indietro da cui il film Una ragazza piuttosto complicata di Damiano Damiani nel 1969
- Gli ordini sono ordini da cui il film omonimo di Franco Giraldi nel 1972.

[Questi Nuovi racconti romani sono stati scritti tra il 1954 e il 1959 e ovviamente costituiscono una continuazione del discorso avviato coi precedenti Racconti romani, varie volte ristampati e considerati dalla critica centralissimi della produzione moraviana. I racconti romani si riallacciano alla tradizione iniziata da G.G. Belli con la sua opera monumentale e poi continuata dall'opera di C. Pascarella, Trilussa e altri. Naturalmente, Roma e i suoi abitanti sono molto cambiati da un secolo a oggi: non più la plebe arguta e scanzonata di G.G. Belli dentro la grande città papale, né i popolani risorgimentali di C. Pascarella con la loro Roma carducciana e neppure la borghesia burocratica di Trilussa, costruttrice della Roma umbertina dei Prati e del Macao. Bensì la Roma moderna e un po' stralunata del primo decennio del dopoguerra: una Roma libera e insieme alienata, vitale e insieme deturpata, piena di imprevisti e di avventure ma anche di rassegnazioni e di angosce.]

1960

La noia (1960, romanzo, ?)
[da cui i film omonimi
- di Damiano Damiani nel 1963
- L'ennui di Cédric Kahn nel 1998.]

[Da questo momento, secondo alcuni, non azzeccherà più un libro degno del suo nome e rango di scrittore.]

1962

Un'idea dell'India (1962, raccolta di reportages apparsi sul «Corriere della Sera»)

L'automa (1962)

1963

L'uomo come fine e altri saggi (1963, raccolta di saggi)

1965

L'attenzione (1965, )
[da cui il film omonimo di Giovanni Soldati nel 1985.]

La cortigiana stanca (1965, comprende pure Inverno di malato, Fine di una relazione e La provinciale)
[già pubblicata in francese, nel 1926, sulla rivista «900».]

1966

Il mondo è quello che è (1966, teatro)

1967

Una cosa è una cosa (1967)

La rivoluzione culturale in Cina (1967, saggio)

1968

Il dio Kurt (1968, teatro)

1969

La vita è gioco (1969, teatro)

1970

Il paradiso (1970)

1971

Io e lui (1971, ?)
[da cui i film:
- omonimo di Luciano Salce nel 1973
- Me and Him (Lei… io & Lui) di Doris Dörrie nel 1989.]

1972

A quale tribù appartieni? (1972, saggio)

1973

Un'altra vita (1973)

1976

Boh (1976)

1977-78
si devono aggiungere le varie collaborazioni televisive come le "interviste" in Iran e in Arabia Saudita;

1978

La vita interiore (1978)

1981

Lettere dal Sahara (1981)

1982

1934 (1982, vicende di un'intellettuale tra le due guerre)

Favole della preistoria (1982, fiabe moraleggianti)

1983

La cosa (1983, sul sesso e la sua anatomicità)
[La cosa, Al dio ignoto, La donna dalla cappa nera, Il diavolo non può salvare il mondo, Il segno dell'operazione, La cintura, Il proprietario dell'appartamento, Anche mia figlia si chiama Giulia, C'era un canestro sul Lungotevere, Un brutto ingorgo della memoria, Il diavolo va e viene, Che me ne faccio del carnevale, Quella maledetta pistola, Ho balbettato tutta la mia vita, Sento sempre in sogno un passo sulla scala, Tuono rivelatore, C'è una bomba N anche per le formiche, La passeggiata del guardone, Le mani intorno il collo, La donna nella casa del doganiere]

riceve il premio Viareggio-Versilia per il complesso della sua opera;

1984
eletto al parlamento europeo, si adopera contro il pericolo nucleare;

Alcune Afriche (Torino 1984, con il regista Andrea Andermann, ed. Eri)
[I due intellettuali hanno voluto ripercorrere, come Andrè Gide nel 1925, l’intero corso del fiume Congo. Sbarcati nello Zaire, a bordo di un battello hanno risalito il fiume per arrivare al deserto del Sahel.]

1985

L'uomo che guarda (1985, ?)
[da cui il film omonimo di Tinto Brass nel 1994.]

1986
sposa la trentaduenne Carmen Llera;

[Nel libro Il bambino Alberto (1986) di Dacia Maraini, legata sentimentalmente allo scrittore (dopo Elsa Morante), Moravia rivela ogni dettaglio sulle sottovesti di trine della madre e sulle carezze proibite della governante polacca. Eppure, sostiene l'autrice nella prefazione, nessuno più di lui detestava il passato [sic].]

1988

Viaggio a Roma (1988, inquieta vicenda sull'incesto)

La villa del venerdì (1988, raccolta degli ultimi racconti)
[da cui il film omonimo di Mauro Bolognini nel 1991.]

Io e il mio tempo (1988, conversazioni critiche con Ferdinando Camon)

1989

Il vassoio davanti alla porta (1989, scritto su invito dell'APT del Trentino in occasione del duecentenario della scoperta scientifica delle Dolomiti)

1990

Palocco (1990, storia della vita di una povera donna e del suo cane)

Autobiografia (1990, apparsa pochi giorni dopo la sua morte e firmata con Alain Elkann)

26 settembre, muore.

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La donna leopardo (1991, postumo) 

Diario europeo (1993, postumo).

(?) commedia (
[da cui il film La cintura di Giuliana Gamba nel 1989.] 

Diario Europeo (Bompiani 1995, serie di articoli pubblicati sul «Corriere della Sera» quando era parlamentare europeo nel 1984)

Racconti dispersi (Bompiani 2000, racconti, tra cui Spia per scommessa apparso sul «Corriere della Sera» il 17 ottobre 1948).
[I racconti scritti da Moravia tra il 1927 e il 1951 rimasti sepolti nelle pagine dei quotidiani o delle riviste sono più di cento. Una cifra consistente, che fa della "dispersione" un fenomeno di tutto rispetto nell'insieme dell'opera di Moravia, come già ben documentava la raccolta che di una parte di essi fece nel 1993 Enzo Siciliano in Romildo: trentadue dispersi fino al 1951 e quarantasette in totale, fino al 1990, che rendono tale volume capostipite e gemello del presente. I trentadue di Romildo vanno a integrare i sessantanove Racconti dispersi che qui per la prima volta si raccolgono, senza peraltro escludere la possibilità di ulteriori rinvenimenti.
(Simone Casini e Francesca Serra, 26.9.2000 «IlSole24Ore») ]

Opere complete (?)

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