|   |   – Ludovico 
          Antonio Muratori o Lamindo Pritanio (Vignola 1672 - Modena 1750)  sacerdote, storico e letterato italiano
 di famiglia modesta, ma non poverissima, è avviato al sacerdozio; dopo 
          le prime lezioni di grammatica a Vignola, studia a Modena presso i gesuiti, 
          poi filosofia e diritto canonico e civile nel pubblico ateneo;
  1692 consegue la laurea in filosofia;
  1694 consegue la laurea in diritto canonico e civile;
  1695 febbraio, è nominato dottore della Biblioteca Ambrosiana dal 
          conte  Carlo Borromeo dove mette subito 
          in pratica l'esperienza maturata grazie al suo incontro, ventenne, con 
          padre Benedetto Bacchini, bibliotecario 
          ducale, che gli fece leggere i maggiori storici ecclesiastici;
 24 settembre, riceve l'ordine sacerdotale;
 
 Anecdota latina (1697-98)
 
 
 1700
 è richiamato a Modena come archivista e bibliotecario del duca  
          Rinaldo I d'Este;
 Vita e Rime varie di Carlo Maria Maggi (1700) 1703
 Primi disegni della repubblica letteraria d'Italia (1703, in 
          cui è rilevante il riferimento alla filosofia sperimentale)
 1706  Della perfetta poesia italiana (Modena 1706, 2 voll. in 4°, 
          Soliani)[Stampe successive, con correzioni e aggiunte:
 . Venezia, Coleti 1724, 2 voll. in 4°, Coleti;
 . 1730, 1748, 2 voll., in 4°;
 . 1795, 4 voll., in 8°.
 È la prima estetica italiana.]
 1708 deve intervenire 
          per difender le ragioni della casa d'Este nella questione di Comacchio 
          contro la Santa Sede, sostenuta da Giusto Fontanini;
 Riflessioni sopra il buon gusto intorno le scienze e le arti (1708, 
          prima parte, con lo pseudonimo di Lamindo Pritanio)[Riflessioni sopra il buon gusto nelle scienze e 
          nelle arti (Colonia 1721, 2 tomi in 1 vol., in 4°. Venezia 
          1723, 1736, 2 tomi in 12°.
 traduzione spagnola di don Juan Sempere y Guarinos, 
          Madrid 1782 in 8°;
 traduzione tedesca, Augsburg 1772 in 8°.]
 1709 
 
 
 1712  Osservazioni alle "Rime" del Petrarca (1712)  Piena esposizione dei diritti imperiali ed estensi (1712) 1714  De ingeniorum moderatione in religionis negotio (1714, 
          Della moderazione degli spiriti nelle cose di religione; pubblicato 
          in Francia sotto pseudonomio)[Lo scritto era pronto già nel 1709 ma decise 
          di non pubblicarlo in Italia temendo di essere messo all'Indice.
 Il titolo tuttavia non va inteso nel senso che l'autore raccomanda la 
          moderazione ai fanatici nelle cose di religione bensì nel senso 
          opposto, cioè di raccomandazione agli spiriti liberi di moderarsi 
          nelle loro speculazioni teologiche.
 L'intenzione del libro è quella di confutare quanto il teologo 
          arminiano Giovanni Le Clerc [Johannes 
          Phereponus] ha scritto contro le dottrine di Agostino 
          e specialmente contro la sua famosa teoria della persecuzione.
 Non manca tuttavia neppure in questo scritto quella larghezza di vedute 
          che è in tutti gli altri suoi di argomento religioso. Le precauzioni 
          che egli ha preso per pubblicarlo, le diatribe degli intransigenti che 
          gli piovono addosso e il fatto di aver schivato il temuto Indice 
          solo per il bene che gli vuole Benedetto XIV, 
          ne sono una prova più che sufficiente.
 Ma le sue arditezze eterodosse vanno rintracciate in altri punti del 
          contenuto svariatissimo del grosso volume, non di sicuro nei Capitoli 
          VII, VIII, IX, X, XI, XII, XIII del Libro II, che sono quelli ove tratta 
          della libertà religiosa.
 Poiché nei primi dei citati capitoli egli difende punto per punto 
          la genuina teoria agostiniana contro i colpi che con mille altri le 
          ha portati Giovanni Le Clerc [Johannes 
          Phereponus] e non sa muovere neppure un passo fuori di quel circolo 
          vizioso in cui si aggira il pensiero di Agostino 
          e in cui la dottrina ufficiale della Chiesa cattolica continua tuttavia 
          a tenersi chiusa. E sostiene anch'egli con la più deplorevole 
          sterilità degli argomenti che la coazione o la persecuzione è 
          ingiusta se mossa in nome dell'errore, cioè di qualunque credenza 
          che non sia la cattolica, giusta invece ed anzi doverosa se mossa in 
          nome della Chiesa cattolica, che è la verità.
 Passando poi nel Cap. XIII ad esaminare le conseguenze pratiche di tali 
          premesse egli non si perita di riconoscere al principe secolare la facoltà 
          di procedere anche con l'estremo supplizio contro coloro che le autorità 
          ecclesiastiche gli designino come eretici inveterati ed incorreggibili. 
          Solo vorrebbe che il clero, seguendo l'esempio di Agostino, 
          non si stancasse di raccomandare al principe, dopo avergli denunciati 
          i rei, la mitezza, e lo facesse semper ex animo et non interdum 
          ex consuetudine, come da alcuno consta che si fece.
 Vorrebbe ancora che si procedesse con maggiori riguardi verso i gentili, 
          maomettani ed ebrei, ed in genere verso i non cristiani poiché 
          essi non possono considerarsi come traditori, felloni, transfughi della 
          vera fede e che trattandosi di cristiani si badi a distinguere bene 
          le varie specie di eresia, e si compatiscano coloro che sono nati nell'errore.
 E vorrebbe infine che non si tacciassero troppo leggermente di ereticali 
          le opinioni singole in materia di filosofia, d'istoria, di astronomia 
          ed anche di teologia, le quali si scostino dalla dottrina dominante.]
 [Francesco Ruffini, La 
          libertà religiosa, F.lli Bocca, 
          Torino 1901.]
 
 1716
 parroco di Santa Maria della Pomposa (retta fino al 1734) dove fa restaurare 
          la sua chiesa a proprie spese e fonda un Monte 
          di pietà usando con larghezza delle rendite ecclesiastiche nell'istituzione 
          della compagnia della Carità;
 1717  Delle antichità estensi ed italiane (Modena 1717 (I parte) 
          – 1740 (II parte), 2 voll., in folio)[Il frontespizio contiene un ritratto di Giorgio 
          I re d'Inghilterra.]
 1718 Intorno 
          al metodo seguito ne' suoi studi (1718, 26 marzo, lettera)[Lettera inviata al conte friulano Giovanartico 
          di Porcia (autore del Progetto…), 
          ma da quest'ultimo ricevuta solo nel 1722 e con il preciso impegno a 
          non pubblicarla. In essa egli ricorda i suoi studi giovanili compiuti 
          sotto l'ala dei gesuiti, esprimendo giudizi solo in parte positivi (la 
          "pietà cristiana" dei primi apprendimenti) e a ben 
          guardare piuttosto critici nei confronti di quelle esperienze sotto 
          la guida di:
 . Giovan Domenico Guidotti, terziario francescano, 
          peripatetico [ottimo],
 . p. Giovanni Giuliani, gesuita, insegnante 
          di teologia morale, autore di una Manuductio ad theologiam moralem 
          (Padova 1707, e finita subito all'Indice) [abbastanza bene],
 . altri, tra cui gli insegnanti di teologia scolastica, ecc. [decisamente 
          non bene].]
 1723   Rerum Italicarum Scriptores praecipui, ab anno aerae Chr. D. ad 
          MD, quorum potissima pars nunc primum in lucem prodit  (Milano 1723-51, 
          25 tomi in 28 (29) voll. in folio)[Ex codd. Muratorius coll. ordin. et praeff. auxit.
 Fonti della storia italiana dal 500 al 1500 (Tomi I-XXVII; 
          postumo Tomo XXVIII.
 Questi tre primi volumi sono ciascuno in due parti, il 24° ha un'appendice 
          e il 25° manca spesso.
 Si aggiungono di solito i tre voll. seguenti:
 . Rerum italicarum scriptores ab a Chr. M. ad MCC quorum potissima 
          pars n. pr. in lucem prodit (opera Jos. M. 
          Tartini) Firenze 1748-70, 2 voll., in folio, Viciani.]
 . Ad Scriptores rerum italicarum Muratorii accessiones historiae 
          faventinae; prodeunt n. pr. op. et st. D. 
          Joa. Ben. Mittarelli (Venezia 1711, in folio, Fantius).]
 Della carità cristiana (1723)
 1735  Filosofia 
          morale esposta e proposta ai giovani (1735) 1738 Antiquitates Italicae Medii Aevi post declinationem romani imperii 
          ad a. 1500 (Milano1738-42, 6 voll. in folio. Trattasi di 75 dissertazioni 
          su vari aspetti della civiltà medievale)[Ristampa: Arezzo 1777-80, 17 voll,. in 4°.
 Ne esiste un compendio posto alla fine degli Annali dItalia 
          dello stesso autore sotto il titolo seguente:
 Dissertazioni sopra le antichità italiane da Lod. Ant. Muratori.
 Opera postuma data in luce da Gian Franc. Soli 
          Muratori (Milano (Venezia, Pasquali) 
          1751, 3 voll. in 4°)
 (Accresciuta di prefazione e note di G. Cenni; 
          Monaco 1765, 3 voll. in 4°, Olzati);
 Roma 1755, 1792, 6 voll. in 8°, Milano 1836, 5 voll. in 8°.]
 De paradiso regnique coelestis gloria liber, adversus Burnetii librum 
          de statu mortuorum (Verona 1738, in 4°) 1739  Novus thesaurus veterum inscriptionum (Milano 1739-42, 4 voll., 
          in folio) 1740  Fragmenta 
          romanae historiae (1740, Cronica, in 28 capitoli, giunta 
          mutila, tra cui compare (XVIII-XXVII) la Vita di Cola di Rienzo; 
          opera anonima trecentesca, in dialetto romanesco, composta intorno al 
          1357-58 e che narra le vicende comprese tra il 1325 e il 1357)
 [Canone Muratoriano o Frammento 
          Muratoriano] in un manoscritto del sec. VIII della Biblioteca 
          Ambrosiana scopre un elenco latino contenente la lista degli scritti 
          del Nuovo Testamento riconosciuti come canonici; per la sua antichità 
          (fine del sec. II) il testo è molto importante per stabilire il processo 
          di formazione del canone neotestamentario; gli scritti enumerati sono:
 - i vangeli di Luca e di Giovanni (nelle prime righe mancanti, 
          probabilmente erano elencati i vangeli di Matteo e di Marco),
 - gli Atti degli Apostoli,
 - 13 lettere di Paolo (manca la lettera agli Ebrei),
 - la lettera di Giuda e le due di Giovanni (non quelle di Giacomo 
          e Pietro),
 - l'Apocalisse;
 vi figurano inoltre
 - la Sapienza di Salomone e
 - l'Apocalisse di Pietro, con un'annotazione 
          dubitativa;
 come extracanonico viene ricordato il Pastore di Erma;
 1742  Dei 
          difetti della giurisprudenza (1742) 1743 Il cristianesimo felice nelle missioni dei padri della Compagnia 
          di Gesù nel Paraguai (Venezia 1743)[Libro di forte impatto tra i riformisti cattolici, simpatizzanti 
          del giansenismo compresi, per l'immagine di perfetti interpreti del 
          primitivo spirito cristiano che vi veniva attribuita ai padri delle 
          "riduzioni" sudamericane. Fin dalla 
          sua comparsa si accendono discussioni per l'intonazione apologetica 
          apparsa a molti eccessiva.
 (Al di là di ogni valutazione di questo scritto, occorre comunque 
          sottolineare come uno degli argomenti che più impressionano l'autore 
          sia costituito dall'inseime degli insegnamenti, per lo più tecnici 
          e pratici, impartiti dai missionari e messi presto a frutto dagli indigeni, 
          vale a dire un metodo e dei contenuti che le particolari condizioni 
          consigliavano assai lontani dalla Ratio, e che la prova dei fatti 
          conforta con un pieno successo, in senso civile, culturale e cristiano 
          insieme.
 Gilberto Pizzamiglio, in I Gesuiti e 
          Venezia, Gregoriana 1994).]
 1744  Annali d'Italia, dal principio dell'era volgare sino all'anno 1749 
          (Milano (Venezia, Pasquali) 1744-49, 
          12 voll., in 4°) 
 Annali d'Italia, dall'era volgare sino all'anno 1750 (Milano 
          e Venezia 1753-56, 17 voll. in 8°)[Questa seconda edizione originale è stata fatta 
          sui manoscritti dell'autore a cura di suo nipote Soli 
          Muratori; è seguita da aggiunte. Varie le ristampe con 
          aggiunta di annali.
 Esiste anche una traduzione tedesca: Lipsia 1745-50, 9 voll. in 4°.]
 1747  Della regolata divozione de' cristiani (1747) 1748  Liturgia romana vetus, tria sacramentaria complectens; accedunt 
          Missalae gothicum, Missale Francorum: duo gallicanae et duo omnium vetustissimi 
          Romanae ecclesiae rituales. (Venezia 1748, 2 voll. in folio) 1749  Della 
          pubblica felicità oggetto de' buoni principi (1749, un vero e proprio 
          manuale del dispotismo illuminato)  
 1750
 Modena, dopo la sua morte viene sepolto a Santa Maria della Pomposa.
 Postumi: Opere varie (Arezzo 1767-80, 36 voll, in 4°)[Quest'opera contiene le Antiquitates italicae 
          (17 voll.) e le Opere edite e inedite (13 tomi in 19 voll.).
 Ne esiste un'altra edizione, stampata a Venezia 1790-1810, 48 voll., 
          in 8°, dove gli Annali d'Italia occupano 33 voll., ivi 
          compresi i 6 voll. successivi che continuano l'opera fino al 1805.]
 Opere varie (Napoli 1776, 22 voll. , in 4°)[Gli ultimi tre voll. di quest'opera contengono gli Anecdota 
          seguenti:
 . Anecdota ex Ambrosianae biblioth. codicibus n. pr. eruta. 
          (Milano, Malatesta 1697-98. tomi I e II; Padova 1713 tomi III e IV, 
          in 4°);
 . Anecdota graeca ex mss. codd. eruta gr. et lat. (Padova 1709, 
          in 4°).
 Della perfetta poesia italiana, spiegata e dimostrata con varie 
          osservazioni (Milano 1821, 4 voll., in 8°)[Con le annotazioni critiche di A.M. 
          Salvini.]
 
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