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Militari francesi_Francois de Charette

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François-Athanase de CHARETTE de la CONTIE
o François de Charette [Le Roi de La Vendée]

(Couffé, vicino Ancenis 21 aprile 1763 - Nantes, 29 marzo 1796)

militare e controrivoluzionario francese;

[Nato da una famiglia della nobiltà francese.
Il suo pronipote, Athanase de Charette de la Contrie (1832-1911) farà la carriera militare in Italia ed in Austria prima di comandare dal 1860 al 1870 gli Zuavi pontifici dell'esercito pontificio, e di partecipare come generale di brigata alla guerra in difesa della Francia contro i prussiani nel 1870.]

1779
entra nella scuola della Marina francese; in seguito serve sotto il conte Picquet de la Motte e dell'ammiraglio de Guichen;

1787
ottiene il grado di tenente di vascello, partecipa ad undici campagne, di cui qualcuna fatta in America;

1790
25 maggio, sposa Marie-Angelica Josnet e si stabilisce nel maniero di Fonteclause, vicino a La Garnache; si dedica alla caccia e non manca ad alcun ballo dei castelli circostanti; benché disapprovi il principio dell'emigrazione, parte per Coblenza in Germania, ma non tarda a ritornare in Francia;

1792
10 agosto, difende la famiglia reale alle Tuileries; sfugge al massacro, ma sul cammino di ritorno viene fermato ad Angers e rilasciato grazie all'intervento di Dumouriez;

1793
27 marzo, nella regione di Machecoul dove ha avuto luogo il massacro, accetta di mettersi alla testa dei contadini venuti a cercare il loro comandante al maniero di Fonteclose.
[All'inizio i suoi seguaci sono armati soltanto di forconi e di fucili da caccia e per di più indisciplinati; in seguito egli recluta elementi più preparati, fra cui i disertori repubblicani ed una cavalleria d'élite composta da nobili e da borghesi armati a proprie spese.]


30 aprile, riesce ad impedire ai repubblicani di prendere Legé;
giugno, dopo la presa di Saumur, si aggiunge all' "Esercito cattolico e reale" e Lescure gli chiede di partecipare alla presa di Nantes, ma si troverà solo dinanzi alla città;
due settimane più tardi, è nuovamente presente senza gli altri gruppi, mentre doveva essere un attacco combinato; le sue perdite sono elevate, mentre i repubblicani vanno al contrattacco dopo la perdita di quattro cannoni;
19 settembre, il giorno della festa del lavoro, partecipa alla vittoria di Tiffauges, ma disubbidisce con Lescure e non insegue Kléber;
30 settembre, i cannoni nell'isola di Noirmoutier fanno arretrare le sue truppe;
12 ottobre, fa un secondo tentativo riuscendo a prendere tutta l'isola dopo aver costretto la guarnigione repubblicana ad arrendersi a causa della netta inferiorità numerica;
[Gli 800 uomini della guarnigione vengono fatti prigionieri e, nonostante i suoi ordini, un suo ufficiale, dopo che egli ha abbandonato l'isola, ne fa fucilare circa 200 che si sono ribellati nelle prigioni. Questo avviene anche perché tra questi prigionieri vi sono i cacciatori della Manica, responsabili delle esecuzioni sommarie avvenute a Machecoul a fine aprile.]

sentendosi disprezzato, si separa dei capi dell'esercito vandeano e prosegue la lotta da solo con azioni di guerriglia;

1794
si impossessa del campo repubblicano di Saint-Christophe, vicino a Challans, ma meno di un mese più tardi il gen. Nicolas Haxo con seimila uomini lo costringe a fuggire;
20 marzo, si scontra nuovamente con il gen. Nicolas Haxo a Les Clouzeaux, i vandeani in superiorità numerica costringono i repubblicani alla fuga e il gen. Nicolas Haxo, che è rimasto ferito durante il combattimento, viene abbandonato dai suoi 300 uomini e quindi ucciso dai vandeani.
[L'esercito repubblicano che non è corso in suo aiuto, per esimersi da ogni responsabilità, dichiarerà che il gen. Nicolas Haxo si è suicidato per non cadere in mano nemica.]

1795
17 febbraio, poiché stanno finendo le munizioni, egli firma con i rappresentanti repubblicani al castello di La Jaunaye, vicino a Vertou, un trattato che stabilisce la libertà religiosa ed esenta gli insorti dal servizio armato;
[L'armistizio durerà soltanto cinque mesi.]

giugno, riprende le armi al momento dello "Sbarco a Quiberon";
luglio, il futuro re Luigi XVIII gli scrive per conferirgli il grado di generale dell' "Esercito cattolico e reale";
10,11 e 12 agosto, riceve polvere da sparo, armi e fondi dagli inglesi a Saint-Jean-de-Monts, ma viene sconfitto da Hoche;
ottobre, tenta di organizzare l'arrivo del conte di Artois, secondo fratello di Luigi XVI in Vandea e si porta sulla costa con 15.000 uomini quando il principe si trova sull'isola di Yeu. Il futuro Carlo X non raggiunge il continente ed egli viene poco a poco abbandonato dalle sue truppe;

1796
egli pensa allora di unirsi con le bande di J.-N. Stofflet che si battono ancora nell'Angiò;
23 marzo, dopo che le colonne repubblicane hanno occupato la regione, viene catturato dal gen. Travot, nei boschi della Chabotterie (comune di Saint-Sulpice-le-Verdon) seguito solamente dagli ultimi 32 fedelissimi;
29 marzo, condannato a morte, viene fucilato in piazza Viarmes a Nantes.
[Rifiuta di venire bendato ed ordina lui stesso di fare fuoco. Del resto il suo motto è stato: "combattuto spesso, sconfitto a volte, abbattuto mai".]

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