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Papa
Sisto IV

(1471-84)

1482, è a fianco di Venezia nella «guerra di Ferrara» (vedi lato), 
Conferma ai re cattolici di Spagna, Ferdinando II e Isabella, il «derecho de presentación», in base al quale vengono nominati nelle sedi vescovili vacanti di Spagna solo prelati fedeli alla corona;
distribuisce indulgenze a quanti sussidiano la campagna di Ferdinando II contro i mori di Granada.

Protegge gli artisti, tra cui Melozzo da Forlì, permette il rifiorire in Roma dell'Accademia di Pomponio Leto (quasi clandestina sotto Paolo II), istituisce la schola cantorum detta Cappella Sistina; dà alla biblioteca vaticana una nuova sede e l'arricchisce di opere greche, latine, ebraiche; affida a Platina la redazione della Vita Christi ac omnium pontificum. A lui si devono la costruzione del ponte sul Tevere e della cappella in Vaticano, che porta il suo nome.

1482, Leonardo da Vinci si trasferisce a Milano al servizio di Ludovico il Moro, sviluppando un vastissimo programma di ricerca in vari campi del sapere umano, dalla meccanica alla botanica, dall'idraulica all'anatomia.
A Venezia Erasmo Ratdolt pubblica la prima edizione a stampa degli Elementi di Euclide.

ANNO 1482





1482
SACRO ROMANO IMPERO
Friedrich III
Albero genealogico
(Innsbruck 1415 - Linz 1493)
figlio di Ernst I [il Ferreo], duca di Stiria, e di Zimburga di Masovia [Piasti];
[appartiene al ramo leopoldino degli Asburgo.]
1424-93, duca di Stiria, Carinzia, Carniola e Tirolo (Federico V);
[succeduto al padre]
1440-93, re di Germania e dei romani (Federico IV);
alla morte del cugino Alberto II riceve dai principi elettori sia la corona sia la tutela di Ladislao [Postumo] erede di tutti i territori posseduti dal ramo albertino degli Asburgo nonché delle corone di Boemia e d'Ungheria;
nel 1438, con il concordato di Vienna, ottiene da papa Niccolò V una serie di concessioni e di rinunzie a favore della corona e dei principi tedeschi che gli valgono una notevole preponderanza sulla chiesa in Germania;
1452-93, imperatore del Sacro Romano Impero (Federico III);
riceve la corona imperiale a Roma dalle mani di Niccolò V;
dal 1453 arciduca d'Austria;
1457-93, duca d’Austria (Friedrich V);
nel 1457, alla morte di Ladislao [Postumo], rivendica a sé il diritto all'eredità di tutti i possessi territoriali della casata asburgica e, ottenutili dopo non poche lotte, unifica i domini acquistati, costituendo così il più esteso tra gli stati tedeschi:
Austria eretta in arciducato (1453), Stiria, Carinzia, Carniola, Tirolo;
nel 1458 non riesce a salvaguardare i suoi diritti sui regni di Boemia e d'Ungheria;
nel 1477 combina il matrimonio di suo figlio Massimiliano e Maria di Borgogna, figlia di Carlo [il Temerario], ponendo così le basi della futura potenza asburgica;

1482
-


1482
REGNO di BOEMIA
Ladislao II Jagellone III

(n. 1456 - Buda 1516)
figlio di Casimiro IV re di Polonia e di Elisabetta d’Absburgo;
1471-1516, re di Boemia (Ladislao II);
nel 1478, con la pace di Olmütz, conferma a Mattia Corvino il possesso delle terre conquistate a Giorgio Podebrad (Moravia, Slesia e Lusazia);






1490-1516, re d'Ungheria (Ladislao VII);

 



1482
-



1482
REGNO d'UNGHERIA
Mattia Corvino

(Kolozssvár 1440 - Vienna 1490)
figlio di János Hunyadi;
1458-90, re d'Ungheria;
proclamato grazie alle vaste aderenze e alle ricchezze della sua casata;
nel 1464 attacca il regno di Boemia;
nel 1465, grazie al matrimonio con Beatrice d'Aragona figlia di Ferdinando di Napoli, i contatti con la cultura italiana si fanno più assidui; alla sua corte si costitusce una ricca biblioteca umanistica (Corviniana);
nel 1478, con la pace di Olmütz, Ladislao II Jagellone gli conferma il possesso delle terre conquistate a Giorgio Podebrad (Moravia, Slesia e Lusazia);

 



1482
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1482
REGNO di POLONIA
Casimiro IV
Albero genealogico

(Cracovia 1424 - Grodno 1492)
figlio di Ladislao II Jagellone e di Edvige d’Angiò;
1440-92, granduca di Lituania (Casimiro II);
eletto dalla nobiltà locale, con la sua nomina rende il paese indipendente di fatto dalla corona polacca;
1445-92, re di Polonia;
1456-66, lunga guerra contro i cavalieri teutonici che, con la pace di Torun, sono costretti a restituire la Pomerania e a rendergli omaggio feudale;
nel 1470 combatte contro Mattia Corvino che contende a suo figlio Ladislao (il futuro Ladislao II) il trono di Boemia;




1482
-

1482
Albero genealogico

(Tangermünde, Magdeburgo 1414 - Francoforte sul Meno 1486)
terzogenito di Federico I;
1440, eredita il principato di Ansbach;
1464, alla morte del fratello Giovanni [l'Alchimista] eredita il principato di Bayreuth;
1470-86, elettore di Brandeburgo;
in seguito all'abdicazione dell'altro fratello Friedrich II [Dente di Ferro];
riuniti così tutti i possedimenti del casato, inizia una politica di consolidamento e di espansione;
nel 1473, per garantire l'indivisibilità della marca, con la Dispositio Achillea stabilisce un nuovo principio di successione basato sulla primogenitura;
nel 1476 abdica conservando il titolo elettorale;

1482
Albero genealogico

(† 1486)
figlio di Friedrich II [il Pacifico] e di Margherita d’Austria;
è l'iniziatore del ramo ernestino della casa di Wettin;
1464-86, duca elettore di Sassonia;





Alberto IV [il Coraggioso]
Albero genealogico

(Grimma, Lipsia 1443 - Emden, Bassa Sassonia 1500)
figlio di Friedrich II [il Pacifico] e di Margherita d’Austria;
è l'iniziatore del ramo albertino della casa di Wettin;
1464-85, duca di Sassonia;
[regge il ducato con il fratello maggiore Ernesto.]
nel 1474, generale tra i più abili del tempo, appoggia la politica imperiale lottando contro Carlo [il Temerario];




1485-1500, margravio di Meissen (Alberto II)
1485-1500, duca elettore di Sassonia;




1482
ducato di Baviera
Georg di Wittelsbach [il Ricco]
Albero genealogico

(Landshut 1455 - Ingolstadt 1503)
figlio di Ludwig IX [il Ricco] e di Amalia di Sassonia;
1479-1503, duca di Baviera in Landshut e Ingolstadt;




Albrecht IV [il Saggio]
Albero genealogico

(Munich 1447 - Munich 1508)
figlio di Albrecht III [il Pio] e di Anna von Braunschweig-Grubenhagen;
1467-1508, duca di Baviera-Monaco;
[con il fratello Sigmund e poi da solo, cercando invano di estendere i confini fino a Ratisbona.]



1504-08, duca di Baviera-Ingolstadt u.Landshut;
1505-08, duca di Baviera;
[dopo aver riunito i domini]








1482
IMPERO OTTOMANO
Bayezid II [il Giusto o il Pio]

(1447-1512)
figlio di Mehmet II;
1481-1512, sultano;
[pur sospettato di parricidio, mediante l'appoggio dei giannizzeri e di una potente fazione di alti funzionari, supera l'opposizione del fratello Cem.]
1482
il fratello Cem, suo oppositore, fugge a Rodi;





1482
-

1482
REGNO di CIPRO e di GERUSALEMME
 

(Venezia 1454 - 1510)
moglie di Giacomo di Lusignano;
1473-89, regina di Cipro e di Gerusalemme;
[sotto la tutela di un ammiraglio veneziano;
nel 1474 muore il figlio James III, nato postumo nel 1473, estinguendosi così così la dinastia dei Lusignano;
si trova subito inserita in un difficile gioco diplomatico, fra le mire degli Aragonesi di Napoli e le pretese di Carlotta erede legittima dei Lusignano;
ben presto, sottraendosi al ruolo di "strumento" che la Repubblica di Venezia gli ha assegnato, intende fare dell'isola un regno indipendente;


1482
-






1482
RUSSIA
Ivan III [il Grande]
Albero genealogico
(Mosca 1440 - 1505)
figlio di Basilio II [il Cieco] ;
1449, già co-reggente del padre;
1462-1505, gran principe di Mosca;
continua con esito favorevole la politica di unione delle terre russe già iniziata dai suoi predecessori, superando l'ostilità della Lituania e dell'Orda d'Oro;
nel 1474 conclude con Mengli-Ghiray, khan della Crimea, un'alleanza contro l'Orda d'Oro e si volge contro la repubblica di Novgorod [ormai in stato di debolezza cronica, divisa al suo interno tra il partito dell'oligarchia commerciale e aristocratica che si appoggia allo stato polacco-lituano e il popolo che si appoggia alla Russia];
nel 1478 prende possesso di Novgorod incorporandone i territori nello stato moscovita;
nel 1480 respinge un attacco di Ahmat khan dell'Orda d'Oro [sarà definitivamente liquidata da Mengli-Ghiray nel 1502];

 
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1482
-


1482
Moldavia
Stefano III [il Grande]
(n. 1433 ca - m.1504)
figlio del principe Bogdan II della stirpe dei Musat;
1451, dopo la morte del padre, ucciso dal fratello Pietro III Aron, intraprende con quest'ultimo una lunga guerra;
1457-1504, voivoda di Moldavia;
grazie anche all'appoggio di Vlad III di Valacchia;
nel 1467, con la battaglia di Baia, ferma l'attacco degli ungheresi;
nel 1469, con la battaglia di Lipnik, ferma l'attacco dei tatari;
nel 1475, con la battaglia di Racova, ferma l'attacco dei turchi; allarga il proprio dominio a spese dell'Ungheria e della Valacchia;

 
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1482
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1482
REGNO di FRANCIA
Luigi XI
Albero genealogico
(Bourges 1423 - Plessis-les-Tours 1483)
figlio di Carlo VII [il Vittorioso] e di Maria d'Angiò;
incaricato del governo del Delfinato, agisce con durezza ed energia; per aver poi partecipato ad una rivolta di nobili contro il padre deve esulare per cinque anni alla corte di Federico III [il Buono];
1461-83, re di Francia;
salito al trono, mette da parte i consiglieri del padre e si circonda soltanto di persone fedeli tratte dalla borghesia o dalla piccola nobiltà (Philippe de Commynes e Jean de Balue) trovandosi ovviamente di fronte l'opposizione dei grandi feudatari;
nel 1465, la "Lega del bene pubblico", che vede coalizzati contro di lui il fratello Carlo, i duchi di Borbone e di Bretagna e Carlo [il Temerario], lo costringe ad alcune cessioni, con i trattati di Conflans e di Saint-Maur;
nel 1468 ha ragione del duca di Bretagna ma non di Carlo [il Temerario] che lo obbliga al duro trattato di Péronne;
nel 1474, alla morte del fratello Carlo, la Guienna rientra nella corona; eliminati alcuni feudatari ribelli, i Nemours, gli Armagnac, gli Alençon, avvia una lotta senza quartiere contro Carlo [il Temerario];
nel 1477, grazie agli alleati svizzeri, sconfigge Carlo [il Temerario] a Nancy;
nel 1481 acquista il Rossiglione e la Cerdagna e, con l'estinzione della dinastia d'Angiò, annette ai domini della corona il Maine, l'Angiò, la Provenza con l'importante porto di Marsiglia, oltre ad ereditare i diritti di quella casa su Napoli e Sicilia;




Primo ministro
[Sovrintendente delle Finanze]
-
Cancelliere-Guardasigilli
-
Segretario di stato agli Affari Esteri
-
 
1482
volendo impadronirsi dei domini borgognoni, li occupa assieme alle città della Somme con il trattato di Arras;



1482
ducato d’Angiò
Renato II
Albero genealogico

(n. 1451 - Fains, Barrois 1508)
figlio di Federico (Ferri) di Lorena conte di Vaudémont e di Iolanda d'Angiò (figlia di Renato I [il Buono]);
1473-1508, duca di Lorena;
ereditato il ducato dal cugino Niccolò d'Angiò, con il trattato di Nancy deve cedere a Carlo [il Temerario] duca di Borgogna le più importanti piazzeforti del paese;
nel 1475 è costretto a rifugiarsi a Lione dove prende il comando di truppe svizzere;
nel 1476 sconfigge Carlo [il Temerario] a Grandson e a Morat;
nel 1477 uccide Carlo [il Temerario] nell'assedio di Nancy;
1480-1508, duca di Bar;
succeduto a Renato I [il Buono], è attratto dalle vicende italiane;





1482
-


1482
ducato di Savoia
Filiberto I [il Cacciatore]
Albero genealogico
(Chambery 1465 - Lyon 1482)
figlio di Amedeo IX [il Beato] e di Yolande di Valois;
1472-82, principe di Piemonte
1472-82, conte di Aosta, Maurienne e Nizza
1472-82, duca di Savoia;
[a 7 anni]
nel 1474 sposa Bianca Maria Sforza;




Carlo I [il Guerriero]
Albero genealogico
(Carignano 1468 - Pinerolo 1490)
figlio di Amedeo IX [il Beato] e di Yolande di Valois;
1482-90, principe di Piemonte;
1482-90, conte di Aosta, Maurienne e Nizza;
1482-90, duca di Savoia;



1487-90, marchese di Saluzzo;
re di Cipro e Gerusalemme (titolare)
[erede dei regni in seguito alla donazione della zia Carlotta di Lusignano]





 
-
1482
-



1482
REGNO d'INGHILTERRA
Edward IV
Albero genealogico

(Rouen 1442 - Westminster 1483)
figlio di Riccardo di York e di Cicely Neville;
1455-85, guerra delle due rose;
1460, alla morte del padre diviene il pretendente degli York al trono;
1461-83, re d'Inghilterra;
grazie all'aiuto del suo valoroso cugino Richard Neville conte di Warwick;
nel 1464 sposa segretamente Elizabeth Woodville;
nel 1470 la sua politica favorevole alla Borgogna e ostile alla Francia provoca il passaggio del conte di Warwick ai Lancaster, per cui è costretto a fuggire in Olanda mentre il potente cugino, alleato con suo fratello Giorgio duca di Clarence, rimette sul trono Enrico VI;
nel 1471 fa ritorno in Inghilterra a capo di un forte esercito;







Riccardo di Gloucester
Albero genealogico

(Fotheringay, Castle, Northamptonshire 1452 - Bosworth 1485)
undicesimo figlio di Riccardo di York e di Cicely Neville;
1455-85, guerra delle due rose;
1461-83, duca di Gloucester;



1483-85, re d'Inghilterra (Riccardo III);







1482
-

«guerra delle due rose»
o
Wars of the Roses
(Guerre delle rose)
1455-1485
Inghilterra:
- Lancaster (rosa rossa)
- York (rosa bianca)

La causa profonda è il dissesto economico e politico dopo la definitiva sconfitta subita nella guerra dei cent'anni.

1482
-




a

1482
REGNO di SCOZIA
James III
Albero genealogico

(Stirling 1453 - Milltown 1488)
figlio di Giacomo II Stuart e di Mary di Guelders;
1460-88, re di Scozia;
succeduto ancora fanciullo al padre;
nel 1469 sposa Margherita di Danimarca ottenendo in dote le Shetland e le Orcadi;
nel 1471 deve affrontare ricorrenti sedizioni e congiure, suscitate dalla nobiltà che lo accusa pretestuosamente di circondarsi di consiglieri mediocri e volgari;
1482
imprigionato dai baroni, viene liberato dal fratello Alessandro duca d'Albany che pure ha in progetto di spodestarlo;

1482
1455-85, guerra delle due rose (schierato con i Lancaster.)

a

1482
REGNO di DANIMARCA e REGNO di NORVEGIA
Johan I
Albero genealogico
(Aalborg 1455 - Aalborg 1513)
figlio di Christian I e di Dorotea di Brandeburgo;
nel 1478 sposa la p.ssa Christine di Sassonia;
1481-1513, re di Danimarca e di Norvegia;



1483-1501, re di Svezia (Johan II);
duca di Schleswig-Holstein

1482
-




1482
REGNO di PORTOGALLO
Giovanni II [il Principe Perfetto]
Albero genealogico
(Lisbona 1455 - Alvôr 1495)
figlio di Alfonso V [l'Africano] e di Isabella di Braganza;
1471, prende parte alla spedizione paterna in Marocco dove è nominato governatore;
1481-95, re di Portogallo;
salito al trono limita i privilegi della nobiltà e dirige mirabilmente le esplorazioni oceaniche dell'Africa, perfezionando un tipo di nave ritenuto da tutti ideale per tali viaggi: la caravella con vela latina;




1482
Il navigatore portoghese Diego Cão passa dinanzi alla foce di un immenso fiume sconosciuto… il Congo. È quindi il primo europeo a vederne la foce.
[Il fiume Congo, che sfocia fra la borgata di Banana e punta Padron; di qua c'è il Congo Belga e di là c'è l'Angola. Ma dal lato dell'Angola non si scrive Padron, si scrive Padrão che deriva direttamente dalla presenza di Diego Cão alla foce del Congo.
Egli vi erige infatti un monolito (Padrão, appunto, che significa grossa pietra, molto vicino all'italiano "pietrone" che si può abbreviare in pietròn; (esisterà ancora nel XIX).]
[Lino Pellegrini, Io Congo, Aldo Martello Editore, Milano 1963.]


1482
REGNO di NAVARRA e REGNO di ARAGONA
Ferdinando II [il Cattolico]
Albero genealogico

(Sos, Aragona 1452 - Madrigalejo, Estremadura 1516)
figlio di Giovanni II d'Aragona e della sua seconda moglie Giovanna Enriquez;
1469, Valladolid 19 ottobre, sposa Isabella, sorellastra di Enrico IV di Castiglia;
1474, alla morte di Enrico IV, la figlia Giovanna [la Beltraneja], sposa Alfonso V re del Portogallo;
ne segue una lunga e dura lotta di successione tra le due pretendenti e i rispettivi mariti;
1479-1516, re d'Aragona e di Sicilia;
dopo la conclusione di una lunga e dura lotta per la successione;
con la morte di Giovanni II d'Aragona inizia il regno congiunto dei due sovrani: ciascuno figura come principe consorte nel regno dell'altro, e sul piano costituzionale la Castiglia e l'Aragona rimangono due stati separati, ma tra Ferdinando e Isabella regna una piena intesa;




1503-16, re di Napoli (Ferdinando III);
1512-16, re di Spagna (Ferdinando V);





1482
dal 1478 opera il Sant'Uffizio (Inquisizione spagnola);
1481-92, lunga guerra rivolta tutta al regno di Granada l'ultimo caposaldo arabo nella penisola iberica;



1482
REGNO di CASTIGLIA e di LÉON
Isabella I [la Cattolica]
Albero genealogico

(Madrigal de las Altas Torres, Ávila 1451 - Medina del Campo, Valladolid 1504)
figlia di secondo letto di Giovanni II di Castiglia e di Isabella di Portogallo;
1469, 19 ottobre, liberata dal castello di Madrigal dove Enrico la teneva in una velata prigionia, può sposare Ferdinando d'Aragona, re di Sicilia ed erede della corona aragonese: questo matrimonio, atto di volontà della principessa, non è certo gradito ad Enrico IV né negli ambienti diplomatici portoghesi, inglesi e francesi;
a questo punto molti dei grandi di Castiglia, temendo un rafforzamento che alla corona castigliana sarebbe pervenuto dall'unione con quella aragonese il giorno in cui Ferdinando avesse ereditato l'Aragona, oppongono alle sue ragoni quelle di Giovanna la Beltraneja, figlia presunta di Enrico IV;
1474-1504, regina di Castiglia;
dopo la morte del fratello, anche se la lotta per il riconoscimento dei diritti ereditari continua;
nel 1475 la la battaglia di Toro fra portoghesi e castigliani ha esito incerto;
nel 1476, alla morte del gran maestro dell'ordine cavalleresco di Santiago, pretende che questa carica venga assegnata al marito;
nel 1479 viene sottoscritto il trattato di Alcoçobes (o Alcáçovas) con i portoghesi, in base al quale Giovanna [la Beltraneja] e suo marito Alfonso di Portogallo rinunciano all'eredità castigliana;
nel 1481 si assiste ad importanti sconvolgimenti legislativi;


1482
-




1482
Monferrato
Guglielmo VIII Paleologo
Albero genealogico
(† Casale Monferrato 1483)
figlio del marchese Giangiacomo Paleologo e di Giovanna di Savoia;
1448, dopo aver servito Francesco Sforza, riceve in cambio la signoria su Alessandria e su altre città;
1450, il fratello Bonifacio III, premuto dalle mire dei Savoia e da quelle dei duchi di Milano, riconsegna Alessandria a Francesco Sforza;
1452, passato al servizio di Alfonso [il Magnanimo], milita in Lombardia e in Piemonte;
1454, dopo la pace di Lodi si riavvicina allo Sforza, temendone la potenza;
1464-83, marchese di Monferrato;
dopo aver ereditato la marca dal fratello Giovanni IV;
da questo momento pensa solo a garantirsi, mediante l'alleanza con il ducato di Milano, contro l'espansionismo dei Savoia;
nel 1468 è nominato capitano generale delle truppe lombarde da Galeazzo Maria Sforza (che pensa così di ereditare da lui la marca) cerca di garantirsi, mediante l'alleanza con il ducato di Milano, contro l'espansionismo dei Savoia;
nel 1480 ottiene la reggenza e il governo effettivo del ducato di Milano; nei mesi successivi riesce a mettere da parte i rappresentanti di quel partito ghibellino (Borromeo, Pusterla, Marliani) che pure ha favorito il suo ritorno e, sbarazzatosi di Cicco Simonetta (decapitato a Pavia in ottobre), diventa l'incontrastato signore di Milano;
nel 1481, capitano generale delle truppe lombarde, continua a garantirsi, mediante l'alleanza con il ducato di Milano, contro l'espansionismo dei Savoia;










 
1482
-


1482
REPUBBLICA DI GENOVA
"Compagna Communis Ianuensis"
Battista II di Campofregoso
Albero genealogico

(? - ?)
figlio di
1478 26 nov - 25 nov 1483, doge di Genova;


1482
-



1482
ducato di Milano
Gian Galeazzo Sforza
Albero genealogico
(Abbiategrasso 1469 - Pavia 1494)
figlio di Galeazzo Maria e di Bona di Savoia;
1476-94, duca di Milano;
sotto la reggenza della madre, assistita dal segretario ducale Cicco Simonetta e appoggiata dal partito guelfo;
nel 1479 Bona di Savoia cede e chiama a Milano il cognato;
dal 1480 reggenza e governo effettivo passano nella mani dello zio Ludovico [il Moro ]; nei mesi successivi Bona di Savoia viene estromessa definitivamente e confinata ad Abbiategrasso;


Ludovico Sforza [il Moro]
Albero genealogico
(Vigevano 1452 - Loches, Turenna 1508)
figlio quartogenito di Francesco Sforza e di Bianca Maria Visconti;
nel 1476 cerca con gli altri fratelli Sforza Maria, Ascanio e Ottaviano di contrastare la successione del nipote Gian Galeazzo Maria;
nel 1477 un suo colpo di mano tentato assieme ai fratelli viene sventato ed i congiurati, banditi dalla città, vengono confinati in diverse città italiane;
da Pisa egli continua la sua azione per scalzare l'autorità di Bona di Savoia e di Cicco Simonetta, contando anche sull'appoggio di Alfonso d'Aragona (figlio del re di Napoli Ferdinando I) e di Roberto di Sanseverino;
nel 1478 verso la fine dell'anno si porta con i fratelli in Liguria, con l'intenzione di puntare su Milano;
nel 1479, nonostante un nuovo bando per ribellione e nonostante la morte di Sforza Maria, assieme agli altri fratelli prende Tortona; Bona di Savoia cede e lo chiama a Milano;
1479-1500, duca di Bari;
dal 1481 è l'incontrastato signore di Milano;



1494-1500, duca di Milano;






 
1482
1482-84, combatte contro Venezia la guerra di Ferrara;


1482
Mantova
Federico I Gonzaga
Albero genealogico
(n. 1442 - m. 1484)
figlio di Ludovico III e di Barbara del Brandeburgo;
1463, dopo una giovinezza avvolta nella leggenda, sposa Margherita, figlia di Alberto II duca di Baviera;
1478-84, marchese di Mantova;
succeduto al padre;
nel 1479 ottiene dall'imperatore Federico III la regolare investitura; combatte a fianco delle forze del ducato di Milano contro gli svizzeri e al fianco di Firenze nella guerra contro Sisto IV e Ferdinando I d'Aragona;

1482
-

1482
REPUBBLICA DI VENEZIA
"La Serenissima"
Giovanni Mocenigo
Albero genealogico
(Venezia 1409 – Venezia 14 set 1485)
figlio di Leonardo e di Francesca Molin; fratello del doge Pietro;
1478-85, doge di Venezia; [72°]



- nunzio pontificio: ? (? - ?)
- ambasciatore di Spagna: ? (? - ?)

1482
ormai tutti principi riconoscono il dominio della Repubblica nel transito per il Golfo chiedendone il permesso al senato ogniqualvolta intendano servirsi di quel passaggio.
Papa Sisto IV, per avere un appoggio più sicuro contro il re di Napoli, suo confinante, stringe una lega con Venezia. In base a questa alleanza, alla quale è permesso l'ingresso anche ad altri principi italiani, si stabilisce che in caso di guerra la Santa Sede dovrà fornire 3-4000 cavalieri e 2-3000 fanti, mentre i veneziani 6-8000 cavalieri e 4-6000 fanti.
La pace in Italia sembra assicurata senonché il duca di Ferrara Ercole d'Este [dimentico dell'aiuto ricevuto da Venezia quando, alla morte di Borso, Niccolò figlio di Lionello aveva tentato di cacciarlo dal ducato] esclude il magistrato di Vice-Domino di Ferrara, che per convenzione i veneziani tenevano in questa città, viola le esenzioni godute nel ferrarese ed erigendo un forte vicino a Cavarzere cerca di introdursi nella giurisdizione dell'antico dogato veneziano.
Venezia decreta allora che oltre all'armata diretta dal gen. Vettor Soranzo, per obbligare il re di Napoli alla difesa delle piazze situate nelle marine del regno, ne venga allestita un'altra al comando di Damiano Moro per colpire, una volta entrata nel Po, i territori interni del ferrarese; con la stessa sollecitudine vengono creati due eserciti:
- quello diretto dal gen. Roberto Sanseverino dovrà inoltrarsi nel ferrarese,
- quello diretto dal gen. Roberto Malatesta signore di Rimini dovrà avanzare nella Romagna.
Ercole d'Este corre ai ripari, ammassando milizie, munizioni e vettovaglie ma soprattutto implora l'aiuto del suocero re di Napoli.
Il territorio di Ferrara è attraversata da due fiumi, il Po e l'Adige.
Roberto Sanseverino, con un esercito composto di 30.000 uomini italiani e stranieri, occupa il territorio e la rocca di Melara, espugna Bergantino e dopo tre giorni di resistenza Castelnuovo. Impauriti, gli abitanti dei territori circostanti corrono a schiere verso Ferrara.
Pure facilmente si muove il capitano dell'armata minore sul Po Cristofano da Mula che si impadronisce di Adria e di Comacchio; ill gen. Damiano Moro, dopo aver espugnato i tre forti fatti costruire dal duca d'Este nella zona detta Policella, passa sotto Figarolo, dove combatte Roberto Sanseverino, strenuamente difeso dal Montefeltro col suo vigoroso presidio.
A questo punto il duca di Milano invia 25 galeoni in aiuto dei ferraresi ma, assaltati e disfatti dall'armata veneziana, scoprendosi tra i prigionieri molti milanesi vengono essi per ordine del senato rinviati alle loro case senza torcere loro un capello, dimostrando così che Venezia non ce l'ha con Milano.
Mentre sono sconfitte e messe in fuga da Ercole d'Este le milizie spedite da Roberto Sanseverino ad occupar Figarolo per impedire la navigazione verso Ferrara, i figli del generale, Francesco e Giovanni Maria, riescono ad impadronirsi di Rovigo e delle terre di Castelguglielmo, Badia e Lendinara; come premio, il governo dona alla famiglia la nobiltà veneziana e così pure a Pietro Maria Rossi di Parma; il capitano di Padova Agostino Barbarigo viene invece incaricato di passare in Polesine ad assicurare le popolazioni.
Il gen. Roberto Sanseverino riesce a conquistare Figarolo ma, essendo il territorio circondato da paludi molto insalubre, parecchi soldati vi perdono la vita; si ammala lo stesso generale, mentre muore il provveditor Loredan.
Il morbo colpisce pure l'armata sul Po causando la morte del gen. Damiano Moro; dei facenti parte l'armata e l'esercito trovano la morte oltre 20.000 uomini.
Si salvano dalla pestilenza le milizie del gen. Roberto Malatesta, inviate per ordine del senato a Roma in aiuto del papa, assediato dalle armi di Alfonso II d'Aragona duca di Calabria figlio di Ferdinando e messo in grave pericolo dalle sollevazioni dei Colonna e dei Savelli.
Il comando dato al gen. Vettor Soranzo di attaccare le terre di Puglia e le piazze del regno di Napoli è sufficiente a staccare Alfonso dalle mura di Roma.
Poiché riparate le milizie a Velletri e a Campo morto per assicurarle dagli attacchi del gen. Roberto Malatesta passato con l'esercito verso Roma, pensa di conservarle ma, attaccato dal gen. Roberto Malatesta, sebbene abbia Alfonso II d'Aragona sotto le proprie insegne un grosso corpo di turchi rimasto al suo servizio dopo aver recuperato Otranto, viene sconfitto. Il gen. Roberto Malatesta può così entrare a Roma con ricco bottino e molti prigioneiri. Muore poco dopo, colpito da grave malattia.




1482
Firenze
Lorenzo de' Medici [il Magnifico]
Albero genealogico
(Firenze 1449 - 1492)
figlio del banchiere fiorentino Piero e di Lucrezia Tornabuoni;
1466, inizia l' avventura dell'allume che sarà uno dei motivi principali del crollo di casa Medici;
1469-92, signore di Firenze;
alla morte del padre ha solo 21 anni ed è quindi costretto ad affidarsi all'esperienza di Francesco Sassetti che finisce per diventare l'arbitro assoluto dell'impero economico di famiglia;
nel 1475 viene in urto con Sisto IV e ai Medici viene tolto l'incarico di depositari generali della Santa sede, ora affidato al genovese Melladuce Cigala;
nel 1477 si assicura il commercio del ferro stipulando un contratto con il signore di Piombino proprietario delle miniere dell'isola d'Elba;
nel 1478 prende corpo la "congiura dei Pazzi";
il centinaio di esecuzioni che punisce l'assassinio scatena il papa che scomunica Lorenzo e muove guerra; 
le fortune economiche dei Medici sono ormai tramontate e, a catena, il dissesto si propaga a tutte le proprietà dei Medici; ogni intervento, lecito e non, è inutile;
 
1482
un progetto di riorganizzazione generale del Banco e delle società già elaborato, non viene mai applicato;



1482
ducato di Urbino
Guidobaldo I
Albero genealogico
(Urbino 1472 - Fossombrone 1508)
figlio di Federico da Montefeltro e di Battista Sforza;
1482-1508, duca di Urbino;
[sotto la tutela del conte Ottaviano Ubaldini e la raffinata educazione dell'umanista Ludovico Odasio;]
 
1482
-



1482
REGNO di NAPOLI e REGNO di SICILIA
Ferdinando I o Ferrante
Albero genealogico

(1431 ca - Napoli 1494)
figlio naturale di Alfonso V [il Magnanimo];
1443-58, duca di Calabria;
[titolo spettante tradizionalmente agli eredi al trono di Napoli.]
nel 1445 sposa Isabella di Chiaramonte;
1454, con la pace di Lodi egli intende mantenere per la penisola lo status quo consacrato;
1458-94, re di Napoli;
succeduto in base alle disposizioni testamentarie del padre, l'ascesa al trono gli viene contestata da più parti:
- da papa Callisto III, signore feudale del regno di Napoli che si rifiuta di riconoscere i diritti di un bastardo;
- da molti baroni favorevoli ad appoggiare le pretese angioine al trono napoletano;
alla morte di Callisto III viene invece riconosciuto dal successore Pio II, cui sta a cuore la pacificazione dei cristiani per poter rilanciare la crociata contro gli ottomani;
il riconoscimento avviene però previa cessione della città di Benevento e corresponsione puntuale del censo che il regno deve alla curia;
non cessa invece l'opposizione dei nobili filoangioini, appoggiati da Genova, che invitano nel napoletano Giovanni d'Angiò perché vi faccia valere i suoi diritti, e al suo fianco si schierano due codottieri illustri, Iacopo Piccinino e Sigismondo Malatesta;
l'intervento di Francesco Sforza al fianco di Ferdinando, l'appoggio di Pio II, l'aiuto apportato dal principe albanese Giorgio Scanderberg salvano il trono aragonese;
nel 1465 cessa ogni resistenza baronale e angioina;
sua figlia Leonora va in sposa a Ercole I d'Este, duca di Ferrara, mentre una sua figlia naturale sposa Leonardo della Rovere, nipote di Sisto IV;
nel 1467 sottoscrive insieme con Milano, Firenze e il papa una lega difensiva che lo assicura contro Venezia;
nel 1478 l'alleanza con Sisto IV e gli interessi espansionistici verso la Toscana meridionale lo fanno coinvolgere nel complotto contro i Medici e nella guerra che ne segue; nello stesso tempo, temendo il prepotere in Milano del ministro Cicco Simonetta, gli fa appoggiare il colpo di stato di Ludovico [il Moro];
nel 1480 la diplomazia tempestiva di Lorenzo [il Magnifico] lo induce a imporre al papa la pace con Firenze;
nuova lega tra Milano, Firenze e Napoli;





Alfonso II
Albero genealogico

(Napoli 1448 - Mazzara, Messina 1495)
figlio di Ferdinando e di Isabella di Chiaromonte;
1458-94, duca di Calabria;
nel 1465, riprendendo la politica di riavvicinamento ai duchi di Milano, sposa Ippolita Maria figlia di Francesco Sforza;
1478-79, nella guerra che segue alla congiura dei Pazzi, viene inviato come gonfaloniere a combattere contro Firenze;
1480-81, si distingue contro i turchi che hanno occupato Otranto;
1482-84, si distingue nella guerra di Ferrara;



1494-95, re di Napoli;




1482
-
a





Campagnola, Giulio (Padova 1482 ca-dopo il 1515) pittore e incisore italiano;
Giovane pastore, L'Astrologo, Vecchio pastore, Nuda giacente, Cristo e la samaritana, Flautista giovinetto, Daino alla catena (incisioni).

Husschin [o Hussgen], Johannes o Okolampadius o Giovanni Ecolampadio (Weinsberg, Svevia 1482-Basilea 1531) umanista e riformatore svizzero di origine tedesca;
Nuovo Testamento (versione latina; assieme ad E. da Rotterdam)
Paradoxon (1520)
De genuina verborum Domini: hoc est corpus meum etc. expositione (1525).

Jud, Leo (Ribeauvillé, Alsazia 1482-Zurigo 1542) riformatore religioso alsaziano; giudice delle cause matrimoniali esercitò un grande influsso sulla disciplina ecclesiastica; collaborò con H. Zwingli alla traduzione zurighese della Bibbia, pubblicò la sua corrispondenza con G. Ecolampadio e tradusse in tedesco molte opere dei riformatori e di E. da Rotterdam
1522, parroco a Einsiedeln, viene chiamato alla chiesa di San Pietro a Zurigo da H. Zwingli, con cui ha studiato all'università di Basilea; partecipa alle lotte contro gli anabattisti e alle discussioni sulla dottrina eucaristica;
1523, scrive il primo formulario battesimale in lingua tedesca;
1531, morto H. Zwingli, nella battaglia di Kappel, ha contrasti con il consiglio municipale perché è favorevole alla separazione della chiesa dallo stato;
1534, scrive due grandi catechismi in tedesco ed uno più breve in latino (1538).

Martinuzzi, György (Kamicic, Croazia 1482-Alvincz, Transilvania 1551) politico ungherese, figlio di un nobile croato, Ustješenovic, e di una veneziana, dalla quale prese il nome; fu soldato al servizio del voivoda di Transilvania Giovanni Szápolyai;
1512, ca, abbraccia la carriera ecclesiastica e riprende i contatti con  Giovanni Szápolyai eletto nel 1511 re d'Ungheria, che lo incarica di trattare con Ferdinando I d'Asburgo che gli contende il trono;
1538, si conclude, grazie al suo contributo, il trattato di Nagyvárad che segna una tregua fra i due sovrani e prevede la restituzione delle terre ungheresi a Ferdinando I d'Asburgo dopo la morte di Giovanni Szápolyai;
1541, alla sua morte, come tutore del figlio, non restituisce le terre a Ferdinando I d'Asburgo e si appoggia ai turchi che occupano Buda; da questo momento opera un riavvicinamento a Ferdinando I d'Asburgo conservando insieme rapporti amichevoli con i turchi; questo atteggiamento lo rende sospetto a Ferdinando I d'Asburgo che lo fa assassinare.

Quiñones, Francisco de (regno di León 1482 ca-Veroli 1540) religioso spagnolo; 
1498, entra tra i francescani e studia a Salamanca;
1523, viene eletto ministro generale dei francescani osservanti;
1526, inizia la sua funzione di mediatore tra Carlo V e Clemente VII;
1527, viene fatto cardinale dopo aver ottenuto la liberazione del papa dalla prigionia successiva al sacco di Roma;
1528, conclude il trattato di Barcellona;
1529, conclude il trattato di Cambrai;
1530, è nominato vescovo di Coira;
1532, tenta invano di far convocare il concilio ecumenico a Mantova;
Breviarium S. Crucis (1535, assieme a D. Meyla e a G. de Castro, approvato da Paolo III; più di cento edizioni in trent'anni, ispirò i compilatori del Prayer Book  anglicano; venne però proibito da Paolo VI nel 1558, che stabilì per il clero il ritorno al precedente).

Ribeiro, Bernardim (Torrão, Alentejo 1482 ca-Lisbona 1552 ca, pazzo) poeta portoghese, segretario di Giovanni III;
Alcuni componimenti nel Canzoniere di G. de Resende
Saudades o Menina e moça (1554, Nostalgie o Bambina e piccolina).

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Trattato di Arras

1482, 23 dicembre.
Fine della guerra tra i francesi (Luigi XI) e gli austriaci (Massimiliano d'Austria, sposo di Maria di Borgogna).

«guerra di Ferrara»

1482, parti in lotta:
Sisto IV e la Repubblica di Venezia al comando di Roberto Malatesta e Roberto Sanseverino
– il duca di Ferrara Ercole I d'Este e i suoi alleati: 
Ferdinando I di Napoli, 
Firenze e, più tardi,
Milano e Mantova) al comando di Federico di Montefeltro e del figlio del re di Napoli Alfonso duca di Calabria.
Ragione di fondo:
sia il papa che Venezia sono interessati al territorio ferrarese: 
- il primo per aiutare il nipote Girolamo Riario, signore di Imola e di Forlì, a costruirsi in Romagna un dominio più vasto,
- la seconda per recuperare il Polesine di Rovigo. 
Occasione:
in seguito ad un incidente diplomatico tra Venezia e Ferrara, Venezia proibisce a Ferrara l'uso delle saline di Comacchio.
La guerra si svolge su due fronti: il padano tra veneziani e ferraresi e l'area laziale tra pontifici e napoletani.
12 dicembre, Sisto IV, dopo che le sue truppe hanno avuto parte nella vittoria di Campomorto sui napoletani, si ritira dal conflitto e stipula la pace con la lega avversaria; Venezia continua da sola e si avventura in Lombardia e sulle coste pugliesi dove si impadronisce di Gallipoli;
1484, 7 agosto, si giunge alla pace di Bagnolo, con la quale Venezia guadagna il Polesine e il re di Napoli ha indietro i suoi porti pugliesi.

Stampa

«segue da 1481»
1482, Odense, viene fondata una stamperia;
Francia
Lione, viene stampata una traduzione francese delle Pregrinationes… di Bernhard von Breydenbach.
Spagna
Barcellona, esce la Ianua artis Raimundi Lulli di Pedro de Gui: l'anno successivo sarà condannata dalla censura.
«segue 1483»

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